#Iconoclasta
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viviween · 1 month ago
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Il termine beeldenstorm (tempesta delle immagini) indica la distruzione di luoghi sacri cattolici che si verificò tra il 10 agosto e l'ottobre del 1566 nell'area dei Paesi Bassi storici (gli attuali Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo).
Il movimento iconoclasta ❤️ cominciò a Steenvoorde, oggi Fiandra francese; la beeldenstorm portò allo scoppio della Guerra degli ottant'anni e alla creazione della Repubblica delle Sette Province Unite.
Durante la beeldenstorm, le folle inferocite distrussero completamente centinaia di chiese cattoliche, cappelle, abbazie e monasteri con tutto ciò che contenevano (altari, statue, fonti battesimali, cori, pulpiti, organi, calici, dipinti, libri e paramenti) e addirittura l'intonaco dell'interno ❤️
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pyxisbr-blog-blog · 4 months ago
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A Arte de ser um Iconoclasta, da Série "Entre sem bater".
Um idólatra e um iconoclasta nunca se bicavam.
Atualmente, as redes sociais misturam tudo.
#Iconoclasta #Entresembater #SalmanRushdie #Idolatra #Iconoclastia #Cetico #Critica #IdolosdeBarro #Mito
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kommunic8 · 1 year ago
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Cia avete mai fatto caso? Le chiese cattoliche all'esterno a volte sono molto semplici ed essenziali, ma all'interno trasudano di cristi morenti, madonne dolorant, statue, affreschi ori eccetera, mentre le chiese protestanti fuori sono spesso piene di ghirigori e sculture e torrette ma dentro sono vuote, nemmeno un singolo quadro, modello iconoclasta. Avrà a che fare con le diverse filosifie di vita? Mi ricorda quella divertentissima Bustina di Minerva di UMberto Eco dove paragonava IBM e MAC alle due religioni. TRASCRIZIONE [ENG Translation below] Mi ricordo ancora che la prima volta che mi è successo, successo a Monaco di Baviera, che è stata la prima città tedesca che ho visitato. Allora, io stavo a Monaco da un bel po' di tempo, ci ho trascorso circa un anno, un anno e mezzo, ero molto giovane, ero iscritta al primo anno dell'università, e fino a quel momento avevo visto molte chiese nella mia vita, però non avevo mai visto una chiesa protestante e ricordo perfettamente come rimasi davanti alla facciata della chiesa bellissima, piena di ghirigori, minareti, cose appiccicate a destra e sinistra e dissi, ah, che bello, andiamo a vedere com'è questa chiesa da dentro. Entrai e lì rimasi senza parole, perché in tutta la mia vita non avevo mai visto una chiesa così spoglia, così vuota, senza quadri, affreschi, senza statue, senza madonne piangenti e cristi morenti. Quella fu la prima volta che mi resi conto che le chiese protestanti, luterane, sono diverse dalle chiese cattoliche. Ora, col tempo, ho visitato molte chiese, e mi sono chiesta ma come mai questa differenza? Come mai certe chiese nei paesi del nord hanno tutta questa opulenza, ghirigori, destra e sinistra e tutte le figure che si arrampicano eccetera, i vetri colorati, bello, però poi entri dentro non c'è neanche un quadro appeso, sembrano quasi dei posti da iconoclasti. E invece le chiese cattoliche spesso fuori, penso le chiese romaniche, io non è che ne capisca molto di architettura però ho presente le chiese romaniche che sono molto squadrate, molto diciamo essenziali dal di fuori, poi entri dentro BANG! e ti si spalanca un mondo appunto, pieno di ventimila madonne, di cristi morenti, e poi gli affreschi, soprattutto gli affreschi, tu tiri su lo sguardo e vieni travolto da questi angeli, i putti, tutte le cose, poi tutto così plastico, così cinematografico. E io non lo so perché questa cosa qua, perché questo mostrare l'opulenza invece viene vissuto male nei paesi del nord, cioè un po lo so dal punto di vista filosofico però è una cosa che ogni volta che poi capito in una chiesa così mi... io lo so che entro non trovo niente dentro, vabbè trovo lo spirito divino che cos'è, però non trovo né quadri, né statue, né madonne. TRANSLATION I still remember the first time it happened to me, it happened in Munich, which was the first German city I visited. So, I was staying in Munich for quite