#Disegno creativo
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Corsi di disegno disponibili a Roma e Milano
Corsi di disegno disponibili a Roma e Milano. Siamo entusiasti di annunciare che il nostro amato corso di disegno è ora disponibile non solo a Roma, ma anche a Milano. Questo significa che più persone avranno l’opportunità di sviluppare le proprie abilità artistiche e scoprire il piacere della creazione artistica. Presso le nostre aule di Roma e Milano, offriamo corsi che ti aiuteranno a…
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#24h drawing lab#24hdrawinglab#corso di disegno a milano#corso di disegno metodo edwards#corso di disegno vicino a te#Disegno creativo#Il mondo del disegno#lezioni di disegno#workshop intensivo disegno
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Immagini nascoste, visione creativa
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#fotografia#foto#scatto fotografico#disegno#disegnare su foto#disegnini#dama#ombra#macchia#immaginazione#creatività#sguardo creativo
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LINUS - FESTIVAL DEL FUMETTO
a cura della redazione DAL 27 AL 29 SETTEMBRE AD ASCOLI PICENO LA 3ᵃ EDIZIONE DI LINUS - FESTIVAL DEL FUMETTO. Ideato e diretto da ELISABETTA SGARBI. Tre giorni in cui il fumetto è il comune denominatore che unisce ospiti provenienti da diverse discipline Da venerdì 27 a domenica 29 settembre si terrà ad Ascoli Piceno la terza edizione di LINUS – FESTIVAL DEL FUMETTO, ideato e diretto da…
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IL PADRE FONDATORE DEI MANGA: oSAMU tEZUKA
In questo articolo parleremo di Osamu Tezuka: maestro della tradizione manga giapponese, a breve scopriremo la sua vita durante la seconda guerra mondiale e ci inoltreremo negli incredibili mondi nati dalla sua matita. La Trasformazione di un Medico in Artista: Il Percorso di Osamu Tezuka nel Mondo del Manga Nato a Toyonaka nel 1928 e cresciuto a Takarazuka, fu un rivoluzionario artista del…
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#amore per l&039;arte#avventure epiche#cultura pop giapponese#disegno distintivo#dramma medico#eredità artistica#esperienza postebellica#espressione creativa#fantascienza manga#fede buddista#genio creativo#icone del fumetto#iconografia manga#impatto culturale#influente mangaka#innovazione narrativa#kenjuu tenshi#la nuova isola del tesoro#legacy di tezuka#leggende del fumetto#Ma-Chan no Nikkicho#maestri mangaka#manga#manga giapponese#narrativa visiva#narrazione rivoluzionaria#opere intramontabili#Osamu Tezuka#padre dei manga#personaggi memorabili
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Oggi é il giorno dello sviluppo umano e creativo...
Sviluppatevi😄
(mio disegno)
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Storia Di Musica #339 - Gentle Giant, Octopus, 1973
Lo spunto per le storie di Settembre me lo ha dato la notizia più sorprendente in ambito musicale di questi giorni: la riappacificazione dei fratelli Gallagher che ha portato ad una reunion dopo 15 anni degli Oasis (con inevitabili polemiche, cascate di meme, vero indicatore dell'interesse sociale delle questioni, e biglietti per concerti venduti a migliaia di euro). Lo spunto però l'ho voluto ampliare, raccontando storie di gruppi musicali che non hanno due, ma almeno tre fratelli in formazione.
