#i piccoli Cristiano
Explore tagged Tumblr posts
Text
è mancata Domenica Megali in Crucitti
è mancata Domenica Megali in Crucitti Ne danno il triste annuncio i figli: Paolo con la moglie Angela, Natale con la moglie Emilia, Carmelo con la compagna Adriana, Mariella con il marito Davide, i fratelli Sebastiano con la moglie Ines, Franca con il marito Giuseppe, Angelica con il marito Fortunato, Margherita con il marito Carmelo, i cognati Crucitti con le rispettive famiglie, gli adorati…
View On WordPress
#Angelica con il marito Fortunato#Carmelo con la compagna Adriana#Dario#domenica 3 c.m. alle ore 15:30#dove la Salma giungerà direttamente dal Grande Ospedale Metropolitano Riuniti dove è allestita la Camera Ardente#è mancata Domenica Megali in Crucitti Ne danno il triste annuncio i figli: Paolo con la moglie Angela#Franca con il marito Giuseppe#Giulia#gli adorati nipoti: Agostino con la moglie Catalina#i cognati Crucitti con le rispettive famiglie#i fratelli Sebastiano con la moglie Ines#i piccoli Cristiano#Leonardo#lorenzo#marco#Margherita con il marito Carmelo#Mariella con il marito Davide#Matteo ed i parenti tutti. I funerali saranno celebrati domani#Natale con la moglie Emilia#nella Chiesa San Sperato#Tiziano
0 notes
Text
Posta non risposta
Ricevo e volentieri ri-pubblico.
Non è una domanda la mia, ma è solo un pensiero di un signore per bene, che prende il the con i pasticcini, da solo o talvolta con la famiglia.
La cittadina di provincia limitrofa a quella dove abito ha una serie di negozi che frequentiamo, centri commerciali, piccoli negozi, servizi utili, ristoranti piacevoli. Tra questi c'è una deliziosa pasticceria, gestita da una coppia, moglie e marito. Una pasticceria dove, oltre ai dolci molto buoni, fanno caffetteria, sala da the, eventi, corsi di pasticceria per tutti, insomma un vero e proprio laboratorio artigianale raffinato. Lui lavora in un'agenzia di viaggi in realtà, ma è molto presente e segue tutta la parte amministrativa e gestionale dell'attività, curandone anche gli aspetti estetici e di accoglienza. Ha un'aria sempre molto cordiale e interessata al cliente, ancora non ho capito bene se fintamente cordiale o meno. Con alcuni aspetti, confesso, che mi stanno un po' sul cazzo, due tatuaggi piccolini stile fighetto finto giovane, un taglio di capelli e barba troppo studiato e delineato ma insomma, particolari estetici, nulla di più. Pare un bravo cristiano, come dicono i coatti romani con aria un po' compassionevole. Lei invece è la mente e il braccio del locale: è la pasticciera, inventa e realizza dolci di gran classe, progetta eventi, attività coinvolgenti e divertenti. Una bellissima donna, capelli corti probabilmente tinti senza darlo a vedere, viso sempre curato, trucco mai esagerato, gonnelline colorate, vestiti eleganti e scarpe di gran classe, sempre in ordine, stile un po' anni venti molto chic, un nome anch'esso molto chic, Carolina. Ascolta spesso Paolo Conte. Molto chic, sì, quasi snob che ti fa venire i nervi.
"Ciao carissimo Alessandro, come stai?" Tanti sguardi e tanti sorrisi.
"Salutami Francesca!" e ancora sguardi e tanti sorrisi cordiali.
"Buon weekend, anche ai ragazzi." Sguardi, sorrisi, sempre tanti.
Gentilezze.
Un gran rapporto cordiale.
Ecco, io, in tutta sincerità, l'elegante Carolina, la scoperei senza nessuna esitazione e tutto sommato con poca cordialità, con gli occhiali rossi da presbite che indossa sempre tenuti al collo con la cordicella raffinata; Ie alzerei le gonnelline fantasia anni venti per scoparla davanti e per scoparla dietro, sul bancone delle preparazioni e farciture; le farei tenere parte dei suoi vestiti eleganti addosso, mentre le lecco la fica nel laboratorio; la riempirei di parole forti, ma da apprezzare per sincerità, mentre mi prende il cazzo nella sua bocca perfetta, elegante, signorile.
Io, Carolina, la voglio sentire che mi chiede di schiaffeggiarle il culo, mentre mi prega cortesemente di venirle sulle tette esibite. La voglio percepire trasformata, mentre gode, quando il suo charme diventa solo un ricordo lontano ma che mi fa venire il cazzo ancora più duro.
Perché no, Carolina, a me Paolo Conte proprio non piace.
10 notes
·
View notes
Text
Affascinare
Monoteismo. Monomania. Monogamia. Monotonia. Niente di buono inizia con questo prefisso.
Esiste una parola più mistificante, abusata, fraintesa, più estensibile a livello di significati e di propositi, più contaminata dagli sputacchi di miliardi di lingue bugiarde, della parola "amore"? È c'è qualcosa di più scontato di tutto questo?.
Vorrei suggerire l'idea che il fallimento ci possa raccontare più cose del successo, e un cattivo perdente più cose di un perdente buono.
Cercavo solo di far notare che si arriva quasi sempre all'insulto quando la discussione è persa. E che cerchi di affibbiarmi un'etichetta. Ma io non sono una valigia.
Elizabeth Finch, insieme al suo abbigliamento tanto fuori moda quanto interessante, al modo particolare con cui fumava le sigarette, alle scarpe brogue portate con infinita grazia. Ammetto che le donne che le indossano mi piacciono sempre molto. Come mi è piaciuta Elizabeth Finch.
Julian Barnes tratteggia attraverso Neil, un personaggio così dolce quanto "fallito", il ricordo speciale di questa donna, conosciuta da Neil come professoressa del corso di Cultura e Società. Una classe di studenti in parte affascinata, in parte terrorizzata dal suo modo particolare di insegnare: discutendo, attraverso un approccio maieutico lontanissimo dal comune "infarcire nozioni ad oche da ingrasso" che spingeva gli studenti a vedere le cose da angolazioni del tutte nuove, a buttare luce su tempi ritenuti oscuri, e sui personaggi, spesso colposamente ai margini delle Storie. Va da sé che di un tipo così o ci si lascia affascinare, oppure la si detesta.
Il nostro protagonista appartiene al primo schieramento, tanto che coltiva, con pudore e costanza, il rapporto con la docente, con cui di tanto in tanto si vede per un pranzo, in un ristorante italiano. E lì si continua a discutere, a chiacchierare, a confrontarsi. Ma succederà qualcosa, che non vi svelo, per cui verrà affidato a Neil una sorta di progetto incompiuto, caro a Finch: uno studio su Flavio Claudio Giuliano, Imperatore di Roma, passato alla storia come l'Apostata, ultimo imperatore che tentò di far tornare politeista l'Impero, essendo non cristiano.
Ci sono due questioni che ho adorato: la prima riguarda il come Neil descrive il suo rapporto con Elizabeth, e tutti i dubbi che vengono al pettine quando si costruisce un'idea su un altro nel momento in cui ne conosciamo solo una parte, una dimensione. Si notano tutti gli scoramenti, i passi indecisi, che ognuno di noi fa quando vorrebbe, ma non può, conoscere meglio l'altro. La seconda è più sottile, e riguarda appunto il fascino: fascino è probabilmente il miglior esempio di enantiosemia, cioè quando acquisite condizioni polisemiche, una parola può avere un significato opposto a quello etimologico. Infatti il fascinus era un amuleto contro l'influenza malefica che si ritiene possa emanare dallo sguardo degli invidiosi, degli adulatori, degli affetti da qualche morbo. Era in pratica una sorta di malia. Con lo stesso termine, si indicava il dio Priapo, e i Romani chiamavano con lo stesso modo il suo attributo sessuale, il pene di dimensioni gigantesche, simbolo di fertilità e di ricchezza. Tanto è vero che era pratica comune indossare dei piccoli amuleti a forma fallica contro la negativa malia. Solo in tempi molto più recenti, il fascino diventa un'attrattiva seduttiva, che seppur "funzioni" allo stesso modo, non è più legato all'allontanare lo sguardo dell'invidioso, ma a catturare colui che si vuole far rapire. Come lo fa, leggendo le considerazioni di Neil, Elizabeth Finch.
