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Bienal de Arte de Venecia 2024
Bienal de Arte de Venecia 2024 #aperturaintelectual #vmrfaintelectual @victormanrf @Victor M. Reyes Ferriz @vicmanrf @victormrferriz Víctor Manuel Reyes Ferriz
01 DE OCTUBRE DE 2024 Bienal de Arte de Venecia 2024 POR: VÍCTOR MANUEL REYES FERRIZ Nos encontramos a poco menos de dos meses de que uno de los mayores eventos culturales del mundo llegue a su fin este año, y es que la gran exposición denominada “Bienal de Venecia” que se encuentra en su 60º edición, comenzó el pasado 20 de abril y culminará el próximo 24 de noviembre. La historia de esta…
#AperturaIntelectual#vmrfaintelectual#Adriano Pedrosa#“Esposizione biennale artistica nazionale#“I vitelloni” (Los inútiles)#“Nos marchábamos. regresábamos siempre”#“Stranieri Ovunque” (Extranjeros en todas partes)#Bienal de Arte de Venecia 2024#Chagall#Delvaux#Erick Meyenberg#Federico Fellini#Festival Internazionale del Teatro#Giardini di Castello#Gorky#Gran Premio de Escultura#Guggenheim#I Esposizione Internazionale d&039;Arte della Città di Venezia#Kooning#La Biennale di Venezia#León de Oro#León de Plata#Magritte#México en la Bienal de Arte de Venecia 2024#Mostra d&039;Arte italiana all&039;estero#Mostra Internazionale d&039;Arte Cinematografica della Biennale di Venezia#Palazzo delle Esposizioni#Pietrangelo Buttafuoco#Pollock#Riccardo Selvatico
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MonFest 2024: la seconda edizione celebra il dialogo tra fotografia, cinema, teatro e musica. Casale Monferrato diventa il cuore della cultura visiva dal 30 novembre 2024 al 4 maggio 2025
Dal 30 novembre 2024 al 4 maggio 2025, Casale Monferrato ospiterà la seconda edizione del MonFest, un festival biennale dedicato alla fotografia che quest’anno esplora il tema “ON STAGE”.
Dal 30 novembre 2024 al 4 maggio 2025, Casale Monferrato ospiterà la seconda edizione del MonFest, un festival biennale dedicato alla fotografia che quest’anno esplora il tema “ON STAGE”. Con 14 mostre dislocate in alcune delle sedi più iconiche della città, il festival si propone come punto di incontro tra fotografia e le arti performative – cinema, teatro e musica – celebrando la contaminazione…
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Festival internazionale del teatro di Sibiu al via la 30a edizione
Torna la trentesima edizione del festival di Sibiu. Per dieci giorni la città della Romania sarà animata da cinquemila artisti provenienti da 75 Paesi
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Oggi è il 19 Marzo ed in questo giorno, nel 1955, a Napoli nasceva il grande cantautore, compositore e musicista Pino Daniele. Musicista dalle radici formative Blues, è stato un poeta fiero delle sue origini napoletane, un'artista che ha aperto la sue composizioni ai vari linguaggi (dal Blues al Pop, dal Jazz al Rock) con grande sensibilità. Pur imparando a suonare la chitarra da autodidatta, ne diventò un talentuoso performer ed iniziò la sua attività professionale come session man in vari progetti discografici e con nomi di rilievo dell'ambiente Pop italiano, come Jenny Sorrenti (sorella del più conosciuto fratello Alan) Aurelio Fierro, Gianni Nazzaro, Bobby Solo, ecc. Nel 1976 entrò come bassista nell'importante gruppo di “Progressive Rock” e “Jazz/Rock” “Napoli Centrale”, dove avvenne il determinante contatto con il sassofonista James Senese. Il suo primo Album da solista, ���Terra Mia” fu pubblicato nel 1977 e da quel momento fu subito grande successo, affermandosi come uno tra i più originali ed innovativi musicisti italiani. Riconosciuto anche a livello internazionale, tra le tante occasioni di concerto possiamo ricordare le sue performance al “Festival di Varanero” a Cuba ed al teatro “Olympia” di Parigi. Morì nel 2015 a Roma.
Bruno Pollacci
Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa
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Anouk Aimée
Anouk Aimée, è stata la meravigliosa attrice che ha recitato in film di culto come La dolce vita e 8½ di Federico Fellini e Un uomo, una donna di Claude Lelouch.
