#Ingiustizie italia
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campadailyblog · 8 months ago
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La strage di via D'Amelio: un tragico ricordo
Era una caldissima domenica, il 19 luglio 1992, quando un boato echeggiò in Palermo. Alle 16.58, un intenso fumo si alzò da via D’Amelio. Vincenzo Policheni, in servizio di volante, arrivò sul posto e vide una scena di guerra: polvere, fumo, fiamme e vetri in frantumi. Accanto a lui, vide un uomo che sembrava un fantasma. Era Antonino Vullo, agente della scorta del giudice Paolo Borsellino,…
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ideeperscrittori · 4 months ago
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CONTRO LA TEOCRAZIA IRANIANA
Sono pauroso. Sono pigro. Lo dico subito, perché se c'è una cosa che odio è l'autonarrazione eroica. Ma nel mio modo imperfetto, con tutte le mie fragilità, con le mie paure, con le mie debolezze, sono contro.
Sono sempre stato di sinistra e dal 31 dicembre 2019 (sì, mi sono segnato la data), sono anarchico.
Io sono contro in un modo singolare. Perché mi dicono che essere contro certe cose è sbagliato.
Vi faccio un esempio. Sono contro la teocrazia iraniana. Ecco, a quanto pare non va bene. Faccio male. Faccio il gioco di qualcuno. Lo sto leggendo dappertutto.
Non conta il fatto che io sia ferocemente critico nei contronti degli Stati Uniti, della Nato, dell'Unione Europea, dell'imperialismo occidentale, dello sterminio compiuto dall'esercito israeliano a GAZA, del colonialismo in Cisgiordania. Se critico la teocrazia iraniana, per incantesimo mi trasformo in un alleato della CIA e in un esportatore di democrazia. E ovviamente divento un islamofobo.
E allora vorrei chiarire un concetto, a costo di essere antipatico.
Io, proprio perché libertario, non intendo la rivoluzione sociale come imposizione delle mie idee. Quindi sgombriamo il campo da concetti come "esportazione della democrazia".
La tua comunità segue determinate regole religiose considerate sacre? Non ho nulla in contrario. Nulla. E quando visito un tempio mi comporto con educazione. Sono ateo e anticlericale, ma rispetto la spiritualità delle altre persone.
Ma allora in che senso sono contro la teocrazia iraniana? Voglio imporre il modello occidentale? No. Ve l'ho detto, io non impongo niente a nessuno.
Di sicuro non chiederò mai alle donne musulmane di rispettare canoni di vestiario occidentali per adeguarsi a una certa visione del mondo. Lo fanno i leghisti. Lo fanno i suprematisti occidentali. Io non lo farò mai.
Allo stesso modo, per me la gente in Italia può rispettare tutte le regole imposte dal cristianesimo. Io non scelgo al posto degli altri. Io non dico agli altri come vivere.
Ma quando una donna, nei paesi musulmani e in occidente, lotta per rivendicare il suo diritto all'autodeterminazione e cerca di liberarsi dai vincoli imposti della religione (a cominciare da quella cristiana), io sono dalla sua parte. E nel mio piccolo appoggio la sua lotta contro l'istituzione, la teocrazia o la chiesa che vuole dirle come vivere.
Torniamo alla teocrazia iraniana. So per certo che gode di grande consenso. Supponiamo pure che questo consenso sia pari alla stra-grande maggioranza della popolazione. Ma c'è una minoranza oppressa che si ribella. E la sua ribellione viene schiacciata con una repressione spaventosa.
Sostengo la lotta delle minoranze oppresse in Italia, negli USA, in Iran, in qualsiasi posto nel mondo.
E aggiungo un'ultima considerazione: il vero razzismo mi sembra quello delle persone che di fronte alle ribellioni delle donne iraniane pensano sempre che ci sia dietro l'occidente. Perché ci stanno dicendo che le donne iraniane non sono capaci di pensare con la loro testa. Ci stanno dicendo che le donne iraniane non posseggono il concetto di ribellione contro il potere, a differenza di noi occidentali. Ci stanno dicendo che la storia, nel bene e nel male, è fatta solo dall'occidente.
È così difficile essere contro tutte le ingiustizie, senza tollerarne alcune perché hanno "la bandiera giusta"? [L'Ideota]
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kon-igi · 1 year ago
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CHIAMA I RICORDI COL LORO NOME
Nel 2019, la mia compagna, le mie figlie e io decidemmo di intraprendere un percorso che alla fine ci avrebbe portato a diventare la famiglia affidataria di un minore e questo implicava un sacco di incontri, singoli e di gruppo, con cui assistenti sociali e operatori valutavano la nostra capacità di accudimento e contemporaneamente ci informavano e ci formavano su cosa significasse prendersi cura di un minore in modo continuativo ma parallelamente alla famiglia biologica, con la quale dovevamo rimanere sempre in contatto.
(anticipo che poi la cosa finì in un nulla di fatto perché poco dopo scoppiò il caso Bibbiano - 30 km in linea d'aria da Parma - e per precauzione/paura tutti gli affidi subirono un arresto. E poi arrivò il Covid)
La mia riflessione nasce alla lontana da un video che youtube mi ha suggerito questa mattina presto - è poco importante ai fini della storia ma è questo - che mi ha ricordato una caratteristica della mia infanzia...
Difficilmente riuscivo a essere felice per le cose che rendevano felici gli altri e quella vecchia canzone - che è considerato l'Inno del Carnevale di Viareggio, mio luogo di nascita e dei primi 20 anni di vita - ne è l'esempio emblematico, direi quasi sinestesico.
