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COME RAGGIUNGERE LA PACE INTERIORE ?
Vi siete mai chiesti perché è così difficile sentirsi in pace?
Sembra un paradosso ma la pace interiore, che tanto desideriamo, è già dentro di noi e non ha nulla a che fare con ciò che ci circonda. Eppure, spesso siamo convinti che la nostra serenità dipenda da fattori esterni, da altre persone o dalle circostanze. Ma è davvero così?
Se imparassimo a vivere il presente, ad ascoltare il nostro respiro e a osservare i nostri pensieri senza giudizio tutto apparirebbe più semplice. Ma in che modo tutto questo può aiutarci a trovare la pace interiore? La chiave è nel comprendere che tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sentirci sereni e completi è già in noi. Nessuna persona o evento esterno può davvero privarci di questa pace, a meno che non siamo noi a permetterglielo.
Immagina di avere un diverbio con un collega o con un familiare. In quel momento, potresti sentire rabbia, frustrazione, forse anche rancore. È facile attribuire queste emozioni all'altro, dicendo: "Mi hai fatto arrabbiare". Ma, guardando in profondità, è davvero così? Queste emozioni sono nostre e, molto spesso, nascono da aspetti di noi stessi che ci rifiutiamo di affrontare.
Perché continuiamo a dare il potere della nostra serenità agli altri?
Pensaci: quando nutriamo rancore, è come se portassimo con noi un carico pesante, un peso che lentamente logora la nostra pace. Attribuire la causa delle nostre emozioni negative a qualcun altro è una scusa inconscia, un modo per evitare di guardare dentro di noi e affrontare quelle parti che ci spaventano o che rifiutiamo.
Non è facile ammettere che la rabbia o il rancore che proviamo sono riflessi di aspetti irrisolti in noi. Ammetterlo è un atto di coraggio necessario per risolvere i nostri conflitti interni. Riconoscere che ogni emozione è una nostra responsabilità non significa ignorare i conflitti o le difficoltà con gli altri, ma accettare che la risposta emotiva a questi eventi è sempre nostra.
Chi ha davvero il potere sulla tua felicità?
NESSUNO, in realtà, può renderci infelici se non glielo permettiamo. Se lasciamo che qualcuno o qualcosa influisca sul nostro stato d’animo, stiamo concedendo a quella persona o situazione un potere su di noi che non dovrebbe avere. Accusare qualcuno della nostra infelicità è un modo per delegare a qualcun altro la responsabilità della nostra serenità.
Quando accusiamo qualcuno di renderci infelici, stiamo evitando di prenderci la responsabilità della nostra risposta emotiva. Certo, alcune persone o situazioni possono risultare difficili da gestire, ma il modo in cui reagiamo è sempre una nostra scelta. Siamo noi che decidiamo se permettere a qualcun altro di influenzare il nostro stato interiore.
Cosa ti impedisce davvero di essere felice?
La pace interiore, così come la felicità, è una scelta che facciamo ogni giorno. Non è uno stato esterno che qualcuno può darci o toglierci; è un equilibrio che troviamo in noi stessi. Essere felici significa accettare che, anche nei momenti di difficoltà o nelle situazioni di conflitto, possiamo scegliere di mantenere una prospettiva interiore serena.
Un esercizio pratico: ogni volta che senti un’emozione negativa verso qualcuno o qualcosa, fermati. Osserva quell’emozione senza giudicarla. Chiediti: “Questa rabbia è davvero dovuta a ciò che è accaduto, o ci sono aspetti di me che questa situazione ha messo in luce?” Guardiamo alle emozioni negative come opportunità per comprendere parti di noi che richiedono attenzione e cura.
La vera serenità non è l’assenza di difficoltà, ma la capacità di rimanere stabili e in equilibrio, indipendentemente da ciò che accade intorno a noi.
Ricorda che nessuno ha il potere di toglierti la tua serenità, a meno che tu non glielo permetta. Trova la tua pace interiore, sii responsabile delle tue emozioni, e scoprirai che la felicità è una tua scelta.
Sei pronto a intraprendere un viaggio verso la tua pace interiore e una vita più serena?
La felicità e la quiete che cerchi sono come un lago nascosto nel profondo, calmo e immutabile. Ogni passo verso la conoscenza di te stesso è come schiarire le acque, permettendo alla tua vera luce di risplendere. Scopri come, rallentando e ascoltando, puoi trasformare il tuo rapporto con te stesso e con il mondo.
la chiave è già nelle tue mani.
Tito Bisson
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Vorrei dirti che...
Sei stata la persona che più ha caratterizzato la mia vita, che mi ha permesso di crescere sotto vari aspetti. La persona che mi ha fatto provare ogni singola emozione: amore, rabbia, gelosia, tristezza, gioia e compassione. La persona che ha lasciato un segno indelebile di cui non potrei fare a meno. Quella presenza dalle mani morbide e dal corpo caldo che era una seconda casa, che amavo coccolare e accarezzare senza sosta. Quelle curve su cui i miei occhi si divertivano a scrutare ogni singolo millimetro. La persona che mi è stata vicina durante le svolte della mia vita. Quella che non riesco a non pensare, perchè vivida nei miei ricordi. . . . Semmai dovessi leggere queste righe, C, sappi che sono fiero della donna che stai diventando, dei successi che stai avendo e del futuro che ti stai costruendo. Sono felice che tu abbia potuto trovare un'altra persona con cui condividere il resto della tua vita e spero che faccia tesoro dei tuoi sorrisi e delle tue lacrime. Spero, dal profondo del mio cuore, che possa continuare a realizzarti costantemente e senza sosta perchè il tuo sorriso ha sempre fatto la differenza. Sono fiero di te, ti voglio bene!
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Non è la gloria, non sono i soldi né tantomeno la tanta agognata accetazione altrui, è una fiamma di consapevolezza che ogni tanto mi si accende alle spalle e brucia, brucia di una vita che semplicemente esiste. Forse lo faccio per questo, improvvisi sprazzi di vita, per un secondo sono il presente e l’eterne stagioni.
