#Chirurgia Oncologica
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Sant’Antonio: celebrazioni e benemerenze all’AOU di Alessandria. Un sabato dedicato alla gratitudine e alla memoria.
Sabato 18 gennaio, il Salone di rappresentanza dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria (AOU AL) ha ospitato la Cerimonia delle Benemerenze, il secondo appuntamento della settimana di celebrazioni in onore di Sant’Antonio, patrono dell’AOU.
Sabato 18 gennaio, il Salone di rappresentanza dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria (AOU AL) ha ospitato la Cerimonia delle Benemerenze, il secondo appuntamento della settimana di celebrazioni in onore di Sant’Antonio, patrono dell’AOU. Questo evento rappresenta un momento importante per riconoscere il lavoro e l’impegno di chi ha contribuito alla crescita e al miglioramento dei…
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Concorso per 1 direttore della struttura operativa complessa di chirurgia oncologica generale (friuli venezia giulia) CENTRO DI RIFERIMENTO ONCOLOGICO DI AVIANO
Author: http://www.concorsi.it Data : 2024-12-23 22:33:00 Dominio: http://www.concorsi.it Leggi la notizia su: Concorsi.it LEGGI TUTTO I testi riportati sono gratuiti e non hanno carattere di ufficialità: ai sensi di legge l’unico testo definitivo, che prevale in caso di discordanza, è quello pubblicato a mezzo illustrazione. Concorso-Riapertura Concorso-Riapertura 1 Gazzetta Ufficiale…
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ESPLOSIONE DELLE DIAGNOSI DI CANCRO? SENTITE COSA DICE IL PRESIDENTE DELLA LEGA LOTTA AI TUMORI!!
Quello che vedete nel video (di circa un anno fa) è il dottor Francesco Schittulli (medico specializzato in Chirurgia Generale e Oncologia) Presidente della Lega Italiana Lotta ai tumori e componente della Commissione oncologica nazionale del Ministero della salute.
Insomma uno con le mani in pasta...
Cosa dice di interessante in questa intervista?
"Noi l'anno scorso abbiamo registrato 11.000 donne al di sotto dei 40 anni che hanno sviluppato un cancro al seno, su 60.000.
Cioè le under 40 sono in forte crescita. Io non voglio aprire il capitolo della vaccinazione, però sarebbe opportuno anche a vedere quanti danni nel complesso..."
No caro Schittulli, i tempi sono maturi per spalancare il vaso di Pandora, e qualcuno deve farlo, e qualcun altro deve pagare!
Cosa aspetti, unisciti a Disinformazione.it
Via ilfaccoquotidiano
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Alcuni articoli sul tema: cause e diagnosi del cancro – prevenzione e cura del cancro.
13- Ove, tra i propri consanguinei, vi siano stati diversi casi di insorgenza di tumore maligno (soprattutto se alcuni siano insorti in età giovanile), non sarebbe per nulla inopportuno, in via del tutto preventiva, eseguire dei test diagnostici genetici in grado di valutare se vi sia una predisposizione genetica verso alcuni tipi di tumore maligno… Medicina – Utili e pratici consigli su come prevenire davvero il cancro.
3-��Il cancro -se operabile- va operato subito!!! qualunque esso sia, in qualunque organo si trovi!!! Con il cancro non si deve minimamente ‘scherzare’, e nei limiti del possibile (del vero ‘possibile’…, non di inutili ‘chiacchiere’ da parte del chirurgo di turno), non gli si deve lasciare neanche un giorno di vita in più del dovuto e del necessario... Medicina – Utili e pratici consigli su come affrontare il cancro.
Con il cancro non si deve minimamente ‘scherzare’, e nei limiti del possibile (del vero ‘possibile’…, non di inutili chiacchiere…), non gli si deve lasciare neanche un giorno di vita in più del dovuto e del necessario. Esso dev’essere visto come il nemico per eccellenza, difatti a parte altri casi acuti (come infarti, aneurismi, e via dicendo), i quali richiedono ancor più urgenza immediata del cancro, questi, dev’essere posto, nella linea delle urgenze operatorie, subito dopo, senza alcuna eccezione di sorta… Medicina – Con il cancro i chirurghi non devono ‘scherzare’…
Un’analisi approfondita a parte dev’essere svolta su quelli che rappresentano altri fattori di rischio all’insorgenza del cancro come l’essere portatori di determinate malattie croniche, e/o avere una predisposizione genetica allo sviluppo di un tumore maligno (per via di numerosi casi insorti tra i parenti consanguinei, specie se insorti nella loro età giovanile)… Medicina – Test diagnostici genetici in grado di eseguire un’analisi genetica su multipli geni per valutare l’eventuale predisposizione genetica a vari tipi di tumore maligno.
Per cui, assolutamente, salvo rare eccezioni, dopo un intervento di asportazione di una massa neoplastica, quand’anche fosse riuscito ottimamente, previo qualche tempo per dare alle ferite di sanare un po’, bisogna effettuare una congrua e attenta radioterapia locale, se non addirittura anche della chemioterapia, in quanto solo così il rischio di recidive (con la radioterapia) si abbasserà notevolmente, come anche quello della metastatizzazione (con la chemioterapia)… Medicina – La chirurgia oncologica è da perseguire sempre -ove possibile-, ma, necessariamente, deve coadiuvarsi a delle sedute di radioterapia e/o di chemioterapia.
Le cellule staminali tumorali, pur essendo poche all’interno dei tumori, sono quelle responsabili della genesi e della crescita della malattia, nonché della sua, eventuale, metastatizzazione. Per sconfiggere il cancro si deve, dunque, precisamente, comprendere come colpire le cellule staminali tumorali e non solo le semplici cellule tumorali ‘figlie’... Medicina – Le cause molecolari del cancro e la vera ed efficace terapia da ricercarsi…
Nell’eventualità che il paziente oncologico arrivi alla fase terminale della malattia, ciò che rimane fondamentale, e importante -dal punto di vista medico-, è solo il controllo della sofferenza e del dolore, sia psichico, sia fisico, null’altro, in ordine ai comportamenti promuoventi la guarigione, avrà più alcun senso… Medicina – Il paziente oncologico terminale…
Quando la tenacia della sofferenza, e del dolore, diviene invincibile e costantemente incontrollabile, amore, dovere, e diligenza non possono che far doverosamente richiamo alla sedazione terminale, unico e ultimo rimedio a cotanta circostanza. Non si tratta di eutanasia; non si tratta di spegnere la vita, si tratta, invece, di spegnere la sofferenza e il dolore, evidentemente, altrimenti, divenuti invincibili… Medicina – La sedazione terminale nel paziente oncologico…
Per altri articoli sul tema clicca sulla pagina: ‘Medicina‘.
N.B. Stefano Ligorio, in ambito di tematiche mediche, è anche autore di un libro dal titolo: ‘La Strana Malattia (Come prevenire, diagnosticare e curare l’ansia e la depressione)’, ma anche di: ‘Il Cancro – Vademecum- (Guida Pratica alla Prevenzione e alla Cura del Tumore Maligno)’.
Stefano Ligorio
#prevenzione del cancro#cura del cancro#terapia del cancro#prevenzione del tumore maligno#cura del tumore maligno#terapia del tumore maligno
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Il Policlinico Gemelli festeggia 60 anni
Una delegazione della Fondazione Policlinico Gemelli, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e dell'Istituto Giuseppe Toniolo è stata ricevuta il 10 Luglio scorso al Quirinale, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per la celebrazione di un Anniversario importante: i 60 anni dalla nascita del Policlinico Gemelli, un grande polo della salute, un punto di riferimento per la Sanità Regionale e Nazionale, nonché uno dei più grandi ospedali privati non profit d’Europa, dove ogni anno vengono ricoverati circa 100 mila pazienti provenienti da tutta Italia (1 su 5 da fuori regione) e dove vengono assistite circa 58 mila persone con tumori. A guidare la folta delegazione in visita al Quirinale, ricevuta nella Sala di Rappresentanza, sono stati Carlo Fratta Pasini, Presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Elena Beccalli, Rettrice dell’Università Cattolica, e Marco Elefanti, Direttore Generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Presenti all’udienza Paolo Nusiner, Direttore Generale dell’Università Cattolica, S.E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’ateneo, Antonio Gasbarrini, Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia Università Cattolica, Giuseppe Fioroni, Vicepresidente dell’Istituto G. Toniolo di Studi Superiori, Enrico Fusi, Segretario generale dell’Istituto G. Toniolo di Studi Superiori, Michele Lenoci, componente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto G. Toniolo di Studi Superiori, insieme a una rappresentanza di medici, ricercatori, operatori sanitari, dipendenti amministrativi, pazienti, associazioni di volontariato, donatori, studenti e specializzandi.
