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#le sorelle Anna
onoranzetriolo · 2 years
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si è ricongiunto all'amato nipote Walter il sig. Antonino Zema
si è ricongiunto all’amato nipote Walter il sig. Antonino Zema Ne danno il triste annunzio la moglie Domenica Milardi, i figli: Mimmo con la moglie Lia Placanica, Antonella con Carmelo De Maio, Stefania e l’amato nipote Simone con la moglie Valentina Crupi, le sorelle Anna, Maria, Francesca e Grazia, la cognata Anna Lo Faro ved. Zema, i nipoti ed i parenti tutti. Un particolare ringraziamento…
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telephilon · 1 year
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Jumping from a Mikhail Lermontov reading spree to a Vronsky rabbit hole, ending up with Julien Sorel once again. Aka just me living my best life with some literary obsessions
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fabiochampioraro · 7 months
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No aspè, non sapevo nulla di sta cosa delle farfalle, puoi spiegare?
certo che posso anon, scusa se sarà una risposta un po' lunghina.
Allora...in primis la ginnastica ritmica è uno sport che ricerca la perfezione e richiede ore di duro allenamento (in genere almeno 6/8 per 6 giorni a settimana) e per performare al meglio, e non infortunarsi, bisogna essere più o meno in un range di peso. Non so se hai familiarità con come funziona la nazionale di ritmica, il gruppo (a differenza delle individualiste che si allenano nei loro club fino alle gare) è formato a Desio da ginnaste provenienti da diverse società scelte dall' allenatrice.
La suddetta allenatrice è dal 1996 Emanuela Maccarani. Con lei la squadra ha iniziato vincere molto, ma anni fa hanno cominciato ad uscire cose abbastanza problematic presentate come niente di che. Ad esempio nel suo libro "la farfalla dell'est" Anželika Savrajuk ha scritto che veniva punita se la domenica, suo giorno libero, la vedevano fare dei piccoli sgarri nella dieta tipo mangiare un gelato.
Il botto è avvenuto nel 2019, quando Anna Basta (plurimedagliata mondiale, europea, coppa del mondo) si è ritirata a soli 19 anni, nella ritmica si è senior a 16, ancora relativamente giovane. Poco dopo ha cominciato a parlare del suo problema di anoressia, pubblicando anche sui vecchi messaggi a sua madre ai tempi della nazionale, rivelando di essere stata così depressa da arrivare a pensare di togliersi la vita, il tutto senza che le sue ex compagne dicessero nulla, anzi l'hanno unfollowata passando da super amiche, sorelle, famiglia a paria.
Negli stessi anni altre giovani ginnaste passate da individualiste alla squadra da poco si sono ritirate misteriosamente. Nel 2022 Anna Basta, Nina Corradini e poi anche Giulia Galtarossa hanno deciso di denunciare sia pubblicamente con un' intervista sia al tribunale coni gli abusi ricevuti dalla maccarani e l' assistente tishina. L' attuale squadra ha risposto a queste accuse praticamente accusando chi ha avuto il coraggio di parlare di averlo fatto solo perché non erano abbastanza brave da arrivare in alto (incredibile lo so) e di essere invidiose, che loro erano quelle che stavano soffrendo.
Il tutto è finito in un niente dato che la sentenza è stata che gli abusi erano "per troppo amore", si hai letto bene, e la maccarani è ancora lì ad allenare ricevendo i più alti riconoscimenti dalla federazione.
Oltre ai detti abusi maccarani ha sempre avuto un ego enorme, spesso quando la squadra non vince l'oro per lei è colpa dei giudici biased verso altri paesi, e cerca di far ricadere il, raro, riflettore sulla ritmica solo sulla squadra e non sulle individualiste. Per fare ciò ha portato o dato più attrezzi ad individualiste meno forti al posto di altre, tolto spazi ad allenatrici delle individualiste tipo Spela Dragas dell' udinese o Julietta Cantaluppi di fabriano che dopo aver allenato Raffaeli che ha vinto ori e medaglie a world cups, europei e mondiali si è talmente rotta che è andata ad allenare all'estero.
Spero di essere stata abbastanza comprensibile, se hai altre domande sono qui.