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La Donna e la Luna: la Sindrome Alchemica
Nel suo libro “Luna Rossa”, Miranda Gray propone ad ogni donna di annotare il proprio andamento personale. Gli schemi di base da lei proposti sono nella variante luna bianca - luna rossa, ma ciascuna potrà crearsi il suo. E’ una sorta di ‘diario di viaggio’ in cui annotare come ci sentiamo, il tipo di flusso, la posizione della luna, la durata del ciclo, lo stato fisico, le relazioni, i sintomi premestruali. Tutto ciò per trovare nel tempo le proprie caratteristiche personali.
Questi ritmi vanno accettati e devono essere sostenuti dal compagno. Non possiamo pretendere di vivere sempre al top e nell’energia competitiva che la frenesia occidentale ci impone.
Fase della strega: primo giorno del mestruo.
Energie interiori e intuitive, senza più ricerca di espressione. La donna si sente parte della natura, è introspettiva, isolata. Cerca risposte, istinti primordiali, spiritualità. INTUITIVA
Fase della Vergine: fine mestruo. Energie dinamiche e radianti. Libera dal ciclo procreativo, la donna appartiene solo a se stessa. Si sente determinata ed ambiziosa, fresca e aperta a nuove conoscenze e progetti. DINAMICA
Fase della Madre: ovulazione. Energie esocentriche: perde il senso egocentrico di sé per prepararsi alla maternità. E' attenta ai bisogni dell'altro, irradia armonia. Si assume responsabilità ed è in grado di prendersi cura di persone, progetti, e idee nuove o già esistenti. Le persone si rivolgeranno a lei per chiedere sostegno. Sintomi specifici della fase: leucorrea, tensione al seno, addome gonfio, ritenzione idrica.
ACCOGLIENTE
Fase dell’Incantatrice: assenza di fecondazione. L’uovo rilasciato non è fecondato e la donna torna a se stessa iniziando a sperimentare il suo lato interiore. Prende coscienza dei misteri della natura e la sua sessualità diventa potente. Energie molto creative. Intuizioni e sogni profetici. CREATIVA
Ogni fase porta con sé un’opportunità:
Sviluppo dell’intuizione
Acquisizione della sicurezza
Capacità di accogliere
Espressione creativa
La capacità di accogliere predispone a un atteggiamento aperto e creativo.
La creatività stimola l’intuizione.
La fiducia nelle intuizioni amplifica la sicurezza.
La sicurezza implica la capacità accogliere.
ASPETTI CULTURALI
Il ciclo è un rito naturale che coltiva: autorevolezza, consapevolezza, intimità, creatività, il lasciarsi sostenere, il tempo che legittima la vita contro l’efficienza moderna. È come un sonno in cui si elabora sensazioni e esperienze. Non è la causa del malessere ma la chiave per capirlo. La terra ha bisogno di riposare per dare il suo meglio.
Gli incidenti pre-mestruali ci ricordano che l’energia rigeneratrice non vuole essere sprecata. La nostra funzione sciamanica-purificatrice è un impegno verso il mondo. La menopausa è la possibilità di integrare tutti i punti di forza sperimentati e diventare delle guide per le altre donne.
La S. Premestruale si può chiamare più correttamente S. Alchemica. L’energia è centripeta, collegata alla terra. Ascoltando profondamente il ciclo mestruale è possibile trasformare i disagi in un percorso di Crescita Femminile, in maniera nuova, serena, forte e positiva. Il dolore ti riporta al presente, l’utero sa cosa deve fare (ginecosofia)
. La donna contemporanea però spesso non essendo educata né sostenuta da una cultura o società che l'aiuti a conoscere la sua vera natura, non tiene presente che madre natura l'ha fornita di diverse modalità di percepire la realtà, di sentirla e di pensarla e finisce per ipotecare la sua femminilità.
Per questo comunemente, disorientata e perplessa, non le resta che adattarsi alla categoria di "s. premestruale", attuale classificazione che manifesta la superficialità sulla profonda natura femminile.
IL CICLO NELLA STORIA, L’ARCHETIPO DELL’ACCOGLIENZA
Antichità: incomprensibile, sovrannaturale, sacro.
Tedesco, francese, spagnolo: mestruazione = misurare, regale. Legge, misurazione, cerimonia.
Inglese: “blessing” = antico “bloedsen” (benedizione e sanguinamento).
Polinesiano tabù (sacro, divieto) deriva da tapa (mestruo).
Latino mensis (month, moon).
Ebraico: niddah è la donna impura. Levitico 15:19-30: “Quando una donna avrà i suoi corsi e il sangue le fluirà dalla carne, la sua impurità durerà sette giorni; e chiunque la toccherà sarà impuro fino alla sera”.
Celti: vino rosso claret bevuto dai re visto come sangue e illuminazione. Donne celtiche consapevoli.
Tradizione taoista cinese: immortalità dal bere sangue mestruale. Porta sacra.
Nepal: pratica della Chapaudi, donne impure, recluse in capanne.
Nativi Americani: TENDA ROSSA fuori dal villaggio per le Donne Sanguinanti, donna è risorsa preziosa, sangue nutre la terra e assicura raccolto abbondante, nel periodo della sua luna è piena di potere, unita a terra e cielo, messaggera divina. Momento riposo, ritrova se stessa e le sorelle.
CENNI DIETETICI E COMPORTAMENTALI
VIT. D e BAGNO DI LUCE favorisce l’assorbimento del Calcio che è utile per SPM e stipsi.
ASSORBIMENTO se si assume la pillola, antidolorifici o farmaci per endometriosi si può distruggere la flora intestinale (candida!), fare dei Probiotici i nostri alleati.
LATTICINI meglio evitare in quel periodo, producono PG2 infiammatorie e interferiscono con assorbimento Il Magnesio è utile per i crampi.
