#Ingiustizie italia
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La strage di via D'Amelio: un tragico ricordo
Era una caldissima domenica, il 19 luglio 1992, quando un boato echeggiò in Palermo. Alle 16.58, un intenso fumo si alzò da via D’Amelio. Vincenzo Policheni, in servizio di volante, arrivò sul posto e vide una scena di guerra: polvere, fumo, fiamme e vetri in frantumi. Accanto a lui, vide un uomo che sembrava un fantasma. Era Antonino Vullo, agente della scorta del giudice Paolo Borsellino,…
#Attentato mafia Sicilia#Criminalità Cosa Nostra#Criminalità organizzata Italia#Giorgio Ambrosoli#Ingiustizie italia#Memoria vittime mafia#Omicidio Giovanni Falcone#Strage di Capaci#Vittime terrorismo mafioso
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CONTRO LA TEOCRAZIA IRANIANA
Sono pauroso. Sono pigro. Lo dico subito, perché se c'è una cosa che odio è l'autonarrazione eroica. Ma nel mio modo imperfetto, con tutte le mie fragilità, con le mie paure, con le mie debolezze, sono contro.
Sono sempre stato di sinistra e dal 31 dicembre 2019 (sì, mi sono segnato la data), sono anarchico.
Io sono contro in un modo singolare. Perché mi dicono che essere contro certe cose è sbagliato.
Vi faccio un esempio. Sono contro la teocrazia iraniana. Ecco, a quanto pare non va bene. Faccio male. Faccio il gioco di qualcuno. Lo sto leggendo dappertutto.
Non conta il fatto che io sia ferocemente critico nei contronti degli Stati Uniti, della Nato, dell'Unione Europea, dell'imperialismo occidentale, dello sterminio compiuto dall'esercito israeliano a GAZA, del colonialismo in Cisgiordania. Se critico la teocrazia iraniana, per incantesimo mi trasformo in un alleato della CIA e in un esportatore di democrazia. E ovviamente divento un islamofobo.
E allora vorrei chiarire un concetto, a costo di essere antipatico.
Io, proprio perché libertario, non intendo la rivoluzione sociale come imposizione delle mie idee. Quindi sgombriamo il campo da concetti come "esportazione della democrazia".
La tua comunità segue determinate regole religiose considerate sacre? Non ho nulla in contrario. Nulla. E quando visito un tempio mi comporto con educazione. Sono ateo e anticlericale, ma rispetto la spiritualità delle altre persone.
Ma allora in che senso sono contro la teocrazia iraniana? Voglio imporre il modello occidentale? No. Ve l'ho detto, io non impongo niente a nessuno.
Di sicuro non chiederò mai alle donne musulmane di rispettare canoni di vestiario occidentali per adeguarsi a una certa visione del mondo. Lo fanno i leghisti. Lo fanno i suprematisti occidentali. Io non lo farò mai.
Allo stesso modo, per me la gente in Italia può rispettare tutte le regole imposte dal cristianesimo. Io non scelgo al posto degli altri. Io non dico agli altri come vivere.
Ma quando una donna, nei paesi musulmani e in occidente, lotta per rivendicare il suo diritto all'autodeterminazione e cerca di liberarsi dai vincoli imposti della religione (a cominciare da quella cristiana), io sono dalla sua parte. E nel mio piccolo appoggio la sua lotta contro l'istituzione, la teocrazia o la chiesa che vuole dirle come vivere.
Torniamo alla teocrazia iraniana. So per certo che gode di grande consenso. Supponiamo pure che questo consenso sia pari alla stra-grande maggioranza della popolazione. Ma c'è una minoranza oppressa che si ribella. E la sua ribellione viene schiacciata con una repressione spaventosa.
Sostengo la lotta delle minoranze oppresse in Italia, negli USA, in Iran, in qualsiasi posto nel mondo.
E aggiungo un'ultima considerazione: il vero razzismo mi sembra quello delle persone che di fronte alle ribellioni delle donne iraniane pensano sempre che ci sia dietro l'occidente. Perché ci stanno dicendo che le donne iraniane non sono capaci di pensare con la loro testa. Ci stanno dicendo che le donne iraniane non posseggono il concetto di ribellione contro il potere, a differenza di noi occidentali. Ci stanno dicendo che la storia, nel bene e nel male, è fatta solo dall'occidente.
È così difficile essere contro tutte le ingiustizie, senza tollerarne alcune perché hanno "la bandiera giusta"? [L'Ideota]
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CHIAMA I RICORDI COL LORO NOME
Nel 2019, la mia compagna, le mie figlie e io decidemmo di intraprendere un percorso che alla fine ci avrebbe portato a diventare la famiglia affidataria di un minore e questo implicava un sacco di incontri, singoli e di gruppo, con cui assistenti sociali e operatori valutavano la nostra capacità di accudimento e contemporaneamente ci informavano e ci formavano su cosa significasse prendersi cura di un minore in modo continuativo ma parallelamente alla famiglia biologica, con la quale dovevamo rimanere sempre in contatto.
(anticipo che poi la cosa finì in un nulla di fatto perché poco dopo scoppiò il caso Bibbiano - 30 km in linea d'aria da Parma - e per precauzione/paura tutti gli affidi subirono un arresto. E poi arrivò il Covid)
La mia riflessione nasce alla lontana da un video che youtube mi ha suggerito questa mattina presto - è poco importante ai fini della storia ma è questo - che mi ha ricordato una caratteristica della mia infanzia...