Tutti i viareggini la conoscono e la cantano nel periodo più divertente e frenetico della città ma io la associo a un'allegria dalla quale ero sovente escluso, odore di zucchero filato che non mangiavo e domeniche che significavano solo che l'indomani sarei tornato a scuola, preso in giro dai compagni e snobbato dalla maestra.
Vabbe'... first world problem in confronto ad altri vissuti (in fondo ero amato e accudito) però l'effetto a distanza di anni è ancora questo.
Tornando al quasi presente, una sera le assistenti sociali chiesero al nostro gruppo di futuri genitori affidatari di rievocare a turno prima un ricordo triste e poi uno felice.
E in quel momento ebbi la rivelazione che la quasi totalità dei presenti voleva dare amore a un bambino o a una bambina non propri perché sapeva in prima persona cosa significasse vivere senza quell'amore: gli episodi raccontati a turno non era tristi, erano terribili... violenza, abbandono, soprusi, povertà e ingiustizie impensabili nei confronti di bambino piccolo e, ovviamente, quando arrivò il nostro turno (la mia compagna non ne voleva sapere di aprire bocca) mi sentivo così fortunato e quasi un impostore che, in modo che voleva essere catartico e autoironico, raccontai di quando la maestra in terza o in quarta elementare chiamò un prete che davanti a tutta la classe mi schizzò di acqua santa perché - a detta della vecchia carampana - sicuramente ero indiavolato.
Ribadisco che la cosa voleva essere intesa come un modo per riderci su e detendere l'atmosfera pesante che il racconto dei vissuti terribili aveva fatto calare sul gruppo ma mentre sto mimando con una risatina il gesto del prete con l'aspersorio, mi accorgo che tutti i presenti hanno sgranato gli occhi e hanno dilatato le narici, nella più classica delle espressioni che indicano un sentimento infraintendibile...
La furia dell'indignazione.
Cioè... tu a 10 anni hai visto tua madre pestata a sangue da tuo padre e fatta tacere con un coltello alla gola ed empatizzi con me che ti sto raccontando una stronzata buona per uno sketch su Italia Uno?
Mi sono sentito uno stronzo, soprattutto quando la furia ha lasciato il posto a gesti e parole DI CONFORTO per quello che, evidentemente, sembrava loro una prevaricazione esistenziale orribile (cioè, lo era ma, per cortesia... senso delle proporzioni, signori della giuria).
Mi sono quindi rimesso a sedere, incassando il supporto con un certo qual senso di vergogna, finché poi non è arrivato il momento della condivisione dei momenti felici.
Silenzio di tomba.
Nessuno parlava.
Nessuno riusciva a ricordare qualcosa che lo avesse reso felice.
Con un nodo in gola - perché avevo capito che razza di vita avevano avuto le persone attorno a me - mi rendo conto che io ne avevo MIGLIAIA di momenti felici da condividere ma che ognuno di essi sarebbe stato una spina che avrei conficcato nel loro cuore con le mie stesse mani.
E allora mi alzo e rievoco ad alta voce il ricordo felice per me più antico, quello che ancora ora, a distanza di decenni, rimane saldo e vivido nella parte più profonda del mio cuore...
-Le palle di Natale con la lucina rossa dentro. Quando ero piccolo, durante le vacanze di Natale aspettavo che mio papà e mia mamma andassero a letto e poi mi alzavo per andare a guardare l'albero... non i regali sotto, proprio l'albero. Era finto, di plastica bianca spennachiosa, ma mia mamma avvolgeva sempre intorno alla base una striscia decorativa verde a formare una ghirlanda e mio padre stendeva tutto attorno ai rami un filo con delle palle che, una volta attaccate alla presa elettrica, si illuminavano di rosso. Io mi alzavo di nascosto e nel caldo silenzio della notte guardavo le luci intermittenti dipingere gli angoli del divano e del tavolo, con un sottile ronzio che andava e veniva. Ero al caldo, ero protetto, voluto e amato. Se allungo le mani posso ancora tastare quel ronzio rosso che riempe la silenziosa distanza tra me e l'albero e niente potrà mai rendere quella sensazione di calda pienezza meno potente od offuscarne la completezza. Quello era l'amore che mi veniva dato e che a nessuno sarebbe mai dovuto mancare.
A un certo punto sento una mano che mi si poggia sul braccio (avevo chiuso gli occhi per rievocare il ricordo) e accanto a me c'è la mia compagna che sorride, triste e piena di amore allo stesso tempo.
E attorno a me tutti stanno piangendo in silenzio, esattamente quello che col mio ricordo semplice volevo evitare e che invece doveva aver toccato lo stesso luogo profondo del loro cuore.
E in mezzo alle lacrime (che figuriamoci se a quel punto il sottoscritto frignone è riuscito a trattenere) cominciano a scavare tra i ricordi e a tirarli fuori... il cucciolo che si lasciava accarezzare attraverso il cancello della vicina, il primo sorso dalla bottiglietta di vetro di cedrata, la polvere di un campetto da calcio che si appiccicava sulla pelle sudata, l'odore della cantina, il giradischi a pile...
E nulla. Non so più cosa dire e nemmeno cosa volessi dire.
Forse che sembriamo così piccoli, malmessi e fragili ma che se qualcuno ci picchietta sulla testa e sul cuore siamo capaci di riempire il mondo di cose terribili e meravigliose.