Candidata all’Oscar e ai premi BAFTA, ha vinto il Premio come miglior attrice al Festival di Cannes nel 1980, il Premio César onorario 2002 e l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino, nel 2003.
Nata a Parigi il 27 aprile 1932 col nome di Nicole Françoise Florence Dreyfus, era figlia di Henry Murray, nome d’arte di Henri Dreyfus, attore francese di origine ebraica, e di Geneviève Sorya, nata Geneviève Durand. Ha ricevuto un’educazione tradizionale nella recitazione come nella danza tra Parigi e il Sussex inglese.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, per schivare la deportazione antiebraica nazista, venne mandata in campagna dove si faceva chiamare Françoise Durand (il cognome della madre).
Ha debuttato sul set a soli 15 anni, nel 1947, in La fleur de l’âge, nello stesso anno, il ruolo di Anouk in La maison sous la mer, ha portato il suo nome d’arte, a cui l’anno successivo Jacques Prévert, suggerì di aggiungere “Aimée” (amata), perché, era amata da tutti.
Importante protagonista della Nouvelle Vague, il film che le ha dato gran fama è stato La dolce vita, del 1960, in cui interpretava Maddalena, la donna che accompagnava il cronista interpretato da Marcello Mastroianni nelle sue notti tormentate in giro per Roma.
La consacrazione internazionale è giunta nel 1966 con Un uomo, una donna di Claude Lelouch, che ha vinto l’Oscar e il Festival di Cannes e che le è valso il Golden Globe per la migliore attrice.
Chiamata e apprezzata sugli schermi di tutto il mondo, ha girato circa settanta film con registi come Federico Fellini, Claude Lelouch, Jacques Demy, Sydney Lumet, George Cukor, Julien Duvivier, Vittorio De Sica, Dino Risi, Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, Robert Altman e molti altri ancora.
Ha lavorato anche molto in televisione e a teatro.
La sua ultima interpretazione è stata nel 2019, sempre nel ruolo di Anne, in I migliori anni della nostra vita, terzo episodio del grande successo di Un uomo, una donna di Lelouch.
Si è spenta a Parigi, il 18 giugno 2024.
Anouk Aimée è stata un’attrice contenuta, scura, misteriosa, dal naturale fascino ed eleganza, magnetica, magistrale, una colonna portante della cinematografia mondiale.
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Alain Delon, morto l'attore leggenda del cinema francese: aveva 88 anni Alain Delon è morto. L'icona del cinema francese ed internazionale aveva 88 anni. Lo hanno comunicato i figli all'agenzia Afp. «Alain Fabien, Anouchka, Anthony, oltre che il suo cane Loubo, hanno l'immensa pena di annunciare la dipartita di loro padre - si legge nel comunicato - Si è spento serenamente nella sua casa di Douchy, con accanto i suoi figli e i suoi familiari... La famiglia vi chiede di rispettare la propria intimità in questo momento di lutto estremamente doloroso». Chi era Alain Delon Alain Delon, il più talentuoso e affascinante degli attori francesi, morto all'età di 88 anni, si era imposto sulla scena internazionale negli anni Sessanta alla scuola del regista Luchino Visconti, che aveva messo in luce il carattere ambiguo della sua bellezza nei capolavori «Rocco e i suoi fratelli» e «Il gattopardo». Alternando nel corso di tutta la sua carriera il cinema d'autore - a partire da «L'eclisse» di Michelangelo Antonioni dove affiancò Monica Vitti - a quello commerciale, Delon in patria fu diretto da registi quali René Clement, Jean-Pierre Melville e Jacques Deray che ne fecero risaltare lo sguardo freddo e cinico, in contrasto con il suo volto angelico, rendendolo anche l'interprete ideale dell'antieroe noir di molti polizieschi. Per Melville fu il mafioso italoamericano Frank Costello in «Frank Costello faccia d’angelo»; dette il suo volto al gangster Roger Startet ne «Il clan dei siciliani» di Herny Verneuil e a «Zorro» nel film di Duccio Tessari. Nel 1995 al Festival di Berlino, arrivò il meritato riconoscimento al suo talento: l'Orso d'oro alla carriera, mentre solo nel 2019 il Festival di Canne gli ha conferito la Palma d'oro alla carriera; e nel frattempo, nel 2012, gli era stato assegnato il Pardo alla carriera al Festival di Locarno. Nato a Sceaux (Seine) l'8 novembre 1935, all'età di 17 