Difficilmente riuscivo a essere felice per le cose che rendevano felici gli altri e quella vecchia canzone - che è considerato l'Inno del Carnevale di Viareggio, mio luogo di nascita e dei primi 20 anni di vita - ne è l'esempio emblematico, direi quasi sinestesico.
Tutti i viareggini la conoscono e la cantano nel periodo più divertente e frenetico della città ma io la associo a un'allegria dalla quale ero sovente escluso, odore di zucchero filato che non mangiavo e domeniche che significavano solo che l'indomani sarei tornato a scuola, preso in giro dai compagni e snobbato dalla maestra.
Vabbe'... first world problem in confronto ad altri vissuti (in fondo ero amato e accudito) però l'effetto a distanza di anni è ancora questo.
Tornando al quasi presente, una sera le assistenti sociali chiesero al nostro gruppo di futuri genitori affidatari di rievocare a turno prima un ricordo triste e poi uno felice.
E in quel momento ebbi la rivelazione che la quasi totalità dei presenti voleva dare amore a un bambino o a una bambina non propri perché sapeva in prima persona cosa significasse vivere senza quell'amore: gli episodi raccontati a turno non era tristi, erano terribili... violenza, abbandono, soprusi, povertà e ingiustizie impensabili nei confronti di bambino piccolo e, ovviamente, quando arrivò il nostro turno (la mia compagna non ne voleva sapere di aprire bocca) mi sentivo così fortunato e quasi un impostore che, in modo che voleva essere catartico e autoironico, raccontai di quando la maestra in terza o in quarta elementare chiamò un prete che davanti a tutta la classe mi schizzò di acqua santa perché - a detta della vecchia carampana - sicuramente ero indiavolato.
Ribadisco che la cosa voleva essere intesa come un modo per riderci su e detendere l'atmosfera pesante che il racconto dei vissuti terribili aveva fatto calare sul gruppo ma mentre sto mimando con una risatina il gesto del prete con l'aspersorio, mi accorgo che tutti i presenti hanno sgranato gli occhi e hanno dilatato le narici, nella più classica delle espressioni che indicano un sentimento infraintendibile...
La furia dell'indignazione.
Cioè... tu a 10 anni hai visto tua madre pestata a sangue da tuo padre e fatta tacere con un coltello alla gola ed empatizzi con me che ti sto raccontando una stronzata buona per uno sketch su Italia Uno?
Mi sono sentito uno stronzo, soprattutto quando la furia ha lasciato il posto a gesti e parole DI CONFORTO per quello che, evidentemente, sembrava loro una prevaricazione esistenziale orribile (cioè, lo era ma, per cortesia... senso delle proporzioni, signori della giuria).
Mi sono quindi rimesso a sedere, incassando il supporto con un certo qual senso di vergogna, finché poi non è arrivato il momento della condivisione dei momenti felici.
Silenzio di tomba.
Nessuno parlava.
Nessuno riusciva a ricordare qualcosa che lo avesse reso felice.
Con un nodo in gola - perché avevo capito che razza di vita avevano avuto le persone attorno a me - mi rendo conto che io ne avevo MIGLIAIA di momenti felici da condividere ma che ognuno di essi sarebbe stato una spina che avrei conficcato nel loro cuore con le mie stesse mani.
E allora mi alzo e rievoco ad alta voce il ricordo felice per me più antico, quello che ancora ora, a distanza di decenni, rimane saldo e vivido nella parte più profonda del mio cuore...
-Le palle di Natale con la lucina rossa dentro. Quando ero piccolo, durante le vacanze di Natale aspettavo che mio papà e mia mamma andassero a letto e poi mi alzavo per andare a guardare l'albero... non i regali sotto, proprio l'albero. Era finto, di plastica bianca spennachiosa, ma mia mamma avvolgeva sempre intorno alla base una striscia decorativa verde a formare una ghirlanda e mio padre stendeva tutto attorno ai rami un filo con delle palle che, una volta attaccate alla presa elettrica, si illuminavano di rosso. Io mi alzavo di nascosto e nel caldo silenzio della notte guardavo le luci intermittenti dipingere gli angoli del divano e del tavolo, con un sottile ronzio che andava e veniva. Ero al caldo, ero protetto, voluto e amato. Se allungo le mani posso ancora tastare quel ronzio rosso che riempe la silenziosa distanza tra me e l'albero e niente potrà mai rendere quella sensazione di calda pienezza meno potente od offuscarne la completezza. Quello era l'amore che mi veniva dato e che a nessuno sarebbe mai dovuto mancare.
A un certo punto sento una mano che mi si poggia sul braccio (avevo chiuso gli occhi per rievocare il ricordo) e accanto a me c'è la mia compagna che sorride, triste e piena di amore allo stesso tempo.
E attorno a me tutti stanno piangendo in silenzio, esattamente quello che col mio ricordo semplice volevo evitare e che invece doveva aver toccato lo stesso luogo profondo del loro cuore.
E in mezzo alle lacrime (che figuriamoci se a quel punto il sottoscritto frignone è riuscito a trattenere) cominciano a scavare tra i ricordi e a tirarli fuori... il cucciolo che si lasciava accarezzare attraverso il cancello della vicina, il primo sorso dalla bottiglietta di vetro di cedrata, la polvere di un campetto da calcio che si appiccicava sulla pelle sudata, l'odore della cantina, il giradischi a pile...
E nulla. Non so più cosa dire e nemmeno cosa volessi dire.