CAFFEINA evitare tè, caffè, cioccolato che impoveriscono Vit. B. Rende irritabili e zuccheri raffinati danno tensione mammaria, se proprio si deve meglio cacao biologico.
CIBO FREDDO meglio caldo, secondo la medicina cinese dobbiamo assecondare il calore prodotto dal nostro corpo.
PC stare lontano da computer e interferenze energetiche.
ABITI Interagire con le energie specifiche attraverso il colore: colori forti o solo bianco per la Vergine, verde e rosso per la Madre, scuri per l’Incantatrice, comodi per la Strega.
MOVIMENTO incanalare energie con l’attività fisica e bere molto.
CICLI DIVERSI
Se l’ovulazione coincide con luna piena, ciclo della luna bianca, fertilità, buona madre.
Se il mestruo coincide con luna piena, ciclo della luna rossa. L’ovulazione avviene nell’oscurità della luna nuova e le energie interiori vengono rilasciate.
Considerato dagli uomini più potente, il patriarcato gli attribuì il nome di ciclo della “donna malvagia”, fa sesso senza procreare.
I cicli sono espressione delle energie femminili che si alternano e cambiano a seconda delle emozioni della vita.
SIGNIFICATI RECONDITI DEL DOLORE MESTRUALE
Circa il concetto di femminilità possiamo avere dei sensi di colpa (il dolore generalmente si lega bene con questo stato d’animo perché vogliamo autopunirci) o aver avuto una madre che non ci ha guidate alla scoperta del nostro ruolo e che magari ha vissuto una vita all’insegna della rabbia e della solitudine. A volte capita di avere avuto un familiare fanatico religioso che ci fa sentire sporche.
Altre volte capita di avere un padre che ci ha ignorate o maltrattate e continuiamo ad attirare uomini che ripetono questo modello allo scopo di superarlo (per questo non credo nella donna vittima, perché ognuno ha le sue responsabilità e chi subisce non è detto che non abbia un ruolo chiave nella dinamica della violenza). Essendo un potere creativo possiamo chiederci quanto di noi stiamo esprimendo in autonomia, quanto stiamo prendendo il nostro posto e quanto pretendiamo da noi stesse.
Ciò che conta è capire il significato di questa non accetazione della femminilità perché nasconde sempre una chiave evolutiva.
“Al menarca la donna ENTRA nel proprio potere,
Con il mestruo PRATICA il proprio potere,
In menopausa DIVENTA il proprio potere.”
Detto dei Nativi Americani
...altra lettura consigliata: “Mestruazioni” di Alexandra Pope
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Quote
Qualche anno fa, nel mio reportage sul processo Eichmann a Gerusalemme, parlai della "banalità del male" intendendo con questo non una teoria o una dottrina, bensì qualcosa di assolutamente fattuale, cioè il fenomeno di quegli atti criminosi, commessi su scala gigantesca, che non potevano essere imputati a malvagità, a insanità o a qualche convinzione ideologica di chi li aveva compiuti [...]. Eppure per quanto mostruosi potessero essere questi atti, il loro autore non era né un mostro né un demonio e l'unica caratteristica che si poteva cogliere [...] era qualcosa di totalmente negativo: indubbiamente non si trattava di ottusità, ma di una strana, autentica, incapacità di pensare. Nel suo ruolo di criminale di guerra [Eichmann] si comportava proprio come aveva fatto sotto il regime nazista, senza mai avere la minima difficoltà ad accettare un insieme di norme del tutto diverso dal precedente. Sapeva che ciò che una volta aveva considerato come suo dovere veniva oggi definito come crimine e accettava questo nuovo codice di giudizio come se si fosse trattato solo di una diversa regola linguistica. Aveva aggiunto solo poche frasi nuove al suo già limitato bagaglio di frasi fatte e si dimostrava sprovveduto solo quando era posto di fronte ad una situazione a cui nessuna di queste potesse essere adattata [...]. Clichès, frasi fatte, convenzioni, codici standardizzati di espressione e di condotta hanno la funzione sociale di proteggerci dalla realtà, cioè dalla pretesa del nostro pensiero che eventi e fatti si impongano in virtù della loro mera esistenza. La continua accetazione di questa pretesa ci renderebbe ben presto esausti, ma la particolarità di Eichmann stava nel fatto che egli non avesse la benché minima consapevolezza di tale esigenza e fu proprio per questa totale assenza di pensiero che suscitò il mio interesse. È possibile fare il male [...] non solo in assenza di "motivi ignobili", ma anche senza che ci sia una motivazione in senso assoluto [...]? La malvagità [...] non è una condizione necessaria per il male? [...] Il pensiero in quanto tale, l'abitudine di analizzare ciò che accade e riflettervi [...] può frenare gli uomini dal commettere il male? [...] Se si difendono le persone dai rischi dell'analisi, le si abitua ad accettare immediatamene qualunque regola di condotta vigente in un dato tempo e in una data società. Ciò a cui la gente è abituata, allora, non è tanto il contenuto delle leggi [...], quanto il possesso di regole sotto cui sussumere particolari. In altre parole, le persone sono abituate a non prender mai decisioni. Chiunque volesse abolire vecchi valori o virtù, non incontrerebbe difficoltà, basterebbe offrire un nuovo codice e non ci sarebbe bisogno né di forza né di persuasione [...]. Quanto più fermamente gli uomini rispettano il vecchio codice, tanto più appassionatamente si abitueranno al nuovo; la facilità con cui, in date circostanze, avvengono tali rovesciamenti suggerisce che mentre avvengono, in realtà, tutti dormono. Il nostro secolo ce ne ha fornito alcune prove. Quanto è stato facile per i governanti totalitari rovesciare i comandamenti fondamentali della morale occidentale! [...] La componente liberatoria del pensiero, la maieutica socratica, che porta alla luce le implicazioni delle opinioni non esaminate e le distrugge [...] è politica per implicazione. Perché questa distruzione ha un effetto liberatorio su un'altra facoltà umana, la facoltà di giudizio [...]. È la facoltà di giudicare i particolari senza assumerli sotto quelle regole generali [...]. La manifestazione del vento del pensiero non è la conoscenza, ma è la capacità di distinguere il giusto dall'ingiusto, il bello dal brutto. E in realtà questo può impedire le catastrofi, almeno per me, nei rari momenti in cui è posta in gioco.