anni, Alain Delon si arruolò nella marina militare francese e nel 1953 venne destinato al corpo di spedizione nel Sud-est asiatico che partecipava alla guerra d'Indocina. Congedato nel 1956, il giovane Alain iniziò a frequentare a Parigi l'ambiente degli intellettuali e il mondo dello spettacolo e a recitare in teatro, finché la sua singolare bellezza e la sua duttilità nell'affrontare ruoli anche modesti vennero notate da alcuni produttori cinematografici. Fu così che per il giallo di René Clément «Delitto in pieno sole» (1960) l'attore, scelto inizialmente per una parte secondaria, ottenne invece quella del protagonista, il subdolo Tom Ripley che uccide un giovane miliardario per assumerne l'identità. Il film ebbe un buon successo e rappresentò per Delon un trampolino di lancio, proponendo per la prima volta quel personaggio controverso a lui estremamente congeniale. Fu però un maestro come Visconti a consentirgli di lasciar affiorare una complessità interpretativa, che lo impose all'attenzione, quando lo diresse magistralmente in «Rocco e i suoi fratelli» (1960), opera in cui lo spirito neorealista si fonde con le cadenze del melodramma. Delon rese perfettamente l'introversa malinconia del giovane protagonista, Rocco Parondi, un figlio del Meridione immigrato a Milano, proletario dall'animo 'viscontianamente' nobile, ma destinato per la sua eccessiva mitezza a risultare un perdente. È sulla ambigua maschera di Alain Delon che il regista Jean-Pierre Melville costruì la figura del sicario di «Frank Costello faccia d'angelo» (1967). In «Borsalino» (1970) di Jacques Deray, il divo ebbe modo di confrontarsi con l'altro attore simbolo del cinema francese, Jean-Paul Belmondo, gareggiando con lui nell'imprimere un piglio canagliesco alla recitazione in una commedia poliziesca che ebbe successo in tutta Europa. E proprio con Belmondo già da tempo era in scena sulle cronache di gossip l'immagine della rivalità con Delon, sebbene i due grandi attori si considerassero amici fino alla fine. Gli anni Settanta furono per Delon contrassegnati da ruoli sempre legati al 'polar', con qualche altra apparizione nel cinema d'autore. L'attore, infatti, sostituì Marcello Mastroianni nel film «La prima notte di quiete» (1972) di Valerio Zurlini, e contribuì a rendere memorabile la figura torbida e romantica del protagonista, Daniele Dominici, un maestro disilluso che rispecchia le contraddizioni e i dubbi di una generazione. Anche in «Mr. Klein» (1976) di Joseph Losey, Delon raffigura alla perfezione un personaggio tragico e sfuggente: l'usuraio perseguitato dall'idea di un altro sé stesso negli anni bui dell'occupazione nazista a Parigi.
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BE INTERNATIONAL together
Martedì 5 marzo è iniziata a Scenario Pubblico la settimana dedicata a Be International un progetto «selezionato per la seconda volta tra i vincitori della quarta edizione del bando Boarding Pass Plus del MIC che incentiva l’internazionalizzazione delle carriere dei giovani artisti e dei giovani organizzatori italiani attraverso un percorso di formazione e di esperienze da sviluppare all’estero e in Italia».
Capofila del progetto è la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano relazionata a partner nazionali (Bolzano Danza, Festival Ipercorpo, COORPI, Festival Prospettiva Danza, Scenario Pubblico) e internazionali (Festival KoresponDance, Nu Dance Festival, Art Republic, Chrysanthi Badeka, Machol Shalem, Quinzena de Dança, Centre de vidéo-danse de Bourgogne).
Il workshop intensivo svolto a Catania fino a domenica 10 marzo è stato dedicato alla video danza ed è stato tenuto da Chrysanthi Badeka, partner internazionale di Be International, nonché danzatrice, coreografa e video maker ateniese.
Attraversiamo brevemente in questo diario il "succo" di ogni giorno - con punti, immagini, citazioni - consapevoli che l'essenza di questa esperienza sia (giustamente) impossibile da trasmettere nella sua globalità.
Il primo incontro si è svolto martedì pomeriggio, durante il quale tutti i partecipanti si sono presentati attraverso la condivisione di un lavoro performativo in video, sia proprio che di altri autori.
