#Francesca e Grazia
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si è ricongiunto all'amato nipote Walter il sig. Antonino Zema
si è ricongiunto all’amato nipote Walter il sig. Antonino Zema Ne danno il triste annunzio la moglie Domenica Milardi, i figli: Mimmo con la moglie Lia Placanica, Antonella con Carmelo De Maio, Stefania e l’amato nipote Simone con la moglie Valentina Crupi, le sorelle Anna, Maria, Francesca e Grazia, la cognata Anna Lo Faro ved. Zema, i nipoti ed i parenti tutti. Un particolare ringraziamento…
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#Antonella con Carmelo De Maio#Francesca e Grazia#i figli: Mimmo con la moglie Lia Placanica#i nipoti ed i parenti tutti. Un particolare ringraziamento va a Natale Foti per le amorevoli cure prestate. I funerali avranno luogo lunedì#la cognata Anna Lo Faro ved. Zema#le sorelle Anna#maria#nella Chiesa parrocchiale di San Francesco D’Assisi#si è ricongiunto all&039;amato nipote Walter il sig. Antonino Zema Ne danno il triste annunzio la moglie Domenica Milardi#Stefania e l’amato nipote Simone con la moglie Valentina Crupi
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Grazie a "Un Volto per la Moda", il 20 agosto la splendida piazza di Apricena è stata teatro di un evento indimenticabile: per la prima volta sul Gargano, si è tenuta una tappa di selezione regionale del concorso di bellezza e talento "Una Ragazza per il Cinema". Con una grande partecipazione del pubblico, le concorrenti hanno sfilato sul palco, mostrando non solo la loro bellezza, ma anche il loro talento artistico. La serata è stata condotta con brio da Valeria Di Maggio, presentatrice ufficiale di "Un Volto per la Moda" e nota sui social come content creator, insieme al celebre imitatore Stefano Bucci. Insieme, hanno saputo intrattenere il pubblico con la loro professionalità e piccoli sketch divertenti che hanno intervallato le varie esibizioni, regalando momenti di leggerezza e simpatia. Le concorrenti si sono esibite in diverse uscite, mettendo in mostra le loro abilità e movenze, mentre un cantante, che ha imitato magistralmente Adriano Celentano, ha contribuito a creare un'atmosfera ancora più coinvolgente. La giuria, composta da cinque professioniste nel campo del talento — Anna Maria Torelli, presidente del consiglio comunale di Apricena, Antonietta Di Michele, Giovanna Nargiso, Elena Rodica Rotaru e Pia Martino — ha selezionato le ragazze in base al loro stile e alle loro performance nelle varie esibizioni. Le ragazze scelte per proseguire nel concorso sono: Silvana De Bellis, Giulia Prencipe, Gaia Pia Iannone, Alessia Romagnolo, Aurora Provvidenza Pistillo, Giada Carriello e Francesca Pia D'Alessandro. Alcune fasce di merito sono state consegnate da un ospite presente alla serata, il modello Giuseppe Leone, vincitore del titolo di Mister nel 2022 nel concorso "Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo" di Massimo Meschino, con una selezione di "Un Volto per la Moda". Le fasce delle selezioni, invece, sono state consegnate dalla giuria. L'evento è stato reso possibile grazie all'amministrazione del comune di Apricena e all'indispensabile aiuto dello staff e dei collaboratori professionisti, composto da Michele Di Maggio, Mariateresa Trotta, Claudio Cisternino, Davide Augello, Giovanni Ercolino e Chiara Marisa Cappucci, che hanno lavorato dietro le quinte per garantire il successo della serata. Il direttore artistico, Rosanna Stega, ha concluso l'evento ringraziando il sindaco di Apricena e l'amministrazione comunale, l'instancabile segretaria comunale Grazia Medugno, tutte le ragazze che hanno partecipato alla selezione, il Salone Elegance Parrucchieri di Apricena, Celentanoide, il numeroso pubblico presente, i presentatori e tutto il service che ha contribuito alla realizzazione di questa straordinaria serata.
Articolo di @likarotarublogger @elenarodicarotaru-blog
#art fashion#stylelife#moda#modafeminina#fashionbloggerstylebloggerofinstagram♥️♥️♥️♥️#byelenarotaru#instagrambloggers❤️#articolo#photography📷📸#blogger#fashiondesigner#concorso#arte#puglia
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GIPSY FIORUCCI PREMIATA AL FESTIVAL “PRIMO PIANO SULL’AUTORE PIANETA DONNA” INSIEME A TANTE PERSONALITA’ DEL CINEMA E DELLO SPETTACOLO
Importante riconoscimento per l’artista umbra durante la cerimonia finale di premiazione della storica rassegna cinematografica, che si aggiudica la vittoria per la sezione musica e videoclip con il singolo “L’Anima Grida”
A dicembre a Perugia, presso il Cinematografo Comunale Sant’Angelo, si erano tenute le proiezioni dei film, cortometraggi e videoclip in concorso votati successivamente da una qualificata giuria presieduta da Elizabeth Missland.
La cerimonia finale, con la conduzione della giornalista Carola Proto, si è svolta a Roma presso un’affollatissima sala del cinema Caravaggio, che ha celebrato in ricordo di Sandra Milo la premiazione conclusiva alla presenza di numerose personalità del cinema e dello spettacolo, tra cui Fabrizio M. Cortese, Wilma Labate, Silvia D’Amico, Roberta Torre, Alba Rohrwacher (premio attrice dell’anno) e Maria Grazia Cucinotta (premio speciale per la brillante e prolifica attività di attrice e produttrice).
