#Francesco Paolo Tosti
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tonisemitoni · 2 years ago
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Zitti zitti, piano piano - Concerto con Piero Barone, Claudia Corona e Thiago Felipe Stopa
In pieno centro, attorniata dall’oceanica movida (brutto neologismo) universitaria, all’angolo di Via Begatto a Via Armando Quadri è situata una piccola chiesa barocca, non più destinata al culto,  dedicata ai Santi Damiano e Cosma che necessiterebbe di un restauro. In essa si svolgono diverse attività, perlopiù musicali, e in essa ogni tanto il maestro Fulvio Massa organizza dei saggi o concerti…
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dolenteimmagine · 2 years ago
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Francesco Paolo Tosti, Ideale
Gina Lollobrigida, Soprano 1955
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operaportugues · 1 year ago
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L'ultima canzone (Francesco Paolo Tosti)
Canção italiana de 1905.
Letra em italiano: M'han detto che domani Nina vi fate sposa, Ed io vi canto ancor la serenata. Là nei deserti piani Là,ne la valle ombrosa, Oh quante volte a voi l'ho ricantata!
Foglia di rosa O fiore d'amaranto Se ti fai sposa Io ti sto sempre accanto.
Domani avrete intorno Feste sorrisi e fiori Nè penserete ai nostri vecchi amori. Ma sempre notte e giorno Piena di passione Verrà gemendo a voi la mia canzone.
Foglia di menta O fiore di granato, Nina, rammenta I baci che t'ho dato!
Ah! … Ah! …
Tradução para português: Disseram-me que amanhã Nina, você se casará, E ainda canto a serenata para você. Lá nas planícies desertas Lá, no vale sombrio, Oh, quantas vezes cantei para ti!
Pétala de rosa Ó flor de amaranto Se você se casar, Estarei sempre por perto.
Amanhã você estar�� cercada de festa, sorrisos e flores Nem pensará em nosso antigo amor. Mas sempre noite e dia Plena de paixão Suspirará para você minha canção.
Folha de hortelã Ó flor de granada, Nina, lembre-se Dos beijos que te dei!
Ah! … Ah! …
Traduções
Franco Corelli 1973
Luciano Pavarotti 1984
Giuseppe di Stefano 1985
Carlo Bergonzi 1987
José Carreras
Alfredo Kraus 1989
Plácido Domingo 1992
Beniamino Gigli 1999
Renato Bruson
Andrea Bocelli 2002
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rallamajoop · 9 months ago
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Did Ethan play the piano?
There are a bunch of little hints scattered through these games about Ethan's character. He seems to have a love for the retro ‒ at least, his drawer is full of jazz CDs and he drives a 1971 Dodge Challenger. As Rose notes, he's clearly a wine drinker. And he may have played he piano.
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I don't want to overstate the hints RE7&8 give us on that last part. Resident Evil is, after all, a universe where apparently being able to bang out a full sonata at a moment's notice is just a basic life skill for anyone who might want to infiltrate a suspicious facility (though just jamming a few bars of Twinkle Twinkle Little Star may also do in a pinch).
There's a piano in the Winters' home, but then, maybe Mia's the one who plays, or maybe the BSAA set them up in an already-furnished house ‒ who knows? You can't actually interact with it as Ethan, nor does Rose comment on it. But Rose does wonder out loud if her Dad played any instruments (after he jokes about whether baby Rose banging her spoon to the Miss D. record suggests she's going to grow up to be a musician) ‒ and that at least primes you to notice that piano, if you hadn't already.
There are also two different pianos you can interact with in the Baker property ‒ one in the guest room, which will slam shut if Ethan reaches for the keys, and a second in Lucas' room that merely prompts the message 'it's broken'.
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It's not until Dimitrescu's castle that Ethan himself finally gets to make like all those other Resi heros, and bash out a quick solo to open a mini door in the piano, in which you'll find a key that will open another door... look, you've heard this one before.
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There's an argument to be had whether any of the puzzle solutions in a video game like RE should be taken as truly diegetic. But if nothing else, this does at least suggest Ethan can read sheet music. Here's the asset for the sheet, by the way (and again with the bit you actually play highlighted). You can hear someone play the full song ("Sogno" ‒ which means 'Dream' in Italian ‒ by Francesco Paolo Tosti) here.