Dalle visioni video Chrysanthi ha esordito presentando la dance on screen come
un linguaggio diverso, peculiare, che non ha a che fare con la documentazione e dunque la "semplice" ripresa di un evento performativo.
mercoledì. La prima giornata si è aperta con un esercizio dei corpi nello spazio. L'obiettivo è stato quello di immaginare di essere ad una festa all'interno della quale gli occhi di ognuno dovevano concentrarsi per diventare come le ottiche di una camera. Dal lavoro è scaturita una scaletta dei movimenti degli occhi-camera per ognuno diversa. Divisi in coppie, director - camera operator, ognuno ha poi realizzato il proprio long shot (piano sequenza) immaginato con strumenti amatoriali.
dentro la grammatica. Chrysanthi ha guidato il gruppo in un percorso analitico del linguaggio filmico specifico della danza dove esistono la VIDEO DANCE o SCREEN DANCE o DANCE FOR CAMERA - ovvero un prodotto audiovisivo breve - e il DANCE FILM - cioè un prodotto audiovisivo più lungo e articolato. In entrambi i casi il corpo umano e il corpo della camera dialogano tra loro - come nella contact improvisation - collaborando per la trasmissione di una storia. Quindi, la scelta della location, insieme a ogni sua possibile angolatura, risulta importante poiché sarà la camera a guidare lo sguardo degli spettatori, un po' come è accaduto durante l'esercizio del "party", in cui ciascuno decideva attentamente dove indirizzare il proprio sguardo. Da esso vengono a svilupparsi una storia e una drammaturgia:
parole -> inquadrature frase -> scena paragrafo -> sequenza capitolo -> macro-sequenza libro -> film
Come guardo? Cosa? A che altezza? Da quale angolatura? A quale distanza?
Prima di creare sono molto importanti le prove corpo-camera affinché possa essere deciso un movement script consapevole. Si ritorna allora alla location che, oltre ad essere scelta, deve essere visitata, studiata e vissuta più possibile per poi essere ri-mappata in studio. Dallo script dei movimenti (corpo - corpo camera) emergeranno o dovranno essere decisi tutti gli altri elementi da sviluppare: scene, costumi, musica e tutti gli altri aspetti della post-produzione.
longline synopsis script storyboard decoupage
Per poter comunicare bene con quel linguaggio tecnico Chrysanthi ha mostrato due lavori di video danza grazie al quale è stato possibile consolidare la terminologia della grammatica filmica in inglese e, allo stesso tempo, provare a estrapolare longline e synopsis da due opere a posteriori. Fare questi esercizi è servito a tutte e tutti a capire di più anche del proprio sguardo, tappa necessaria per chi vuole sviluppare propri progetti autoriali.
giovedì. Dopo aver assistito alla performance Body Teaches della CZD Chrysanthi ha guidato le riprese del party del giorno prima stavolta con il gimbal. Ognuno ha ripreso la propria festa e dopo sono stati proiettati tutti i video: un esercizio dello sguardo attivo. Alla fine della giornata, ognuno ha presentato la propria idea di progetto, con la lettura della logline e della sinossi. Insieme poi, si è presa la decisione su quale idea realizzare.
Il progetto che ha convinto tuttə è stato quello di Alessandra Indolfi, director, quindi, del corto realizzato.
TRE GIORNI INTENSI NEL WORKSHOP INTENSIVO.
venerdì. E' stato svolto tutto il lavoro di pre-produzione: lavoro coreografico in studio insieme alla director e al camera operator scelta dei costumi scelte del suono composizione dei soli divisi in tre gruppi con rispettivi director, cinematographer e assistenti sopralluogo a villa Bellini.
sabato. giornata di riprese
domenica. editing e presentazione del lavoro.
a sinistra Lucia Carolina De Rienzo (COORPI) a destra Chrysanthi Badeka.
IL PROGETTO UNTIED HANDS
Torna sovente e prendimi, palpito amato, allora torna e prendimi, che si ridesta viva la memoria del corpo, e antiche brame trascorrono nel sangue, allora che le labbra ricordano, e le carni, e nelle mani un senso tattile raccende. Torna sovente e prendimi, la notte, allora le labbra ricordano, e le carni... (Torna di Konstantinos P. Cavafis)
creato da Alessandra Indolfi Carmine Dipace Eros Brancaleon Mariangela Di Santo Melania Caggegi Roberta Indolfi Siria Cacco Sofia Bordieri Veronica Messinese Vanessa Lisi
Special thanks to Chrysanthi Badeka, Mara Serina, Lucia Carolina De Rienzo.
