#Il prigioniero
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not 2 recommend you guys an opera that’s harder to find online but GODDD il prigioniero by luigi dallapiccola FUCKS
#like i already knew this i’ve been familiar with this work for a while now but hearing it in person is INSANE#also @ guy that asked about barber of seville prods i will get to you!! dw i’m just busy rn#il prigioniero#opera tag#rambles
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Il prigioniero – James Patterson e Michael Ledwidge. Un thriller mozzafiato con Michael Bennett alle prese con un nemico letale. Recensione di Alessandria today
Lo chiamano il Re Sole, perché davanti a lui tutti si inchinano. Manuel Perrine è un nome che incute timore: capo spietato di un cartello della droga messicano, è una delle figure più pericolose del crimine internazionale.
Lo chiamano il Re Sole, perché davanti a lui tutti si inchinano. Manuel Perrine è un nome che incute timore: capo spietato di un cartello della droga messicano, è una delle figure più pericolose del crimine internazionale. Ma il detective Michael Bennett, con un’operazione audace, è riuscito a catturarlo. Il prezzo pagato, però, è stato altissimo: durante l’arresto, Hughie, suo amico d’infanzia e…
#Alessandria today#autori thriller bestseller#cartelli della droga#crime fiction internazionale#Criminalità organizzata#detective story#Google News#Il prigioniero#indagini poliziesche#Investigazioni#italianewsmedia.com#James Patterson#letture ad alta tensione#Libri bestseller#libri consigliati#libri thriller 2025#Longanesi#lotta al crimine#Michael Bennett#Michael Ledwidge#narrativa adrenalinica.#narrativa americana#narrativa crime#narrativa d’azione#narrativa noir#Personaggi iconici#Pier Carlo Lava#romanzi con colpi di scena#romanzi da brivido#romanzi d’azione
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ᒪᗩᑌᖇᕮᑎT Oᖴ ᐯᕮᖇᕮ
A bit of our favourite cold prince inspired by the cosplay of @ovsyan_art on Instagram 🌻.
#laurent x damen#laurent captive prince#laurent of vere#damen x laurent#damianos of akielos#damen of akielos#damen captive prince#captive prince#c s pacat#comicstyle#drawing#markers#fanart#enemies to lovers#kings rising#a kingdom or this#prince's gambit#il principe prigioniero#lgbtq#lgbtq romance#lgbtq books#lamen#lamen fanart
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CHI È IL PRIGIONIERO?
di Giuseppe Aiello La lotta contro se stessi è la guerra più cruciale, essa determina il nostro destino – una guerra da cui dipende il nostro “come vivere” in questo mondo e nell’Aldilà. Se non siamo riusciti a fare della nafs un nostro prigioniero, sicuramente sarà essa a portarci in prigione come suoi schiavi. Se non riusciamo a incitarla e guidarla nel compiere buone azioni morali e…
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Maria Mercader ne Il Prigioniero di Santa Cruz (1941) di Carlo Ludovico Bragaglia
#maria mercader#il prigioniero di santa cruz#cinema italiano#attrici italiane#attrici spagole#my scans
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La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda... di accendere la luce. Albus Silente
#cit#citazione#citazioni tumblr#frasi#frasi tumblr#frasi film#film#harry potter e il prigioniero di azkaban#felicità#trovare#tenebre#ricordare#accendere#luce
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Mai capitato prima
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Era un uomo determinato, molto duro con sé stesso e con gli altri. Il dovere e la carriera davanti a tutto e prima di tutto. Nessuna deviazione, nessun prigioniero nello spietato mondo del business e poche ciance, per favore. Il sentimento? Roba da dilettanti, da femminucce. Donne? Solo hostess d'alto bordo: a pagamento e senza alcun coinvolgimento emotivo. Ci mancherebbe altro! E che femmine! Poi, per i misteri che solo un giorno lontano e lassù in alto capiremo, il sorriso e lo sguardo sommesso di una bella panettiera, una donna di umili origini, dai gusti semplici ma gentile e soprattutto vera, lo hanno reso… umano!
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Lei è decisamente una persona speciale, di quelle che s'accontentano d'un gelato gustato assieme. Perché ogni cosa, se fatta insieme e col cuore, vale molto più di una parure di diamanti. Egli ha cominciato d'un tratto a mostrare impercettibili segnali di distrazione, a delegare, a farsi addirittura sorprendere… sovrappensiero! Lui: quello lucido e sempre concentrato, sul pezzo! Inaudito. Aveva quindi impiegato mesi per strappare un appuntamento a questa donna timorosa, assolutamente diffidente. Una che aveva già sofferto abbastanza per amore e che non desiderava altro che essere lasciata in pace.