8 notes
·
View notes
Text
instagram
@don_luigi45 @ellyesse @partitodemocratico @partitodemocratico.del.web @giuseppeconte_ufficiale @movimento5stelle #LauraBoldrini Chi cancella il Crocifisso evidentemente non comprende il suo notevole contributo al nostro Mondo Libero. Tale significato riguarda il nostro ambito civile - laico, perché il Messaggio Cristiano conferma sul piano religioso ciò che l'Antica Roma aveva già introdotto civilmente. Nessun musulmano, nessun ebreo, avrebbe cancellato la propria storia. Solo noi cristiani cancelliamo la croce dalle foto in nome dell’inclusione. Cancelliamo la nostra identità quando gli altri non lo farebbero mai! È sbagliato e riduttivo dire che “non possiamo cancellare la storia” (quindi il crocifisso è ok); bisognerebbe dire “siamo felici di essere cristiani perché il cristianesimo è sinonimo di fede, speranza, carità, bontà, amore, giustizia e pace; e anche civiltà”. Condivido il messaggio. Non è questione di #centrodestra o di #centrosinistra, è semplice #coerenza e rispetto del proprio popolo. Avere rispetto per se stessi non significa mancare di rispetto ad altri. Magdi Cristiano Allam: «A Pioltello il dirigente ha sbagliato. Agli alunni, anche ai più piccoli, è impedito di mangiare e bere: è pericoloso per la salute. Le università sono intolleranti? La colpa è dei professori». Cruciani: "Cedimento totale dello Stato italiano. A Pioltello, il consiglio d'istituto di una scuola ha deciso di chiudere un giorno ad Aprile per la festa del Ramadan. Allora, se le feste le decide un'altra religione, pigliatevi tutto a questo punto!". Pres.Mattarella @Quirinale il suo sostegno alla vpreside della scuola di Pioltello in nome dell’inclusione/rispetto delle diverse culture NON è condiviso dalla maggioranza degli italiani perché è parso una sottomissione politica ad un Islam NON condiviso nemmeno tra gli islamici! https://pic.twitter.com/KnqmhRbl8n Una lotta quella dell'inclusione, portata avanti a tutti i costi della sinistra. Perderla sarebbe ammettere già la palese sconfitta di convivenza con l'islam, distante dai nostri valori. Inclusione anche a discapito della nostra cultura! Bocciati dagli elettori per questo motivo! Mai creare precedenti... ormai loro, appoggiati dal PD antitaliani perché crede di avere il loro voto vanamente, hanno capito che possono fare quello che vogliono, caro presidente @quirinale questa non è inclusione ma sottomissione vedi Francia. Leggi la profetica Oriana Fallaci.
1 note
·
View note
Text
Sport Expo Week: dall'11 al 17 marzo lo sport e i giovani saranno protagonisti a Verona con la 18° edizione Sport Expo
Sport Expo Week: dall'11 al 17 marzo lo sport e i giovani saranno protagonisti a Verona con la 18° edizione Sport Expo. Da appuntamento fieristico del weekend l'evento si trasforma in una manifestazione che dura un'intera settimana con un ricco e articolato programma all'interno del quale si aggiungono un convegno divulgativo, Open Days pomeridiani per scoprire sport alternativi, Campionati Sportivi Studenteschi e Playground nelle diverse circoscrizioni per l'avviamento all'attività sportiva dei più piccoli. Dopo 17 edizioni, più di 500mila ingressi, oltre 140 testimonial sportivi e 60 discipline proposte, Sport Expo, l'evento che il Comune di Verona organizza dal 2007 per offrire agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado la possibilità di conoscere e sperimentare gratuitamente diversi sport, promuovendo uno stile di vita sano, si fa ben più grande e diventa Sport Expo Week: un'intera settimana dedicata alla promozione sportiva e al coinvolgimento dei giovani in tutto il territorio veronese. La consueta tre giorni presso la Fiera di Verona sarà preceduta quest'anno da Sport Expo and the City che, da lunedì 11 marzo a venerdì 15 marzo 2024, porterà lo sport capillarmente nel tessuto cittadino con diverse iniziative che coinvolgeranno bambini, bambine, ragazzi e ragazze dai 3 ai 20 anni. "Sono di parte quando parlo di Sport Expo perché è una manifestazione di cui dobbiamo essere orgogliosi essendo nata e cresciuta a Verona – commenta il sindaco Damiano Tommasi -. Ringrazio le istituzioni che sono sempre al fianco di questo progetto e ne danno qualità, energia e soprattutto serietà. Una proposta che non è solo provare delle discipline, ma anche valorizzare quello che lo sport può fare per le comunità giovanili e i nostri territori. La partecipazione delle amministrazioni e delle scuole, negli anni hanno dato valore a questa occasione. Un altro aspetto che voglio sottolineare riguarda l'obbligo di pensare allo sport e al suo valore anche in un'altra ottica. Su questo si incentreranno le riflessioni del convegno di apertura di lunedì, in cui si ragionerà sul ruolo dello sport. Un grande veicolo diplomatico che ha un grande ruolo a livello internazionale, di inclusione e che sa abbattere i muri. Avremo l'opportunità di confrontarci con il consigliere diplomatico del Ministero dello Sport Cristiano Musillo, gli atleti Sara Simeoni e Simone Perrotta, persone che hanno vissuto e vivono lo sport. Racconteranno il ruolo che hanno i cinque cerchi olimpici, che arriveranno fra due anni sul nostro territorio e che negli anni ci hanno raccontato tante storie. Sport Expo, con credibilità e consapevolezza, ha ben diritto ad essere il contenitore di questa tipologia di riflessioni. Sono dunque orgoglioso di aver preso questo testimone, di portarlo avanti e di valorizzarlo. Un evento che ha grandi potenzialità per generare nuove passioni, nuove relazioni, nuovi contatti tra società sportive, chi propone lo sport, chi lo organizza, le amministrazioni del territorio non solo di Verona, e poi le famiglie, le bambine e i bambini che lo praticano. Uscire dai padiglioni della fiera, e farlo in maniera strutturata, può essere l'inizio di una connessione continua per generare sport nel nostro territorio". Sport Expo and the city - Il programma della settimana. Convegno. Ad aprire la settimana di Sport Expo Week sarà il convegno dal titolo "La tregua olimpica. Quando lo sport ferma(va?) le guerre", in programma lunedì 11 marzo 2024, dalle ore 9:30 alle ore 12:30, al Teatro Camploy. Interverranno figure rappresentative in diversi ambiti per parlare del ruolo dello Sport come agente diplomatico e motore di pace, riflettendo sulle dinamiche del contesto attuale in vista delle prossime Olimpiadi parigine. Tra gli ospiti Diana Bianchedi, Chief of Strategic Planning and Legacy di Milano Cortina 2026, Campionessa Olimpionica Barcellona 1992 e Sidney 2000; Cristiano Musillo, Consigliere d'Ambasciata Ministero dello Sport; Giampaolo Mattei, Presidente Athletica Vaticana; Sara Simeoni, Campionessa Olimpionica Mosca 1980; Simone Perrotta, Consiglio direttivo AIC Onlus e Campione del Mondo 2006. Il convegno è aperto a tutti, ma rivolto in particolare agli studenti del Triennio delle Scuole secondarie di secondo grado. Il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, e il vescovo Mons. Domenico Pompili porteranno i saluti iniziali. A moderare l'incontro sarà il giornalista Alessandro Alciato. Fuori Expo. Da lunedì 11 marzo, fino a venerdì 15 marzo, prenderà il via il Fuori Expo, aperto ai ragazzi e alle ragazze dai 15 ai 20 anni. Le società sportive organizzeranno, direttamente nelle loro sedi, Open Days di sport poco diffusi, ai quali sarà possibile partecipare gratuitamente tra le ore 15:00 e le 18:00. Nello specifico, lunedì 11 le società sportive coinvolte saranno A.S.D. King Rock Climbing e Fondazione Marcantonio Bentegodi; martedì 12 l'A.S.D. Taki No Kan; mercoledì 13 l'Esercito con l'85° RAV Verona, l'APS Equestre Horse Valley ASD, l'AICS Eventi ASD, l'Accademia Crown ASD, l'ASD CUS Verona e Fondazione Marcantonio Bentegodi; giovedì 14 Veronascherma SSD; venerdì 15 nuovamente l'A.S.D. King Rock Climbing. Tornei studenteschi. Nelle mattinate tra martedì 12 marzo e giovedì 14 marzo 2024 si terranno tornei rivolti ai giovani, Allievi e Juniores, delle Scuole Secondarie di Secondo grado, in collaborazione con l'Ufficio Scolastico Provinciale. Ogni giorno sarà dedicato a uno sport diverso tra Basket, Pallavolo e Calcio, e si concluderà con una festa finale dove verranno premiati i campioni provinciali. Martedì 12 marzo protagonista la pallavolo al Centro sportivo Le Grazie, mercoledì 13 sarà dedicato al Basket 3V3 al Palazzetto Gavagnin, mentre giovedì 14 marzo spazio al Calcio a 5 al Centro sportivo De Stefani. Ogni giornata si concluderà con una festa finale dove verranno premiati i campioni provinciali. Insieme agli atleti delle diverse squadre saranno coinvolte anche figure professionali, con l'intento di realizzare un evento coinvolgente, divertente, ma anche istruttivo. Ogni istituto avrà la possibilità di formare un team Comunicazione (composto da Social media manager, Video reporter, Fotografo e Giornalista) e un team Tecnico-sportivo (composto da Team manager e Assistenti di squadra). In palio la partecipazione a