H. Arendt, Pensiero e considerazioni morali, in La disobbedienza civile e altri saggi, Giuffrè, Milano, 1985.
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Il paradosso
Dallas Buyers Club è uno straordinario film del 2013, un caleidoscopico viaggio continuo verso l’accettazione di se stessi. A rendere grande il film non ci sono solo le mirabili doti interpretative di Jared Leto, Mattew McCounaghey e tanti altri grandi attori, ma la perfetta rappresentazione dei concetti di rassegnazione e accettazione. Molti dei temi introdotti sono di stretta attualità, in relazione ad un argomento che è stato più volte rappresentato, sempre in modi diversi, sul piccolo e grande schermo: l’omosessualità. Come nel film sopracitato, mi piace pensare all’attrazione verso persone del nostro genere, non come una realtà statica, intera e definita, ma come un sesseguirsi di categorie che si fondono e si mescola, un po’ dramma, un po’ commedia, un po’ entrambe le cose. Cardine della discussione è un costante,progressivo,determinato allontanamento verso la propria natura, un imperante bisogno di negazione del sè che ben si può vedere a qualsiasi livello della società. Credo che la definizione di un orientamento sessuale sia una pratica non solo delicata, ma di per sé votata ad un continuo, e apparentemente contradditorio, mescolarsi di istinti e di pulsioni, di coscienza e di subcoscienza. La battaglia che porta ad una maggiore consapevolezza e, inutilmente ricercata, padronanza verso la natura del nostro essere, è un continuo alternarsi di brama di conoscenza e accettazione di tutto ciò che non possiamo conoscere. Nella comprovata difficoltà nel determinare una sfera intima che non poggia le basi su dinamiche oggettive, chiare e stabili ma confuse, labili e in divenire, possiamo quanto meno provare a riflettere su tutto ciò che ci ha preceduto. Per fare un discorso molto generico e molto globale, possiamo dire che la concezione dell’omosessualità a livello mondiale incontra ancora molti muri su diversi livelli: sociale,personale,globale,legislativo,psicologico e molti altri. Credo che il primissimo passo verso una nuova alba possa essere dato da una rivisitazione dei diritti umani, e in tal senso, il più semplice e il più complicato di tutti: il diritto di essere. Per prima cosa bisognerebbe muoversi verso una direzione di unicità e di universalità del diritto di essere; in molti casi il comportamento, gli impulsi,gli istinti sono considerati femmili o maschili, una scissione inutile che non tiene conto della mescolanza di impulsi che ci governa, ma che sembra voler dividere le donne e gli uomini a seconda di un indeterminato numero di fatto, come se si fosse uomo unicamente seguendo 1,2,3....100 fattori e come se si fosse donne seguendo x,y,z precetti. In realtà la pluralità di pulsione che ci abita, è un assodato discorso cher riguarda qualsiasi essere umano,e anzichè correre sempre e solo verso una scoperta, a volte sarebbe più utile abbandonarci a tutto quello che non possiamo conoscere. Non per una questione di rassegnazione, ma al contrario per una maggiore accetazione del proprio io. Perchè se è vero che tutto ciò che non conosciamo possa far paura, è vero anche che tutto ciò che conosciamo, è più facilmente allontanabile. Ecco quindi che l’inconoscibile si trasforma magicamente da qualcosa che spaventa, a qualcosa che può essere estremamente prezioso proprio per la sua natura oscura e indecifrabile. Al contrario, e l’omosessualità soprattutto nel genere maschile ne è una dimostrazione, tutto quello che conosciamo lo possiamo reprimere e allontanare, motivo per cui credo che ci siano persona in grado di convivere con il rifiuto della loro natura per tutta la durata della vita, non perchè incapaci di prendere coscienza della propria omosessualità, ma al contrario perchè una volta identificata quest’ultima, preferiscano allontanarla come il peggiore dei mali. Questo perchè gli ambiti in cui possiamo trovare ostacoli verso l’omosessualità sono moltissimi, e se teoricamente è possibile fare molti discorsi gonfi di ideali, razionalità e talvolta retorica, altrettanto difficile è passare dall’astratto al concreto, mettendo in atto comportamenti volti ad una maggiore tolleranza di un orientamento sessuale che è naturale in maniera mai maggiore e mai minore degli altri, eppure ancora così spesso condannato. Proprio qui torniamo all’universalità dei diritti umani, tra uomini e donne c’è una palese diversità nel confronto dell’omosessualità, in entrambi i casi le difficoltà sono ancora parecchie, ma penso che la condanna del genere femminile verso il proprio genere sia enormemente inferiore a quella del genere maschile verso il proprio stesso genere. Per un uomo essere gay è la più grave colpa che si possa avere, qualcosa che porta ad ostracizzare le proprie pulsioni a qualsiasi costo pur di poter essere accettati in famiglia,al lavoro,a scuola,nella società. Per questo sarebbe utile prendere coscienza del fatto che se schierarsi è importante per tutto quello che ci riguarda,schierarsi è ancora più importante quando qualcosa non ci riguarda,perchè questo implica una vera volontà di miglioramento della condizione umana personale. Apprezzando enormemente lo sforzo di chi si batte per i propri diritti, credo che un aiuto ancora più grande lo possa dare chi lotta per i diritti degli altri, senza matrice e senza bandiera. In tal caso non si parla nemmeno più di diritti,ma quasi di doveri. Tutto quello che non ci riguarda, ci riguarda in qualche altro ambito e quindi, possiamo già considerare che in realtà, semplicemente, ci riguardi.