some time, I spent about a year, a year and a half there, I was very young, I was enrolled in the first year of the university, and until that time I had seen many churches in my life, however, I had never seen a Protestant church, and I remember perfectly how I stood in front of the facade of the beautiful church, full of squiggles, minarets, things stuck on left and right, and I said, ah, that's nice, let's go and see what this church looks like from inside. I went in and there I was speechless, because in all my life I had never seen a church so bare, so empty, with no paintings, no frescoes, no statues, no weeping Madonnas and dying Christs. That was the first time I realised that Protestant, Lutheran churches are different from Catholic churches. Now, over time, I visited many churches, and I wondered but how comes this difference? How comes that certain churches in northern countries have all this opulence, squiggles, left and right and all the figures climbing etc., the stained glass, nice, but then you go inside there's not even a picture hanging, they almost look like iconoclastic places. And on the other hand the Catholic churches often outside, I think the Romanesque churches, I don't really understand much about architecture but I am aware of the Romanesque churches that are very square, very let's say essential from the outside, then you go inside BANG! and a world just opens up to you, full of twenty thousand Madonnas, dying Christs, and then the frescoes, especially the frescoes, you look up and you are overwhelmed by these angels, the cherubs, all the things, then everything so plastic, so cinematic . And I don't know why this thing here, why this showing opulence instead is lived badly in the northern countries, I mean a little bit I know it from the philosophical point of view however it is something that every time then I understand in a church so I... I know I go in I don't find anything inside , alright I find the divine spirit what is it, however I don't find paintings, statues or Madonnas.
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juancarlosvasquez · 1 year ago
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—How do you come up with stories that mostly depict terror, madness, panic, and hatred? What diagnosis would you make when comparing reality with fiction?
—I imagine characters who are broken, exhausted, cornered against vulgarity and a lack of imagination and humor (including myself).
What we write in fiction is absolutely fascinating because we provide ethical justifications for cruelties and elevate the most despicable acts to an intellectual level. In reality, all the deaths, tortures, and abuses are carried out by big mediocrities in an even more mediocre way. Reality is intensely boring. The surprising thing is the number of people who extol those mediocrities. I suppose the saying that every nation gets the government it deserves is a universal constant, something undeniable.
• Translation of the interview conducted in Spanish.
• Interview with Pablo López, The Iconoclast: Disassembling Social Hypocrisy. By Juan Carlos Vásquez. Excerpt.
• Ilustración: Johanna Van Beneden. Artist: Kurar art- Pinterest
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wander846 · 2 years ago
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𝗔 𝗤𝗨𝗘𝗦𝗧Ã𝗢 𝗗𝗔 𝗔𝗠𝗕𝗜𝗚𝗨𝗜𝗗𝗔𝗗𝗘 𝗗𝗔 𝗧𝗥𝗔𝗗𝗜ÇÃ𝗢 𝗜𝗖𝗢𝗡𝗢𝗚𝗥Á𝗙𝗜𝗖𝗔 𝗘 𝗢 𝗧𝗥𝗜𝗨𝗡𝗙𝗢 𝗗𝗔 𝗢𝗥𝗧𝗢𝗗𝗢𝗫𝗜𝗔
O problema da tradição – e da ambigüidade da tradição – é, de certa forma, o problema mais fundamental de todos na teologia dos ícones. Foi assim para os próprios debates iconoclastas dos séculos VIII e IX, e é assim para nosso esforço hoje em compreender as questões teológicas que todos os lados acreditam estar em jogo nessas controvérsias. Cada lado apelou para a autoridade da tradição, e cada…
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radhub · 2 months ago
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Iconoclasta x Duvan Chaves
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istanbulperitaliani · 4 months ago
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Il Monastero di Stoudios
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Il Monastero di Stoudios, conosciuto anche come Stoudion, è uno dei monumenti bizantini più antichi e significativi di Costantinopoli.