Momento quindi di grande rilevanza e riconoscimenti per la cantautrice tifernate, impegnata proprio in questi giorni nella città dei fiori per la partecipazione a molteplici importanti eventi e per la promozione del nuovo singolo “Il Pianto Che Trattengo” da dicembre in radio e su tutte le piattaforme digitali.
“La cosa che mi rende più felice e orgogliosa – dichiara Gipsy - è l’essere stata premiata non solo per il brano e il videoclip de “L’Anima Grida” ma anche e soprattutto per l’essenza stessa che incarna la canzone e del messaggio profondo di rinascita e speranza che porta dentro di sé”;
Il videoclip de L’Anima Grida, girato presso l’elegante e sontuosa location nobiliare tardo rinascimentale “Villa Magherini Graziani” a San Giustino umbro (Pg), è stato realizzato in collaborazione con la casa di produzione cinematografica “Whiterose Pictures”, regia di Lorenzo Lombardi e direttore alla fotografia Nicola Santi Amantini.
Dui seguito la motivazione letta durante la cerimonia: “Per l’impattante look dell’artista, calata in una fiaba di esoteriche essenze, attraversando i luoghi oscuri dell’anima, dove è sempre possibile accendere la luce della propria ricchezza interiore, fatta di ritrovate consapevolezze e nuove energie che conducono al cambiamento e alla vera rinascita”.
La prestigiosa kermesse “Primo Piano sull’Autore – Festival Pianeta Donna”, si è aperta con un incontro-dibattito “la donna nel cinema: emancipazione e riscossa”, tema di quest’anno, condotto da Laura Delli Colli, presidente del SNGCI, che ha rivolto ai presenti la domanda se questa emancipazione e riscossa potesse oggi veramente definirsi tale.
La quarantunesima edizione del Festival fondato e diretto da Franco Mariotti è stata organizzata dall’associazione culturale AmaRcorD con il contributo del ministero della cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo con la collaborazione della Regione Umbria; il coordinamento artistico è stato affidato a Francesca Piggianelli.
www.gipsyfiorucci.com
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Adelaide Ristori
Adelaide Ristori è stata l’attrice italiana più famosa e influente dell’Ottocento.
Un fenomeno senza precedenti che seppe suscitare il fanatismo del pubblico ovunque si esibisse.
Ha messo il suo prestigio al servizio della causa unitaria. Sovente i suoi spettacoli venivano interrotti dalla polizia, perché dal palcoscenico lanciava slogan a favore dell’Italia e di Vittorio Emanuele II.
Acclamatissima dal pubblico e lodata dai suoi contemporanei, ha recitato in inglese e in francese.
Ha ricevuto elogi da personaggi come la Regina Vittoria, Giuseppe Verdi, Alexandre Dumas, Théophile Gautier, George Sand, Alfred de Musset. Ammirata dalle teste coronate di tutta Europa, durante i tanti viaggi ha svolto diverse azioni diplomatiche per contribuire all’unità d’Italia.
Nata a Cividale del Friuli, il 29 gennaio 1822, da una coppia di attori, a tre anni era già in scena e a quindici già ricopriva il ruolo di protagonista nella Francesca da Rimini nella prestigiosa compagnia Reale Sarda di Torino dove, dopo due anni, era prima attrice avvicendandosi con Amalia Bettini.
Nel 1847 sposò il marchese Giuliano Capranica del Grillo che l’aveva vista recitare e ne era rimasto incantato. Un matrimonio contestato dalla famiglia di lui che non vedeva di buon occhio il fatto che fosse un’attrice, mentre nei fatti, grazie al suo lavoro divenne una grande imprenditrice e produttrice, risollevando le sorti economiche del coniuge. Dalla loro unione nacquero quattro figli e figlie di cui due morti prematuramente.
La prima trionfante tournée estera è stata a Parigi nel 1855 all’epoca dell’Esposizione Internazionale che l’ha consacrata una grande attrice tragica.
Subito dopo, a Londra, venne accolta dalla nobiltà con un calore inconsueto per un’artista. A Liverpool e Manchester il pubblico la accolse gridando “viva l’Italia” sventolando nastri con il tricolore. A Madrid, nel 1857, fu ricevuta da Isabella II che, grazie alla sua intercessione, concesse la grazia a un giovane ufficiale condannato a morte per ribellione.
Da attrice di umili origini era riuscita a diventare famosa nei consessi che decidevano il destino delle Nazioni e un simbolo politico. Perfino Giuseppe Mazzini pensò di utilizzare la sua notorietà crescente per la causa nazionale, mentre Camillo Cavour le affidò, nel 1860, in occasione della sua prima tournée a San Pietroburgo, una delicata missione presso la corte dello Zar.
Il suo successo era tale che numerose sue biografie circolavano in tutta Europa quando era poco più che trentenne.
Accorta amministratrice della sua immagine, attuava antesignane strategie di promozione. Nei foyer dei teatri in cui si esibiva erano in vendita statuette in gesso che la ritraevano, buste e carte da lettere con la sua immagine e i libretti con i testi tradotti in tutte le maggiori lingue straniere.
I costumi degli spettacoli venivano creati apposta per lei da celebri sarti parigini e venivano minuziosamente descritti nel materiale pubblicitario distribuito in sala, come in una sfilata di moda.
