#FORNO DI CASA
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onedigital · 1 month ago
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Forno Di Casa presenta su menú para las fiestas decembrinas
Este año, Forno Di Casa invita a sus comensales a disfrutar de la temporada decembrina con  especialidades italianas para compartir en familia o entre amigos durante todo el mes. El restaurante ofrecerá un menú Natale e Capodanno con el maridaje propuesto por Giovanni Orlotti, Director de Orfe, principal importador de vinos italianos en México. Continue reading Forno Di Casa presenta su menú…
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qu4lc0s41ncu1cr3d3r3 · 2 months ago
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Quando la noia ti prende e diventi fornaio 🧑‍🍳 😂
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rivoluzionaria · 5 months ago
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“Dove vai quando vuoi disperatamente tornare a casa ma ti rendi conto di non averne più una? Dove vai quando niente e nessuno somigliano a quella sensazione di pace nel sentirsi al sicuro in un posto sicuro, di dormire nel proprio letto, di fare la doccia nel proprio bagno, di svegliarsi la mattina di Natale per aprire i regali, di un piatto tenuto in caldo nel forno, di un messaggio nel cuore della notte per sapere se va tutto bene? Dimmi, dove vai?”
— manuela g.
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lumioluna · 2 months ago
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io comunque non vedo l'ora di avere una casa tutta mia da poter vivere proprio a modo mio, con le piantine al posto giusto e i vinili finalmente in soggiorno e librerie ovunque e la cucina sistemata e sempre qualcosa di buono in forno
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ilsalvagocce · 2 months ago
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Ho la tosse di un cane che abbaia nella notte. Ieri pomeriggio, di ritorno dal dottore sito nel mio paesin d'origine, son passata da mio padre, a distanza, ma da mio padre comunque. L'ho trovato in cucina ad armeggiare, pacifico, armi con mio padre son lettere vane, con un'otre grande come il mio torace, mai vista, metà laccata nera metà nuda terracotta, enigmatica e paradigmatica.
– Babbo, è il vaso di Pandora?
– No, è per le olive in salamoia! Me l'ha prestato Raffaele!
dice tutto fiero di amicizia, di sapori in fieri e di quell'essere padroni di nutrimento, come imparare a far l'uovo in tegamino a nove anni.
Sul pavimento qualche rametto duro di finocchietto selvatico tagliato via, saltato via, profumo di arance nell'aria. Guardo dentro l'otre buia: tripudio di aromi tra le olive nere lucide come gli occhi suoi col guizzo, ebbri di mescolìo, di tempo da attendere, di raccolta di finocchio nei fossi, quelli nella strada per Arcevia, prima che cali la notte.
– Prendi questi rimasti!, metto bastoncini in tasca
– Prendi le nocciole, le ho tostate!, manciata di gusci nell'altra.
Io nella sciarpa tutt'avvolta son uscita con le tasche di nocciole e finocchietto che sballonzolavano sui fianchi, rataclat ratatlac come i giochi scambiati da piccoli. Nel vaso di Pandora di mio padre mi sa che è proprio la speranza che si aggira, e pure a otre aperta. Mica la speranza che deve vincere la paura, più quella che da bambino non sai nominare, eppure la sai più di tutti, e infinita.
Fossimo stati piccoli assieme, saremmo stati ottimi amici, penso tutta sicura e salda come la terra cotta, come i greppi prima che faccia buio, mentre a casa tiro fuori dalle tasche i miei preziosi, stecchetti verdi e sassetti al forno.
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quandolarte · 3 months ago
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Il primo scopo del grembiule della nonna era proteggere i vestiti che indossava sotto, ma serviva anche a molto altro. Era perfetto per togliere le padelle calde dal forno, come un guanto. Asciugava le lacrime dei bambini e, a volte, puliva i loro visi sporchi. Nel pollaio, il grembiule trasportava le uova, e a volte persino i pulcini. Quando arrivavano i visitatori, diventava uno scudo per i bambini più timidi.
