#Giuseppe Piccoli
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è mancata Domenica Megali in Crucitti
è mancata Domenica Megali in Crucitti Ne danno il triste annuncio i figli: Paolo con la moglie Angela, Natale con la moglie Emilia, Carmelo con la compagna Adriana, Mariella con il marito Davide, i fratelli Sebastiano con la moglie Ines, Franca con il marito Giuseppe, Angelica con il marito Fortunato, Margherita con il marito Carmelo, i cognati Crucitti con le rispettive famiglie, gli adorati…
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#Angelica con il marito Fortunato#Carmelo con la compagna Adriana#Dario#domenica 3 c.m. alle ore 15:30#dove la Salma giungerà direttamente dal Grande Ospedale Metropolitano Riuniti dove è allestita la Camera Ardente#è mancata Domenica Megali in Crucitti Ne danno il triste annuncio i figli: Paolo con la moglie Angela#Franca con il marito Giuseppe#Giulia#gli adorati nipoti: Agostino con la moglie Catalina#i cognati Crucitti con le rispettive famiglie#i fratelli Sebastiano con la moglie Ines#i piccoli Cristiano#Leonardo#lorenzo#marco#Margherita con il marito Carmelo#Mariella con il marito Davide#Matteo ed i parenti tutti. I funerali saranno celebrati domani#Natale con la moglie Emilia#nella Chiesa San Sperato#Tiziano
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Lo sai Giulia cosa diranno adesso?
Che dovevi scappare, che dovevi lasciare un uomo del genere.
Dai primi dubbi, dal sentore di quella relazione con la collega, dai segnali che percepivi.
Perché voi donne in un modo o nell'altro, un po' di colpa ve la dovete tenere.
Perché in una società come la nostra, l'uomo ha sempre qualche attenuante.
Alla fine ve lo insegnano da piccole, che se Eva non avesse mangiato la mela, vivremmo ancora nell'Eden.
Che se le donne lavorano nascono meno figli
Che le donne troppo libere sono pericolose.
Che la minigonna dà segnali inconfutabili.
Che dire no non basta se metti troppo trucco
Che se i tuoi figli son maleducati è colpa tua.
Che se la casa è in disordine è colpa tua
Che se tuo marito ti tradisce è perché non te ne occupi abbastanza.
Che se il tuo compagno ti ammazza, un po' te la sei cercata
Vivete di sensi di colpa.
In ogni contesto
Perché prima gli uomini erano mariti e padroni.
Ora sono confusi, per la vostra indipendenza, per l'intrapredenza, per la sicurezza.
E vanno capiti...loro.
Già parlano di lui come di un bravo ragazzo, sempre col sorriso, nessuno se lo sarebbe mai aspettato.
I più cattivi diranno che è un narcisista patologico, un anaffettivo, freddo, calcolatore.
E invece no, Giulia
Un assassino. E' semplicemente un assassino.
E tu non sei scappata
dalle responsabilità, dal chiarimento, dal faccia a faccia.
Perché voi donne i problemi li affrontate.
Dolorosi o meno, scomodi, difficili.
E non voglio immaginare quando hai capito che era troppo tardi, per salvarvi.
E fa troppo male Giulia, pensare al tuo futuro che resta racchiuso in una foto.
E fa troppo male pensare a quel pancione che non sarà mai vita.
Fa troppo male pensare che tante, troppe Giulie vivono in ricordi, fotografie per colpa di uomini piccoli e meschini. Violenti. Perché la violenza ha mille tentacoli e mille forme.
Peccato che quando la si denuncia, in pochi casi viene creduta, o capita.
E non lo so Giulia che sarà di voi, di una società in cui non si fa mai abbastanza, in cui si insegna alle donne a scappare e non agli uomini a rispettarvi
In cui i problemi si eliminano con una lama affilata.
In cui tutto questo cordoglio sembra solo una resa.
Un fallimento.
In cui avrete voce solo da morte.
Giuseppe Frascà
AUGURI MAMMA GIULIA ❤️❤️
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"Ricorda le cose che contano veramente.
Non trascurare le persone importanti
della tua vita.
Non sottovalutare i piccoli piaceri
che possono renderti felice adesso.
Non dare nulla per scontato.
Ricorda di respirare
a pieni polmoni oggi e non vivere
in apnea rincorrendo il domani.
E soprattutto non dimenticare
chi sei veramente.
Se perdi te stesso hai perso tutto.".. ♠️🔥
~ Giuseppe Donadei ~
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"Bruna cara,
sono precisamente le sette secondo l’ora italiana, ma a San Paolo devono essere le sei e trenta appena. Devi dormire ancora, e Ti ha disturbato il sonno il mio pensare a Te così mattutino? Se il mio pensare a Te dovesse disturbarTi, non avresti un minuto di pace.