#scenariopubblico#catania#danza contemporanea#danceonscreen#beinternational#civicapaolograssi#danza#filming
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CRISTINA ITALIANI , flautista e performer di formazione classica , laureata giovanissima in flauto al Conservatorio L. D’ Annunzio di Pescara , con corsi di perfezionamento in Accademie all’estero ( Francia e Germania ) , dalle partecipazioni ai festival musicali internazionali si è velocemente unita ad alcune Orchestre in Italia ed in Germania ( Schleswig Holstein, Bayreuth ).
Ha fatto parte di numerosi collettivi Jazz (o di Musica creativa ) tra i quali
Da-i-da Orchestra ( al Pinocchio Jazz a Firenze ) e l’etichetta Improvvisatore Involontario.
Attiva nell’ambito dell’interdisciplinarietà artistica , ha realizzato numerosi lavori di -creazione e sonorizzazione per eventi teatrali ( Theatre de Nanterre e Friche de la Belle de Mai a Marseille)
-spettacoli di danza (Florence Dance Festival al Teatro Romano di Fiesole, Gaia Scuderi alla
Limonaia di Villa Strozzi etc.) spettacoli di mimo (con Bianca Francioni )
-reading musicali sonorizzazioni live al Caffè Letterario Le Murate di Firenze in occasione di presentazione di libri con la Nottola di Minerva ( Biblioteca delle Oblate e Abbazia di San Miniato al Monte)
Dal 2015 è membro del Duo Hayet con il virtuoso dell'oud algerino Hafid Moussaoui in numerosi Festival e trasmissioni radiofoniche - Terra Mia, Piazza Verdi su Rai Radio 3, Mediterranean Orchestra.
Nel 2019 ha composto la colonna sonora per la mostra ''The Global Eye presso la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, organizzata da Angelo Cattaneo e Sabrina Corbellini e, come solista, ha partecipato alla Conferenza internazionale.
Ha fondato l'Ensemble "Shababik" con la Good World Citizen Association con cui ha vinto un grant della Fondazione Anna Lindh per Mediterranean Day nel 2022 e 2023.
Il suono del suo flauto è nella colonna sonora di "La cinquieme saison" del regista algerino Ahmed Benkalma per il Centro di Cinematografia d'Algeria.
L'artista prosegue la sua attività con progetti interculturali, collaborando sia con la Good World Citizen Association che con l'Università di Firenze.
Ha partecipato con la Good World Citizen Association e il prof. Angelo Cattaneo (Isem Cnr - Unifi - Yale University) a
un importante evento su Muhammad Al Idrisi e il Mediterraneo organizzato dal Dipartimento Sagas - Unifi.
L’artista ha vinto numerosi grant trascorrendo diversi periodi di residenza all’estero per Fondazioni internazionali come Culture Moves Europe – Goethe Institut, Anna Lindh Foundation e Ionion Center of Culture and arts ( Kefalonia )
Alcuni brani composti da Cristina Italiani sono stati selezionali per Progetto internazionale Cities and Memory dell’ University Oxford ed , in particolare il brano ‘’ A new Beginning of Xiamen ‘’ ha fatto parte dell’installazione al Pitt River Museum di Oxford
Appassionata di performance artistica e arti visive in generale, integra nella sua pratica il modo di pensare la musica e le arti visive, la scenografia e performance così come la poesia della risonanza tra tutti questi campi.
La spinta artistica e il desiderio di connessione con altri artisti e lo scambio di energia col pubblico rappresentano per Cristina Italiani una forte motivazione alla crescita musicale e umana .
https://www.instagram.com/portraits_marika?igsh=bGxzd3U5NW9oODRr
@Cristina Italiani Music
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Festival internazionale a Santiago del Cile
L’Italia ha partecipato all’edizione del Festival Internazionale Teatro a Mil a Santiago con Chiara Guidi, drammaturga, regista e attrice teatrale, nonché fondatrice, insieme a Romeo e Claudia Castellucci e Paolo Guidi, di Socìetas Raffaello Sanzio, oggi Societas, compagnia teatrale di avanguardia d’impronta sperimentale. Grazie alla collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Santiago e…
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Ezio Bosso: Il Genio della Musica che ha segnato un’epoca
Ezio Bosso, nato a Torino il 13 settembre 1971 e scomparso a Bologna il 14 maggio 2020, è stato una delle figure più emblematiche della musica italiana e internazionale. Compositore, pianista, contrabbassista e direttore d’orchestra, ha lasciato un’eredità straordinaria nel panorama musicale, ispirando generazioni di artisti e appassionati.