Nel 1866 si è recata per la prima volta negli Stati Uniti, Nelle sue numerose visite nel Nord, Centro e Sud America incontrò e divenne amica di molti eminenti personaggi. L’allora Presidente degli Stati Uniti Andrew Johnson, la ricevette nel suo appartamento privato alla Casa Bianca come la più grande attrice contemporanea. Coltivò una lunga e affettuosa amicizia con Pedro II, imperatore del Brasile.
Il 15 aprile 1874 iniziò il giro del mondo, conclusosi dopo due anni, in cui ha tenuto oltre trecento recite nel Nord e Sudamerica, alle Hawaii, in Australia e in Nuova Zelanda. Questo lungo tour è stato raccontato nel diario di bordo di Bartolomeo Galletti dal titolo Il giro del mondo con la Ristori.
La sua carriera si è chiusa con una tournée di due anni negli Stati Uniti, che ha attraversato viaggiando in un sontuoso vagone del treno personalizzato che ha toccato 62 città. Il 12 maggio 1885 ha dato l’addio alle scene a New York, interpretando Maria Stuarda.
La sua carriera conta 3546 apparizioni sulla scena in 334 città, 33 stati e 5 continenti.
Tanti sono stati i fattori che contribuirono a renderla un’icona. Era lei che montava i suoi spettacoli, guidava gli attori, indirizzava la scelta di scenografie e costumi. La sua ricerca della fedeltà storica e la cura, talvolta sfarzosa, dell’abbigliamento, alcuni confezionati dal celebre sarto delle imperatrici Worth, era occasione di richiamo per le platee. I suoi spettacoli grandiosi erano improntati allo stile del teatro d’Opera. Attrice romantica, i suoi personaggi si caricavano di una realtà appassionata, per poi morire delle tante morti nelle quali lei era creatrice sovrana. Per questa incredibile presenza sula scena molti la paragonarono ad una statua greca vivente.
Nel 1887 ha pubblicato il volume Ricordi e studi artistici, tradotto in francese e inglese.
Rimasta vedova nel 1892, ha passato il resto della vita a occuparsi di assistenza alle persone bisognose.
Il 29 gennaio 1902, per il suo ottantesimo compleanno, ebbe l’onore di ricevere una visita da parte del Re Vittorio Emanuele III, evento mai accaduto prima a un rappresentante del mondo dello spettacolo e immortalato sulla copertina della Domenica del Corriere. Il Governo francese le conferì la palma di ufficiale dell’Istruzione pubblica in brillanti, il Kaiser Guglielmo incaricò l’ambasciatore tedesco a Roma di portarle a suo nome un cesto di fiori e personalità di tutto il mondo le inviarono telegrammi d’auguri. Il Comitato Direttivo della Società per l’Istruzione della Donna della quale era Presidente si recò a renderle omaggio. Le Compagnie teatrali diedero in tutta l’Italia recite straordinarie in suo onore.
È morta a Roma il 9 ottobre 1906 ed è sepolta nel Cimitero del Verano.
Molti dei suoi costumi di scena e le sue lettere, sono conservati nel Civico museo biblioteca dell’attore di Genova sede del lascito Ristori Capranica del Grillo.
A lei sono dedicate strade, scuole e teatri.
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ABBIAMO UN BAMBINO, Guida per i nuovi genitori, a cura di Grazia Honegger Fresco e Tiziana Valpiana, 2013. Autrici, collaboratrici e collaboratori: Marzia Bisognin; Ursula Markus; Margherita Cardini ; Sara Cosano; Benedetta Costa; Roberto Denti; Bruna Dozzo; Fausto Fabbri; Lisa Forasacco; Roberto Fraioli; Pierangelo Garzia; Anna Lorenzon; Piera Maghella; Francesca Luraghi; Vera Markus; Luciana Mellone; Anastasia Mostacci ; ; Daniela Parladori; Giulia Pianigiani; Luciano Proietti ; Luana Redaliè; Eliana Riggio; Raffaella Scalisi ; Verena Schmid ; Alessandro Volta
ABBIAMO UN BAMBINO, Guida per i nuovi genitori, a cura di Grazia Honegger Fresco e Tiziana Valpiana, 2013. Autrici, collaboratrici e collaboratori: Marzia Bisognin; Ursula Markus; Margherita Cardini ; Sara Cosano; Benedetta Costa; Roberto Denti; Bruna Dozzo; Fausto Fabbri; Lisa Forasacco; Roberto Fraioli; Pierangelo Garzia; Anna Lorenzon; Piera Maghella; Francesca Luraghi; Vera Markus; Luciana…
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Pre-collezione p/e 2018: la ricerca della bellezza estiva secondo Francesca Liberatore
Diceva Monsieur Voltaire, il grande filosofo che qualche secolo fa soffermò la sua ricerca illuminista su una questione annosa tanto quanto eternamente affascinante: “Chiedete a un rospo cos'è la bellezza, il bello assoluto […] Vi risponderà che è la sua femmina, con i suoi due grossi occhi rotondi sporgenti dalla piccola testa, la gola larga e piatta, il ventre giallo, il dorso bruno. Interrogate il diavolo: vi dirà che la bellezza è un paio di corna, quattro artigli e una coda”.