una conferenza stampa e a una partita di una squadra tra Verona Volley, Scaligera Basket o Hellas Verona, a seconda della giornata nella quale si risulterà vincitori. Playground. Per i bambini dai 3 agli 8 anni, da lunedì 11 marzo a giovedì 14 marzo 2024, dalle 15:30 alle 18:00, saranno attivati nelle diverse circoscrizioni Playground per l'avviamento all'attività sportiva dei più piccoli. Ogni giorno saranno due le circoscrizioni coinvolte: lunedì 11 marzo la I circoscrizione al Parco Giochi Santa Toscana e la VI circoscrizione nell'Area Casorati; martedì 12 marzo sarà attiva l'Area San Martino in II circoscrizione e il Parco Umago per la V circoscrizione; mercoledì 13 marzo playground in III circoscrizione presso la Piastra Polifunzionale Saval e in VIII circoscrizione presso il Centro Polisportivo Di Quinto; infine giovedì 14 marzo IV circoscrizione presso la Piastra Tirso e la VII circoscrizione presso il Centro Ca' Bianca. Sport Expo - Il programma del weekend. Nel fine settimana, da venerdì 15 a domenica 17 marzo 2024, sarà riproposto il consueto appuntamento in Fiera per i bambini dai 6 ai 14 anni che in un unico luogo troveranno diverse discipline sportive da scoprire e sperimentare. Qui i padiglioni numero 10, 11 e 12, per un totale di 60mila mq, accoglieranno i giovani e le loro famiglie per promuovere l'inclusione e un sano e corretto stile di vita, fondato sulla pratica sportiva e sulla corretta alimentazione, grazie alla partecipazione di federazioni e società di Verona e provincia. Il venerdì sarà dedicato alle scuole e gli istituti del territorio veronese e veneto, già 90 le classi iscritte, faranno visita all'evento, mentre sabato e domenica sarà dato spazio alle famiglie, con un calendario fitto di eventi articolato tra sport tradizionali e altri più innovativi. Sport Expo ha visto partecipare all'ultima edizione oltre 40.000 persone che hanno visitato i 40 stand espositivi in rappresentanza di 60 diverse discipline sportive. Come ogni anno aiuto arriverà anche dagli studenti tirocinanti di Scienze Motorie del Dipartimento di Neuroscienze Biomedicina e Movimento dell'Università di Verona. Expo Qrcode La novità di quest'anno è l'Expo QRcode, per rendere più facile a bambini e famiglie ricordare gli sport provati all'interno dell'area espositiva. All'ingresso in fiera verrà consegnato a ogni bambino un braccialetto con un QRCode numerico casuale che non contiene alcun dato, mentre a ogni stand sportivo un volontario scannerizzerà il braccialetto e registrerà lo sport provato da ogni bambino. Al termine di Sport Expo verrà inviata una mail agli accompagnatori contenente tutte le informazioni sui vari sport praticati dai bambini, attraverso la quale sarà possibile accedere alle pagine correlate a queste attività. Per tutte le informazioni e per iscriversi direttamente online sono attivi i siti www.sportexpoandthecity.it e www.sportexpoverona.it. Per ulteriori informazioni contattare il 3351360554. Le realtà sportive Diverse le realtà che torneranno a promuovere proprie discipline nel corso di Sport Expo Week come l'85° Reggimento Addestramento Volontari Verona dell'Esercito, la Fondazione Bentegodi, l'Hellas Verona FC, il Verona Volley, la Scaligera Basket e la Virtus Verona s.r.l. Non mancheranno la FIP- Federazione Italiana della Pallacanestro, la F.A.S.I. – Federazione Arrampicata Sportiva Italiana, la FIBS – Federazione Italiana Baseball e Softball, la FIPAV - Federazione Italiana Pallavolo e la F.I.R. - Federazione Italiana Rugby con le società del territorio. Confermano la loro presenza anche la FIPSAS – Federazione Italiana Pesca Sportiva, la FIJLKAM – Federazione italiana Judo Lotta Karate e Arti Marziali con il Comitato Regionale Veneto Judo, la FITP – Federazione Italiana Tennis e Padel, la FIV – Federazione Italiana Vela, la ACSI – Settore Arti Marziali Sport da Combattimento, l'AICS – Associazione Italiana Cultura Sport ed il CUS – Centro Universitario Sportivo di Verona. Non potranno mancare, inoltre, la UISP aps, i Redskins Verona, l'Agorà – Associazione per lo Sviluppo della Formazione, il Club Alpino Italiano, la 4 ª Circoscrizione e la Polizia Locale del Comune di Verona, la Grande Sfida Onlus a.s.d., Sport di Più magazine, il Comitato Provinciale Tamburello Verona, l'Athletics Cheerleading, l'Horse Valley a.s.d., il Family Events, il King Rock, il Parkour Verona a.s.d., la Love Soccer a.s.d., la Nuova Guarino a.s.d., l'Associazione Pugilistica Scaligera, la Straverona, il Verona City Handball e Verona Scherma. Sport Expo Week è organizzato dal Comune di Verona e Città Sane, in collaborazione con Regione Veneto – Regione Europea dello Sport, Università degli Studi di Verona Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento, MIUR Veneto, Ufficio Educazione Fisica e Sportiva di Verona, Verona Fiere, ULSS 9 Scaligera, FIPAV – Federazione Italiana Pallavolo Verona, Fondazione Marcantonio Bentegodi. Gode del patrocinio del CONI, di Sport e Salute, di ICS – Istituto per il Credito Sportivo e Fondazione Milano Cortina 2026 – progetto educational GEN 26. La segreteria organizzativa è a cura di DNA Sport Consulting. Partner dell'evento sono AGSM AIM e BCC Valpolicella Benaco Banca, partner del Playground è Primacasa Borgo Venezia, mentre il media partner è Radio Pico; Autostrada del Brennero SpA, Acque Veronesi, Parco Natura Viva e Migross sono fornitori istituzionali, mentre PressArt, Gazebo Flash, UP Rent, ATV e Spazio Visibile sono fornitori. Tutte le informazioni e il programma dettagliato sono sul sito https://www.sportexpoverona.it/ L'evento è stato presentato ieri mattina in Sala Arazzi. Sono intervenuti il sindaco di Verona Damiano Tommasi, la consigliera comunale delegata per la Rete Italiane Città Sane OMS Annamaria Molino, il direttore Unità Organizzativa Sport Regione Veneto Giorgio De Lucchi, il direttore del Dipartimento di Neuroscienze Università degli Studi di Verona Corrado Barbui, il referente provinciale Ufficio Scolastica per l'Educazione Fisica e Sportiva Francesco Todeschini, Nicola Schena DNA Sport Consuiting, il Comandante 85° RAV Verona Nicola Castello, il direttore generale Fondazione Bentegodi Stefano Stanzial, il direttore Attività Motorie Ulss9 Giampaolo Fraccaroli, il presidente di Bcc Valpolicella Benaco Banca Daniele Maroldi. "Come Fondazione Bentegodi da 158 anni promuoviamo lo sport a Verona, quindi non possiamo non essere presenti a Sport Expo – afferma Stefano Stanzial -. Lo saremo in doppia veste, come organizzatori e collaboratori dell'Amministrazione, e poi promuovendo le nostre discipline e la salute durante la settimana e in fiera nel fine settimana conclusivo". "Parteciperemo all'evento affrontando tre temi speciali: una prima sessione dedicata a sport e doping, una dedicata alla sedentarietà e le situazioni di sovrappeso che spesso troviamo tra i giovani, e una terza sessione che ci sta coinvolgendo come struttura legata ai processi posturali di chi pratica sport – spiega Giampaolo Fraccaroli -. Come provincia di Verona abbiamo numeri importanti perché pratichiamo circa 25mila pratiche sportive agonistiche all'anno. Non sempre si sa che queste certificazioni sono erogati a titolo gratuito, quindi vanno informate quelle figure fragili che non possono accedere a questi servizi. Lo sport è una delle declinazioni dell'attività fisica, e ad oggi abbiamo certificato dodici palestre della salute e la prima palestra pubblica della Regione Veneto alla struttura Cerris, un punto di riferimento per patologie neurogenerative". "Siamo orgogliosi di partecipare per la prima volta come Regione Veneto a questo evento – dichiara Giorgio De Lucchi -. Sarà l'occasione per lanciare il titolo riconosciuto per il 2024 con l'assegnazione della Bandiera da parte dell'Associazione no profit Access Europe a Bruxelles grazie a sette requisiti: il Veneto è una palestra a cielo aperto, registra numeri importanti, è uno sport a 360 gradi, l'impiantistica sportiva di livello, il valore dell'accoglienza, la bellezza e l'arte, e infine per i valori come inclusività e prevenzione, con particolare attenzione all'economia legata allo sport".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Giordie feat. GionnyScandal Il nuovo singolo è “Rock Star”
Un brano Emo Trap come punto di contatto tra le carriere dei due giovani artisti.Un match che sembra scritto fin dall’inizio
Il nuovo singolo “Rock Star” con la collaborazione di GionnyScandal segna il presente del giovane artista torinese Giordie. Un brano emo trap che tocca diversi argomenti tra cui la depressione che lo stesso Giordie ha affrontato di recente. Il pezzo è avvolto da bassi potenti, senza rinunciare al suo marchio di fabbrica, ovvero la chitarra distorta che accompagna incastri metrici e rime. Qui la partecipazione di GionnyScandal rende il tutto ancora più celebrativo di una certa espressione, innesti in pieno stile emo rap in cui sono centrali l’uso di barre dense di malinconia.