Forse che sembriamo così piccoli, malmessi e fragili ma che se qualcuno ci picchietta sulla testa e sul cuore siamo capaci di riempire il mondo di cose terribili e meravigliose.
Decidere quali ricordare e quali stendere davanti a noi è una scelta che spetta non a chi picchietta ma a chi permette che essi fluiscano da quella parte profonda di sé a riempire lo spazio tra noi e il domani.
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Storie ed emozioni e lezioni di vita.
Dal Grande Spirito allo Spirito Santo.
Tatanka, taverna del pellegrino, oasi di pace. 📷
Ancora ateo ma molto provato dagli eventi. Non mi ero ancora convertito, e stavo attraversando il periodo più duro della mia vita. Ma nonostante tutto avevo dei punti fermi su cui appoggiarmi e molti amici che mi sostenevano, conoscendo le cause delle mie sofferenze. Subivo ingiustizie da parte di chi invece, avrebbe dovuto aiutarmi. Le cause? Avevo acquistato un luogo che non avrei dovuto prendere io, già, faceva gola ai qualcuno dei potenti che amministravano il Comune e ad altri che in teoria avrebbero dovuto stare neutri.
Era ridotto cosi quando l'ho acquistato io ma era al centro del paese e in più confinava con quella che si può ben vedere, un'antica chiesa del 1700 circa, ancora diroccata e sconsacrata. Divieti su divieti, ma nonostante aver dovuto rinunciare a molte delle strutture che avevo nei programmi come per esempio una piscina, alla fine questo è stato il prodotto che sono riuscito ad ultimare. Avevo due squadre in serie "A" sia maschile che femminile e i campi di calcetto erano necessari.
Non mi fecero muovere più di cosi e non potetti più avere nessun altro permesso, nel frattempo avevano ristrutturato e riconsacrata la chiesa. E cosi, come funzionava anticamente, mi ritrovai contro Sindaco e Comune, Chiesa, clero e Belle Arti con il naturale coinvolgimento dell'arma dei carabinieri. Sindaco comunista (Peppone) prete (Don Camillo)...si voglio finire questo post con il sorriso sulle labbra pensando che è solo passato e che, seppure in tantissimi anni di soprusi, che in Italia conosciamo bene, forse proprio per tali sofferenze, io quì ci ho incontrato, conosciuto e ricevuto il Signore nel mio cuore e nella mia vita.
Nello stesso periodo dunque, iniziò la mia storia come pellegrino e mi ritrovai come d'incanto ad essere un uomo davvero felice. Avevo con me il Fratello e l'Amico come Guida, e tutte le Vie del mondo da percorrere in libertà. La vera Libertà!
-Non dovevo rinnegare niente e nessuno, io ero cresciuto come uno spirito libero e sempre dalla parte dei deboli. Amavo gli indiani fin da piccolo e odiavo le promesse non mantenute cosi come facevano i bianchi con lingua biforcuta. D'altra parte gli indiani erano un popolo spirituale, che amava e rispettava la natura gli animali e gli altri esseri umani se agivano correttamente con loro e venivano in pace e rispettavano la parola data. Traditi più volte, reagivano con forza e coraggio come le madri quando difendono i loro figli. Per non dilungarmi oltre e concludere, quel Grande Spirito era non altro che lo Spirito Santo, avevo solo cambiato il nome ma era sempre il mio Dio.
=====
Ma il giorno dopo l'11 Settembre però, dopo aver appreso la notizia dai Tg, anch'io come tutti feci cordoglio. Un abominio, uno vero scempio circa tremila morti, ma gli esecutori, avevano toccato la pupilla di Dio e attirato la sua ira, mentre Bush dichiarava che tutto quello non sarebbe di certo rimasto impunito. Ecco cosi come sempre i capi dichiarano le guerre dai loro comodi salotti, e gli altri vanno a morire. Perchè non andate in testa voi come si faceva una volta? Ma non succederà mai. Ecco perchè il giorno dopo, ripensando alla storia di quei popoli innocenti e sottomessi, cosi come gli indiani e in accordo, con ciò che si può leggere nelle scritture: "Ciò che l'uomo semina, quello pure raccoglierà", ho scritto questa breve poesia già pubblicata, per non dimenticare:
"Guardando e riguardando queste foto degli indiani, mi viene in mente adesso la guerra ai talebani.
La lotta al terrorismo che il mondo sta facendo si dice è cosa giusta, ma la gente sta morendo.
L'America che spara, e che colpisce forte, non se ne rende conto che semina la morte.
Or tutti che l'aiutano perchè colpita al cuore ma intanto nessun ricorda che il talebano muore.
Tu un bel giorno hai deciso e hai decimato gli indiani, con le pistole, i fucili e loro con le mani.
Che senso d'impotenza devono aver provato, hanno difeso casa e non ti avevano provocato.
Ci vivevano da sempre, era la loro terra, ma tu per bramosia gli hai dichiarato guerra.
Li hai sconfitti, sei diventato padrone, loro erano i daini, tu eri il leone e quando eri sicuro che loro erano finiti, hai detto a tutto il mondo: "Ecco a voi gli Stati Uniti".
Ora ti ricordi che quel che è fatto è reso, che senso d'impotenza provi adesso popolo leso.
Eri certo ed eri sicuro che non sarebbe mai successo, del boomerang che è tornato te ne accorgi solo adesso.