Ecco, oggi chiedete agli abiti pensati, realizzati, amati e presentati dalla stilista Francesca Liberatore, che cos’è la bellezza: vi risponderanno con un mosaico di suggestioni sincere, con un amore per l’arte che è un posto di ristoro per la mente e il cuore, con una collezione di cartoline che sono finestre su un giro del mondo costante, incontri di luoghi, persone e meraviglie di diversità da scoprire e di cui arricchirsi, e da restituire in creazioni plasmate nella stoffa e nel talento sartoriale. Proprio come si modellano i sogni.
Vi diranno che la bellezza è una ricerca intensa e appassionante che portano cucita addosso: letteralmente!
Gli abiti firmati Francesca Liberatore sono, per l’appunto, un racconto tangibile di un’alchimia che ha quasi a che fare con la vocazione vera, ovvero il desiderio profondo della giovane, eppur già brillantemente affermata, fashion designer, di trasmettere quel piacere composito che dalle esperienze di vita personale ha attraversato la pelle per raggiungere le emozioni. Lì si è fatto ispirazione, ed è diventato materia prima per la creazione di collezioni da desiderare, a loro volta, davvero.
Tutto questo accade ancora una volta felicemente con la pre-collezione per la prossima Primavera-Estate 2018!
Come suggerisce la categoria d’appartenenza, la collezione è un assaggio festoso dell’aria estiva eseguito come un compendio esatto, eppur intriso di libertà, dei codici stilistici che di Francesca Liberatore sono segno di distinzione: la confortevolezza innanzitutto, che è frutto della saggezza sartoriale nel creare giochi di pesi tra i tessuti, nel concepire costruzioni complesse nella realizzazione che si rivelano guizzi di creatività affascinante posti con grazia attenta sulla perfezione dell’abito, nel concedere la libertà alla stoffa e ai suoi decori di lavorare in autonomia sul corpo per assecondarlo mentre lo valorizza.
In questo modo prendono forma le camicie che nelle collezioni Francesca Liberatore sono un apprezzatissimo fil rouge: e che nella pre-collection s/s 2018 sfoggiano virtuosismi geometrici e levità inaspettate, ospitano le incursioni del pizzo, che a sua volta percorre gran parte dei capi per appoggiarci i suoi motivi fioriti, lì dove i colori vivi sbocciano come ricami sulla seta fluida e sulle righe estive intramontabili. Ad essere striato è il cotone: tessuto d’elezione per affrontare con gusto la grande calura, usato con saggia nonchalance tanto per la nettezza dei capi-spalla che rievocano atmosfere desertiche, quanto per l’asimmetria pratica e stilosa di pantaloni e abiti, mentre le gonne midi hanno spesso il plissé sobrio, così da sorprendere nel momento in cui s’arricchiscono d’inserti pregiati e controbilanciano l’essenzialità elegante degli abiti drappeggiati.
Una ricercata dichiarazione d’intenti, votata ad infondere il respiro salvifico della bellezza autentica nella quotidianità semplice.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
#Francesca Liberatore#Made in Italy#Moda indipendente#storiedaindossare#webelieveinstyle#fashion writing#nuova creatività
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Il Brand di Moda MTFASHIONBRAND di Miriam Tirinzoni sempre più ricercato dalle Miss. In un tripudio di eleganza con Miss Italia Francesca Bergesio
Il brand di moda di Miriam Tirinzoni sempre più ricercato tra le Miss, Miss Italia, ha affascinato il pubblico in una straordinaria sfilata per il rinomato brand di alta moda. Con grazia e stile, Francesca Bergesio, Miss Piemonte2023 e Miss Italia appena eletta a Salsomaggiore Terme si è distinta durante il pranzo piemontese a cui ha partecipato anche la nota imprenditrice Miriam Tirinzoni proprietaria del brand di moda indossando capi straordinari che incarnano l’eleganza e la raffinatezza della moda italiana.