Il Policlinico Gemelli nasce il 10 luglio 1964 per volontà dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sessant’anni di servizio per la tutela della salute, mai disgiunti dalla vocazione accademica, perché il Policlinico Gemelli è anche un teaching hospital (ospedale che insegna, prepara) e un polo di Ricerca, in dialogo costante con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, anche se la trasformazione in Fondazione privata no profit nel 2015, lo ha reso giuridicamente autonomo dall’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Nel 2018, il riconoscimento come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) per le discipline “Medicina Personalizzata” e “Biotecnologie Innovative”, lo ha ulteriormente caratterizzato come centro di ricerca al top, a livello Nazionale e Internazionale. Il cuore pulsante del Gemelli è oggi sempre più “rosa” e “young”: su 5.607 dipendenti, ben il 63,8% è donna e l’età media è di 44,9 anni. I seguenti numeri, certamente d’impatto, raccontano solo una parte della storia del Policlinico Gemelli, costruita soprattutto sulla dedizione e la qualità delle cure. Nei suoi primi sessant’anni di storia, il Policlino Gemelli è passato dai 304 ricoveri del 1964, ai 99.564 del 2023; dai 70 i posti letto del primo anno (appannaggio esclusivo della Patologia Chirurgica e della Patologia Medica), agli attuali 1.611, all’interno dei quali sono rappresentate tutte le specialistiche. Il Policlinico è dotato di 57 sale operatorie chirurgiche, tecnologicamente avanzate, 8 robot chirurgici e centinaia di apparecchiature tecnologiche. Nel corso degli anni, il Policlinico Gemelli è cresciuto fino a diventare il più grande centro oncologico in Italia per numero di pazienti assistiti: sono quasi 58 mila quelli presi in carico e ogni anno vengono effettuati 2 mila ricoveri, oltre 17 mila interventi di chirurgia oncologica, oltre 700 mila prestazioni oncologiche ambulatoriali, 52 mila terapie infusionali antitumorali e 15 mila tra colloqui e valutazioni psico – oncologiche. Un’eccellenza riconosciuta anche a livello Internazionale. Quest’anno, per il quarto anno consecutivo, il Gemelli è stato incoronato migliore ospedale d’Italia, dal prestigioso ranking stilato dal Magazine americano Newsweek, che lo colloca al 35esimo posto del mondo e tra i primi 10 in Europa. Dal 2021, il Policlinico romano ha inoltre conseguito l’accreditamento da parte della Joint Commission International (JCI), che lo colloca tra le eccellenze mondiali della sanità. Risultati di livello, ai quali ha contribuito la stretta collaborazione con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, con i suoi attuali 5.500 studenti e 2.200 specializzandi che, dalla sua fondazione (5 novembre 1961), ha contribuito a formare generazioni di medici e operatori sanitari. A oggi sono 10.838 i laureati in Medicina e Chirurgia usciti dalla Cattolica, 214 i laureati in Medicine and Surgery e oltre 16.000 i laureati nelle Professioni sanitarie (4.844 presso la Sede di Roma e 11.342 presso le sedi collegate). Importante la presenza del Policlinico Gemelli anche nel campo della ricerca, con 1.119 i progetti finanziati con bandi competitivi, per un valore complessivo di € 21.383.887, ai quali si aggiungono i quasi 23 milioni di euro delle sperimentazioni profit. Storie e numeri che fanno del Gemelli un punto di riferimento per la Sanità Nazionale, capace di far convivere l’eccellenza delle cure, con la scommessa di una sempre più complessa sostenibilità economica. Immagine di copertina: - L'ingresso principale del policlinico universitario Agostino Gemelli, parte dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. La statua di fronte è un monumento marmoreo a Giovanni Paolo II - (Wikipedia) Read the full article
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Dr. med. Rocco Cerra
Il Dr.med. Rocco Cerra è specialista in Chirurgia Generale ed esperto in Chirurgia Ricostruttiva Oncologica ed in Medicina e Chirurgia Estetica. Aderente a svariate associazioni medico chirurgiche internazionali, dal 1988 regolarmente iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi di Napoli, ha ottenuto il riconoscimento della Laurea e della specializzazione in Svizzera nonché il Libero Esercizio nel…
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A RUVIANO FOCUS SULLA PREVENZIONE ONCOLOGICA, EVENTO RIUSCITO
Grazie alla ‘regia’ della dirigente scolastica Silvana Santagata e alla collaborazione di esperti, docenti, alunni e volontari
RUVIANO - Una giornata tutta dedicata alla prevenzione, iniziata la mattina nel Plesso di Ruviano con i ragazzi, e continuata con famiglie e cittadini il pomeriggio nell’accogliente Centro Funzionale della frazione Alvignanello. “Il potere della prevenzione nell’era post pandemica” questo il titolo della manifestazione, datata 6 aprile, voluta fortemente dalla dirigente dell’Istituto Comprensivo di Caiazzo Silvana Santagata in collaborazione con le associazioni La Mongolfiera (Castrovillari – CS) e Alice Campania ODV, Associazione per la Lotta all’Ictus celebrale; la Cooperativa di Comunità Icare di Cerreto Sannita e della Pro Loco Raiano. Un evento a più voci grazie al contributo fornito da numerosi esperti, professionisti del settore sanitario e del mondo associazionistico che hanno, con parole semplici e comprensibili a tutti, parlato dell’importanza dei controlli, della diagnosi precoce, di nuove sperimentazioni e tecniche chirurgiche, degli effetti del Covid, di risultati significativi emersi da progetti scolastici, della distinzione tra i concetti di benessere e di ben essere, della differenza delle emozioni e soprattutto degli screening e dei controlli a cui purtroppo - colpa dello stop pandemico - moltissimi malati oncologici non si sono sottoposti incrementando il numero dei pazienti che lottano contro la morte.
Uno scambio molto interessante che ha visto protagonisti i ragazzi, rappresentanti istituzionali, docenti che hanno vissuto la malattia e medici in prima linea, sempre pronti a divulgare concetti fondamentali per la riduzione dei fattori di rischio e “per rendere mortale il mostro”, il mostro nero, che finirà al centro di un’idea editoriale, un libro il cui ricavato sarà devoluto per l’acquisto di materiale da destinare a reparti di Oncologia, che vedrà autori proprio i ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa. Gli studenti, infatti, elaboreranno osservazioni, pensieri, racconti, impressioni raccolti a margine del convegno, tutto per narrare un’esperienza che ha suscitato in loro curiosità e riflessione. Registrata una interessante partecipazione alle visite gratuite (oncologiche, nutrizionali e celebrali), consegnati kit messi a disposizione dell’Asl di Caserta per la prevenzione del carcinoma al colon retto. All’iniziativa, sostenuta da alcuni esercizi locali, hanno partecipato: il vicesindaco Roberto Cusano e l’assessore Giuseppe Izzo, nonché della consigliera comunale dott.ssa Valentina Vecchiarelli, nei panni anche di Gastroenterologa dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta; dott. Ivano Schito, oncologo, ricercatore e dirigente medico Oncologia ASP Cosenza; dott. Gian Paolo Pitruzzella, Responsabile della Breast Unit di Caserta, Specialista in Chirurgia Generale e in Chirurgia Plastica; dott.ssa Maria Antonietta Santagata, specialista in Medicina di Emergenza-Urgenza, dirigente medico UOC Medicina di Accettazione e di Urgenza dell’Ospedale Spoke Castrovillari; dott.ssa Orsola Farina, psicologa, psicoterapeuta, specialista in psicoterapia breve Strategica; dott.ssa Carolina Bologna, internista e geriatra dell’Ospedale del Mare – Asl di Napoli 1 e Presidente di Alice Campania ODV, Associazione per la Lotta all’Ictus celebrale; Prof. Antonio Popolizio e Chiara Mastroianni, docenti dell’Istituto Comprensivo di Caiazzo; il pediatra dott. Antonino Puorto, don Matteo Prodi, presidente della Cooperativa di Comunità Icare e l’estetista Lucia Covino. Ha dato un tocco di effetto, bellezza e di stupore all’evento la sfilata resa possibile grazie all’Atelier Donna Luna di Telese Terme e gli abiti tradizionali, di Folklore del gruppo Kaiatia e storico di Ruviano, indossati da alunni della scuola, in nome di un passato che è fonte di cultura senza tempo per il presente e per il futuro. “Un ringraziamento doveroso va a quanti hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione”, commenta la dirigente Santagata, in particolare ai docenti della Commissione Eventi: il vicepreside Stefano Giannelli; il prof. di Arte e Grafico Federico Ricciardi che, anche in questa occasione, ha realizzato egregiamente la locandina; la Prof.ssa Carmelina Di Meola, la Prof.ssa Benedetta Puorto, le insegnanti Monica Morra e Federica Landolfi (che ha anche moderato e condotto la giornata), e l’assistente amministrativa dott.ssa Teresa Di Sorbo. Grazie anche agli insegnanti del corso Musicale della scuola che hanno scandito il pomeriggio con brani suonati e cantati: M° Guido Tazza, M° Alfonso Carullo, M° Fernando Ciaramella, M° Antonella Pietrangiolillo, M° Raffaele Fuccio e M° Paola Petillo (voce).