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emz26 · 2 years
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Nannina
“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale”, questa poesia ritorna costantemente nella mia vita ed in questi anni di social lo fa ancora di più, è sfruttata fino all’inverosimile, pubblicata, ripostata, taggata e twittata in continuazione, è inflazionata e abusata, ma incredibilmente non perde la sua forza, ogni volta che la incontro è come una goccia d’acqua che cade dentro il mio lago interiore creando delle onde che rimbalzano sulla costa , si intrecciano e sovrappongono, ipnotizzano gli occhi ed in questo viaggio onirico formano un volto, quello di mia nonna, Nannina, con lei sotto braccio ho sceso veramente un milione di scale e non perché i suoi occhi fossero obnubilati ma per le sue gambe, il suo corpo era consunto dalla guerra, dai genitori persi troppo presto, dalla fatica di crescere le sorelle più piccole quando tutto intorno era solo fame e freddo, le gambe le tremavano per la scomparsa prematura di un figlio, e anche il tempo non era stato clemente con le sue ossa, la fine le aveva riservato l’osteoporosi, “n’se famo mancà gnente no”, Nannina, mai Anna, sempre e solo Nannina, aveva una rigidità impostagli dai patimenti, dalle valigie sempre troppo pesanti, ma dentro di lei, lì si nascondeva una bontà straripante, desiderava voler bene alla gente, Nannina, e io, io ero il nipote fortunato, quello più piccolo e nato dalla figlia femmina, ero privilegiato, il poterle tenere il braccio mi aveva regalato qualcosa, una ragazza mi disse “odio tua nonna, è lei che ti ha dato la dolcezza che mi tiene legata a te”, perché odiarla quando puoi godertela?
Nannina era la seconda ragazza più bella del paese, questo raccontavano gli anziani di Fiano e questo le disse anche mio nonno, “allora vai dalla prima” tosta la nonnina (rinunciare ad un buon partito), “ma per me sei la più bella” e lei si sciolse al baffetto conquistadores del nonno (se ti chiami Ovidio qualche freccia al tuo arco devi pur averla), Nonna Nannina, così la chiamavamo noi nipoti, sentite come suona? Nonna Nannina, suona come una lallazione, come una glossolalia, come una formula magica, come quelle delle maghette della nostra infanzia, pimpulo pampolo palim pa pu, puff e la magia è fatta, Nonnanannina, puff e la magia è fatta, lei aveva una sua formula magica personale, semplicissima ed efficace, diceva sempre “basta che ve volete bene”, “basta che ve volete bene” tutto qui, semplice e disarmate, basta volersi bene e tutto andrà a posto, è roba da far cadere le braccia, “basta che ve volete bene”, è come dopo una lunga salita spossante vedere aprirsi agli occhi l’immenso panorama di una valle, lascia senza fiato.
Nannina in quelle lunghe discese mi ha regalato degli occhi strani, una sensibilità diversa, forse sfasata, diroccata, ma è sempre stato chiaro per me che l’importante fosse invisibile agli occhi, gli ultimi giorni della sua vita li ha passati sofferente in un letto, le veniva somministrata della morfina per lenire i dolori, alternava stati di veglia e sonno ,e lì, lì mi ha regalato la sua ultima magia, stavo vivendo un periodo orribile, uno di quelli dove hai perso il filo ed hai paura a toccare la matassa informe che è la tua vita, era il suo ultimo giorno, trovai la forza di avvicinarmi al suo orecchio e sussurrarle “ti voglio bene” mi rispose “grazie ni’ ”, grazie ni’, nino, ninetto, bambino, ero tornato ad essere il nipote piccolo, ero tornato bambino e lì avvenne l’incantesimo, anzi il DIS-incantesino, mi sbloccò dal torpore, ruppe la brocca che conteneva tutte le mie lacrime, esplosi in un pianto liberatorio, sbloccò il meccanismo che si era inceppato, mi rimise in moto, e quindi, quindi grazie a chi ci DIS-incanta, a chi ci sblocca e chi ci regala occhi nuovi, alle Nannine del mondo.
P.S.
Nannina aveva i capelli rossi, e le rosse fanno sempre un gran casino, spesso, senza far rumore.