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Dopo essere finalmente riuscito a farla cedere, ha scoperto la tragedia meravigliosa di essere innamorato! Vuole solo lei, è gelosissimo ed è totalmente dipendente dal suo amore, dalla sua risata piena, dalla sua bellissima e saporita vagina, dalla vista e dall'odore dei suoi seni, delle sue ascelle. Dal gusto unico della sua bocca e della sua pelle. A volte, per lavoro �� fuori un intero mese. Però cascasse il mondo, inderogabilmente ogni settimana torna almeno una volta da lei: ore d'aereo di andata e immediato ritorno.
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Tutto per assaporare magari per un'ora soltanto il suo miele. Ed è felice così. Potrebbe avere le più belle modelle, stupende professioniste in carriera, ballerine mozzafiato, raffinatissime e ricche donne dell'alta società, perché a dir la verità ce ne sono molte che glielo fanno tuttora capire in modo inequivocabile. Ma lui niente: vuole solo lei. Ne è oramai dipendente. Droga d'amore, mistero del cuore. Ti prende e ti possiede. Non hai scampo.
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RDA
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Perdonare qualcuno non significa tollerare il suo comportamento. Non significa nemmeno dimenticare che ti ha ferito o nemmeno permettere che te lo faccia di nuovo.
Perdonare significa fare pace con quello che è successo. Significa riconoscere la tua ferita, darti il permesso di provare dolore e capire che quel dolore non è più necessario. Significa lasciar andare il dolore e il risentimento per guarire e andare avanti.
Il perdono è un dono a te stesso. Ti libera dal passato e ti permette di vivere nel presente.
Quando perdoni te stesso e gli altri, sei davvero libero. Perdonare significa liberare un prigioniero e scoprire che quel prigioniero eri tu.
Louise Hay
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Trovo che nulla parli di noi come le nostre lacrime. Di conseguenza, ho deciso di trascrivere qui una lista di eventi e situazioni che mi fanno piangere inconsolabilmente:
le lettere scritte da mia madre e nascoste in un vecchio diario di scuola, quando andavo ancora alle medie. Le ho scoperte soltanto pochi mesi fa, riaprendolo casualmente, e sono scoppiato a piangere,
il finale di Mary Poppins, quando dopo essere stato licenziato, il signor Banks torna a casa con l’aquilone finalmente riparato e comincia a giocare coi figli, correndo fuori con loro per farlo volare nel parco (scena tuttora inguardabile per me senza cominciare a frignare),
gli abbracci alla stazione,
l’episodio di Doraemon in cui Nobita vorrebbe ringraziare la persona che, durante una gita all’asilo, lo aiutò a rialzarsi, scacciando i bruchi pelosi che lo ricoprivano. Tuttavia, Nobita non riesce a ricordare il suo volto, così Doraemon gli offre l’opportunità d’incontrare chiunque voglia nella Stanza del Rivedersi,
la perduta innocenza,
il finale dell’Uomo dei Sogni, quando Ray incontra suo padre, morto da tempo, e prima che questi svanisca gli chiede: “Ehi papà, vuoi giocare un po’ con me?” (tema a quanto pare ricorrente, dovrei forse dedurne qualcosa?),
l’inesorabile decadimento fisico e psichico dei miei genitori, ormai pressoché anziani,
la tenerezza del mio cagnolino e la consapevolezza della sua ineluttabile caducità,
questo mio talento letterario negletto e sprecato, gettato ormai ad appassire come giardino incolto,
il finale della terza stagione di Person of Interest, quando Samaritan sembra aver ormai vinto, ma il monologo di Root ci ricorda che nonostante tutto il male che ci opprime, non dobbiamo mai smettere di sperare,
Exit music for a film dei Radiohead, dal minuto 2:50, ovvero lo smanioso desiderio di rivalsa che da sempre m’avvampa e mi corrode animo e viscere dopo ogni mortificante derisione, al pensiero che sì, un giorno tutti sapranno, e allora, beh, gliela farò vedere io… (me ne rendo conto, di solito è così che nascono i serial killer). Questa parte, ad ogni modo, mi emoziona a tal punto da avermi spinto a scrivere il finale della mia storia: “Un ventoso mattino di settembre, i servi del marchese avrebbero forzato le porte dello studio, ove il misero scrittore soleva rinchiudersi di notte, e lo avrebbero trovato morto, riverso fra le sue carte in una pozza di vomito. Spalancate le finestre a lutto, i poveri disgraziati sarebbero stati travolti allora dall'empia ferocia di quegli astiosi fogli sdegnati dal tempo e, così finalmente libere, pagine e pagine d'inchiostro si sarebbero riversate in strada, pronte a prender d'assalto case e negozi, scuole e caserme, mulinando burrascose sulla città, fra le strida dei borghesi impazziti e le urla dei bambini accalcati contro i vetri, fino a seppellire il mondo, terra e cielo, sotto cumuli di scritti dissotterati dal fuoco e dagli abissi”,
la morte di Due Calzini in Balla coi lupi (e il tema ad esso collegato), quando il lupo segue fedelmente Dunbar ormai prigioniero e i soldati gli sparano addosso per dimostrare la loro tonitruante possenza di coraggiosissimi esseri umani supercazzuti, finché non l’ammazzano senza pietà.