Decidere quali ricordare e quali stendere davanti a noi è una scelta che spetta non a chi picchietta ma a chi permette che essi fluiscano da quella parte profonda di sé a riempire lo spazio tra noi e il domani.
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raffaeleitlodeo · 4 days ago
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Cara opposizione, il rischio autoritario è sotto i tuoi occhi. Aprili.
Siete preoccupati per il caso Paragon? Respirate forte.
Sta per franarvi addosso una montagna di merda e sangue, bene che lo sappiate.
Come avrete capito esiste un luogo all’interno dell’apparato governativo in cui qualcuno ha deciso di intercettare e sorvegliare giornalisti o attivisti la cui attività era considerata fastidiosa. Per farlo, questo qualcuno (un ministro, un sottosegretario, un funzionario al loro servizio?) ha violato la legge e anche il contratto di utilizzo del software ceduto dalla società Paragon. Della trasgressione della legge nessuno si era accorto, della violazione del contratto invece sì, grazie a Meta Platform, proprietaria di Whatsapp, che ha scoperto l’inserimento in alcuni cellulari del software Graphite di Paragon. Paragon si è dichiarata estranea e ha rescisso il contratto col Governo italiano. Il Governo ha respinto ogni responsabilità. Sono aperte due inchieste della magistratura.
Grave vicenda sì, in un paese democratico cadrebbero teste per questo, da noi si vedrà. Ma l'affaire Paragon è uno scandaletto, un sassolino, rispetto alla montagna che sta per franare sullo Stato di diritto e sulle libertà politiche degli italiani. Merda e sangue, aveva indicato fra gli elementi costitutivi della politica un esponente illustre del PSI di allora, Rino Formica, specificando che "la politica è per gli uomini il terreno di scontro più duro e più spietato. Si dice che su questo campo ha ragione chi vince, e sa allargare e consolidare il consenso, e che le ingiustizie fanno parte del grande capitolo dei rischi prevedibili e calcolabili". Vero, ma nessuno avrebbe immaginato che si arrivasse a istituzionalizzare, con una legge dello Stato, certamente la prima delle due sostanze, in prospettiva anche la seconda.
Nel disegno di legge sicurezza è inserito un articolo, il numero 31, che dà al governo, e più precisamente al Presidente del Consiglio, poteri mai visti in uno stato democratico.
Innanzitutto si obbligano tutte "le pubbliche amministrazioni, le società a partecipazione pubblica o a controllo pubblico e i soggetti che erogano, in regime di autorizzazione, concessione o convenzione, servizi di pubblica utilità a prestare al DIS, all'AISE e all'AISI la collaborazione e l'assistenza richieste, anche di tipo tecnico e logistico, necessarie per la tutela della sicurezza nazionale, anche in deroga alle norme sulla privacy". Capite bene? Dai rettori delle Università ai direttori della Rai, passando per l'infinita filiera dei soggetti statali, parastatali, in convenzione, in concessione, dovranno fornire alla cosiddetta Intelligence, su richiesta, tutte le informazioni sui loro dipendenti, o addirittura cooperare per organizzare trappole ai loro danni. Certo, "nell'interesse superiore dello Stato". Il caso Paragon ci aiuta a capire i confini di tale interesse.
Ma questa facoltà data ai servizi segreti di praticare senza limiti lo spionaggio sulle vite private di chiunque abbia un rapporto con le istituzioni di qualsiasi genere, è solo il primo tempo della licenziosa sarabanda che il governo ha musicato.
Il potere d'azione e le prerogative dei Servizi ottengono infatti una espansione mai vista né immaginata nella storia repubblicana, con piena licenza per attività illegali di ogni forma, compresa la direzione e l’organizzazione di associazioni terroristiche. Tutto verrà coperto da uno scudo tombale e preventivo.
Ecco che si rendono permanenti, come sempre accade in Italia, le disposizioni provvisorie, già considerate ai limiti della Costituzione, giustificate o almeno motivate da situazioni di particolare emergenza o apprensione, che furono introdotte con decreto legge nel 2015 e via via prorogate fino alla fine dello scorso anno. Così si rendono definitivamente "scriminabili", cioè non punibili, cose come la partecipazione ad associazioni sovversive, l'assistenza a chi ne fa parte, l'arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale, l'organizzazione di viaggi in territorio estero per finalità di terrorismo, l'addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale, il finanziamento di condotte con finalità di terrorismo, l'istigazione a commettere uno dei delitti contro la personalità interna o internazionale dello Stato, la partecipazione a banda armata, la partecipazione ad associazioni sovversive, l'istigazione a commettere delitti di terrorismo o crimini contro l���umanità o apologia degli stessi delitti.
Ma ciò non basta, dalla vulcanica fucina della "democrazia illiberale", sono fuoriuscite nuove idee, più allucinate e efficaci. D'ora in avanti, approvata la legge, il presidente del Consiglio potrà autorizzare gli uomini dei servizi segreti a dirigere, a addirittura ad organizzare associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o, leggete bene, di eversione dell’ordine democratico, e a fabbricare e detenere materiale esplosivo con finalità di terrorismo.