Sento sempre la Tua voce, quella Tua di quella mattina al telefono, mentre stavo per partire. E cerco con gli occhi il Tuo viso, e a volte non riescono a rivederlo com’è, e allora mi stringo con le due mani il viso, e l’accarezzo, e nel mio viso mi rinasce il Tuo nelle mie mani, la più cara cosa, la sola che amo su tutte, l’anima della mia anima, sei l’anima della mia anima, l’ultima forza che mi resta, l’ultima mia poesia, la vera, l’unica vera.
Sono qui al mio scrittoio, in una cabina grande come una piazza. Era per due persone, ma pensano che sono un personaggio tale da meritare d’occupare da solo due letti. Tutto invece, credo, per ricordarmi piuttosto che alla mia età ho il dovere d’essere solo, e anche per rinfacciarmi, forse, con la necessaria ironia, questo mio assurdo atto di scriverTi.
Come hai fatto a entrare così a fondo nella mia vita? Sei d’una sicurezza in quello che fai incredibile, e sei venuta con quella poesia. A dirti la verità, quando sei andata via e l’ho letta, m’è parsa inutile. C’era un’enfasi, c’era un metro in disuso, non so cosa c’era che mi urtava. L’ho ripresa poi a leggere, e vi ho scoperto una grazia, un’onestà, il modo raro d’indovinare il peso, la qualità, la novità, qui e là dei vocaboli, e mi ha toccato, d’improvviso mi ha toccato il sentimento, il dono vero che offre solo la buona poesia, quel dono che illuminava l’ingenuità di quelle strofe un po’ antiquate, che illumina tutto quello che fai. […]
Non sono che un piccolo poeta di questo secolo, nel quale anche i maggiori non possono essere che piccoli poeti; ma anche oggi, nel trambusto, nell’inferno d’oggi, – anche oggi la poesia ha bisogno di essere una persona che si scopre tra la gente – che infonde tanta carità, tanta fede, tanta speranza […]
Io sono ormai troppo vecchio, oltre misura vecchio, quasi un antenato, e non occorre che io sia ancora felice, e non mi pare che sia successo un giorno ch’io fossi felice. Ma l’augurio che Tu abbia lunghi anni felici si avvererà. Nessuno ha mai desiderato con più violenza, con più disperazione che sia felice una persona, e non è mai accaduto, se il desiderio era fortissimo, che non fosse esaudito."
- Giuseppe Ungaretti a Bruna Bianco, 15 settembre 1966
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Canivets
Piccoli capolavori anonimi (sec.XVII-XIX)
dalla collezione di Giuseppe Recchi
Flavio Cammarano, Giuseppe Recchi
Tecnostampa, Loreto 2024,152 pagine, 23x29cm, copia 025/300
euro 70,00
email if you want to buy [email protected]
Quest’opera presenta sessantuno canivets, preziose immagini devozionali manufatte prodotte in Francia, Germania, Austria, Svizzera, Boemia, Moravia e nei Paesi Bassi tra la metà del XVII e gli anni quaranta del XIX secolo.
Intagliati su carta o pergamena con un temperino a lama stretta, il canif, erano generalmente riservati a una cerchia ristretta di benefattori di ceto sociale elevato. La loro realizzazione, prevalentemente conventuale, richiedeva un lavoro di grande pazienza e abilità.
Le immagini pubblicate in questo libro, corredate da descrizioni molto ricche e dettagliate, dal punto di vista tecnico, simbolico e storico, fanno parte della pregiata e più ampia raccolta di Giuseppe Recchi, intenditore e collezionista.
Questo volume testimonia all’attuale e alle future generazioni la ricercata bellezza di tale forma d’arte popolare e può trasformarsi in un rilevante sussidio di conoscenza per l’orientamento degli appassionati del settore.
13/10/24
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🇮🇹📟 A volte il polso della società si riesce a sentirlo meglio leggendo piccoli fatti di cronaca piuttosto che leggendo o ascoltando poderose e dottissime elucubrazioni di qualche luminare.
In un ridente comune del Polesine, Giavone, qualcuno, nottetempo, s'è rubato un dosso artificiale posto dal comune per rallentare la marcia delle automobili. Sì avete capito bene, si sono presi il dosso. Dov'è la morale? Semplice, la gente s'è rotta i coglioni. Si è rotta i co-glio-ni. Si è rotta i coglioni di continue prescrizioni, di continuo moralismo: «Rallenta l'automobile!», «Vai a 30/h!» ma «paga il debito per le infrastrutture moderne che abbiamo costruito per farti andare più veloce ed essere all'altezza delle sfide del mondo», e poi ancora «Mangia insetti, perchè le mucche scorreggiano e producono CO2». Non parliamo poi sulla sovranità sul nostro corpo che si sono presi: «Fai la punturina se non non lavori e non esci manco di casa...» Parliamo poi delle norme ambientali? Eccoci: « Metti il cappotto termico alla casa, se no, non l'affitti e non la vendi (ma continui a pagarci le tasse!). E se tu ritieni di essere vessato perchè imponi ad un sardo e a un siciliano norme finlandesi non ce ne frega nulla...è così e basta!».
