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Bienal de Arte de Venecia 2024
Bienal de Arte de Venecia 2024 #aperturaintelectual #vmrfaintelectual @victormanrf @Victor M. Reyes Ferriz @vicmanrf @victormrferriz Víctor Manuel Reyes Ferriz
01 DE OCTUBRE DE 2024 Bienal de Arte de Venecia 2024 POR: VÍCTOR MANUEL REYES FERRIZ Nos encontramos a poco menos de dos meses de que uno de los mayores eventos culturales del mundo llegue a su fin este año, y es que la gran exposición denominada “Bienal de Venecia” que se encuentra en su 60º edición, comenzó el pasado 20 de abril y culminará el próximo 24 de noviembre. La historia de esta…
#AperturaIntelectual#vmrfaintelectual#Adriano Pedrosa#“Esposizione biennale artistica nazionale#“I vitelloni” (Los inútiles)#“Nos marchábamos. regresábamos siempre”#“Stranieri Ovunque” (Extranjeros en todas partes)#Bienal de Arte de Venecia 2024#Chagall#Delvaux#Erick Meyenberg#Federico Fellini#Festival Internazionale del Teatro#Giardini di Castello#Gorky#Gran Premio de Escultura#Guggenheim#I Esposizione Internazionale d&039;Arte della Città di Venezia#Kooning#La Biennale di Venezia#León de Oro#León de Plata#Magritte#México en la Bienal de Arte de Venecia 2024#Mostra d&039;Arte italiana all&039;estero#Mostra Internazionale d&039;Arte Cinematografica della Biennale di Venezia#Palazzo delle Esposizioni#Pietrangelo Buttafuoco#Pollock#Riccardo Selvatico
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MonFest 2024: la seconda edizione celebra il dialogo tra fotografia, cinema, teatro e musica. Casale Monferrato diventa il cuore della cultura visiva dal 30 novembre 2024 al 4 maggio 2025
Dal 30 novembre 2024 al 4 maggio 2025, Casale Monferrato ospiterà la seconda edizione del MonFest, un festival biennale dedicato alla fotografia che quest’anno esplora il tema “ON STAGE”.
Dal 30 novembre 2024 al 4 maggio 2025, Casale Monferrato ospiterà la seconda edizione del MonFest, un festival biennale dedicato alla fotografia che quest’anno esplora il tema “ON STAGE”. Con 14 mostre dislocate in alcune delle sedi più iconiche della città, il festival si propone come punto di incontro tra fotografia e le arti performative – cinema, teatro e musica – celebrando la contaminazione…
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Festival internazionale del teatro di Sibiu al via la 30a edizione
Torna la trentesima edizione del festival di Sibiu. Per dieci giorni la città della Romania sarà animata da cinquemila artisti provenienti da 75 Paesi
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Oggi è il 19 Marzo ed in questo giorno, nel 1955, a Napoli nasceva il grande cantautore, compositore e musicista Pino Daniele. Musicista dalle radici formative Blues, è stato un poeta fiero delle sue origini napoletane, un'artista che ha aperto la sue composizioni ai vari linguaggi (dal Blues al Pop, dal Jazz al Rock) con grande sensibilità. Pur imparando a suonare la chitarra da autodidatta, ne diventò un talentuoso performer ed iniziò la sua attività professionale come session man in vari progetti discografici e con nomi di rilievo dell'ambiente Pop italiano, come Jenny Sorrenti (sorella del più conosciuto fratello Alan) Aurelio Fierro, Gianni Nazzaro, Bobby Solo, ecc. Nel 1976 entrò come bassista nell'importante gruppo di “Progressive Rock” e “Jazz/Rock” “Napoli Centrale”, dove avvenne il determinante contatto con il sassofonista James Senese. Il suo primo Album da solista, “Terra Mia” fu pubblicato nel 1977 e da quel momento fu subito grande successo, affermandosi come uno tra i più originali ed innovativi musicisti italiani. Riconosciuto anche a livello internazionale, tra le tante occasioni di concerto possiamo ricordare le sue performance al “Festival di Varanero” a Cuba ed al teatro “Olympia” di Parigi. Morì nel 2015 a Roma.
Bruno Pollacci
Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa
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Anouk Aimée
Anouk Aimée, è stata la meravigliosa attrice che ha recitato in film di culto come La dolce vita e 8½ di Federico Fellini e Un uomo, una donna di Claude Lelouch.
