#Comuni gentili
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Questa settimana non solo i bambini sono di meno ma ci sono anche i vecchi. Non solo sono relativamente e tendenzialmente quasi tutti vecchi ma sono pure del nord. Ed io ora lo dico con tutta la commozione di questo mondo: quelli del sud se li meritano i luoghi comuni denigratori e offensivi nei loro confronti. Quelli del nord se entrano in camera mentre tu pulisci si scusano cinquanta volte e scappano come dei ladri perché disturbano il tuo lavoro e ti rallentano, alcuni ti danno pure la mancia che "si paghi un caffè"; quelli del sud si lamentano che ci vai a pulire il cesso perché "è tardi". Ti trattano insomma, quelli del nord, come una che sta lavorando e lo sta facendo per loro mentre quelli del sud ti trattano da sguattera, pretendono che tu pulisca e ti lasciano lo schifo in giro perché "è il tuo lavoro, tu sei pagata per farlo". Quelli del nord se il cambio delle asciugamani è 3 volte a settimana la maggior parte si fa cambiare le asciugamani quelle tre volte a settimana lasciandoti tutte le asciugamani a terra in un angolo o dentro il box doccia; quelli del sud pretendono che tu gliele cambi ogni giorno pulite o sporche che siano. Quelli del nord quando non devi cambiare le lenzuola cercano di dare una sistemata al letto, e quando c'è il cambio lenzuola lo lasciano sfatto e se hanno un letto a castello di cui è utilizzato solo un letto ti dicono di cambiare solo le lenzuola di quel letto; quelli del sud non solo usano tutti e due i letti del letto a castello pure se uno dovrebbe restare inutilizzato o se hanno figli fanno i Picasso della situazione scarabocchiando tutte le lenzuola, ma pretendono che tu cambi le lenzuola ogni giorno e se gli dici del supplemento e cioè soldi in più da pagare storcono il naso. Quelli del nord lasciano pulito il bagno, tutto; quelli del sud ti lasciano lo schifo in giro, per non parlare se hanno figli ti lasciano i pannollini pure dentro il posacenere e se sono femmine sporcano di fondotinta tutto.
Sono qui da due settimane: una a prevalenza gente del sud ed una a prevalenza gente del nord. Vincono a mani basse per civiltà, educazione e rispetto quelli del nord.
E comunque è una cazzata questa cosa della calorosità del sud: sono calorosi anche quelli del nord: sempre sorridenti e cordiali dicono grazie e prego e ti salutano con sorrisoni gentili, al sud sanno essere solo molesti.
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IL TG DELLE BUONE NOTIZIE #39 2023
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Il primo telegiornale di sole notizie positive, creato dai ragazzi nelle Redazioni gentili in tutta Italia e diffuso in scuole, ospedali, associazioni, Comuni, aziende e tra la gente.
Un nuovo modo di fare informazione per tornare a credere nel mondo e negli esseri umani.
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La lavanda dei piedi
Per la chiesa cattolica la lavanda dei piedi è simbolo dell'amore di Dio, oggi quel gesto fatto da Gesù, viene celebrato nel periodo pasquale con delle ricorrenze e atti simbolici.
Non per me, non io. Io ieri sera ero chino e in ginocchio a lavare fisicamente dei piedi, quelli di mia madre.
Le accarezzavo i piedi con delicatezza per i dolori che prova, pensavo a quanti anni, quanti giorni quei piedi hanno sorretto una madre e moglie nell'essere sempre prodiga verso la sua famiglia.
Quanti chilometri avranno camminato, m'immagino il giro intero del mondo non so quante volte. Con le buste della spesa in una mano e lo spazzolone per pulire i pavimenti nell'altra.
Mentre lavavo i piedi a mia madre mi sono sentito sollevato, come se stessi lavando dalla mia anima le ferite e le incomprensioni del nostro passato.
Lavare i piedi a una persona anziana, che ha serie difficoltà nel farlo da sola, è un atto di amorevole cura.
Generalmente se qualcuno decide di dedicare del tempo a qualcuno bisognoso lo fa quando ha del tempo perso, inutilizzabile per altre faccende. Sempre che lo faccia.
Credo che si debba donare anche un po' del tempo che noi definiamo "prezioso", quello dove avremmo "cose più importanti da fare". Quel poco di tempo sottratto alle "importanze" di una vita frenetica valga il triplo se dedicato verso chi ha bisogno.
Bisogno di attenzioni, di cure, di ascolto, di una parola o anche generalmente di un semplice gesto.
Se riguardo il mio passato è costellato di gesti amorevoli e gentili che spesso non ho fatto per mancanza di coraggio, di determinazione.
Poi un giorno iniziai, mi ricordo le prime volte la sensazione di felicità che mi si creava dentro. Così ci presi gusto e continuai.
Spesso con le persone più bistrattate, quelle da cui stare alla larga e prestare attenzione perché (e via di luoghi comuni).
Ho fatto favori, piaceri e cortesie anche importanti a gente ricca, gente arrivata, ho avuto in cambio strette di mano e pacche sulla schiena con a volte frasi del tipo "ti devo un favore".
Non me lo hanno mai ritornato quel favore, solo Dio sa quante volte ne avrei avuto bisogno anche di uno solo di quei favori.
Da persone indigenti, disperate e bisognose a cui ho dato una mano nel silenzio e nella riservatezza più totale ho ricevuto tantissimo. Sorrisi, abbracci, lacrime e sguardi che sono valsi più di ogni altra cosa o favore restituito.
Mi hanno fatto dei doni che mi hanno scaldato il cuore. Un miracolo.
Tutto questo l'ho pensato mentre lavavo e asciugavo con amorevole cura i piedi di mia madre. Stanchi. Come lei, che stranamente mi seguiva nei movimenti in religioso silenzio. Lei che parla tanto. Le sue labbra sono di una ventenne tanto hanno energia nel parlare.
Offrite dei gesti d'aiuto e non solo parole. I gesti dimostrano, le parole potrebbero solo illudere senza di essi.
Credetemi, per tantissime persone un gesto d'attenzione o d'aiuto non è per nulla scontato, ma semmai qualcosa di inaspettato e sorprendente.
Ho fatto la lavanda dei piedi nel periodo pasquale per la prima volta nella mia vita, non l'ho fatto come un rituale ma come un concreto aiuto e gesto d'amore.
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Credo in tutto ciò che non vedo, e credo poco in quello che vedo. Per fare un esempio: credo che la terra sia abitata, anche adesso, in modo invisibile. Credo negli spiriti dei boschi, delle montagne, dei deserti, forse in piccoli demoni gentili (tutta la Natura è molto gentile). Credo anche nei morti che non sono più morti (la morte è del giorno solare). Credo nelle apparizioni.
Credo nelle piante che sognano e si raccomandano di conservare loro la pioggia.
Nelle farfalle che ci osservano, improvvisando, quando occorra, magnifici occhi sulle ali.
Credo nel saluto degli uccelli, che sono anime felici, e si sentono all'alba sopra le case...
In tutto credo, come i bambini. In una sola cosa non credo: nell'uomo e nella donna, che esistano ancora. Posso sbagliarmi, ma essi mi sembrano ormai luoghi comuni, simulacri di antichi modelli, canne vuote, dove, nelle notti d'inverno, fischia ancora, piegandole, il vento dell'intelligenza, che li sedusse.