E poi pensiamo agli strumenti pervasivi di controllo: Autovelox, telecamere anche dotate di strumenti di IA per il riconoscimento facciale ecc. Spesso si tratta di strumenti imposti - non si capisce a quale titoli - da semplici assessori e sindaci....
Insomma, un ginepraio di norme vessatorie, costosissime, contradditorie, spesso lesive non solo del buon senso, della stabilità economica di chi le subisce, ma proprio della dignità della persona.
Ed è proprio qui il punto: nel triveneto (come il altre parti d'Europa a partire dall'Inghilterra) stanno nascendo movimenti di protesta: rubano i dossi, abbattono i pali delle telecamere che vengono poi distrutte a martellate (qui sta il punto, se ci si limita ad abbattere il palo che costa 100 euro e si lascia la telecamera intatta che è costosissima la rimontano su un altro palo).
Ecco, io condanno fermamente questo modo di agire. No alla violenza, dobbiamo essere bravi a votare (se votiamo dei malfattori che ci vessano è perchè anche noi siamo in fondo malfattori nel nostro piccolo). Non bisogna danneggiare i beni dello Stato! Bisogna essere ligi al rispetto delle leggi anche quando sbagliate e vessatorie fino all'estremo sacrificio, quello di essere vessati come nel film Salò di Pasolini.
Mi raccomando, non rubate i dossi, non abbattete i pali delle telecamere (e soprattutto non rompete la costosa telecamera), non manomettete gli autovelox. Mi raccomando, pieno rispetto delle regole e piena fiducia nella magistratura e in "tuttecose" come dicono a Napoli ❤️
Giuseppe Masala
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ANTOLOGIA MACABRA
Il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, evoca la teoria complottista e razzista della sostituzione etnica (19 aprile). Ma poi, stupito delle reazioni inorridite, ci rassicura: tranquilli, la mia è solo ignoranza (20 aprile).
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo approfondite ricerche sulla storia del pensiero politico, scopre che il fondatore della destra in Italia è Dante Alighieri (14 gennaio), mescolando con signorile nonchalance il grande intellettuale medievale con concetti del moderno pensiero politologico e, perché no, un po’ di capre e un po’ di cavoli.
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, individua la vera causa che porta milioni di persone a scappare dalla loro terra: il problema non va cercato nel periodo coloniale che ha sconvolto le società che l’hanno subito, e neanche nelle guerre spesso fomentate dal mondo ricco, né, tanto meno, nel cambiamento climatico; il problema è l’opinione pubblica italiana (25 marzo) che, evidentemente, deve essere raddrizzata, in un modo o nell’altro. Lo stesso Ministro ci informa anche che i veri colpevoli della morte di tanti bambini nei viaggi della disperazione sono i loro genitori (27 febbraio) che non li fanno viaggiare su comode e sicure imbarcazioni. Negare i problemi e trovare un colpevole, uno qualunque.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ci rende partecipi della sua personalissima teoria pedagogica: per i bambini che non si conformano allo standard, lo strumento educativo migliore è l’umiliazione (21 novembre). Signor Ministro, alcuni miei amici e io consideriamo questa affermazione aberrante e ritengono che un’educazione fondata sull’umiliazione formi tanti piccoli nazisti, non menti libere e aperte, sia cioè la negazione dell’educazione stessa. Ma, come dice lei Ministro, forse il nostro pensiero è roba vecchia, figlio del periodo dell’”egemonia culturale della sinistra gramsciana che è destinata a cessare” (28 dicembre) (non voglio sapere, per il momento, come pensa di farla cessare). Adesso siamo nell’anno primo dell’era … (già, di quale era?) e tutto è cambiato.
Intanto, il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, riscrive la storia dell’attentato di via Rasella e, con un colpo di bacchetta magica, trasforma i nazisti invasori stragisti in una innocua banda musicale di pensionati (31 marzo) e i partigiani in assassini di quegli allegri musicanti.
Il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, persona gentile e equilibrata, storpiandone il cognome in Bàkelet, ci fa intendere di non aver mai sentito parlare dell’omicidio di Vittorio Bachelet sulle scale della Sapienza, degli anni di piombo e del più ampio problema della strategia della tensione che ha segnato, forse fino ai giorni nostri, la storia italiana (20 aprile).
Sembra un’antologia di umorismo macabro, ma sono dichiarazioni dei più alti rappresentanti delle istituzioni. La verità è menzogna e la menzogna è verità. Forse ha ragione il Ministro Lollobrigida, è solo questione di ignoranza (20 aprile). L’ignoranza, di per sé, non è una colpa. Ma l’ignoranza, che spesso fa rima con arroganza, unita al potere, è un’arma di distruzione di massa, innanzitutto di massa cerebrale.
Ma il problema ancor più serio è che – mi pare – ci stiamo assuefacendo ad ascoltare queste parole prive di senso, o dotate di un senso macabro, restando indifferenti. Questa assuefazione, questa indifferenza è ciò che fa paura. E’ importante, oggi più che mai, ricordarci l’un l’altro e insegnare ai giovani che le menzogne non sono opinioni, che i crimini sono crimini, che il bene comune è superiore al bene individuale, che i confini sono punti di contatto, che i bambini sono sacri e non possono essere piegati attraverso umiliazioni senza distruggerli. E che il conflitto fra valori di vita e disvalori di morte non ha niente a che fare con la normale dialettica democratica.