Candidata all’Oscar e ai premi BAFTA, ha vinto il Premio come miglior attrice al Festival di Cannes nel 1980, il Premio César onorario 2002 e l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino, nel 2003.
Nata a Parigi il 27 aprile 1932 col nome di Nicole Françoise Florence Dreyfus, era figlia di Henry Murray, nome d’arte di Henri Dreyfus, attore francese di origine ebraica, e di Geneviève Sorya, nata Geneviève Durand. Ha ricevuto un’educazione tradizionale nella recitazione come nella danza tra Parigi e il Sussex inglese.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, per schivare la deportazione antiebraica nazista, venne mandata in campagna dove si faceva chiamare Françoise Durand (il cognome della madre).
Ha debuttato sul set a soli 15 anni, nel 1947, in La fleur de l’âge, nello stesso anno, il ruolo di Anouk in La maison sous la mer, ha portato il suo nome d’arte, a cui l’anno successivo Jacques Prévert, suggerì di aggiungere “Aimée” (amata), perché, era amata da tutti.
Importante protagonista della Nouvelle Vague, il film che le ha dato gran fama è stato La dolce vita, del 1960, in cui interpretava Maddalena, la donna che accompagnava il cronista interpretato da Marcello Mastroianni nelle sue notti tormentate in giro per Roma.
La consacrazione internazionale è giunta nel 1966 con Un uomo, una donna di Claude Lelouch, che ha vinto l’Oscar e il Festival di Cannes e che le è valso il Golden Globe per la migliore attrice.
Chiamata e apprezzata sugli schermi di tutto il mondo, ha girato circa settanta film con registi come Federico Fellini, Claude Lelouch, Jacques Demy, Sydney Lumet, George Cukor, Julien Duvivier, Vittorio De Sica, Dino Risi, Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, Robert Altman e molti altri ancora.
Ha lavorato anche molto in televisione e a teatro.
La sua ultima interpretazione è stata nel 2019, sempre nel ruolo di Anne, in I migliori anni della nostra vita, terzo episodio del grande successo di Un uomo, una donna di Lelouch.
Si è spenta a Parigi, il 18 giugno 2024.
Anouk Aimée è stata un’attrice contenuta, scura, misteriosa, dal naturale fascino ed eleganza, magnetica, magistrale, una colonna portante della cinematografia mondiale.
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Alain Delon, morto l'attore leggenda del cinema francese: aveva 88 anni Alain Delon è morto. L'icona del cinema francese ed internazionale aveva 88 anni. Lo hanno comunicato i figli all'agenzia Afp. «Alain Fabien, Anouchka, Anthony, oltre che il suo cane Loubo, hanno l'immensa pena di annunciare la dipartita di loro padre - si legge nel comunicato - Si è spento serenamente nella sua casa di Douchy, con accanto i suoi figli e i suoi familiari... La famiglia vi chiede di rispettare la propria intimità in questo momento di lutto estremamente doloroso». Chi era Alain Delon Alain Delon, il più talentuoso e affascinante degli attori francesi, morto all'età di 88 anni, si era imposto sulla scena internazionale negli anni Sessanta alla scuola del regista Luchino Visconti, che aveva messo in luce il carattere ambiguo della sua bellezza nei capolavori «Rocco e i suoi fratelli» e «Il gattopardo». Alternando nel corso di tutta la sua carriera il cinema d'autore - a partire da «L'eclisse» di Michelangelo Antonioni dove affiancò Monica Vitti - a quello commerciale, Delon in patria fu diretto da registi quali René Clement, Jean-Pierre Melville e Jacques Deray che ne fecero risaltare lo sguardo freddo e cinico, in contrasto con il suo volto angelico, rendendolo anche l'interprete ideale dell'antieroe noir di molti polizieschi. Per Melville fu il mafioso italoamericano Frank Costello in «Frank Costello faccia d’angelo»; dette il suo volto al gangster Roger Startet ne «Il clan dei siciliani» di Herny Verneuil e a «Zorro» nel film di Duccio Tessari. Nel 1995 al Festival di Berlino, arrivò il meritato riconoscimento al suo talento: l'Orso d'oro alla carriera, mentre solo nel 2019 il Festival di Canne gli ha conferito la Palma d'oro alla carriera; e nel frattempo, nel 2012, gli era stato assegnato il Pardo alla carriera al Festival di Locarno. Nato a Sceaux (Seine) l'8 novembre 1935, all'età di 17 