Da ‘Corpo Celeste’, Anna Maria Ortese
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Corto & Fieno 2023 sul Lago d’Orta
La XIV edizione di Corto e Fieno, il festival del cinema rurale, si terrà venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 ottobre nei Comuni di Omegna e Gozzano sul lago d’Orta, oltre ad una serie di eventi speciali previsti per sabato 21 ottobre a Gozzano e domenica 29 ottobre a Miasino. Ancora una volta ci sono film in arrivo da tutto il mondo per l’unico festival cinematografico in Italia interamente dedicato al mondo della ruralità, tra proiezioni, mercati agricoli, incontri dedicati al cinema che guarda alla terra, ai suoi frutti e a chi se ne prende cura. Quest’anno sarà centrale la sezione Mietitura, rassegna dedicata ai lungometraggi, proiettati venerdì e sabato al Cinema Sociale di Omegna. In programma sono previsti Il frutto della tarda estate (Taḥta aš-šajara) di Erige Sehiri che segue per una giornata un gruppo di ragazze e donne che raccoglie fichi in un frutteto tunisino, Innesti di Sandro Bozzolo sui castanicoltori dell’Alta Valle Mongia, Terra e polvere (Yin Ru Chen Yan) diLi Ruijun, su due solitudini che si incontrano nella Cina rurale e Utama - Le terre dimenticate di Alejandro Loayza-Grisi,dove la siccità minaccia la vita sugli aridi altopiani boliviani, tra branchi di lama e condor in volo. Quest’anno la sezione Frutteto ospita una selezione di cortometraggi italiani, mentre Germogli – Disegnare il cinema mantiene la sua attenzione su animazioni e cortometraggi animati internazionali e saranno ospitate domenica nei locali della Somsi Gozzano. Corto e Fieno nasce nel 2010 da un’idea dell’Associazione Asilo Bianco ed è diretto da Paola Fornara e Davide Vanotti dove, nelle atmosfere rurali del lago d’Orta, le proiezioni si alternano agli incontri con piccoli produttori locali e registi dei film in selezione. Saranno due le mostre visitabili a Villa Nigra a Miasino, L’altra pelle, personale di Valerio Tedeschi, e Matrice selvatica de La Tana dei Lupi Gentili – Irene Lupia e Giulia Gentilcore e in contemporanea, sul Sentiero Nigra tra Miasino, Ameno, Orta San Giulio, continuano a essere visibili i lupi di Il richiamo del lupo del collettivo Cracking Art. Corto e Fieno continuerà con approfondimenti e proiezioni a tema, con una tavola rotonda con focus sulla ruralità contemporanea, partecipano con film e progetti Cisv Ets, Festival Mente Locale e Regione Piemonte e a Villa Nigra di Miasino, Attenti al lupo! O forse no con esperti, attori, artisti e registi insieme per parlare di uno dei temi più dibattuti del momento, la figura del lupo tra selvatico e umano. La locandina e la sigla dell’edizione 2023 sono firmate dall’illustratore Paolo Metaldi e tutte le proiezioni di Corto e Fieno, fin dalla sua prima edizione, sono a ingresso gratuito. Read the full article
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Pistoia, al via la IX edizione di “Infanzia e città”: mostre, letture, spettacoli, laboratori e visite guidate.
Pistoia, al via la IX edizione di “Infanzia e città”: mostre, letture, spettacoli, laboratori e visite guidate. Torna da mercoledì 3 maggio l’appuntamento con Infanzia e città, la rassegna che mette al centro l’infanzia portandola nei contesti cittadini attraverso molteplici linguaggi, organizzata dal servizio Educazione e Istruzione del Comune di Pistoia in collaborazione con Teatri di Pistoia. Il tema di questa IX edizione è “Meravigliosi risvegli”, un invito a stupirsi e a lasciarsi sorprendere da ciò che ci circonda. Nasce da qui, un’ampia offerta di spettacoli, letture, mostre e laboratori in programma fino al 31 maggio. «Ritengo che Infanzia e città sia un’iniziativa molto importante – ha sottolineato Benedetta Menichelli, assessore all’educazione e formazione –, che permette ai bambini di conoscere e scoprire Pistoia. Grazia a questo progetto sarà possibile regalare un po’ di meraviglia agli occhi dei più piccoli, facendo conoscere loro luoghi vecchi e nuovi della città. Ringrazio per la collaborazione e il lavoro svolto i nostri servizi educativi e Teatri di Pistoia, la scuola di musica Mabellini e, per la parte commerciale, le associazioni di categoria e tutti coloro che si sono resi disponibili.» LE MOSTRE Dal 3 al 12 maggio, nei nidi d’infanzia e nelle scuole dell’infanzia comunali che hanno seguito la formazione “La Pratica della meraviglia. L'arte di riparare e la stanza” sarà allestito un “Museo diffuso: le stanze del meraviglioso”. Una buona pratica della Meraviglia si fa attraverso l'arte di riparare. Oggetti rotti e mancanti che hanno atteso mani gentili, piene di curiosità, per essere rivisitati. Ma cosa si ripara e quindi cosa si salva? Occorre esercitare lo sguardo, potenziare la visione verso una nuova possibilità, cogliere la necessita della trasformazione e della riparazione. Oggetti rivisitati dai genitori durante il laboratorio "La Pratica della Meraviglia", ovvero l'arte di riparare, con le educatrici e le insegnanti dei Servizi Educativi del Comune di Pistoia e dei Comuni della zona pistoiese. L’inaugurazione è prevista mercoledì 3 maggio, alle 16, al nido d’infanzia “il Grillo”. Le stanze del museo diffuso saranno aperte dalle 16 alle 18.30 al Melograno (in via Cavallerizza 7, 0573/23665) nei giorni 3, 4, 10 maggio; alla Filastrocca (in via Antonelli 305, 0573/451498) il 3, 8, 11 maggio; al Grillo (in via dei Salici, 0573/977303 ) il 3, 8 e 10 maggio, al Faro (in via Santa Maria Maggiore 23, 0573/570744 ) il 3, 9, 11 maggio; al Lagomago (in via del Lago, 6A, 0573/401716) il 3, 9, 11 maggio. La mostra è aperta a tutti, ma è necessaria la prenotazione, chiamando i servizi Educativi ai numeri indicati. C’è, poi, “Sulla punta delle cose. Dieci passi nella scrittura. Una mostra di risvegli poetici” dell'Associazione Librifatti a mano di Silvia Vecchini. Il percorso espositivo si sviluppa attorno a quella che è l’esperienza di poesia dell’artista e dei suoi libri. Si articola, così, in dieci postazioni, più una: queste sono delle soste di fronte a minimi incipit di brevi discorsi attorno alla scrittura in versi. La mostra sarà nelle sale Affrescate del Palazzo Comunale dal 13 maggio, con inaugurazione alle ore 11, al 19 maggio, nella fascia oraria che va dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30. I laboratori nella mostra sono previsti per sabato 13 maggio, dalle 15 alle 16 e dalle 16.30 alle 17.30. Le iscrizioni possono essere presentate dal 20 aprile al 5 maggio scrivendo all’indirizzo: [email protected]. Per informazioni, chiamare il numero 0573 371820 dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12.30, e il martedì e giovedì anche dalle 15 alle 17. La mostra è gratuita e aperta a tutti. LE LETTURE Anche quest’anno torna l’appuntamento con le “Favole a colazione”. Domenica 7 maggio, dalle 10 alle 12, i bambini dai 2 ai 10 anni, accompagnati da un adulto, potranno ascoltare storie e racconti all'interno dei locali del centro storico. L’iniziativa è a cura dei servizi educativi 0/6 del Comune di Pistoia e dei nidi privati, in collaborazione con Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Commercio Pistoia. L’evento è gratuito, ma è necessaria la prenotazione. Le iscrizioni saranno aperte fino al 4 maggio, scrivendo all’indirizzo mail dedicato: [email protected]. Per informazioni telefonare al numero 0573 371820 o dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12.30, e il martedì e giovedì anche dalle 15 alle 17. Da mercoledì 10 maggio si anima anche lo spazio dell’Areabambini Verde con PiantaStorie, un luogo di lettura, di scambio e di relazione, un contesto privilegiato dove libri e natura si intrecciano, dando vita a profumi di carta, di fiori, di piante e di mille emozioni. Il primo appuntamento, il 10 maggio è con "Il giardiniere dei sogni", laboratorio di parole seminate a cura di Alessandra Gonfiantini e Donatella Fanfani; mercoledì 17 maggio tocca a "Cenerina ha una grande stoffa a fiori", laboratorio di storie cucite a cura di Alessandra Gonfiantini e Donatella Fanfani; mercoledì 24 maggio, "Spunta -Storia", racconto a cura di Alessia Innocenti. Ingresso su prenotazione, fino ad esaurimento posti. Eventi per bambini dai 5 ai 8 anni al seguente numero 0573 452341, Areabambini Verde, via di Paterno 2/a Ponte Nuovo. GLI SPETTACOLI Martedì 16 e mercoledì 17 maggio andrà in scena al Teatro Manzoni, alle 21, il musical “Billy Elliot”, con musiche di Elton John, testi e libretti di Lee Hall, dal film di Stephen Daldry, con Giulio Scarpati nel ruolo del padre di Billy e Rossella Brescia nel ruolo della maestra di danza. Regia e adattamento Massimo Romeo Piparo, produzione PeepArrow Entertainment. Lo spettacolo, un’esclusiva regionale toscana, è rivolto a tutti (dai 7 anni). Biglietti a partire da 20 fino a 40 euro. Sabato 20 maggio, al Funaro, alle 16, sarà la volta di “Ossicini - Storia delle cose perdute e ritrovate”. Si tratta di un progetto della Compagnia Rodisio, di Manuela Capece e Davide Doro con Francesca Tisano, una produzione del Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti. Lo spettacolo è per per la fascia d’età 3 - 7 anni. Biglietti: 5 euro per gli under 14, 7 euro per gli adulti. Mercoledì 31 maggio, alle 19, al Funaro è in programma “Il gioco del teatro”, una dimostrazione del lavoro di circo ed equilibrismo a cura di Andrea Vanni e Stefano Bertelli, con i bambini del laboratorio annuale di teatro 22/23. Biglietti: 5 euro. Per informazioni e prevendite, rivolgersi al Teatro Manzoni in corso Gramsci 127, telefono 0573 991609 – 27112, www.teatridipiostoia.it; il Funaro, via del Funaro 16, telefono 0573 977225, bigliettoveloce Al Funaro sarà aperto anche il Cinetandem, il cinema più piccolo del mondo, edizione speciale per l’infanzia, con proiezione gratuita a sorpresa su prenotazione. Per informazioni: 0573 977225, [email protected]. INCONTRI e LABORATORI Sabato 13 maggio, al Funaro, dalle 10.30 alle 12, l’incontro per bambini dai 6 ai 10 anni “Come diventare un leone: lo zoo dello yoga” con Silvia Todesca. Costo di partecipazione, 10 euro. Sempre il Funaro, sabato 20 maggio, dalle 10.30 alle 12, ospiterà “Movimento creativo” a cura di Sara Balducci, per bambini dai 2 ai 5 anni (insieme ai genitori). Si tratta di uno spazio dove i bambini si esprimono e raccontano attraverso la comunicazione non verbale e con il gioco. Costo di partecipazione, 20 euro a coppia. Dal 15 maggio al 15 giugno, “Open 30” alla scuola di musica Mabellini. Trenta giorni con eventi musicali aperti a chiunque voglia ascoltare la musica della Mabellini, con possibilità di assistere alle lezioni e alle esercitazioni di classe degli allievi. Previste lezioni di prova gratuite. LE VISITE GUIDATE Nella settimana dall’8 al 13 maggio, visite guidate a Villa di Scornio, “I suoni e i colori della Mabellini - edizione speciale”. Per informazioni e prenotazioni: 0573 371477, [email protected]. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Per Natale il caro Enzo Papa usa regalare agli amici un libricino letterario. Quest'anno è la volta del racconto, scritto dallo stesso Enzo Papa, intitolato "O Gigi traversa il Canale". Un racconto delizioso ambientato nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, quando Ben Gurion fonda lo Stato di Israele (con tutte le conseguenze che ne discendono).