@Riccardo Cuppini
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“ Nelle ore di ginnastica Kantorek ci tenne tanti e tanti discorsi, finché finimmo col recarci sotto la sua guida, tutta la classe indrappellata, al Comando di presidio, ad arruolarci come volontari. Lo vedo ancora davanti a me, quando ci fulminava attraverso i suoi occhiali e ci domandava con voce commossa: “Venite anche voi, nevvero, camerati?”. Codesti educatori tengono spesso il loro sentimento nel taschino del panciotto, pronti a distribuirne un po’ ora per ora. Ma allora noi non ci si dava pensiero di certe cose. Ce n'era uno, però, che esitava, non se la sentiva. Si chiamava Giuseppe Behm, un ragazzotto grasso e tranquillo. Si lasciò finalmente persuadere anche lui, perché altrimenti si sarebbe reso impossibile. Può darsi che parecchi altri la pensassero allo stesso modo; ma nessuno poté tirarsi fuori; a quell'epoca persino i genitori avevano la parola “vigliacco” a portata di mano. Gli è che la gente non aveva la più lontana idea di ciò che stava per accadere. In fondo i soli veramente ragionevoli erano i poveri, i semplici, che stimarono subito la guerra una disgrazia, mentre i benestanti non si tenevano dalla gioia, quantunque proprio essi avrebbero potuto rendersi conto delle conseguenze. Katzinski sostiene che ciò proviene dalla educazione, la quale rende idioti; e quando Kat dice una cosa, ci ha pensato su molto. Per uno strano caso, fu proprio Behm uno dei primi a cadere. Durante un assalto fu colpito agli occhi, e lo lasciammo per morto. Portarlo con noi non si poteva, perché dovemmo ritirarci di premura. Solo nel pomeriggio lo udimmo a un tratto gridare, e lo vedemmo fuori, che si trascinava carponi; aveva soltanto perduto coscienza. Poiché non ci vedeva, ed era pazzo dal dolore, non cercava affatto di coprirsi, sicché venne abbattuto a fucilate, prima che alcuno di noi potesse avvicinarsi a prenderlo. Naturalmente non si può far carico di questo a Kantorek: che sarebbe del mondo, se Già questo si dovesse chiamare una colpa? Di Kantorek ve n'erano migliaia, convinti tutti di far per il meglio nel modo ad essi più comodo. Ma qui appunto sta il loro fallimento. Essi dovevano essere per noi diciottenni introduttori e guide all'età virile, condurci al mondo del lavoro, al dovere, alla cultura e al progresso; insomma all'avvenire. Noi li prendevamo in giro e talvolta facevamo loro dei piccoli scherzi, ma in fondo credevamo a ciò che ci dicevano. Al concetto dell'autorità di cui erano rivestiti, si univa nelle nostre menti un'idea di maggior prudenza, di più umano sapere. Ma il primo morto che vedemmo mandò in frantumi questa convinzione. Dovemmo riconoscere che la nostra età era più onesta della loro; essi ci sorpassavano soltanto nelle frasi e nell'astuzia. Il primo fuoco tambureggiante ci rivelò il nostro errore, e dietro ad esso crollò la concezione del mondo che ci avevano insegnata. Mentre essi continuavano a scrivere e a parlare, noi vedevamo gli ospedali e i moribondi; mentre essi esaltavano la grandezza del servire lo Stato, noi sapevamo Già che il terrore della morte è più forte. Non per ciò diventammo ribelli, disertori, vigliacchi - espressioni tutte ch'essi maneggiavano con tanta facilità; - noi amavamo la patria quanto loro, e ad ogni attacco avanzavamo con coraggio; ma ormai sapevamo distinguere, avevamo ad un tratto imparato a guardare le cose in faccia. E vedevamo che del loro mondo non sopravviveva più nulla. Improvvisamente, spaventevolmente, ci sentimmo soli, e da soli dovevamo sbrigarcela. “
Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale, Mondadori (collana Oscar n° 30), 1965; pp. 15-17.
NOTA: Il testo apparve dapprima sui numeri di Novembre e Dicembre del 1928 del giornale berlinese Vossische Zeitung, quindi in volume dal titolo Im Westen nichts Neues il 29 gennaio 1929 per l'editore Propyläen Verlag ottenendo un immediato successo internazionale.
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Nella terra che brucia le ossa non avrò freddo, non amerò più: odo ragazzi sulla riva dire di placidi suicidi, di stanchezza. Ma nella quiete che non ha parole ogni plauso ogni grido tacerà: in un angolo si perderà l’amore che lungamente ti ho portato in vita. Nella memoria le cose non saranno che ombre senza più forma o virtù e taceranno i soliti lamenti che in lungo buio la mia bocca apriva, in questo infine spenti sordamente.