anni, Alain Delon si arruolò nella marina militare francese e nel 1953 venne destinato al corpo di spedizione nel Sud-est asiatico che partecipava alla guerra d'Indocina. Congedato nel 1956, il giovane Alain iniziò a frequentare a Parigi l'ambiente degli intellettuali e il mondo dello spettacolo e a recitare in teatro, finché la sua singolare bellezza e la sua duttilità nell'affrontare ruoli anche modesti vennero notate da alcuni produttori cinematografici. Fu così che per il giallo di René Clément «Delitto in pieno sole» (1960) l'attore, scelto inizialmente per una parte secondaria, ottenne invece quella del protagonista, il subdolo Tom Ripley che uccide un giovane miliardario per assumerne l'identità. Il film ebbe un buon successo e rappresentò per Delon un trampolino di lancio, proponendo per la prima volta quel personaggio controverso a lui estremamente congeniale. Fu però un maestro come Visconti a consentirgli di lasciar affiorare una complessità interpretativa, che lo impose all'attenzione, quando lo diresse magistralmente in «Rocco e i suoi fratelli» (1960), opera in cui lo spirito neorealista si fonde con le cadenze del melodramma. Delon rese perfettamente l'introversa malinconia del giovane protagonista, Rocco Parondi, un figlio del Meridione immigrato a Milano, proletario dall'animo 'viscontianamente' nobile, ma destinato per la sua eccessiva mitezza a risultare un perdente. È sulla ambigua maschera di Alain Delon che il regista Jean-Pierre Melville costruì la figura del sicario di «Frank Costello faccia d'angelo» (1967). In «Borsalino» (1970) di Jacques Deray, il divo ebbe modo di confrontarsi con l'altro attore simbolo del cinema francese, Jean-Paul Belmondo, gareggiando con lui nell'imprimere un piglio canagliesco alla recitazione in una commedia poliziesca che ebbe successo in tutta Europa. E proprio con Belmondo già da tempo era in scena sulle cronache di gossip l'immagine della rivalità con Delon, sebbene i due grandi attori si considerassero amici fino alla fine. Gli anni Settanta furono per Delon contrassegnati da ruoli sempre legati al 'polar', con qualche altra apparizione nel cinema d'autore. L'attore, infatti, sostituì Marcello Mastroianni nel film «La prima notte di quiete» (1972) di Valerio Zurlini, e contribuì a rendere memorabile la figura torbida e romantica del protagonista, Daniele Dominici, un maestro disilluso che rispecchia le contraddizioni e i dubbi di una generazione. Anche in «Mr. Klein» (1976) di Joseph Losey, Delon raffigura alla perfezione un personaggio tragico e sfuggente: l'usuraio perseguitato dall'idea di un altro sé stesso negli anni bui dell'occupazione nazista a Parigi.
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BE INTERNATIONAL together
Martedì 5 marzo è iniziata a Scenario Pubblico la settimana dedicata a Be International un progetto «selezionato per la seconda volta tra i vincitori della quarta edizione del bando Boarding Pass Plus del MIC che incentiva l’internazionalizzazione delle carriere dei giovani artisti e dei giovani organizzatori italiani attraverso un percorso di formazione e di esperienze da sviluppare all’estero e in Italia».
Capofila del progetto è la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano relazionata a partner nazionali (Bolzano Danza, Festival Ipercorpo, COORPI, Festival Prospettiva Danza, Scenario Pubblico) e internazionali (Festival KoresponDance, Nu Dance Festival, Art Republic, Chrysanthi Badeka, Machol Shalem, Quinzena de Dança, Centre de vidéo-danse de Bourgogne).
Il workshop intensivo svolto a Catania fino a domenica 10 marzo è stato dedicato alla video danza ed è stato tenuto da Chrysanthi Badeka, partner internazionale di Be International, nonché danzatrice, coreografa e video maker ateniese.
Attraversiamo brevemente in questo diario il "succo" di ogni giorno - con punti, immagini, citazioni - consapevoli che l'essenza di questa esperienza sia (giustamente) impossibile da trasmettere nella sua globalità.
Il primo incontro si è svolto martedì pomeriggio, durante il quale tutti i partecipanti si sono presentati attraverso la condivisione di un lavoro performativo in video, sia proprio che di altri autori.