Ma tu ti puoi difendere, puoi persino attaccare, la vittoria è quasi certa, ma poi dovrai pensare,
a come vivere in futuro e a far la strada dritta o pagherai di nuovo perchè ogni cosa è scritta".
lan ✍️🖤
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VIOLETA
"Grazie alla vita
che mi ha dato tanto
mi ha dato due stelle
che quando le apro
perfetti distinguo
il nero dal bianco
e nell'alto cielo
il suo sfondo stellato
e tra le moltitudini
l'uomo che amo"
Questa frase è tratta dalla canzone "Gracias a la vida", scritta da Violeta Parra, cantautrice, scrittrice, pittrice e poetessa cilena, nata a Santiago del Cile nel 1917.
Molti testi di Violeta si caratterizzano per le forti denunce contro le ingiustizie sociali; a lei si riconosce anche il merito di aver contribuito al recupero del folklore locale.
Violeta nel 1961 realizza una lunga tournée in Europa, esibendosi anche in Italia, e nel 1964 è la prima donna latinoamericana della storia ad esporre le proprie opere all'interno del Louvre, nella sezione delle arti decorative.
A soli 49 anni, purtopppo, al culmine di una brutta depressione, il 5 febbraio 1967 Violeta si suicida.
La canzone "Gracias a la vida", considerata il suo testamento spirituale, negli anni successivi sarà interpretata in altre versioni da numerosi cantanti.
Due dei suoi quattro figli, Isabel e Angel, diverranno a loro volta cantanti di buon successo.
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🌋🌊⛈️🌪️👉guardate la terra come trema....sciami sismici, terremoti, tzunami, inondazioni, crolli, scosse a ripetizione, in tutto il mondo, in particolare in tutta ITALIA🇮🇹 il pianeta terra presenta il conto all'umanità peccatrice, reclama, grida all'ascesa dell'apocalisse🌍👽🇮🇹🌚 in persona, la rivelazione....colei che incenerisce le ingiustizie....colei che già comanda tutto il mondo ⚖️
🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️
Come nelle profezie, era stato profetizzato, preannunciato, scritto ovunque, all'infinito che prima della rivelazione DELL'APOCALISSE🌍👽🇮🇹🌚 in persona si verificavano segni in cielo, in terra, fatti inspiegabili, misteriosi. Si è rivelata all'umanità il memorabile, storico epocale 2020/2021/2022/2023/2024 emerge dalla Calabria 🙏 La terra presenta il conto all'umanità peccatrice, reclama, grida all'ascesa DELL'APOCALISSE🌍👽🇮🇹🌚 in persona, la Gran GIUSTIZIERA di DIO👑 suprema entità aliena, l'unico creatore dell'universo.L'apocalittica dea Lilith la luna nera SAMANTHA JENNIFER PONTIERO L'APOCALISSE🌍👽🇮🇹🌚 il nome più potente, importante di tutti i tempi, sta facendo tremare il mondo.
🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️🕯️
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Questo uomo no, #138 - Il poràccio
Il poràccio è un uomo che imbratta o deturpa i luoghi come Lucha y Siesta; il poràccio è uno che attacca le associazioni di CAV con parole e notizie false. Il poràccio da sempre apprezza la strategia del vile: senza il coraggio di affrontare un pericolo, di riconoscere e ribellarsi al potere che lo domina (il patriarcato), di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, insulta o danneggia altre persone con sfacciata protervia, nella fiducia o sicurezza di restare impunito. Salvo poi aggiungere la strategia vittimista piagnona, cioè la lamentela continua da posizioni nascoste o irraggiungibili o, appunto, poràcce.
Così il poràccio aggiunge letame al già poco piacevole olezzo della reputazione maschile, resa schifosa da secoli e secoli di sopraffazioni, ingiustizie, stragi e follie politiche contro chiunque, in un delirio di potere tipicamente maschile che viene usato - come sa bene chi lavora non "sulla violenza" ma "a contatto con i violenti" - da uomini di qualsiasi ceto, livello culturale, provenienza geografica, età.
Tutto questo mentre molti femminismi hanno fatto vedere come si lavora per la liberazione e la ricostruzione di una identità libera e non violenta per il proprio genere. (Nota per i poràcci che pensano subito a riportare qualche esempio di donna omicida: se non sapete capire cosa leggete prendetevela con la vostra formazione, non con me o con i femminismi.)
Da quando poi in Italia abbiamo alla più alta carica del potere esecutivo una donna che si fa chiamare al maschile, che pensa che la propria famiglia sia immune dal patriarcato perché fatta di donne e poi per ogni suo atto di ripicca politica chiama in causa l'assenza delle femministe, il poràccio si crogiola nell'ignoranza soprattutto del proprio genere, mentre continua a lordarlo con la sua condotta irresponsabile, tipo dare a lei della "donna con le palle" perché bullizza la controfigura di Totò mentre tace contro suoi colleghi dittatori e genocidi.
Il poràccio è così: stron2o, e questa parola gli piace tanto.