Giuseppe Piccoli
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2022 in 12 movies (1 per months)
January
The Pink Panther (1963) directed by Blake Edwards with Peter Sellers, David Niven, Robert Wagner, Capucine and Claudia Cardinale
February
Pépé le Moko (1937) directed by Julien Duvivier with Jean Gabin, Line Noro and Mireille Balin
[First time]
March
Mado (1976) directed by Claude Sautet with Michel Piccoli, Ottavia Piccolo, Jacques Dutronc, Charles Denner and Romy Schneider
[First time]
April
A Countess from Hong Kong (1967) directed by Charlie Chaplin with Marlon Brando, Sophia Loren, Tippi Hedren, Margaret Rutherford, Sydney Chaplin and Géraldine Chaplin
[First time]
May
Whiplash (2014) directed by Damien Chazelle with Miles Teller, J. K. Simmons, Paul Reiser et Melissa Benoist
June
L'Arme à gauche (1965) directed by Claude Sautet with Lino Ventura, Sylva Koscina, Leo Gordon and Alberto de Mendoza
[First time]
July
Compartiment tueurs (1965) directed by Costa-Gavras with Yves Montand, Jacques Perrin, Catherine Allégret, Pierre Mondy and Claude Mann
[First time]
August
Soylent Green (1973) directed by Richard Fleischer with Charlton Heston, Leigh Taylor-Young, Edward G. Robinson and Chuck Connors
September
Estambul 65 (1965) directed by Antonio Isasi-Isasmendi with Horst Buchholz, Sylva Koscina, Mario Adorf, Perrette Pradier and Klaus Kinski
[First time]
October
Nuovo Cinema Paradiso (1988) directed by Giuseppe Tornatore with Philippe Noiret, Salvatore Cascio, Marco Leonardi and Jacques Perrin
[First time]
November
Robin and Marian (1976) directed by Richard Lester with Sean Connery, Audrey Hepburn, Robert Shaw and Richard Harris
[First time]
December
Rebecca (1940) directed by Alfred Hitchcock with Laurence Olivier, Joan Fontaine, George Sanders and Judith Anderson
Honourable Mentions :
Guess Who's Coming to Dinner (1967)
In the Heat of the Night (1967)
An Affair to Remember (1957)
Le Sauvage (1975)
The Night of the Generals (1967)
Crime et Châtiment (1956)
Un témoin dans la ville (1959)
Le Mans (1971)
Les Demoiselles de Rochefort (1967)
A Star Is Born (2018)
César et Rosalie (1972)
The Breakfast Club (1985)
C'est magnifique ! (2022)
The Blues Brothers (1980)
Under Capricorn (1949)
Tous à l'Ouest (2007)
Le Fantôme du Bengale (1996)
Ho ! (1968)
The Greatest Show on Earth (1952)
The Wrong Man (1956)
The Rope (1948)
Le Visiteur du Futur (2022)
Le Secret des Incas (1954)
Itinéraire d'un enfant gâté (1988)
Le Magnifique (1973)
La Femme d'à côté (1981)
The Hustler (1961)
The Big Sleep (1946)
Fantômas (1964)
#2022 films#my top 12#cinema#cinematography#the pink panther#pépé le moko#mado#a countess from hong kong#whiplash#l'arme à gauche#compartiment tueurs#soylent green#estambul 65#nuovo cinema paradiso#robin and marian#rebecca#films#movies of 2022#bye 2022
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/bologna-2/?feed_id=912&_unique_id=64ca00a5c6abf %TITLE% Bologna 25/05/2004 (Da "Contrapposizioni" Stefano Giolo, Edizioni Il Filo) È ancora fermo a quell’ora l’orologio della stazione. Quando la gente saliva sul proprio sogno, per un viaggio che non era l’ultimo né il più bello forse, ma era il loro, la vita. Persone immerse nella routine, tristi, § felici, amanti, piccoli infanti. Ed ora sono un ora, una crepa in un muro coperte da torri lontane da persone non nostre che ci fanno pensare più che loro. ANTONELLA CECI anni 19 ANGELA MARINO ” 23 LEO LUCA MARINO ” 24 DOMENICA MARINO ” 26 ERRICA FRIGERIO IN DIOMEDE FRESA ” 57 VITO DIOMEDE FRESA ” 62 CESARE FRANCESCO DIOMEDE FRESA ” 14 ANNA MARIA BOSIO IN MAURI ” 28 CARLO MAURI ” 32 LUCA MAURI ” 6 ECKHARDT MADER ” 14 MARGRET ROHRS IN MADER ” 39 KAI MADER ” 8 SONIA BURRI ” 7 PATRIZIA MESSINEO ” 18 SILVANA SERRAVALLI IN BARBERA ” 34 MANUELA GALLON ” 11 NATALIA AGOSTINI IN GALLON ” 40 MARINA ANTONELLA TROLESE ” 16 ANNA MARIA SALVAGNINI IN TROLESE ” 51 ROBERTO DE