Dalle visioni video Chrysanthi ha esordito presentando la dance on screen come
un linguaggio diverso, peculiare, che non ha a che fare con la documentazione e dunque la "semplice" ripresa di un evento performativo.
mercoledì. La prima giornata si è aperta con un esercizio dei corpi nello spazio. L'obiettivo è stato quello di immaginare di essere ad una festa all'interno della quale gli occhi di ognuno dovevano concentrarsi per diventare come le ottiche di una camera. Dal lavoro è scaturita una scaletta dei movimenti degli occhi-camera per ognuno diversa. Divisi in coppie, director - camera operator, ognuno ha poi realizzato il proprio long shot (piano sequenza) immaginato con strumenti amatoriali.
dentro la grammatica. Chrysanthi ha guidato il gruppo in un percorso analitico del linguaggio filmico specifico della danza dove esistono la VIDEO DANCE o SCREEN DANCE o DANCE FOR CAMERA - ovvero un prodotto audiovisivo breve - e il DANCE FILM - cioè un prodotto audiovisivo più lungo e articolato. In entrambi i casi il corpo umano e il corpo della camera dialogano tra loro - come nella contact improvisation - collaborando per la trasmissione di una storia. Quindi, la scelta della location, insieme a ogni sua possibile angolatura, risulta importante poiché sarà la camera a guidare lo sguardo degli spettatori, un po' come è accaduto durante l'esercizio del "party", in cui ciascuno decideva attentamente dove indirizzare il proprio sguardo. Da esso vengono a svilupparsi una storia e una drammaturgia:
parole -> inquadrature frase -> scena paragrafo -> sequenza capitolo -> macro-sequenza libro -> film
Come guardo? Cosa? A che altezza? Da quale angolatura? A quale distanza?
Prima di creare sono molto importanti le prove corpo-camera affinché possa essere deciso un movement script consapevole. Si ritorna allora alla location che, oltre ad essere scelta, deve essere visitata, studiata e vissuta più possibile per poi essere ri-mappata in studio. Dallo script dei movimenti (corpo - corpo camera) emergeranno o dovranno essere decisi tutti gli altri elementi da sviluppare: scene, costumi, musica e tutti gli altri aspetti della post-produzione.
longline synopsis script storyboard decoupage
Per poter comunicare bene con quel linguaggio tecnico Chrysanthi ha mostrato due lavori di video danza grazie al quale è stato possibile consolidare la terminologia della grammatica filmica in inglese e, allo stesso tempo, provare a estrapolare longline e synopsis da due opere a posteriori. Fare questi esercizi è servito a tutte e tutti a capire di più anche del proprio sguardo, tappa necessaria per chi vuole sviluppare propri progetti autoriali.
giovedì. Dopo aver assistito alla performance Body Teaches della CZD Chrysanthi ha guidato le riprese del party del giorno prima stavolta con il gimbal. Ognuno ha ripreso la propria festa e dopo sono stati proiettati tutti i video: un esercizio dello sguardo attivo. Alla fine della giornata, ognuno ha presentato la propria idea di progetto, con la lettura della logline e della sinossi. Insieme poi, si è presa la decisione su quale idea realizzare.
Il progetto che ha convinto tuttə è stato quello di Alessandra Indolfi, director, quindi, del corto realizzato.
TRE GIORNI INTENSI NEL WORKSHOP INTENSIVO.
venerdì. E' stato svolto tutto il lavoro di pre-produzione: lavoro coreografico in studio insieme alla director e al camera operator scelta dei costumi scelte del suono composizione dei soli divisi in tre gruppi con rispettivi director, cinematographer e assistenti sopralluogo a villa Bellini.
sabato. giornata di riprese
domenica. editing e presentazione del lavoro.
a sinistra Lucia Carolina De Rienzo (COORPI) a destra Chrysanthi Badeka.
IL PROGETTO UNTIED HANDS
Torna sovente e prendimi, palpito amato, allora torna e prendimi, che si ridesta viva la memoria del corpo, e antiche brame trascorrono nel sangue, allora che le labbra ricordano, e le carni, e nelle mani un senso tattile raccende. Torna sovente e prendimi, la notte, allora le labbra ricordano, e le carni... (Torna di Konstantinos P. Cavafis)
creato da Alessandra Indolfi Carmine Dipace Eros Brancaleon Mariangela Di Santo Melania Caggegi Roberta Indolfi Siria Cacco Sofia Bordieri Veronica Messinese Vanessa Lisi
Special thanks to Chrysanthi Badeka, Mara Serina, Lucia Carolina De Rienzo.