la lettera di Valerie da V per Vendetta, (credo non occorrano spiegazioni né commenti qui),
la mia sciagurata impotenza dinanzi al dolore degli amici,
la morte del commissario Ginz ne Il dottor Živago: “Soldati armati di fucili lo seguivano. ‘Cosa vorranno?’ pensò Ginz e accelerò il passo. Lo stesso fecero i suoi inseguitori. [...] Dalla stazione gli facevano segno di entrare, lo avrebbero messo in salvo. Ma di nuovo il senso dell’onore, educato attraverso generazioni, [...] gli sbarrò la via della salvezza. Con uno sforzo sovrumano cercò di calmare il tremito del cuore in tumulto. Pensò: ‘Bisognerebbe gridargli: - Fratelli, tornate in voi, come volete che sia una spia! - Qualcosa di sincero, capace di svelenirli, di fermarli.’ [...] Davanti all’ingresso della stazione si trovava un’alta botte chiusa da un coperchio. Ginz vi balzò sopra e rivolse ai soldati alcune parole sconvolgenti, fuori dell’umano. Il folle ardire del suo appello, a due passi dalle porte della stazione, dove avrebbe potuto rifugiarsi, sbigottì gli inseguitori. I soldati abbassarono i fucili. Ma Ginz si spostò sull’orlo del coperchio della botte e lo ribaltò. Una gamba gli scivolò nell’acqua, l’altra rimase penzoloni fuori della botte. [...] I soldati accolsero la sua goffa caduta con uno scroscio di risate: il primo lo colpì al collo, uccidendolo. Gli altri gli si gettarono sopra per trafiggere il morto a baionettate”. Non riesco a dire come questa fine mi commuova, ma credo abbia a che fare con goffaggine, spietatezza e umiliazione, cose che mi colpiscono tutte enormemente,
l’episodio de La casa nella prateria, in cui il signor Ingalls realizza una scarpa speciale per la piccola Olga che zoppica a causa di un’asimmetria nelle gambe. Il padre però non vuole che giochi con le altre bambine perché teme possano deriderla o che, ancor peggio, possa farsi male. Aggredisce così il signor Ingalls per essersi intromesso, ma all’improvviso vedendo la figlia giocare felice in cortile, muta espressione commuovendosi profondamente, ed io con lui. È la gioia d’un padre che comprende che sua figlia è finalmente felice.
la vittoria dell’Italia alle olimpiadi di Torino 2006 nel pattinaggio di velocità, inseguimento a squadre maschile. Avevo 17 anni, avevo finito da poco i compiti e non so perché, restai paralizzato di fronte alla tv ad ammirare l’impresa di Enrico Fabris e compagni, esplodendo poi in un inspiegabile pianto liberatorio che ancora oggi sa per me d’imponderabile (disciplina mai più seguita, che quel giorno però mi regalò un’emozione eguagliata solo dall’oro di Jacobs nel ‘21 - senza lacrime),
la canzone Ave Maria, donna dell’attesa: dal matrimonio di mia sorella ad oggi son passati sette mesi, eppure questa canzone mi fa ancora lo stesso perturbante effetto, scuotendomi ogni santa volta.
Isengard Unleashed dalla colonna sonora del Signore degli Anelli, in particolare, il momento coincidente con la marcia degli Ent (vedi sogni di furiosa rivalsa), dal minuto 2:18,
la comprensione altrui,
ogniqualvolta ho dovuto accompagnare qualcuno all’Eterna Porta e dirgli addio in Spiritfarer,
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trovare ricci spiaccicati sulla strada,
gli immarcescibili sensi di colpa per la morte del gattino Figaro, quando avevo cinque anni,
le storie di grandi insegnanti, capaci di lasciare tracce di sé nei loro alunni.