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lastregadeilibri · 7 months
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Fillus de anima.
È così che li chiamano i bambini generati due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un'altra. Di quel secondo parto era figlia Maria Listru, frutto tardivo dell'anima di Bonaria Urrai.
Quando la vecchia si era fermata sotto la pianta del limone a parlare con sua madre Anna Teresa Listru, Maria aveva sei anni ed era l'errore dopo tre cose giuste. Le sue sorelle erano già signorine e lei giocava da sola per terra a fare una torta di fango impastata di formiche vive, con la cura di una piccola donna. Muovevano le zampe rossastre nell'impasto, morendo lente sotto i decori di fiori di campo e lo zucchero di sabbia. Nel sole violento di luglio il dolce le cresceva in mano, bello come lo sono a volte le cose cattive.
ஐ Michela Murgia - Accabadora ஐ
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pollicinor · 9 months
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Signore dipinte Naturalmente, nel XVI secolo non esistevano i social media e quindi, quando Enrico VIII si trovò a dover decidere quale figlia di Clèves prendere in sposa, non poté semplicemente scorrere il loro profilo Instagram per vedere quale gli piacesse di più. Inoltre, per lui non era molto pratico recarsi in Germania per conoscerle di persona. Al contrario, Enrico fece la cosa migliore e mandò Hans Holbein, il suo pittore di corte, a fare dei ritratti accurati delle due sorelle, in modo da poter passare un po' di tempo a guardarle prima di fare la sua scelta. Inizialmente le donne cercarono di ostacolare il piano di Enrico indossando il velo, come era consuetudine all'epoca. Alla fine, però, Holbein convinse Anna e Amalia a togliersi i veli per poter dipingere i loro volti per il re. La fortunata vincitrice La storia racconta che il re Enrico VIII diede a Hans Holbein precise istruzioni per dipingere accuratamente entrambe le sorelle, in modo che sapesse a cosa andava incontro. L'ultima cosa che voleva era far arrivare una nuova sposa dalla Germania per poi scoprire che non era come pensava di averla ordinata. Il principale consigliere di Enrico, Thomas Cromwell, gli aveva già assicurato che almeno Anna era una bella donna, ma Enrico non voleva correre rischi. L'istinto di un pittore di corte, tuttavia, è solitamente quello di adulare il proprio soggetto e si ritiene che Holbein non sia stato così fedele nel ritrarre Anna come Enrico avrebbe potuto sperare. Alla fine, sia per il suo ritratto più attraente sia per i diritti ereditari aggiuntivi che avrebbe ricevuto in quanto sorella maggiore, Enrico scelse Anna come sposa e attese con ansia il suo arrivo. Non era ciò che si aspettava Nonostante il re Enrico VIII avesse fatto di tutto per assicurarsi che la sua nuova moglie fosse adeguatamente attraente prima di impegnarsi a sposarla, la donna che arrivò alla sua corte non aveva l'aspetto che si aspettava. "Non è così bella come mi è stato riferito", disse il re quando guardò Anna per la prima volta con i suoi occhi.
Dall'articolo "La regina rifiutata: 30 fatti incredibili sulla vita di Anna di Clèves" di Cara Stiles
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Le emozioni, la tenerezza, la gentilezza: sorelle ma molto diverse tra di loro. La gentilezza conserva qualcosa di astratto, formale, anche con un cuore di pietra possiamo esprimere gentilezza. La gentilezza corre il pericolo di essere legata ad atteggiamenti, parole ancora troppo intessute di esteriorità e apparenza. Della tenerezza questo non fa parte, la tenerezza si vive fino in fondo. La tenerezza è una ricerca di senso delle parole che diciamo e degli atteggiamenti che assumiamo, la tenerezza parla con il linguaggio del corpo, che, nella gentilezza, è in qualche modo alla periferia. La tenerezza implica l’anima, essere attraversati, essere toccati nella nostra vita quando ascoltiamo una persona e cerchiamo di coglierne i dolori e le sofferenze.