Non è preoccupante tutto ciò? Non vi pare il preludio di una svolta verso uno stato autoritario, non temete che se anche vi fossero intenzioni illibate dietro tutta questa armeria di provvedimenti, il rischio che alla fine qualcuno possa pensare di farne un uso meno morigerato sia da evitare? Devo dire la verità, alla Camera dei Deputati nessuno, ma proprio nessuno se ne è inquietato. L'opposizione si è opposta a tutta la ferraglia panpenalista che il Ddl sicurezza si trascina dietro, ma su questo articolo che ci renderà immediatamente tutti prigionieri di una rete di sospetti e controlli, gettata sulla società da una stanza di Palazzo Chigi, finora nemmeno una parola. Il Disegno di legge Sicurezza arriva in aula al Senato fra pochi giorni. Vediamo. Marco Taradash, Facebook
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stregh · 1 month ago
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Elena Di Porto, la “matta” di Piazza Guidia deportata ad Auschwitz
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Elena aveva un temperamento decisamente ribelle. Non temeva niente e nessuno e questo suo carattere impavido la portò a schierarsi in modo spontaneo e senza pensarci troppo contro le ingiustizie la prepotenza dei forti in difesa dei deboli.
Elena di Porto nacque a Roma l’11 novembre 1912. Era figlia di Angelo di Porto e Grazia Astrologo. Aveva sei fratelli, Pacifico, Giacomo, Amedeo, Alberto, Mario e Vitale. La sua famiglia era di umili origini, che negli anni visse momenti difficili a volte tragici. Elena era cresciuta nel ghetto di Roma. Era una ragazza allegra, spensierata e sicuramente un pochino strana. Le piaceva il calcio, fumava, e sicuramente non disegnava menare le mani quando era necessario. Si era sposata a 18 anni e soltanto tre anni dopo e due figli aveva già deciso di separarsi. Nel ghetto tutti sorridevano alle sue stranezze e anche dopo la sua morte di famiglia in famiglia ci si tramandava le sue stranezze. Era soprannominata Elenuccia “la matta”. Elena aveva un temperamento decisamente ribelle. Non temeva niente e nessuno e questo suo carattere impavido la portò a schierarsi in modo spontaneo e senza pensarci troppo contro le ingiustizie la prepotenza dei forti in difesa dei deboli. L’introduzione delle leggi razziali causò grandi cambiamenti nella vita di tutti gli ebrei del ghetto. Elena mal sopportava la nuova situazione, tanto che il suo comportamento non conforme alle nuove regole attirò l’attenzione della polizia e poi delle autorità fasciste. Venne forzosamente ricoverata per quattro volte nell’ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà, Per tenerla lontana dalle vie del ghetto in cui esprimeva tutto il suo dissenso nei confronti dei soprusi del regime fascista. Veniva rilasciata quando i medici che l’avevano presa in cura ritenevano che fosse diventata ormai innocua. E così Elena ritornava nelle strade del Ghetto, indossava i pantaloni, prendeva la sua bicicletta e faceva il giro di cinema teatro e luoghi di ritrovo degli ebrei Romani, per avvisare in caso di arrivo dei fascisti. Era solita fare da collegamento tra il Ghetto, Piazza Venezia e Largo di Torre Argentina. Un giorno mentre era per strada vide alcuni fascisti intenti a schiaffeggiare un uomo ebreo. Elena non poté rimanere indifferente e immediatamente intervenne. Ne nacque una colluttazione con le camicie nere che causò il suo arresto. Elena venne così mandata al confino per anni, in diversi paesi del centro e del sud Italia. Le autorità la riconoscevano come “ebrea pericolosa e antifascista”. Tornò a Roma solo dopo la caduta del regime e nell’estate del 1943, quando i tedeschi arrivarono nella capitale ed Elena si sentì nuovamente in dovere di reagire partecipando alle prime forme di resistenza. Venne catturata il 16 ottobre di quell’anno, Ma anche in quel caso la sua vicenda ebbe un risvolto particolare. Mentre stava scappando per i tetti vide la cognata e i suoi tre figli caricati su un camion dai soldati nazisti. La nipotina la riconobbe e le chiese di non lasciarli soli in mano ai tedeschi. Elena non esitò, fermò il camion e si consegnò ai tedeschi, non pensando affatto che il suo gesto Le sarebbe costato la vita e che così avrebbe lasciato soli i suoi figli di soli 11 e 14 anni. Pochi giorni dopo venne deportata insieme agli altri ebrei catturati quel giorno ad Auschwitz e da lì non fece più ritorno. Finiva così tragicamente la vita di Elena di Porto, Elenuccia la matta del ghetto di Roma che con la sua sana follia aveva fatto di tutto per contrastare il regime fascista.
BIBLIOGRAFIA
– La matta di Piazza Guidia, Gaetano Petraglia, Giuntina 2022
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elperegrinodedios · 1 year ago
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Storie ed emozioni e lezioni di vita.
Dal Grande Spirito allo Spirito Santo.
Tatanka, taverna del pellegrino, oasi di pace. 📷
Ancora ateo ma molto provato dagli eventi. Non mi ero ancora convertito, e stavo attraversando il periodo più duro della mia vita. Ma nonostante tutto avevo dei punti fermi su cui appoggiarmi e molti amici che mi sostenevano, conoscendo le cause delle mie sofferenze. Subivo ingiustizie da parte di chi invece, avrebbe dovuto aiutarmi. Le cause? Avevo acquistato un luogo che non avrei dovuto prendere io, già, faceva gola ai qualcuno dei potenti che amministravano il Comune e ad altri che in teoria avrebbero dovuto stare neutri.
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Era ridotto cosi quando l'ho acquistato io ma era al centro del paese e in più confinava con quella che si può ben vedere, un'antica chiesa del 1700 circa, ancora diroccata e sconsacrata. Divieti su divieti, ma nonostante aver dovuto rinunciare a molte delle strutture che avevo nei programmi come per esempio una piscina, alla fine questo è stato il prodotto che sono riuscito ad ultimare. Avevo due squadre in serie "A" sia maschile che femminile e i campi di calcetto erano necessari.