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Opedale San Paolo Bari, 67% pazienti sottoposto a laparoscopia
Spiegare quali sono i vantaggi della chirurgia mini invasiva che consente di approcciarsi a patologie anche di tipo oncologico, riducendo i tempi di ripresa del paziente e senza impattare in modo aggressivo sulla sua vita. Se n’è discusso oggi all’ospedale San Paolo di Bari che ha ospitato il convegno dedicato alla ‘Chirurgia oncologica: approccio multidisciplinare e chirurgia mini invasiva’,…
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Ars Longa Vita Brevis
Ars longa, vita brevis. Aforismi sulla medicina Ars longa vita brevis. Aforismi sulla salute, la malattia, i medici e la morte. Introduzione della prima versione del libro scritto nel 2001 da C.W. Brown Il medico che è pure filosofo, è simile agli Dei. Tutte le qualità del buon filosofo devono trovarsi anche nel medico: disinteresse, contegno dignitoso, modestia, cognizione delle cose utili e necessarie, serietà, giudizio sereno, purezza di vita, affrancamento dalla superstizione, divina superiorità dello spirito. Ippocrate I primari in genere guadagnano molto bene, ma da bravi professionisti non tutti si accontentano, infatti in Toscana nel 2001 cinque di loro sono stati arrestati per corruzione! Carl William Brown La malattia è il medico al quale prestiamo più attenzione; alla gentilezza, alla conoscenza, facciamo solo promesse; al dolore obbediamo. Marcel Proust Nessuno dei mortali trascorrerà mai la vita incolume del tutto da pene, paga sempre alla vita ciascuno il suo prezzo. Eschilo La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente. Arthur Schopenhauer Un medico coscienzioso deve morire con il malato se non possono guarire insieme. Eugène Ionesco Nel momento in cui ci si chiede il significato ed il valore della vita, si è malati. Sigmund Freud La salute supera tutti gli altri beni esterni, a tal punto, che davvero un mendicante sano è più felice di un re ammalato. Arthur Schopenhauer Anno 2001. Avete mai sentito un medico affermare di aver sbagliato? No! Allora leggete i dati forniti dal Tribunale per i diritti del malato che si basano su 30 mila schede e parlano del 18 per cento di sospetti errori diagnostici e terapeutici nell'area ortopedica, del 13 per cento per la chirurgia generale, l'11 per cento per l'ostetricia e la ginecologia ed il 10 per cento nell'area oncologica. Carl William Brown Quando penso ad una malattia, non è per trovarvi rimedio, ma, invece, per prevenirla. Louis Pasteur Il medico vede l’uomo in tutta la sua debolezza, l’avvocato in tutta la sua cattiveria, il teologo in tutta la sua stupidità. Arthur Schopenhauer Anche i medici prima di essere dei professionisti della salute, della malattia e della parcella sono degli uomini e si sa a volte gli uomini si comportano in maniera stupida. Carl William Brown Ci sono due grazie, di cui è priva la maggioranza degli uomini e di cui essi non apprezzano il valore: la salute e il tempo libero. Il Corano Tutti sono abbastanza forti da sopportare i mali altrui. La Rochefoucauld Mangia poco a pranzo e meno ancora a cena, che la salute di tutto il corpo si costruisce nel laboratorio dello stomaco. Miguel de Cervantes Bisognerebbe prendersi cura della salute come si prende cura del divertimento, allora non si sarebbe mai malati. François Gervais Nessuno dei mortali trascorrerà mai la vita incolume del tutto da pene, paga sempre alla vita ciascuno il suo prezzo. Eschilo L'uomo non muore per il fatto di essersi ammalato, ma gli capita di ammalarsi perché fondamentalmente deve morire. Umberto Galimberti La mattina quando vi alzate, fate un sorriso al vostro cuore, al vostro stomaco, ai vostri polmoni, al vostro fegato. Dopo tutto, molto dipende da loro. Thich Nath Hanh Se si riuscisse a dare a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico avremmo trovato la strada per la salute. Ippocrate Chi è in buona salute è ricco senza saperlo. Proverbio francese Un tempo ci si ammalava, se andava bene si vedeva un dottore, magari uno stregone e poi si moriva, oggi è tutto cambiato; ci si ammala, si vedono decine e decine di dottori, magari uno stregone e poi si muore più incazzati di prima. Carl William Brown Tratto dal libro Ars Longa Vita Brevis, aforismi sulla salute, la malattia, i medici e la morte. In attesa della nuova versione di questo libro, potete anche leggere il seguente articolo presente nel blog, ovvero Emergenze sanitarie in Italia. C'è anche una pagina Facebook dedicata a queste tematiche, dove potete trovare materiale interessante, è questa https://www.facebook.com/medicidibase The World of English offers you some very interesting quotes, aphorisms and thoughts on Medicine and doctors! Di medici ne ho conosciuti parecchi, visto che da sempre il mio corpo ha fatto i capricci! Non sono però mai riuscito a comunicare bene con loro, anche se la mia preparazione non è delle più scarse! Anzi! Ma non è questo il vero nocciolo della questione! Anni fa mi recai a pagamento da un famoso otorinolaringoiatra, un chirurgo abilissimo che mi chiese come mai avessi aspettato così a lungo a decidere di farmi operare, la mia lapidaria risposta fù, - ars longa, vita brevis - e così dopo alcuni mesi entrai nell' ospedale in cui un giovane allievo potè cimentarsi nell'arte che stava via via apprendendo! Sono passati ormai alcuni anni, il famoso chirurgo è morto di tumore già da tempo ed io non mi attarderò troppo a lungo dal raggiungerlo. Ecco, quì iniziamo ad avvicinarci già di più alla tematica fondamentale del mio lamento! Ascolta caro erede! Il mestiere del medico, la sua figura che nel momento in cui nasce si identifica e si mescola con quella dello stregone, del mago, del sacerdote rituale, del potente imperatore! Mi ricorda il mitico Paracelso, nato nel cuore della Svizzera in una località tenebrosa, il ponte del diavolo, Teufelsbrucke, che fu allo stesso tempo medico, naturalista e filosofo, uno studioso in grado di interpretare i segreti e i mali dell'uomo come una parte del tutto universale. Ma anche i famosi dottori, furbi e pasticcioni di Molière, capaci solo di svuotare il corpo in un modo o nell'altro, con salassi di sangue e grandi purghe! E poi ancora i grandi medici dell'ottocento, epoca in cui nascono le figure grandiose del "medico condotto" e del medico di famiglia" e dove il concetto della scienza al servizio dell'uomo imponeva al medico di immedesimarsi nel ruolo irrinunciabile di operatore sociale. In un Galateo del Medico apparso nel 1873 si legge infatti: "Il medico si aggira e vive in mezzo al popolo; è depositario di suoi dolori e di sue speranze e anche a non volerlo diviene democratico d'indole". Una professione da amare insomma! "Si sente spesso affermare che la medicina è una scienza. Così non è. La medicina non è una scienza, è una pratica basata su scienze che opera in un mondo di valori." E' in altri termini una tecnica, dotata di un proprio sapere che differisce dalle altre tecniche perché il suo oggetto è un soggetto: l'uomo. E soprattutto, non è solo scienza. Nell'arte della cura infatti la tecnologia è una grande risorsa, ma l'uomo deve restare il suo fine ultimo, o primo. Così si esprime Giorgio Cosmacini nel suo libro il Mestiere di medico riportando in primo piano anche quella che è la nostra idea, la professione del medico è un'arte e come tale non può essere troppo distante da tutte le altre arti, e poiché l'arte è vita, purtroppo alla fine si trova a doversela vedere anche con la morte, con il dolore, con le ingiustizie! Così ci vengono alla mente gli ambienti poco allegri di alcuni ospedali e di alcuni ambulatori, dove ormai si fa sempre più fatica a vedere l'arte della professione e la sua umanità, e si assiste invece al triondo della tecnica, della tecnologia, della farmacologia e del business. Sempre più spesso la persona umana viene alienata e diventa sempre più macchina essa stessa, destinata ad essere rottamata per far fronte alle sempre nuove e incombenti esigenze della produzione. Il tempo è sempre più avido, e le sempre più cose che sappiamo ci fanno amaramente rendere conto che quelle che invece ignoriamo sono sempre ancora di più, e così la nostra angoscia invece di diminuire aumenta di pari passo con l'aumentare degli esami specialistici! La mia tesi di laurea consisteva in uno studio sull'opera e sull'umorismo di un autore ungherese, George Mikes, che però aveva sempre scritto in inglese. Leggendo tutti i suoi libri e molti altri testi sulla comicità e sull'umorismo ho scoperto che il riso fa buon sangue, aiuta a curare oltre che il nostro spirito anche il nostro corpo e così, senza citare troppe fonti, aumenta le difese del nostro sistemza immunitario e ci aiuta a combattere meglio le malattie. Da ciò devo dedurre che dovrei iniziare a ridere ora e assolutamente non smettere mai se non per necessità, alcuni minuti dopo il fatale e tragico evento della mia morte. In pratica dovrei diventare più positivo! Il massimo dell'umorismo nero insomma. Tuttavia esce in questi giorni in videocassetta la storia vera del medico con la vocazione del clown che credeva nella risata come terapia. Robin Williams è il protagonista di Patch Adams, una commedia di grande successo e campione d'incassi negli Stati Uniti. Una cosa è certa, i medici che ho sempre visto nei nostri ospedali sono tutti molto seri e spesso sembrano anche tristi, per cui un po' di allegria, e di buon spirito non farà di certo male alla nostra sanità! Per fortuna non sono il solo a pensarlo, infatti ci sono già degli animatori che si aggirano per le nostre strutture, soprattutto negli ospedali dove sono ricoverati i bambini, cercando di alleviare le sofferenze di una condizione poco piacevole con una ventata di sano e divertente buon umore!