Gli Inizi: Torino e L’Avvicinamento alla Musica
Cresciuto nel quartiere operaio di Borgo San Donato, Bosso si avvicinò alla musica a soli quattro anni grazie all’influenza di una prozia pianista e del fratello musicista. La musica diventò presto la sua passione, portandolo a frequentare il conservatorio. Nonostante le difficoltà iniziali, incluso un episodio con un docente severo, la sua strada si incrociò con quella del compositore sperimentale John Cage, che riconobbe il suo talento. Questo incontro lasciò un segno indelebile, ispirandolo a comporre successivamente il brano “Dreaming tears in a crystal cage”.
A 16 anni, Bosso debuttò come solista in Francia, intraprendendo un viaggio musicale che lo portò a collaborare con orchestre prestigiose in Europa. La sua formazione continuò all’Accademia di Vienna, dove approfondì studi di composizione e direzione d’orchestra.
Un Carriera Brillante
Bosso raggiunse la fama internazionale negli anni Novanta, esibendosi in luoghi iconici come la Sydney Opera House, la Royal Festival Hall e il Teatro Colón di Buenos Aires. In qualità di direttore, lavorò con orchestre di fama mondiale, tra cui la London Symphony Orchestra, l’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli e l’Orchestra Filarmonica della Fenice.
Parallelamente alla carriera orchestrale, Bosso scrisse musica per il cinema, collaborando con registi come Gabriele Salvatores per film di successo quali “Io non ho paura” e “Il ragazzo invisibile”. La sua musica veniva richiesta anche da istituzioni prestigiose come il New York City Ballet e il Teatro Bolshoij di Mosca, confermando il suo status di innovatore nel panorama musicale.
Le Sfide della Malattia e la Dedizione alla Musica
Nel 2011, Bosso affrontò un delicato intervento per la rimozione di una neoplasia cerebrale e, successivamente, una malattia neurodegenerativa. Nonostante le difficoltà fisiche, continuò a comporre e dirigere, mantenendo un legame indissolubile con la musica. La sindrome autoimmune neuropatica compromisse l’uso delle mani, portandolo a sospendere l’attività pianistica nel 2019. Tuttavia, Bosso rimase un testimone e ambasciatore instancabile dell’importanza della musica come strumento di unione e speranza.
Progetti Sociali e Riconoscimenti
Bosso non si limitò a brillare sul palco; dedicò tempo e risorse a progetti sociali, diventando ambasciatore dell’Associazione Mozart 14, fondata da Alessandra Abbado. Questo impegno rifletteva la sua convinzione che la musica potesse abbattere barriere culturali e sociali, offrendo opportunità e speranza.
Nel corso della sua vita, ricevette numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il David di Donatello per la colonna sonora di “Io non ho paura” e il Cremona Musica Award per la comunicazione. Fu insignito di diverse cittadinanze onorarie, a testimonianza dell’impatto profondo che aveva avuto sulla cultura e sulla comunità.
L’Eredità di Ezio Bosso
La musica di Ezio Bosso ha toccato milioni di persone in tutto il mondo, grazie a composizioni che intrecciano profondità emotiva e complessità tecnica. Il suo album “The 12th Room”, pubblicato nel 2015, rappresenta un capolavoro, simbolo del suo talento e della sua resilienza. Durante il Festival di Sanremo del 2016, Bosso emozionò il pubblico con il brano “Following a bird”, tratto dallo stesso album.
Nonostante la sua prematura scomparsa, l’eredità di Ezio Bosso continua a vivere. Il suo archivio è stato affidato alla Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci presso il Polo del ‘900 di Torino, garantendo che il suo contributo alla musica non venga mai dimenticato.
Conclusioni
Ezio Bosso è stato molto più di un musicista; è stato un narratore di emozioni, un pioniere della musica e un simbolo di speranza. La sua capacità di trasformare le difficoltà in arte ha ispirato e continuerà a ispirare artisti e ascoltatori di tutto il mondo. La musica, per Bosso, era un linguaggio universale, capace di unire e trasformare. E così, il suo nome rimarrà per sempre legato al potere straordinario della musica.
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Gran Concerto di Capodanno al Teatro Marenco di Novi lgure
Novi Ligure. Un imperdibile evento musicale per salutare il nuovo anno.