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qua per dire solo che la gente che sull’altro social dà dei falliti ai giocatori della nazionale di calcio per esaltare il loro sport da fighetti con la puzza sotto il naso hala stessa energia degli elettori di calenda e italia viva. Non andró oltre, lascio a te cogliere il subtext…
😭😭😭😭😭 anon parli del tennis tipo? Se è quello, a me non piace ed è anche vero che ci sono differenti dinamiche socio-culturali, non tra i tifosi figurati, ci mancherebbe, ma sicuramente gli atleti molto spesso vengono da altri contesti rispetto al calcio. E sicuramente il calcio con tutte le brutture e le ingiustizie è, in questo, uno sport più popolare e più da rivalsa sociale. Purtroppo sui calciatori si riversa sempre questo accanimento che puzza spesso di classismo (non per quello che sono ora ovviamente, ma per quello che rappresentano) e di superiorità culturale. Sai quanti signori di “””sinistra”””” conosco che si vantano di non seguirlo e sono tipo ok il cazzo che ci frega ahhsjajsjxjxjdk. Cioè storicamente il tennis nasce come sport per ricchi, pensa tipo a come ci giocavano i ricchi nelle ville quando andava di moda negli anni ‘30/‘40
però è anche vero che il tennis (o qualunque sport tu intendessi) sta superando queste barriere ora ed è seguito da tantissima gente diversa. Però mi hai fatto ridere abbshshsj
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"Quella terra è dei palestinesi, lo stato d'Israele non ha alcun diritto di esistere". Non lascia spazio a compromessi la voce dei manifestanti che martedì 10 ottobre si sono riuniti in piazza Mercanti, a Milano, per sostenere la nuova intifada iniziata dai miliziani islamisti di Hamas nei confronti della popolazione ebraica. Un odio che da 75 anni si trasmette di padre in figlio e che oggi scorre nelle vene dei tanti ragazzi palestinesi di seconda generazione che vivono in Italia e che hanno deciso di scendere in piazza al grido di "Palestina libera".
"Non abbiamo imparato nulla dalla storia. Fino al 1948 quella terra era dei palestinesi. Gli israeliani lì non ci sono mai stati. Nonostante questo, ora sono proprio gli israeliani che fanno ai palestinesi quello che i nazisti fecero agli ebrei", dice un giovane manifestante, mentre i suoi compagni gridano 'Intifada, intifada'. Un'opinione quasi unanime anche tra gli altri dimostranti accorsi in strada con le bandiere bianche, nere, verdi e rosse: "Quei territori, i nostri territori, sono stati occupati ingiustamente con l'aiuto dell'Europa e degli Stati Uniti. Non c'è posto per due stati, è una soluzione che non accettiamo. Quelle terre sono nostre, lo dice la storia", spiega con rabbia una ragazza con in mano la bandiera della Palestina.
Una rabbia, quella dei ragazzi palestinesi, che non si placa nemmeno davanti ai sequestri di civili compiuti da Hamas per ottenere scambi di prigionieri con Israele e per usare gli ostaggi come scudi umani contro i bombardamenti. "Le azioni di Hamas sono la risposta ad anni di ingiustizie che il nostro popolo ha subito da parte di Israele - dice un altro giovane -. Con quegli attacchi abbiamo voluto dire agli israeliani che anche noi abbiamo la forza per colpirli".
Palestinesi "brava gente" e per nulla antisemita.
Non noto novità.
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Vi auguro di essere eretici. Di essere liberi, liberi di scegliere, di pensare con la vostra testa.
Perché eretici? Perché la parola eresia in greco antico significa letteralmente scelta. Eretico è chi non si accontenta dei saperi di seconda mano, è chi si ribella al sonno delle coscienze, chi non si rassegna alle ingiustizie. È colui che dice “no”, che sa opporre un rifiuto, che si rifiuta di obbedire, ciecamente obbedire.
Tutto voi avrete sentito parlare di Socrate, di Platone, di Omero, ma avete mai sentito parlare di Archiloco di Paro? Fu uno dei primi eretici, uno dei primi dissidenti della storia. Essere un buon soldato, ecco cosa celebra il mondo omerico. L’onore. La Gloria. Archiloco invece è la voce fuori dal coro del mondo antico: abbandona lo scudo nel bel mezzo della battaglia. Tutti gli dicono: obbedisci agli ordini, combatti, combatti per l’onore di questo comandante, combatti per l’onore della tua patria.
«La patria di chi? La patria di Socrate messo a morte con le leggi della patria? La patria degli ateniesi o la patria degli spartani che parlavano la stessa lingua degli ateniesi però si squartavano tra loro come molti secoli dopo avrebbero fatto i fiorentini e i senesi, i veneziani e i genovesi? Anche Mussolini parlava di patria. In Istria dove fino a ieri la patria si chiamava Italia sicché bisognava uccidere ed essere uccisi per l'Italia ma ora si chiama Iugoslavia sicché bisogna uccidere ed essere uccisi per la Iugoslavia».
Ecco io sono d’accordo con la Fallaci. Archiloco sarebbe stato d’accordo con la Fallaci. Ne ho abbastanza di coloro che dicono “credi in questo, credi in quest’altro”. Fai questo, pensa in questo modo, non avere una tua opinione! Quelli che ti ordinano di pensare in un certo modo, o peggio ancora che ti ordinano di NON pensare in un certo modo, sono soltanto inquisitori. I paladini delle verità assolute mi fanno paura, non esito ad ammetterlo. Poi però penso ad Archiloco: in un mondo dove la società ti schiaccia e sembra volerti soffocare, se non fai ciò che tutti fanno, se non pensi come tutti pensano, lui fa sentire la sua voce.
Guendalina Middei
Professor X
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VIOLETA
"Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato due stelle che quando le apro
perfetti distinguo il nero dal bianco
e nell'alto cielo il suo sfondo stellato
e tra le moltitudini l'uomo che amo"
Questa frase è tratta dalla canzone "Gracias a la vida", scritta da Violeta Parra, cantautrice, scrittrice, pittrice e poetessa cilena, nata a Santiago del Cile nel 1917.