Questo vecchio grembiule era come un soffietto, agitato sul fuoco di legna. Portava le patate e la legna asciutta in cucina. Dal giardino, fungeva da cesto per raccogliere le verdure: prima i piselli, poi i cavoli. E, alla fine della stagione, veniva usato per raccogliere le mele cadute. Quando i visitatori arrivavano all'improvviso, era incredibile vedere con quanta rapidità il grembiule spolverava la casa.
Quando era il momento di servire i pasti, la nonna usciva sulla soglia di casa e scuoteva il grembiule, segnalando agli uomini nei campi che era ora di andare a tavola. Lo usava anche per mettere a raffreddare la torta di mele appena sfornata sul davanzale della finestra. Ci vorrà molto tempo prima che qualche invenzione moderna possa sostituire questo vecchio e fedele grembiule.
In memoria delle nostre nonne.
Autore: Ángeles Fuentes
La nonna del murale si chiama Rosa Moneo Vargas, conosciuta come "la Jerezana del Grembiule".
Muralista: Juan Carlos Toro.
Fonte: “Empatia”
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sciatu · 5 months ago
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Aveva fame. Non una fame banale, quel languore che prende chi non fa niente e che si risolve in un antipastino o un aperitivo. Lui aveva molta fame, di quella che per soddisfarla bisognava cuocere almeno un “quaddaruni” di pasta, equivalente a circa duecento, duecentocinquanta grammi di pasta, magari con il sugo di maiale o una marea di cozze, di quelle grandi e carnose. Ma in quel momento avrebbe mangiato la qualsiasi: gnocchi, tortellini al burro o con il ragù bolognese, la pasta “cuccuruzzu” con il bollito di castrato, i maccheroni fatti in casa con il sugo di coniglio, i maltagliati con le “poverelle”, le pappardelle con il ragù di cinghiale, una bella carbonara, un cacio e pepe o le lasagne con i funghi porcini appena colti. Apri la dispensa: vuota. Guardò in frigo: vuoto.  Neanche un uovo , una crosta di formaggio, il barattolo semivuoto di pesto alla Genovese o alla Trapanese. La fame aumentò. Cercò delle patate ma nel cesto dove le conservava c’erano solo dell’aglio e due peperoncini rossi, raggrinziti e tristi. “Ci siamo – si disse – una bella : aglio, olio e peperoncino”. Mise su l’acqua e quando bolli verso dentro duecento grammi di pasta perché si disse che aveva fame. In una padella mise un dito d’olio e tutto l’aglio che aveva. (Cosa lo lasciava a fare?). Tagliuzzo il peperoncino e lo versò nell’olio caldo. Per la cucina si propagò un odore intenso, forte, che già da solo avrebbe fatto sturare il naso a chi aveva il raffreddore. Quando la pasta fu pronta la versò direttamente nella padella aggiungendo quella che rimaneva di una vaschetta di pecorino pepato che emanava un odore di ovino intenso e stordente. Mischiò il tutto e versò nel piatto la montagna di spaghetti e lo osservò con devozione e amore. Era consapevole che il pecorino era un di più, ma voleva sapori forti e poi, aveva fame. La prima forchettata sparì come se non vi fosse mai stata. La seconda gli regolò il gusto del pecorino, alla terza si accorse che stava sudando. Forse il peperoncino era troppo, perché la pasta pizzicava, la fronte si era imperlata di gocce di sudore ed il naso si era sturato ed ora respirava come un bambino. Continuò imperterrito, come che più che un nutrirsi, la sua era una prova di virilità, una ordalia in onore della buona tavola.  Continuò forchettata dopo forchettata, mentre sentiva il calore dentro di se aumentava tanto che si sentiva quasi un forno che emanava calore su calore come quando si doveva mettere la carne di castrato e bisognava fare andare il fuoco nel forno un ora per ogni capra stivata li dentro. Apri una bottiglia di birra e la bevve di un fiato, complimentandosi con se stesso con un enorme rutto. Attaccò di nuovo il piatto, che ormai era quasi mezzo vuoto. Continuò forchettata dopo forchetta, ma visto che il calore era insopportabile, ogni due forchettate si scolava una bottiglia di birra e si incoraggiava con un altro rutto che faceva tintinnare la raccolta di bomboniere posta nella credenza della cucina. Quando fini, con la pancia che fuoriusciva abbondantemente dal pantalone dove la cintura era già stata slacciata verso la quinta o sesta forchettata. Prese una crosta di pane semidura e la fece girare nel piatto per ammorbidirla e raccogliere con l’olio i pezzi di peperoncino rimasti. Si congratulò con se stesso e finì l’ultima bottiglia di birra, ormai rosso come un pomodoro per il calore del peperoncino e con alito all’aglio che faceva appassire anche le tende della camera. Tra una russata e l’altra sgassava la pancia emettendo terrificanti scoregge. Quando sua moglie entro nella camera da letto sentì un odore così terribile che svenne. Ma lui continuò a dormire felice della mangiata..
