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Costantino Barbella (1852-1925)
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Eleonora Duse: Un omaggio alla Divina che divenne fuoco. Museo d'Arte Costantino Barbella. Chieti
Martedì 14 gennaio 2025, alle ore 17, presso il Museo d'Arte Costantino Barbella di Chieti, si terrà la presentazione del libro Eleonora Duse.
Martedì 14 gennaio 2025, alle ore 17, presso il Museo d’Arte Costantino Barbella di Chieti, si terrà la presentazione del libro Eleonora Duse. Come l’onda sulla duna, la Divina che divenne fuoco (Edizioni Solfanelli). L’evento è organizzato da Auser Unitel Chieti e vede il patrocinio del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”, dell’Associazione Culturale Terra dei Padri, di Unitel Auser, e del…
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Chieti, Museo Costantino Barbella: Dall’inconscio al reale, dal reale al simbolico
Sabato 5 ottobre 2024 dalle ore 10.30, GArt Gallery Modern & Contemporary Art presenta, negli spazi del Museo Costantino Barbella di Chieti, la mostra Dall’inconscio al reale, dal reale al simbolico con le opere di Mauro Di Berardino, Fabrizio Molinario e Pasquale Ricci e accompagnata dai testi critici di Nello Catinello. Dall’inconscio al reale, dal reale al simbolicoMauro Di Berardino,…
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I Palazzi del potere di Pescara :
Provincia e Comune
I Palazzi del potere sorsero sul fiume Pescara ma sulle sponde di Castellammare.
Nel 1927 nacque la Provincia Pescara il nome venne dato da Gabriele D'Annunzio al posto di Castellamare.

Il Palazzo della Provincia o Palazzo del Governo è di epoca fascista infatti molti sono i rimandi al Fascismo a partire dalla pianta stessa dell'edificio a forma di M (Mussolini), ma anche al suo interno troviamo alcuni riferimenti come l'aquila nella Sala dei Marmi.
Sulla facciaccia bianca del Palazzo del Governo vi sono 4 bassorilievi che rappresentano le risorse del territorio pescarese: la miniera, l'agricoltura, il mare e il fiume.

Palazzi del potere vennero riempiti di opere d'arte tra cui le opere del Cenacolo Michettiano
Nell’atrio della Sala dei Marmi è conservata una scultura di Costantino Barbella intitolata “il canto d’Amore” che raffigura tre fanciulle abruzzesi, in abiti tradizionali con indosso gioielli tipici come la presentosa degli innamorati, che rientrano dalla campagna e cantano la loro giovinezza guardando il sole al tramonto.
Lungo le pareti laterali prima di varcare la porta d'ingresso della Sala dei Marmi su delle formelle in ceramica a rilievo sono raffigurati gli stemmi dei comuni della provincia di Pescara.
Su un'altra parete vi è lo stemma dorato col motto provinciale "SIBI VALET ET VIVIT"

All’interno del salone del Consiglio del Palazzo del Governo è conservato il noto dipinto di Francesco Paolo Michetti “la figlia di Iorio” .
L'ispirazione di Michetti per realizzare questo dipinto deriva da un viaggio dello stesso con l'amico D'Annunzio a Tocco da Casauria quando videro una scena di molestia ad una ragazza (bisogna tener presente che in quell'epoca molestare le ragazze era vista quasi come un'usanza).
Del dipinto Michetti fece tre edizioni
"La figlia di Jorio" invece è un'opera teatrale tragica scritta da Gabriele D'Annunzio basandosi sullo stesso ricordo del viaggio fatto con Michetti che ha ispirato il dipinto.