MARCHI ” 21 ELISABETTA MANEA VED. DE MARCHI ” 60 ELEONORA GERACI IN VACCARO ” 46 VITTORIO VACCARO ” 24 VELIA CARLI IN LAURO ” 50 SALVATORE LAURO ” 57 PAOLO ZECCHI ” 23 VIVIANA BUGAMELLI IN ZECCHI ” 23 CATHERINE HELEN MITCHELL ” 22 JOHN ANDREW KOLPINSKI ” 22 ANGELA FRESU ” 3 MARIA FRESU ” 24 LOREDANA MOLINA IN SACRATI ” 44 ANGELICA TARSI ” 72 KATIA BERTASI ” 34 MIRELLA FORNASARI ” 36 EURIDIA BERGIANTI ” 49 NILLA NATALI ” 25 FRANCA DALL’OLIO ” 20 RITA VERDE ” 23 FLAVIA CASADEI ” 18 GIUSEPPE PATRUNO ” 18 ROSSELLA MARCEDDU ” 19 DAVIDE CAPRIOLI ” 20 VITO ALES ” 20 IWAO SEKIGUCHI ” 20 BRIGITTE DROUHARD ” 21 ROBERTO PROCELLI ” 21 MAURO ALGANON ” 22 MARIA ANGELA MARANGON ” 22 VERDIANA BIVONA ” 22 FRANCESCO GOMEZ MARTINEZ ” 23 MAURO DI VITTORIO ” 24 SERGIO SECCI ” 24 ROBERTO GAIOLA ” 25 ANGELO PRIORE ” 26 ONOFRIO ZAPPALA’ ” 27 PIO CARMINE REMOLLINO ” 31 GAETANO RODA ” 31 ANTONINO DI PAOLA ” 32 MIRCO CASTELLARO ” 33 NAZZARENO BASSO ” 33 VINCENZO PETTENI ” 34 SALVATORE SEMINARA ” 34 CARLA GOZZI ” 36 UMBERTO LUGLI ” 38 FAUSTO VENTURI ” 38 ARGEO BONORA ” 42 FRANCESCO BETTI ” 44 MARIO SICA ” 44 PIER FRANCESCO LAURENTI ” 44 PAOLINO BIANCHI ” 50 VINCENZINA SALA IN ZANETTI ” 50 BERTA EBNER ” 50 VINCENZO LANCONELLI ” 51 LINA FERRETTI IN MANNOCCI ” 53 ROMEO RUOZI ” 54 AMORVENO MARZAGALLI ” 54 ANTONIO FRANCESCO LASCALA ” 56 ROSINA BARBARO IN MONTANI ” 58 IRENE BRETON IN BOUDOUBAN ” 61 PIETRO GALASSI ” 66 LIDIA OLLA IN CARDILLO ” 67 MARIA IDRIA AVATI ” 80 ANTONIO MONTANARI ” 86
#Cultura#Poesia#Polemipolitica#11settembre#2agosto#Antifascismo#AttentatodiBologna#bologna#Contrapposizioni#Fascismo#Ora#Persone#sogno#stazione#Stefano#StragediBologna#Terrorismo#TorriGemelle#Vita
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FATHER'S DAY: origins and meaning
Origins of Father's Day.
Father's Day, as we understand it today, is complementary to Mother's Day and was born at the beginning of the 20th century.
It is a civil event spread all over the world which celebrates fatherhood and "babbies" in general on various dates of the year.
The first Father's Day, of which there is documented news, seems to have been July 5, 1908 in Fairmont in West Virginia, at the local Methodist church.
It was Mrs. Sonora Smart Dodd who, inspired by the sermon she heard in church on Mother's Day 1909, first called for the holiday to be made official.
Mrs. Dodd first organized the festivities on June 19, 1910 in Spokane, Washington.
The choice of the month of June was due to the fact that the birthday of Mrs. Dodd's father, a veteran of the American Civil War, was celebrated in June.
St. Joseph, Father's Day
As in many countries of the Catholic faith, Father's Day in Italy, March 19, coincides with the day of Saint Joseph, foster father of Jesus. In popular and religious tradition, Saint Joseph represents the example par excellence of the loving and of the devoted husband and for this reason he is also considered the protector of orphans, young unmarried girls and in general of the most unfortunate and fragile subjects of society.
Since the celebration of March 19 coincides with the end of winter, in the past, on this occasion, crop residues were burned in huge piles lit on the edge of the squares.
During these RITES, in which PAGAN BELIEFS and RELIGIOUS TRADITIONS ARE MIXED, hymns were sung to the Saint and zeppole, the typical pancakes of St. Joseph, were prepared.
In small towns, and in some cities, these traditions are still very much alive and heartfelt and make Father's Day even more cheerful and joyful.
📚 From the portal:
"Planet Mother"
Text of
Beatrice Spinelli
📝 Note.
As well documented by multiple secular sources, many holidays, including "Father's Day," are based on popular and religious traditions that have no basis in the Bible.
An interesting insight can be made on this topic through the article:
"Does God approve of all celebrations and holidays?"