#scenariopubblico#catania#danza contemporanea#danceonscreen#beinternational#civicapaolograssi#danza#filming
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Museo delle Trame Mediterranee
Sempre a Gibellina (Trapani) è situato il Museo delle Trame Mediterranee. Un luogo davvero interessante che celebra la cultura dei popoli del Mediterraneo utilizzando diversi linguaggi come la pittura e la scultura ma anche gli oggetti di uso quotidiano.
Un ampio spazio è dedicato anche all’arte contemporanea: qui infatti è esposta una tra le più importanti collezioni d’Italia grazie al fondatore Ludovico Corrao ed al contributo di diversi artisti che hanno sostenuto la ricostruzione della città dopo il sisma del 1968.
Inoltre, sono esposte alcune scenografie degli spettacoli delle Orestiadi, il festival estivo internazionale di manifestazioni artistiche (teatro, cinema, musica, scultura, pittura) fondato dall’ex sindaco Corrao per favorire anche la rinascita culturale del territorio. Ne sono un esempio le macchine di Arnaldo Pomodoro e la “Montagna di sale” di Mimmo Paladino.
#viaggi#museo delle trame mediterranee#popoli#culture#cultura del mediterraneo#arte#arte contemporanea#ludovico corrao#artisti#orestiadi#arnaldo pomodoro#mimmo paladino#rinascita#terremoto del belice#gibellina
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Ezio Bosso: Il Genio della Musica che ha segnato un’epoca
Ezio Bosso, nato a Torino il 13 settembre 1971 e scomparso a Bologna il 14 maggio 2020, è stato una delle figure più emblematiche della musica italiana e internazionale. Compositore, pianista, contrabbassista e direttore d’orchestra, ha lasciato un’eredità straordinaria nel panorama musicale, ispirando generazioni di artisti e appassionati.
Gli Inizi: Torino e L’Avvicinamento alla Musica
Cresciuto nel quartiere operaio di Borgo San Donato, Bosso si avvicinò alla musica a soli quattro anni grazie all’influenza di una prozia pianista e del fratello musicista. La musica diventò presto la sua passione, portandolo a frequentare il conservatorio. Nonostante le difficoltà iniziali, incluso un episodio con un docente severo, la sua strada si incrociò con quella del compositore sperimentale John Cage, che riconobbe il suo talento. Questo incontro lasciò un segno indelebile, ispirandolo a comporre successivamente il brano “Dreaming tears in a crystal cage”.
A 16 anni, Bosso debuttò come solista in Francia, intraprendendo un viaggio musicale che lo portò a collaborare con orchestre prestigiose in Europa. La sua formazione continuò all’Accademia di Vienna, dove approfondì studi di composizione e direzione d’orchestra.
Un Carriera Brillante
Bosso raggiunse la fama internazionale negli anni Novanta, esibendosi in luoghi iconici come la Sydney Opera House, la Royal Festival Hall e il Teatro Colón di Buenos Aires. In qualità di direttore, lavorò con orchestre di fama mondiale, tra cui la London Symphony Orchestra, l’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli e l’Orchestra Filarmonica della Fenice.
Parallelamente alla carriera orchestrale, Bosso scrisse musica per il cinema, collaborando con registi come Gabriele Salvatores per film di successo quali “Io non ho paura” e “Il ragazzo invisibile”. La sua musica veniva richiesta anche da istituzioni prestigiose come il New York City Ballet e il Teatro Bolshoij di Mosca, confermando il suo status di innovatore nel panorama musicale.
Le Sfide della Malattia e la Dedizione alla Musica
Nel 2011, Bosso affrontò un delicato intervento per la rimozione di una neoplasia cerebrale e, successivamente, una malattia neurodegenerativa. Nonostante le difficoltà fisiche, continuò a comporre e dirigere, mantenendo un legame indissolubile con la musica. La sindrome autoimmune neuropatica compromisse l’uso delle mani, portandolo a sospendere l’attività pianistica nel 2019. Tuttavia, Bosso rimase un testimone e ambasciatore instancabile dell’importanza della musica come strumento di unione e speranza.