È il racconto di una traversata, di una rischiosa missione mascherata da viaggio mercantile finalizzato all'acquisto di pesce. L'obiettivo è riportare in Italia e gli italiani ebrei che vivono in Libia (per evitare che possano subire ripercussioni dagli arabi ostili a Gurion).
"Avevo un'altra idea degli Ebrei", rivela la voce narrante del racconto "l'idea che ci aveva fornito il Fascismo, di una razza umana inferiore, di scarsa intelligenza, di pelle scura, col naso adunco, come c'era stata descritta nella rivista "La difesa della razza". E invece quei giovani, che parlavano italiano, erano veramente belli, maschi e femmine, di carnagione bianca e alcuni anche con gli occhi azzurri e capelli biondi. Non solo, ma nei loro modi gentili, nei loro occhi espressivi, nei loro sorrisi aperti rivelavano una mediterraneità come la nostra. Insomma, erano come noi ed io ne rimasi incantato, come rimasi piacevolmente sorpreso quando tutti insieme intonarono un loro canto, che mi sembrò un canto di ringraziamento".
Un racconto che evidenzia, con tutto il suo carico di attualità, come la salvezza, ieri come oggi, al di là dei luoghi comuni e delle possibili strumentalizzazioni, possa passare da una traversata in mare, da una sponda di terra all'altra.
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Il Prof. Enzo Papa è Presidente dell'Associazione Vittorini-Quasimodo che organizza il nuovo Premio Letterario Vittorini a Siracusa.
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Puoi ancora guardarmi con gli stessi occhi di quella sera?
Io che non volevo perdermi neanche minuto con te, quella sera uscii con te a fumare, pioveva e tu portasti una coperta, appena passata la porta ci hai avvolti e mi hai baciata. E ricordo ancora quanto quel momento così puro e vero mi abbia smosso qualcosa dentro. Ti sei fatto spazio pian piano, con i tuoi modi gentili e premurosi, con le tue mani sempre sulle mie gambe e con i tuoi occhi, marroni comuni a tanti altri ed invece ora li riconoscerei ovunque. Ti sei preso così tante parti di me che quasi non mi riconosco più.
Se mi incontrassi per strada, mi guarderesti ancora così?
#amare#citazione vita#amore non corrisposto#frasi citazioni#distanza#poesie#lacrime#tumblr italia#riflessione#parlare
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- La cacciatrice - cap. 2
"Piano piano si spengono le ansie e le paure. Lentamente il cuore si acquieta e la pace del bianco avvolge ogni cosa. Bianca magia del cielo, sa ridare calore al cuore..."
Erano trascorsi 3 lunghi mesi da quando Helena aveva lasciato per sempre la sua città natale, un'assolata località del sud, dove d'estate il clima si faceva rovente e in inverno pioveva di rado. Giunta nella grande San Myshuno tutto gli era apparso così diverso, quasi terrificante. Gli alti grattacieli che dominavano le strade, i ponti lunghi chilometri che correvano lungo il fiume e il puzzo di fogna che si sprigionava ai bordi dei marciapiedi, in prossimità delle fermate della metropolitana. Si sentiva così piccola in quell'enorme città, sola, senza più nessuno al mondo su cui fare affidamento. Andò ad abitare in un piccolo appartamento in affitto, in un quartiere pittoresco, dove gli odori delle spezie indiane la portavano lontano, verso quelle terre inesplorate che avrebbe tanto voluto vedere, un giorno. Trovare un lavoro non fu per niente facile. Il suo ruolo di cacciatrice la impegnava ogni sera al calar del sole e rientrava a casa alle prime luci dell'alba, stanca e dolorante. "Dovrei farmi pagare per i servigi che offro al mondo" pensava spesso quando al mattino si toglieva i vestiti sporchi di terra e sangue e si infilava frettolosa sotto la doccia, cercando di lavar via anche i lividi della lotta. In quella grande città, completamente da sola, si ritrovava a maledire il destino che le era caduto addosso. Essere la cacciatrice comportava rischi e rinunce. Ogni notte poteva essere l'ultima che avrebbe vissuto e i rapporti umani erano del tutto inesistenti. Nessun familiare, nessun fidanzato, nessun amico. Nessuno che potesse esserle accanto nel momento di sconforto, nessuno a cui rendere la vita un inferno quanto il suo.
Aveva appena 25 anni, ma il peso delle responsabilità la faceva apparire ogni giorno più vecchia, mentre osservava il suo viso segnato nel grande specchio del bagno. Quante notti aveva desiderato di uscire per una serata diversa e non all'insegna della lotta ai vampiri. Una birra con gli amici in un locale affollato, o un appuntamento con un ragazzo, quegli eventi normali nella vita di qualsiasi altro essere umano della sua età. Desiderava ardentemente indossare quell'abito lungo che aveva acquistato anni prima in una boutique del centro, truccarsi di tutto punto ed uscire, consapevole che ad attenderla sotto al palazzo ci sarebbe stato un aitante giovanotto dai modi gentili, con una grossa rosa rossa tra le mani e un sorriso capace di scaldarti anche nelle notti più gelide. Aveva avuto qualche fugace relazione nel corso degli anni. C'era stato un ragazzo del liceo, un certo Aiden che le aveva spezzato il cuore andando a letto con una cheerleader. Poi era venuto Matthew, più grande di lei. Erano stati insieme per 3 anni, finchè una sera Matthew aveva alzato un pò troppo il gomito e aveva tentato di picchiarla. Il risultato fu che si beccò un occhio nero, lui. E così terminò anche quella storia. Dopo di loro fu difficile per Helena fidarsi ancora del sesso maschile, evitando del tutto di avere ulteriori approcci con esso.
La mancanza di amici, famiglia e, perchè no, anche del sesso, erano per lei motivo di forte stress che cercava di sfogare nella dura lotta ai vampiri e praticando sport ogni pomeriggio per tenersi in forma. Ma quando il sole iniziava la sua lenta discesa oltre l'orizzonte, sapeva che i vampiri si stavano ridestando e cominciava un'altra lunga notte di caccia.