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A B C ......
"A B C" pronunciando queste tre lettere solitamente si intende l'inizio di qualcosa, come per imparare un qualsiasi lavoro si deve iniziare dall' A B C!!
Anche le prime lettere dell'alfabeto italiano sono proprio queste tre, perciò un bambino o chi deve imparare a leggere o scrivere deve iniziare così!!
Io come sempre ho un altro punto di vista in merito.
Ti spiego.
A B C potrebbe essere anche l'acronimo di :
Accetta Buttati Combatti, dato che è quello che realmente ho dovuto fare io.
Oramai sono sempre le stesse cose quelle che scrivo ma vorrei provare a darti uno spunto su cui iniziare a lavorare.
Come me, forse anche tu sei stato dichiarato diversamente abile e se ti ci sei ritrovato da un giorno all'altro, la cosa più difficile da fare è stata quella di ACCETTARE!!
....poi che fare?
Rimanere tutto il giorno in casa davanti alla tv?
Nooooooooooooooooo!
La cosa migliore da fare per me è stata quella di BUTTARMI nel mondo stando sempre pronta a "COMBATTERE" per superare nel migliore dei modi le barriere architettoniche e le "barriere umane" che mi si paravano davanti.
Posso però confermarti che a forza di "spallate", "capocciate"...e molti lividi (soprattutto quelli interiori), si può ottenere quella dignità che ci spetta e che dovrebbe essere invece....naturale!
Basta che ognuno pensasse e riflettesse sull'uguaglianza, parafrasando il famoso detto (dove la sfiga potrebbe considerarsi come il cesso) che dice:
Son tutti prìncipi, son tutti re ma quando son sul cesso son tutti come me!!
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Le nostre donne
Storie non scelte ma necessarie - Testimonianze verbali
L'immigrazione è un fenomeno che si è sentito molto in Italia verso gli anni '90 con il successivo boom negli anni 2000. Quando si parla di immigrazione molto spesso ci si riferisce alle popolazioni provenienti dall'Africa e dall'Est Europa. Tuttavia, secondo l'Istat la presenza degli stranieri è diminuita nel 2013: le immigrazioni dall'estero sono state 307 mila, 43 mila in meno rispetto al 2012 (-12,3%) ma nel 2014 sono aumentati gli arrivi dei migranti sulle coste italiane. Quando si parla di migrazione sono tanti i fattori che subentrano, il più spinoso e decisivo nel lasciare la propria vita, dimora, affetti è sicuramente il fattore politico ed economico. Sono però specialmente le donne ad intraprendere un nuovo inizio in un Paese culturalmente opposto a quello d'origine. In queste poche righe mi soffermerò sulle loro scelte indotte, sentimenti vivi e nostalgie nascoste.
Molte sono le ragioni che spingono le persone a cambiare vita. Sono i motivi più dolorosi e disperati quelli che spingono le donne, le madri ad abbandonare la famiglia, una posizione sociale rispettabile, una vita che comprende affetti, lavoro e teatro la domenica sera. Tra questi motivi vi è la situazione economica dettata da una politica interna instabile – da un giorno all'altro, le banche non possiedono più denaro; da un giorno all'altro devi chiudere la tua attività per non avere debiti; da un giorno all'altro lo stipendio non basta più per la spesa e da insegnante e ragioniere diventi badante e cameriere. Ogni lavoro ha una sua dignità, ma ciò che si discute è il sacrificio e il tempo speso a realizzare un sogno nel proprio Paese che da un giorno all'altro viene infranto dai “piani alti”. Sono le donne quelle che emigrano di più, o perché il marito è deceduto (ed è l'80% dei casi) oppure perché per una questione di dignità maschile (e qui si tratta la cultura e mentalità di alcuni Paesi dell'Est) si preferisce restare per 50 euro al mese lasciando alla donna la decisione di partire e mettersi in gioco.
“Le storie personali ci segnano – quelle altrui insegnano che non si è soli”. Questo è quello che mi sono sentita dire un giorno di qualche anno fa incrociando per strada una donna lavoratrice in regola proveniente dall'Est Europa. E' una badante come molte altre che ho incontrato, e quando iniziai a parlarle il russo si commosse e si aprì quasi in lacrime dicendomi ancora una volta le stesse cose che mi dicono tutte le donne che incontro: Non vi è scelta nel vivere una storia non propria, ma necessità. Vi è il bisogno di una madre di mantenere i figli, di provvedere alla loro istruzione, la casa e molto spesso ai genitori anziani la cui pensione non è sufficiente per tutte le spese. Non vi è scelta di lasciare il lavoro che si svolge con passione, la lingua dei propri sentimenti ma voglia di stabilità, bisogno di vivere e non sopravvivere. Sono necessità dettate dalla storia, quella politica che si riversa sulla popolazione di ceto basso e medio. Ed è proprio la spinta e la brama di potere e denaro che crea corruzione, cambiando di conseguenza le leggi, la stabilità, l'organizzazione sociale del Paese dal quale si emigra. Da parte delle donne immigrate vi sono momenti di amore e odio per la propria patria, subentra poi la speranza di un ritorno permanente alle origini, l'auto-convinzione che una futura stabilità li porterà alle loro occupazioni restituendo la dignità e rispetto di cui godevano.