Sono un po' sorpreso che solo oggi questo gruppo, tra i miei preferiti di sempre, appaia in Rubrica. Tutto inizia quando, ad inizio degli anni '60, i tre fratelli Shulman, Derek, Phil e Roy mettono su una band: sono scozzesi di Glasgow, ma il padre, che suonava la tromba in un gruppo amatoriale dopo lavoro, si trasferì con loro neonati a Portsmouth, nel 1948. I tre fratelli Shulman formano uno dei primi gruppi inglesi di rock\ r'n'b, Simon Duprèe & The Big Sound (Simon Duprèe è lo psudonimo di Derek). La band riuscì ad andare in tour e a evolvere il proprio sound, fino a raggiungere un discreto successo, entrando nella classifica inglese con il brano musicale Kites, da un album bellissimo, Without Reservation, e per un certo periodo suonò con loro un giovanissimo pianista, Reginald Dwight, che qualche anno dopo cambiò nome d'arte in Elton John e sappiamo come andò a finire. Nel 1969 sciolgono il gruppo e si organizzano, sull'eco della nascente musica progressive, a fondere le loro idee con il jazz, la musica classica, il folk in un modo del tutto unico e caratteristico, anche sfruttando il fatto che i tre Shulman sono degli eccellenti polistrumentisti. Arruolano Gary Green alla chitarra e Kenny Minnear alle tastiere. Prendono spunto dai racconti di François Rabelais, che sarà spesso fonte di ispirazione, il nome per la nuova band: Gentle Giant. Nel 1970, George Underwood disegna il meraviglioso Gigante Gentile, che tiene tra le mani la band, nella copertina del primo, omonimo disco: album fondamentale della scena progressive è il primo disco di una tetralogia eccezionale e meravigliosa. Acquiring The Taste (1971, dalla copertina dissacrante e dalla musica sperimentale e creativa al massimo livello) e il loro concept, Three Friends (1972) svelano una band che ha delle caratteristiche peculiari. Brani che non superano quasi mai i 5 minuti, rispetto alle lunghe suite degli altri gruppi prog, un intreccio spettacolari di contrappunti, melodie, strumenti e stili che fa ridere a 36 denti gli amanti del genere, testi che hanno ispirazioni spesso letterarie, piuttosto sofisticate.
La massima espressione di tutto questo si ha nel disco di oggi, uno dei capolavori del rock progressive. Octopus esce nel 1973, con in copertina uno spettacolare disegno del leggendario artista Roger Dean (creatore di alcune delle copertine più belle di sempre, ricordo la sua collaborazione con gli Yes) di una piovra dallo sguardo intenso. in verità, c'è un gioco di parole dietro: Octo Opus è infatti un riferimento agli 8 brani, da considerarsi 8 prove musicali, brevi (quasi tutti di circa 4 minuti e mezzo, tranne l'ultimo che di poco supera i 5 e mezzo, niente in confronto agli oltre 20 di molti brani cult del prog) ma dalla quantità e qualità musicale da pelle d'oca. È anche il primo disco con il nuovo, tecnicamente abilissimo, batterista John Pugwash Weathers, già con Joe Cocker e decine di altre band. Si parte con The Advent of Panurge, che è la continuazione di Pantagruel's Nativity da Acquiring The Taste (Pantagruel e Panurge sono tra i personaggi principali di Gargantua E Pantagruel, una serie di cinque romanzi di François Rabelais): inizia con melodie vocali che poi mutano in un rock funk di altissimo livello. Raconteur Troubadour è una bellissima ballata medievale, altro motore di ispirazione creativo, suonata con assoli di violini e violoncelli. A Cry For Everyone, la canzone più hard rock anche con assoli di Minimoog, ha un testo ispirato ai lavori di Albert Camus (Run, why should I run away\When at the end the only truth certain\One day everyone dies\If only to justify life). Arriva poi la pelra tra le perle: Knots è una sorta di madrigale folk prog, con cimbali, xilofoni, intrecci vocali spettacolari ed un finale drammatico ispirato al lavori di uno psichiatra scozzese, Ronald Laing, che fu autore di tesi piuttosto eterodosse sulle malattie psichiatriche e sul ruolo dell'emozionalità dei pazienti (tra l'altro, c'è una storia sostenuta da David Gilmour, che Laing visitò Syd Barrett, lasciando zero speranze che si potesse riprendere). Il lato B è lo stesso meraviglioso: The Boys In The Band intreccia riff di organo e sax creando un capolavoro di jazz-rock pazzesco, inizia con una risata ed una moneta che rotola fino a fermarsi. Dog's Life è uno dei pochi strumentali della band, Think Of Me With Kindness è il loro tentativo di scrivere una ballata romantica, River chiude l’album con il brano più "prettamente" progressive di un disco che esprime al massimo le capacità strumentali e creative di un gruppo che nelle note di Acquiring the Taste scriveva: "Il nostro obiettivo è quello di espandere le frontiere della musica popolare contemporanea, a rischio di essere molto impopolari. Abbiamo registrato ogni composizione con un solo pensiero: che dovesse essere unica, avventurosa e affascinante."
