viaggiatrice-distratta
Memorie di una viaggiatrice distratta
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viaggiatrice-distratta · 5 years ago
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D O D I C I A N N I
Sono trascorsi esattamente dodici anni dall’ultima volta che l’ho vista in tribunale, parlo di mia madre.
Era in quell’aula piena di odio e rabbia nei confronti miei e di mio padre, si sa, quando c’è di mezzo l’odio utilizzi qualsiasi mezzo pur di ferire una persona, non conta se i “mezzi” includono: figli, familiari e amici. Lo fai. Almeno così è stato per lei.
Ricordo che il suo avvocato ascoltò le mie parole, piangeva. Non capivo. Lui si. Ora lo capisco anch’io.
Ricevetti una chiamata, circa un mese fa, era lei, mio padre nonostante le cattiverie ricevute, mi disse:” Mi sono permesso di darle il tuo numero, perdonala! È pur sempre tua madre.” Il telefono squillava, era lei:” Perdonami, sono stata un mostro, so che è difficile per te, so quanto è stata dura crescere senza una madre ma so anche che sei diventata una donna in grado di perdonare.” Sentivo le ferite nascoste bruciare, come se qualcuno mi stesse versando del limone su. Non piangevo. Non avevo più lacrime, ne avevo versate fin troppe per lei. Feci un sospiro profondo ed iniziai a vomitare ogni pensiero, nei suoi confronti ma non bastava. Presi la macchina e corsi da lei, superando i centoquaranta kilometri orari. In un’ora arrivai sotto casa sua. Vidi una donna magra, trasandata, debole. Non era più la donna in carne che combatteva in tribunale con gli occhi pieni di odio. I suoi occhi erano tristi. Dinnanzi a questa donna, per me estranea, a primo impatto, gettai le armi. Era come dare uno schiaffo ad un bambino. Mi sentivo io quella forte, lei quella debole. Non ero più la bambina che raggirava come voleva. Mi abbracciava e piangeva. Io non riuscivo a fare nulla di tutto ciò, non mi veniva, se lo avessi fatto, avrei mentito a me stessa.
Vidi casa sua: c’erano le mie foto sparse ovunque, così come i gadget che comprammo a Disneyland, quando eravamo ancora una famiglia unita.
Sua figlia ha otto anni. Mi abbracciò, dicendo:” tu sei mia sorella grande, mamma piange sempre per te, perché non vieni mai a trovarci? Ti voglio bene anch’io, anche se ti ho vista solo dalle fotografie!” Dinnanzi a quell’innocenza, piansi. Mi sciolsi come un gelato lasciato sotto al sole.
Sarebbe bello se gli adulti ragionassero come i bambini, forse, non avrei mai litigato con mia madre. Forse i nostri mignolini stretti, sarebbero stati capaci di farci riappacificare dopo due secondi. ☮️
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viaggiatrice-distratta · 5 years ago
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P A N I C O
La depressione non la scegli, non la programmi, non è una moda da seguire, arriva e basta, senza che nemmeno te ne accorgi. In realtà non fai nemmeno in tempo a capirlo, ormai vive, incombe, già dentro di te: dipendi esclusivamente da quello stato d’animo. Ho capito di essere sopraffatta da quello stato d’animo, grazie alle persone che mi circondano, fosse stato per me, nemmeno me ne sarei accorta.
“Non essere sempre pessimista.” - “Sei una discendente di Leopardi, per caso?” - “Sempre vestita di nero, manco avessi un funerale al giorno!” - “Esci che ti fa bene socializzare.” - “Ma è mai possibile che non vai d’accordo con nessuno?” “Ma come fai a non desiderare un figlio? Sei un mostro!”
Sono anni che mi ripetono le stesse frasi ma una sola mi fece davvero effetto: “Prima o poi esploderà tutta questa rabbia repressa che hai dentro. Tranquilla! È solo questione di tempo, sei come una bomba ad orologeria senza disinnesco.”