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Non mi fecero muovere più di cosi e non potetti più avere nessun altro permesso, nel frattempo avevano ristrutturato e riconsacrata la chiesa. E cosi, come funzionava anticamente, mi ritrovai contro Sindaco e Comune, Chiesa, clero e Belle Arti con il naturale coinvolgimento dell'arma dei carabinieri. Sindaco comunista (Peppone) prete (Don Camillo)...si voglio finire questo post con il sorriso sulle labbra pensando che è solo passato e che, seppure in tantissimi anni di soprusi, che in Italia conosciamo bene, forse proprio per tali sofferenze, io quì ci ho incontrato, conosciuto e ricevuto il Signore nel mio cuore e nella mia vita.
Nello stesso periodo dunque, iniziò la mia storia come pellegrino e mi ritrovai come d'incanto ad essere un uomo davvero felice. Avevo con me il Fratello e l'Amico come Guida, e tutte le Vie del mondo da percorrere in libertà. La vera Libertà!
-Non dovevo rinnegare niente e nessuno, io ero cresciuto come uno spirito libero e sempre dalla parte dei deboli. Amavo gli indiani fin da piccolo e odiavo le promesse non mantenute cosi come facevano i bianchi con lingua biforcuta. D'altra parte gli indiani erano un popolo spirituale, che amava e rispettava la natura gli animali e gli altri esseri umani se agivano correttamente con loro e venivano in pace e rispettavano la parola data. Traditi più volte, reagivano con forza e coraggio come le madri quando difendono i loro figli. Per non dilungarmi oltre e concludere, quel Grande Spirito era non altro che lo Spirito Santo, avevo solo cambiato il nome ma era sempre il mio Dio.
=====
Ma il giorno dopo l'11 Settembre però, dopo aver appreso la notizia dai Tg, anch'io come tutti feci cordoglio. Un abominio, uno vero scempio circa tremila morti, ma gli esecutori, avevano toccato la pupilla di Dio e attirato la sua ira, mentre Bush dichiarava che tutto quello non sarebbe di certo rimasto impunito. Ecco cosi come sempre i capi dichiarano le guerre dai loro comodi salotti, e gli altri vanno a morire. Perchè non andate in testa voi come si faceva una volta? Ma non succederà mai. Ecco perchè il giorno dopo, ripensando alla storia di quei popoli innocenti e sottomessi, cosi come gli indiani e in accordo, con ciò che si può leggere nelle scritture: "Ciò che l'uomo semina, quello pure raccoglierà", ho scritto questa breve poesia già pubblicata, per non dimenticare:
"Guardando e riguardando queste foto degli indiani, mi viene in mente adesso la guerra ai talebani.
La lotta al terrorismo che il mondo sta facendo si dice è cosa giusta, ma la gente sta morendo.
L'America che spara, e che colpisce forte, non se ne rende conto che semina la morte.
Or tutti che l'aiutano perchè colpita al cuore ma intanto nessun ricorda che il talebano muore.
Tu un bel giorno hai deciso e hai decimato gli indiani, con le pistole, i fucili e loro con le mani.
Che senso d'impotenza devono aver provato, hanno difeso casa e non ti avevano provocato.
Ci vivevano da sempre, era la loro terra, ma tu per bramosia gli hai dichiarato guerra.
Li hai sconfitti, sei diventato padrone, loro erano i daini, tu eri il leone e quando eri sicuro che loro erano finiti, hai detto a tutto il mondo: "Ecco a voi gli Stati Uniti".
Ora ti ricordi che quel che è fatto è reso, che senso d'impotenza provi adesso popolo leso.
Eri certo ed eri sicuro che non sarebbe mai successo, del boomerang che è tornato te ne accorgi solo adesso.
Ma tu ti puoi difendere, puoi persino attaccare, la vittoria è quasi certa, ma poi dovrai pensare,
a come vivere in futuro e a far la strada dritta o pagherai di nuovo perchè ogni cosa è scritta".
lan ✍️🖤
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donaruz · 1 year ago
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VIOLETA
"Grazie alla vita
che mi ha dato tanto
mi ha dato due stelle
che quando le apro
perfetti distinguo
il nero dal bianco
e nell'alto cielo
il suo sfondo stellato
e tra le moltitudini
l'uomo che amo"
Questa frase è tratta dalla canzone "Gracias a la vida", scritta da Violeta Parra, cantautrice, scrittrice, pittrice e poetessa cilena, nata a Santiago del Cile nel 1917.
Molti testi di Violeta si caratterizzano per le forti denunce contro le ingiustizie sociali; a lei si riconosce anche il merito di aver contribuito al recupero del folklore locale.
Violeta nel 1961 realizza una lunga tournée in Europa, esibendosi anche in Italia, e nel 1964 è la prima donna latinoamericana della storia ad esporre le proprie opere all'interno del Louvre, nella sezione delle arti decorative.
A soli 49 anni, purtopppo, al culmine di una brutta depressione, il 5 febbraio 1967 Violeta si suicida.
La canzone "Gracias a la vida", considerata il suo testamento spirituale, negli anni successivi sarà interpretata in altre versioni da numerosi cantanti.
Due dei suoi quattro figli, Isabel e Angel, diverranno a loro volta cantanti di buon successo.
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666apocalisses-blog · 9 months ago
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10 post!