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La Stazione Tiburtina, 80 anni dopo l'eroico atto di Michele Bolgia e di alcuni coraggiosi ferrovieri e finanzieri, si prepara a condividere questa straordinaria storia con i suoi visitatori attraverso un minidocumentario accessibile tramite il codice QR ( e visibile anche in fondo a questo articolo) de Il Civico Giusto, progetto ideato e coordinato da Paolo Masini. www.ilcivicogiusto.com Michele Bolgia, insieme a coraggiosi compagni, compì un gesto di estrema audacia aprendo le porte dei treni diretti ai campi di concentramento, permettendo a numerosi ebrei di sfuggire ai convogli della morte. La sua vita, tuttavia, si concluse tragicamente nell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Questo minidocumentario è l'ultimo tassello del prezioso percorso promosso da Il Civico Giusto, realizzato grazie al contributo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, del Municipio Roma II e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. La collaborazione con Fondazione FS, Istituto Luce e Rai Teche ha contribuito all'arricchimento del progetto con preziose immagini storiche. La ricerca storica è stata coordinata da Maria Grazia Lancellotti, i testi sono stati curati da Antonella Rossi, mentre il montaggio è stato realizzato da Mirko Bertarelli. Gli studenti del Liceo Artistico Bramante, con specializzazione audiovisiva, hanno partecipato attivamente al lavoro, sotto la guida dei docenti tutor Antonio Capocasale e Antonella Rossi. Il comitato scientifico è presieduto da Michele Di Sivo, Direttore dell’Archivio di Stato di Roma. Le narrazioni sono state affidate agli attori Marco Paolini e Massimo Wertmuller, mentre la sigla finale "Non tutti gli uomini" è stata composta da Luca Barbarossa. Il progetto è stato elogiato da Daniele Massimo Regard, Assessore alla Memoria della Comunità Ebraica di Roma, il quale ha sottolineato l'importanza di trasmettere la memoria in un modo nuovo, coinvolgendo le nuove generazioni e contrastando l'ignoranza e il negazionismo. La Rappresentanza in Italia della Commissione Europea ha ribadito la sua partnership con Il Civico Giusto, sottolineando l'importanza di conservare la memoria per evitare che gli orrori del passato si ripetano. Francesca Del Bello, Presidente del Municipio Roma II, ha elogiato l'iniziativa e ha espresso il desiderio di continuare a raccontare le storie eroiche del territorio. Durante l'inaugurazione della targa commemorativa, sono stati presenti il nipote di Michele Bolgia, che porta lo stesso nome in onore del nonno, e Sandro Ambroselli, figlio del finanziere Antonio, entrambi protagonisti di questa affascinante storia. Salvatore Pellone, Direttore Operations presso Grandi Stazioni Rail S.p.a., società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane, ha preso parte all'evento, sottolineando l'importanza di questa iniziativa presso la stazione Tiburtina. https://youtu.be/q1kQ_TM0ryk
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Le tenniste italiane tra eleganza e competizione
L'Italia ha una ricca tradizione tennistica che ha visto emergere talentuose atlete femminili che hanno raggiunto il successo a livello nazionale e internazionale. Queste tenniste italiane non solo si sono distinte per la loro abilità sul campo, ma anche per la loro grazia e determinazione. In questo articolo, esploreremo alcune delle tenniste italiane più famose. Francesca Schiavone, una delle tenniste italiane più iconiche Francesca Schiavone è una delle tenniste italiane più iconiche. Nata il 23 giugno 1980 a Milano, ha raggiunto l'apice della sua carriera vincendo il Roland Garros nel 2010. La vittoria a Parigi la rese la prima tennista italiana a vincere un torneo del Grande Slam in singolare. La sua tecnica a tutto campo, combinata con una straordinaria determinazione, ha reso Schiavone una figura di spicco nel tennis italiano. Ha rappresentato il suo paese in numerose edizioni della Fed Cup e ha guadagnato il rispetto degli appassionati di tennis in tutto il mondo. Sara Errani Sara Errani è un'altra tennista italiana di successo che ha ottenuto importanti risultati in singolare e in doppio. Nata il 29 aprile 1987 a Bologna, Errani è diventata famosa per la sua lotta instancabile sul campo. Nel 2012, ha raggiunto la finale del Roland Garros in singolare, oltre a vincere il titolo di doppio femminile nello stesso torneo. La sua versatilità nel gioco la rende una delle atlete più ammirate nel circuito femminile. Flavia Pennetta Flavia Pennetta, nata il 25 febbraio 1982 a Brindisi, è una delle tenniste italiane più carismatiche e di successo. La sua carriera ha raggiunto il culmine nel 2015 quando ha vinto gli US Open, diventando la prima italiana a vincere un titolo del Grande Slam in singolare. La vittoria fu un momento epico per lo sport italiano e ha catturato l'attenzione di un vasto pubblico. La professionalità e l'approccio positivo di Pennetta al tennis l'hanno resa una figura molto amata nella comunità tennistica. Roberta Vinci Roberta Vinci, nata il 18 febbraio 1983 a Taranto, è conosciuta per il suo talento nel doppio. Ha raggiunto la fama internazionale nel 2015 quando ha raggiunto la finale degli US Open in singolare, sconfiggendo Serena Williams in una delle più grandi sorprese della storia del tennis. Vinci è stata una presenza costante nei tornei di doppio femminile, spesso formando un team di successo con Sara Errani. La sua abilità nel doppio e la sua leadership in campo l'hanno resa una delle tenniste italiane più rispettate. Grandi tenniste italiane tra gloria e successi Le tenniste italiane hanno dimostrato una straordinaria determinazione e talento nel mondo del tennis. Hanno affrontato sfide, vinto titoli del Grande Slam e ispirato una nuova generazione di appassionati di tennis in Italia. Il loro impegno e la loro grazia in campo continuano a essere una fonte di ispirazione per chiunque voglia eccellere in questo sport. Le tenniste italiane rimangono una parte fondamentale della storia del tennis internazionale. Read the full article