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FESTA DEL PAPÀ: origini e significato
Origini della festa del papà.
La festa del papà, come la intendiamo oggi, è complementare alla festa della mamma e nasce all'inizio del XX secolo. É una ricorrenza civile diffusa in tutto il mondo che festeggia in varie date dell'anno la paternità e i "babbi" in generale. La prima festa del papà, di cui si hanno notizie documentate sembra essere stata il 5 luglio 1908 a Fairmont in West Virginia, presso la chiesa metodista locale.
Fu la signora Sonora Smart Dodd che, ispirata dal sermone ascoltato in chiesa durante la festa della mamma del 1909, sollecitò per la prima volta l'ufficializzazione della festa. La signora Dodd organizzò i festeggiamenti una prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane, Washington.
La scelta del mese di giugno fu dovuta al fatto che proprio in giugno si festeggiava il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana.
San Giuseppe, festa del papà
Come in molti paesi di fede cattolica, la festa del papà in Italia, il 19 marzo, coincide con il giorno di San Giuseppe, padre putativo di Gesù. Nella tradizione popolare e religiosa, San Giuseppe rappresenta l'esempio per eccellenza del padre amorevole e del marito devoto e per questo è considerato anche protettore degli orfani, delle giovani nubili e in generale dei soggetti più sfortunati e fragili della società.
Poiché la celebrazione del 19 marzo coincide con la fine dell'inverno, in passato in quest'occasione venivano bruciati i residui dei raccolti in enormi cataste accese ai margini delle piazze. Durante questi RITI, in cui SI MESCOLANO CREDENZE PAGANE e TRADIZIONI RELIGIOSE, si intonavano inni al Santo e si preparavano le zeppole, le frittelle tipiche di San Giuseppe. Nei piccoli paesi, e in alcune città, queste tradizioni sono ancora molto vive e sentite e rendono la festa del papà ancora più allegra e gioiosa.
📚Dal portale:
"Pianeta mamma"
Testo di
Beatrice Spinelli
📝Nota.
Come ben documentato da molteplici fonti secolari, molte feste, tra cui la "Festa del papà", si basano su tradizioni popolari e religiose che non trovano riscontro nella Bibbia.
Su questo tema si può fare un interessante approfondimento tramite l'articolo:
"Dio approva tutte le celebrazioni e le feste?"
edito da jw.org e
disponibile gratuitamente online.
Link
📌
https://www.jw.org/it/biblioteca-digitale/libri/puoi-vivere-felice-per-sempre/parte-3/lezione-44/
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UNO SGUARDO SULL'ARTE 2000/2022 Rassegna 10 Film di Arte Contemporanea Cinema Farnese, Campo De' Fiori Roma
Stasera ore 21 - Atelier2004 (sei piccoli film) - di Angelo Cricchi e Silvia Morani – 2004 (Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio, Piero Pizzicannella, Marco Tirelli) - Un’ intuizione teorica (La Transavanguardia italiana) di Alessandro Valeri – 2010 (Achille Bonito Oliva, Sandro Chia, Enzo Cucchi e Mimmo Paladino) - Ho fatto una barca di soldi di Dario Acocella – 2012 (Fausto Della Chiaie)
#artecontemporanea #contemporaryart #rassegnafilm #cinema #movie #unosguardosullarte #film #cinemafarnese #barbaramartuscielloartcritic #lunedi8maggio2023 #takeawayproject #takeawaygallery
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Qualcosa di Buono
Può mai nascere qualcosa
di buono da un cuore ferito,
vuoto, maltrattato,a farmi capire,
cosa si cela nel fondo.
Ho ripreso quei fogli ingialliti
li ho riletti, ho trovato scritto
propositi e versi, qualche
accenno al futuro, ho rivisto
silenzi, illusioni e piccoli
acciacchi.
Le mie speranze riposte
con cura tra il fiori di loto,
una foto, io e te abbracciati,
nei versi ghirigori una freccia
e due cuori.
Ora in questo cuore qualcosa
sta nascendo a poco a poco,
una piccola gemma si affaccia
alla vita, anche io ho bisogno
di cure, qualcuno che accarezzi
i miei sogni e mi faccia capire com nasce un amore.
Giuseppe BuroQualcosa di Buono
Può mai nascere qualcosa
di buono da un cuore ferito,
vuoto, maltrattato,a farmi capire,
cosa si cela nel fondo.
Ho ripreso quei fogli ingialliti
li ho riletti, ho trovato scritto
propositi e versi, qualche
accenno al futuro, ho rivisto
silenzi, illusioni e piccoli
acciacchi.
Le mie speranze riposte
con cura tra il fiori di loto,
una foto, io e te abbracciati,
nei versi ghirigori una freccia
e due cuori.
Ora in questo cuore qualcosa
sta nascendo a poco a poco,
una piccola gemma si affaccia
alla vita, anche io ho bisogno
di cure, qualcuno che accarezzi
i miei sogni e mi faccia capire com nasce un amore.