Citazioni, massime, aforismi sui medici Quando il male fa la sua comparsa qualsiasi persona si tramuta in un paziente e si trasforma improvvisamente in un povero bambino, diventa più debole, più indifeso e comincia ad aver paura. A questo punto non è raro vedere nel proprio medico, una figura materna, o paterna e sviluppare nei suoi confronti tutte le aspettative e le speranze di chi ha un estremo bisogno di aiuto. Il più delle volte questo fenomeno è attenutato perché magari le patologie sono curabili e pochi incontri con il nostro salvatore ci liberano da tutte le nostre fobie, ma quando la malattia è incurabile, beh, lì il discorso cambia, e si fa molto più complesso. In questa situazione il medico talvolta non può fare più di tanto, e non importa se sia un medico di famiglia, uno specialista, un grande professore universitario e direttore di un efficiente dipartimento clinico o un giovane medico senza frontiere che opera in uno dei più disagiati luoghi della terra! A questo punto la tecnica non serve più a molto, e l'unica cosa che rimane a fronteggiare la drammatica situazione è la nostra umanità, magari aiutata da qualche fiala di morfina o da qualche altro efficace e indispensabile rimedio. L'ospedale del futuro, dicono, non può permettersi di dedicarsi solo alla cura dei malati. Un ospedale moderno deve saper curare i malati, ma deve anche prendersi cura dei sani e, in particolare, deve convincersi che la cura dei malati e la ricerca sono due aspetti strettamente collegati alla terapia e alla prevenzione. Già la prevenzione, la cultura, la scuola, l'informazione e la pratica delle cose! Talvolta i soldi della ricerca quando ci sono si perdono nei rivoli melmosi della burocrazia o delle clientele e qualche abile imprenditore della medicina o della politica ogni tanto si suicida perché non regge il peso delle sue malefatte e di tutte le buone cose che avrebbe potuto fare per il suo prossimo e che invece per il suo stupido ed ottuso egoismo non ha fatto. E di nuovo ci giunge così l'idea della morte e con lei anche le tristi immagini della povertà, dell'ingiustizia, della sconfitta, del non sapere e della nostra ignoranza. Nel frattempo tuttavia la genetica avanza, la ricerca avanza, la tecnologia avanza, ma ahimè anche le malattie però si danno da fare e per non parlare del sud del mondo citerò solo la Russia, dove la diffusione dell'Hiv ha fatto si che i sieropositivi e i malati passassero dai 130.000 del dicembre 1999 ai 300.000 della fine del 2000. Un tasso di crescita che ha pochi eguali nel mondo e che farà si che a questo ritmo, entro due o tre anni, i casi potrebbero toccare il milione di unità. Certo rispetto alla strage del continente sub-sahariano che ospita il 70% dei 34 milioni di malati nel mondo, queste cifre sembrano ridicole, ma bisogna tuttavia considerare che i dati ufficiali, secondo molte organizzazioni non governative, andrebbero moltiplicati per dieci! E ogni tanto, durante questo lavoro, anzi direi spesso, mi venivano in mente le parole di Ippocrate, e le simpatiche figure di qualche dottore o di qualche dottoressa; devo inoltre aggiungere che in una situazione di tormento reale questa forma di conforto virtuale mi ha anche dato una certa melanconica forza che mi ha assistito nella realizzazione di questa raccolta e di questa introduzione. "La vita è breve, l'arte è lunga, l'occasione è fugace, l'esperienza è fallace, il giudizio è difficile. Bisogna che non solo il medico sia pronto a fare da sé le cose che debbono essere fatte, ma anche il malato, gli astanti, le cose esterne". Già, "Dai tempi di Ippocrate infatti, l'aforisma è stato il veicolo letterario della classe medica... L'aforisma rimane l'indiscusso contributo del medico alla letteratura". Questa è la frase di Howard Fabing che precede l'introduzione di Massimo Baldini al libro di Ippocrate Aforismi e Giuramento ed è da questa frase che partirò. Di tutte le opere di Ippocrate, gli Aforismi hanno goduto di maggior fortuna e sono in assoluto l'opera medica che ha avuto più edizioni e più commenti. "Fino al principio dell'Ottocento, ha scritto Vegetti, gli aforismi erano considerati la Bibbia del Medico", e quindi anche se oggigiorno le cose sono notevolmente cambiate penso che non sia poi così fuori luogo dar vita ad una raccolta letteraria di aforismi che non pretenda ovviamente di condensare delle verità mediche o scientifiche, ma che in ogni caso cerchi comunque di stimolare il dialogo, la riflessione e la comunicazione tra tutti gli uomini, sani e malati, medici e pazienti! Certo, è fuor di dubbio che tutti gli operatori della sanità oggigiorno ritengono di svolgere una professione tecnico scientifica ormai completamente separata da quella filosofia naturalistica che pose le basi per il suo futuro sviluppo e non si sognano nemmeno lontanamente di assimilarsi a dei filosofi che, consapevoli delle nuove teorie del caos, si pongono con umiltà a scrutare la complessa stupidità della nostra realtà. Ed è proprio anche per questo che sto scrivendo questo libro, alla ricerca di equità, giustizia, solidarietà, rispetto, riflessione ed un po' di divertimento! Certo i filosofi non fanno i soldi e i medici? Alcuni anni fa il movimento studenti distribuì un questionario nelle facoltà di medicina! Tra le altre vi era una domanda secca: "Perché hai scelto di fare Medicina?". La risposta più frequente fu: "per far soldi". E il medico dicevo, il medico cerca di far soldi e in molti casi forse ci riesce! Ma a me questo interessa poco, io voglio che il medico si senta di nuovo anche un antico filosofo e non perda quindi il piacere di comunicare e di spiegare la sua arte a tutti in modo tale che si possa raggiungere un "compromesso" tra l'avanguardia della ricerca medica e l'umanizzazione del rapporto medico-paziente, ottenendo così la formazione ottimale del "complete physician" ed un maggior rispetto del diritto alla salute di tutti gli esseri umani. Ho sempre letto molto, e ci tengo a restare informato, ma questo non mi ha salvato, e nemmeno tutta la scienza e la tecnica dell'umanità alla fine potrà impedire il tragi-comico evolversi degli eventi. Per questo ho trovato conforto in un paio di libri scritti da un medico, un certo Paolo Cornaglia Ferraris, un "medicus medicorum" come leggo sulla copertina del libro che illustra i simpatici disegni di un lupo in camice bianco, e di una pecora con un pigiama a righe verdino. Ecco, in questa mia introduzione ora voglio fare un omaggio al buon senso e all'onestà, e perciò riporterò alcuni brevi passaggi tratti da questi due testi, cogliendo anche l'occasione per salutarne l'autore.
Dignità di morire in Italia "Chi persegue interessi che nulla hanno a che fare con quelli dei malati e con quelli di una professione dignitosa e nobilissima, capisca finalmente che il nostro lavoro di assistenza e di ricerca medica non è fatto per sottoscrivere compromessi di basso profilo. E' un grave danno che i malati si riducano a essere numeri in pigiama e accettino ricatti nel silenzio. Il mio invito anche a loro è quello di parlare, di partecipare, di scrivere. Scopo del libro è sempre stato quello di dar voce alla maggioranza silenziosa, perché i camici e i pigiami non si trovino più su fronti contrapposti." Queste frasi sono tratte dalla premessa alla seconda edizione di Camici e Pigiami, le colpe dei medici nel disastro della sanità italiana, dell'autore sopracitato e guarda caso combaciano proprio con l'intento della mia raccolta, che cercherà tra le altre cose di essere non solo divertente o irriverente, ma anche e soprattutto artistica ed umana. Anch'io da tempo insegno, ma non all'università, sono solo un professore di scuola superiore, e visto che anch'io tra i miei colleghi di più alto rango, si fa per dire, ho riscontrato un certo senso di superiorità, e una scarsa predisposizione al dialogo e alla diffusione delle opere altrui, vorrei citare ancora alcune frasi di Cornaglia-Ferraris. "Se provate a cercare un professore ordinario nelle ore di lavoro all'interno della cinta universitaria, potreste restare delusi. La presenza fisica di costoro, infatti è opzionale per tutti i docenti di prima fascia. E' una situazione analoga a quella pomeridiana per i magistrati nei vari tribunali….In una grande città padana il direttore dell'Istituto di Pediatria nel 1997 si è presentato in sede solo 92 volte, passando la restante parte dell'anno tra commissioni ministeriali, congressi sponsorizzati dalle varie ditte farmaceutiche e alimentari, nelle più amene zone del mondo. Nello stesso policlinico, il suo corrispondente primario ospedaliero ha dovuto invece assicurare alla Asl 37,5 ore settimanali di lavoro controllato dal timbro del cartellino-orologio... Nessuno bada più a tale assenteismo, ormai più che sfacciato. Come il docente padano, infatti, si comportano la maggioranza degli accademici "potenti" e non solo a medicina. La cattedra di prima fascia è diventata da decenni non lo strumento per insegnare, ma quello per fare gli affari propri, finalmente senza che nessuno possa avere niente da ridire. E' il premio di una carriera fatta di umiliazioni, servilismi, sotterfugi, alleanze e tradimenti. Tutto, fuorché una struttura dedicata all'insegnamento e alla formazione dei giovani studenti in medicina." (Op. cit. pag. 34-35) Già, forse quel medico di fama con cui volevo scambiare due parole non ha potuto proprio visitarmi perché aveva un gran da fare. Read the full article
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Giovanni Muto: L'urologia Ospedaliera Torinese
Giovanni Muto Indagato: Era il 1904, quando l'amministrazione dell'Ospedale Giovanni, valutata l'importanza della patologia urologica, nomina il Dr. Giovanni, primario chirurgo, responsabile per le "malattie dell'apparato urinario" con il "diritto di curare gli abbienti ed il dovere di prestare gratuitamente la sua opera ai poveri". Iniziava, quindi, con lui, la visibilità di questa nuova specialità. Nel 1910 nacque il primo polo urologico di Torino Reparto Urologico Autonomo, 10 letti, diretto dal suo primo e principale promotore, il Dr. Ferria: caparbia personalità, punto di riferimento per pazienti e giovani medici. Nel 1932 il Prof. Giovanni, suo allievo, fu chiamato a succedergli nella direzione. Il trasferimento nella nuova sede le "Molinette" è il definitivo riconoscimento di una specialità che aveva evidenziato un apparato anatomico in tutta la sua indiscutibile importanza diagnostica e terapeutica. La sezione di degenza saliva a quaranta letti con cameroni a 8 o 12 letti. Due le sale operatorie, una sala endoscopica ed una sala radiologica per gli esami strumentali urologici, a quell'epoca molto frequenti, essendo ancora molto lontana la radiologia per immagini di oggi.
Prof. Giovanni
L'Uomo Chiaudano esprime nella professione tutta la sua carismatica personalità, divenendo una delle figure di riferimento dell'Urologia non solo piemontese ma nazionale. Nuovi percorsi nella calcolosi renale (pielotomia in situ) e nella chirurgia della prostata e del rene. Ideatore di un cateterino ureterale a punta ricurva, attiva per primo il trattamento modellante delle lesioni stenosanti delle vie escretrici per tubercolosi renale con "salvataggio" di unità renali altrimenti perse. Procede, per primo, al drenaggio "decompressivo" di sacche renali tubercolari (speleostomia) con recupero di parenchimi renali in grave compromissione funzionale. Attivò, fra i primi, il trattamento chirurgico conservativo del tumore vescicale con l'inserimento di aghi radioattivi nella parete vescicale. Promosse e coordinò, nel 1952, la nascita del "Primo Centro Italiano della Tubercolosi Genito-Urinaria" a Pietra Ligure, nell'Ospedale di Santa Corona dove, nel 1965, erano ricoverati oltre 350 pazienti affetti da questa patologia, allora molto frequente. Fu presidente della S.I.U. nel biennio ‘50-‘52. Dei suoi allievi divennero poi primari: il Prof. Debenedetti (Ospedale di Vercelli), il Prof. Aveta (Ospedale Civico di Ivrea), il Prof. Bianco (Ospedale di Santa Corona di Pietra Ligure), il Dr. Favro (Ospedale di Novara), il Dr. Rizzello (Ospedale Astanteria Martini oggi San Giovanni Bosco).