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There's even a version with lyrics, though I doubt they necessarily meant much to whoever picked this piece for the game: more likely it was chosen for being a song with a very simple treble clef (so the player doesn't have to do too much work to solve the 'puzzle') but a much more complicated bass (so it still sounds sophisticated when played). Regardless, you can hear it sung here.
There's also one other little clue that might suggest that someone in the Winters' household has some real musical leanings: one of the CDs you can find in that drawer is titled 'Jazz Standard Theory'. Which sounds a lot more like an instructional CD than easy listening (though they're certainly not winning any prizes for those other titles).
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Actually, while we're talking Ethan's CD collection, here's the asset for that Miss D & the Pallboys CD too! Surprisingly, it has a back as well, suggesting that at some point you might have been able to pick it up and examine it. The text is all pretty illegible, however.
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(I've talked before about the theory that 'Miss D' is actually Lady Dimitrescu, but if you want the short version ‒ given that she's not from the village and is 'descended from a fallen noble', this one's surprisingly plausible!)
Hilariously, a love for jazz might just be one thing Ethan has in common with the Bakers, given you can find some records lying around the rec room upstairs.
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Mind you, even RE2R managed to work a jazz festival flyer into this one puzzle solution...
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Does someone in the team at Capcom have a thing for Jazz? Evidence is starting to stack up...
But getting back to our original topic, does Ethan play the piano? You can make a case either way, as the game never tells us explicitly. But there's enough here to point that way that I'd like to think he does, anyhow.
Which only makes the implications of this so much more tragic.
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persa-tra-i-miei-pensieri · 9 months ago
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Ortona
Una città “dalle sere dolci e profumate come quelle d’Oriente”
(Gabriele D’Annunzio)
Questa città ha una storia tutta da scoprire, dove leggende tramandate nel tempo si mescolano alla vita di tutti i giorni e sanguinose battaglie e saccheggi distrussero tanto davvero troppo tra le vie di questa cittadina.
In passato la città era completamente circondata da una cinta muraria trecentesca e al suo interno era suddivisa tra Terra Vecchia, ovvero la zona dove abitavano i pescatori e i marinai e dove si svolse la terribile Battaglia del dicembre 1943, e Terra Nuova, una zona costituita per lo più da orti e campi. Parlando di Terra Vecchia bisogna considerare un aspetto molto singolare che i pescatori avessero lì le loro casette colorate tra quelle viuzze strette nella parte alta della città e non sulla costa vicino al porto e che per raggiungere le loro imbarcazioni percorressero degli scalini che collegano ancora oggi queste due zone; inoltre bisogna dire che il porto un tempo non era situato dove lo troviamo oggi ma si trovava più vicino al Castello Aragonese quindi sotto la cosiddetta Pizzuta.
Proprio dietro al faro dell'attuale porto, dove si trova anche una statua di San Tommaso che accoglie i marinai, c'è una piccola spiaggetta di pietre nominata la spiaggetta della Ritorna perché con l'avvicinarsi del maltempo le mogli dei pescatori (ed anche secondo un'altra leggenda una principessa) urlavano e pregavano «ritorna» ai loro amati.
Percorrendo le viuzze di Terra Vecchia possiamo notare un arco in pietra tufacea, il materiale di cui sono costutuite le scogliere, una casa lasciata così com'era di cui si può scorgere il colore originale attorno alla finestra e una casa che venne distrutta dalle bombe che si trova (ironia della sorte) nella piazzetta dedicata alla convivialità nominata dell'Allegria.
Per quanto riguarda il commercio bisogna dire che Ortona aveva un commercio comune con Venezia di stoccafisso e baccalà, che un tempo era il pesce dei poveri e dei contadini.
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Terra Vecchia ha termine dove è situato Palazzo Farnese, costruito nel 1584 venne comprato dalla Madama (Margherita d'Austria) insieme a tutto il feudo di Ortona e le vennero affidati anche i restanti feudi abruzzesi che amministrò con grande maestria.
Tra i personaggi illustri di Ortona che possiamo nominare ci sono due membri del Cenacolo Michettiano: Basilio Cascella (seppur nato a Pescara) e il compositore Francesco Paolo Tosti.
Pertanto a fine 800 Ortona vive di riflesso del Cenacolo Michettiano e vengono costruite case in stile liberty.