In questi mesi passeggiando tra le vie della mia città mi sono passate accanto molte donne che – parlando tra di loro o al telefono – avevano sulla lingua la parola “Nostalgia”. E' una parola comune in molte lingue come l'inglese, tedesco, russo e ucraino. La malinconia e la mancanza sono due coinquiline scomode da sopportare, ma per necessità e speranza di un futuro più positivo si sostiene il peso di molte condizioni. “Ci hanno costretto ( il Paese d'origine, n.d.r )ad abbandonare tutto – famiglia, lavoro, posizione sociale – per essere sottopagate e spesso sfruttate”. Il divario tra lavoratori locali e stranieri è spesso visibile: ogni tanto sottostare è l'unica soluzione, altre volte vi è la possibilità di scegliere. Negli occhi delle donne vi è un misto di rabbia, speranza, rassegnazione. Molte di loro hanno perso la voglia di lottare e si sono trasferite mentalmente e culturalmente nel Paese di adozione: “a cosa serve lottare se quando arrivo lì da un giorno all'altro mi bloccano il conto perché è scoppiata la rivoluzione!”. Si ha voglia di stabilità e serenità, non si ha voglia di combattere contro dèi invisibili del potere che controllano le vite come se queste fossero delle marionette. Ci sono donne che hanno riscattato la posizione sociale: le condizioni economiche hanno permesso loro di possedere un certificato per un lavoro diverso da badanti e cameriere. Ci sono anche donne che hanno trovato una “seconda famiglia” nel Paese ospitante.
Immagina: crescere con una determinata mentalità e abitudini, creare una famiglia e formare la propria carriera partendo da un sogno e da un giorno all'altro, letteralmente, vedere tutto ciò crollare e ripartire da... zero. E' una rinascita forzata. Si ri-nasce sforzando di capire le abitudini del Paese scelto, si tenta di capire “spremuta di arance”, ci si rialza. Si conosce una nuova mentalità, si apprezza un valore, non si comprende un altro. Cambiano i sentimenti perché cambia la lingua, si diventa bambini poiché la mancata comprensione linguistica ci rende più vulnerabili e ingenui davanti a tanti sconosciuti, quasi circondati dal mistero. E' una scommessa con il proprio destino: affascinante, pericoloso, angosciante.
“Le nostre donne” - è così che si riconosce con positività la propria connazionale, e quasi con sollievo di non esser soli, di aver ritrovato una parte di sé. Stessi lineamenti, stessi ornamenti, stesso sorriso velato, stessa voglia di andare avanti. Ciò che non manca mai all'interno di questa nostalgia perenne è la riconoscenza. Si, la riconoscenza verso il Paese e le persone che in un modo o nell'altro le hanno accolte, accettate, capite, magari a modo loro, magari con sensazioni diverse ma le hanno fatte sentire un po' a casa. Ci si sente a casa dopo un po' di anni, ma si avverte sempre la sensazione di essere fuori posto e di dire una cosa facendola passare involontariamente per un'altra ( vedi: fraintendimento culturale – cultural misunderstanding), di aver assimilato la cultura nuova ma di avere dentro un vuoto incolmabile, la nostalgia delle proprie origini, in qualsiasi piccola forma possano esse trasparire.
L'immigrazione – emigrazione dal proprio verso l'altro – è un atto di umiltà e necessità. Non è facile abbandonarsi – alle emozioni, al cambiamento, all'opportunità - non è facile scegliere le necessità ma se vi è una minima luce di possibilità nel tunnel dell'instabilità, essa deve essere colta nonostante i pericoli ed i rischi per un bene maggiore.
Lituania: prodotti freschi venduti accanto al mercato. ( cultura orientale, n.d.r)
#immigrazione#accetazione#discriminazione#cultura#necessità#scelte#italia#esteuropa#thoughts#articolo#padova#ig_padua
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Paura di essere felice
Paura di essere felice
Paura di essere felice Dobbiamo accettare sia il bello, sia il brutto. Se non sei sul podio, è perché sei ancora un frutto acerbo! La via del successo è disseminata di spine!
Ciao Pasquale, dopo diverse delusioni in amore due anni fa ho conosciuto una ragazza speciale di cui mi sono innamorato. Per mia fortuna questo amore è stato ricambiato ed abbiamo deciso di andare a vivere insieme ed un…
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RICONCILIARSI CON L'EX: QUANDO È OPPORTUNO RIPROVARCI DOPO UNA ROTTURA❓
Le storie d'amore spesso hanno alti e bassi, e non è raro che due persone si lascino per vari motivi. Tuttavia, molti si chiedono se abbia senso riprovarci con l'ex dopo una separazione. In questo articolo, esamineremo le dinamiche delle relazioni e i segnali che indicano quando potrebbe essere giusto considerare una seconda possibilità.
La magia dell'inizio e la realtà della fine
All'inizio di una relazione, tutto sembra magico. Due persone decidono di condividere la loro vita, ma col passare del tempo, la magia iniziale può svanire. Ciò può essere dovuto a differenze caratteriali, frequenti litigi o semplicemente all'estinguersi dell'amore. Spesso, però, dopo una separazione, le persone si rincontrano e si chiedono se sia giusto dare un'altra possibilità alla loro storia.
Tornare con l'ex: una sfida possibile
La decisione di riavvicinarsi a un ex partner può essere complessa, specialmente se ci sono stati problemi significativi come il tradimento o nuove relazioni intraprese dall'ex. Tuttavia, molte coppie sono riuscite a superare queste sfide e a ritrovare una relazione più forte di prima.
A volte, le minestre riscaldate possono essere deliziose. Proprio come alcuni piatti che migliorano il giorno successivo, una relazione con un ex può rinascere con nuova vitalità se entrambe le persone lo desiderano sinceramente. Anche se può essere difficile perdonare il tradimento o elaborare il dolore di una separazione, in alcuni casi, riprovarci è valsa la pena.
Valutare le ragioni di un ritorno
Riconciliarsi con un ex richiede una profonda introspezione. È importante considerare attentamente le ragioni che spingono a voler tornare insieme. La rottura deve aver portato entrambi i partner a diventare consapevoli dei problemi nella loro relazione. Riprovarci ha senso solo quando entrambi accettano l'altro così com'è.
Quando evitare di riprovarci
D'altra parte, tornare con un ex solo per paura di rimanere soli o per gratitudine è inutile. Fingere di essere qualcun altro o nascondere la propria vera natura porterà solo a ulteriori problemi. Prima di intraprendere questa sfida, è fondamentale chiedersi se si desidera davvero tornare con l'ex e se ci sono motivi validi per farlo.