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monologhidiunamarea · 11 days ago
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Oggi essendo di riposo , mi dò all'arte culinaria. Per stasera polpette al sugo e purè fatto in casa. A pranzo pasta al forno . Oggi pomeriggio cinema con la cucciola . Cercando di tenere lontani i pensieri, che in questi giorni mi hanno buttato a terra ,più volte .
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nusta · 1 year ago
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In questi giorni sto cucinando un sacco. Cioè, cucino abbastanza spesso anche di solito, ma sto provando delle cose nuove o dei nuovi modi di fare la stessa cosa.
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Un po' è la voglia di sperimentare delle ricette, anche perché per Natale e compleanno mi hanno regalato dei bellisimi ricettari illustrati dopo avermi chiesto "cosa vuoi?" e quindi c'è l'euforia mista al senso del dovere di giustificare gli acquisti (altrui, ok, ma sempre spese sono u_u).
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Un po' sicuramente è anche l'intenzione di procrastinare altre cose da fare, che stanno lì nell'angolino della mia mente da diverso tempo e con diversa urgenza. Vabbè dai, prima o poi ci arriviamo, abbiate pazienza, mi dico. Dirlo con la pancia piena di cose fatte da me è più convincente, ecco. E tra una teglia di verdure al forno e l'altra, fare delle cose più strane o nuove mi fa sentire meno in colpa.
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Il problema più grosso è che quando comincio o ricomincio una cosa che mi piace, mi viene voglia di comprare l'impossibile e passo ore a pensare a quello che potrebbe servirmi. Eppure ormai dovrei sapere che è una trappola micidiale e che non devo cedere, perché rischio di riempire casa di roba che userei una volta all'anno (tipo la macchina per stendere la pasta ce l'ho da 10 anni, inaugurata l'altra sera >_<).
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Ora sto cercando di capire quali siano le misure massime che i miei mobili consentono per un tagliere di legno più grande per stendere meglio la pasta col mattarello, perché comunque è più pratico per certe cose, e stasera sono stata molto brava a fare solo giri esplorativi senza comprare nulla (complice il fatto che uscita dall'ufficio i negozi mi stavano chiudendo in faccia - anzi in uno una commessa mi ha proprio bloccato l'ingresso XD). Devo però stare molto attenta agli acquisti online u_u
Tra i miei buoni propositi classici ci sono sempre "cucinare di più" e "comprare meno roba inutile", e sono classici proprio perché per come sono fatta ogni anno vale il proposito per il successivo XD
La verità è che ho già un sacco di roba da usare e da provare. E sempre mi ritrovo comunque impreparata. E allora bisognerà improvvisare e trovare soddisfazione nell'imperfezione, giusto?
Stasera ho sperimentato dei muffin alla banana con gli stampini di ceramica, però solo mezza dose perché avevo un uovo solo.