Molti testi di Violeta si caratterizzano per le forti denunce contro le ingiustizie sociali; a lei si riconosce anche il merito di aver contribuito al recupero del folklore locale.
Violeta nel 1961 realizza una lunga tournée in Europa, esibendosi anche in Italia, e nel 1964 è la prima donna latinoamericana della storia ad esporre le proprie opere all'interno del Louvre, nella sezione delle arti decorative.
A soli 49 anni, purtopppo, al culmine di una brutta depressione, il 5 febbraio 1967 Violeta si suicida.
La canzone "Gracias a la vida", considerata il suo testamento spirituale, negli anni successivi sarà interpretata in altre versioni da numerosi cantanti.
Due dei suoi quattro figli, Isabel e Angel, diverranno a loro volta cantanti di buon successo.
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Aveva 22 anni la giovane donna uccisa in Iran per una ciocca di capelli fuori posto. Masha Amini, questo il suo nome, ha avuto la colpa di non aver indossato correttamente il velo. Ciò che è accaduto ha messo in moto ondate umane di donne e uomini che reclamano i propri diritti non soltanto scendendo in piazza in Iran ma anche in Italia e in molti altri Paesi europei. L'obiettivo è essere a fianco della lotta delle donne iraniane e di tutte le donne.
Non si può essere arrestate, per poi morire, a causa di una ciocca di capelli fuori posto sotto il velo.
Non si può essere vittime, ancora oggi, di matrimoni forzati (profondi e sofferenti, da far venire i brividi, sono gli occhi delle spose-bambine), stupri impuniti. È intollerabile essere schiave di lavori disumani, di tratte; non si può essere condannate “all’analfabetismo”. Tante e troppe sono le discriminazioni, gli abusi e le ingiustizie che nell’epoca attuale molte donne in diverse parti della Terra subiscono sulla loro pelle silenziosamente.
Se da un lato nei paesi civili sempre più donne faticosamente e meritatamente conquistano ruoli di prestigio e riescono a occupare spazi che fino a pochi anni fa erano riservati ai soli uomini, dall’altro diversi sono i Paesi in cui anche solo la strada verso la conquista della libertà, del rispetto e della tutela dei diritti del mondo femminile è totalmente al palo. Ci sono luoghi in cui molte sono le donne a cui anche il solo decidere “cosa indossare e come” è vietato.
#napoli#il ragazzo di napoli#luposolitario00🐺#parità di genere#parità dei sessi#parità#donne iraniane#mahsa amini#femminismo💙#femminismo
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"La Memoria non può avere intervalli"
di Riccardo Rescio
La necessità di una memoria continua e ininterrotta, non affetta dai vuoti che caratterizzano la nostra esperienza è condizione essenziale per una coscienza personale e collettiva.
Vuoti, lacune, buchi neri, frutto di dimenticanze più o meno consapevoli, altre perversamente volute , impediscono una corretta evoluzione della specie umana.
Ogni occasione è buona per sottolineare l'importanza del ricordare le nefandezze ingiustificabili compiute, come le persecuzioni, gli eccidi e le ingiustizie, i genocidi subiti da milioni di persone nel corso della storia dell'umanità, a prescindere dal loro credo, etnia o ceto sociale.
Anche chi non ha vissuto direttamente questi eventi ha il dovere di conoscerli e comprenderne le cause, poiché solo con la consapevolezza della loro genesi si può prevenire il ripetersi di simili tragedie.
Questa presa di coscienza, lungi dall'essere un concetto astratto, deve divenire materia di insegnamento a tutti i livelli scolastici, richiedendo un profondo cambiamento nel modo di pensare, nel modo dil fare e nel processo di una reale umanizzazione.
Un esempio lampante di una delle tante lacune mnemoniche riguarda il tasso di analfabetismo elevatissimo in Italia nel secondo dopoguerra, la necessità di affrontarlo portò alla creazione di programmi televisivi come "Non è mai troppo tardi", condotto dal Maestro Manzi, a dimostrazione di quanto radicata fosse questa carenza nella nostra societa, scomparsa nella recente memoria collettiva.
La fragilità della memoria a tutti i livelli, anche per fatti recentissimi, come l'angoscia provata durante il recente periodo di lockdown e il contrasto tra il desiderio del ritorno alla normalità e le successive lamentele per l'eccessiva affluenza di persone, rappresenta un paradosso assoluto che sottolinea l'inaccettabilità di interruzioni della memoria.
La rigenerazione delle coscienza passa attraverso l' urgente necessità di colmare questi vuoti mnemonici.
Firenze 21 novembre 2024
Per Visionare il video Rai "Non è mai troppo tardi"
cliccare il link sottostante. https://www.instagram.com/reel/Ck-V_tvoAyl/?igsh=MWU0dWtzZDdrZTNjYg==
Per visionare Il link del video "Firenze sotto vetro" cliccare il link o l'immagine sottostante. https://youtu.be/bzUxWl1JTxI?si=rU7FXTFOV0FOl1XO
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rubrica settimanale
Chissà per quanti anni ancora sarebbe durato "Portobello", se la più vigliacca delle ingiustizie non avesse ucciso il suo "papà" Enzo Tortora! Quel grande sogno continuò in parte a vivere in tutte le trasmissioni che ne avrebbero poi copiato e saccheggiato le idee: ma la cosa consola ben poco davanti a tanta assurda malvagità. Il "Big Ben" disse basta per sempre: e fu un dolore. Per tutti!