Domande da porsi:
Perché desidero tornare con il mio ex❓
Cosa si cela dietro a questo bisogno❓
Si tratta di amore genuino o di altre emozioni❓
Valutate sempre le cause della rottura e riflettete sulle dinamiche che l'hanno portata. Solo così potrete evitare di ripetere gli stessi errori e rendere il vostro secondo tentativo di relazione un successo.
In conclusione
Riconciliarsi con un ex può essere una decisione significativa. È essenziale attivare un dialogo aperto e onesto sulla vostra relazione, dimostrare impegno e avere consapevolezza di ciò che provate. Se dopo mesi o anni siete ancora convinti che l'ex sia la persona giusta per voi, potrebbe valere la pena dare una seconda possibilità alla vostra storia d'amore.
Se stai riflettendo sulla possibilità di riconciliarti con il tuo ex, ricorda che le relazioni meritano una seconda possibilità quando c'è amore e impegno sincero. Vuoi esplorare ulteriormente questa opzione? Clicca qui per ottenere consigli e orientamenti sulla riconciliazione con l'ex.
Tito Bisson
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non sono mai stato accettato ...
..non sono mai stato accettato per quello che sono veramente , perchè sono molto di più di ciò che dovrei essere , perché così siamo noi , quel gruppo di persone con idee abbastanza chiare del futuro , quelle persone che come te dimostravi non si implicavano nemmeno con persone che non sapevano cosa volevano della vita , probabilmente siamo quelli con idee chiare su come affermarci nella vita , avevamo un piano , te lo avevi messo in prattica come sempre dapprima di tutti , come da bambini , che eri la prima in tutto e per tutto e facevi crollare le mie teorie sulle ragazze , che te eri straordinaria la migliore della classe nel studio nello sport nel aspetto fisico , facevi crollare qualsiasi cosa .... così ti riccordo anche ora , purtroppo non riesco a sfogarmi del tutto di tutto ciò che sento ora ... non riesco ad accetarlo mi sento prigioniero qua .... lontano ... a cose fatte ... non è stato possibile vederti ancora una volta , darti un saluto e nemmeno accompagnarti sul ultimo cammino , ma non voglio darti un adio ma un ciao ... grazie a te molti sono migliori ... vorrei solo riuscire a sfogarmi in qualche modo ............
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PARASONNIA: COME LIBERARTI DALLA PARALISI DEL SONNO❗️
Cos'è la paralisi del sonno❓
La paralisi del sonno è un fenomeno che si verifica quando una persona, durante il passaggio tra il sonno e la veglia o viceversa, si trova temporaneamente incapace di muovere il corpo o parlare. In altre parole, la persona è cosciente dell'ambiente circostante ma non può muovere volontariamente i muscoli del corpo. Questo stato può essere accompagnato da sensazioni di pressione sul petto, ansia e allucinazioni visive o uditive.
La paralisi del sonno si verifica tipicamente durante le fasi di transizione del sonno, come il sonno REM (movimento rapido degli occhi), ed è associata a un temporaneo blocco della capacità di muoversi. Questo fenomeno può durare da pochi secondi a diversi minuti e può provocare ansia o paura nelle persone che ne sono affette.
È importante notare che la paralisi del sonno non è dannosa di per sé e non causa danni fisici. Tuttavia, può essere un'esperienza spaventosa per chi la vive. In molti casi, la condizione non richiede trattamento, ma è consigliabile rivolgersi a un professionista della salute se la paralisi del sonno diventa frequente o disturba significativamente il sonno e il benessere generale.
Cause e Origini della Paralisi del Sonno
Le paralisi del sonno possono avere diverse origini e cause, e la loro comprensione è spesso legata a fattori fisiologici e psicologici. Ecco alcune delle possibili origini e cause:
1. Fase di transizione del sonno: Le paralisi del sonno si verificano spesso durante le fasi di transizione tra il sonno e la veglia, in particolare durante il sonno REM (movimento rapido degli occhi). Durante questa fase, il corpo può naturalmente paralizzarsi per prevenire il movimento durante i sogni.
2. Disturbi del sonno: Individui con disturbi del sonno, come l'apnea notturna o l'insonnia, possono essere più suscettibili alle paralisi del sonno.
3. Isonnia e privazione del sonno: La mancanza di sonno regolare o la privazione del sonno possono aumentare il rischio di sperimentare paralisi del sonno.
4. Disordini psicologici: Ansia, stress e altri disordini psicologici possono contribuire alle paralisi del sonno. Alcune persone possono sperimentare questi episodi in concomitanza con situazioni di stress emotivo.
5. Narcolessia: Le paralisi del sonno possono essere associate alla narcolessia, un disturbo del sonno caratterizzato dalla sonnolenza diurna e dagli attacchi improvvisi di sonno.
6. Fattori genetici: Esiste una componente genetica nelle paralisi del sonno, e la condizione può verificarsi più frequentemente in individui con una storia familiare di episodi simili.
7. Interruzioni del ritmo sonno-veglia: Cambiamenti nei pattern del sonno-veglia, come il lavoro a turni o gli orari irregolari di sonno, possono contribuire alle paralisi del sonno.
8. Consumo di sostanze: L'abuso di sostanze come alcol o droghe può influenzare il sonno e contribuire alle paralisi del sonno.
È importante sottolineare che molte persone possono sperimentare occasionalmente la paralisi del sonno senza che ciò indichi la presenza di un disturbo sottostante. Tuttavia, se le paralisi del sonno diventano frequenti o causano notevoli disturbi, è consigliabile consultare un professionista della salute per una valutazione più approfondita.
Come si manifesta la Paralisi del Sonno❓
Le paralisi del sonno si manifestano con esperienze disturbanti che coinvolgono una temporanea incapacità di muoversi o parlare durante il passaggio tra lo stato di sonno e veglia. Ecco come solitamente si manifestano le paralisi del sonno:
1. Immobilità: La persona si rende conto di essere sveglia, ma non riesce a muoversi o parlare. Questa sensazione di immobilizzazione può durare da pochi secondi a diversi minuti.