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Dal profumo sembrano buoni, vedremo dopo cena ^_^
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benzedrina · 4 months ago
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Il treno delle 20:10 è veramente lento. Tornerò a casa e non ci sarà nulla in frigo, né per oggi, né per domani. Aprirò justeat e ordinerò dalla solita pizzeria, una pizza per stasera, una puccia per domani a pranzo. Arriverà la notifica della conferma e in 13 minuti massimo il fattorino suonerà il clacson, ché ormai mi conosce e non serve che citofona. Per curiosità, per ricerca scientifica, per dubbi amletici, ho provato a ordinare al locale. 2 minuti per impastare e condire, 2 minuti a bocca di forno a legna rigorosamente a fiamma viva. Alta idratazione, buona fermentazione, farina di qualità, ma la Margherita la paghi 4 euro e la patate e Norcia 6.50.
M mi dice che quando racconto delle cose, descrivo una quantità abnorme di dettagli, non lo vede come un problema o un difetto, a lei piace questa cosa, ma è anche la stessa persona che oggi mi ha detto "Gi sei la cosa che più desidero come amico per mille motivi, ma se una mia amica dovesse provare qualcosa per te, farei di tutto per farla fuggire, non per gelosia, più che altro perché sei veramente pessimo in tutto". Ho ringraziato, ho bevuto un sorso di birra e le ho dato un colpetto in testa. Meritato. A fine aperitivo, durante un abbraccio di saluto, il discorso era finito sul come viviamo a marce. "ma non ti metti mai a folle in discesa?" "no, mai" "quindi sempre con la marcia inserita e con il freno motore" "si, ecco il concetto, il freno motore".
Oggi sono tornati tutti in laboratorio. Forse un'altra settimana da solo era ideale. Ho comprato un cubo di rubik 4x4 da Tiger ma è stato progettato dal demonio perché non ha i colori canonici, ma delle sfumature tipiche dei grafici di microbiomica.
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canesenzafissadimora · 8 months ago
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Mi piaceva la scuola. Il maestro parlava ai bambini. Venivo dallo stanzino dove nessuno parlava a me, e lì c’era uno da stare a sentire. Imparavo tutto quello che diceva. Era una cosa bellissima un uomo che spiegava ai bambini i numeri, gli anni della storia, i posti della geografia. C’era una carta colorata del mondo, uno che non era mai uscito dalla città poteva conoscere l’Africa che era verde, il Polo Sud bianco, l’Australia gialla e gli oceani azzurri. I continenti e le isole erano di genere femminile, i mari e i monti maschili. A scuola c’erano i poveri e gli altri. Quelli della povertà come me ricevevano alle undici un pane con una marmellata di cotogne, portato dal bidello. Con lui entrava un profumo di forno che squagliava la bocca. Agli altri niente, loro avevano una merenda portata da casa. Un’altra differenza era che quelli della povertà in primavera avevano la testa rasata per i pidocchi, gli altri conservavano i capelli. Si scriveva con il pennino e con l’inchiostro che stava in ogni banco dentro un buco. Scrivere era una pittura, si intingeva il pennino, si facevano cadere gocciole finchè ne restava una e con quella si riusciva a scrivere una mezza parola. Poi si intingeva di nuovo. Noi della povertà asciugavamo il foglio con il fiato caldo. Sotto il soffio, il blu dell’inchiostro tremava cambiando colore. Gli altri asciugavano con la carta assorbente. Era più bella la nostra mossa che faceva vento sopra il foglio stesso. Invece gli altri schiacciavano le parole sotto il cartoncino bianco. A scuola ascoltai a fondo le lezioni. Mi accorsi di com’erano importanti le cose che imparavo. Era bello che un uomo le metteva davanti a un’assemblea di giovani seduti, che avevano uno slancio nell’ascolto, nell’afferrare al volo. Bella un’aula in cui stare per conoscere. Bello l’ossigeno che si legava al sangue e che portava in fondo al corpo il sangue e le parole. Belli i nomi delle lune intorno a Giove, bello il grido di ”Mare, mare” dei greci alla fine della ritirata, bello il gesto di Senofonte di scriverlo per non farlo smettere. Bello pure il racconto di Plinio sul Vesuvio esploso. Le loro scritture assorbivano le tragedie, le trasformavano in materia narrativa per trasmetterle e così superarle. Entrava luce in testa come ne entrava in aula. Fuori era un giorno lucente, uno di maggio finito nel mazzo di dicembre. Tornai verso casa continuando a pensare alle lezioni. C’era una generosità civile nella scuola pubblica, gratuita che permetteva a uno come me di imparare. Ci ero cresciuto dentro e non mi accorgevo dello sforzo di una società per mettere in pratica il compito. L’istruzione dava importanza a noi poveri. I ricchi si sarebbero istruiti comunque. La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però fra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.