Tenerezza. Una conversazione con Eugenio Borgna
Anna Stefi
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carmenvicinanza · 1 year
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Rosa Bonheur
https://www.unadonnalgiorno.it/rosa-bonheur/
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Rosa Bonheur, artista francese del XIX secolo, autrice di memorabili ritratti di animali, è stata la prima donna insignita della Legion d’Onore sebbene la storia dell’arte tenda a dimenticarla.
Dichiaratamente omosessuale, libera e indipendente, è stata tra le prime donne a indossare i pantaloni. Per farlo, doveva chiedere un’autorizzazione alle autorità che, ogni sei mesi, era costretta a rinnovare.
Nata col nome di Marie Rosalie Bonheur, il 16 maggio 1822 a Bordeaux, era la figlia maggiore del pittore Raymond Bonheur e di Sophie Marquis.
Ai suoi tempi le donne non potevano frequentare le Scuole di Belle Arti e il padre fu il suo maestro e quello dei fratelli e sorelle.
Invece di andare a copiare i quadri del Louvre preferiva stare in campagna e frequentare le fiere di animali che adorava.
Espose per la prima volta nel 1841, a diciannove anni al Salon di Parigi. A ventisei vinse la sua prima Medaglia d’oro, tra artisti come Corot, Ingres e Delacroix.
Per trovare l’ispirazione girava per i mercati di animali e i macelli indossando pantaloni, coi capelli corti e un sigaro in bocca per confondersi tra la folla.
Il suo quadro Aratura nelle campagne di Nevers, del 1949 è oggi esposto al Museo d’Orsay.
La fama internazionale era arrivata con La fiera di cavalli, arrivata al Metropolitan Museum di New York nel 1887, ancora oggi uno dei quadri più apprezzati della struttura.
La sua fortuna artistica è stata molto legata al mercato inglese, era molto apprezzata dalla regina Vittoria, e a quello statunitense.
È stato un raro esempio di artista che è riuscita a guadagnare in vita con le sue opere. Riuscì infatti a comprare il castello di By, a Thomery, vicino Fontainebleau, dove allestì il suo atelier e organizzò gli spazi per i suoi animali. Ci viveva con il suo primo amore, Nathalie Micas, anch’ella pittrice, conosciuta quando aveva quattordici anni da cui non si separò mai sino alla morte di lei, avvenuta nel 1889.
Allevava animali esotici e coltivava le sue passioni, musica, letture, teatro, ma anche sigari, caccia, cavalli. Sezionava i cadaveri degli animali per studiarli meglio.
Riceveva scrittori come Victor Hugo, Gustave Flaubert, i musicisti più famosi dell’epoca, Georges Bizet, Jules Massenet, Charles Gounod, appassionata d’opera, si recava spesso Parigi per assistere agli spettacoli.
Anche Buffalo Bill, che aveva conosciuto quando aveva visitato l’accampamento del Wild West Show, lo spettacolo che portava in giro per l’Europa, dove aveva visto per la prima volta i bisonti e altri animali esotici. Dal loro incontro nacque un celebre ritratto a cavallo dell’ospite americano, che le aveva donato un abito dei nativi visibile ancora oggi nella ex dimora dell’artista.
Nel 1865 è stata insignita della Grande Croce della Lègion d’Honneur dall’imperatrice Eugénie, moglie di Napoleone III, che aveva visitato il suo atelier e insistito per poterle consegnare la più alta onorificenza francese.
Anni dopo la scomparsa di Nathalie, si innamorò della per la pittrice statunitense Anna Klumpke, con ha vissuto fino alla morte e che è diventata la sua erede universale.
Ha lasciato la terra il 25 maggio del 1899 nel Castello di By. È sepolta a Parigi nel cimitero di Père-Lachaise.
I quadri, gli acquarelli, i bronzi e le incisioni presenti nel suo studio, così come la sua collezione personale, furono venduti alla galleria Georges Petit, a Parigi, nel 1900. Oggi il suo atelier è aperto al pubblico come Musée de l’atelier Rosa Bonheur a Thomery.
La sua biografia è stata scritta, nel 1908, da Anna Klumpke, la sua ultima compagna.
Nel 2022 per il bicentenario della sua nascita è stata allestita una mostra al Museo di Belle arti di Bordeaux e successivamente al Musée d’Orsay.