Ci riuscirono in pieno: amati tantissimo da colleghi e dai fan più integerrimi del prog, ebbero successo relativo, nonostante una sfavillante attività live, che li portò a suonare nei più importanti Festival del periodo. Ebbero come tutti i gruppi prog successo in Italia, dove esiste ancora oggi uno zoccolo duro di appassionati. Furono attivi dieci anni, dal 1970 al 1980, attraversando la nascita, il picco e il declino della musica prog, dimostrando come si può ottenere un capolavoro condensando le idee in meno di 5 minuti.
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti
IL DISEGNO DELL’ANIMA
Marie Therèse Walter è la giovane donna che Picasso conobbe ormai maturo quarantenne. Fu una relazione intensa, fondata su un’asimmetria feconda per il pittore andaluso: trovò la musa ispiratrice di una visione estetica ed erotica nella quale il concetto di trasfigurazione diventava esperienza di trasformazione dell’artista. Picasso si lasciava attrarre dalla forza della rappresentazione, un segno che sorge nella coscienza come riflesso indipendente dell’atto creativo, successivo a questo, sconosciuto allo stesso artista. Il fenomeno si compie in modo analogo per la figura di donna che specchiandosi mette alla prova se stessa, ricostruendo un rapporto sempre nuovo tra l’immagine mentale del proprio corpo e l’impressione che questo suscita nel processo della visione. È il lavacro della coscienza nella quale ragione ed emozione convivono, finalmente, a viso aperto, come la luce inesorabile che traccia una presenza. Osservando Marie Therèse allo specchio, il pittore coglie lo spirito che trascende la figura e lascia emergere la verità interiore: la scomposizione dell’immagine è strumento d’espressione, diventa simbolo, si trasforma in icona di un significato. Questo è il tratto che accomuna tutta l’opera di Picasso nel corso della sua lunga carriera.
- Pablo Picasso (1881-1973): "La ragazza allo specchio", 1932, MOMA, New York
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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Com’è andata la serata in teatro? 😊. Non so se scrivere ti aiuti o meno, spesso è un processo catartico, di rinascita, si da forma ai turbamenti interiori, ce ne si libera. Si da una forma a questo magma di emozioni, le espelli. Non so se vale per tutti, se è sempre così. Di solito le forme espressive liberano. La scrittura, il disegno, la pittura, …il ballo, dissipano energia, positiva o negativa che sia e ti liberano, hanno un potere catartico, di purificazione, di pacificazione. Forse la croce dorata resta lì, forse la celebriamo, ma credo che l’energia interiore che crea, e che ad un tratto inesorabilmente ribolle, viene neutralizzata ed espulsa. Diviene qualcosa di creativo, le dai forma e la comprendi probabilmente momentaneamente la neutralizzi.
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Da sempre uso l'arte per questo scopo
Dipingo, disegno e scrivo racconti dalle scuole medie, sempre legati alla sfera privata e credo che una parte di me lo abbia sempre fatto come buon auspicio
Cioè ho sempre scritto di quello che desideravo, che avrei voluto accadesse e lo faccio ancora
Poi, con l'arrivo di Oreste, ho iniziato a scrivere pensando ai suoi di desideri e si è intrecciato tutto, per poi scoprire che sono i desideri di tanti 😅
Ps
Serata piacevole, sempre bello vivere la città e San Salvario è un bel quartiere... Ho fatto apertivo indiano al Beena
Consiglio 😉
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"Io credevo di essere forte sulla comprensione del testo. Invece evidentemente no. Perché, per quanto mi sforzi, io non riesco a capire come accidenti lo vogliono questo colloquio di maturità. Ministro, Valdi-Valdi, dammi retta un attimo, fammi capire, tu che siedi sullo scranno del potere.
E' "un colloquio multi e interdisciplinare".
Multi.
E inter.
Mi dici come si fa? Il sito del Ministero della Magia dice che la commissione "valuta sia la capacità del candidato di cogliere i collegamenti tra le conoscenze acquisite sia il profilo educativo, culturale e professionale dello studente". Aspetta aspetta. La commissione valuta le conoscenze. Io questa cosa qui vorrei che la tenessimo a mente un secondo, lì come il riporto delle moltiplicazioni lunghe. Come fa la commissione a valutare le conoscenze? A partire da un documento, un breve testo, un video, un disegno, un impianto, Loreto impagliato, il busto d'Alfieri, i fiori in cornice. Insomma, come quando chiedi una nota. Un accordo. Dammi un re maggiore. E il candidato va. Va da solo. Vola. Tipo quando prendi tra le mani la colomba ferita a cui hai tolto la fasciatura all'ala e le dici "va', sei libera!".