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stranomavero-o · 8 months ago
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Ciao amici, oggi vi lascio la ricetta della pokè fatta in casa con salmone cotto nella friggitrice ad aria.
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Prima di tutto questo è il risultato finale e la salsa segreta che vi consiglio di aggiungere.
Cominciamo:
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Prendete i filettini di salmone della findus (costano di più ma sono più buoni, sorry). Ancora congelato lo fate a tocchetti e lo mettete a marinare con salsina di soia+miele. Non serve lasciarlo 3 ore anche solo 20 minuti va benissimo.
Poi prendete la friggitrice, mettete un po’ di carta alluminio nel cestello e ci mettete il salmone, lo cospargete di salsina e fate andare circa 15 minuti a 180 gradi. “Gne gne ma la friggitrice ad aria è solo un forno in miniatura” sì Giancazzo grazie del tuo contributo, è un forno ad aria che si scalda in fretta e consuma poco e quindi posso cucinare 6 pezzi di salmone senza spendere un gazzilione di elettricità.
Torniamo a noi, mentre il salmone cuoce fate cucinare anche il riso basmati (cercate le istruzioni su Internet per la cottura ottimale), tagliate l’avocado, e poi preparate questi:
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Li mettete in una ciotola coperti d’acqua e li cacciate in microonde 3 minuti, oppure ci versate sopra acqua bollente e li lasciate 3 minuti a mollo. Scolateli e poi aggiungete alla vostra pokè.
La salsina della marinatura potete versarla un po’ su riso ed edamame per insaporire il tutto. Se li avete anche qualche semino di sesamo ci sta benissimo.
Buon appetito!
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ross-nekochan · 1 year ago
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L'unica consolazione di questo Natale è stato ieri sera, perché grazie a Dio era Domenica e abbiamo potuto organizzare qualcosa tra noi stranieri (mentre i giapponesi se ne stavano per i fatti loro ad un altro tavolo, come al solito...).
Ho preparato giusto una pasta al forno con la zucca inventata da me (perché non sapevo che altro poter fare), mentre una ragazza cinese ci ha preparato una sorta di ravioli grossi e un'australiana dei raviolini che dice essere una ricetta polacca.
Poi è arrivato un amico di uno dei 2 ragazzi italiani (l'altro è giustamente tornato a casa) e grazie a lui abbiamo potuto mangiare anche un po' di pandoro e panettone.
Anche se è stata una bella serata, è comunque triste perché già so come funziona in questo paese: incontri un sacco di gente con cui condividi momenti felici adesso, ma tra 1 mese o 1 anno le strade si divideranno e addio.
Alla fine probabilmente nemmeno a casa sarei stata in pace... quindi forse alla fine piuttosto che lamentarmi che mi sento sola e abbandonata in questo mondo, dovrei dirmi che mi è andata di culo.
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turuin · 5 months ago
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Day 17
Giorno 17 - ieri.
Totale caffè bevuti, 2. Mi auto-applaudo: con il livello dei pasti di ieri e con la macchinetta sempre a disposizione, questo è un risultato nel risultato.
Trattandosi di un pranzo di compleanno per mia figlia, eviterò di fare il solito resoconto (a ciò basti una delle frasi più belle della lingua italiana tutta, e cioè: pasta al forno). A cena, in ogni caso, abbiamo finito quello che era rimasto dal pranzo.