Fondato nel V secolo, il monastero divenne subito un importante centro spirituale. Conosciuto per la sua rigida adesione alla regola monastica di San Basilio, il Monastero di Stoudios non solo fungeva da rifugio spirituale, ma era anche un importante centro di studi teologici e di copiatura di testi sacri. I monaci di Stoudios furono protagonisti nella difesa delle icone durante la crisi iconoclasta (VII-VIII sec).
La basilica, costruita in mattoni con un interno decorato da mosaici e affreschi, era famosa per la sua sobria bellezza e per la sua capacità di evocare un profondo senso di spiritualità. La sua architettura seguiva lo schema basilicale con una navata centrale ampia, fiancheggiata da due navate laterali, separate da file di colonne di marmo. Nel 1204, il monastero fu gravemente danneggiato dai Crociati e ristrutturato nel 1293. Raggiunse un secondo periodo di prosperità sotto l'Impero Bizantino, diventando un importante luogo di pellegrinaggio per le sue reliquie.
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Dopo la conquista ottomana di Costantinopoli nel 1453, il Monastero di Stoudios fu trasformato in moschea nel 1555, conosciuta come İmrahor Camii. Molti elementi dell'architettura bizantina, come colonne e capitelli in marmo, furono conservati, mentre gli affreschi e i mosaici furono ricoperti per conformarsi alle pratiche islamiche.
Nel XIX secolo, un devastante terremoto colpì l'edificio, causando il crollo di gran parte della struttura. L'edificio fu completamente distrutto nel 1920 e venne abbandonato, rimanendo in tale stato per molti decenni.
Attualmente sono in corso importanti lavori di restauro. Ecco alcune foto di come si presentava nel 1936.
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Foto 1: S.Teodoro Studita raffigurato due volte. A destra la facciata orientale del Monastero di Studion in una miniatura tratta dal Menologion di Basilio II di Simeone Metafraste, 985 Biblioteca Vaticana Foto 2: Questo acquerello di Antonios Manarakis raffigura il Monastero di Stoudios nel XIX secolo, quando l'edificio non era più un monastero, ma una moschea (İmrahor Camii). La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: [email protected] Seguici anche su www.facebook.com/istanbulperitaliani
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themagnificentmags · 2 months ago
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Fic rec: Iconoclasta Oritur by Astrance! I picked it up recently to my delight -- this is what I love about it:
I absolutely adore Katov von Valancius. Katov is a jaded ex-Commissar with a hard-earned Iconoclast streak and a whole boatload of issues. Astrance has woven Katov's backstory deeply into her worldview, and it always feels like a great fit with the 40k universe. The slow reveal of Katov's past has been really good, too.
But really Katov is only half of it -- the chapter POVs alternate between Katov and Abelard. His stodgy self-assurance makes for great contrast with Katov's worries and relationship woes, and it's very fun to get a look at what's going on with the rest of the ship and retinue.
Katov and Heinrix do not get off on the right foot. They get into a lot of arguments, and their banter is always snappy, cutting, and deeply enjoyable. Watching their relationship develop so far has been a delight and I am very excited to see where it goes from here.
Astrance has a really great use of juxtaposition -- sometimes for drama, sometimes comedy, sometimes irony, always really satisfying.
The angst is so, so good. I love me some good medical/injury drama and by god Astrance delivers -- with tension, vivid details, and character development. Though there is plenty of other trouble to be had -- Katov's extended car-crash of an emotional breakdown in ch 20 lives rent-free in my head -- and the dire situations make the soft moments all the sweeter.