Forgotten Hollow era il centro nevralgico del male. La maggior parte dei vampiri si era stabilita in quel piccolo borgo di pini secolari e case fatiscenti. I pochi abitanti umani che ancora abitavano quel luogo, avevano adottato ogni qualsivoglia misura di sicurezza contro i succhiasangue, ma ogni notte qualcuno di loro spariva misteriosamente. Come ogni sera da quando era arrivata in città, Helena faceva il suo giro di ronda notturno spingendosi fino al piccolo borgo. Raramente si era imbattuta nei vampiri in altri luoghi della città, spinti forse dalla voglia irrefrenabile di luoghi affollati. In genere queste creature preferivano luoghi appartati, celati nelle ombre, pronti ad attaccare lo sventurato che si fosse trovato sul loro cammino.
Camminava nel silenzio della notte, stringendo un lungo paletto appuntito tra le mani. L'aria era gelida e il vento soffiava leggero, alzando piccoli mulinelli di neve fresca attecchita al suolo. La concentrazione era al massimo e i suoi sensi sopraffini di cacciatrice erano pronti a carpire il minimo movimento, presagio che qualcuno fosse pronto ad attaccarla. Continuò a camminare piano percependo il battito regolare del suo cuore e il crepitio della neve che schiacciava con le suole di gomma.
Fu allora che udì il grido sommesso di qualcuno che tentava di divincolarsi dalla presa di un secondo interlocutore. Corse nella direzione da cui proveniva il suono, spingendosi al ridosso di un vecchio pub ormai chiuso da anni e il rumore di qualcuno che scalciava la neve si fece più forte. Girò attorno l'edificio e le vide, due figure avvinghiate l'una all'altra.
"Ehi!" disse per attirare l'attenzione su di sè. La vampira indispettita da qualcuno che stava interrompendo il suo pasto lasciò la presa attorno al collo del povero ragazzo tremante. "Vattene via!" gli suggerì Helena con un cenno del capo. Il ragazzo dalla carnagione olivastra non se lo fece ripetere due volte e corse via, tamponandosi il collo ferito con il palmo della mano. "Come osi interrompere la mia cena?!" domandò allora la vampira, lo sguardo truce dietro un paio di occhiali rosa. "Non te l'hanno detto che gli anni settanta sono passati da un bel pezzo?" rispose sarcastica Helena, per niente intimorita. "Si, gli occhiali sono anche carini, ma quei pantaloni a zampa sono passati di moda. Per non parlare di quel giacchino leopardato. Tesoro, è inutile! Non sarà mai di tendenza!" "Mi hai stancato! Preparati a morire, ragazzina!" dichiarò la vampira furibonda. "Mai nessuno con cui fare due chiacchiere! E va bene, facciamo come vuoi tu!" annunciò Helena sbuffando annoiata e, per certi versi, divertita.
La vampira si scagliò contro di lei come un furia tentando di andare a segno con un pugno, ma Helena aveva ottimi riflessi e schivò quel primo affondo. Inviperita dalla destrezza della cacciatrice, la vampira si fece più agguerrita riuscendo a rifilarle un calcio sul fianco sinistro che fece barcollare Helena contro il muro di mattoni. "Bel colpo" annunciò la ragazza appoggiando la mano contro la parete "Ma puoi fare di meglio" asserì in tono di sfida.
Ripresero la lotta. Calci e pugni volavano, spesso andando a segno e spesso a vuoto, finchè la cacciatrice non riuscì ad avere la meglio sulla sua avversaria, atterrandola con un calcio alla caviglia. Schiacciandola sotto il peso del suo corpo, Helena strinse forte il paletto nella mano e lo alzò sopra il petto della vampira.
"Mi sono divertita!" annunciò guardando gli occhi ora spaventati della non-morta dal buffo vestiario. "Chi sei?" domandò con voce tremante. "Ma come? Ancora non sono famosa?" domandò Helena, fingendo di essersi offesa "Io sono la cacciatrice!" e con un gesto rapido conficcò il lungo paletto di legno nel petto della vampira che sbarrò gli occhi in una smorfia di dolore. "Lui ti ucciderà, come ha fatto con le altre prima di te. Sei solo una morta che cammina!" annunciò a fatica mentre il paletto affondava sempre di più nel suo petto. "Io, al contrario di te, ancora cammino" dichiarò e affondò la sua arma fino a polverizzare la vampira. Si alzò dal terreno gelido scrollandosi la polvere dagli abiti. Qualche nuovo livido iniziò a colorarsi sulla sua pelle, lì dove la succhiasangue era andata a segno con i colpi. Il fianco le doleva, ma non sembrava essere troppo grave. Le cacciatrici guarivano in fretta, a differenza degli esseri umani comuni. Si incamminò di nuovo lungo le strade del borgo silenzioso illuminato dai lampioni rossastri e da una pallida luna che regnava sovrana nel cielo notturno.
La notte trascorse lentamente. Dopo l'attacco di quella vampira nessun altro di loro si era imbattuto nella passeggiata serale della cacciatrice. Era alquanto insolito imbattersi in un'unica creatura delle tenebre durante la ronda notturna, segnale che qualcosa stava cambiando. Il cielo iniziava a rischiararsi, l'alba era ormai prossima. Helena si incamminò sulla via del ritorno stanca e dolorante come ogni notte, ma con la consapevolezza di aver eliminato un altro mostro, sebbene ucciderne uno soltanto non facesse poi una grande differenza. Quel borgo pullulava di vampiri ed epurarlo tutto dal male avrebbe richiesto ancora tempo ed energie.
Era ormai quasi fuori da Forgotten Hollow quando percepì una presenza alle sue spalle che la seguiva. Senza voltarsi strinse le dita attorno al paletto di legno, pronta a scagliarsi contro la misteriosa figura alle sue spalle. "Sai, non è carino seguire una ragazza sola nel buio della notte." annunciò sorridendo appena, mentre una ciocca di capelli le cadde davanti agli occhi. "Hai ragione. Non è neanche troppo prudente cogliere la cacciatrice alle spalle" rispose la misteriosa figura. Un tono femminile, per niente minaccioso che la costrinse a voltarsi.
Davanti a lei c'era una donna dai corti capelli e gli occhi profondi, una vistosa cicatrice sotto l'occhio sinistro e un sorriso affabile. Poco più alta di lei, portamento da soldato, ferma nella sua posizione con i muscoli ben visibili sotto gli stretti abiti. "Chi sei?" domandò Helena abbassando la guardia. "Sicuramente non sono una di quegli sporchi assassini." rispose la donna sorridendo ancora "Mi chiamo Cassandra Pentaghast, cacciatrice. Sono qui per conto dell'Organizzazione. Mi manda il comandante Rutherford. E' tutta la notte che ti cerchiamo". Dopo mesi di attesa finalmente qualcuno dell'Organizzazione si era palesato e questo significava soltanto una cosa: non sarebbe più stata sola. "E' un piacere conoscerti Cassandra. Il mio nome è Helena".