Splat.
Il candidato sulla base di questa sublime ispirazione inizia a ricamare e, lascia che te lo dica, Vald-emort, inizia una arrampicata libera con le unghie rotte sul vetro unto. Se poi arrivi tu, dall'alto soglio, a dichiarare "La prova orale sarà solo un colloquio, niente verifiche disciplinari. State sereni” io sto anche serena, eh, solo che non capisco. Cioè, al mio candidato, (che io sto al Professionale, ciao, cucù, ci siamo anche noi), fanno vedere uno spinterogeno. O un'occlusione dentale. Un pannello solare. Una roba così. Io, che insegno italiano, mentre sto serena e mentre lo faccio stare serena, senza verificarlo disciplinarmente per carità, che il Dio della Scuola mi strafulmini, cosa gli faccio? Lo guardo bovina? Mi faccio aria con una circolare piegata a soffietto con cui ho ottenuto un ventaglio artigianale? Oso domandare qualcosa? "Come ritieni che D'Annunzio avrebbe definito questa occlusione dentale?". Aspetto ch'egli (il candidato, non D'Annunzio) manifesti apertamente le sue competenze trasversali di equilibrismo creativo? Lo salvo, lo instrado, lo porto giù dove non si tocca dove la vida è loca? Perché facendo parte della commissione dovrei valutare le conoscenze, ce l'eravamo segnata questa cosa, no?
Epperò poi tu vai in televisione a dire "l’orale non consisterà in una serie di interrogazioni sulle singole discipline, ma sarà centrato, come prevede l’ordinanza firmata a marzo, su un colloquio fra lo studente e la commissione". Valdi, io a questo punto, nonostante l'esperienza maturata e l'attenta lettura della normativa ministeriale unita a una particolare cura nei confronti dell'interdisciplinarietà, il percorso formativo e di crescita e le competenze trasversali, volevo solo sapere...ma noi e lo studente che se dovemo di'?"
Non so chi sia l'autrice
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Grazie @mafaldinablabla per il tag! Era tipo dal 2016 che non scrivevo così tanto in italiano su tumblr, è stata una piacevole novità :P
1. Are you named after anyone?
Come mai solo questa domanda è in inglese? Comunque "Greta" è solo Greta, mentre "Stella" era anche il nome della mia bisnonnna materna.
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
A mia discolpa- sono pesci. Quindi probabilmente 24 ore fa ma me lo sono già dimenticato. I veri piantoni catartici sono molto più rari però.
3. Hai figli?
No, non sono interessata.
4. Fai largo uso del sarcasmo?
Dipende dal contesto - se è appropriato anche sì, ma se una persona sta confidando qualcosa di personale non mi pare il caso ecco lol.
5. Quali sport pratichi o hai praticato?
7 anni di danza jazz-contemporanea in maniera discontinua. Un paio di anni di tennis a scrocco perchè mio papà era socio grazie al lavoro in cantiere. Qualche workshop di tiro con l'arco + atletica leggera con la scuola, nonchè l'unica ragazza nella squadra di calcio delle medie. Dovevo capirlo prima che sono lesbica, tsk.
6. Qual è la prima cosa che noti in una persona?
Viso, mani, occhi, capelli e "vibe" in generale.
7. Qual è il colore dei tuoi occhi?
Grigio-verde? Alas, il piercing non c'è più. E non ho più 16/17 anni, ma quello non è sicuramente un 'alas'.
8. Scary movies o happy endings?
Una cosa non esclude l'altra, ma in genere happy endings, grazie!
(uno dei miei film preferiti ha un finale bittersweet ma ehyyy, dettagli)
9. Qualche talento particolare?
Sono discretamente flessibile, galleggio sempre, le persone in genere si sentono a proprio agio con me (riporto il feedback), sono brava a trovare i collegamenti (più o meno astrusi) tra le cose, ho un'ottima memoria ed adoro fare regali.