🌋🌊⛈️🌪️👉guardate la terra come trema....sciami sismici, terremoti, tzunami, inondazioni, crolli, scosse a ripetizione, in tutto il mondo, in particolare in tutta ITALIA🇮🇹 il pianeta terra presenta il conto all'umanità peccatrice, reclama, grida all'ascesa dell'apocalisse🌍👽🇮🇹🌚 in persona, la rivelazione....colei che incenerisce le ingiustizie....colei che già comanda tutto il mondo ⚖️
🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️
Come nelle profezie, era stato profetizzato, preannunciato, scritto ovunque, all'infinito che prima della rivelazione DELL'APOCALISSE🌍👽🇮🇹🌚 in persona si verificavano segni in cielo, in terra, fatti inspiegabili, misteriosi. Si è rivelata all'umanità il memorabile, storico epocale 2020/2021/2022/2023/2024 emerge dalla Calabria 🙏 La terra presenta il conto all'umanità peccatrice, reclama, grida all'ascesa DELL'APOCALISSE🌍👽🇮🇹🌚 in persona, la Gran GIUSTIZIERA di DIO👑 suprema entità aliena, l'unico creatore dell'universo.L'apocalittica dea Lilith la luna nera SAMANTHA JENNIFER PONTIERO L'APOCALISSE🌍👽🇮🇹🌚 il nome più potente, importante di tutti i tempi, sta facendo tremare il mondo.
🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️
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questouomono · 9 months ago
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Questo uomo no, #138 - Il poràccio
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Il poràccio è un uomo che imbratta o deturpa i luoghi come Lucha y Siesta; il poràccio è uno che attacca le associazioni di CAV con parole e notizie false. Il poràccio da sempre apprezza la strategia del vile: senza il coraggio di affrontare un pericolo, di riconoscere e ribellarsi al potere che lo domina (il patriarcato), di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, insulta o danneggia altre persone con sfacciata protervia, nella fiducia o sicurezza di restare impunito. Salvo poi aggiungere la strategia vittimista piagnona, cioè la lamentela continua da posizioni nascoste o irraggiungibili o, appunto, poràcce.
Così il poràccio aggiunge letame al già poco piacevole olezzo della reputazione maschile, resa schifosa da secoli e secoli di sopraffazioni, ingiustizie, stragi e follie politiche contro chiunque, in un delirio di potere tipicamente maschile che viene usato - come sa bene chi lavora non "sulla violenza" ma "a contatto con i violenti" - da uomini di qualsiasi ceto, livello culturale, provenienza geografica, età.
Tutto questo mentre molti femminismi hanno fatto vedere come si lavora per la liberazione e la ricostruzione di una identità libera e non violenta per il proprio genere. (Nota per i poràcci che pensano subito a riportare qualche esempio di donna omicida: se non sapete capire cosa leggete prendetevela con la vostra formazione, non con me o con i femminismi.)
Da quando poi in Italia abbiamo alla più alta carica del potere esecutivo una donna che si fa chiamare al maschile, che pensa che la propria famiglia sia immune dal patriarcato perché fatta di donne e poi per ogni suo atto di ripicca politica chiama in causa l'assenza delle femministe, il poràccio si crogiola nell'ignoranza soprattutto del proprio genere, mentre continua a lordarlo con la sua condotta irresponsabile, tipo dare a lei della "donna con le palle" perché bullizza la controfigura di Totò mentre tace contro suoi colleghi dittatori e genocidi.
Il poràccio è così: stron2o, e questa parola gli piace tanto.
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mchiti · 8 months ago
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qua per dire solo che la gente che sull’altro social dà dei falliti ai giocatori della nazionale di calcio per esaltare il loro sport da fighetti con la puzza sotto il naso hala stessa energia degli elettori di calenda e italia viva. Non andró oltre, lascio a te cogliere il subtext…
😭😭😭😭😭 anon parli del tennis tipo? Se è quello, a me non piace ed è anche vero che ci sono differenti dinamiche socio-culturali, non tra i tifosi figurati, ci mancherebbe, ma sicuramente gli atleti molto spesso vengono da altri contesti rispetto al calcio. E sicuramente il calcio con tutte le brutture e le ingiustizie è, in questo, uno sport più popolare e più da rivalsa sociale. Purtroppo sui calciatori si riversa sempre questo accanimento che puzza spesso di classismo (non per quello che sono ora ovviamente, ma per quello che rappresentano) e di superiorità culturale. Sai quanti signori di “””sinistra”””” conosco che si vantano di non seguirlo e sono tipo ok il cazzo che ci frega ahhsjajsjxjxjdk. Cioè storicamente il tennis nasce come sport per ricchi, pensa tipo a come ci giocavano i ricchi nelle ville quando andava di moda negli anni ‘30/‘40
però è anche vero che il tennis (o qualunque sport tu intendessi) sta superando queste barriere ora ed è seguito da tantissima gente diversa. Però mi hai fatto ridere abbshshsj
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Precari della scuola: una lotta per la dignità e la giustizia. Gli Idonei Esclusi del Concorso PNRR denunciano l’ingiustizia di un sistema che non riconosce meriti né diritti ai docenti precari
Il grido d’aiuto dei docenti Idonei Esclusi del Concorso PNRR 2023/2024 risuona come un atto d’accusa contro un sistema che sembra aver dimenticato i suoi principi fondamentali: il riconoscimento del merito e la valorizzazione delle competenze.