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Giornata mondiale dei disturbi alimentari. Soffrire di un disturbo dell’alimentazione sconvolge la vita di una persona e ne limita le sue capacità relazionali, lavorative e sociali. Soffrire di questi disturbi è un tormento, come una voce in testa che comincia ad assillarti per il cibo ed il tuo fisico. Per un istante perdi il controllo e cominci ad ingurgitare tutto quello che ti trovi davanti e poi subito dopo te ne penti. Oppure eviti di mangiare e vomitare per mantenere il controllo del tuo corpo. Ci sono dei fattori comuni in tutti i dca: il controllo sul cibo e la visione distorta di se stessi. Bisogna stare a fianco a queste persone e aiutarle a seguire una vita equilibrata. Vivere questi disturbi ti annulla, non riesci a vivere la tua vita come vorresti, non ti concedi amici, vita sociale o semplicemente vivere nel mondo reale per una costante paura e sensazione di essere inadatto. Vorrei dire solo una cosa: molte volte magro non è sinonimo di sano o grasso di malato. Abbiate rispetto di chi fa un po’ più fatica con il cibo, siate gentili e prendetevi cura del vostro corpo e della vostra mente. A volte ci meritiamo di volerci un po’ più bene. Amati e ritrova l'equilibrio con te stesso per riequilibrarti con il mondo. Vivi. . . . #dca #eatingdisorter #bodypositive #bodypositivity #loveyourself #beyourself #baresoul #beyou #acceptyourself #loveyoursoul #love #bodypositivemoviment #bodypositivityart #pin #BED #anoressiaitalia #anorexia #bulimia https://www.instagram.com/p/CMdYlfhprRI/?igshid=1pbhvlmx89fl8
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Dato che nelle relazioni umane ci stiamo accorgendo di essere sempre più incapaci, rispetto a prima, valutavamo l’idea di ire da qualche pissicologo. Ovviamente valutavamo l’opzione di uno pissicologo maschietto, dato che abbiamo questo problema di non sopportazione della volubilità femminile ed in generale dei modi di fare mammeschi (quando “ti va bene”) delle femmine: noi non cerchiamo una mamma, pure se abbiamo bisogno di atteggiamenti pacati, gentili e di tanto in tanto (ma solo in pochissime occasioni) anche confortevoli/confortanti. Ci hanno chiesto il perché della nostra diffidenza verso le - psicologhe - donne e abbiamo risposto: In questi ultimi anni sono diventata insofferente alle femmine. Difficilmente reggo i loro modi di fare, più di prima. L'uomo sa essere più tranquillo, nel porsi, quasi disinteressato/distaccato mentre una femmina si avvicina con l'ansia di voler essere o la tua mammina o la tua amichetta e a me scoccia. Io voglio dialoghi lucidi e se necessario spietati, non voglio essere consolata se non è necessario, né che mi si dica che sì ho ragione: io voglio soluzioni, indipendentemente dal fatto che possano essere "accettabili" per l'Io o no. Purtroppo parliamo per esperienza, ma a metà: non siamo mai stati da uno pissicologo maschietto e siamo stati in terapia soltanto una volta e solo per qualche mese e non ci siamo trovati con la pissicologa del tempo. L’idea - l’ideale - che ci siamo costruiti, quindi dello pissicologo maschio è che sia più ‘stronzo’ della donna, che non si approcci da mamma e che non sia accondiscendente. Ovviamente già a farci pesare il fatto che non abbiamo l’esperienza per poter parlare della cosa, dicendoci che siamo delle paesane perché con chi abbiamo avuto a che fare? Solo con gente del posto. Allora a noi, oltre a colorite bestemmie, ci stava partendo tutto il pippone in cui spiegavamo che sì, fattualmente non abbiamo esperienza ma questo non significa che comunque non ci si guarda intorno (e con intorno parliamo anche di internet, che comunque è una società pure quella del web nella quale siamo costantemente immersi), che non vuol dire che non si ha una certa sensibilità, che ciò non ci impedisce di farci un’idea e comunque di avere una nostra personale opinione e blablabla; ma poi ci siamo detti che - in riferimento quindi al post precedente - avremmo semplicemente ribadito l’ovvio (anche se in parte ahimè lo abbiamo fatto, specificando che la nostra esperienza con le femmine fino ad ora è stata quella che è stata e che comunque siamo consapevoli che ci possano essere delle eccezioni, del contesto in cui andiamo a cercare sto maledetto pissicologo e che quindi non è che abbiamo pure negli pissicologi maschietti in questione tanta fiducia) e allora vorremmo esplodere con un semplice e sonoro: m’agg cacat ‘o cazz!
Il fatto è che gente del genere, che ‘fa esperienza’ a vuoto senza concludere nulla alla fine, con diecimila questioni che intossicano loro e tutti gli altri intorno, non deve proprio permettersi di dirci che ‘ci dobbiamo adattare’. Se loro, universitarie della facoltà di pissicologia, hanno intenzione di farci una sorta di psicanalisi spicciola fatta di luoghi comuni e passività culturale ed intellettiva hanno proprio sbagliato soggetto: non hanno proprio capito un cazzo, e si può notare dal fatto che tendono a volerci fare la morale ed insegnarci come vivere e come pensare... come pensare... loro... a noi. Ah-Ah! Ci viene quasi da ridere, pure se non c’è da ridere proprio un emerito cazzo.
#laureande all'università della vita#meno male che ci sono loro#quando vogliono farci inalberare#tautologiedialettiche#personale
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CATERINA SPORTELLI
Rete nazionale degli assessori alla gentilezza
Assessore alla Gentilezza del Comune di Conversano (BA)
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Come costruisce la gentilezza nella sua comunità locale?
In qualità di Assessore alle Politiche Culturali costruisco gentilezza cercando di mettere in campo progetti e iniziative che ruotano intorno al concetto stesso di bellezza. Difatti la bellezza è assolutamente legata alla gentilezza. Se ci pensiamo bene, ogni gesto gentile, ogni persona gentile, ci parla di bellezza. Quando visitiamo un museo, osserviamo un quadro, ascoltiamo una poesia, siamo avvolti dalla bellezza e allo stesso tempo percepiamo il nostro cuore, il nostro animo gentile perché è con la gentilezza che ci accostiamo alla bellezza.
Da piccola chi è stato il suo esempio di gentilezza?
Sin da bambina, gli esempi di gentilezza sono stati i miei genitori e i miei nonni. Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia con dei valori solidi, valori che mi hanno accompagnato nella crescita e che mi hanno fatto riflettere su quanto siano importanti gli esempi che ruotano intorno alla nostra vita. Quando qualcuno è scortese penso sempre che probabilmente alle spalle ha una storia diversa dalla mia e allora scelgo di non giudicare ma di comprendere.
Una parola gentile che usa sovente con i suoi concittadini?
Con i miei cittadini e non solo, una parola che uso sovente è grazie. Sembra una parola scontata, ma in realtà non lo è. Quando ringraziamo creiamo un ponte tra noi e l’altro. Fortunatamente i mie concittadini sono persone cortesi, certo, capita qualche volta di imbattersi in qualcuno che lo è meno, ma anche lì, rispondere in modo scortese serve veramente a poco.
Come può la gentilezza rendere più unita la comunità mettendo al centro i bambini?
La comunità può essere resa più unita mettendo al centro i bambini, mettendoli al centro della nostra attenzione. I bambini sono un grande esempio per noi adulti, loro, più di tutti ci insegnano la gentilezza. Basta osservarli mentre giocano, mentre imparano una poesia o accarezzano un cane. Ogni cosa per loro è una novità, ogni cosa per loro vale la pena di essere vissuta perché sono curiosi. È questo che noi adulti dovremmo imparare a fare, osservarli di più per riscoprire la bellezza che è in noi. Guardare il mondo attraverso i loro occhi ci aiuterebbe a costruire giorno per giorno un mondo migliore, un mondo gentile.
Quando un cittadino si comporta con maleducazione verso la comunità, come lo correggerebbe con gentilezza?
È difficile rispondere a questa domanda. Quando un cittadino si comporta con maleducazione verso la comunità, magari non rispettando le regole, danneggiando un bene comune, ecc. resto sempre basita. Correggere un adulto non è come correggere un bambino. L’unico modo che ho e che abbiamo a disposizione è dare l’esempio, essere cittadini esemplari per chi proprio non riesce ad esserlo.
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Leggi le altre testimonianze di Sindaci e Assessori che stanno lavorando per costruire comunità più umane e positive
Guarda il programma della Rete nazionale degli assessori alla gentilezza
Partecipa con il tuo Comune - coinvolgi la tua comunità nella gentilezza
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P A N I C O
La depressione non la scegli, non la programmi, non è una moda da seguire, arriva e basta, senza che nemmeno te ne accorgi. In realtà non fai nemmeno in tempo a capirlo, ormai vive, incombe, già dentro di te: dipendi esclusivamente da quello stato d’animo. Ho capito di essere sopraffatta da quello stato d’animo, grazie alle persone che mi circondano, fosse stato per me, nemmeno me ne sarei accorta.
“Non essere sempre pessimista.” - “Sei una discendente di Leopardi, per caso?” - “Sempre vestita di nero, manco avessi un funerale al giorno!” - “Esci che ti fa bene socializzare.” - “Ma è mai possibile che non vai d’accordo con nessuno?” “Ma come fai a non desiderare un figlio? Sei un mostro!”
Sono anni che mi ripetono le stesse frasi ma una sola mi fece davvero effetto: “Prima o poi esploderà tutta questa rabbia repressa che hai dentro. Tranquilla! È solo questione di tempo, sei come una bomba ad orologeria senza disinnesco.”
Si può associare la depressione ad un singolo evento personale? Non credo. Piuttosto credo sia un mix di eventi subiti. Viviamo in un millennio fatto di paure, ansie, rabbia costante che trasmettiamo, egoisticamente, anche ad altri.
Quando sbagliavo qualcosa mia madre scagliava tutta la sua rabbia contro di me, ignorando l’idea che ero soltanto una bambina. Avrei preferito un abbraccio, ai schiaffi. Avrei preferito un “non si fa così, ora te lo spiego meglio.” magari accompagnato da sorrisi e abbracci. Forse chiedevo troppo.
Circa il 70% della mia generazione ha vissuto la terribile esperienza del divorzio e quasi tutti, in età adulta, scelgono di non avere figli.
Questo significa che, probabilmente, come me, anche loro avrebbero preferito un abbraccio da bambini. Siamo coloro che hanno la certezza automatica di diventare genitori orribili, ed ecco che, senza nemmeno pensarci su, citiamo la seguente frase:” Un figlio? Nemmeno per sogno!”