Ho pregato mia madre di reintegrare qualsiasi genere di verdura da oggi in poi, di già perlomeno si è messa a preparare delle zucchine per la pasta.
La torta SG era molto buona e merita un piccolo aneddoto.
Avevo ordinato questa torta già durante il viaggio di arrivo, ed il forno che l'ha preparata mi aveva dato appuntamento ieri, a mezzogiorno, per ritirarla. Naturalmente mezzogiorno era più da vedersi come una indicazione di massima, un suggerimento, che non un vero e proprio appuntamento; e per fortuna sono andato a ritirarla da solo, senza la milanese che altrimenti avrebbe iniziato a sbuffare e piantare casini. Io invece ho detto al personale che non c'era problema: hanno chiamato il pasticcere che ha dato un tempo d'attesa di mezz'ora, per cui ho deciso di andarmene a fare un giro. Ne ho approfittato per andare a visitare la tomba di mio padre e metterci qualche fiore fresco, scambiarci due parole in silenzio, immerso nella pace unica che solo un cimitero d'estate può trasmettere. Torno al forno alle 12:35 abbondanti, ancora nessuna consegna: le ragazze, molto imbarazzate, chiamano il titolare, che sta arrivando. Si scusano profusamente. Mi offrono un succo di frutta, nonostante le mie rassicurazioni (sarebbe stato un caffè ma, visto? Non ho trasgredito alla regola) e quando, infine, il titolare arriva, mi offre uno sconto sul prezzo vista l'attesa - ancora una volta, nonostante io gli avessi detto (e sinceramente) che non era necessario. E lo credo tuttora: era 14 di agosto per tutti, specialmente per loro che dovevano fare fronte a un numero eccezionale di consegne. Però ho apprezzato molto il gesto, e la cordialità dei titolari, e ho pensato che forse preferisco un mondo che arriva un pelo in ritardo sulle consegne ma che non risparmia qualche sorriso e del calore umano. Ovviamente la mia coniuge mi aveva già mandato dei messaggi nei quali esprimeva il proprio lombardo disappunto per questa gente che non rispetta gli appuntamenti dati, ma che ci volete fa'... è calabrese anche lei, sotto sotto, e sono sicuro che prima o poi abbraccerà il suo retaggio. Pranzo con i fratelli, le nipoti etc. Riflessione: la mia famiglia è perennemente settata sul livello 11 in una scala da uno a dieci, su qualunque interazione. Ormai riesco a prenderli solo a piccole dosi, estraniandomi dagli infiniti duelli in punta di spada e di fioretto che si scatenano ogni cinque minuti e per - letteralmente - qualsiasi motivo. Mi porto dietro anche questa eredità genetica che cerco di combattere giorno per giorno, conscio però che venga fuori tutta, e bella prepotente, ogni volta che decido di duellare anche io. Per fortuna, non succede troppo spesso: ho sempre l'idea del buon Miyamoto Musashi che cercava di combattere solo battaglie nelle quali fosse possibile avere un vantaggio sull'avversario (e se pensate che sia disonorevole, dovreste investigare un po' della storia della sua vita: è illuminante).
Oggi niente mare per evitare calca e caldo, forse pomeriggio al cinema, per far vedere Inside Out 2 ai nanetti.
Mi godo la brezza incessante della città del vento che passa, come ha sempre fatto, dal salotto alla cucina di casa mia.
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francesca-fra-70 · 1 year ago
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Il riso è quell'idea che nasce light e finisce come la somma di tutto quello che c'è in casa: Sugo con polpette, mozzarella, prosciutto, uovo sodo e diventa riso al forno non più ligth ma chiattone. 🙄
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undiariocheparladime · 11 months ago
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Quando avrò una casa mia, mi piacerebbe un sacco prendere l'abitudine di comprare il pane fresco al forno e passare dal fioraio per dei fiori da mettere al centro del tavolo
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