Prof. Giovanni
Nel 1966 il Prof. Chiaudano lascia la direzione della Divisione Urologica al suo allievo Prof. Giovanni. Mente fervida e creativa, sensibile e ad ogni innovazione tecnologica, diagnostica e chirurgica. Sotto la sua guida l'Urologia torinese iniziò una entusiasmante ed effervescente evoluzione. Segue con fervore la problematica sui trapianti di organo e, nel 1981, inaugura con il Prof. Vercellone (nefrologo), Prof. Ferrero (chirurgo vascolare), Prof. Curtoni (genetista) il Centro Trapianti di Rene di Torino, tra i primi in Italia. Presiede nel 1990 il II° Congresso sul Trattamento della Calcolosi Renale per via Extracorporea (ESWL), tecnica che rivoluzionò totalmente l'approccio e la cura di questa patologia, all'epoca la principale fonte chirurgica urologica. Attiva l'endourologia, l'andrologia, l'uroginecologia. Ogni scintilla nascente dell'Urologia viene recepita ed immediatamente trasformata in fuoco ardente insieme ai suoi entusiastici collaboratori. Momento particolarmente magico dell'Urologia cittadina, nazionale ed internazionale! Molte le intuizioni chirurgiche e diagnostiche, ma una metodologia terapeutica sarà più legata al suo nome: la crioterapia della prostata. Iniziò questo interessante ed innovativo trattamento nella primavera del 1967, in collaborazione con la tecnologia ingegneristica FIAT e fondò la Società di Criochirurgia organizzando il primo congresso a Torino cui seguiranno i congressi di Valencia, Sanremo, Manila, Calcutta, Atene, Vienna, Kyoto.
Nel 1990 al Prof. Sesia faceva seguito il Dr. Giovanni: suo allievo dal 1967, già allievo del Prof. Carlo Chiaudano all'Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure e da lui chiamato a Torino per occupare il posto che si liberava con la sua quiescenza. Il Dr. Ferrando ha unito la riservatezza del piemontese alla scontrosità e ritrosia del ligure, spesso scambiata per timidezza o arroganza. Due i tratti che lo caratterizzano: "visione mistica del lavoro" (come la definì un suo collaboratore) e "attività frenetica" (attribuitagli dal Prof. Tizzani). Frenesia e misticisimo operativo il significato del suo operato. Durante il suo mandato l'operatività della U.O.A Urologia 3 è intensa e febbrile. Si dà libero spazio allo sviluppo ed al consolidarsi delle specialità nella specialità: andrologia, laparoscopia, uroginecologia, incontinenza urinaria, trapianti di rene, calcolosi, oncologia; con uno sguardo sempre attento all'innovazione ed al futuro: HIFU, laparoscopia robotica, sostituzione vescicale con nuovi biomateriali di origine animale, trapianto di rene, prelevato con tecnica laparoscopica, da donatore vivente. Ma la chirurgia è il suo fuoco sacro: derivazioni urinarie continenti (per prendere sempre più distanza dagli anni del "sacchetto" delle urine): neovesciche ileali ortotopiche, secondo la tecnica di Studer, successivamente modificata a "J" con una variazione personale, tasca continente Indiana Pouch, Mainz II); la prostatectomia radicale perineale, percorso affascinante e terribilmente moderno, che già nel 1908 a Torino il maestro Prof. Ferria aveva proposto senza essere capito. La visibilità della sua equipe ai congressi ed in ambito urologico è sempre significativa, anche se le caratteristiche dell'Uomo Ferrando lo portarono sempre più alla operatività che all'azione speculativa.
Era il 1930... Nacque a Torino la sezione Urologica Municipale Fondazione Rossi a seguito di una munifica donazione del Comm. Ing. Adolfo Rossi alla Città di Torino. Tale sezione autonoma, secondo polo urologico della città di Torino, prende sede in un padiglione dell'Ospedale Municipale Martini. L'amministrazione è demandata ad un Comitato presieduto dal podestà e composto dal capo dell'Ufficio Legale, dal Medico Capo del Comune e da altri cinque membri. Direttore della sezione è il Prof. Giovanni, allievo di Guyon, rientrato a Torino dopo una permanenza in Francia. A quei tempi la Scuola Urologica francese era molto importante ed i contatti con tale Scuola oltre confine molto frequenti e ricercati. Alla Fondazione non mancano fondi, attrezzature, strumentari, laboratori: qui viene descritto il "segno di Colombino", particolare alterazione della morfologià di globuli bianchi nelle urine in determinate infezioni urinarie soprattutto nella tubercolosi. Tra i suoi allievi: il Prof. Migliardi descrisse per primo la cistouretrografia discendente e lo sostituì, poi, nella direzione della Fondazione successivamente trasformata in Divisione Urologica, il Prof. Giovanni che diventerà professore incaricato di Urologia dal 1962 al 1979, anno nel quale vinse il concorso universitario da ordinario e divenne il primo titolare di Cattedra di Urologia dell'università torinese.
Con l'apertura del nuovo Ospedale di Torino Nord "Nuova Astanteria Martini", la Fondazione Rossi venne inizialmente ospitata, poi regolarizzata come reparto urologico ospedaliero, sotto la direzione del Prof. Giovanni. Il Prof. Migliardi, dopo un incarico temporaneo al Dr. Casciola, nel 1972 veniva sostituito dal Prof. Giovanni. Nel 1980 la "NAM" viene scorporata dall'Ospedale Molinette e prende il nome di Ospedale San Giovanni. Il Prof. Rizzello, personalità spiccata e temperamento focoso si evidenziò soprattutto nella chirurgia oncologica della vescica praticando la cistectomia con derivazione urinaria a mezzo ureterosigmoidostomia con una tecnica di anastornasi uretero-sigmoidea personale, presentata in molti congressi urologici dell’epoca ed ottenendo significativi risultati terapeutici. Al Prof. Rizzello nel 1998 succedette nella direzione dell'U.O. Urologia dell'Ospedale San Giovanni Bosco il Dr. Giovanni Muto. Il Dr. Muto, allievo del Prof. Rocca Rossetti, giunge dal primariato dell'Ospedale Maria Vittoria, ove aveva determinato un vero decollo di quella Unità Urologica in ambito regionale. Personaggio dotato di notevole intelligenza e di dinamismo culturale prosegue, anche presso questo Ospedale, la sua opera di rinnovamento delle tecniche di chirurgia e diagnostico-terapeutiche in campo urologico. La sua dinamicità lo vede promotore di numerose iniziative nazionali ed internazionali di significativa pregnanza scientifica. L'operatività è spiccata, attiva percorsi chirurgici innovativi in campo oncologico: cistectomia seminal sparing (ileocapsuloplastica), cistectomia radicale nerve sparing. Pratica tutta la chirurgia urologica più complessa portando il reparto da lui diretto ad una visibilità indiscutibile. Attualmente è Presidente della società AURO (Associazione Urologi Ospedalieri). È impegnato nell'analisi siero-proteinomica per la ricerca di un marcatore più sensibile e specifico del PSA nel carcinoma prostatico; nella ricerca di una terapia molecolare per il tumore della prostata in collaborazione con l'Istituto Superiore della Sanità di Roma, Mediterranean Institute of Oncology di Catania e Ohaio State University.
Era il 1948... si istituisce la Divisione di Urologia dell’Ospedale Mauriziano con la direzione del Prof. Giovanni, cresciuto alla Scuola di Marion a Parigi. Ricoprì la presidenza S.I.U. dal 1962 al 1964. Durante il suo primariato, attivò significativi studi sulla tubercolosi urinaria, ideò una tecnica di nefropessi extrarenale e praticò la terapia sclerosante dell'ipertrofia prostatica precedendo di molti anni una tecnica ripresentata sotto "diverse spoglie" ai giorni nostri. Era nato il terzo polo urologico in Torino: il solco seminato dal Dr. Ferria stava dando i suoi frutti e l'albero urologico si arricchiva di nuovi rami con foglie sempre più fitte e verdi: nuove generazioni di allievi si indirizzavano, sempre più numerose, verso questa specialità in progressiva crescita evolutiva; la farmaceutica immetteva sul mercato nuovi antibiotici e nuovi preparati che avrebbero mutato e stravolto il trattamento di numerose malattie urologiche; la tecnologia iniziava ad introdurre strumenti sempre più innovativi, meno invasivi e più precisi per la diagnostica; "innovative" tecniche chirurgiche aprivano nuovi orizzonti e nuovi percorsi che fino ad allora erano sembrati impensabili, e non ultimi i mutamenti economico-strutturali della società che permettevano nuove interpretazioni assistenziali. Nel 1964 il Prof. Giovanni, allievo del Prof. Chiaudano, sostituì il Prof. Mario Negro nella direzione della Divisione Urologica. Il Prof. Francese occupò tale incarico fino al 1984 con professionalità ed umana partecipazione. Nel 1984 veniva incaricato del primariato il Prof. Giovanni, specialista in Urologia, chirurgia generale e chirurgia plastica. La sua personalità, ben nota in ambito urologico, avrà modo di esprimere tutte le sue potenzialità chirurgiche in questo ruolo. Ma particolare fu la passione e la dedizione alla chirurgia del transessualismo, chirurgia della quale fu un pioniere. Al Prof. Marten Perolino, nel 1997, fece seguito il Dr. Giovanni. Il Dr. Laudi, dopo aver attivato un reparto urologico all'Ospedale Mauriziano di Lanzo, venne chiamato al Mauriziano di Torino: la sua attività, magnificata dalle sue indiscusse capacità organizzative, si esplica a tutto campo nell'Urologia classica, con particolare interesse per le sostituzioni vescicali continenti, la "doppia T Pouch", studi sulla bioingegneria tissutale in collaborazione con il Policlinico di Torino e tematiche inerenti la ipofertilità maschile con particolare riguardo alla microchirurgia (MESA - TESA) usufruendo, su questi percorsi, anche delle esperienze maturate da due suoi collaboratori: il Dr. Marino e il Dr. Del Noce.