Progetti Sociali e Riconoscimenti
Bosso non si limitò a brillare sul palco; dedicò tempo e risorse a progetti sociali, diventando ambasciatore dell’Associazione Mozart 14, fondata da Alessandra Abbado. Questo impegno rifletteva la sua convinzione che la musica potesse abbattere barriere culturali e sociali, offrendo opportunità e speranza.
Nel corso della sua vita, ricevette numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il David di Donatello per la colonna sonora di “Io non ho paura” e il Cremona Musica Award per la comunicazione. Fu insignito di diverse cittadinanze onorarie, a testimonianza dell’impatto profondo che aveva avuto sulla cultura e sulla comunità.
L’Eredità di Ezio Bosso
La musica di Ezio Bosso ha toccato milioni di persone in tutto il mondo, grazie a composizioni che intrecciano profondità emotiva e complessità tecnica. Il suo album “The 12th Room”, pubblicato nel 2015, rappresenta un capolavoro, simbolo del suo talento e della sua resilienza. Durante il Festival di Sanremo del 2016, Bosso emozionò il pubblico con il brano “Following a bird”, tratto dallo stesso album.
Nonostante la sua prematura scomparsa, l’eredità di Ezio Bosso continua a vivere. Il suo archivio è stato affidato alla Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci presso il Polo del ‘900 di Torino, garantendo che il suo contributo alla musica non venga mai dimenticato.
Conclusioni
Ezio Bosso è stato molto più di un musicista; è stato un narratore di emozioni, un pioniere della musica e un simbolo di speranza. La sua capacità di trasformare le difficoltà in arte ha ispirato e continuerà a ispirare artisti e ascoltatori di tutto il mondo. La musica, per Bosso, era un linguaggio universale, capace di unire e trasformare. E così, il suo nome rimarrà per sempre legato al potere straordinario della musica.
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Iglesias: XXVI Festival Internazionale di Musica da Camera. Prosegue la ricca programmazione della XXVI edizione del Festival Internazionale di Musica da Camera, rassegna cameristica, organizzata dall’associazione Anton Stadler con la direzione artistica del bandoneonista e compositore Fabio Furìa e protagonista al teatro Electra di Iglesias dal 17 novembre al 28 dicembre.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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Gran Concerto di Capodanno al Teatro Marenco di Novi lgure
Novi Ligure. Un imperdibile evento musicale per salutare il nuovo anno.
Un imperdibile evento musicale per salutare il nuovo anno. Mercoledì 1° gennaio 2025 alle ore 21:00, lo storico Teatro Romualdo Marenco di Novi Ligure sarà il palcoscenico di un eccezionale concerto dal titolo “Sonorità di passione”. Questa serata, inserita nel Marenco Music Festival, vedrà esibirsi artisti di calibro internazionale: Gino Zambelli, virtuoso di Bandoneon originario del…
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Peppino Principe “Tango’s Concert for A. Piazzolla (Dance Remix)”
Esce venerdì 22 novembre 2024 in radio e nei migliori store con cd fisico “Tango's concert for A. Piazzolla (dance remix)” di Peppino Principe, un tango dedicato al Maestro A.Piazzolla attraverso nuove note pop del fisarmonicista scomparso nel 2018. Il CD fisico è distribuito da Self sotto etichetta BCM Records. Disponibile sempre da oggi su Youtube anche il videoclip ufficiale del brano. La sua fisarmonica, la Puglia, i 40 anni vissuti a Milano, i circa 20 anni in Rai, i tuoi in tutto il mondo e i 20 milioni di dischi venduti fanno del Maestro un indiscusso “Principe della fisarmonica”. Peppino Principe, Monte Sant’Angelo (Foggia) 1927 – Fermo 8 marzo 2018, milanese di adozione, studia musica e fisarmonica con il padre, Michele, insegnante molto apprezzato nella zona del Gargano. Nel 1940 si trasferisce al Nord con il fratello Leonardo, noto clarinettista jazz, e debutta a soli 13 anni, nell’estate del primo anno di guerra, come solista di fisarmonica classica nel celebre Caffè Pedrocchi di Padova. Dal 1943 al 1946 collabora con i comandi alleati per spettacoli musicali dedicati alle truppe, inizialmente a Bari e successivamente a Milano, sempre insieme