Si può associare la depressione ad un singolo evento personale? Non credo. Piuttosto credo sia un mix di eventi subiti. Viviamo in un millennio fatto di paure, ansie, rabbia costante che trasmettiamo, egoisticamente, anche ad altri.
Quando sbagliavo qualcosa mia madre scagliava tutta la sua rabbia contro di me, ignorando l’idea che ero soltanto una bambina. Avrei preferito un abbraccio, ai schiaffi. Avrei preferito un “non si fa così, ora te lo spiego meglio.” magari accompagnato da sorrisi e abbracci. Forse chiedevo troppo.
Circa il 70% della mia generazione ha vissuto la terribile esperienza del divorzio e quasi tutti, in età adulta, scelgono di non avere figli.
Questo significa che, probabilmente, come me, anche loro avrebbero preferito un abbraccio da bambini. Siamo coloro che hanno la certezza automatica di diventare genitori orribili, ed ecco che, senza nemmeno pensarci su, citiamo la seguente frase:” Un figlio? Nemmeno per sogno!”
La verità è che noi, da genitori, ricambieremo tutto l’amore mai ricevuto, al figlio che verrà. Ci distingue soltanto una cosa dai comuni mortali: la consapevolezza del mondo che ci circonda! Ebbene sì, che ci crediate o meno, amiamo nostro figlio ancor prima che nasce. Non vogliamo un figlio perché le nostre preoccupazioni vanno ben oltre: “E se la persona che ci affiancherà, diventerà un mostro? E se io non sarò in grado di essere madre? E se scaricherò tutte le mie rabbie su quel povero bambino? No, non farò mai subire a mio figlio, ciò che ho subito io. Dunque, niente figli!”
“Ama il tuo prossimo come te stesso.” Ecco noi siamo il prossimo, siamo quelli che hanno bisogno di certezze, carezze, abbracci e sorrisi, per riuscire a vedere la vita a colori.
Non siamo mostri. Siamo quelli che girano tra la folla sentendosi estremamente soli.
A tutti coloro che giudicano: A prescindere dalla conoscenza che avete sul vissuto di una persona, abbiate la decenza di tacere! Ognuno di noi è diverso da un altro: emozioni, sentimenti, mancanze, giocano ruoli diversi nella mente e nel cuore delle persone. Volete aiutare il prossimo? Bene: siate gentili, mettete a proprio agio, fate sentire la vostra presenza benevola, ma soprattutto evitate di chiedere del passato! Quelle sono ferite che non si rimarigineranno più. Altrimenti i vostri “consigli” (non richiesti) finti, pieni di odio e cattiveria, che date solo per sentirvi meglio con voi stessi, dato che la vostra vita è ormai stracolma di merda fino al collo, sono utili solo se impacchettati ed usati come lassativo per gabbiani.
- With love; ☮️✌🏼
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viaggiatrice-distratta · 5 years ago
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C. A. M. B. I. A. M. E. N. T. I
Un solo biglietto, andata senza ritorno.
In un anno la mia vita (apparentemente perfetta) è totalmente cambiata del tutto, trascinandomi una serie di eventi, soprattutto negativi. Mi sono sempre posta la domanda: “chi mi rimarrà vicino?” la risposta non impiegò molto tempo, arrivò subito. Ho visto tutte le mie certezze frantumarsi nel giro di pochi mesi.
Ho un amico, mio padre, da sempre la mia roccia, siamo cresciuti insieme. Aveva vent’anni quando mia madre mi ha partorita. Mi hanno voluta, amata e desiderata, poi mia madre è andata via e da allora ogni cosa la facevo con il mio papà, siamo sempre stati insieme. Qualunque persona conoscevo, dicevo sempre: “devi conoscere mio padre, è una forza!” L’ho sempre visto come un eroe, un qualcuno da prendere come esempio, lui è il primo nella lista delle persone che stimo, gli altri due sono: Enzo Ferrari e Steve Jobs.