La verità è che noi, da genitori, ricambieremo tutto l’amore mai ricevuto, al figlio che verrà. Ci distingue soltanto una cosa dai comuni mortali: la consapevolezza del mondo che ci circonda! Ebbene sì, che ci crediate o meno, amiamo nostro figlio ancor prima che nasce. Non vogliamo un figlio perché le nostre preoccupazioni vanno ben oltre: “E se la persona che ci affiancherà, diventerà un mostro? E se io non sarò in grado di essere madre? E se scaricherò tutte le mie rabbie su quel povero bambino? No, non farò mai subire a mio figlio, ciò che ho subito io. Dunque, niente figli!”
“Ama il tuo prossimo come te stesso.” Ecco noi siamo il prossimo, siamo quelli che hanno bisogno di certezze, carezze, abbracci e sorrisi, per riuscire a vedere la vita a colori.
Non siamo mostri. Siamo quelli che girano tra la folla sentendosi estremamente soli.
A tutti coloro che giudicano: A prescindere dalla conoscenza che avete sul vissuto di una persona, abbiate la decenza di tacere! Ognuno di noi è diverso da un altro: emozioni, sentimenti, mancanze, giocano ruoli diversi nella mente e nel cuore delle persone. Volete aiutare il prossimo? Bene: siate gentili, mettete a proprio agio, fate sentire la vostra presenza benevola, ma soprattutto evitate di chiedere del passato! Quelle sono ferite che non si rimarigineranno più. Altrimenti i vostri “consigli” (non richiesti) finti, pieni di odio e cattiveria, che date solo per sentirvi meglio con voi stessi, dato che la vostra vita è ormai stracolma di merda fino al collo, sono utili solo se impacchettati ed usati come lassativo per gabbiani.
- With love; ☮️✌🏼
#depressione#hope#family#sorry#mommy#daddy#pls stop#love#blackhumor#black#humor#panic room#panico#le tue paure#paure
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Cortile di Francesco 2023 ad Assisi
Essere in regola è il tema della nova edizione del Cortile di Francesco, evento culturale promosso dai frati del Sacro Convento di Assisi che si svolgerà nella città umbra dal 14 al 16 settembre, con 30 appuntamenti tra spettacoli, conferenze, tavole rotonde, testimonianze e attività per i più piccoli nel consueto appuntamento del Cortile dei bambini. A chiudere la tre giorni sarà la compagnia delle Donne del Muro con la rappresentazione teatrale di Medea in sartoria nella cornice della Piazza Inferiore di San Francesco alle 21 del 16 settembre. Nato come versione francescana del Cortile dei Gentili, promosso dal Pontificio Consiglio della cultura come dialogo tra credenti e non credenti, il Cortile si è fatto conoscere negli anni come uno spazio di accoglienza reciproca di intellettuali e persone comuni, esperti e artisti, persone di successo e amici ‘sconosciuti’. Attraverso il Cortile di Francesco la comunità francescana desidera entrare, grazie all’apporto di tanti amici di competenza ed esperienza, nel dibattito pubblico in uno stile di fraternità, ciò è possibile grazie a una fiducia di fondo secondo la quale ognuno è un tesoro che fa bene a tutti. Il Cortile di Francesco non è semplicemente un festival, ma un’esperienza di amicizia intellettuale, perché ciò che cambia il mondo non sono le sole idee, ma le persone che, insieme, sognano ed elaborano dei percorsi sapienti di bene sociale. Il titolo, il concept e gli appuntamenti principali del Cortile di Francesco di quest’anno sono stati ideati da fra Giulio Cesareo, OFMConv, direttore dell’Ufficio Comunicazione del Sacro Convento. Sono tanti gli ospiti di questa edizione, tra cui il direttore generale di Comieco, Carlo Montalbetti, l’imprenditore Brunello Cucinelli, il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli e il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Vittorio Di Trapani. La giornata di sabato 16 settembre sarà segnata dall’evento Il Vangelo è la vita: la Regola di Francesco” in programma alle 11.30 alla Sala Cimabue dove i Ministri generali del prim’Ordine francescano, dopo 800 anni dalla conferma della Regola di san Francesco da parte di Onorio III il 29 novembre 1223, si ritrovano ad Assisi, insieme a numerosi confratelli delle varie famiglie religiose, per riflettere insieme sull’attualità e le sfide della vita francescana nel III millennio. Il dialogo sarà arricchito dalla presenza di Maria Pia Alberzoni (storica del francescanesimo), fratel Sabino Chialà (priore della comunità monastica di Bose) e Davide Rondoni (poeta di fama internazionale e Presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni dell’VIII centenario della morte di san Francesco). Tutte le tavole rotonde e le conferenze del Cortile di Francesco 2023 saranno trasmesse in streaming sul canale YouTube Cortile di Francesco. Read the full article
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“All of my friends say I should move on
She's just another girl, don't let her stick it to your heart so hard
And of all my friends say it wasn't meant to be
And it's a great big world, she's just another girl...
Something's got a hold on me, tonight
Well maybe all of my friends should confront
The fact that I don't want another girl”.
Siamo tutti fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i luoghi comuni
Intera giornata fuori. Torno a casa stanca. Un inquietante senso di spaesamento a far da padrone stasera e un dolore sordo, tangibile e presente, complice la canzone dei Coldplay sentita stamattina. Provo a sfogare lo smarrimento, la malinconia e il senso di perdita. È più facile soccombere. Rivedo ancora tutto, ripesco i dettagli, recupero i pensieri, cerco di recuperare quello che continua a galleggiare dopo il maremoto che ti ha portato via. Non lo superi. Non riesco a superarti, per quanto incomprensibile e assurdo possa essere dopo tutto questo tempo. Posso provare a far finta di esserci riuscita con gli altri, accennare finti sorrisi ma non posso ingannare me stessa. Continuo a fare dei pensieri su di te che non riesco minimamente a controllare. Come superi l’assenza di qualcuno che ha significato così tanto per te? Come fai a smettere di amarlo? C’è un modo per imparare a farlo? Dovrei seppellirti e far finta che tu sia morto? Dovrei prendere una pozione magica per dimenticarmi della tua esistenza? Non c’è mai stato un altro come te. Nessuno è neanche lontanamente paragonabile. Eri depositario di una primitiva e sana istintualità vitalistica che non rivedo in un altro. Tu, in particolare, avevi il potere di rapirmi ed è in te che vorrei continuare a perdermi. Le tue braccia erano l’unico posto al mondo in cui mi sentivo al sicuro. I tuoi occhi sfavillanti l’unico abisso in cui vorrei sprofondare ancora una volta. Avevi la profondità e la voglia di comprendere ciò che mi passava per la testa. Non c’è nessuno capace di brillare della tua stessa luce, nessuno che possa emularti e rendersi interessante ai miei occhi così come lo eri tu. Le tue allettanti scie del pensiero, la tua euforia pura, le tue risposte argute e spiazzanti, la tua metodicità eroica, la tua propensione alla comprensione, il tuo cuore delicato, l’estasi sentimentale raggiunta con te. C’è una macroscopica diversità tra te e gli altri. Tu l’unico degno di investitura. Tu una memoria calda e accogliente a cui tornare sempre.
La gente continua a dirmi che ci saranno tanti altri M. nella mia vita. I corteggiatori in questo periodo non mi mancano. Io continuo a rispondere che probabilmente ci saranno bravi ragazzi, gentili, premurosi, divertenti, amorevoli ma nessuno sarà mai te. Altri mi dicono che sarà il tempo a colmare il mio vuoto. Il tempo ci mette in fila e passa, continuano a ripetere. In altre parole, i soliti cliché, i soliti luoghi comuni, le solite traiettorie imposte dal buon senso. A errare è il giudizio degli altri. Si, penso io, facile riprendersi, destrutturare i codici romantici acquisiti, scavare di nuovo nelle pieghe torbide del mio cuore, riorganizzare ancora una volta il mio caos interiore e dar spazio ad un altro che non voglio che occupi il suo spazio. Non si tratta di un terreno ancora in larghissima misura da dissodare, non c’è nessun terreno perché quel vuoto può essere colmato solo dalla tua presenza. Alla standardizzazione dei sentimenti preferisco la mia ribellione personale, il recupero della mia dimensione umana. Preferisco continuare a soffrire per amore fin quando non passerà.
L’unica cosa che so è che non posso dimenticarti. Non voglio farlo, non voglio dimenticare nulla di quello che ho vissuto con te.
Non posso averti come vorrei ma è di te che ho bisogno.
Non di un altro, non di quell'altro.
Di te e nessun altro.