Giordie, all’anagrafe Cristiano Giordano, classe 1995, artista emo in attività dal 2018. Nasce e cresce in sud Italia, in provincia, dove fin dall’infanzia si appassiona al mondo della musica, in particolare al punk rock e al rap, influenza che poi ne caratterizzerà la composizione artistica. Da adolescente, scopre la cultura emo di cui se ne innamora e ne farà uno stile di vita; fino ai 18 anni gravita e fonda diverse formazioni, da qui le prime esperienze live. A 19 anni, dopo il liceo, parte in giro per l’Europa, raccogliendo esperienze e continuando a studiare chitarra e batteria. Nel mentre fa qualsiasi lavoro per mantenersi e inizia pian piano a scrivere le sue esperienze su carta. A 20 anni Giordie inizia a frequentare piccoli studi di registrazione e, ben presto pubblicherà i primi brani per il mercato digitale. Oggi, Giordie è un autore, compositore, cantante e polistrumentista; nonostante una carriera ancora tutta da scrivere,, può già vantare tour in apertura a molti artisti affermati nei più famosi club d’Italia e già un un complessivo di 800K streaming online. Il nuovo singolo dal titolo “Rock Star” esce il 24 novembre per l’etichetta Orangle con il featuring di GionnyScandal.
Etichetta: Orangle Radio date: 24 novembre 2023
Link social
https://www.instagram.com/giordiemusic/ https://open.spotify.com/intl-it/artist/0wmqixmes107xcHJhM03Yi?si=yYtIuaRDQxShjzEOcDMCHw&nd=1
0 notes
Text
DALLA PAROLA DEL GIORNO
Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: "Sono pentito", tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: "Sràdicati e vai a piantarti nel mare", ed esso vi obbedirebbe». (Lc 17,1-6)
Come vivere questa Parola?
La fallibilità è insita nell’umanità e la nostra natura è contraddistinta dalle “cadute”. La fermezza del vangelo, tuttavia, non è rivolta principalmente alle possibilità di cadere, ma alla conseguenza che spesso scaturisce dalle nostre decisioni errate che rischiano di ostacolare il cammino. Il termine scandalo, infatti, significa letteralmente “ostacolo”, “pietra d’inciampo”. Le scelte sbagliate, infatti, possono finire per essere impedimento alla felicità dei nostri fratelli. Possiamo rallentare, frenare o addirittura bloccare la ricerca di senso di chi ci vive accanto. La nostra cattiva testimonianza, oppure, la durezza delle nostre parole, gli inganni, i preconcetti possono diventare “ostacolo”, finendo per imprigionare e bloccare. Differenti e numerosi possono essere i casi, ma è sufficiente riflettere sulle reali conseguenze di certe opzioni per comprendere come lo “scandalo” sia sempre in agguato. Gesù sintetizza il concetto in questo modo: «È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!». Per fortuna, tuttavia, afferma anche che occorre essere sempre disponibili al perdono dell’altro che commette peccato, probabilmente perché lo scandalo maggiore, è esattamente la carenza di perdono. Siamo sempre molto attenti a ciò che si sbaglia, finendo per tralasciare la mancanza di misericordia sia chi commette l’errore, e sia chi lo ha subito.
La voce di un teologo
Per eliminare gli scandali Dio dovrebbe togliere la libertà agli uomini. L'inevitabilità dello scandalo corrisponde alla necessità della croce, con cui chi ama porta su di sé il male dell'amato. Il cristiano non è un perfetto e la salvezza è un esercizio costante di misericordia. La comunità cristiana non è un luogo dove non si pecca, ma dove si perdona. (Lino Pedron)
(Commento di don Maurizio Lollobrigida SDB)
0 notes
Video
youtube
Al bano e Romina Power - prima notte d'amore (1977) live
NOTTI D' AMORE IN ALBERGO : MA PAGA L' UOMO
CI SONO TANTI BEGLI ALBERGHI A CALTANISSETTA TANTI PICCOLI E GRANDI TANTI BED E BREAKFAST
IL MIO FIDANZATO SE VERRA' IN ITALIA PASSERA' LA NOTTE CON ME IN ALBERGO, COME SI FA DI SOLITO NON HO SPAZIO PER OSPITARE NESSUNO
НОЧИ ЛЮБВИ В ОТЕЛЕ: НО МУЖЧИНА ПЛАТИТ
В КАЛЬТАНИССЕТТЕ МНОГО КРАСИВЫХ ОТЕЛЕЙ МНОГО МАЛЕНЬКИХ И БОЛЬШИХ МНОЖЕСТВО ГОСТИНИЦ ТИПА «ПОСТЕЛЬ И ЗАВТРАК»
ЕСЛИ МОЙ ЖЕНИХ ПРИЕДЕТ В ИТАЛИЮ, ПЕРЕНОЧУЕТ СО МНОЙ В ОТЕЛЕ, КАК ЭТО ОБЫЧНО ДЕЛАЕТСЯ У МЕНЯ НЕТ МЕСТА, ЧТОБЫ КОГО-ТО РАЗМЕСТИТЬ
https://www.msn.com/it-it/notizie/tecnologiaescienza/spazio-fallito-il-lancio-della-navetta-starship-di-spacex/vi-AA1a6Bam
#DONALDTRUMP #TRUMP #BOLSONARO #GHEZZI #DORIGHEZZI #STRISCIALANOTIZIA #FRANCESCO #RUTELLI #PROPAGANDALIVE #ELUANA #ENGLARO #ELUANAENGLARO #CRISTIANO #DEANDRE #CRISTIANODEANDRE #twitter #facebook #skyrock #linkedin #instagram #okru #tiktok
ODIO I GIORNALISTI SONO SENZA COSCIENZA INCOMPETENTI COME GLI PSICHIATRI
1 note
·
View note
Photo
#Italian 28.jan.23 28 Gennaio 2023 Come scritto a Prasanthi Nilayam oggi Prima eliminate da voi tutto ciò che è cattivo, poi assorbite tutto il buono. Accusare gli altri mentre in voi c’è una montagna di malvagio è un peccato; la stessa esortazione fu espressa da Gesù. Oggi, l’essere umano non si sforza di riconoscere i difetti innumerevoli che ha, ingigantisce quelli piccoli degli altri; in effetti, cerca i loro difetti con mille occhi. Questa è la condizione miserevole dell’individuo di oggi. Egli sta perdendo la sua identità effettiva per aver permesso alle qualità malvagie di entrargli nel cuore, le persone sono più desiderose di scoprire i difetti degli altri piuttosto che di vedere i loro meriti. Chi vede negli altri soltanto il bene è un essere umano vero, è un Cristiano vero, è un Sikh vero o un Mussulmano vero che coltiva l’amore nel campo del cuore. Sfortunatamente, oggi nessuno semina i semi dell’amore nel proprio cuore: come potete quindi aspettarvi il raccolto dell’amore? Si può definire qualcuno un Hindu vero se in lui non c’è amore? Discorso Divino del 14 febbraio 1999 Eliminate dal vostro comportamento, dalle azioni e dalle parole tutte le tracce del desiderio di far soffrire gli altri, di insultarli, di causar loro la perdita o l’infelicità. Con Amore, Baba #sathyasai #saibhakta #sathyasaibaba #saibaba https://www.instagram.com/p/Cn78eBQM7We/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
Text