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La casa di moda Valentino ha conosciuto numerosi avvicendamenti alla sua proprietà
Il più recente avvicendamento della casa di moda Valentino è l'entrata nel capitale societario del colosso Kering. La maggioranza resterà per il momento a Mayhoola for Investments, il fondo sovrano legato alla famiglia reale del Qatar che lo aveva rilevato nel 2012 per 700 milioni di euro. Anche se entro il 2028, secondo la nota che ha annunciato l'operazione, Kering potrà salire fino al 100%. Si tratta solo dell'ultima puntata di una lunga saga: già nel 1998 Valentino Garavani aveva deciso di cedere l'azienda alla Hdp di Maurizio Romiti per un controvalore di 540 miliardi di lire dell'epoca, ma mantenendone la direzione creativa. Quattro anni dopo, è il Gruppo Marzotto, gigante del tessile, a diventare proprietario della maison, per 240 milioni di euro. Tre anni dopo, però, ne cede la maggioranza al fondo di private equity Permira, che paga 5,3 miliardi di euro. Nel gennaio 2008, a Parigi, Valentino Garavani presenta la sua ultima collezione haute couture con una sfilata memorabile. Ne prenderà il posto Alessandra Facchinetti, che però resterà al timone per un solo anno. Al suo posto saliranno Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri, già designer di accessori per la maison. Ancora quattro anni e nel luglio 2012 l'annuncio dell'ennesimo cambio al vertice: nuovo proprietario di Valentino è il fondo sovrano del Qatar, Mayhoola for Investments, che conferma il duo creativo Chiuri-Piccioli. È il primo investimento “italiano” del fondo, che nel 2016 rileva anche Pal Zileri, marchio (con la sua manifattura, Forall) veneto di menswear formale. Nello stesso anno, peraltro, Pierpaolo Piccioli resta unico direttore creativo di Valentino, poiché Maria Grazia Chiuri è chiamata alla guida di Dior (marchio che fa capo a Lvmh). Ora, però, Mayhoola sembra voler progressivamente tornare sui suoi passi: prima dell’annuncio relativo a Valentino, infatti, alla fine di giugno ha ceduto Forall alla società italiana Manifatture Venete, che sta puntando al suo rilancio, con la possibilità di cedere anche il marchio Pal Zileri. Che qualcosa fosse nell'aria, fra le sale di Palazzo Mignanelli, era chiaro per gli addetti ai lavori, dopo l'annuncio, due giorni fa, dell'addio a sorpresa del chief brand officer di Valentino, Alessio Vannetti, dopo due anni dalla sua nomina, e del riassetto con la nomina di due nuovi chief marketing e commercial officer. Kering da parte sua ha confermato la sua fiducia all'ad Jacopo Venturini, che ha portato Valentino a ricavi per 1,4 miliardi di euro, con una rete di 211 negozi di 25 Paesi. E che in gennaio aveva scelto proprio Sabato De Sarno, braccio destro del direttore creativo Piccioli, come nuovo stilista di Gucci, dopo l'addio di Alessandro Michele a novembre. Mentre risale al 17 luglio la notizia dell'addio anche del ceo di Gucci, Marco Bizzarri, contestualmente alla promozione di Francesca Bellettini, ad di Yves Saint Laurent, a vicepresidente di Kering. Non è finita: nella nota che annuncia l'operazione si legge che «la transazione fa parte di una più ampia partnership strategica tra Kering e Mayhoola, che potrebbe portare Mayhoola a diventare azionista di Kering». Read the full article
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Quesito Carissimo Padre Angelo, mi chiamo Camilla, è da un po' di tempo che sto approfondendo il tema sull'amicizia santa tra uomo e donna come quella della Beata Diana degli Andalò e del Beato Giordano di Sassonia o come anche quella tra San Francesco di Sales e Santa Giovanna Francesca de Chantal o tra San Francesco d'Assisi e Santa Chiara. Mi chiedo: è possibile che Dio unisca due anime spiritualmente, a favore della sua Chiesa ma rimanendo sempre nella purezza assoluta, dove c'è solo un vincolo di fraternità e di aiuto reciproco? E laddove sorga un'amicizia del genere sarebbe giusto portarla avanti? Ed è vero che il Signore talvolta predispone tali anime a conoscersi tramite visioni, come per esempio nel caso di Santa Giovanna Francesca de Chantal? E come si esprime la Chiesa nei confronti delle amicizie sante? Grazie mille per i chiarimenti e per l'attenzione prestatami. Risposta del sacerdote Cara Camilla, 1. si tratta di una santa amicizia. L'amicizia in se stessa è una cosa molto buona. Quando è santa, è di un valore ancora più alto. 2. Va precisato che, se è santa, è del tutto pura. È testimoniato dalla purezza della loro vita, come si evince anche degli esempi luminosi che hai riportato. 3. Questi santi erano perfettamente signori di se stessi e delle proprie emozioni. In loro agiva in modo particolare l'ultimo frutto dello Spirito Santo che è chiamato: “dominio di sé” (Gal 5,22), Alcuni codici al posto di dominio di sé scrivono: modestia, continenza e castità. Queste parole dicono tutto. 