#the killers#just another girl#i should move on#it wasn't mean to be#the fact that i don't want another man#you#the only one#odio i luoghi comuni#so di cosa ho bisogno#so cosa vorrei#so cosa mi manca#come si può confrontare un uomo eccezionale con uno ordinario#continuo a scriverti la notte#anche se non leggerai mai#you are not just another man
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Sci fi
Stavolta mi è stato chiesto di suggerirvi una lista di libri scifi con una storia d’amore all’interno, eroine in disgrazia e relazioni interspecie.....Caspita, penserete, sarà difficile trovare titoli che barrino tutte queste caselle... e invece no, è facilissimo poichè sono le cose che io stessa cerco nei romanzi scifi perciò mi basta farvi una lista dei libri sci fi che preferisco! Sarò fortunata!
Iniziamo con i pochi titoli in italiano che riesco a proporvi:
- La duologia di Lois McMaster Bujold formata da L’onore dei vor, e Barrayar.
Io adoro questi libri, e quando dico adoro, intendo adoro, non super romantici, ma stupendi e pregni di significato. Trattano temi come la guerra, il rapporto uomo-donna, l’aborto, l’anarchia, il totalitarismo in un modo così personale e moralmente alto pur rimanendo a parlare di persone comuni...Il titolo in questo caso spiega bene il libro Cordelia e Aral sono due persone onorevoli, con una forte morale interiore nonostante tutto ed è ciò che li saòva alla fine. Ed è un messaggio per nulla scontato al giorno d’oggi.
Trama: Cordelia Naismith e Lord Aral Vorkosigan sono acerrimi nemici, capitani di due vascelli spaziali provenienti da due pianeti molto diversi, uno pacifico e uno militarista, si incontrano e scontrano su un oianeta appena scoperto. Cordelia considera Vorkosigan alla stregua di un barbaro, mentre Aral guarda con sospetto quel capitano-donna, incapace di considerarla un soldato vero. Ma i due, che si fronteggeranno nella guerra scoppiata tra Beta e Barrayar, scoprono ben presto di avere in comune, oltre a una spiccata ironia, la stessa amarezza nei confronti di un mondo che sembra aver perduto ogni senso dell'onore.
- Trilogia Ly-San-Ter, dell'autrice Johanna Lindsey, formata dai libri L'amante del guerriero, Il custode del cuore e Cuore di guerriero.
Questi sono tipici romance con ambientazione leggermente scifi il primo libro è il migliore dei tre.
Trama: Tedra è una guardia di sicurezza di un pianeta altamente psicologico, forte e molto alta, non ha mai trovato uomini che sapessero batterla in una lotta e perciò non si è mai innamorata veramente. Quando il suo pianeta viene conquistato da un tiranno riesce a sfuggire insieme al suo computer super intelligente, che con voce di donna le da consigli non richiesti e crede sempre di sapere ciò che è meglio per lei. Il supercomputer trova il pianeta di origine dei soldati mercenari che hanno aiutato il tiranno. Su questo pianeta madre, gli uomini sono enormi, altissimi e muscolosissimi, molto più forti dei loro discendenti che unendosi ad altre razze si sono indeboliti. Tedra scende sul pianeta decisa ad ingaggiare dei guerrieri per salvare il suo pianeta ma viene….sconfitta in combattimento e deve perciò assoggetarsi per un mese alla volontà di un guerriero…..
- Nemesis, Asimov.
Non potevo non includere Asimov nella lista, i suoi libri non sono esattamente romantici ma comunque l’amore in qualche modo è presente ed è il padre della fantascienza non potevo non nominarlo. Ho letto tutto il ciclo della fondazione ma il mio libro preferito tra i suoi resta Nemesis.
Trama: In una parte remota del cielo c'è una stella gemella del Sole: Nemesis. E' la stella che splende su Rotor, il satellite artificiale su cui vive, con altri transfughi terrestri, la giovanissima Marlene. Grazie ai suoi straordinari poteri Marlene sa che Nemesis porterà morte e distruzione alla Terra. Sulla Terra, invece, c'è solo il sospetto della futura catastrofe. Ma sufficiente per giustificare un'azzardata missione fino a Rotor...
- Nomino anche una duologia autopubblicata di un’autrice italiana che non ho letto ma che hanno letto e amato delle mie amiche, la Star heroes chronicles, di Angela C. Ryan, formata dai libri Hunted e Vision.
Trama: Abby Allen si definisce “Un’edizione limitata”, non per esemplare bellezza, ma per una serie di qualità che la rendono un tipo curioso e un po’ fuori dal comune. Diciotto anni, logorroica e con la sorprendente capacità di creare situazioni imbarazzanti, Abby ha una fissa per Superman e spera di incontrare un ragazzo che, pur senza superpoteri, gli assomigli almeno un po’, per integrità ed eroismo. Il destino sembra accontentarla e quando incontra Kevan, la sua vita prende improvvisamente una strana piega, dando inizio a una girandola di eventi che un passo alla volta, riveleranno il segreto che è sepolto nel suo passato. In una realtà dove nessuno è ciò che sembra, si sta compiendo una guerra aliena in cui si muovono personaggi intriganti e complessi. Le loro storie si intrecceranno irrimediabilmente le une alle altre, costringendo Abby a subire agghiaccianti rivelazioni su se stessa. Saranno Kevan e un gruppo di ragazzi dotati di poteri straordinari ad accompagnarla in questa avventura, e mentre scende a compromessi con il suo nuovo io, sarà l’amore che prova per Kevan a tenerla saldamente ancorata alla realtà. E allo stesso tempo, la costringerà a prendere decisioni che la allontaneranno sempre di più dal suo supereroe.
E qui finiscono i titoli disponibili in italiano, iniziamo ora la lista di libri sci fi che amo disponibili solo in lingua inglese:
- Terminal alliance, di Jim C. Hines (sarebbe una serie ma il primo libro si può leggere anche da solo ed è il più bello)
Trama: Il mondo degli uomini è finito a causa di un misterioso virus che li ha trasformati in esseri primitivi pronti ad uccidersi e divorarsi a vicenda, ma una razza di alieni buoni e gentili che li teneva d’occhio ha deciso di guarire dal virus alcuni esemplari umani per salvaguardarne la specie. Questi umani non hanno più ricordi del mondo umano e sono stati educati dai Krakau che purtroppo non avevano molta conoscienza degli usi e costumi umani, perciò quasi tutto della cultura umana è andato perduto o salvaguardato con significato sbagliato (cosa che risulta molto divertente a volte). Inoltre gli umani non vengono educati con conoscenze scientifiche oltre un certo livello, poichè la galassia li reputa troppo selvaggi visto ciò che hanno causato sul loro pianeta e finiscono quindi per essere sempre malgiudicati o utilizzati per mansioni fisiche e di bassa lega e quasi mai su astronavi. Solo i Krakau i loro salvatori si fidano ad imbarcarli come equipaggio, ma sempre con mansioni basse tipo come uomini delle pulizie.Quetsa è la storia di una squadra umana delle pulizie di una nave Krakau che per una serie di fortunate coincidenze si ritroverà a salvare il popolo Krakau e a scoprire la verità sul virus che decimò gli umani, armati solo del loro cervello non educato e delle loro conoscenze delle pulizie spaziali. La squadra è guidata però da una donna umana che fin dal suo risveglio dopo essere stata salvata dai Krakau, nonostante la totale amnesia è sempre stata più curiosa di molti altri umani e ha sempre ambito a molto di più di ciò che le veniva permesso di fare…lei non lo sa ma forse nell’altra sua vita era stata qualcuno che comandava…e ora deve tornare a farlo per salvare i suoi amici, i Krakau e forse il suo stesso pianeta.