Un imperdibile evento musicale per salutare il nuovo anno. Mercoledì 1° gennaio 2025 alle ore 21:00, lo storico Teatro Romualdo Marenco di Novi Ligure sarà il palcoscenico di un eccezionale concerto dal titolo “Sonorità di passione”. Questa serata, inserita nel Marenco Music Festival, vedrà esibirsi artisti di calibro internazionale: Gino Zambelli, virtuoso di Bandoneon originario del…
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Peppino Principe “Tango’s Concert for A. Piazzolla (Dance Remix)”
Esce venerdì 22 novembre 2024 in radio e nei migliori store con cd fisico “Tango's concert for A. Piazzolla (dance remix)” di Peppino Principe, un tango dedicato al Maestro A.Piazzolla attraverso nuove note pop del fisarmonicista scomparso nel 2018. Il CD fisico è distribuito da Self sotto etichetta BCM Records. Disponibile sempre da oggi su Youtube anche il videoclip ufficiale del brano. La sua fisarmonica, la Puglia, i 40 anni vissuti a Milano, i circa 20 anni in Rai, i tuoi in tutto il mondo e i 20 milioni di dischi venduti fanno del Maestro un indiscusso “Principe della fisarmonica”. Peppino Principe, Monte Sant’Angelo (Foggia) 1927 – Fermo 8 marzo 2018, milanese di adozione, studia musica e fisarmonica con il padre, Michele, insegnante molto apprezzato nella zona del Gargano. Nel 1940 si trasferisce al Nord con il fratello Leonardo, noto clarinettista jazz, e debutta a soli 13 anni, nell’estate del primo anno di guerra, come solista di fisarmonica classica nel celebre Caffè Pedrocchi di Padova. Dal 1943 al 1946 collabora con i comandi alleati per spettacoli musicali dedicati alle truppe, inizialmente a Bari e successivamente a Milano, sempre insieme al fratello Leonardo. Nel 1946 realizza la prima serie di registrazioni di musica jazz con la casa discografica “Parlophon Odeon“. Nello stesso, a Milano, vince il Referendum Jazz come “Miglior Fisarmonicista Jazz“. Nel 1959, assieme a Cino Tortorella, è il fondatore della storica trasmissione della “Tv dei ragazzi” della Rai, “Lo Zecchino d’Oro“. Alle prime due edizioni di Milano collabora come direttore, arrangiatore e fisarmonicista, nonché autore della sigla-marcetta su testo di M. Panzieri. A Pavia nel 1961 riceve l’ “Oscar Mondiale della Fisarmonica”, massimo riconoscimento internazionale. Nel 1964, a Milano, riceve per mano del presentatore Tony Martucci, l’ambitissimo premio “Ambrogino d’Oro“. Sempre nello stesso anno è al “Teatro Ariston” di Sanremo, come direttore e fisarmonicista con Mike Bongiorno e Domenico Modugno, vincitore con “Dio come ti amo”. Nell 1972 è protagonista, prima alla radio e poi alla televisione, degli spettacoli musicali “La Fisarmonica”, diretti da Gorni Kramer. Il mondo lo conosce anche come autore di musiche originali per fisarmonica: famose sono “El Bandito“, “Concerto n° 1 in La“, le trascrizioni del “Carnevale di Venezia“, il “Volo del Calabrone” ed altri brani con i quali ha venduto circa 40 milioni di dischi in tutto il mondo. Con la sua fisarmonica “Excelsior” si esibisce nei più grandi teatri del mondo: Conservatorio di Mosca, “Carnegie Hall” di New York, “Festival Hall” di Londra, “Sala Lisinsky” di Zagabria, “Gass Hall” di Tokio, “Colon” di Buenos Aires, “Teatro dell’Opera” del Cairo, “Sala Playe” di Parigi, nonché nei più importanti teatri italiani, tra cui il “Teatro alla Scala” di Milano.
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"Tahar Ben Jelloun" al Teatro di Fiesole
Nel bellissimo e piacevolissimo Teatro di Fiesole sabato 2 novembre 2024 un interessante incontro con lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun, momento che ha preceduto la proiezione del film di Jacques Feray “La piscine”, l’omaggio ad Alen Delon che ha concluso la 16a edizione del Festival del Cinema Francesca France Odeon.Tahar Ben Jelloun è il noto scrittore marocchino di fama internazionale,…
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Suzi Quatro
Suzi Quatro, cantautrice, polistrumentista e attrice, è stata la prima bassista a diventare una rockstar.