Proprio a Ortona è stato composto il nostro "inno" abruzzese per la gioventù "Vola Vola Vola " a cui a Porta Caldari è dedicata una fontana.
Vulesse fa' r'venì pe' n'ora sole
Lu tempe belle de la cuntentezze
Quande pazzijavame a vola vola
E te cupria de vasce e di carezze
E, e vola, vola, vola, vola, vola E vola lu pavone Si tiè lu core bbone Mo' fammece arrepruvà
...
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Percorrendo la passeggiata orientale che costeggia la costa e qualche viuzza raggiungiamo affacciato sul mare il Castello Aragonese che esternamente si presenta intatto ma all'interno possiamo notare essere rimaste in piedi solo alcune mura e torrette. La sua storia è un continuo trasformarsi: da alcuni resti romani venne costruita poi una fortezza che in seguito venne utilizzata per scopi militari, per poi venire acquistata facendola diventare un palazzo signorile con all'interno un meraviglioso giardino all'inglese.
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È arrivato il momento di fare una visita al museo dedicato alla Battaglia di Ortona tra civili e soldati canadesi contro le truppe tedesche, ma intanto possiamo già rinvenire delle tracce di questo sanguinoso scontro in un vicolo della città dove possiamo ancora leggere una scritta che indicava il coprifuoco: "il coprifuoco per tutte le truppe alleate è alle 21:00" e affianco possiamo notare dei fori nel muro causati dalle schegge delle granate esplose e dai proiettili.
Il Museo della Battaglia conserva oggetti e foto che testimoniano i giorni del violento scontro urbano del dicembre 1943, ciò che caratterizza questa guerra è essere stata principalmente una guerra di "propaganda" e poco utile invece a fini strategici, anche se comunque molto sanguinosa essendosi svolta casa per casa.
I civili vennero fatti sfollare dalle truppe tedesche ma non tutti fuggirono decidendo di nascondersi nelle cantine delle loro case ma perdendo così la vita.
Ortona ha ottenuto la medaglia d'oro al valore civile perché durante il conflitto ci si è aiutati l'un l'altro civili e soldati canadesi.
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I tedeschi tra le altre cose distrussero anche la torre dell'orologio, una delle due torri della Cattedrale di San Tommaso, per evitare fosse un punto di avvistamento.
Ma perché proprio a Ortona?! Semplice, perché è qui che il Re Vittorio Emanuele III di Savoia fuggì durante la seconda guerra mondiale imbarcandosi appunto al porto di Ortona verso Brindisi; ed è qui che si trovava la Linea Gustav.
Tra gli oggetti presenti nel museo possiamo soffermarci su tre in particolare:
I papaveri ricamati sulle vesti dei soldati canadesi e delle crocerossine, che indicavano la loro morte in battaglia essendo i papaveri rossi come il sangue;
Varie radioline e giradischi militari con cassa perché anche i soldati avevano bisogno di qualche momento di svago;
Una foto particolarissima, una foto di un banchetto di natale realizzato durante la guerra per i soldati circondato da firme, firme dei soldati sopravvissuti sia canadesi che tedeschi come inno alla pace, a testimoniare che fare la guerra non conviene.
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Ora è sufficiente uscire dal museo e svoltare verso la costa per raggiungere la Cappella del Crocifisso Miracoloso. Un tempo chiamato monastero di Sant'Anna questo luogo è testimone di antiche storie di fede, mare, corsari saraceni e leggende anche culinarie.
Era il luogo di fede in cui vivevano e pregavano del monache di clausura. Si narra che un giorno mentre pregavano l'affresco del crocifisso iniziò a gettare sangue dal costato, questo venne considerato un miracolo ma anche simbolo di presagio di un'imminente tragedia. Il sangue miracoloso venne raccolto in due ampolline, di cui una si trova a Venezia e l'altra è rimasta in questa Cappella ad Ortona rinchiusa in una teca (che viene messa in mostra il secondo venerdì del mese).
Il presagio era reale infatti dalla costa arrivarono le vele dell'ammiraglio della flotta ottomanna Piyale Paşa che iniziarono a distruggere tutto. Gli abitanti di Ortona fuggirono nelle campagne ma le monache di clausura non poterono abbandonare il monastero e restarono a pregare, le loro preghiere forse le salvarono perché Ortona viene nuovamente distrutta ma i nemici non riuscirono nemmeno ad avvicinarsi al monastero e alle suore di clausura perché una fitta nebbia ricoprì questo luogo come a renderlo invisibile e inesistente.