10. Dove sei nat*?
11. Quali sono i tuoi hobby?
In ordine sparso: nuotare o comunque stare in prossimità dell'acqua, camminate/passeggiate tranquille, leggere, disegnare/dipingere, musei e gallerie d'arte varie, yoga e danza. Special mention al prendere cibo da asporto + guardare film con gli amici e commentare. Direi anche scrivere, ma implica troppa vulnerabilità quindi NOPE malgrado mi piaccia.
12. Hai animali domestici?
Nope! Un mix di "sono in affitto e non credo che la padrona di casa apprezzerebbe se arrivassi con un gatto" e "non escludo di spostarmi per lavoro e/o motivi sentimentali e mi dispiacerebbe sballottare il gatto da una parte all'altra".
13. Quanto sei alta?
1.68cm - 1.70cm; le impiegate del comune che mi hanno fatto la carta di identità hanno opinioni discordanti in merito.
14. Materia preferita a scuola?
Storia, storia dell'arte, filosofia (che in realtà era storia della filosofia ma ok facciamo finta), biologia, disegno dal vero. Non mi dispiaceva ginnastica quando si faceva atletica, calcio o sport sperimentali (flag football), ma odiavo con tutto il cuore giocare a pallavolo.
15. Dream job(s)?
Operatrice museale e/o bibliotecaria, occuparmi di didattica e divulgazione oppure di digitalizzazione di materali storici ed artistici (che btw serve alla divulgazione ed anche ai musei, quindi è tutto un fil rouge collegato), insegnare, qualcosa di artistico/creativo che però non mi succhi l'anima. Things like that. In generale sono una persona che tiene molto alla propria realizzazione attraverso il lavoro, il che in Italia è un affarone con l'ambito umanistico - infatti attualmente mi occupo di controllo progetti in contabilità analitica, btw.
Non taggo nessuno perchè 1. stanchezza 2. taggo sempre le solite persone ed in italiano è più difficile e sono abbastanza sicura che romperei le balle. MA se il lettore/la lettrice random vuole fare il test (?) lo rubi pure :*
#comunque tutte le risposte suonano fredde/sarcastiche ed un po' scazzate ma NOOO#semplicemente dal portatile non ho le 238472 emoticon carine che aiutano ad esprimere le emozioni#resting bitch face emotiva?#:((#things i've been tagged on
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Cecità nell'arte: possibilità creative
In un precedente articolo abbiamo accennato la storia di un paziente di Oliver Sacks, un artista affetto da Acromatopsia, ossia l’impossibilità di vedere i colori. In questo articolo analizziamo le diverse possibilità che possono aprirsi quando non abbiamo la possibilità di osservare. La cecità nell’arte può certamente aprire un nucleo di possibilità creative: un non vedente, infatti, può…
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#arte e cecità#autoritratto tattile#cecità e disegno#Disegno creativo#Il mondo del disegno#possibilità creative per artisti non vedenti
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Orso vi spiegherà come "inventare" il vostro lettering, sabato 19 novembre presso @ehichecorsi create caratteri originali, fantasiosi ed originali! Un corso in cui chiunque si scoprirà creativo. #lettering #tattoo #calligraphy #art #letteringtattoo #ink #letters #disegno #typography #original #script #handlettering #tattoos #design #inked #letter #graphicdesign #type #tattooart #goodtype #tattooartist #graffiti #tattooed #tattoolife #artist #instagood #handwriting #brushlettering #picoftheday #tatuaggio (presso EHI che corsi) https://www.instagram.com/p/ClCOxEsM5S8/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Aspettando Pk
Post in italiano, mi spiace per i lettori internazionali, ma mi trovo più comodo a parlare nel mio idioma natio per questa piccola digressione.
Davide Cesarello
Ho ordinato su Panini.it il nuovo volume di Pk, assieme ad altre cose, perciò avrò modo di leggerlo dopo la data di uscita. Intanto, mi fa piacere che per le matite sia stato scelto stavolta Davide Cesarello.
Potrà apparire forse strano, ma faccio moderatamente il tifo per Cesarello da tempi non sospetti. Allievo della defunta Accademia Disney, ha collaborato con Disney Italia dalla seconda metà degli anni 90, fino agli anni 00. In quegli anni disegnò un pugno di storie, in due delle quali si cimentò anche da autore completo. Ben presto, però la sua carriera prese una strada che definirei più corporate, ovvero da copertinista per varie serie, come Minni & co., Mega 2000, X-Mickey (di cui si occupò anche di parte del processo creativo alle spalle), i Gialli di Topolino e iniziative editoriali come i Classici della Letteratura (la serie edita in collaborazione col Corriere della Sera ebbe in Italia come copertinista principalmente Fabio Pochet, ma in altri Paesi continuò con copertine di Cesarello).