Descrizione del dipinto:
Bisogna premettere che Michetti era appassionato di fotografia tanto da farla diventare una forma d'arte infatti al posto dei bozzetti o schizzi lui per realizzare quest'opera utilizzò delle fotografie da lui stesso scattate e questo è un aspetto molto importante e innovativo del dipinto "la figlia di Iorio".
Infatti il quadro si presenta come una composizione di storia vissuta e reale, quindi una rappresentazione iperrealistica.
Prima di tutto la figura principale (la ragazza) non è al centro della scena proprio come se fosse una foto scattata mentre ella camminava.
Inoltre proprio come in una foto in cui non si può mettere a fuoco tutta la scena è rappresentata una figura mozza di capo (era il massaro o padrone) e un'altra al suo fianco di cui si vede solo metà corpo come se non entrasse nell'inquadratura della fotocamera.
Passando sullo sfondo che è il vero padrone della scena imponendosi sulle figure umane rendendole piccole (come metafora della vita e dei problemi degli uomini rispetto all'imponenza della natura) viene rappresentata la Majella in primavera vista da Orsogna.
La descrizione della scena:
Viene rappresentata quella scena di molestia a cui Michetti aveva assistito tempo prima con D'Annunzio a Tocco da Casauria infatti ci sono degli uomini che sono intenti a deridere e beffeggiare questa ragazza che scappa a passo svelto e prende il mantello per coprirsi.
Osservando meglio queste figure maschili scopriamo esserci due anziani che raffigurano entrambi la stessa persona ( Paolo de Cecco) e tre giovani.
Il primo anziano più vicino alla figura della ragazza è quello che sembra deriderla di più mentre il secondo anziano (la figura al centro) sembra fare con la mano il gesto di smetterla, mentre i giovani sembrano avere uno sguardo rapito dalla bellezza della ragazza continuando comunque a deriderla.
La musa ispiratrice della figura femminile:
La figlia di Iorio (diminutivo in dialetto di Gregorio) è ispirata da una bambina di Orsogna di nome Giuditta Saraceni.
I colori:
Un colore che risalta è sicuramente quello dell'abito della ragazza. Il colore rosso del mantello simboleggia le donne sposate (il che è ben diverso rispetto all'età della musa ispiratrice Giuditta Saraceni).
Inoltre il colore rosso dà l'idea di un'aria torbida.
Ma in origine quando venne dipinto questo quadro i colori erano vivacissimi e nuovi infatti Michetti stesso li aveva creati, purtroppo però questo esperimento ha comportato che con il tempo sono diventati opachi.
Inoltre la tecnica di pittura è a rilievo ma questo ha comportato che con il tempo le pennellate si sono sgranate.
Oggi a seguito di interventi di restauro con le nuove tecnologie si è riusciti a fissare il più possibile la pittura alla tela.

Sala dei Marmi:
All'interno della Sale dei Marmi vi sono due dipinti che rappresentano uno la fortezza di Pescara e la nascita della Provincia e l'altro l'arte della Provincia.
Inoltre nella stanza sono presenti diversi busti tra cui uno raffigurante il primo Presidente della Provincia di Pescara leninista e altri che ritraggono D'Annunzio, Michetti, Tarantino e Vincenzo Montale
Ora usciamo dal Palazzo del Governo ed entriamo nel Palazzo del Comune di Pescara
Entrando nella Sala consiliare, che è la stanza più importante della città di Pescara, si possono ammirare un busto di D'Annunzio e una scultura che ritrae una figura molto particolare di Pescara, si tratta di Grazia Masciarelli detta la marinara o anche la maschia femmn. Questo soggetto era propietario di uno dei primi stabilimenti balneari di Pescara ed era un uomo in tutto e per tutto ma iniziò durante la Seconda Guerra Mondiale per poter fuggire e poi continuò per tutta la vita ad assumere comportamenti affemminati.
L'aspetto che deve far riflettere, ed è per questo che viene esposto il suo ritratto sottoforma di scultura nella sala consiliare del Comune, è che un soggetto così particolare e diverso veniva considerato da tutta la città come un vanto di cui andarne orgogliosi, infatti non era discriminato dalla società.
Se invece spostiamo lo sguardo all'insù possiamo notare un ciclo pittorico quasi inquietante dipinto da Luigi Baldacci.
- La nascita di Pescara
- San Cetteo che viene buttato nel fiume
- Lo Sforza che cade nel fiume
- I martiri dell'indipendenza
- Lo stemma di Pescara come da lui rivisitato - - D'Annunzio
- La distruzione della guerra
- Il futuro Pescara domani
C'è una legenda legata a questi dipinti : c'è uno spirito benevole (che protegge Pescara) racchiuso all'interno dei dipinti ma non a patto che i dipinti non vengano tolti dalla sala consiliare altrimenti lo spirito diventa malvagio e vendicativo e questo è ciò che è accaduto realmente come testimoniò lo stesso pittore Baldacci.