- Darkship thieves, di Sarah A. Hoyt (primo libro di una duologia insieme al libro Darkiship renegades, che poi è stata seguita da altri libri ambientati nello stesso universo ma con protagonisti diversi)
Trama: Ambientato in un futuro poi non molto lontano, dopo una guerra sull'ingegneria genetica. Sulla terra sono rimasti gli umani non geneticamente modificati, mentre i modificati che non furono massacrati assieme agli umani creati, i Mule (al contrario degli umani modificati questi non sono mai stati umani ma sono stti creati in vitro più intelligenti, più forti e più ossessivi), sono fuggiti nello spazio. Leggende sussurrano che quei fuggitivi ancora oggi, secoli dopo vivono e su navi spaziali oscure rubano i globi energetici che orbitano vicino al sole, ma sono solo leggende….finchè Athena, fuggendo da ciò che sembra un complotto politico non incappa in una di queste navi e scopre che sì, i geneticamente modificati vivono e lo fanno su un asteroide. Colui che l'ha salvata è uno di loro, Kit, un uomo dagli occhi di gatto. Più veloce di un umano, e con la vista più acuta, ma in fondo anche Athena è sempre stata più forte e veloce del normale, e lei e kit possono comunicare telepaticamente…
- Fortune’s pawn, di Rachel Bach (primo libro della trilogia Paradox)
Trama: La mercenaria professionista Deviana Morris ha fatto in modo di accettare un lavoro a bordo della nave spaziale Glorious Fool, perchè vuole fare carriera fino ad arrivare ad ottenere la richiesta di unirsi al corpo militare più esclusivo di tutto il suo pianeta, Paradox, le guardie speciali del re chiamate DEVASTATORI. Nonostante lei abbia già alle spalle una brillante carriera e la Glorious Fools sia apparentemente una vecchia nave carico, in realtà ha scoperto che è la nave dove avvengono più problemi, e intendo gravi problemi, di sicurezza di tutto il quadrante. Le guardie che vi salgono a bordo, o muoiono in circostante misteriose o arrivano ai livelli più alti della carriera militare e lei vuole essere fra questi. Fin da subito è chiaro a Deviana, che è sì una maniaca dell’adrenalina e un maschiaccio, ma non è affatto stupida, che il capitano e la nave stessa nascondono qualcosa e che nessuno a bordo è chi sembra essere. I pianeti in cui scendono per misteriosi scambi commerciali non fanno scambi commerciali con nessuno e gli attacchi che subiscono da parte di alieni cannibali non si spiegano visto che non trasportano nulla di prezioso. Se a questo si uniscono alieni invisibili e un cuoco di bordo sexy che forse non è del tutto umano ma continua a salvarle la vita…è chiaro che Deviana si trova in una situazione difficile, peccato che lei adori le sfide impossibili.
- Empress game, di Rhonda Mason (primo di una trilogia)
Trama: Abbiamo da un lato un Impero intergalattico, THE SAKIEN EMPIRE retto da una Monarchia, che però governa con l’aiuto o il controllo.... di vari consigli in cui siedono i rappresentanti dei pianeti che ne fanno parte. I pianeti che fanno parte fin dall’inizio dell?Impero sono quelli con più voce in capitolo e più poteri, i pianeti che sono stati conquisati dopo e sono più lontani dal centro di potere hanno anche meno peso in consiglio. L’Impero è piuttosto giovane e anni fa è entrato in contatto con un’altra Coalizione di pianeti molto più antica e molto più avanzata tecnologicamente i Weyrde (eh eh gran bel nome) che dopo secoli di lotte ora sono in pace e vogliono rimanerci e non vogliono avere niente a che fare con una forza espansionistica come l’Impero. Da cui perciò tengono le distanaze anche se in modo amichevole. I Weyrde hanno poteri psichici e strane tradizioni che affscinano l’Impero sakien....è dalle donne guerriere weyrde che per esempio hanno preso ispirazione per Il TORNEO DELL’IMPERATRICE, non capendo il vero significato delle pratiche weyrde, dove le donne soprattutto di casta nobiliare proteggono i maschi loro fratelli gemelli perchè sono più deboli fisicamente ma più potenti psichicamente e le coppie di gemelli hanno un legame speciale tra di loro psichico e empatico. Il torneo dell’imperatrice è invece semplicemente un torneo in cui si sfidano tutte le donne che aspirano la ruolo di Imperatrice consorte che sarà dato solo a colei che vincerà il torneo. Ora i Weyrde e i Sakien sarebbero magari stati in pace tra di loro se non fosse stato per una terribile malattia a base nanitica di cui cade vittima L’impero. Visto che i Weyrde sono più avanzati, l’impero chiede loro aiuto, ma i Weyrde mantengono la loro posizione neutrale e rifiutano. Così l’Impero decide di invaderli e di massacrare la famiglia reale della coalizione Weyrde. Solo due reali si salvano Kayla e Corinth, sorella e fratello, entrambi sotto shock perchè i loro rispettivi fratelli gemelli sono morti. Corinth poi è ancora piccolo e Kayla deve trovare il modo di prendersi cura di lui, in fuga, senza amici e alleati, così fiscono su un pianeta ....terra di nessuno dove nessuno chiede spiegazioni o identità e ognuno si arrangia come può. Così Kayle finisce per combattere nell’arena di un malvivente locale per denaro e per un pubblico assetato di sangue e diventa ben presto la loro beniamina col nome di Shadow Panthe. Ed è qui che inizia il libro. Infatti le cose non vanno bene per l’Impero la malattia continua a mietere migliaia vittime, e mantenere il controllo sulla coalizione Weyrde è troppo dispendioso e difficile..... inoltre sanno che il massacro che hanno perpetrato era sbagliato e una fazione dell’Impero vuole ritirare le truppe da Ordoch (pianeta principale della coalizione Weyrde). Questa fazione è guidata dal figlio dell’Imperatore...ma lui non ha abbastanza peso politico gli servono alleati e glieli può portare la donna di cui è innamorato Isonde, ma solo se diverrà futura Imperatrice vincendo il torneo. Perciò chiedono a un loro amico d’infanzia, ora miilitare delle forze speciali dell’Impero do iutarli con un piano super audace trovare una sostituta che possa impersonare Isonde e vincere per lei il torneo. e il militare per caso decide di chiedere aiuto proprio a Shadow Panthe ignorando la sua vera identità.....
- Gabriel’s ghost, di Linnea Sinclair
Trama: Chasidah “Chaz” Bergren stava facendo carriera all’interno della Federazione. Era capitano di nave spaziale e ben rispettata sia dai suoi superiori che dai suoi sottoposti. O almeno così credeva. Quando viene accusata di un crimine che non ha commesso, non riesce a crederci. Ci sono prove a suo carico e tutti i suoi amici l’hanno abbandonata, senza aiuto si ritrova così condannata alla prigione a vita. Ma all’improvviso appare Gabriel “Sully” Sullivan che intende salvarla, Chaz è più che sorpresa. Infatti Gabriel era stato dato per morto due anni prima. - In her name, di Micheal R. Hicks
Trama: Un bambino assiste impotente all'arrivo di enormi astronavi sulla sua fattoria e al massacro di parenti, genitori e amici per mano degli alieni, delle donne alte e muscolose dalla pelle blu cobalto, lunghi capelli neri e occhi completamente neri. Senza pieta e con armi primitive queste sgozzano e fanno a pezzi ogni umano, tranne lui, che in un impeto di rabbia osa ferire una loro sacerdotessa. Essa in lui vede un imporante tassello del proprio futuro e lo rilascia. Quel bambino, Reza, cresce perciò orfano in un campo di lavoro mascherato da orfanotrofio, ma le privazioni e le torture, non riescono a spegnere il suo fuoco interiore. Lui stuidia di nascosto per un giorno diventare un soldato e potersi vendicare. Ma gli alieni, chiamati Kreelans, stanno conquistando pianeta dopo pianeta tutto il sistema e arrivano anche dove Reva sta vivendo. Stavolta viene catturato e rso schiavo. Anni di tortura e prove fisiche al limite del'umano lo cambiano, pur contro il suo stesso volere, cresce sul pianeta nemico e assimila la loro brutalità per sopravvivere. Il suo odio per loro si attenua e abbraccia la loro cultura, perchè sopravvivere conta più di ogni altra cosa. arriva adiventare un membro ripettato dagli alieni stessi, l'unico umano sopravvissuto alla loro educazione. Reza si innamora ricambiato di un'aliena e per la prima volta è felice, almeno finchè, come guerriero non gli viene chiesto di guidare un attacco contro i soldati umani. Lui nonostante abbia accettato la cultura aliena, non può tradire i suoi fratelli umani, o sì? Il conflitto interiore lo attanagila e solo….
- Close encounters, di Katherine Allred
Trama: Kiera non è propriamente umana, lo sembra, ma in realtà è stata creata da un genetista fuorilegge, che ha unito i geni di diversi tipi di alieni al dna umano, creando una donna con una forza sovrumana, un intelligenza superiore ed in grado di autorigenersi e curarsi. Inutile dire che Kiera cerca di passare per umana e nessuno sa il suo segreto. Lavora per il Dipertimento degli Affari alieni, che si occupa di garantire i diritti degli abitanti di vari pianeti, dalle multinazionali che vorrebbero occuparli e sfruttarli. La sua ultima missione: provare che il popolo dei Buri non si sta estinguendo naturalmente ed impedire ad una multinazione di acquisire il diritto tra pochi anni di acquistare il loro pianeta. Kiera atterra perciò sul pianeta e nonostante problemi di lingua e cultura, prova subito una strana attrazione per il leader di quel popolo….
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