Il successo di una trasmissione come Portobello è indissolubilmente legato al nome del suo creatore Enzo Tortora. Il presentatore nonché autore televisivo fu allontanato per diversi anni dalla Rai per un’intervista critica nei confronti dei suoi vertici.
Anni dopo, ispirato dagli annunci pubblicati sul settimanale La domenica del Corriere ebbe l’idea di un programma basato sulla dinamica della vendita e acquisto. Assieme alla sorella Anna, con l’autrice e collaboratrice Gigliola Barbieri e il pubblicitario Angelo Citterio propose il progetto all’allora direttore della Rete 2, Massimo Fichera che ne rimase affascinato.
Chi era Portobello, il pappagallo del programma omonimo condotto da Enzo Tortora. Solo Paola Borboni, nell''82, riuscì a farlo parlare. Ma in casa era alquanto diverso.Sono passati trent’anni dalla fine del programma, andato in onda su Rai 2 dal ’77 all”83 (prima serie) e dall”87 all”88 (seconda serie). Portobello, il pappagallo, se n’è andato qualche anno dopo il suo proprietario, nel 1995. Aveva ben 45 anni: per l’ultimo periodo ha vissuto in via Niccolini a Milano, nello stesso negozio di animali dove era stato allevato. Là Tortora lo notò verso la metà degli anni Settanta. Era un Amazzone a fronte gialla, importato in Italia dal Brasile. Per un breve periodo, poco prima del debutto, Tortora lo ospitò a casa sua. “Diceva parolacce e dovemmo sistemarlo in bagno, dove poteva sporcare liberamente”, ricorda la figlia Silvia a Vanity Fair. In tv però se ne stava muto: in ogni puntata di Portobello, vip e nip tentavano l’impossibile in 30 secondi. Dopo infiniti tentativi, il 1° gennaio dell”82, Paola Borboni riuscì nell’impresa di farlo parlare.
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Bari: Corteo Storico di San Nicola 2024, aggiudicata all'Anti Doc Servizi soc. coop., Popya srl e Password srl
Bari: Corteo Storico di San Nicola 2024, aggiudicata all'Anti Doc Servizi soc. coop., Popya srl e Password srl. La ripartizione Culture rende noto che la commissione della gara per l'ideazione, progettazione, realizzazione, organizzazione e gestione integrata del Corteo Storico di San Nicola - edizione 2024 ha aggiudicato la procedura in favore dell'Ati Doc Servizi soc. coop., Pooya srl e Password srl (D.D. n. 5173/2024) per un importo complessivo a base di gara pari a € 81.147,54 (€ 99.000 IVA inclusa). "Verso l'alto" è il titolo del progetto vincitore, che, in linea con la tradizione e con il sentimento dei fedeli, intende dare risalto all'idea di speranza, trasmessa da San Nicola, come slancio verso un futuro migliore, realizzabile da una nuova prospettiva. La festa ricorderà la necessità di affrontare le sfide che richiede il nostro tempo, un incitamento a tornare ad avere una speranza più alta della quotidianità, delle divisioni, delle delusioni. Simbolicamente, rivolgere lo sguardo verso l'alto significa tornare a credere in una speranza comune, universale che oltrepassa e annulla le differenze, le guerre; significa tornare a credere nei grandi slanci, in ideali di amore più alti. La manifestazione sarà rivolta alle narrazioni che raccontano Nicola come il Santo a difesa delle ingiustizie e dei deboli, protettore degli innocenti, delle minoranze, colui che grazie alla sua generosità spirituale e alla sua nobiltà d'intenti è capace di spingere l'umanità a più alte virtù morali, di donare una nuova visione di speranza universale, condivisa tra le genti. L'edizione del 2024 sarà incentrata perciò sulla rappresentazione, in forma valoriale e di azione scenica, del concetto di "altezza" espresso nelle gesta del Santo. La direzione artistica dell'evento sarà affidata a Raffaello Fusaro, regista, autore e performer barese diplomato all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio d'Amico di Roma, con all'attivo reading e performances letterarie in Italia e all'estero. Da regista, tra l'altro, ha raccontato la ricostruzione del ponte di Genova nel film "Un Ponte del nostro tempo", con Renzo Piano e le musiche di Danilo Rea, e diretto l'apertura dell'Estate Teatrale Veronese al Festival Shakespeariano 2023 al Teatro Romano con "Letti d'amore" interpretato da Laura Morante, Giuliana De Sio, Francesco Montanari e Filippo Dini. Fusaro è anche regista del fortunato "Infinito tour" (in corso) di Roberto Vecchioni e del videoclip: "Formidabili quegli anni". È in scena con il filosofo Umberto Galimberti in "Quando la vita era governata dal cuore". Ha collaborato come autore e alla regia dello show "I segreti del mare" con Piero Angela e Alberto Luca Recchi (tournée 2019/2022). Con Christian De Sica è autore e collaboratore alla regia dello spettacolo "Christian racconta Christian De Sica" (tournée 2018/20). Come noto l'Ati aggiudicataria della gara dovrà ora dialogare con la compagnia Res Extensa (che nella serata del 7 maggio curerà uno spettacolo di danza aerea con la direzione artistica di Elisa Barucchieri) per definire al meglio il coordinamento delle azioni di spettacolo affinché l'intero evento risulti come un momento unitario, rafforzato dalla collaborazione tra più soggetti.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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COCO LZY
presenta
VOGLIO ANDARE VIA
Koala Records
GUARDA IL VIDEO
youtube
Voglio andare via è il nuovo singolo di Coco Lzy. Il conduttore radiofonico ritorna alla musica dopo 48 anni con un brano romantico ed energico in cui affronta il disagio di vivere in un paese con tante ingiustizie e disparità sociali.