2. Sensazioni di pressione sul petto: Molte persone riferiscono di avvertire una sensazione di peso o pressione sul petto durante le paralisi del sonno. Questa sensazione può contribuire a una sensazione di ansia.
3. Sensazioni di presenze o allucinazioni: Alcune persone possono sperimentare sensazioni di presenze o percepire figure o ombre intorno a loro. Queste possono essere allucinazioni legate allo stato di transizione tra sonno e veglia.
4. Ansia e paura: Le paralisi del sonno sono spesso accompagnate da un senso di ansia o paura. La persona può sentirsi impotente e provare una forte sensazione di disagio.
5. Difficoltà a respirare: Alcune persone riportano difficoltà a respirare durante le paralisi del sonno, contribuendo al senso di angoscia.
6. Incubi ricorrenti: Le paralisi del sonno possono essere associate a incubi ricorrenti o a sogni vividi, creando un'esperienza complessa e spesso spaventosa.
7. Sforzi per muoversi: Durante l'episodio, la persona può percepire un forte desiderio di muoversi o cercare di urlare, ma trova difficoltà nell'eseguire questi movimenti.
È importante notare che, mentre queste esperienze possono essere intense e spaventose, le paralisi del sonno non sono dannose di per sé e raramente provocano conseguenze fisiche. Tuttavia, possono avere un impatto significativo sul benessere emotivo e sul sonno. Se le paralisi del sonno diventano frequenti o causano disagio significativo, è consigliabile consultare un professionista della salute per una valutazione e discutere delle opzioni di gestione.
Paralisi del Sonno: Come Superarla
Superare le paralisi del sonno può richiedere diverse strategie e approcci. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutare:
1. Gestione dello stress: Ridurre lo stress può contribuire a migliorare la qualità del sonno. Pratiche come la meditazione, lo yoga o la respirazione profonda possono essere utili per rilassarsi prima di andare a letto.
2. Stabilire una routine del sonno: Mantenere una routine regolare prima di andare a letto può segnalare al corpo l'arrivo del sonno. Ciò potrebbe includere attività tranquille come leggere un libro o fare un bagno caldo.
3. Creare un ambiente di sonno confortevole: Assicurarsi che la camera da letto sia oscura, silenziosa e fresca può migliorare la qualità del sonno. Utilizzare tende oscuranti, tappi per le orecchie o altri dispositivi se necessario.
4. Evitare stimolanti prima di dormire: Ridurre o evitare l'assunzione di caffeina, nicotina o altri stimolanti nelle ore precedenti al riposo notturno.
5. Limitare l'uso di dispositivi elettronici: Schermi luminosi di dispositivi come telefoni, tablet e computer possono interferire con la produzione di melatonina, un ormone che regola il sonno. Evitare l'uso di tali dispositivi almeno un'ora prima di coricarsi.
6. Consultare un professionista della salute: Se le paralisi del sonno persistono o causano disagio significativo, consultare un professionista della salute, come uno psicologo o uno specialista del sonno. Possono essere raccomandate terapie cognitive-comportamentali (CBT) o altre forme di intervento.
7. Mantenere un diario del sonno: Tenere traccia dei modelli di sonno e degli episodi di paralisi del sonno può essere utile per identificare eventuali fattori scatenanti o modelli ricorrenti.
8. Regolare gli orari di sonno: Mantenere un programma di sonno regolare, cercando di andare a letto e svegliarsi alla stessa ora ogni giorno, può aiutare a stabilizzare il ritmo circadiano.
9. Praticare tecniche di rilassamento: L'apprendimento di tecniche di rilassamento, come la visualizzazione guidata o il rilassamento muscolare progressivo, può contribuire a ridurre l'ansia e migliorare la gestione dello stress.
10. Farmaci e consulenza medica: In alcuni casi, il professionista della salute può raccomandare farmaci o altre forme di terapia. Tuttavia, questi dovrebbero essere presi solo sotto la supervisione di un medico.
È importante sottolineare che, sebbene queste strategie possano essere utili per molte persone, ognuno è unico, e ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un'altra. Se le paralisi del sonno persistono o peggiorano, la consulenza professionale è essenziale per una valutazione più approfondita e la pianificazione di un intervento mirato.
In conclusione, la paralisi del sonno è un fenomeno intrigante e spesso spaventoso che può influenzare la qualità del sonno e il benessere complessivo di un individuo. Esplorare le cause, i sintomi e le possibili strategie di gestione è fondamentale per affrontare questa condizione in modo efficace.
Mentre le paralisi del sonno possono essere spaventose, è incoraggiante notare che esistono molti approcci e strategie che possono contribuire a superarle. La gestione dello stress, la creazione di una routine del sonno salutare, l'adozione di pratiche di rilassamento e l'eventuale consultazione con professionisti della salute sono passi cruciali per affrontare questo fenomeno.
Ricordiamoci che l'individuo è unico, e ciò che funziona per uno potrebbe non essere altrettanto efficace per un altro. La consapevolezza e la comprensione di questa condizione possono svolgere un ruolo chiave nel promuovere un sonno riposante e una salute mentale positiva. Se le paralisi del sonno persistono o causano significativo disagio, è consigliabile ricorrere alla consulenza di professionisti esperti nel campo della salute mentale o della medicina del sonno. Un sonno sereno e rigenerante è essenziale per il nostro benessere, e affrontare la paralisi del sonno è un passo importante verso questo obiettivo.
"Se vuoi dire addio alle notti agitate e vivere un sonno ristoratore, inizia oggi il tuo percorso per superare la paralisi del sonno. Scopri come liberarti da questa esperienza spaventosa e riconquistare il tuo riposo notturno❗️"
Tito Bisson
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