Nel suo castello, ora ribattezzato Château Rosa Bonheur, l’attuale proprietaria si batte per far riscoprire l’opera della pittrice e valorizzare la dimora che contiene molti documenti d’archivio ancora inediti rimasti conservati nei solai e magazzini e che, poco a poco, vengono studiati per arricchire la conoscenza di una donna emblematica della sua epoca la cui memoria non deve andare persa.
Si stima che al momento della sua morte al castello fossero presenti circa 4.500 opere. Grazie alle lastre fotografiche di Anna Klumpke, scoperte nei solai, si è potuto ricostruire in parte un inventario delle opere scomparse. Le immagini sono state il cuore dell’esposizione Le Musée des oeuvres disparues  che presentava un centinaio di opere inedite della pittrice rivelandone aspetti meno conosciuti come le caricature, la pittura storica e paesaggistica, le illustrazioni di leggende inglesi.
Nel castello dove ha abitato è possibile dimorare e godere del meraviglioso giardino dove teneva i suoi amati animali.
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weirdesplinder · 1 year
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Eroi romance da sposare
Stavo pensando l’altro giorno quanto sia grande la differenza tra cosa ci piace leggere e cosa ci piace invece vivere in prima persona. Capita che ci piacciano storie melodrammatiche, avventurose, misteriose, ma nella vita reale mica vogliamo correrli veramente quei pericoli. Lo stesso vale per i protagonisti maschili dei romance storici se ci pensate. Almeno per quanto mi riguarda mi piace leggere di uomini tormentati, oppure gelidi, o libertini....ma nella vita reale li vorrei? No. Nella vita reale vorrei un uomo stabile, senza troppi problemi, magari simpatico oltre che bello, senza famiglie troppo problematiche magari. E tipi del genere mica sono facili da trovare nei libri romance!
Perciò ho deciso di farvi la mia persoanle lista di eroi romance da sposare. Naturlamente è molto soggettiva e segue i miei gusti personali, sono curiosa di sapere invece chi sarebbero per voi i personaggi da romanzo degni della vostra mano, perciò ditemelo nella commenti mi raccomando.  
Per me sono:
- Joshua Moore, marchese di Hallemere
Protagonista del libro: Una lady scandalosa, di Mary Balogh  
sesto libro serie Bedwyn
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Trama: Coraggiosa  e volitiva, Freyja è stata allevata al di fuori dei canoni  dell'alta società. La sua vita scorre serena finché, durante una visita a  Bath, un uomo irrompe nella sua stanza e la implora di nasconderlo. Lui  è Joshua Moore, marchese di Hallemere, che affascinato da Freyja le  propone di fingersi la sua fidanzata e aiutarlo a mandare all'aria i  piani matrimoniali organizzati dalla sua famiglia. Per due persone  determinate a restare libere sarebbe un piano perfetto… se la passione  non si mettesse di mezzo.
La mia opinione: un uomo che sopporta Frejia va fatto santo subito. Lui trova adorabili e ironici tutti i suoi difettti, è sempre o quasi ottimista e solare, non si arrabbia facilmente. Coa chiedere di più, per me, lui resta da sempre il marito ideale.
- Charles Bingley,
Personaggio del romanzo: Orgoglio e pregiudizio, di Jane Austen  
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Trama:  I  Bennet vivono con le cinque figlie a Longbourne, nello  Hertfordshire.  Charles Bingley, ricco scapolo, va ad abitare vicino a  loro con le due  sorelle e un amico, Fitzwilliam Darcy. Bingley e Jane,  la maggiore delle  Bennet, si innamorano; Darcy, attratto dalla seconda,  Elisabeth, la  offende con il suo comportamento altezzoso. L’amore  trionferà comunque?
La mia opinione: Io un musone come Darcy, essendo già io una che parla poco e può essere musona, non lo vorrei. Meglio un solare e docile Bingley per una vita quotidiana più piacevole.