Il mio papà mi sostenne in questa decisione, fino al punto di venire con me. Ha cambiato radicalmente la sua vita. Prima, avendo un’azienda tutta sua da oltre quindici anni, ne era legato maniacalmente. Ha sempre lavorato e studiato fino a notte fonda, senza mai lamentarsi, un uomo onesto, tutto d’un pezzo. L’ho sempre ammirato. Quando mi chiedevano: “ cosa vuoi fare da grande?” Io rispondevo:” voglio essere come il mio papà.”
Inaspettatamente è riuscito a farsi una nuova vita, ha nuove prospettive, non è più maniacale sul lavoro. Per la prima volta in ventiquattro anni, lo vedo spensierato, si sta finalmente godendo tutto il tempo che la vita gli ha sottratto. Sono felice ma, nel contempo, mi spaventa, posso risultare egoista ma non è più il papà che conoscevo. Per la prima volta stiamo prendendo due strade diverse: altre direzioni, altre idee, altri cambiamenti.
Tutto ciò mi spaventa ma, fortunatamente, con me c’è il mio sole: colui con la quale dovrò costruire un futuro solido insieme, ma questa è un’altra storia..
(...continua...)
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viaggiatrice-distratta · 5 years ago
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D I V O R Z I O
Ricordo i tempi delle infinite discussioni dei miei genitori, per poi proseguire sia con la separazione legale, che quella fisica/affettiva, di conseguenza anche la decisione della collocazione dei figli, come se bastasse un giudice sconosciuto che ha letto due carte o sentito storielle di due sfigati che litigano di continuo, per poter stabilire i sentimenti dei bambini...
Ricordo la mia voglia di crescere, di intromettermi nei discorsi “adulti”, solo oggi ho capito quanto ero ingenua. Volevo a tutti i costi diventare grande, davo consigli ai miei genitori che a volte mi davano retta, altre volte, mi ridevano i faccia, quali discorsi di vita avrebbe potuto affrontare una dodicenne? Eppure nel mio piccolo, cercavo di rendermi utile: facevo le faccende di casa, imparai a lavare i panni con la lavatrice, cucinavo, andavo a scuola e facevo i compiti. Tutto da sola. Ero fiera, orgogliosa di me, non riuscivo a metabolizzare quanto male stavo recando a me stessa, nell’imprigionare la mia tenera età, il mio unico obiettivo era andare avanti e non pensarci. Per esperienza personale, oggi riesco a capire che il cervello umano è un qualcosa di meraviglioso, i traumi, gli eventi negativi (nel 70% dei casi) cerca di cestinarli, oppure, li impacchetta tutti, chiudendoli in qualche cassetto speciale, dando spazio solo ai ricordi positivi, tutto questo per non dare impatto negativo al nostro sistema nervoso, altrimenti, ci indurrebbe al suicidio. Poi però, con il tempo, capisci che quel cassetto, ormai stracolmo di negatività, può aprirsi di sproposito e che le ferite non sempre si rimarginano, ma comunque sia, cerchi di fartene una ragione e provi ad andare avanti lo stesso, nonostante i flashback di quella vita passata.
Soltanto oggi, credo, che sto metabolizzando tutto ciò che mi è accaduto: giudici, avvocati, tribunali, genitori egoisti, parenti come avvoltoi che ne approfittano, amici ipocriti, per poi ritrovarti sola, anche in una stanza affollata. Ti senti po’ come descrive Dante le anime del purgatorio, le quali girovagano per secoli in cerca di qualcuno che preghi per loro, inducendoli alla salvezza, alla vita eterna.
In quel periodo burrascoso, avevo un’amica la quale feci un discorso abbastanza serio. La pregai infinite volte di allontanarsi da me, dato che avevo la consapevolezza di non potermi godere il “lusso” spensierato di vivere la mia età come la sua o quella dei miei coetanei di all’epoca, non diede retta alle mie parole, mi rimase vicina per molto tempo, ma questa è un’altra storia...