al fratello Leonardo. Nel 1946 realizza la prima serie di registrazioni di musica jazz con la casa discografica “Parlophon Odeon“. Nello stesso, a Milano, vince il Referendum Jazz come “Miglior Fisarmonicista Jazz“. Nel 1959, assieme a Cino Tortorella, è il fondatore della storica trasmissione della “Tv dei ragazzi” della Rai, “Lo Zecchino d’Oro“. Alle prime due edizioni di Milano collabora come direttore, arrangiatore e fisarmonicista, nonché autore della sigla-marcetta su testo di M. Panzieri. A Pavia nel 1961 riceve l’ “Oscar Mondiale della Fisarmonica”, massimo riconoscimento internazionale. Nel 1964, a Milano, riceve per mano del presentatore Tony Martucci, l’ambitissimo premio “Ambrogino d’Oro“. Sempre nello stesso anno è al “Teatro Ariston” di Sanremo, come direttore e fisarmonicista con Mike Bongiorno e Domenico Modugno, vincitore con “Dio come ti amo”. Nell 1972 è protagonista, prima alla radio e poi alla televisione, degli spettacoli musicali “La Fisarmonica”, diretti da Gorni Kramer. Il mondo lo conosce anche come autore di musiche originali per fisarmonica: famose sono “El Bandito“, “Concerto n° 1 in La“, le trascrizioni del “Carnevale di Venezia“, il “Volo del Calabrone” ed altri brani con i quali ha venduto circa 40 milioni di dischi in tutto il mondo. Con la sua fisarmonica “Excelsior” si esibisce nei più grandi teatri del mondo: Conservatorio di Mosca, “Carnegie Hall” di New York, “Festival Hall” di Londra, “Sala Lisinsky” di Zagabria, “Gass Hall” di Tokio, “Colon” di Buenos Aires, “Teatro dell’Opera” del Cairo, “Sala Playe” di Parigi, nonché nei più importanti teatri italiani, tra cui il “Teatro alla Scala” di Milano.
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"Tahar Ben Jelloun" al Teatro di Fiesole
Nel bellissimo e piacevolissimo Teatro di Fiesole sabato 2 novembre 2024 un interessante incontro con lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun, momento che ha preceduto la proiezione del film di Jacques Feray “La piscine”, l’omaggio ad Alen Delon che ha concluso la 16a edizione del Festival del Cinema Francesca France Odeon.Tahar Ben Jelloun è il noto scrittore marocchino di fama internazionale,…
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Gina Lollobrigida
https://www.unadonnalgiorno.it/gina-lollobrigida/
Gina Lollobrigida, La Lollo è stata una delle nostre attrici più conosciute a livello internazionale e una delle più belle dive di ogni tempo.
La sua passione per l’arte, l’indipendenza che l’ha sempre contraddistinta, la voglia di vivere e sperimentarsi, l’hanno accompagnata per tutta la sua lunga vita.
Diretta dai più grandi registi, ha recitato in oltre sessanta film accanto ai colossi del cinema come Vittorio De Sica, Vittorio Gassman, Burt Lancaster, Tony Curtis, Anthony Quinn, Frank Sinatra, Steve McQueen, Marcello Mastroianni, Yves Montand, Sandra Dee, Alec Guinness e molte e molti ancora.
Accantonate le scene per un lungo periodo, è stata anche un’affermata fotografa, fotoreporter e scultrice.
Numerosi sono stati i riconoscimenti artistici che le sono stati conferiti negli anni: oltre ad aver ottenuto la famosa stella sulla Hollywood Walk of Fame, anche se troppo in ritardo rispetto alla sua carriera, è stata premiata con un Golden Globe, sette David di Donatello, due Nastri d’argento e ha ricevuto una candidatura ai Premi BAFTA per il famoso film Pane, amore e fantasia.
Nacque a Subiaco, in provincia di Roma, il 4 luglio 1927, era figlia di un facoltoso produttore di mobili caduto in rovina durante la seconda guerra mondiale.
A diciassette anni ha debuttato a teatro in una commedia di Eduardo Scarpetta.
Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Roma mentre, per mantenersi agli studi vendeva caricature disegnate col carboncino e posava per i primi fotoromanzi, con lo pseudonimo di Diana Loris.
Aveva 18 anni quando è stata violentata da un calciatore della Lazio di cui non ha mai voluto rivelare il nome. Poco tempo dopo ha sposato Milko Skofic, medico sloveno che prestava servizio fra i profughi temporaneamente alloggiati a Cinecittà, sono stati insieme per vent’anni tra alti e bassi e hanno avuto un figlio Andrea Milko, nel 1957.