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Storia Di Musica #277 - AA.VV., Romeo + Juliet (music from the motion picture), 1996
La serie maggiaiola di dischi colonna sonora volge al termine. Per mia scelta iniziale, non ho considerato i classici opere di quei grandiosi giganti che hanno fatto delle colonne sonore quasi un nuovo ramo artistico (penso a Morricone, Zimmer, Williams, Rota, Badalamenti per dire i primi che mi vengono in mente), ho considerato alcuni lavori dove l’uso del brano rock fosse alquanto innovativo, direi di costruzione delle scene e non di semplice accompagnamento, e che furono anche motore di successo sia per il film che per le canzoni che compongono la colonna sonora. La scelta di oggi è caduta sul film di Buz Luhrmann, Romeo + Juliet, del 1996, una ripresa quasi del tutto integrale del classico dramma di William Shakespeare: il regista utilizza in maniera quasi identica trama e dialoghi, cambiando solo l’ambientazione, spostando le vicende dalla splendida Verona italica a Verona Beach, sobborgo di Los Angeles, negli anni ‘90 del ‘900, dove Montecchi e Capuleti sono due potenti famiglie dedite al malaffare che si combattono non a colpi di spada ma di armi da fuoco. Luhramm affida i temi orchestrali a Nellee Hooper, Craig Armstrong e Marius De Vries e ad una serie di canzoni rock, che compongono il primo volume della colonna sonora. Infatti ne furono pubblicati due: il primo è il riferimento alla storia di oggi, il secondo uscì dopo il successo del primo, racchiudendo i temi orchestrali principali e alcune canzoni secondarie. Il disco racchiudi molteplici artisti e molteplici generi: la canzone principale, il tema d’amore, è la ballata pianistica, toccante, Kissing You di Des’ree, che in quei mesi aveva scalato le classifiche di mezzo mondo con il sound accattivante del suo singolo You Gotta Be. Hooper e De Vries remixano una b-side del primo singolo dei Garbage, #1 Crush, che inizia con i gemiti sensuali di Shirley Manson. I Butthole Surfers perdono buona parte della furia iconoclasta della loro musica, ma regalano un brano eccellente in Whatever (I Had a Dream), scritto per l’occasione. C’è molta musica indie: dagli Everclear con Local God, il duo degli One Inch Punch con Pretty Piece Of Flesh, una delle canzoni più famose di Gavin Friday, Angel, che verrà usata anche in molte pubblicità. C’è una parte che recupera due canzoni del passato: Young Hearts Run Free è una canzone scritta da David Crawford, che fu portata al successo nel 1976 da Candi Station, fino al numero 1, e che qui è ripresa da Kym Gazelle; Everybody's Free (To Feel Good) fu il brano più utilizzato nei club di Ibiza nel 1991, ed è il maggior successo di Rozalla, una artista dance dello Zimbabwe, ed è ripresa qui da Quindon Tarver, che ha pure un cameo nel film. C’è anche un trittico di canzoni di gruppi svedesi: la delicata Little Star di Stina Nordenstam, il più grande successo del gruppo The Wannadies, You And Me Song (del 1994), ma soprattutto Lovefool dei Cardigans di Nina Perssons, uscito poche settimane prima come singolo e che divenne un successo strepitoso anche per via del clamore del film. Rimangono una bellissima ballata di Mundy, un cantautore irlandese che diventerà un produttore discografico fondando una sua propria etichetta, con To You I Bestow, e una canzone dei Radiohead, Talk Show Host, una b-side del singolo Street Spirit (Fade Out), che faceva parte del disco dello stesso anno, 1996, The Bends. Thom Yorke scrisse però per il film una canzone speciale, ispirata, secondo tutte le interviste che in seguito concesse, ad un’altra famosa trasposizione del dramma del Bardo Romeo e Giulietta, quella del 1968 diretta da Franco Zeffirelli. Exit Music (For a Film) fu usata per i titoli di coda del film di Luhrmann, ma non nella colonna sonora per precisa scelta di Yorke: la canzone diventerà poi leggendaria poichè è nella scaletta di Ok Computer, lo storico capolavoro dell’anno successivo, 1997. Luhrmman userà in tutti i suoi lavori brani rock in modo particolare, e massima testimonianza di ciò sono il musical Moulin Rouge del 2001 e Elvis del 2022, dove in entrambi i casi porta a casa una nomination all’ Oscar per la miglior regia. Il film sarà un successo al botteghino, e lo fu anche la colonna sonora: arriverà al numero 2 della classifica di Billboard, e venderà solo negli USA 3 milioni di copie, fu il trampolino di lancio per gli attori (Di Caprio l’anno successivo, nel 1997, era in Titanic), per alcuni dei protagonisti di questa colonna sonora (soprattutto i Cardigans) e per lo stesso Luhrmann. 