(..continua)
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viaggiatrice-distratta · 5 years ago
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F. R. A. N. C. E. S. C. A
Nasce a Napoli nel 1979. Il papà è violento. Picchia e umilia la moglie in tutti i modi. Odia i suoceri. Non vuole averli tra i piedi. Loro cercano di appianare le divergenze, comprano una casa per la figlia, sono presenti e disponibili. Ma il papà di Franca continua a odiarli e sfoga la sua rabbia sulla moglie. Lei resta in silenzio. Piange. Franca ha 8 anni. Non le manca nulla. Giochi, passeggiate, vacanze. Tutto grazie ai nonni. Ma in casa lei e i fratelli vivono nel terrore. La notte Franca ha gli incubi. Scappa nel lettone dei genitori. Suo padre la caccia. Guai a te se ci riprovi. Franca si accuccia vicino alla porta, si copre gli occhi. Piange, in silenzio. È il settembre del 1992. Senza dire nulla a nessuno, il padre mette in vendita la casa e trascina la famiglia in periferia. Franca ha 14 anni. Tutto il suo mondo è crollato, distrutto. Pensa sia colpa della mamma, è troppo debole. Passa un anno. Conosce un ragazzo. Si fidanzano. Ma lui la tradisce. Franca prova a lasciarlo. Lui la prende a mazzate. Deve stare zitta. Subire e basta. Come sua mamma. Franca ha 18 anni. È incinta. Ma lui quel figlio non lo vuole. È categorico. Deve abortire. Franca ubbidisce. È l’agosto del duemila. È di nuovo incinta. Lui la porta in clinica, ma all’ultimo ferma tutto. Il bambino nascerà. Si sposano. Franca si impegna a essere la mogliettina perfetta. Non vede l’ora di avere la sua famiglia. Ma lui se ne frega. La picchia, va con altre donne. Lei ingoia. Nasce il suo bimbo. Lui finisce in galera. Quando torna a casa è diverso. Straparla, sente delle voci. Prova ad accoltellarla nel sonno. Franca scappa dai genitori. È il 10 luglio del 2002. Suo marito si lancia dal settimo piano. Muore. Franca è sola, disperata, ma si rimbocca le maniche. Trova lavoro in fabbrica. Conosce un uomo. Resta incinta. Si sposano. È il 2019. Franca ha 40 anni. Finalmente ha una famiglia e l’amore che ha sempre cercato, ma dentro ha un vuoto. Quegli incubi di bambina sono ancora lì. Prima o poi dovrà affrontarli.
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viaggiatrice-distratta · 5 years ago
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E S P E R I E N Z E
“... Mi trovavo su di un’isola Greca, all’epoca facevo il bar man. Una sera come tante, stavo lavorando e mi trovai mischiato in una rissa di strada, causata da un mio caro amico, dunque, senza battere ciglio, lo difesi a spada tratta.
Il giorno dopo mi ritrovai con un occhio nero e qualche livido sulla spalla, chiedi spiegazioni al mio amico, mi liquidò con una frase banale “ Boh eravamo ubriachi.” Forse, avrei apprezzato di più un: “Fra’ non so cosa sia successo, però grazie e scusami se hai ricevuto brutti colpi.” Forse mi sarei sentito più appagato, nel senso che sarei stato consapevole che quel mio gesto, fosse stato apprezzato davvero.. Comunque sia, dopo circa un anno, con il mio amico, persi tutti i contatti, si allontanò perché si fidanzò con Elena, una ragazza che gli presentai e che fin dall’inizio ho insistito affinché si fidanzassero. Alessandro mi mandava sempre a fanculo quando glielo proponevo, ma io li vedevo proprio bene insieme: lei è dolce, seria, moderata, lui, all’epoca, un coglione dalla testa sbalestrata.