Regina incontestata del pop britannico, nonostante sia nata negli Stati Uniti, ha venduto oltre 50 milioni di dischi in tutto il mondo e, ancora oggi, continua a esibirsi dal vivo.
Negli anni Settanta, esile e minuta, cantando e suonando il basso, completamente vestita in pelle e carica di adrenalina, capitanando una band tutta maschile, ha prodotto una serie di singoli che hanno scalato le classifiche in Europa e Australia.
È nata col nome di Susanna Kay Quattrocchi a Detroit il 3 giugno 1950 da Helén Sanislay, di origine ungherese e Arturo Quattrocchi, di origini italiane. Il cognome, difficile da pronunciare, quando il nonno italiano era arrivato negli Stati Uniti, era stato registrato come Quatro.
In una casa piena di strumenti, ha iniziato suonando pianoforte e percussioni. Aveva cinque anni quando ha visto Elvis Presley in tv e ne è rimasta folgorata, decidendo che voleva diventare come lui. A otto suonava i bonghi nella jazz band di suo padre, l’Art Quatro Trio e a quattordici ha iniziato a suonare il basso e si è unita alla band delle sorelle Pleasure Seekers che si esibivano nei locali indossando minigonne e parrucche. Il gruppo, nel 1969, ha cambiato il nome in Cradle.
Si esibivano in un locale quando è stata notata dal produttore inglese Mickie Most che, nel 1971 ha deciso di lanciarla nel Regno Unito, dove è andata a vivere e ha fatto la sua fortuna.
Con la band che portava il suo nome, ha aperto i tour di importanti gruppi fino a quando, nel 1973 è arrivato il successo internazionale con Can the Can, che ha raggiunto la prima posizione in tutte le classifiche europee e australiane. A ruota sono seguiti 48 Crash, Daytona Demon e Devil Gate Drive.
Decisa a sfondare nel suo paese d’origine, nel 1974 è tornata in America con i suoi successi ma, nonostante suonasse con Alice Cooper, la fama negli Stati Uniti è arrivata solo quando è entrata nel cast della fortunata serie tv Happy Days con il ruolo di Leather Tuscadero. Tutto il resto della sua carriera si è svolto all’estero, soprattutto in Inghilterra.
Nel 1978 If You Can’t Give Me Love ha raggiunto i primi posti nelle classifiche britanniche e australiane e Stumblin’ In, un duetto registrato nello stesso anno con Chris Norman, è arrivato al quarto posto negli Stati Uniti. Entrambe le canzoni appaiono nell’album If You Knew Suzi.
Nel 1985 ha collaborato con Bronski Beat, The Kinks, Eddie & the Hot Rods e Dr. Feelgood per una versione di Heroes di David Bowie realizzata nel per il documentario Children in Need della BBC..
Oltre a suonare in giro per il mondo, ha condotto programmi radiofonici sul rock, recitato a teatro e in diversi film e serie televisive.
Nel 2007, ha pubblicato la sua autobiografia Unzipped. Due anni più tardi, è stata nominata dalla BBC tra le dodici regine del pop britannico
Nel 2010, è stata la protagonista del ‘Girls Night Out‘ al Festival dell’Isola di Wight ed è stata inserita nella Michigan Rock and Roll Legends Hall of Fame, in seguito a una votazione online.
Nell’aprile 2013 si è esibita in America per la prima volta dopo trent’anni, ai Detroit Music Awards, e ha ricevuto il Distinguished Lifetime Achievement Award dalle mani della sorella Patti.
Nel 2016 è stata insignita con un dottorato ad honorem dall’Anglia Ruskin University di Cambridge e nel 2020 ha ricevuto l’Icon Award dalla Women’s International Music Network.
Il documentario sulla sua vita dal titolo Suzi Q è del 2019.
L’ultimo disco pubblicato, nel 2023, è Face to Face con KT Tunstall.
La grintosa ragazza in pelle, dopo quasi sessant’anni di carriera, non ha alcuna intenzione di lasciare i palchi e abbandonare gli strumenti.
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Sassari. Energie artistiche e antiche tradizioni che si intrecciano, musica e parole che si fondono per trasmettere un messaggio di pace e fratellanza. Sul palco del teatro dell’Exma.Ter di Sassari, domenica 27 ottobre, la musica tradizionale del Mali e il Griot blues di Baba Sissoko, ospite d’eccezione dell’ultimo appuntamento del festival internazionale poetico della Sardegna, Ottobre in…
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