Giuseppe Buro
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I fossili in Italia: dove sono, come sono Giuseppe Zanini e Gian Battista Bertelli Tratto dal Corriere dei Piccoli nº 35 del 1º settembre 1968. Oggi sul blog.
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Soldi neri: la lista di chi è andato offshore
Tante aziende, piccoli imprenditori e persone note. Ecco chi sono i clienti di Alessandro Jelmoni che hanno portato all'estero i loro capitali
Nomi noti, piccoli imprenditori, decine ?di aziende. Secondo la Procura di Milano, Alessandro Jelmoni li aiutava a evadere ?il fisco. La lista dei clienti (solo alcuni ?di loro sono indagati) spunta dalle carte dell’inchiesta giudiziaria su Jelmoni.
Con lui sono stati rinviati a giudizio, tra gli altri, anche Paolo Perino e Gianenrico Buso della Reno, società di consulenza di Segrate, accusati di ricettazione e riciclaggio, per una somma di centomila euro. Briciole, rispetto ai 3,5 milioni che Michele e Maurilio Carasi, anche loro indagati, hanno spostato dalla San Martino srl su conti esteri. Di Michele Carasi, Jelmoni ricorda poco: «Mi sembra fosse un gestore di fondi inglesi», dice, nonostante i pm durante l’interrogatorio gli avessero sottoposto gli appunti dei 37 comparti di Titris. Era suo cliente anche Andrea Bucalossi, manager esperto di private equity, patron dell’atelier Jonofu. Stando alle ricostruzioni della Procura sfruttava false fatture emesse dalla lussemburghese J&Be per farsi pagare all’estero «prestazioni effettuate in Italia» ?per le società Opera Sgr e Arthur D. Little.
Dicono le carte dell’inchiesta che tra il 2004 e il 2011 alcuni imprenditori hanno usato le cartolarizzazioni di Titris per portare all’estero i ricavi da operazioni di compravendita. È il caso di Luca Pasini, figlio dell’immobiliarista Giuseppe. A quell’operazione partecipa anche Nicola Squillace, avvocato, ex consigliere ?di Finmeccanica. Domenico Bellomi, manager di Acciaierie Valbruna, compare in un affare immobiliare, sempre via Titris, che ruota attorno alla società Pival.
Fra i clienti di Jelmoni compaiono i comaschi Mario Giovanni Secchi e Felice Cappellini che hanno ceduto immobili alla Addinvest di Giosuè Addamiano, costruttore incappato nel disastro ambientale delle acque del Lambro nel 2010.
Gli imprenditori di Potenza Giuseppe e Pasquale Di Leo della Astor Immobiliare, anche loro clienti Titris, possiedono lotti di terreni a Melfi. Stando alle indagini della Procura, anche altri industriali hanno sfruttato le cartolarizzazioni di Titris per spostare capitali. Per esempio, la Finanziaria Modenese, società di Enrico Campari, figlio del fondatore dell’industria alimentare Le Conserve della Nonna. Nella lista troviamo mobilifici come la ditta veneta L’Elite di Renato Nichele e la comasca Meritalia della famiglia Meroni.
E nelle carte ?di Titris viene citata anche l’azienda di Perugia Sitrex: fa macchine agricole ed è controllata dalla famiglia Signorelli. E poi ancora le succursali statunitensi e giapponesi della bresciana Flos, leader dell’illuminazione di design. E anche la Bdf Boscato & Della Fontana di Vicenza, leader nella produzione di macchine per l’industria vetraria, che tramite Titris ha fatto affari in Algeria. Indagini anche sui baresi Vito Lucatorto, Giuseppe Lacarra ?e Annamaria Lacarra della Giem, società che possiede i terreni di Punta Perrotti.
Sono accusati di aver evaso le tasse, spostando grazie a Jelmoni 10 milioni su una società offshore panamense. Si è rivolta al broker di Titris anche la Electa Financial Engineering di Simone Strocchi, vice presidente del gruppo vitivinicolo Italian Wine Brands quotato in Borsa. Stesso discorso per la Koflach Properties di Vittorio Ciccaglioni, imprenditore di Orvieto. E per la Mefim, azienda romana ?di gestione d’immobili.
Oltre alla Brovedani di Pordenone presieduta da Benito Zollia, tra i clienti Titris troviamo PM, proprietario del residence delle Olgettine. Un comparto Titris è intestato a Fabio Balbinot, «un gestore di fondi», come ?lo definisce Jelmoni. In effetti un Fabio Balbinot è il numero uno di Italfondiario, ?del gruppo americano Fortress.
A partire dalle carte di Titris, la Procura di Milano ha avviato anche indagini separate, come quella che ha coinvolto i vertici di Renco, azienda di ingegneria nel settore energetico. Davide Ripesi, ex direttore finanziario di Renco, e Pier Luigi Tomassi manager di Unicredit Lussemburgo, a febbraio sono usciti dal processo patteggiando una pena (16 mesi ripesi, 14 mesi Tommasi) per aver corrotto il figlio del presidente di Zanzibar, per allargare il resort controllato da Renco sull’isola africana.
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