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thegianpieromennitipolis · 1 year ago
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO TERZO - di Gianpiero Menniti 
METAFISICA
Il fondo oro delle immagini sacre non è stato solo un evento simbolico nella pittura. Il richiamo all'invisibile diventa possibilità, fenomeno che sposta il piano della rappresentazione dalla mìmesis a quello dell'aletheia, dall'imitazione che non forma la verità dell'oggetto, al significato metaforico di una verità priva della forma: è presente ma, nel medesimo tempo, "steresis", privazione.  Esiste, ma non è visibile, esiste, ma non è rappresentabile in una forma: non è il contrario di questa, ma ciò che può solo essere pensato. Nell'estetica di Platone, la "mìmesis" è "aletheia" solo quando è richiamo all'idea: il tentativo di dire la cosa per com'è e non di descrivere l'oggetto come se fosse il reale trasposto sul piano del rappresentato.  Non è l'oggetto reale ma la sua imperfetta imitazione. Dunque, nella logica platonica, quanto appare riconoscibile è mistificazione, mentre il riferimento simbolico è espressione del vero. E per quanto possa apparire un riferimento lontanissimo, la proposta metafisica di Platone è rimasta centrale nel corso della storia, un concetto insuperabile con il quale, come in un ritorno sorprendente, l'arte occidentale ha dovuto misurarsi, anche nel confronto con la pittura orientale, rimasta fedele all'impostazione simbolica quale alternativa al rigore del concetto iconoclasta.  Fino all'astrattismo. Questa corrente artistica, nelle sue numerose sfaccettature, nel tentativo di condurre alla tensione estrema la possibilità del rappresentabile, ha introiettato la visione platonica, rifiutando l'imitazione dell'oggetto fisico per varcare la soglia della metafisica. Il sacro, quello che è "separato", diventa, nuovamente, possibilità.
- Masaccio (1401-1428): "Crocifissione, dal Polittico di Pisa", 1426, Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte
- Vasilij Kandinskij (1866-1944): "Senza titolo", 1941, New York, Guggenheim Museum
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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gett-merkedd · 2 years ago
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“I do not want to unite with the multitude of those who flatter the proletariat, excusing them, praising them, adorning them with wreathes. No, oh distinguished windbags, your verve disguises nothing. The “people” is always there, idiotic, cowardly, resigned. And I, who consider myself superior, desire to be so, and both the bourgeoisie and the proletariat will pay for my superiority”
— Bruno Filippi, The Rebels Dark Laughter
Bruno Filippi was born in Livorno, Italy, into a large family, the first of six brothers, and his father was a typographer. His family moved to Milan when he was still a child and in 1915, he already had trouble with the local police forces. That same year, he was arrested during an anti-militarist demonstration where he had a warm gun without bullets.
While still an adolescent he discovered the philosophy of Max Stirner and so he embraced it. Filippi was a regular contributor to the Italian individualist anarchist journal Iconoclasta! where he collaborated with the notorious individualist anarchist Renzo Novatore. In 1920, the editors of the paper printed a booklet with many of his articles entitled Posthumous Writings of Bruno Filippi.
After the war, in 1919, the biennio rosso events exploded in which he participated. On September 7, 1919, he died in Milan, while trying to explode a bomb directed at a meeting of the richest people in the city. Renzo Novatore wrote an article dedicated to him called "In The Circle of Life. In Memory of Bruno Filippi." There he said that Filippi "immolated himself in a fruitful embrace with death because he madly loved Life. We have the need and the entitlement to. say of him that which was said of the D'Annunzian hero: “That the slaves of the marketplace turn around and remember!”"