Coco Lzy e un portatore di handicap, impegnato in battaglie sociali da sempre.
Questa ballad incrocia hip hop e indie ed il testo ci racconta una storia legata alla vita quotidiana.
Il ritornello voglio andare via nasce da una reale esigenza di scappare non solo da città grigie e caotiche ma da una vita diventata difficile e insostenibile per tutte le fasce fragili della nostra società.
Questo brano fa parte di un nuovo ambizioso progetto " La radio a teatro " che Coco Lzy vuole portare in tutti i teatri d'Italia nella stagione invernale.
Il nuovo singolo "Voglio andare via" sarà promosso durante l'estate con eventi e show radiofonici.
Il video, girato sulle suggestive spiagge della provincia di Catania alle pendici dell’Etna in Sicilia, cattura perfettamente l'energia vulcanica che le permea, conferendogli una bellezza unica ed emozionante
Il testo
Autore; Lazzaro Cocomazzi
CAMMINO PASSEGGIANDO SULLA SPIAGGIA INCONTRO GENTE QUALCHE SERPENTE CHISSA’ COSA HA IN MENTE, OVUNQUE VADA ENTO IN GIRO LA STESSA COSA DA UN CONOSCENTE DA UN MIO PARENTE EH, ANCHE SENZA FOLLOW SONO PRONTO AL DECOLLO, PRONTO A TIRAR Giù PIPPO BOOM DAL PIEDISTALLO SENZA FRETTA CORRO FUMANDO UN ALTRO PORRO, E VOGLIO ANDARE VIA perché A VOLTE QUI è UN HORROR!
VOGLIO ANDARE VIA ANDARE LASSU’ DOVE C’E’ UN ANGELO DOVE C’E IL BLU
VOGLIO ANDARE VIA ANDARE LAGGIU’ DOVE C’E’ UN ANGELO DOVE SEI TU
D’ESTATE AMICA FRIGGO PROPRIO COME FOSSI UN POLLO IO VOGLIO ANDARE VIA , VOGLIO FUGGIRE DAL CONTROLLO, IO NON COMPRO FOLLOW IO NON COMPRO BOLLO NON POSSO Più RESTARE CON TE LO SAI TI SMOLLO E SONO SU UNA SPIAGGIA SENZA UNA CORDA AL COLLO E VOGLIO ANDARE VIA, DAVVERO SAI, LO VOGLIO.
VOGLIO ANDARE VIA ANDARE LASSU’ DOVE C’E’ UN ANGELO DOVE C’E IL BLU
VOGLIO ANDARE VIA ANDARE LAGGIU’ DOVE C’E’ UN ANGELO DOVE SEI TU
VOGLIO ANDARE RESTARE IN MEZZO ALL PERSONE SENTIRE ANCORA IL PROFUMO DELL’ESTATE E COME VA.
VOGLIO ANDARE VIA ANDARE LASSU’ DOVE C’E’ UN ANGELO DOVE C’E IL BLU
VOGLIO ANDARE VIA ANDARE LAGGIU’ DOVE C’E’ UN ANGELO DOVE SEI TU
VOGLIO ANDARE VIA
VOGLIO ANDARE VIA
VOGLIO ANDARE VIA
VOGLIO ANDARE VIA
BIOGRAFIA
Lazzaro Cocomazzi, in arte Coco Lzy, è un conduttore radiofonico e cantante italiano, con una voce impattante e una vitalità unica.
Artista portatore di handicap, Coco Lzy si pone come esempio tangibile che la determinazione e la passione possono superare qualsiasi ostacolo.
La sua carriera ha avuto inizio nel 1974 con Radio Torino International, per poi fondare nel 1975 Radio Koala, guadagnando prestigio con programmi radiofonici e apparizioni televisive accanto a personaggi come Ric e Gian su Telecity. Nel 1975 ha pubblicato il suo primo disco, prodotto da Paolo Ormi, noto per il suo lavoro con Raffaella Carrà.
Negli anni '80 ha fondato e diretto lo studio Elle, primo centro di produzione di programmi per radio libere, collaborando con Boy Music e figure di spicco come Piero Chiambretti.
Durante gli anni '90, ha lavorato come speaker a Mediaset e come conduttore in numerose radio private nazionali e internazionali, tra cui Segnale Italia, Radio Capodistria, Radio Spectrum AM London, GRP Radio, Reporter 93, Radio Alba, Radio Flash, Radio Italia Vera, Radio Subasio, oltre a molte altre radio locali e agenzie come copyright.
Ha anche scritto le parole dell'album "Passione mediterranea" per Tullio de Piscopo. Dopo una pausa dedicata alla scrittura, Coco è tornato con nuovi progetti radiofonici e discografici, presentando il singolo "Voglio andare via", una ballad vigorosa che esprime il disagio delle persone over 50 di fronte alla mancanza di opportunità lavorative nel paese.
Coco Lzy nel 2024 pubblica “Non ti ho tradito” e “ Voglio andare via” continuando a diffondere un messaggio di speranza e resistenza, dimostrando che rivivere è possibile, basta non smettere mai di credere in sé stessi.
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