4. Il biblista Albert Vanhoye scrive: “L'ultimo termine greco di questa serie, tradotto dominio di sé, può riferirsi specialmente alla continenza, dominio di sé in materia di sessualità. Aggiungendo poi la castità, molti manoscritti favoriscono questa interpretazione” (Lettera ai Galati, p. 138). 5. Questa relazione tra i santi, prima ancora di essere amicizia spirituale, era un'autentica direzione spirituale. Il beato Giordano, primo successore del Santo padre Domenico nella guida del nostro Ordine, gli era succeduto anche nella direzione spirituale alla beata Diana degli Andalò. 6. Nelle sue lettere alla beata Cecilia continua per scritto la direzione spirituale che prima faceva di presenza. In una lettera scrive: “Fra Giordano dell'Ordine dei predicatori, servo inutile, alla carissima Diana sorella in Cristo, augura di deliziarsi nella gioia e nelle delizie del paradiso. Ecco, carissima: guidato dalla grazia di Dio, accompagnato e ugualmente seguito dalle preghiere tue e delle mie figlie, sono giunto bene a Parigi sano e salvo. E ora ho cura di mandarti la presente lettera, perché almeno dai saluti di essa ti venga un certo conforto dal momento che ti è stata tolta per un po' di tempo la mia presenza fisica e il mio colloquio di persona e qualunque consolazione ad essere legata”. 7. Nella direzione spirituale è una cosa abbastanza normale che si instauri una paternità spirituale e che ci sia anche un certo affetto spirituale da parte del sacerdote e un senso di riconoscenza e di affetto da parte della persona che fruisce del suo ministero. La parola "paternità spirituale" dice tutto. 8. È vero che talvolta il Signore stesso a suggerire un particolare sacerdote come confessore e direttore spirituale. Così è successo per Santa Margherita Maria Alacoque nei confronti del padre Claudio de la Colombière, e così avvenne anche per Santa Faustina Kowalska con Don Sopocko. 9. È una cosa del tutto logica che il direttore spirituale possa chiedere preghiere alla persona che dirige, soprattutto se la considera santa. È cosa del tutto logica che chieda anche qualche sacrificio perché certi problemi possano essere risolti, che spieghi quali siano questi problemi e che poi ne dia riscontro. Ad esempio, il beato Giordano conclude una sua lettera alla beata Diana in tal modo: “Prega per me. Saluta le consorelle, figlie carissime nel Signore, ed esorta a pregare per gli studenti di Parigi, pe
rché Dio apra i loro cuori e siano disposti alla conversione, e coloro che hanno formulato propositi di buona volontà, siano attivi nel praticarli e con la perseveranza crescano in vista della vita eterna”. 10. In un'altra lettera apre il suo animo alla beata Diana e le racconta quanto segue: “Già da lungo tempo predicavo agli studenti di Padova, e vedendo poco, anzi quasi nessun frutto, preso dalla tristezza stavo pensando di ritornarmene. Ed ecco che improvvisamente il Signore si è degnato di scuotere il cuore di molti, infondendo la sua grazia... Già dieci sono entrati nell’Ordine, tra essi vi sono due figli di grandi conti tedeschi, dei quali uno era gran preposito e aveva varie dignità e molte ricchezze. L’altro invece aveva molte rendite ed era veramente nobile di stirpe e di animo” (Vanzan P., Lettere ad anime consacrate, pp. 33-34). Uno dei due potrebbe essere Sant'Alberto magno, entrato nell'Ordine a Padova, proprio a seguito di una predicazione di maestro Giordano. 11. Per questo San Giovanni Bosco, pur ricordando che ognuno è libero di cambiare confessore e direttore spirituale, diceva che non è male tenere presente anche il legame di paternità spirituale che ad un certo momento viene troncato e che può causare anche un certo dispiacere al confessore, che a quella persona ha dedicato il suo tempo, le sue preghiere e i suoi sacrifici. Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera. Padre Angelo
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✨Questo è il primo gruppo di quindici titoli proposti dagli Amici della domenica per la LXXVII edizione del Premio Strega:
▪ Nicoletta Bortolotti, «Un giorno e una donna» (HarperCollins), presentato da Maria Rosa Cutrufelli.
▪ Maria Grazia Calandrone, «Dove non mi hai portata» (Einaudi), presentato da Franco Buffoni .
▪ Gaja Cenciarelli, «Domani interrogo» (Marsilio), presentato da Lorenzo Pavolini.
▪ Gianfranco Di Fiore, «L’amore inutile» (Wojtek Edizioni), presentato da Valeria Parrella.
▪ Roberto Ferrucci, «Storie che accadono» (People), presentato da Tiziano Scarpa.
▪ Patrick Fogli, «Così in terra» (Mondadori), presentato da Antonella Cilento.
▪ Daniela Gambino, «Due fuori luogo» (Jack edizioni), presentato da Fulvio Abbate.
▪ Irene Graziosi, «Il profilo dell’altra» (E/O), presentato da Simonetta Fiori.
▪ Gian Marco Griffi, «Ferrovie del Messico» (Laurana Editore), presentato da Alessandro Barbero.
▪ Sapo Matteucci, «Per futili motivi» (La Nave di Teseo), presentato da Filippo Bologna.
▪ Renato Minore e Francesca Pansa, «Ennio l’alieno. I giorni di Flaiano» (Mondadori), presentato da Raffaele Manica.
▪ Tommaso Pincio, «Diario di un’estate marziana» (Perrone), presentato da Nadia Terranova.
▪ Lodovica San Guedoro, «Sacro Amor Profano» (Les Flâneurs Edizioni), presentato da Franco Cardini.
▪ Ezio Sinigaglia, «Sillabario all’incontrario» (TerraRossa), presentato da Lorenza Foschini.
▪ Michele Zatta, «Forse un altro» (Arkadia editore), presentato da Maria Pia Ammirati.
#PremioStrega2023
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Si arriva ad un punto
che la realtà ci afferra
e ci obbliga a guardarla negli occhi.