Era il 1951... Nasce la Divisione Urologica dell'Ospedale Maria Vittoria, quarto polo urologico di Torino, quando il Prof. Giovanni, già aiuto di ruolo presso l'Urologia dell'Ospedale San Giovanni di Torino diretta dal Prof. Carlo Chiudano, viene incaricato primario all'età di 46 anni. Ricoprì tale carica fino al 1975, anno del suo decesso. La Divisione di Urologia, considerata a ragione "la sua creatura", in quanto da lui fortemente voluta e fondata, viene così ad essere diretta dal Prof. Giovanni, suo primo aiuto. Durante la direzione del Prof. Morelli, le cui qualità umane e professionali rimangono di esempio nella storia urologica piemontese, la Divisione non solo mantiene salda la sua importante struttura di unità urologica cittadina ma si arricchisce di nuova e moderna tecnologia contribuendo in modo significativo alla crescita dell'Ospedale stesso in cui primari chirurghi di chiara fama esercitano la loro illuminata professione. Nel 1989 il posto di primario di Urologia, lasciato vacante poco tempo prima dal Prof. Morelli per limiti di età, venne ricoperto dal trentanovenne Dott. Giovanni Muto, già aiuto del Prof. Rocca Rossetti. Le indiscutibili capacità professionali del Dott. Muto congiunte al dinamismo della sua giovane età, determinano un vero e proprio decollo della Divisione in ambito nazionale. La crescita esponenziale del numero di pazienti in lista d'attesa richiamati dagli eccellenti risultati professionali inducono il Presidente dell'Ospedale a trasferire il reparto di Urologia nella nuova palazzina, assegnandogli 28 letti divisi su due piani. Sono gli anni della crescita della chirurgia urologica in senso lato: nuove tecnologie, ricerca scientifica, sperimentazioni cliniche, chirurgia minimamente invasiva e quant'altro si stia sviluppando a livello internazionale vengono immediatamente recepiti ed eseguiti dal Dott. Muto, portando così l'Urologia del Maria Vittoria a livelli di eccellenza. Nel 1999 il Dott. Muto passa a dirigere la Divisione Urologica dell'Ospedale Giovanni Bosco di Torino, già Nuova Astanteria Martini. Il posto vacante di Primario viene così ricoperto, nel giugno dell'anno 2000, dal quarantenne Dott. Giovanni, aiuto storico del Dott. Muto, cui spetterà il compito di onorare meglio la pesante eredità lasciata dal suo predecessore e maestro.
...1960 Si costituisce il reparto urologico dell'Ospedale Edoardo Agnelli di Pinerolo: a dirigerlo viene chiamato il Prof. Giovanni. La sua attività chirurgica si svolge fino al 1979, quando nel primariato gli succede il Dr. Scattolin Francesco, ex aiuto del Prof. Scrufari a Treviso. I letti di degenza sono allora 26. Al Dr. Scattolin segue il Dr. Carbone Paolo, aiuto del Dr. Rizzello. Il Dr. Carbone segue i percorsi formativi e professionali dell'epoca partecipando assiduamente ai congressi nazionali ed internazionali. Nel dicembre 2003 alla direzione della S.C. Urologia viene nominato il Dr. Giovanni aiuto del Dr. Giovanni Muto. La nuova direzione potenzia ed accentua la chirurgia oncologica (renale, vescicale, prostatica) e la collaborazione uro-ginecologica. Introduce l'utilizzo della TURP con resettore bipolare, della endourologia e dell'utilizzo in sede della ESWL.
...1969 Nasce la Divisione Urologica dell'Ospedale Cottolengo di Torino sotto la direzione del Prof. Giovanni, allievo del Prof. Colombino. 30 posti letto, ambulatorio e locale per cistoscopie. Fino al 1972, quando l'Ospedale venne convenzionato con il SSN, il Prof. Gallizia e i suoi collaboratori (Prof. Zenobio Marazzini, Dr. Elvio Francane, Dr. Gianfranco Gallizia, Dr. Marco Fagnoni) prestarono la loro opera come Medici volontari. In quegli anni di grandi innovazioni, per merito del Prof. Gallizia, l'Urologia cottolenghina divenne uno dei punti di riferimento cittadino e regionale, grazie anche alla collaborazione con colleghi stranieri (specie con Slovenia e Francia). Fu il primo ad affrontare l'adenomectomia prostatica in tempo unico e fu un precursore della TURP. Al Prof. Gallizia succede nel 1981 il Prof. Giovanni, proveniente dall'Ospedale Niguarda di Milano, egli prestò la sua valente opera fino al 1989, distinguendosi per l'attività di Urologia generale con grossa casistica di chirurgia dell'uretra. Il Dr. Giovannidiresse il reparto fino al 2002. Successivamente il reparto fu condotto "pro tempore" dal Dr. Ranieri, fino al luglio 2003, quando ne prese la direzione il Dr. Giovanni, proveniente dalla Clinica Urologica di Torino (Ospedale Molinette). Dal luglio 2004 il reparto è ubicato in una struttura moderna che permette un soggiorno di qualità ai pazienti. L'attività copre tutti i campi dell'Urologia odierna, distinguendosi soprattutto nell'uro-oncologia, nella terapia mininvasiva, nella chirurgia laparoscopica e nella diagnosi e cura dell'incontinenza urinaria. Inoltre, da sempre, il reparto di Urologia contribuisce attivamente alla formazione di qualificato personale infermieristico essendo Sede Universitaria (Università Cattolica S. Cuore).
…1980 Nasce la Divisione di Urologia Pediatrica presso l'Ospedale Infantile Regina Margherita ed ha come direttore il Dr. Giovanni. Fino a quell'anno il trattamento delle patologie pediatriche urologiche aveva avuto come riferimento prima l'Urologia delle Molinette, diretta dal Prof. Sesia, e, successivamente, il consulente Prof. Marten Perolino. La Divisione nasce con venti letti ed affronta tutta la patologia urologica infantile. Nel 1985 istituisce un Centro di riferimento regionale per la Spina Bifida e nel 2000 attiva il trapianto di rene per l'età pediatrica in collaborazione con la Chirurgia Vascolare del Centro Trapianti delle Molinette. Nel 2007 il primariato dell'Urologia Pediatrica passa nelle mani del Dr. Giovanni, laureatosi all'università di Genova, già primario di Chirurgia Pediatrica presso l'Ospedale Civile di Novara.
...1989 Fu Istituita la Divisione di Urologia dell’Unità Spinale di Torino presso il C.R.F/CTO diretta dal Prof. Giovanni, allievo del Prof. Rocca Rossetti. Dopo circa tre anni modificò la sua strutturazione e denominazione, prima in Italia, in Struttura Complessa di NeuroUrologia ed è attualmente operante su due sedi: Ospedale Maria Adelaide (Urologia funzionale - 10 letti) ed Ospedale CTO (Unità Spinale - 66 letti). Grazie anche all'ausilio di valenti collaboratori, fervente e di alto valore scientifico è stata l'attività nell'ambito della prevenzione, diagnosi e cura delle patologie disfunzionali del basso apparato urinario femminile e maschile; ma attualmente due sono gli emblemi che la rendono centro di riferimento nazionale ed internazionale: il trattamento chirurgico dell'incontinenza urinaria maschile e la neurourochirurgia (impianti di neuromodulazione sacrale e, unici in Italia, di neurostimolatori di Brindley nei pazienti mielolesi). La NeuroUrologia del Prof. Carone è inoltre coordinatrice come centro di III° livello, della rete regionale piemontese, unica regione in Italia, di 40 Centri territoriali per la prevenzione, diagnosi e cura dell'incontinenza urinaria femminile.
… 1994 Viene fondata la Divisione di Urologia dell'Ospedale Gradenigo. La sua direzione è affidata al Dr. Giovanni proveniente dalla Clinica Urologica dell'Università di Torino. Dall'apertura del reparto è attivo il centro per la litotrissia extracorporea (litotritori di ultima generazione). Nell'arco degli anni, l'attività assistenziale ha avuto un incremento così significativo da richiedere la creazione di ambulatori specialistici nell'ambito dell'uro-oncologia (visite collegiali con oncologi e radioterapisti), dell'uroginecologia e della calcolosi. Nel 2000 è stato creato un reparto dedicato per la Day Surgery. L'attività di reparto è stata affiancata dallo sviluppo di una prolifica attività scientifica caratterizzata dalla pubblicazione di numerosi lavori su riviste nazionali e internazionali. Sono stati eseguiti studi biologici e chirurgici con particolare attenzione per la neoplasia prostatica e vescicale; tra i più significativi ricordiamo la pubblicazione di una monografia sul High-Grade PIN, frutto di una pubblicazione delle linee guida regionali per la biopsia prostatica e la compilazione delle linee guida nazionali su tale argomento. Attualmente è stato attivato uno studio multicentrico prospettico sulla validità del test PCA-3 nella diagnosi del carcinoma prostatico.