In pratica si potrebbe dire che sviluppò una carriera simile a Marco Ghiglione, ma, parlando da lettore, nelle poche cose disegnate da lui, vedevo una maggiore capacità narrativa e recitativa, che superava la capacità di mettere in posa dei personaggi per un'illustrazione statica.
Una storia in particolare, mi permise di mettere a fuoco il suo talento: Topolino e il diamante rosa, che ritrovai su un Topolino di quelli venduti nelle buste delle edicole.
La cosa che mi colpì maggiormente, fu, nello stile, la volontà di eludere dal manierismo un po' provinciale che spesso insidia varie storie italiane, per mettere in scena un Topolino molto reale e allo stesso tempo fedele alla lezione d'oltreoceano. Questa commistione fra look corporate e taglio rampante dei personaggi, più che a Ghiglione, finiva per farmelo accostare a Sciarrone o Barbucci. Insomma, mi sembrava arrivare da quella scuola (o meglio, come avrei scoperto dopo, da quell'Accademia).
Guizzi così me li potevo immaginare animati dagli studi di Burbank. Non era un qualcosa che sembrava troppo alieno da un Runaway Brain. Tutto questo portava a crederci un po' di più in quello che si leggeva. E la trama, poi, non era neanche banale, ma aveva delle sequenze, inquadrature, tagli, che la facevano risaltare. Anche la scelta di alcune vignette monocromatiche dava un appeal moderno, simile a quello che Monteduro aveva inaugurato su Pk (sui colori, però, suppongo indicazioni dell'autore, data la valenza narrativa degli stessi, ma non ho elementi per identificare autori).
Se ciò sembra poco, questa storia segna anche il suo esordio sul settimanale, come rivela lo stesso autore nella sua scheda su Topolino.it:
Di saper disegnare lo dimostrai molto presto, all’asilo delle suore di Sesto S. Giovanni, dove i classici omini stilizzati prendevano forme e dinamismi unici per un bimbo di quell’età. L’asilo fu in effetti una buona palestra, si passava molto tempo a fare “scarabocchi�� che tra l’altro conservo ancora gelosamente (oltre che a giocare a Zorro e D'Artagnan, gli eroi dell’epoca). Ad ogni modo, fu subito chiaro che il disegno sarebbe stato una componente molto importante nella mia vita e irrinunciabile. Seguirono poi gli anni delle elementari, tra cartoni animati giapponesi, che copiavo senza fermo immagine (ahimè all’epoca non ce l'avevamo) e caricature di compagni e maestre, naturalmente a loro insaputa, con una vena sempre umoristica. Crescendo diventai un divoratore di fumetti e col tempo mi appassionai soprattutto allo stile umoristico, imparando a riconoscere gli autori e l loro segno grafico. Da adolescente non ebbi troppi problemi a scegliere la mia strada. Passai diversi anni a studiare grafica e illustrazione, finendo poi all’Accademia di Belle Arti di Brera dove mi diplomai in scenografia. Fu proprio a Brera che venni a sapere della scuola Disney e così convinto da una amica, mi presentai con un book di disegnetti molto naif alla selezione per entrare ai corsi tenuti dal grande Giovan Battista Carpi. Passò un lungo periodo di prove infinite ma alla fine riuscii ad entrare all’Accademia Disney, un luogo di incontro e scambio culturale che mi rimarrà sempre nel cuore. La prima storia uscii nell’ottobre 98: "Topolino e il diamante rosa”, scritta e disegnata da me e in seguito ne uscirono altre, mentre collaboravo saltuariamente anche con il dipartimento Licensing della Disney per la creazione di prodotti per il consumer product. Dopo qualche anno da freelance mi venne offerto di entrare alla Walt Disney Company come senior artist, dove ebbi modo di conoscere tantissimi artisti provenienti da tutto il mondo e crescere artisticamente, ispirato dal loro talento e i loro insegnamenti. Nonostante fossi ormai lontano dalla testata di Topolino ebbi modo comunque di ispirare la redazione con alcune serie di grande successo: X-Mickey e le Storie della Baia. Il fumetto come mezzo per raccontare storie continuava ad avere un certo fascino su di me. Nel 2018 tornai a fare il freelance, riallacciando i rapporti con la rivista di Topolino.