- Sir Harry Valentine,
Protagonista del libro: Quella volta a Londra, di Julia Quinn
secondo libro serie Bevelstoke
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Trama: Stavolta protagonista del libro è Olivia, migliore amica e cognata di  Miranda. Olivia viene a sapere da voci del ton che il suo nuovo vicino  di casa potrebbe aver ucciso la sua fidanzata. Naturalmente non crede al  pettegolezzo, ma curiosa inizia a spiarlo. E lui, accortosi che lei lo  spia, la spia a sua volta……  
La mia opinione:  Veramente carino.Ciò che mi è piaciuto di più di questo libro sono senza  dubbio i protagonisti che, una volta tanto non si piangono addosso, non  si complicano la vita creandosi conflitti interiori, non si  meravigliano quando si innamorano….insomma sono due persone intelligenti  che si innamorano naturalmente e semplicemente, senza particolari  circostanze ad aiutarli o ostacolarli. Per questo lui per me è da sposare. E’ intellettuale, conosce le lingue ed è pure spontanemente romantico a momenti senza essere mai stucchevole. Qualche volta magari tradurrà cose interessanti legate alla politica attuale, che renderanno la nostra vita più interessante, ma non orrerà mai rischi reali come invece corrono le spie.
- Avery Archer, duca di Netherby
Protagonista del libro:  Qualcuno da amare, di Mary Balogh
primo libro serie Westcott
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Trama:  Anna Snow è cresciuta in un orfanotrofio di Bath e ha ben poca esperienza del mondo. Lavora nell’istituto come insegnante, ma una fortuna del tutto inattesa sta per bussare alla sua porta: scopre infatti di essere figlia del defunto conte di Riverdale, nonché sua erede. Benché abbia sempre sognato di incontrare la sua vera famiglia, quando arriva a Londra la ragazza viene accolta piuttosto freddamente. I nuovi parenti sono tutt’altro che entusiasti di incontrarla, ma si trovano comunque costretti a introdurla in società. E il destino ha in serbo per lei un’altra sorpresa che risponde al nome di Avery Archer, duca di Netherby…
La mia opinione: ok, sposare un duca potrebbe essere impegnativo, come duchessa avrei un sacco di doveri, ma Avery è molto diverso dai soliti duchi. Sa il karate, ha avuto un passato lievemete difficile ma lo ha già superatao ama un sacco la sua famiglia, fa finta di essere un dandy ma sotto sotto è super cool invece e molto intelligente e soprattuto essendo stato bullizzato da piccolo e preso in giro per il suo aspetto dolce, è uno che non bada all’aspetto fisico e non bullizzerebbe mai nessuno imponendogli la sua volontà.
- Colin  Bridgerton,
Protagonista del libro: Un uomo da conquistare, di Julia Quinn    
quarto libro serie Bridgerton
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Trama: In segreto, Penelope Featherington ha sempre adorato Colin  Bridgerton, il miglior amico di suo fratello. Dopo aver speso metà  della propria vita a osservarlo da lontano, è convinta di sapere tutto  di lui. Finché non si imbatte nel suo più grande segreto, e con stupore  si renderà conto di non conoscerlo affatto…
La mia opinione: Colin a mio avviso è il meno complicato dei Bridgerton. Bello, ma non impossibile. Con pochi doveri famigliari non essendo nè il primogenito nè il secondogenito. ma ama viaggiare, leggere, scrivere.....è simpatico gli piace scherzare, devo dire altro? Ok magari a volte è un po’ troppo curioso o geloso, ma mai in modo inaccettabile. POtrebbe tentare di imporre la sua voltà? Forse sì, ma poi davanti a resistenza si arrenderebbe prima lui e non dovrebbe essere troppo complicato raggiralo dalla propria parte e fargli capire il mio punto di vista.
- Lachlan MacGregor,
Protagonista di Amore per sempre  di Johanna Lindsey
secondo libro serie Sherring Cross
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Trama: Il conte di Amburough, rimasto vedovo, decide di trovare un marito alla figlia ormai ultraventenne Kimberly e la costringe perciò a trascorrere un periodo nella residenza di nobili amici, disposti ad assecondare il suo progetto.Ed è propio lì che la giovane conosce Lachlan MacGregor, irruento e squattrinato rampollo di un antico clan scozzese. Tra i due è subito amore-odio: lei lo considera un arrogante cacciatore di dote; lui un insopportabile snob.Ma, si sa, prima o poi gli opposti si attraggono…
La mia opinione: in realtà qui Lachlan non semprerebbe materiale da marito, abbastanza impulsivo e scapestrato, nonchè a caccia di soldi.....ma alla fine dietro le apparenze ha una sua serietà, si preoccupa veramente dei suoi parenti e quando deve prebdere delle decisioni importanti può anche riflettere un poco...a volte, poi è simpatico affascinante e la sua dinamica con la protagonista funziona. I due sono molto diversi ma funzionano. E visto che io e la protagonista di questo libro caratterialmente abbiamo alcuni tratti in comune, anche tra me e lui optrebbe funzionare. Ma lo tengo tra le riserve però.