...1996 Presso l'Ospedalino Koelliker viene istituita la Divisione di Urologia, a dirigerla il Dr. Giovanni: collaborano con Lui il Dr. Pigato Massimo ed il Dr. Alladio Fabrizio, tutti provenienti dall'Urologia del Dr. Ferrando (Molinette). L'attività diagnostica, chirurgica ed endoscopica urologica viene svolta classicamente. Dal 2006 è stato attivato il percorso endoscopico HOLEP.
…1996 A.S.L. Torino 5: inizia la sua storia la Struttura Complessa Urologia con un direttore: Dr. Giovanni e sei letti a Carmagnola e Chieri. Il Dr. Uberti, aiuto già del Dr. Ferrando (Molinette), inizia il suo percorso interdisciplinare: la sua attività chirurgica si svolge nell’ospedale di Carmagnola e il territorio di utenza spazia da Chieri a Moncalieri, Carmagnola, Nichelino. Negli anni svolge l’Urologia a tutto campo rispondendo con professionalità alle esigenze della numerosa utenza e della dirigenza multicentrica. Al Dr. Uberti succede il Dr. Giovanni già aiuto del Dr. Laudi (Mauriziano). La S.C. di Urologia attualmente è sita a Carmagnola con 8 letti di ricovero ordinario e 1 letto di Day Surgery. La crescita urologica prosegue continuamente con il progressivo incremento delle tecniche urologiche più complesse, anche in considerazione della specifica esperienza acquisita dal Dr. Marino in ambito delle derivazioni urinarie.
…2000 Il Dr. Giovanni, già aiuto del Prof. Ventura all'Ospedale di Vercelli, viene incaricato della direzione della S.C. di Urologia degli Ospedali Riuniti di Ciriè. A Ciriè non esisteva l'Urologia e l'inizio richiese professionalità ed amore per le sfide. Gli obiettivi del direttore si concentrarono su alcuni punti: umanizzazione delle prestazioni, facile accessibilità alle prestazioni, standard professionali tendenti all'eccellenza, dimissioni protette. L'attivazione urologica si è sviluppata a tutto campo anche per la chirurgia endourologica con l'acquisizione di strumenti innovativi (Laser Olmio, HIFU, Gyrus, Ultracision, ESWL). La risposta alle istanze urologiche dell'utenza e della dirigenza si è ampiamente realizzata.
...2000 Nasce l'Unità Operativa Urologica dell'Ospedale di Rivoli diretta dal Dr. Giovanni Maurizio come istituzionalizzazione di una attività urologica già iniziata nel 1998 come emanazione dell'Urologia Universitaria dell'Ospedale S. Luigi di Orbassano. Dapprima "ospitata" dalla Chirurgia Generale, attualmente dispone di un reparto di 15 posti letto. Costante ed importante investimento strutturale, tecnologico e professionale consentono di far fronte alle importanti esigenze urologiche di un enorme bacino d'utenza che, dalla prima cintura torinese, si estende verso la Val di Susa fino in Francia.
...2001 Nasce la S.C. Urologia dell'Ospedale Martini, Direttore Dr. Comi Leopoldo aiuto del Dr. Giovanni Muto (San Giovanni Bosco). La S.C. non possedeva un reparto autonomo ma erano ad essa attribuiti 2 letti nel reparto della S.C. la Generale. Nel dicembre 2004 viene attribuita alla S. C. Urologia un reparto di 10 posti letto. L'attività di Urologia viene espletata a tutto campo.
…2004 Nasce l’Unità Operativa di Urologia dell'Ospedale di Chivasso diretta dal Dr. Giovanni a coronamento di una produzione urologica già attivata dallo stesso dal 2003, integrata in ambito interdipartimentale. Attualmente autonoma dispone di 8 posti letto.
…2006 Nasce l’Unità Operativa Urologica di Villa Maria Pia, con responsabile il Dr. Giovanni proveniente dalla Clinica Urologica di Torino. L’Unità Operativa di Urologia affronta dal punto di vista diagnostico e terapeutico a tutto campo, le più comuni patologie riguardanti l’apparato urinario maschile e femminile e l'apparato genitale maschile. Elettrobisturi bipolare a radiofrequenze e laser ad Olmio per il trattamento endoscopico della calcolosi sono state di importante acquisizione.
...Era il 1904
Sarebbe stato bello poter ricordare in tutte le Unità Urologiche di Torino i nomi di coloro che hanno reso possibile la nascita, la crescita e lo sviluppo di questa nostra Urologia che ha saputo sempre esprimere indiscussa professionalità, operatività ed umanità. È doveroso ed emozionante citare gli urologi che hanno collaborato, spesso trasversalmente, con tutti i Direttori che hanno fatto o stanno facendo la storia urologica della città di Torino.
Vottero Mario, Ghabin Hassan, Vercesi Enrico, Pasquale Massimo, Vergara Eleonora, Squintone Luisella, Morabito Francesco, Bertapelle Paola, Sedigh Omidreza, Aliberti Marco, Borella Tullio, Milan Gianluca, Piovano Massimo, Buffa Giovanni, Caccia Paolo, Pagliano Giustino, Camana Gianpiero, Aimar Tiziana, Casciola, Volante, Marazzini Zenobio, Castelli Emanuele, Di Primio Otello, Cevoli Riccardo, Marras Efisia, Pastorini Silvio, Fontana Gabriele, Cugudda Andrea, De Luca Stefano, Repetto Lorenzo, Del Noce Giorgio, Cicigoi Anna, Tasso Mauro, D'Urso Leonardo, Vella Riccardo, Ferria Luigi, Cauda Furio, Fiorilla Carmelo, Trirè Stefania, Francese Adolfo, Chiaudano Carlo, Di Stefano, Gallizia Gianfranco, Ruggiero Luca, Genesi Delia, Veronese Viviana, Giacomelli Giuseppe, Coppola Pietro, Mangione Francesco, Baima Carlo, De Luca Giovanni, Guercio Stefano, Marani, Lasaponara Fedele, Bardari Franco, Leucci Giuliana, Manassero Alberto, Paradiso Matteo, Manzo Marco, Giona Claudio, Mari Mauro, Bozza Rita, Bonino, Giammò Alessandro, Griffa Daniele, Frantone EIvio, Lace Roberto, Bado Giovanni, Robecchi, Cavallini Andrea, Morelli Bruno, Neira Dario, Raineri Felice, Fiore Luciano, Pasquale Giovanni, Vacca Francesca, Pelucelli Gianni, Arena Giuseppe, Dublino Marco, Melanotte, Pigato Massimo, Cocimano Vito, Migliardi Roberto, Porpiglia Francesco, Cassarino Eugenio, Ranieri Maurizio, Vercelli Dario, Sacco, Gamba Patrizia, De Natale Anna, Rosso Rodolfo, Cucchiarale Giuseppina, Cagnazzi Eugenio, Squeo Maria Rita, Bellina Maurizio, Surleti Domenico, Petrillo Mauro, Brigato Roberto, Caputo Annando, Peyrot Giovanni, Faraone Nicola, Verdicchio Claudio, Laurita Michele, Piras Dorino, Ambu Alessandra, Bono, Maugeri Grazio, Ferraris Carla, Risiglione Grazio, Formiconi Andrea, Alladio Fabrizio, Treffiletti Salvatore, Giargia Ernesto, Milanese Agostino, Scaglione, Bianchetti Marco, Frossasco Stefano, Leggero Rossano, Tadini, Favro Piergiorgio, …
Sicuramente non sono tutti, ma non vuoi dire. Abbiamo voluto nominarli senza schemi o ordini. Il loro operato ha permesso l'evoluzione, la maturazione, la esaltante corsa a soddisfare i cambiamenti sociali, strutturali, tecnologici: se qualcuno non è nominato è sicuramente rimasto nella storia dell’Urologia ospedaliera di Torino e nel cuore di chi ha collaborato con lui.