Dotata di una straordinaria bellezza, nel 1947 si è classificata terza al concorso di Miss Italia, dietro le future stelle del cinema Lucia Bosè e Gianna Maria Canale.
Al cinema ha iniziato dalla gavetta, è stata comparsa e controfigura, prima di ottenere piccoli ruoli di contorno e finalmente arrivare a recitare in film di successo che l’hanno consacrata una star internazionale, prima in Francia e poi negli Stati Uniti.
Tra gli altri, nel 1953 ha interpretato, al fianco di Vittorio De Sica, il personaggio della Bersagliera, premiato con il Nastro d’argento e candidato al BAFTA, in Pane, amore e fantasia di Luigi Comencini (Orso d’argento al Festival di Berlino).
Ha spesso raccontato aneddoti riguardanti i suoi rapporti buoni e conflittuali con alcune delle più grandi star della cinematografia internazionale.
Nella prima produzione televisiva a cui ha preso parte, nel 1972, è stata la Fata Turchina nel fortunato Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini, rimasta ancora nell’immaginario collettivo di intere generazioni.
In quegli anni ha gradualmente abbandonato lo schermo per dedicarsi alla fotografia. Ha ritratto personaggi come Paul Newman, Salvador Dalí, Henry Kissinger, Audrey Hepburn, Ella Fitzgerald, è rimasta alla storia l’intervista fatta a Fidel Castro del 1973. Ha pubblicato libri, reportage e esposto le sue sculture in tutto il mondo.
Negli anni ottanta è apparsa in varie importanti serie tv statunitensi, ma i suoi impegni come attrice si sono sempre più diradati, fatta eccezione per alcuni celebri cameo.
Nel 1996 è stata premiata con il David di Donatello alla carriera e nel 2006 ha ricevuto un riconoscimento speciale in occasione del cinquantenario del trofeo di cui era stata la prima vincitrice, nel 1956.
Il 16 ottobre 1999 è stata nominata Ambasciatrice di buona volontà della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura.
Il 2011 l’ha vista, per la prima volta insieme sul grande schermo con Sophia Loren, considerata la sua storica rivale, nel documentario Schuberth – L’atelier della dolce vita.
Attiva anche politicamente, è stata candidata alle elezioni europee del 1999 in una lista di centro-sinistra, senza risultare eletta.
Anche molto in avanti con gli anni non ha mai smesso di far parlare di sé e della sua affermazione di libertà. Nel 2006 ha dichiarato a una rivista spagnola di volersi sposare con Javier Rigau dopo una relazione tenuta segreta per più di vent’anni: lei aveva 79 anni, lui 45. L’uomo che, successivamente ha sostenuto di essere il suo amante da quando aveva 15 anni, l’ha poi lasciata attraverso un comunicato del suo avvocato. In seguito, l’attrice ha dichiarato di essere stata sposata con l’inganno attraverso una falsa procura da lei firmata, una vicenda arrivata fino in tribunale.
Nel 2007 è stata nominata cittadina onoraria di Pietrasanta, dove aveva organizzato la sua prima mostra di scultura.
La sua vita intensa e incredibile si è interrotta il 16 gennaio 2023 a Roma, aveva 95 anni.
Piena di vita, si è sperimentata con successo in varie arti, sempre attenta al suo contemporaneo, è stata coinvolta in varie cause sociali.
Gina Lollobrigida è stata una delle ultime grandi dive, la sua incredibile bellezza si mescolava col suo talento e con un carisma che la rendeva quasi irreale, nonostante non nascondesse mai la sua grande umanità. Aveva un’aura che la rendeva magica e anche in vita sembrava eterna, il suo nome resterà scritto a caratteri cubitali nella storia del cinema mondiale.
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Il Griot blues di Baba Sissoko ha chiuso la 18ª edizione del festival Ottobre in Poesia
Sassari. Energie artistiche e antiche tradizioni che si intrecciano, musica e parole che si fondono per trasmettere un messaggio di pace e fratellanza. Sul palco del teatro dell’Exma.Ter di Sassari, domenica 27 ottobre, la musica tradizionale del Mali e il Griot blues di Baba Sissoko, ospite d’eccezione dell’ultimo appuntamento del festival internazionale poetico della Sardegna, Ottobre in…
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