A questo luogo e alle monache di clausura sono legate anche altre due leggende di cui una è solamente la visione della realtà in chiave magica e fantasy poiché le monache di notte per lavare i panni si recavano alla fonte vicina facendosi luce nel buio e da allora quella fonte venne chiamata la fonte delle fate. Mentre l'altra è legata alla nascita del dolce tipico di Ortona: le nevole (da non confondere con le neole o ferratelle abruzzesi), dolce che appunto secondo questa leggenda è stato creato dalle monache di clausura che un giorno avendo finito le ostie presero gli ingredienti che avevano e unendoli e cuocendoli con il ferro per le ostie diedero vita alle nevole, la cui ricetta prevede solamente mosto cotto, arancio autoctono dal sapore dolceamaro e olio d'oliva (alcuni pasticceri del posto aggiungono anche della cannella).
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La Cattedrale di San Tommaso, un tempo Cattedrale di Santa Maria Vergine, custodisce le reliquie dell’apostolo San Tommaso e la sua pietra tombale dove viene ritratto l'apostolo e che presenta due fori uno per inserirvi un bastoncino di incenso e l'altro per inserirci degli oggetti che successivamente venivano recuperati intrisi dell'energia sacra per poter ottenere cure miracolose, infatti sia la pietra tombale che le reliquie stesse dell'apostolo sono importanti non per il loro aspetto fisico materiale ma per l'energia fortissima dell'anima che emana il corpo del santo apostolo, un'anima che è stata così vicina a Cristo nei suoi giorni in Palestina.
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Spero questo riassunto vi abbia fatti viaggiare insieme a me alla scoperta di questa città abruzzese e ringrazio per la visita guidata i Compagni d'Avventura e Ortona Welcome
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Campobasso inaugura oggi la mostra "17 Graffi" al Circolo Sannitico
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Campobasso inaugura oggi la mostra "17 Graffi" al Circolo Sannitico …12 dicembre 1969, come ogni venerdì la banca chiude più tardi per via delle contrattazioni fra agricoltori, è la vigilia di Santa Lucia. La “rotonda”, il salone centrale, chiamato così per la sua forma, è gremito di persone intente a concludere contratti. Un tavolo ottagonale viene utilizzato per firmare accordi commerciali ed in quel livido pomeriggio autunnale, non molto freddo quanto piuttosto umido sarà custod e di 7 kg. di tritolo… Campobasso. La bomba esplosa il 12 dicembre 1969 alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano irrompe nella quotidianità degli italiani, irrompe nell’Italia del fermento culturale, delle rivoluzioni del costume, delle conquiste dei diritti civili e passerà alla storia come l’inizio degli anni di piombo e della strategia della tensione. La mostra 17 GRAFFI, ideata da Stefano Porfirio, promossa dall’associazione Kunekrea in collaborazione con l’Associazione Piazza Fontana 12 dicembre 1969 e con Molise Foto Incontri Fotografici, offre uno spaccato di storia italiana recente e spunti di riflessione attraverso 17 foto e 17 testi poetici in ricordo delle 17 vittime. Il punto di forza del progetto è la pluralità degli artisti che vanno dal semplice appassionato all’autore affermato come Gianni Berengo Gardin, Angelo Raffaele Turetta, Francesco Cito, Graziano Perotti. "Dopo l'intitolazione di Largo Capitano Tosti e la Mostra Canada Town prosegue l'impegno della nostra Amministrazione nell'affrontare temi cruciali della nostra storia; temi che vogliamo portare soprattutto all'attenzione delle nuove generazioni grazie al coinvolgimento delle scuole cittadine" - dichiara il sindaco Paola Felice. La mostra, visitabile fino al 5 novembre 2023, infatti è stata patrocinata e sostenuta dall’amministrazione comunale di Campobasso, e sarà introdotta dal prof. Norberto Lombardi. Ospite della serata inaugurale sarà Paolo Silva, figlio di una delle vittime della strage e membro dell’Associazione Piazza Fontana 12 dicembre 1969. Circolo Sannitico Piazza Gabriele Pepe, 30 Campobasso Dal 27 ottobre al 5 novembre 2023 Dalle ore 10 alle ore 12,30 e dalle ore 17 alle ore 19,30 Ingresso libero Inaugurazione il 27 ottobre 2023 alle ore 18,00... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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aschenblumen · 2 years ago
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Francesco Paolo Tosti, «Non t’amo più!». Giuseppe di Stefano, tenor
No sé por qué he tenido esto en la mente. Nada más lejos de mí.