Un’ingiustizia che non possiamo ignorare.Il grido d’aiuto dei docenti Idonei Esclusi del Concorso PNRR 2023/2024 risuona come un atto d’accusa contro un sistema che sembra aver dimenticato i suoi principi fondamentali: il riconoscimento del merito e la valorizzazione delle competenze. Migliaia di insegnanti che hanno superato le prove di un concorso pubblico si trovano ora in una situazione…
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toscanoirriverente · 1 year ago
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"Quella terra è dei palestinesi, lo stato d'Israele non ha alcun diritto di esistere". Non lascia spazio a compromessi la voce dei manifestanti che martedì 10 ottobre si sono riuniti in piazza Mercanti, a Milano, per sostenere la nuova intifada iniziata dai miliziani islamisti di Hamas nei confronti della popolazione ebraica. Un odio che da 75 anni si trasmette di padre in figlio e che oggi scorre nelle vene dei tanti ragazzi palestinesi di seconda generazione che vivono in Italia e che hanno deciso di scendere in piazza al grido di "Palestina libera".
"Non abbiamo imparato nulla dalla storia. Fino al 1948 quella terra era dei palestinesi. Gli israeliani lì non ci sono mai stati. Nonostante questo, ora sono proprio gli israeliani che fanno ai palestinesi quello che i nazisti fecero agli ebrei", dice un giovane manifestante, mentre i suoi compagni gridano 'Intifada, intifada'. Un'opinione quasi unanime anche tra gli altri dimostranti accorsi in strada con le bandiere bianche, nere, verdi e rosse: "Quei territori, i nostri territori, sono stati occupati ingiustamente con l'aiuto dell'Europa e degli Stati Uniti. Non c'è posto per due stati, è una soluzione che non accettiamo. Quelle terre sono nostre, lo dice la storia", spiega con rabbia una ragazza con in mano la bandiera della Palestina.
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Una rabbia, quella dei ragazzi palestinesi, che non si placa nemmeno davanti ai sequestri di civili compiuti da Hamas per ottenere scambi di prigionieri con Israele e per usare gli ostaggi come scudi umani contro i bombardamenti. "Le azioni di Hamas sono la risposta ad anni di ingiustizie che il nostro popolo ha subito da parte di Israele - dice un altro giovane -. Con quegli attacchi abbiamo voluto dire agli israeliani che anche noi abbiamo la forza per colpirli".
Palestinesi "brava gente" e per nulla antisemita.
Non noto novità.
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canesenzafissadimora · 1 year ago
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Vi auguro di essere eretici. Di essere liberi, liberi di scegliere, di pensare con la vostra testa.
Perché eretici? Perché la parola eresia in greco antico significa letteralmente scelta. Eretico è chi non si accontenta dei saperi di seconda mano, è chi si ribella al sonno delle coscienze, chi non si rassegna alle ingiustizie. È colui che dice “no”, che sa opporre un rifiuto, che si rifiuta di obbedire, ciecamente obbedire.
Tutto voi avrete sentito parlare di Socrate, di Platone, di Omero, ma avete mai sentito parlare di Archiloco di Paro? Fu uno dei primi eretici, uno dei primi dissidenti della storia. Essere un buon soldato, ecco cosa celebra il mondo omerico. L’onore. La Gloria. Archiloco invece è la voce fuori dal coro del mondo antico: abbandona lo scudo nel bel mezzo della battaglia. Tutti gli dicono: obbedisci agli ordini, combatti, combatti per l’onore di questo comandante, combatti per l’onore della tua patria.
«La patria di chi? La patria di Socrate messo a morte con le leggi della patria? La patria degli ateniesi o la patria degli spartani che parlavano la stessa lingua degli ateniesi però si squartavano tra loro come molti secoli dopo avrebbero fatto i fiorentini e i senesi, i veneziani e i genovesi? Anche Mussolini parlava di patria. In Istria dove fino a ieri la patria si chiamava Italia sicché bisognava uccidere ed essere uccisi per l'Italia ma ora si chiama Iugoslavia sicché bisogna uccidere ed essere uccisi per la Iugoslavia».
Ecco io sono d’accordo con la Fallaci. Archiloco sarebbe stato d’accordo con la Fallaci. Ne ho abbastanza di coloro che dicono “credi in questo, credi in quest’altro”. Fai questo, pensa in questo modo, non avere una tua opinione! Quelli che ti ordinano di pensare in un certo modo, o peggio ancora che ti ordinano di NON pensare in un certo modo, sono soltanto inquisitori. I paladini delle verità assolute mi fanno paura, non esito ad ammetterlo. Poi però penso ad Archiloco: in un mondo dove la società ti schiaccia e sembra volerti soffocare, se non fai ciò che tutti fanno, se non pensi come tutti pensano, lui fa sentire la sua voce.
Guendalina Middei
Professor X
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bernar-dino-galgano · 12 days ago
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Le intimidazioni ai giornalisti
Quando la penna fa più paura della spada Ah, poveri noi, scribacchini, narratori impavidi, armati solo di blockcnotes! Pensavo di combattere le ingiustizie a suon di articoli e opinioni, ma a quanto pare, qualcuno preferisce farci tacere a suon di censure e minacce. Ebbene sì, cari lettori, la libertà di raccontare in Italia è un concetto sempre più in pericolo. Secondo gli ultimi dati…
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ninocom5786 · 1 month ago
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Le grandi democrazie occidentali hanno favorito l'ascesa del fascismo e del nazismo tra gli anni 20 e 30 del XX secolo. Quando la rivoluzione bolscevica russa trionfò nel 1917, subito dopo la prima guerra mondiale, in Italia e in Germania, nacquero movimenti politici ultranazionalisti, sciovinisti, oscurantisti, anticomunisti e antipopolari tra cui il fascismo e il nazismo.