Dopo circa tre giorni dalla rissa, incontrai una cliente abituale: Anna, una donna anziana che aveva circa novant’anni, portati bene. Era solita venire al bar, ordinava sempre la solita bevanda: estathe’ al limone, che io odio tanto. Quel giorno, dopo aver ordinato il solito estathe’, mi guarda e dice:” ragazzo, ascoltami, ma sai che ho visto quella rissa, tre giorni fa?” - Ero imbarazzato e sorpreso nello stesso momento - “... Impara una cosa, ragazzo: un intelligente ed un ignorante, non litigano mai perché l’intelligente sorride e va via, ignorando l’ignorante. Due imbecilli litigano sempre e due intelligenti, troveranno sempre il modo per andare d’accordo. Tu non sembri stupido, eppure ti sei comportato come un vero imbecille. Fa bene le tue valutazioni, non tutti sono amici come credi.” Rimasi esterrefatto, impietrito, d’altronde è come se avesse previsto il futuro. Chiamasi “esperienze di vita” o “lezioni” so solo che quella fu una di quelle poche volte che diedi davvero retta a qualcuno...
Ad ogni modo la lezione l’ho imparata: non ho fatto più risse per un “amico” ma ho continuato ad odiare l’estathe’ al limone.
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viaggiatrice-distratta · 5 years ago
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F  O  R  T  E
Quante volte mi son sentita dire “tu sei forte” e subito dopo, mi chiedo “ma sarà davvero così?”
No, non credo.
Non sono forte, nessuno lo è. Credo che chi ti definisce forte, in realtà, è una persona superficiale. Cosa credono che le persone “forti” hanno dei super poteri? No, semplicemente hanno imparato a vivere o a sopravvivere.
Mia madre andò via.
In quel preciso istante capii due cose:
 1) Che i soldi non fanno la felicità, non basta avere case di lusso, macchine costose o gioielli sparsi dentro casa, se dentro noi incombe un mostro che si nutre delle nostre paure, c’è poco da fare: o sei così forte da distruggerlo o finirà per distruggerti.
2) Che coloro che vediamo “forti” in realtà hanno bisogno di una persona sincera, pronta ad ascoltarli. Tutti noi abbiamo bisogno di un “porto sicuro” di una persona con la quale sentirci sicuri e di esprimere ogni paura. Basterebbe un sostegno psicologico, morale, un’abbraccio, una spalla su cui piangere, per alleviare, anche se di poco, le nostre ansie.
Mia madre non riuscì a sconfiggere il suo demone interiore, forse, proprio perché non era circondata da persone sincere ed io ero troppo piccola per capire quanto è complessa la vita, così ho capito che quando fai del male a te stessa, fai del male anche a chi ti circonda.
AMATI così da poter amare il prossimo.
(Continua...)
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viaggiatrice-distratta · 5 years ago
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E  S  A  U  S  T  A
Sono stanca, esausta, eppure ogni volta mi rialzo, com'è possibile? Non me lo spiego.
Spesso mi capita di viaggiare indietro nel tempo, ripenso ai miei ventiquattro anni di vita trascorsi, forse, troppo in fretta.
Ho  I M P A R A T O  a  crescere in fretta, per forza maggiore, rispetto ai miei coetanei, la vita mi ci ha costretta, non potevo fare altrimenti.
La cosa bella della mente umana è che tende a dimenticare le cose brutte, eppure, ricordo perfettamente quando mia madre andò via, abbandonandomi per sempre.
Ricordo quel giorno come se fosse ieri.
Aprì la porta e andò via, come se nulla fosse, da allora la vedevo a stento nei tribunali o tramite avvocati...
(Continua..)
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viaggiatrice-distratta · 5 years ago
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Margo ha sempre amato i misteri. E di fronte a tutte le cose che sono successe dopo non ho mai smesso di credere che li abbia amati così tanto, i misteri, da essere diventata lei stessa uno di loro.
Città di carta.
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