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milkywayrollercoaster · 4 years ago
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Francesco Paolo Tosti (1846-1916)
Italian Composer
Some of his great songs:
´A VUCCHELLA
 ANCORA 
 APRILE
CHANSON DE L´ADIEU 
 GOOD-BYE 
 IDEALE 
 L´ALBA SEPARA DALLA LUCE L´OMBRA 
 L´ULTIMA CANZONE 
 LA MIA CANZONE
 LA SERENATA 
 MALIA 
 MARECCHIARE 
 NON T´AMO PIÙ 
 SEGRETO 
 SOGNO 
 VORREI MORIRE
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lesser-known-composers · 3 years ago
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Francesco Paolo Tosti - Tristezza. Jose Carreras.
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elmartillosinmetre · 5 years ago
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Mi crítica del recital de Piotr Beczala anoche en el Maestranza.
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dolenteimmagine · 3 years ago
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Francesco Paolo Tosti, Penso!
Dusolina Giannini, Soprano 1924
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operaportugues · 1 year ago
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Chanson de l'adieu (Francesco Paolo Tosti)
Letra em francês: Partir, c'est mourir un peu, C'est mourir à ce qu'on aime: On laisse un peu de soi-même En toute heure et dans tout lieu.
C'est toujours le deuil d'un vœu, Le dernier vers d'un poème; Partir, c'est mourir un peu, C'est mourir à ce qu'on aime.
Et l'on part, et c'est un jeu, Et jusqu'à l'adieu suprême C'est son âme que l'on sème, Que l'on sème en chaque adieu: Partir, c'est mourir un peu.
Tradução para português: Partir é morrer um pouco, É morrer para o que amamos: Deixamos um pouco de nós mesmos Em cada hora e em cada lugar.
É sempre o luto de um desejo, O último verso de um poema; Partir é morrer um pouco, É morrer para o que amamos.
E partimos, e é um jogo, E até o adeus supremo É a alma que semeamos, Que semeamos em cada adeus: Partir é morrer um pouco.
Traduções
Giuseppe Di Stefano
Pavarotti 1983
José Carreras 1989
Juan Pons
Carlo Bergonzi 2014
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mabohstarbuck · 7 years ago
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bohemianfantasie · 8 years ago
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Ho sognato che stavi a ginocchi, come un santo che prega il Signor. Mi guardavi nel fondo degli occhi, sfavillava il tuo sguardo d'amor. -  Sogno, Olindo Guerrini (as Lorenzo Stecchetti)
Translation: I dreamed you were kneeling, like a saint who prays to the Lord. You looked at me in the bottom of my eyes (you looked up at me), glittered your gaze of love (your glance of love sparkled).
Please let me know if this translation has any mistakes. I used Lieder.net, Google Translate, and my own knowledge for this translation and I want it to be correct.
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Milano, dall’8 giugno al Teatro Lirico Giorgio Gaber il festival Musical Square
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Milano, dall’8 giugno al Teatro Lirico  Giorgio Gaber il festival Musical Square. Si aprirà l'8 giugno, al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano, il festival Musical Square, la rassegna curata dal direttore artistico Giuliano De Angelis in sinergia con Roberto Favaro, responsabile del comparto musica classica del Lirico, e il coordinamento artistico della violinista russa Yulia Berinskaya. Ad inaugurare la rassegna - che prevede quattro appuntamenti fino al 9 novembre - sarà l'orchestra Filarmonica Campana diretta da Giulio Marazia. Il programma dedicato a Nobiltà e Aristocrazia si aprirà con la serenata per archi in “mi minore” scritta Edward Elgar nel 1892, per poi proseguire con il concerto per pianoforte e orchestra in fa minore n.2 di Frederic Chopin, nella versione cameristica per archi e pianoforte (solista Giulia Falzarano). Chiusura con le liriche da camera di Francesco Paolo Tosti.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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aschenblumen · 5 years ago
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Wenn die Musik die Rede widerspricht.
Il mio sogno d'amor non sei più tu I tuoi baci non cerco, a te non penso
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