- web
Foto di Francesca Errichiello su flickr
Modella: Grazia Malafronte
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO TERZO - di Gianpiero Menniti
IL CULMINE DELL'ARTE SACRA
La rivelazione del trascendente, il verbo che si fa carne, la Trinità come necessità della relazione. L'arte del '400, che è arte sacra, non ha mai smesso di tracciare il segno dell'epifania, mostrarne l'effettività, indicarne la raggiunta consapevolezza. Si tratta solo di misurare l'efficacia dell'immagine. Piero della Francesca (1416 - 1492), con la "Madonna del Parto" (1450/1465), conservata a Monterchi, Arezzo, compie un miracolo di razionalità creativa, priva di retorica: riunisce in un'espressione simbolica altamente evocativa, la sacralità del richiamo all'ineffabile con l'appartenenza pienamente umana dell'annuncio. "Svelata" dal sipario, appare la Vergine, pregna di una grazia accolta nella consapevolezza del sacrificio, già prefigurato dalla fenditura dolcemente accarezzata, quasi protetta. Partoriente vera, sorregge il peso della sua condizione e medita l'ineluttabile, attinto mediante materna, inesprimibile percezione. Non c'è baldanza, non traspare orgoglio, ogni certezza è confinata in un altrove. Lo sguardo tradisce l'angoscia del mistero divino, che pur rivelato, fonda se stesso nella fragilità della carne, nell'effimero del corpo. È umile la luce negli occhi di Maria. Ma è il coraggioso riguardo della scelta. La scelta che fonda l'era cristiana. La verità in atto, secondo Piero della Francesca. L'arte sacra ha ormai detto tutto.
In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
#thegianpieromennitipolis#arte#arte medievale#arte italiana#pittura#piero della francesca#maria casalanguida
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Per non parlare della pazzia di Orlando, dei versi di Catullo per la sua amata Lesbia, di Laura, di Paolo e Francesca, di Romeo e Giulietta, dell'amore folle tra Frida Khalo e Josè Bartoli, o di quello straziante tra Keats e la sua amata Fanny Brawne. Amori vissuti, quello di Grazia Deledda e il suo Andrea Pirodda, amori celati, Giuseppe Ungaretti e Bruna Bianco, amori mai svelati e brutalmente spezzati, Giacomo Leopardi e Teresa Fattorini… Insomma, io ero sempre lì, a nutrirmi di ogni verso, ogni frase, ogni componimento, ogni quadro, in cui vi fosse amore. E questo perché ero insoddisfatta del mio, non lo capivo, non lo vedevo, non lo proteggevo.
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Emozioni e gratitudine
Un grande grazie ai nostri volontari che oggi partono insieme a Padre Tonino verso Jangany. Obiettivo ripristinare la parabola, verificare le condizioni e le possibilità di ampliamento del campo fotovoltaico, procedere ai primi studi per il progetto acqua. Ragazzi, siamo noi questa volta nei vostri occhi. Riempiteli di Jangany per noi. E portate là tutto il nostro affetto ❤️🍀🙏
Chiara
Buon viaggio, siamo con voi! Un abbraccio grande a Padre Tonino e ad Ezio! ❤️
Claudia
Buon viaggio e buon lavoro!
Cristina C.
Siamo a Parigi sull'autobus di trasferimento.
Ezio 7:41
Arrivati al gate giusto... Quasi un ora
Ezio 8:20
👋👋👋👋👋 Silvio
🤗 buon viaggio e buon lavoro!! Maria Rosa
Buon viaggio! 🥰 Priscilla
Buon viaggio carissimi😘 Grazia
Buon viaggio! Cristina M.
Bon voyage Paolo T.
Buon viaggio😘 Cristina C,
Buon viaggio 😊😊 Elisabetta F.
Buon viaggio e buon lavoro! Maria C.
Grazie e buon viaggio 👍🌹 Valeria
Francesca Fontanella, ing. ambientale che collabora con Edoardo Bono di H4O onlus è arrivata in questo momento [16:20] ad Antatanarivo. Un augurio anche a lei impegnata sulla tematica ACQUA PER VIVERE.
Arrivati tutto ok. In attesa delle valigie. Ciao e buona serata
Ezio 23:26
Arrivati a Tana' in attesa di una valigia...🤞🏻🙄 Roberta 23:33
Arrivata la valigia? Chiara 08:04
Era una di Ezio🥹 speriamo proprio di sì... giusto potresti scrivere tu a Fahamaro...ma chissà quando risponde... Roberta 08:08
Se è arrivata la valigia..e se sono pronti a partire.. Lui sarà contento di avere padre Tonino...quei due sono un po' padre e figlio. Speriamo bene...come in fondo ogni missione... Cmq sono capaci che se si deve aspettare la valigia gliela facciano arrivare a fianarantsoa .che so! Roberta 08:15
Ciao, Renato. Siamo arrivati bene ad Antananarivo. Dai la notizia a tutti. Ciao. Stiamo provando la SIM telma
Padre Tonino 08.20
Ricevuto ma dormivo
Funziona ancora questo numero? [whatsapp Madagascar] E’ arrivata la valigia di Ezio? Renato 9:57
Sentiti ora Ezio e padre Tonino al telefono. Le sei valige erano arrivate subito per la settima hanno aspettato due ore ma è arrivata. Li ho sentiti sereni. Hanno già avuto contatti con Francesca e con Edoardo. Hanno un numero telma un po' costoso ma su internet vale sempre il numero di whatsapp che abbiamo. Quello di padre Tonino è rimasto credo quello che aveva prima +261 34 31 201 44. Nel momento in cui non ci sarà internet a Jangany per non pagare uno sproposito dobbiamo appoggiarci a Emanuele Ferrero, vedremo come. Si sente tutta l'atmosfera di qualcosa che deve accadere, una missione importante con misto di responsabilità e speranza. Li attende ora in questo faticoso viaggio.
Renato 10.43
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