La loro ascesa al potere fu accolta dagli industriali, agrari, aristocratici, nobili, politici liberal-democratici e socialdemocratici corrotti e alti funzionari dello Stato a fine di reprimere sul nascere i movimenti operai e popolari in lotta e difendere lo sfruttamento, le disuguaglianze, le ingiustizie e le discriminazioni attraverso la repressione di tali movimenti.
A scatenare la seconda guerra mondiale non fu il Patto Molotov Ribbentrop del 1939 tra Unione Sovietica e Germania, ma due patti: il patto a quattro del 1933 e il patto di Monaco del 1938. A firmare questi patti furono due dittature, fascista e nazista, e due democrazie, Francia e Regno Unito. Lo scopo reale di questi patti era schiacciare l’Unione Sovietica vista come "minaccia".
Il movimento sionista simpatizzava fascismo e nazismo per creare lo Stato ebraico nella Palestina, che a quell'epoca fu colonia britannica dal 1917 tramite la dichiarazione di Balfour. Il sionismo cominciò a complottare e a colludere coi nazisti per trasferire in massa gli ebrei in Palestina.
Prima dell'avvento del nazismo, in Germania vi furono repressioni violente contro il movimento operaio tedesco, tra cui la rivoluzione di Berlino del 1919 dove furono uccisi Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.
Quando la Germania nazista invase la Polonia facendo scoppiare la seconda guerra mondiale, nessuna democrazia occidentale intervenne per fermarla. Solo l’Unione Sovietica preparò il suo esercito per un'ormai imminente invasione. Molti purtroppo inconsapevolmente e in malafede accusano l'Unione Sovietica di aver permesso alla Germania di fare scoppiare la guerra che in realtà non fu così.
Oggi, giorno della memoria, troppa gente crede alle solite cagate revisioniste sulla liberazione degli ebrei, rom, slavi e altre etnie sterminate dai nazifascisti.
Il vero negazionismo è quello di cancellare dalla storia chi liberò veramente l'Europa e i popoli dal nazifascismo.
Il vero revisionismo è quello chi cerca di camuffarsi dei meriti non propri quando in precedenza aveva favorito l'ascesa del fascismo e del nazismo.
Purtroppo tutto questo si sta ripetendo e si usa l'olocausto per far tacere qualche voce fuori dal coro.
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pensieridimicheleacanfora · 2 months ago
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Il lavoro dignitoso per tutti
Al giorno d’oggi trovare un lavoro dignitoso, soprattutto al sud Italia, è diventato un terno al lotto. Bisogna essere super specializzati, essere giovani, e soprattutto: essere “super raccomandati.” Per un lavoro che magari non vale quattro spiccioli, si fa a gara per ricoprire quella determinata posizione. I poveri giovani e meno giovani, intenti costantemente alla ricerca di un lavoro, se pur non dei loro sogni, ma almeno dignitoso, sono continuamente ingannati, burlati e offesi. Colloqui di lavoro con gente che non sa nemmeno come fa a ricoprire il ruolo che il quel momento ricopre. Spesse volte sono “ignoranti con la i maiuscola.” Basta accendere la televisione, per subire le tante promesse e lusinghe della classe politica, per poi trovarsi con un pugno di mosche in mano, vittime di far parte di una realtà dove regnano solo “corrotti e corruttori.” E’ sempre stato cosi, già dai tempi dei nostri genitori. Anche ai tempi di Totò funzionava così: chi ha i Santi va in paradiso. Oppure, come si direbbe a Napoli: Chi tène cchiù povere spara. Una domanda a questo punto sorge spontanea: i tanti anni di studio? L’università? I sacrifici? Tutto ciò non viene valorizzato in una società che non è mai cambiata. Una società vecchia, in cui come è sempre successo, a dividersi la torta sono sempre gli stessi. Dove anche per avere un posto di lavoro in cui basterebbe una quinta elementare serale, devi avere amicizie “politiche e sindacali.” Per non parlare poi dei concorsi pubblici: lo schifo più grande. Concorsi in cui buona parte dei posti sono assegnati; dove già c’è un elenco di persone che deve entrare: i raccomandati. Quelli che hanno messo mano alla tasca, o i “lecca sedere” di sindacati e politici. Questi ultimi, che si fanno chiamare anche signori, sono i più vermi dei vermi. Persone che pur di avanzare, per prendersi la fetta di torta migliore, sarebbero capaci di vendersi le loro mamme. Tutto a discapito della loro dignità, del principio personale. I corrotti e corruttori, che vanno avanti così da sempre, senza che nessuno impedisca questo marcio sistema di esistere. Questo è il motivo per cui tanti giovani e meno giovani, emigrano al nord Italia o in altre nazioni. Con tanto amaro in bocca, se ne vanno da dove sono cresciuti, perché traditi da chi invece dovrebbe tutelarli. Poi ci sono altri, altrettanto forti e coraggiosi, che rimangono al sud, cercando di lottare per quel poco di pulito che ancora credono che ci sia, desiderosi che i loro sforzi prima o poi vadano a buon fine. Cosa possiamo augurare alle nuove generazioni? Auguriamo loro di non abbassare mai la testa, e di denunciare. Auguriamo loro di non smettere mai di impegnarsi; di essere curiosi ed investire sulla cultura: solo così potranno combattere le tante ingiustizie che dilagano nel mondo.
(Michele Acanfora)
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