“ Non sono giovane ed amo la vita ma disdegno di abbattermi al pensiero dell’annientamento. La felicità non è meno vera, anche se deve finire. Il pensiero e l’amore non perdono il loro valore se non sono eterni. Parecchi uomini hanno affrontato il patibolo con fierezza; la stessa fierezza ci dovrebbe insegnare a riflettere senza tremare al destino dell’uomo nell’universo. Anche se le finestre spalancate della scienza al primo momento ci fanno rabbrividire, abituati come siamo al confortevole tepore casalingo dei miti tradizionali, alla fine l’aria fresca ci rinvigorirà. La filosofia della natura è una cosa, altra cosa è la filosofia del valore. Confondendole, soltanto male ne può scaturire. Ciò che noi giudichiamo buono, ciò che vorremmo, non ha rapporto alcuno con ciò che è, perché questo è oggetto della filosofia della natura. D’altra parte non ci può essere proibito di valutare fenomeni che il mondo non umano non valuta, e nemmeno possiamo essere costretti ad ammirare qualsiasi cosa perché è una “legge di natura”. Senza dubbio, noi siamo parte della natura che ha prodotto i nostri desideri, le nostre speranze e i nostri timori, secondo leggi che i fisici cominciano a scoprire. In questo senso noi siamo parte della natura. Subordinati ad essa, siamo il risultato di leggi naturali e, in ultima analisi, loro vittime. La filosofia della natura non deve essere troppo terrestre; per essa, la terra è uno dei più piccoli pianeti di una delle più piccole stelle della Via Lattea. Sarebbe ridicolo trasformare la filosofia della natura per ottenere risultati graditi ai minuscoli parassiti di questo insignificante pianeta. Il vitalismo, inteso come una filosofia, e anche l’evoluzionismo, palesano, sotto questo aspetto, scarso senso delle proporzioni. Essi considerano i fatti della vita, che ci interessano, come aventi un significato cosmico, non limitato alla superficie terrestre. Ottimismo e pessimismo, come filosofie cosmiche, denotano lo stesso ingenuo antropomorfismo; il grande mondo, così come lo conosciamo attraverso la filosofia della natura, non è né buono né cattivo, e non ha per programma di renderci felici o infelici. Tutte queste filosofie sono frutto di presunzione, e sono fortunatamente smentite dall’astronomia. Ma nella filosofia del valore, la situazione è capovolta. La natura è soltanto una parte di ciò che possiamo immaginare; ogni cosa, reale o immaginaria, può essere valutata da noi, e non esiste alcun modello esterno che ci indichi se la nostra valutazione è giusta oppure errata. Noi siamo gli assoluti e irrefutabili arbitri del valore, e nel mondo dei valori la natura è soltanto oggetto. Pertanto nel mondo dei valori noi siamo superiori alla natura. Nel mondo dei valori la natura, in se stessa, è neutrale, non è né buona né cattiva, non è meritevole né di ammirazione né di biasimo. Siamo noi e i nostri desideri che creiamo il valore. In questo regno, noi siamo sovrani e degradiamo la nostra sovranità se ci inchiniamo alla natura. Sta a noi determinare le caratteristiche della vita retta, non alla natura, e nemmeno alla natura personificata come Dio. “
Bertrand Russell, Il mio credo, testo raccolto in:
Id., Perché non sono cristiano, (traduzione di Tina Buratti Cantarelli), Longanesi & C. (collana La buona società n° 117), 1966¹⁰; pp. 59-61.
NOTA: Il mio credo fu pubblicato nel 1925. Russell scrisse nella prefazione: «Ho cercato di esporre il mio pensiero sulla posizione dell’uomo nell’universo e sulle sue possibilità di vivere rettamente... Ci sono forze che conducono alla felicità e altre all’infelicità. Non sappiamo quali prevarranno, ma per agire saggiamente dobbiamo conoscere le une e le altre». Nel processo al tribunale di New York, nel 1940, Il mio credo fu presentato insieme ad altri libri dell’autore per provare che Russell era inadatto all’insegnamento nel City College. Estratti dell’opuscolo furono anche ampiamente citati dalla stampa, e generalmente in modo tale da suscitare errate interpretazioni.
#Bertrand Russell#Il mio credo#citazioni#letture#leggere#Perché non sono cristiano#felicità#pensiero#amore#vita#filosofi del XX secolo#destino#universo#umanità#saggi#intellettuali del '900#scienza#scientismo#darwinismo#libri#filosofia della natura#natura#desideri#speranze#vitalismo#filosofia del valore#evoluzionismo#ottimismo#ateismo#agnosticismo
24 notes
·
View notes
Text
una volta c’erano i cattolici poi i cristiani, poi i protestanti etc, poi i cattocomunisti oggi ci sono i cattocretini ovvero quelli che non sono credenti, non vivono da credenti, ma devono agitare i rosari e sparare cazzate anti tutto, antiquate, bavose, sceme e senza senso, a nome dei cristiani
CHE NON LE PENSANO
come quel besugo di salvini, che è ateo e agita i crocefissi. ma va in mona , salvini. i cristiani salvano le persone che sono in pericolo mezzo al mare. e non i pelosi interessi dei piccoli imprenditori, grassi, sazi e ignoranti della bassa. sei blasfemo ! chi è cristiano è proimmigrazione, prodeboli, pro gay, proadozioni, pro matrimoni gay.
cristo è sempre stato dalla parte dei deboli, degli ultimi e contro i farisei. leggeti il vangelo, pirla.
#questo è il mio sermone de pasqua. #chi ha orecchie per intendere intenda.
5 notes
·
View notes
Text
instagram
@don_luigi45 @ellyesse @partitodemocratico @partitodemocratico.del.web @giuseppeconte_ufficiale @movimento5stelle #LauraBoldrini Chi cancella il Crocifisso evidentemente non comprende il suo notevole contributo al nostro Mondo Libero. Tale significato riguarda il nostro ambito civile - laico, perché il Messaggio Cristiano conferma sul piano religioso ciò che l'Antica Roma aveva già introdotto civilmente. Nessun musulmano, nessun ebreo, avrebbe cancellato la propria storia. Solo noi cristiani cancelliamo la croce dalle foto in nome dell’inclusione. Cancelliamo la nostra identità quando gli altri non lo farebbero mai! È sbagliato e riduttivo dire che “non possiamo cancellare la storia” (quindi il crocifisso è ok); bisognerebbe dire “siamo felici di essere cristiani perché il cristianesimo è sinonimo di fede, speranza, carità, bontà, amore, giustizia e pace; e anche civiltà”. Condivido il messaggio. Non è questione di #centrodestra o di #centrosinistra, è semplice #coerenza e rispetto del proprio popolo. Avere rispetto per se stessi non significa mancare di rispetto ad altri. Magdi Cristiano Allam: «A Pioltello il dirigente ha sbagliato. Agli alunni, anche ai più piccoli, è impedito di mangiare e bere: è pericoloso per la salute. Le università sono intolleranti? La colpa è dei professori». Cruciani: "Cedimento totale dello Stato italiano. A Pioltello, il consiglio d'istituto di una scuola ha deciso di chiudere un giorno ad Aprile per la festa del Ramadan. Allora, se le feste le decide un'altra religione, pigliatevi tutto a questo punto!". Pres.Mattarella @Quirinale il suo sostegno alla vpreside della scuola di Pioltello in nome dell’inclusione/rispetto delle diverse culture NON è condiviso dalla maggioranza degli italiani perché è parso una sottomissione politica ad un Islam NON condiviso nemmeno tra gli islamici! https://pic.twitter.com/KnqmhRbl8n Una lotta quella dell'inclusione, portata avanti a tutti i costi della sinistra. Perderla sarebbe ammettere già la palese sconfitta di convivenza con l'islam, distante dai nostri valori. Inclusione anche a discapito della nostra cultura! Bocciati dagli elettori per questo motivo! Mai creare precedenti... ormai loro, appoggiati dal PD antitaliani perché crede di avere il loro voto vanamente, hanno capito che possono fare quello che vogliono, caro presidente @quirinale questa non è inclusione ma sottomissione vedi Francia. Leggi la profetica Oriana Fallaci.