Contemporary American insurrectionary anarchist Wolfi Landstreicher translated some of his writings into English in a collection he titled The rebel's dark laughter: the writings of Bruno Filippi. Landstreicher says about Filippi that "His essays, stories and prose poems show no mercy for either domination or subservience in any form, and he was as harsh in his assessment of the slaves who resigned themselves to their slavery as to the masters who exploited and oppressed them. He could be faulted, like — Renzo Novatore, for his lack of class analysis. But when watching the masses of the poor and working people go out without protest to slaughter each other at the orders of their masters, it must have been difficult for the few who did refuse this slaughter not to be disgusted by such sheep — like behavior. In 1919, when there was an uprising in Italy, Filippi was out there fighting with the insurgent exploited, clear about who was the enemy."
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inutilidadeaflorada · 2 years ago
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Colóquio e as Imagens Convalescentes do Cotidiano
O esboço do pão à vida presente O exercício das mãos recordando tristezas Tenho a virtude habituada por um grito E nada acontece, nada estimula, nada o aceita Irrompe o mistério Sob tal arbítrio Corre rio abaixo O quebranto para o espanto É imperativo fazer-se dor Imperar o amanhecer e o recriminar O próprio corpo como objeto democrático de hipnose Teimando uma hipótese controversa Estreitam os laços, entre imagem e vislumbre Revistas alinhadas em funis e goelas Gargantilhas e espartilhos como deuses Remodelando o corpo à fórceps E eu não deveria respeitar o meu silêncio, deveria grita-lo Até tingir a noite azul moderna em uma substância púrpura Escondendo minhas feridas, lavando meu rancor, afogando meu medo Entretendo, tudo é um pesadelo monótono sem nada para transgredir E mesmo que eu invente álibis Minta, ao afirma que não me diz respeito É claro que as mãos invisíveis atadas no meu pescoço Pesam o fôlego e a força como âncora. Então, a devo negar Estreita rezas minguadas, rezas em becos iconoclastas Outra vez, pela última vez, eu prometo tecer a vaidade Tal um filho pródigo, concebê-la e ama-la E ninguém me verá renegá-la Como eu, as mãos estão silenciadas Sem o constrangimento do tato, Palavras prenhas de mentiras ensaiadas Textos rancorosos de semiótica míope
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blues-nocturne · 1 year ago
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Eu queria ter conhecido literatura por meio dos ficcionistas moribundos, sarcásticos e iconoclastas, e não de poetas românticos e escritores sentimentalistas.
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Casi nunca puedo quitarme la austeridad de encima por cuestiones de pobreza. Sin embargo, cuando puedo sacudirmela, igual se me queda pegada un rato, como ahora que estoy cuidando una casa que a diferencia de la mía no tiene sarro, ni polvo en los muebles, ni pelos caídos por ahí, una casa donde el jabón no es una pastilla sino un líquido milagroso, donde el piso es un lugar cálido de losa radiante que me invita a caminar descalzo en lugar de la superficie antártica de mi hogar. Es cinco veces más grande que mi casa y eso contando solo la parte edificada, porque entre patio y fondo hay una superficie superior a la del Vaticano. Voy a usar los platos y la austeridad ataca: hay 300 y siempre uso el mismo. Lavo y vuelvo a usar. Como si la persona que viene a limpiar 32 veces por semana no existiera. Lo mismo con la taza y los cubiertos y hasta los baños: hay varios para elegir y siempre uso el/la/lo mismo. Hay una mesa gigante y me siento en el mismo lugar, una cuidadosa selección de unos 40 centímetros cuadrados en una mesa que alcanza para dos familias. Casi 20 sillas y solo uso 1, por supuesto. Elijo dormir en el sillón que es más grande y cómodo que la mejor cama que conocí jamás. A pesar de que la casa se mantiene en una constante de 22 grados bajo un cuidadoso control climático, algunas habitaciones tienen su aire acondicionado, que jamás toco. Ni hablar la estufa a leña, no tengo ni idea de cómo hacer un fuego sin morir en el intento. Además siento una constante sensación se profanación en esta casa ajena. Toco lo menos posible todo. Cada cajón o estantería que abro siento que cometo un crimen. Territorio sagrado corrompido. Voy a la heladera y me asfixia la iconoclasta saturación de fotos de una familia completamente ajena a mi clan. Me miran con toda la buena voluntad del mundo, tratan de sostenerme, porque ellos saben y yo también, que detrás solo me espera el abismo.