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vinotv · 2 years
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@filippos.enotavola il neo locale di pesce aperto dai proprietari del #simposio , ha ospitato un bel percorso dedicato alla #franciacorta di @castellobonomi . 🥂 #cuvée22 #chardonnay in purezza, proveniente da 22 particelle selezionate e vinificate singolarmente. Un’espressione fresca, con note di frutta gialla e fiori bianchi e piacevolezza di beva. 🥂 #satèn 2018 Altro #blancdeblanc di Chardonnay, che punta proprio su una maggiore setosità al palato, accompagnata da sapidità e freschezza. Ha un affinamento di circa 40 mesi sui lieviti. 🥂 #cruperdu 2018 Una cuvée che per me rappresenta l’emblema della Maison, fatta con Chardonnay al 70%, e 30% di Pinot Nero con un affinamento in bottiglia di oltre 60 mesi. Con il suo naso complesso dove spiccano la frutta tropicale, gli agrumi e le note di pan brioche. Al palato è fresco, sapido e accattivante. 🥂 #rosé Da Pinot Nero al 100%, nasce questa cuvée dai toni rosa buccia di cipolla , note di pompelmo, fragoline di bosco e fiori freschi. Pulito, fresco e avvolgente al palato. ➡️ Questa cantina viene gestita dal 2008 dalla famiglia veneta Paladin produttrice di vino da oltre 60 anni. Si trova nel comune di Coccaglio, nel #monteorfano che è stato il primo sollevamento tettonico che è emerso in pianura padana, ed è nato 5 milioni di anni prima del resto della zona della Franciacorta. Ha un clima particolarmente mediterraneo, con di media circa 2 gradi in più rispetto al resto della regione, tanto da essere una delle poche zone lombarde dove crescono anche i capperi. A Raccontarcelo durante questa bella serata è stato @paladin_roberto in rappresentanza della famiglia veneta che con passione e amore ha deciso di investire nella Franciacorta. Con noi anche l’eclettica è adorabile @stefaniadefranceschi che con @roseaboutwine la sua agenzia di distribuzione su Roma ci permette di trovare questi ottimi vini nei migliori ristoranti della Capitale , Carmen e Anna Maria le due sorelle che gestiscono l’omonima pasticceria romana @barpasticceriadamore e, in via del tutto eccezionale e a sorpresa il tenore #francescogrollo considerato ormai voce ufficiale delle istituzioni Italiane. (presso Filippo's) https://www.instagram.com/p/Co2traMNSax/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Tuttavia, il fatto che il fratello di Anna si chiami Miguel, e che per generazioni i primogeniti della mia famiglia si siano chiamati Michel, tende a dimostrare che non potevo immaginare l'eroe della mia storia se non dotato del nome che le sorelle di tutta la mia ascendenza paterna hanno dato ai loro fratelli.