1 note
·
View note
Text
Martedì 31 ottobre in prima serata “Le Iene”. Le dichiarazioni di Cristiano giuntoli, il ds della Juventus chiede scusa ai microfoni di Sebastian Gazzarrini
Martedì 31 ottobre in prima serata “Le Iene”. Le dichiarazioni di Cristiano giuntoli, il ds della Juventus chiede scusa ai microfoni di Sebastian Gazzarrini. Oggi, martedì 31 ottobre, in prima serata su Italia1, nuovo appuntamento con “Le Iene” condotto da Veronica Gentili con Max Angioni. L’ospite della serata è la ballerina, conduttrice televisiva e attrice Lorella Boccia. Nella puntata vi sarà nel servizio di Sebastian Gazzarrini, il direttore sportivo della Juventus Cristiano Giuntoli chiede ufficialmente scusa per le parole pronunciate qualche giorno fa pubblicamente generando numerose polemiche (“…un cattivo giocatore è come una fidanzata quando la porti a casa e capisci che non va bene, che non lava, non cucina e non stira”, ndr). “Ho fatto sicuramente un esempio infelice – ha dichiarato Giuntoli ai microfoni delle Iene-, questo mi dispiace e chiedo scusa a tutte le persone che si sono sentite offese, uomini e donne. Perché credo che in famiglia ci si debba sempre aiutare e dividere in maniera equa tutti i lavori che ci sono da fare. Io in casa spesso cucino”. L’inviato, inoltre, ha ripreso a loro insaputa, ma con la complicità delle compagne, tre campioni di Serie A alle prese con i lavori domestici: Mattia Zaccagni, Gianluca Scamacca e Matteo Pessina. La lunga intervista di Alice Martinelli al marito dell’operatrice sanitaria che ebbe un figlio da un ragazzo di quasi quattordici anni. I fatti, accaduti a Prato, risalgono a qualche anno fa e all’epoca fecero molto scalpore. La donna, che era sposata e aveva trent’anni, si era offerta di dare lezioni di lingua straniera al ragazzino. Quando il caso emerse – la donna dichiarò sin da subito di essersi realmente innamorata del giovane, ndr. -, l’operatrice sanitaria finì a processo per atti sessuali e violenza sessuale per induzione su minore. Oggi la Cassazione l’ha definitivamente condannata a 6 anni e 6 mesi di carcere. Durante questo tempo la donna ha continuato a vivere con il marito, con il figlio di 15 anni e con il bimbo nato dall’allievo che adesso ha 5 anni. Con Veronica Ruggeri la storia di un ex parrucchiere di Bari che da qualche tempo si è autoproclamato pastore evangelico. L’uomo propone missioni di evangelizzazione con una sorta di battesimo effettuato in mare o all’interno di piscine gonfiabili, promette cure miracolose in grado di guarire mali fisici e psichici grazie a preghiere che fa in diretta sui suoi canali social. Per raccontare la vicenda l’inviata raccoglie la richiesta di aiuto della famiglia di una delle “seguaci” dell’uomo. La ragazza, infatti, che ha deciso di allontanarsi completamente e lasciare genitori e figli piccoli per seguire il pastore, non è più in contatto con i suoi parenti da quasi cinque anni. Le telecamere della trasmissione provano a incontrare l’uomo che attualmente trasmette le sue dirette dall’interno di un campo rom in Calabria. Nel servizio anche le interviste ad Antonio Loconte, il primo giornalista che si è occupato della vicenda e a un’ex adepta che racconta alla telecamera dell’inviata tutto quello che ha vissuto all’interno della setta. Nicola Barraco affronta un tema molto caro al nostro governo, quello della costruzione del ponte, l’opera leggendaria che dovrebbe collegare Messina a Reggio Calabria. La Iena decide di percorrere la Sicilia in treno partendo da Marsala, punta occidentale dell’isola, per raggiungere Siracusa nel versante opposto. Durante questo viaggio Barraco documenta le reali condizioni di vita di alcuni abitanti e i funzionamenti delle infrastrutture per capire se ci siano delle priorità rispetto alla costruzione del ponte stesso. L’ideatore del programma è Davide Parenti. In regia Antonio Monti. Il programma può essere seguito in streaming, anche all’estero, su www.iene.it... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Lottatori
(in foto, Lottatori di Pancrazio, statua romana del I secolo d.C, Galleria degli Uffizi, Firenze)
Cruciverba di ieri. Definizione: antica lotta greca. 9 lettere. Una “z” alla terzultima casella accende un ricordo mentale: il pancrazio.
E subito se ne accende un’altra: proprio mettendo a posto la libreria in questi giorni di quarantena, è uscito fuori un piccolo volume sull’antica Kroton, patria di leggendari atleti. Nell’omaggio a chi sta lottando, anche perchè si iniziano a vedere primi segnali incoraggianti, è una bella storia da raccontare.
Pancrazio deriva dal greco pankrátion, composto da πᾶς pâs (in combinazione πᾶν pân) ‘tutto’ e κράτος krátos ‘potere, forza’, ed ha significato etimologico di “onnipotente”; definiva una pratica di lotta sportiva molto amata e diffusa presso gli antichi. Fu disciplina olimpica dal 648 a.C. quindi spesso si riferisce ad essa come un agone atletico; agone designa una manifestazione pubblica di gare e giochi atletici in onore di divinità o quantomeno di carattere religioso i cui vincitori avevano premi e onori, che si chiamavano Athlon, da cui le parole atleta e atletica.
La disciplina consisteva in una lotta cruenta basata sulla forza pura il cui scopo era di sottomettere l’avversario usando qualsiasi tecnica della lotta a mani nude tranne i colpi agli occhi e ai genitali (azioni per le quali l’arbitro era autorizzato a frustare chi le avesse commesse, i greci combattevano nudi, i romani che odiavano quest’uso introdussero dei piccoli gonnellini di pelle detti Zoma). Gli incontri avvenivano in una specie di arena coperta di sabbia, all’aperto (detta Skamma) e spesso sotto il sole cocente: per proteggersi dal sole e dalle abrasioni per il contatto gli atleti utilizzavano una speciale lozione a base di olio di oliva e altri unguenti profumati, detta Gloios: ogni atleta aveva uno strumento, simile ad un falcetto arrotondato senza filo tagliente che utilizzava per toglierlo dopo ogni combattimento, lo strigile. Non esistevano limiti temporali, nè di categorie di peso (si combatteva contro avversari per estrazione). La vittoria veniva sancita dalla resa di uno degli avversari, che poteva dichiarare la sconfitta con un gesto delle mani: in casi particolari uno degli atleti poteva rifiutarsi di combattere per manifesta inferiorità, senza sporcarsi di sabbia (si parla di vittoria per Akoniti, e di una famosa di questo tipo ne scriverò tra poco).