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(foto: yo en uno de esos baños, de la emoción olvidé enfocar mi cara, sepan disculpar)
Acostumbradoalfindelmundolandia: linktr.ee/acostumbradoalfindelmundo
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charlot-harold-keaton · 1 year ago
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Isadora Duncan fue una mujer polémica, nihilista e iconoclasta, contradictoria se oponía al matrimonio - aunque finalmente se casó- y detestaba de forma enfermiza y vehementemente el ballet clásico al que consideraba pura gimnasia fría, vacía y poco emotiva, es memorable en una cena una acalorada discusión que tuvo con Diavgilev el gran empresario de ballet en Rusia al que apostrofó sin miedo con los peores dicterios y anatemas sobre el arte de las puntas y se volvió enemiga de la Pavlova, después de haber reconocido su talento como bailarina pero usó luego muy enconosos comentarios sobre la mítica bailarina rusa y su manera glacial de bailar; la Pavlova murió sin perdonarla jamas. Los que pudieron ver en escena a la Duncan afirman que su danza carecia de códigos académicos, pero era exhaltada, pasional, nirvánica y que producía un efecto de éxtasis en los espectadores, pero en realidad Isadora no dejó ninguna escuela, ni ningún legado coreográfico ya que su danza era muy personal y libre. Tenía un músico que solía acompañarla que era tan feo - la Duncan adoraba la belleza más allá de toda comprensión- que ella lo aborrecía y pidió que lo expulsaran "No puedo verle ese espantoso rostro que me desconcierta" pero en una ocasión el músico delante de ella extrovertió su profunda espiritualidad y la grandeza de su alma en una conversación y Isadora quedó fulminada por aquella alma y ambos terminaron siendo amantes.Isadora fue tan pasional que cuando supo la noticia de la muerte de sus hijos se lanzó a correr por la playa desgarrada, al sentirse exhausta se dejó caer sollozando en la arena un hombre que la vio se acercó y le preguntó qué la pasaba, que si podia ayudarla, la Duncan le respondió
"Por favor, hágame un hijo "
Isadora murió de una rara y trágica forma, en Niza Francia en el año 1927, salía de una fiesta feliz y sonriente, al despedirse se dirigió a sus amigos al abordar un auto que la conduciría al hotel diciéndoles sonriendo "Adiós a todos me voy al amor"
Minutos después moriría estrangulada por su propio chal qué empujado por el viento términó enredándose en las ruedas del auto estrangulándola.
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claudiosuenaga · 1 year ago
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David Grusch é mais um desinformante do Governo? Quantas vezes já não ouvimos essas alegações antes?
O ex-oficial de Inteligência David Grusch foi apresentado à comunidade ufológica e ao entorpecido mundo em geral no dia 5 de junho de 2023 pelo site The Debrief. Em seguida, o premiado jornalista investigativo Ross Coulthart entrevistou David Grusch na NewsNation.
Quantas vezes já não ouvimos tudo isso antes? Esses insiders ou whistleblowers, sem apresentarem, como sempre, qualquer prova, respaldados apenas por seus altos cargos e postos, nos brindam com revelações as mais fantásticas, a confirmar muitas daquelas suspeitas construídas ao longo das décadas em cima do mito de Roswell, como se estivessem investidos em cumprir determinadas diretivas "patrióticas", enquanto se fingem de rebeldes, idealistas e iconoclastas para maior efeito de convencimento.
Jornalistas tão gabaritados não podem ser tão ingênuos a ponto de deixar passar batido tais implicâncias. Das duas uma: ou as desconhecem mesmo, e neste caso são ineptos, ou fingem desconhecer, e neste caso são desonestos e estão a serviço daqueles que deveriam estar questionando, e que são justamente o que estão mudando o nosso modo de vida e moldado, para muito pior, o nosso futuro.
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