Postfazione ad Anna, Soror di Marguerite Yourcenar tr. Maria Caronia
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onoranzetriolo · 1 month
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è mancato Domenico Caracciolo
è mancato Domenico Caracciolo Ne danno il triste annunzio la moglie Paqualina Giordano, la figlia Florenta conil marito Giuseppe Arpaia, il fratello Antonio, le sorelle: Anna con il maritoGiovanni Spadaro, Angela ved. Augliera, la cognata Antonietta Basile ved. Caracciolo, la cugina Giovanna Spezzano, i nipoti ed i parenti tutti. I funerali avranno luogo venerdì 23 c.m. alle ore 10.00 nella…
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samdelpapa · 25 days
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IL FOGLIO
27-AGO-2024
pagina 1/
foglio 1
Mariti licenziati, ministri fantozzizzati, matriarcato à gogo. 053374 Scoop: il melonismo è il femminismo che sogna da sempre la sinistra
DI SALVATORE MERLO
La femministe del ed dovrebbero iscriversi a Fratelli d'Italia, o frequentare casa Meloni. Ai compleanni, per dire, festeggiano solo loro tre. Le due sorelle, Giorgia e Arian- na, con la mamma Anna. Niente fidanzati né mariti, mai. Nes- sun maschio. Da sempre. E' consuetudine famigliare. Perché il matriarcato in casa Meloni è un fatto acquisito con la natu ralezza allegra dei fenomeni naturali: è così e basta. Sempli- cemente. Un sistema di equilibri spiccioli sedimentato negli anni, coltivato senza orgogli luciferini e diventato abitudine, tradizione appunto. Cosi adesso che anche Arianna, la luogo- tenente e sorella maggiore, ha "licenziato" il marito ministro (e gaffeur) proprio come Giorgia, la presidente e sorella mino- re, aveva già fatto con il compagno giornalista (e gaffeur), l'uno lasciato con un post sui social e l'altro con una intervista al Foglio, ora che insomma entrambe hanno esercitato in pa- rallelo una certamente sofferta potestà femminile nella loro vita privata riuscendo con una freddezza più simile al disin- canto che alla saggezza a mantenere rapporti civili con questi maschi subordinati e rimessi al loro posto, un fatto s'impone all'occhio dell'osservatore. Altro che Michela Murgia, altro che convegni organizzati dalle senatrici del Pd sul patriarca- to e il premierato: ella, cioè Elly, insomma Schlein, vada a pranzo dalla signora mamma Meloni, Anna Paratore. Non c'è forse in Italia esempio d'emancipazione femminile più fosfo rescente di quello meloniano. Casa, famiglia, governo e parti- to: comandano le donne in virtù d'una superiorità caratteria- le, personale e politica. Talmente acquisita come fatto incon- trovertibile, da non essere nemmeno rivendicata o fatta og- getto di quel genere di teorizzazioni ideologiche e propagan- distiche che sono il piatto forte della sinistra che teorizza ma assai meno pratica la parità di genere. Una donna di destra, minuta e dal portamento sciolto e deciso, ha conquistato un partito di maschi, s'è affrancata dal padrinato degli uomini che l'avevano tenuta a battesimo come Fabio Rampelli, e camminando così spedita che nessuno avrebbe mai pensato di fermarla è diventata la prima presidente del Consiglio femmina nella storia della Repubblica. Ha annientato senza pietà due maschi incontenibili come Berlusconi e Salvini, ha nominato per la prima volta nella storia una donna ammini- stratore delegato d'una partecipata pubblica, Giuseppina Di Foggia ad di Terna, e poi ha interrotto centocinquant'anni di consuetudine maschile alla Ragioneria dello stato favorendo l'ascesa di Daria Perrotta nel cuore della finanza pubblica. Infine ha pure replicato il matriarcato famigliare, quello dei compleanni che a casa Meloni (anzi Paratore) si festeggiano solo tra donne, anche a Palazzo Chigi dove ogni cosa è sottopo
sta all'attenzione della sua seconda sorella acquisita, la se
motoris particolare Dateisin Santi Incom
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Renato Balestra, Roma in blu festeggia 100 anni dalla nascita dello stilista
 “Renato mi manca molto. È stato il padre fondatore dell’alta moda che, bisogna dirlo, è nata a Roma negli anni Cinquanta con lui, con le Sorelle Fontana, con Gattinoni. Roma meriterebbe un grande museo”. Parola di Anna Fendi, vestita di Blu Balestra, ospite in Campidoglio della cerimonia di celebrazione dei cento anni dalla nascita del couturier, scomparso nel novembre del 2022. Roma Capitale ha…
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VKM Ingenieros está compuesto por un cluster de Ingeniería Civil con equipos de Ingenieros Civiles especializados en Ingeniería Estructural , Promotores, Organismos públicos, Arquitectos, Ingenierías, Constructoras y Obras Civiles en València 
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