Nonostante il Diamante Rosa fu a lungo l'unico ricordo connesso a Cesarello, il suo nome mi rimase impresso, tanto da essere stupito, nel tempo, di non trovare più un così fulgido talento speso fra le pagine del topo. Fui perciò molto felice di rivederlo, prima di nuovo sulle cover e dopo sulle storie, a collaborare col settimanale, dopo una decennale assenza (ultradecennale, se poniamo l'attenzione sulle storie lunghe più di una tavola).
Menzione obbligatoria di congratulazioni con la direzione Bertani per il fiuto nel recuperare autori.
Il nuovo Cesarello appare certamente più maturo di come fosse negli anni 90. Mantiene una regia interessante e una buona capacità di far recitare i personaggi. Con le nuove storie di Top de Tops riesce egregiamente a sostituire Massimo De Vita, riuscendo a porsi in continuità con lui, pur avendo infuso una riconoscibilità ai personaggi mutuato, evidentemente, dagli anni nel licensing.
Se in passato sembrava pendere verso l'animazione in determinate scelte e lo stile corporate, qui pare tornare ad adattarsi al mezzo fumetto, pur mantenendo quella particolare affinità per il dinamismo. Insomma, appare in evoluzione, capace di rinnovarsi e di applicarsi a studiare per adattarsi a ciò che gli viene chiesto, dandone un'interpretazione comunque personale.
Ora ha ricevuto il pesante incarico di occuparsi di Pk, in un periodo in cui alla serie vengono affidate matite inedite. Sono molto curioso della prova che potrà dare in questo contesto.
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Mi chiamo Letizia, ho 22 e sono nata a Trento. Ho sempre amato disegnare da quando ricordo, da bambina, ma anche adesso, mi perdevo a osservare le nuvole, i paesaggi, o gli oggetti. Mi incanto per parecchio tempo, perché penso a come disegnarli, e cerco di ricordare che dettagli voglio tenere, in che modo rendere certe ombre o certi effetti. Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione? A metà del primo anno di università (Accademia di Belle Arti) ho capito di dover disegnare per forza, avevo sempre in mente i disegni iniziati o i disegni che volevo fare. Per poter dedicare abbastanza tempo a questo ho pensato di provare a farlo come lavoro. Ho iniziato a impegnarmi di più, lavorare di più e con più metodo, e indirizzare i miei studi in Accademia su corsi come illustrazione, fumetto, disegno digitale, disegno creativo ecc. Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni? Disegno a mano, per lo più a matita, perché è più efficace e immediato, per rendere subito concreta un idea, poi la smusso, ridisegno e tolgo parti, ne aggiungo altre, finché mi avvicino a ciò che avevo in mente, e poi coloro (solitamente in digitale perché mi da la possibilità di cambiare idea più volte, e di modificare e elaborare i colori con più precisione.) Cosa pensi del tuo futuro da illustratrice? Spero che sarà il mio lavoro a tempo pieno, un giorno. Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri? Io amo Sergio Toppi è sempre stato il mio autore preferito in assoluto, ma il mio stile/genere è lontano dal suo; ultimamente ho guardato molto i disegni di Rebecca Dautremer e Levi Pinfold, perché la composizione dei loro disegni è molto straniante, le forme sono a esagerate e interessanti. Le loro illustrazioni sono cosparse di piccoli dettagli che si notano solo dopo una lunga osservazione, quindi anche guardandoli mille volte c'è ancora qualcosa di nuovo da vedere. Secondo te, in che modo un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia? Innanzi tutto abitua il bambino a consultare e approcciarsi all'oggetto libro, così anche quando sarà più grande gli sarà più naturale, secondo me, ci si abitua a sfogliare, e vedere quante cose possono stare tra delle semplici pagine. Inoltre le immagini sono più facili da ricordare, sono un mezzo educativo più efficace. E vale sia per i bambini che per gli adulti, per esempio un disegno del sistema solare permette di ricordare quasi tutti i pianeti dopo una sola occhiata, se si leggesse in che ordine stanno, che traiettoria percorrono, quanto sono grandi l'uno rispetto all'altro, sarebbe difficile da