Prima di percorrere la scalinata per uscire dal comune possiamo ammirare il bozzetto della Nave di Cascella che è una fontana

Caratteristiche dell'opera sono la rappresentazione dell'abbrivo delle onde della barca che arriva
Infatti viene appresentata una nave che sta arrivando e che porta dei simboli che rappresentano le arti e le scienze. E in effetti l'idea sottostante all'opera è considerare Pescara una città che accoglie i giovani che portano ognuno il proprio talento.
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#fotografia#Pescara#scoprendo il nostro territorio#Abruzzo#Palazzi del potere#comune#provincia#palazzo del governo#fascismo#opere d'arte#la figlia di Iorio#la figlia di Jorio#D'Annunzio#Michetti#Baldacci#ciclo pittorico#molestia#presentosa#busto#statua#il canto d'amore#risorse del territorio#stemma#sala dei Marmi#sala consiliare comunale#Barbella#Grazia Masciarelli#la nave di Cascella
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By Anne Leader
Sculptor Costantino Barbella was born on the last day of January in 1852 in Chieti, located along the Pescara river about 124 miles east-northeast of Rome. Though he planned to be a businessman, Barbella pursued his passion for sculpture, first by making small clay figurines for Nativity scenes which were sold at his father’s shop. In 1872 he won a scholarship to the Istituto di Belle Arti in Naples, where he studied with Stanislao Lista (1824-1908). He returned to Chieti in 1874 and turned regularly to pastoral themes inspired by peasant life in the Abruzzi. He made numerous terracotta and bronze figurines, whose sentimental themes appealed to a wide audience. He died in Rome in 1925.
Reference: "Barbella, Costantino." Grove Art Online. Oxford Art Online. Oxford University Press. <http://www.oxfordartonline.com/subscriber/ article/grove/art/T006249>.
Canto d’Amore, ca. 1877, bronze, sold Sworders Fine Art Auctioneers, 16 July 2013
Resting Girl, terracotta
Il Tesoro d’Italia, terracotta
Scugnizzo assetato, bronze
La sposa, terracotta
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By Alexis Culotta
Reaching his end in Rome: sculptor Costantino Barbella died 5 December 1925. Born in 1852 in the city of Chieti, nearly due east of Rome near the Adriatic coast, Barbella began his artistic career modeling small figures for presepe scenes. His growing acclaim from these early figurines eventually won him a scholarship from the city of Chieti to attend Naples’ Royal Academy of Fine Arts. While there, Barbella developed his talents in small-scale sculptures rendered in marble and bronze. Barbella’s international presence grew over the course of the 1880s and 1890s as he played a pivotal role in both the 1884 International Exhibition in Antwerp, Belgium, as well as the 1899 International Art Exhibition in Venice.
Barbella remained relatively active as an artist until late in his career, when blindness began impacting his ability to sculpt. Today, a museum in his honor, the Museo d’Arte Costantino Barbella, stands in his hometown as a celebration of his artistic talent.
Photograph of Costantino Barbella.
Detail of Francesco Paolo Michetti, Portrait of Costantino Barbella, Museo d’Arte Costantino Barbella, Chieti.
A Reclining Nude, marble. Private Collection.
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