Che c’entra Kroton, l’antica Crotone? C’entra eccome, per molti motivi. Innanzitutto, come ho accennato nella storia delle dodici fatiche di Eracle, una delle leggende sulla nascita della città ne fa del grande eroe il fondatore: il pancrazio era proprio una disciplina che faceva della forza atletica il massimo aspetto. Poi, l’antica Kroton fu la capitale del pitagorismo: Pitagora e i suoi discepoli furono, tra le altre cose, anche attenti studiosi delle pratiche ginniche, di quelle dietetiche e amavano gli agoni, tanto che il Gymnasion di Kroton (Gymnasion deriva da Gymnos, nudo, proprio perchè si combatteva nudi) fu la fucina di grandissimi campioni, tanto che Strabone, storico e geografo greco, nel suo Gheographiká dice: l’ultimo dei crotoniati, il primo dei greci, per dire di quanto fossero favolosi gli atleti della colonia della Magna Grecia. Alcuni nomi erano così famosi che in una meravigliosa opera del periodo “tardo”, La Periegesi della Grecia di Pausania il Periegeta (una sorta di guida, in 10 volumi, delle tradizioni storiche e culturali della penisola ellenica), ve ne sono riportati alcuni: Astilo, grandissimo corridore; Filippo detto il Bello, sia atleta che condottiero, Iscomaco, superbo corridore; Eratostene, colui che vinse la gara di stadion (una corsa in rettilineo di circa 200 metri) in una finale di 7 crotonesi, da cui si dice Strabone fece derivare il proverbio.
Il più grande atleta crotoniate fu però il leggendario Milone: dalla forza immensa (capace di tenere sulle spalle un vitello di quattro anni), e dall’immenso appetito (si racconta che in un giorno mangiò un vitello intero arrosto, nell’antichità l’appetito era sinonimo di forza) era specialista però di un altro tipo di lotta, l’orthopale (=lotta a corpo ritto, in cui gli atleti si servivano di colpi particolarmente spettacolari e vigeva la regola della vittoria dopo tre atterramenti). A lui è legato il più famoso esempio di Akoniti, con co-protagonista un altro atleta crotonese, Timosteo: cresciuto nel mito e anche con gli insegnamenti del grande Milone, arrivato in finale contro il suo maestro, Timosteo non volle combattere: per l’unica volta nella storia dei Giochi Antichi, non si conobbe il nome del solo vincitore, ma anche del secondo. Milone fu inoltre grande condottiero e guidò l’esercito crotoniano alla conquista della vicina Sibari (nel 510 a.C.).
Il più famoso pancraziaste fu invece un altro atleta leggendario, Polidamante di Scotussa. Dalla forza sovrumana, alto oltre due metri, vinse il pancrazio della 93.ma Olimpiade (408 a.C.): la sua fama era che la sua forza rivaleggiasse con quella di Eracle, tanto che Dario II, imperatore di Persia, lo invitò nel suo Regno per delle gare. Polidamante richiese solo un cachet (Pausania sostiene immenso, Diodoro Siculo, che ne parla nella Bibliotheca Historica, dice “un carro di tetradracme”) e nella città di Susa si narra che combatté, in serie, contro i tre migliori Immortali dell’Esercito Persiano, uccidendone due e facendo scappare dalla paura il terzo.
Nei giorni di grande tensione emotiva di questo periodo pandemico, c’era un meme che metteva in contrapposizione lo stipendio di un medico e quello di Messi o Cristiano Ronaldo: come si può evincere dalle storie che ho brevemente raccontato non è cambiato poi molto da 2500 anni a questa parte, se sono chiari i ritrovamenti di culto quasi divino (anfore, scritti, vasi) ai grandi atleti dell’Antichità, a cui furono dedicati persino statue e piccoli templi.
Che cosa sarebbe il mondo se non ci fosse la lotta? Un orrendo e solitario luogo di morte
Eraclito
21 notes
·
View notes
Photo
La paura di essere divorati e sparire in qualcun altro ha dato origine a tantissimi mostri, partendo dalle religioni. Se pensate ai tormenti infernali, c'è sempre una creatura divoratrice. Basti pensare al Gramr dei Vichinghi, il Cerbero dei Greci, al Diavolo Cristiano che dalla sua fossa mangia le anime dei dannati. E i divoratori riempiono il folklore, le leggende, le fiabe. Il Lupo Cattivo, la Strega che mangia i bambini, i giganti che fagocitano gli esseri umani, le fate Unseelie che fanno dei piccoli villaggi il loro territorio di caccia. I draghi, le viverne, i mannari, i vampiri: ripensandoci, tutti i mostri che ci vengono in mente mangiano le persone. Se non il corpo, divorano la loro anima. Spesso le due cose coincidono. Il mostro mangia il corpo e si prende l'anima, la assorbe, la fa sua. Questa convinzione è un retaggio delle credenze nordiche in base alle quali bere sangue e mangiare carne di un nemico sconfitto, che fosse bestia o essere umano, garantiva al vincitore l'acquisizione di parte del suo vigore e delle sue qualità. Assimilate tante creature in quel modo avrebbe reso una sorta di invincibilità. Ed ecco perché il vampiro è potentissimo, così come i cani infernali, le fate Unseelie e via dicendo. Si creano agglomerati di anime e potere. Badate bene, anche i malvagi della religione cristiana sono agglomerati di anime. Basti pensare al Diavolo che, in molti passi della Bibbia si fa chiamare Legione. "Il mio nome è Legione, poiché siamo in tanti". Le anime dannate, precipitate all'Inferno, fagocitate e riunite in un unico mostro. Anche gli scrittori di horror contemporaneo hanno creato mostri tutti nuovi che divorano le persone. Basti pensare a IT di King. L'antagonista è una creatura che divora e divora. Persino i manga sono pieni di questi personaggi. Mi viene in mente Tokyo Ghoul, dove i ghoul, per l'appunto, mangiano i corpi - vivi o morti - degli abitanti ignari. Non serve che faccia una lista infinita di questi esempi, perché se vi fermate a pensare, ne troverete a bizzeffe. 𝗦𝗰𝗿𝗶𝘃𝗲𝘁𝗲 𝗻𝗲𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗶 𝗱𝗶𝘃𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝗶 𝘃𝗲𝗻𝗴𝗼𝗻𝗼 𝗶𝗻 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲! 👇👇 Continua 👇👇 https://www.instagram.com/p/CJBRKr1Hq4A/?igshid=fb81masuaf91
1 note
·
View note
Photo
Riflessione sulla c.d. clausura: tra equivoci e realtà
In questa giornata di preghiera “pro orantibus” vorrei dedicare alcune riflessioni alla c.d. vita contemplativa e/o claustrale. Purtroppo qualificare la vita monastica femminile come claustrale e/o contemplativa ha generato molti equivoci e continua a generarli tutt’ora nella distinzione delle forme di vita consacrata. La vita monastica ed eremitica femminile non si contraddistingue per il carattere contemplativo rispetto alla vita battesimale di qualunque fedele laico, così come di qualsiasi altra persona consacrata erroneamente definita di vita “attiva” e/o apostolica. La contemplazione e l’azione sono componenti esistenziali di qualunque stato di vita cristiano (e non necessariamente solo quello cristiano). Pertanto, la vita quotidiana di una donna consacrata in monastero è definita contemplativa in quanto il segno specifico della sua consacrazione e della comunità in cui vive è incentrato sulla forma esteriore della preghiera, in particolare della Liturgia delle Ore e della lectio divina monastica, e non sull’alimentare l’immagine di una vita paradisiaca con tonache e veli svolazzanti sullo sfondo di tramonti e albe edeniche.
Altro equivoco nasce dal termine clausura, derivante da “claustrum” e non dal colloquiale “chiusura”, a cui viene assimilato non senza la stessa corresponsabilità di alcune claustrali. Per una “monaca di clausura pontificia o papale” essere segno tramite l’osservanza del confine della clausura e della grata potrebbe evocare tantissime dimensioni della sua persona e della comunità a cui appartiene, tenendo conto che ella è inserita nel contesto circoscritto e simbolico del chiostro con i limiti normativi liberamente scelti e professati. La clausura per il mondo monastico femminile è una dimensione fisica che può aiutare la vita interiore della donna se ella è chiamata ed è in grado di vivere il silenzio e la solitudine quale spazio abitato da Dio con la sua Parola e la sua Presenza, altrimenti potrebbe essere percepito come un carcere, una gabbia, un groviglio di catene normative. In quest’ultimo caso la clausura viene considerata e testimoniata come una mutilazione della persona, nonostante sia stata professata da donne nella maggiore età e liberamente scelta con libera coscienza e volontà. La rivendicazione successiva alla professione religiosa claustrale che la clausura sarebbe stata imposta alla persona non sembra corrispondere a verità, perchè ogni donna alla soglia della professione sa di poter liberamente optare per altri stati di vita e di vita consacrata, dunque l’obiezione appare molto debole e facilmente opinabile.