capire, oltre che da ricordare (e sarebbe pure un testo lungo e noioso). Insomma grazie ad un libro illustrato si può leggere senza essere capaci di leggere. La giusta ricetta per una illustrazione efficace. Bisogna avere chiaro cosa si vuole comunicare, e renderlo comprensibile, al primo corso di illustrazione che ho fatto era stato detto che nell'illustrazione è dovere dell'autore farsi capire, al contrario della pittura dove è il pubblico che deve interpretare e capire. Per quanto riguarda la bellezza di un' immagine, non esiste un gusto estetico universale, certe illustrazioni piacciono a tutti e sono bellissime, ma io non so il perché o in base a cosa sennò sarei già ricca a famosa :) Quello che penso io di una buona illustrazione è che non deve ricopiare la realtà, ma deve renderla nuova, più interessante e arricchendo i soli concetti da comunicare permette di tralasciare ciò che non interessa. In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai? Famiglia, prof. e amici, specialmente quelli dello Studio d'Arte Andromeda, un associazione culturale che si occupa di fumetto, satira e illustrazione e che frequento da tanti anni. Se fossi libera da ogni vincolo... Cosa ti piacerebbe illustr
are? Un libro di Murakami, un racconto di Sherlock Holmes, un libro sul sistema solare fatto con infografiche (l'esempio dei pianeti era un caso :D) Il consiglio più utile che hai ricevuto. Di disegnare tanto, tutto il giorno, finché non riesci a buttare fuori l'idea che avevi. Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest’avventura? Non me la sento di dare consigli, perché neanch'io sto ancora capendo come muovermi, consiglierei solo di finire ogni progetto, senza abbandonarlo a metà perché non ti piace più o perché viene diverso da come lo immaginavi, finire le cose ti permette di imparare dai tuoi errori, e la volta dopo, fare qualcosa di migliore, sapendo già dove non perdere tempo, e come migliorare. Segui Letizia su Facebook e Instagramm.
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Come guadagnare 100 euro al giorno con Creative Fabrica Iniziamo spiegando cos’è Creative Fabrica: si tratta di un marketplace online specializzato nella vendita e nell'acquisto di prodotti digitali. È una piattaforma ideale per grafici, illustratori e creatori di contenuti digitali che vogliono monetizzare le proprie abilità. Come puoi guadagnare con Creative Fabrica: Vendita dei tuoi design: Se sei un grafico o un illustratore, puoi creare e vendere i tuoi prodotti digitali direttamente aprendo il tuo negozio sulla piattaforma. Creazione di prodotti fisici: Puoi acquistare disegni digitali dal marketplace per poi utilizzarli nella produzione di oggettistica, come magliette, tazze o articoli decorativi, da vendere su piattaforme come Etsy, Amazon o tramite Print On Demand. Affiliazione: Se non ti occupi direttamente di design, puoi guadagnare sponsorizzando i prodotti disponibili su Creative Fabrica tramite il programma di affiliazione. Utilizzando il tuo link personalizzato, guadagnerai una commissione ogni volta che qualcuno acquista un prodotto tramite il tuo link. Licenze commerciali: È fondamentale rispettare le licenze commerciali dei prodotti acquistati. Non puoi rivendere un disegno così com’è, ma puoi modificare o combinare i contenuti per creare qualcosa di unico e originale, da proporre poi come tuo. Strumenti AI integrati: Creative Fabrica offre strumenti come "Spark", un servizio di intelligenza artificiale che ti permette di creare design, pattern e persino testi per i tuoi prodotti digitali. È ideale per chi ha bisogno di ispirazione o vuole velocizzare il processo creativo. Puoi cominciare subito iscrivendoti gratuitamente e esplorare le numerose risorse disponibili per iniziare a guadagnare con il tuo talento creativo. 👉🏻 Salvali perché ti torneranno utili • • • • #venderesuisocial #socialmediamarketing #venditasocial #trucchisocial #trucchiinstagram #freelance #clienti #attiraclienti #strategiedivendita #strategiadigitale #strategiadimarketing #marketingsenzavolto #digitalworldplanner #infobusiness
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