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Ogni volta che mi tradisco nel vano tentativo di aggrapparmi a legami velenosi, illudendomi che possano trasformarsi, svilisce il rispetto che devo a me stesso. È come se calpestassi la dignità del mio essere, sopprimendo i sussurri dell'anima che implora libertà. Inseguito da ombre di promesse mai mantenute, mi perdo nei labirinti di speranze illusorie. Cuori avvolti da spine, relazioni intrise di dolceamara sofferenza, mi tengono prigioniero di un passato che non vuol mutare. Eppure, continuo a nutrire quel flebile lume di possibilità, quel sogno antico che tutto possa rifiorire. Ma l'anima mia, stanca di catene invisibili, anela al vento leggero della rinascita. È tempo di lasciare andare pesi che gravano sul cuore, di levare l'ancora e salpare verso nuovi orizzonti. Il rispetto per me stesso reclama il suo spazio, come un albero che cerca il sole oltre la fitta foresta. Nel profondo sento risuonare l'eco di antiche saggezze: non si può cambiare chi non desidera mutare. È un canto sommesso che invita all'ascolto, a volgere lo sguardo verso l'intimità dell'essere, dove risiede la vera forza. Abbandonando illusioni vane, posso finalmente abbracciare la libertà e l'amore autentico che meritano dimora nel mio cuore. È dunque con passo lieve ma deciso che mi allontano da quei sentieri oscuri. Ogni respiro si fa più intenso, ogni battito del cuore celebra la ritrovata armonia. E mentre il velo delle false speranze si dissolve, scorgo all'orizzonte la promessa di un domani luminoso, forgiato dal rispetto e dall'amore per me stesso.
Empito
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Dalla nascita alla morte, dal lunedì alla domenica,
da mattina a sera,
tutte le attività sono organizzate e prestabilite. Come potrebbe un uomo prigioniero nella ragnatela della routine
ricordarsi che è un uomo,
un individuo ben distinto, uno al quale è concessa un'unica occasione di viverecon speranze
e delusioni,
dolori e timori, col desiderio di amare e il terrore della solitudine e del nulla?
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-Erich Fromm
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Se io taccio il mio segreto, esso è mio prigioniero; se me lo lascio sfuggire, io sono prigioniero.
_Arthur Schopenhauer
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Il prigioniero di James Patterson e Michael Ledwidge. Un caso di Michael Bennett. Recensione di Alessandria today
James Patterson e Michael Ledwidge firmano un thriller ad alta tensione
James Patterson e Michael Ledwidge firmano un thriller ad alta tensione Nel mondo del thriller poliziesco, pochi autori sanno creare suspense e azione come James Patterson. In Il prigioniero, scritto con Michael Ledwidge, torna il detective Michael Bennett, coinvolto in un’indagine che lo metterà faccia a faccia con un nemico pericoloso e spietato: Manuel Perrine, il leader di un cartello della…
#Alessandria today#Azione#Bestseller internazionale#cartello della droga#Colpi di scena#crime#Criminalità organizzata#crimini irrisolti#detective NYPD#detective story#giallo#Giustizia#Google News#Il prigioniero#indagini poliziesche#italianewsmedia.com#James Patterson#lettura adrenalinica#libri da leggere#libro da non perdere#libro thriller#Longanesi thriller.#Manuel Perrine#Michael Bennett#Michael Bennett serie#Michael Ledwidge#narrativa americana#narrativa contemporanea#narrativa noir#New York
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dunque in Liguria Toti viene tenuto prigioniero perché avrebbe potuto reiterare il reato che ancora non è stato dimostrato. Si dimette e lo liberano (!). L’ex VP del CSM del PD diventa Presidente della holding dell’ altro accusato nonché corruttore Spinelli. Per finire in gloria l’ex Ministro della giustizia PD si candida per prendere il posto di @GiovanniToti . Che volete di più ?
via https://x.com/chiccotesta/status/1819279976962666937
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Mira vitium natura saporem alienum in se trahendi
Meravigliosa è la natura delle viti di tirare a sé il sapore altrui (cioè del terreno dove sorgono)
Plinio Il Vecchio
Pavese diceva che i giorni della vendemmia sono i più belli dell'anno. Lo sono pure per me, che solo per tradizione familiare andiamo a raccogliere l'uva. La vigna i miei nonni la ebbero in dote dal padre di mia nonna materna come dote di nozze. Mio nonno era tornato a piedi dalla Germania, soldato catturato lì come prigioniero di guerra dopo la caduta del regime. È stato sempre il luogo della meraviglia per me sin da piccolo, e dei segnali del tempo e della natura: la scansione dei fiori, delle piante, i profumi degli agrumi, le ciliegie. Raccogliere le noci i giorni prima dell'inizio della scuola, e per farlo indossare due paia di guanti per non farsi nere le dita. I ricci delle castagne, da raccogliere con un bastoncino. E il piantare un albero per ogni cosa bella accaduta in famiglia: i successi personali, le nascite, i matrimoni.
Ancora oggi ogni volta che cerco un pensiero diverso vado a camminare tra i filari, a raccogliere i ciclamini in questo periodo, che crescono tra le nocciole.
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È un posto dell'anima.
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Mi guardi...
mentre scivoli lungo il mio corpo...
sono in balia del tuo sguardo...
prigioniero dei tuoi desideri e delle tue voglie...♠️🔥
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