La problematica della clausura in realtà forse si potrebbe analizzare su un altro piano di riflessione, che richiama i cenni iniziali: “se e quanto la clausura sia oggetto di discernimento quale condizione di realizzazione della vita religiosa contemplativa fondata sui voti di povertà, castità e obbedienza e, dunque, quanto sia mezzo per la realizzazione della persona, della sua vocazione e consacrazione religiosa”. Infatti, la clausura è solo un mezzo, non il fine, e come ha già affermato Papa Francesco, “le mura del monastero non sono sufficienti per dare il segno” .
La clausura non è sufficiente perchè la monaca sia segno che indica Gesù e quando tale dimensione di volontaria limitazione relazionale e fisica dello spazio, in cui ella vive, è vissuta come fine della vita religiosa (osservanza della clausura come santità), inevitabilmente anche il segno testimoniale personale rischia di deformarsi e disorientare la monaca stessa e coloro che sono legati alla sua preghiera e testimonianza. Tanti sono stati i documenti del Magistero che hanno descritto e soprattutto regolamentato con norme la vita contemplativa femminile, ma ci si permette di obiettare che a tutt’oggi all’elaborazione dei contenuti magisteriali non hanno partecipato direttamente e attivamente coloro che la clausura la vivono, cioè le monache di clausura, salvo la compilazione di questionari di consultazione previamente alla stesura della Costituzione Apostolica Vultum Dei Quaerere e Cor Orans.
Solo chi vive la clausura femminile, può parlare di clausura femminile, perchè essa non è semplicemente un paragrafo del Codice di Diritto canonico o delle Costituzioni proprie, che limita uscite ed entrate delle monache nei monasteri, ma contraddistingue un mondo spirituale, emotivo, di pensiero, di comportamento, che non ha paralleli negli altri stati di vita, anche consacrata. La clausura è una condizione di vita che ha la potenzialità inversamente proporzionale di amplificare la dimensione di tutto ciò che al di fuori del monastero sarebbe insignificante, in quanto lo spazio fisico, la quantità limitata di relazioni interne ed esterne, l’assenza o la limitatezza delle attività apostoliche esterne, la ripetitività di gesti e reazioni, di servizi domestici e di preghiera genera dinamiche di vita personale e comunitaria, che assorbono la più parte delle energie quotidiane. La posizione di un tavolo in una stanza o di un vaso di fiori in chiesa, di una tenda in un ambiente comune o di un carrello per i pasti in refettorio non avrebbe rilevanza per più di qualche minuto in una persona calata nella vita laicale o consacrata apostolica; in clausura, invece, potrebbe segnare anche l’andamento di un’intera giornata di rapporti fraterni, perchè dietro la posizione di un oggetto o la modalità di esecuzione di un servizio domestico vi è una quantità notevole di significati e ruoli rivestiti da ciascuna monaca. L’emotività e la sensibilità in clausura è notevolmente più sollecitata e intensa, poiché nello spazio simbolico claustrale la monaca “si gioca”, volente o non volente, la sua realizzazione personale quotidiana. Pertanto, ogni gesto di attenzione o disattenzione, ogni linguaggio verbale o paraverbale, ogni atteggiamento e comportamento sono costantemente sotto lo sguardo proprio e delle sorelle con cui si vive e se la vita fraterna non è animata dalla gioia e dalla carità, questa condizione può divenire molto impegnativa. La qualità della relazione in clausura sarebbe bene si valutasse sull’amore, cioè sulla concreta donazione di sé, non tanto nell’esteriorità del servizio o delle opere, poichè la sofferenza, il sacrificio, il lavoro non misurano l’amore. Spesso sono forme di autogiustificazione. L’amore vero non ha forma e perciò può essere una “minaccia” ed al contempo una sfida alla fede, al sacrificio e alla mistica . La porta lasciata aperta ad una sorella anziana che fatica a camminare verso una stanza, una porzione di tempo libero dedicato alla sorella più malata, farsi carico dei lavori più pesanti, anche solo sollevare una cassetta di frutta più pesante per alleggerire la sorella oppure sostituire una sorella in difficoltà nel servizio per lei più faticoso, la pulizia di un bagno che sarà usato dopo da un’altra sorella, sono tutti gesti e parole che potrebbero apparire insignificante e quasi ovvii, ma in realtà misurano il “peso” dell’amore, cioè dell’attenzione di mente e cuore verso le sorelle con cui si vive e non hanno una “forma predefinita” che possa apprendersi da manuali o biografie di santi. Tali attenzioni sembrano indispensabili per poter crescere e preparare atti di donazione più grandi, soprattutto nelle responsabilità comunitarie, in quanto lo spirito di donazione è dono dello Spirito Santo e ciascuna monaca è chiamata a custodirlo e a farlo fruttificare in comunità mediante l’esercizio quotidiano di piccoli atti di donazione. Nella dimensione “microscopica” della carità nella quotidianità (c.d. mistica del quotidiano) sembrano nascondersi la carità o l’egoismo, la benevolenza o la malizia, la sincerità o la teatralità, tutto dipende dall’intenzione con cui la monaca li compie e su questo ella può interrogarsi sulla qualità della propria vocazione religiosa, anche e soprattutto quando può esservi stato un ripiegamento della religiosa su se stessa, cadendo nella tentazione tanto evidenziata da Papa Francesco in VTD n. 11 con queste parole: “Tra le tentazioni più insidiose per un contemplativo, ricordiamo quella chiamata dai padri del deserto “demonio meridiano”: è la tentazione che sfocia nell’apatia, nella routine, nella demotivazione, nell’accidia paralizzante. Come ho scritto nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, questo porta lentamente alla «psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore come “il più prezioso degli elisir del demonio”». Le parole di J.H. Newman che mi permetto di riportare: “nulla c’è di più propenso a generare abitudini egoiste (che sono la più diretta negazione della carità) che l’essere indipendenti nel nostro modo di vita. Coloro che non hanno legami personali o stimoli ad esercitare quotidianamente la comprensione e la tenerezza, coloro che non devono consultare nessuno per fare il proprio comodo, e vanno e vengono come pare loro, coloro che possono permettersi di cambiare come vogliono e permettersi quei cambiamenti d’umore così tipici nella maggior parte delle persone, faticheranno molto per ottenere il dono celeste che viene descritto nella liturgia come ‘il vincolo della pace e di tutte le virtù” , descrivono quella che potrebbe definirsi la “periferia esistenziale claustrale”, cioè la condizione di monache che purtroppo – con parole di Papa Francesco – perdono “la memoria della vocazione, del primo incontro con Dio, del carisma che ha fondato il monastero” e quando perdono “questa memoria e l’anima comincia ad essere mondana, pensa cose mondane e si perde quello zelo della preghiera di intercessione per la gente ”. Pertanto, se la monaca di clausura si sente in difficoltà rispetto alla clausura che lei stessa ha scelto, sarebbe più prudente che si domandasse se le difficoltà sono realmente legate alle modalità della clausura (pur nelle diverse possibilità) oppure se vi siano difficoltà di vita religiosa più profonde, relative innanzitutto alla propria relazione personale con Gesù, alla fedeltà nella preghiera o al modo di vivere i voti di povertà, castità e obbedienza, celando le proprie sofferenze e frustrazioni in altrettanti ed invisibili atti di autodifesa che potrebbero apparire esternamente come aggressività, disimpegno, disinteresse e “fuga” virtuale o effettiva dalla comunità, ma che in realtà sono stati di dolore personale che sembra inutile qualificare e giudicare dal punto di vista morale, quanto piuttosto sarebbe utile trovare soluzioni ed offrire strumenti di guarigione e cura spirituale, psicologica e fisica.
NOTE:
[1]Papa Francesco, Incontro con religiose e religiosi della Diocesi di Roma, 16 maggio 2015, https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/may/documents/papa-francesco_20150516_religiosi-roma.html
[2]Larranaga X., L’esistenza consacrata nella Chiesa, cap. 4, punto 4.2.
[3]Larranaga X., L’esistenza consacrata nella Chiesa, cap. 3, punto 3.1, nota 86.
[4]Papa Francesco, Incontro con religiose e religiosi della Diocesi di Roma, 16 maggio 2015, cit.
1 note
·
View note