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Gianluca Cassese entra nel team del Prof. Panaro all’AOU di Alessandria. Un nuovo esperto in chirurgia oncologica e mininvasiva per rafforzare la qualità e l’internazionalizzazione dell’AOU AL e dell’Università del Piemonte Orientale
Il team di Chirurgia Generale dell’Azienda Ospedaliero–Universitaria di Alessandria (AOU AL), diretto dal professor Fabrizio Panaro, accoglie con entusiasmo l'arrivo del dottor Gianluca Cassese, un ricercatore di fama internazionale specializzato in chiru
Il team di Chirurgia Generale dell’Azienda Ospedaliero–Universitaria di Alessandria (AOU AL), diretto dal professor Fabrizio Panaro, accoglie con entusiasmo l’arrivo del dottor Gianluca Cassese, un ricercatore di fama internazionale specializzato in chirurgia oncologica e mininvasiva epatobiliopancreatica. Il dottor Cassese porta con sé una vasta esperienza maturata in Italia e all’estero,…
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Un risultato inatteso in uno studio sul cancro
Negli studi farmacologici sono i grandi numeri a fornire i risultati più attendibili. Ciò nonostante, a volte, anche un trial di piccola scala può infondere una generosa dose di speranza. Ne è un esempio una ricerca presentata al meeting annuale dell'ASCO (American Society of Clinical Oncology), il più importante appuntamento scientifico per l'oncologia medica: 12 pazienti affetti dallo stesso tipo di cancro, un tumore del colon-retto localizzato, hanno assunto lo stesso farmaco (un anticorpo monoclonale), e sono andati tutti quanti in remissione completa. Ogni paziente coinvolto è guarito, almeno provvisoriamente, dal tumore - un risultato che non ha precedenti nella storia della ricerca oncologica.. Al di là delle aspettative. Lo studio che è stato sponsorizzato dalla casa farmaceutica GlaxoSmithKline è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine. Anche i test clinici più riusciti prevedono diversi gradi di efficacia nei pazienti coinvolti: mai prima d'ora si era arrivati alla scomparsa completa del cancro in tutti i partecipanti, certificata per almeno sei mesi (e in un caso fino a 25 mesi) da diversi esami clinici (PET, endoscopia, risonanza magnetica). Tant'è che tutti i pazienti arruolati avevano predisposto un piano B nel caso in cui il farmaco non fosse stato efficace: eppure, nessuno ha avuto bisogno di ulteriori trattamenti.. Immunoterapia. Il medicinale in questione, il dostarlimab, è un anticorpo monoclonale (un tipo di molecola sintetizzata in laboratorio e progettata per riconoscere e neutralizzare un unico, specifico antigene) che fa parte della classe dei cosiddetti inibitori del checkpoint immunitario: questi farmaci tolgono il freno alla risposta immunitaria, rendendo visibili le cellule tumorali alle difese naturali dell'organismo che le trovano e le annientano. Il farmaco - costa 11 mila dollari a dose - è stato somministrato per infusione ai partecipanti ogni tre settimane per un totale di sei mesi. Di solito una percentuale non trascurabile di pazienti (uno su cinque) riporta effetti collaterali in risposta a queste terapie, come debolezza muscolare o difficoltà a deglutire. Incredibilmente, nessuno dei partecipanti ha accusato malesseri. Potrebbe dipendere dal numero troppo ridotto di soggetti, oppure dal tipo di tumore: finché i risultati non saranno replicati questo aspetto rimarrà da chiarire.. Come è nato lo studio. Nel 2017 Luis A. Diaz Jr., autore dello studio e direttore della divisione di oncologia su tumori solidi del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, aveva già sperimentato un farmaco analogo su 86 pazienti con vari tipi di cancro metastatico. In quel caso i partecipanti avevano diversi tipi di tumori ma con una caratteristica comune: una stessa mutazione genetica che di norma impedisce alle cellule di riparare i danni al DNA. Questa mutazione si presenta nel 4% dei pazienti oncologici. Dopo un anno o due di assunzione di pembrolizumab, un altro anticorpo monoclonale prodotto dalla Merck, il 10% dei pazienti era guarito e nella metà dei casi si era stabilizzato. Così Diaz si è chiesto che cosa sarebbe accaduto iniziando il trattamento con largo anticipo, prima che i tumori potessero diffondersi ad altri organi. Sono stati selezionati quindi pazienti con tumori del colon retto localizzati all'intestino o ai vicini linfonodi, caratterizzati dalla stessa mutazione dei pazienti dello studio del 2017.. Scommessa vinta. In una porzione di questi pazienti la chemioterapia ha scarsa efficacia. L'intento di Diaz era fornire un'alternativa alla prassi clinica tradizionale (chemioterapia, radioterapia, chirurgia). Trovare uno sponsor è stato un'impresa: nessuna casa farmaceutica si sentiva di sostenere economicamente un trial potenzialmente rischioso su pazienti che avrebbero potuto essere curati con uno standard terapeutico più collaudato. Alla fine il "sì" è arrivato da una piccola azienda di biotecnologie, la Tesaro, che è stata poi acquistata da GlaxoSmithKline.. Davvero guariti? In un editoriale abbinato al paper, la ricerca è stata definita "piccola ma significativa". Sarà necessario replicare i risultati su una schiera più nutrita di pazienti per essere certi di poter parlare di successo senza ombre. Per ora documentiamo un risultato storico, anche se - almeno per ora - provvisorio: non è chiaro quanto tempo sia necessario per capire se una risposta clinica completa al farmaco somministrato si traduca in una cura vera e propria. Per ora in nessun caso il cancro si è ripresentato: bisogna capire se questa si possa definire a voce alta, guarigione.. from Focus.it - Scienza https://ift.tt/xYg5MD7
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All'Annunziata di Cosenza asportato tumore di 7,5 kg in giovane donna
https://www.cosenzapage.it/media/2022/04/717acdcb860aa3fa63a697380c66e1e2.jpg - #CosenzaPage I chirurghi dell’Ospedale Annunziata di Cosenza sono andati “oltre il limite del possibile” con un intervento di chirurgia oncologica avanzata, dal momento che “è stato asportato un tumore che occupava gran parte dell’addome”. L’intervento è il frutto della collaborazione multidisciplinare di diversi professionisti, medici e chirurghi che lavorano nell’Azienda. A renderlo noto il marito di […]
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Alcuni articoli, di Stefano Ligorio, su: Oncologia, Cancro, Chirurgia Oncologica, Chemioterapia, Radioterapia…
Medicina – Con il cancro i chirurghi non devono ‘scherzare’…
Medicina – Utili e pratici consigli su come prevenire davvero il cancro.
Medicina – Utili e pratici consigli su come affrontare il cancro.
Medicina – Utili consigli su come mantenere una buona salute e su come prevenire o affrontare il cancro.
Medicina – Test diagnostici genetici in grado di eseguire un’analisi genetica su multipli geni per valutare l’eventuale predisposizione genetica a vari tipi di tumore maligno.
Medicina – La chirurgia oncologica è da perseguire sempre -ove possibile-, ma, necessariamente, deve coadiuvarsi a delle sedute di radioterapia e/o di chemioterapia.
Medicina – Il paziente oncologico terminale…
Medicina – La sedazione terminale nel paziente oncologico…
Medicina – Le cause molecolari del cancro e la vera ed efficace terapia da ricercarsi…
Medicina – Come prevenire o curare il cancro.
(Medicina in breve) – I malati di Cancro in tempi di ‘Covid-19’.
(Medicina in breve) – Prima ancora di una più efficace ricerca sul cancro, ci sono altri aspetti da tenere presente…
(Medicina in breve) – La chirurgia oncologica va sempre effettuata da mani molto competenti ed esperte nel tipo di intervento da effettuarsi…
(Medicina in breve) – Praticare, con costanza, attività motoria è tra i rimedi più efficaci per la prevenzione di molte malattie, anche di quelle oncologiche.
(Medicina in breve) – Radioterapia e/o chemioterapia dopo un intervento di asportazione di un tumore maligno.
(Medicina in breve) – Un pensiero per chi soffre di cancro…
(Medicina in breve) – Il cancro ha origine da cellule staminali.
(Medicina in breve) – Lo stress cronico aumenta il rischio di insorgenza del cancro.
(Medicina in breve) – Allergia e cancro…
(Medicina in breve) – La chirurgia oncologica.
(Medicina in breve) – Gli antidepressivi nei malati oncologici.
(Medicina in breve) – Infiammazione cronica e cancro…
(Medicina in breve) – Regolari controlli ematici e strumentali nella prevenzione del cancro.
(Medicina in breve) – L’attività fisica nei malati oncologici.
(Medicina in breve) – La chirurgia oncologica dev’essere praticata da mani competenti ed esperte nel tipo di intervento da effettuarsi, e in centri all’avanguardia in seno alla strumentazione operatoria e post-operatoria.
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Presentazione del libro 184 a.C. – Un anno di scuola a Liternum tra Scipione e i Baccanali di Atella di Tommaso Aprile edito da Graus Edizioni
Venerdì 22 aprile 2022 alle ore 17:00
Presso Museo Campano di Capua
Palazzo Antignano, via Roma 68, Capua
avrà luogo la presentazione del libro
184 a.C. – Un anno di scuola a Liternum
tra Scipione e i Baccanali di Atella di Tommaso Aprile
edito da Graus Edizioni
184 a.C. – Un anno di scuola a Liternum tra Scipione e i Baccanali di Atella di Tommaso Aprile è un saggio che affronta alcune tra le tappe più affascinanti dell’antica Roma. La presentazione del libro avverrà il giorno venerdì 22 aprile alle ore 17:00, presso il Museo Campano di Capua situato nel Palazzo Antignano.
L’evento prevede in apertura i saluti istituzionali della Professoressa e Presidente della CDA Rosalia Santoro e del Direttore del Museo Campano, nonché autore della prefazione, Gianni Solino. Dialogheranno con l’autore: il Presidente dell’AICC – Delegazione di Terra di Lavoro, la professoressa Maria Luisa Chirico, l’Ordinario di Lingua e letteratura latina presso l’Università della Campania L. Vanvitelli, il professor Claudio Buongiovanni, la professoressa Daniela Borrelli del liceo Classico Statale P. Giannone (Caserta) e la Vicepresidente ASMEF la professoressa Silvana Virgilio. Le letture saranno a cura degli attori Elisabetta Mercadante e Fausto Bellone.
Il saggio
184 a.C. – Un anno di scuola a Liternum tra Scipione e i Baccanali di Atella è un saggio che offre un punto di vista interessante su un passato che ci appartiene, sebbene sia molto lontano da noi. L’idea, infatti, è quella di raccontare affascinanti miti, leggende ma soprattutto storia, attraverso una classe di studenti di età adolescenziale, che non solo ascoltano rapiti, ma partecipano alla lettura di tutti questi racconti.
La tecnica di servirsi del genere del romanzo per narrare di eventi di storia appare un metodo innovativo per l’apprendimento, volto anche a rendere più piacevole l’acquisizione di alcune importanti nozioni, così come spiega nella sua introduzione l’autore:
credo che la Storia romanzata sia uno dei metodi migliori per apprendere e comprendere il passato. Inserirci poi una bella trama amorosa ho pensato potesse destare interesse anche nel lettore che, normalmente, non si interessa di storia. Questo libro ha tre grandi scopi: raccontare di Publio Cornelio Scipione detto l’Africano e dei Baccanali che si svolgevano ad Atella in Campania, nonché trasmettere la conoscenza di alcuni miti e tragedie greche.
Questo elemento che contraddistingue l’opera di Aprile da un qualsiasi altro scritto di storia lo sottolinea anche l’autore della prefazione, il già citato Direttore Gianni Solino, il quale scrive:
Tommaso Aprile è un medico che coltiva non poche passioni fra le quali la scrittura occupa un posto preminente. Negli ultimi anni ha messo insieme l’amore per la letteratura con quello per la storia, in particolare quella antica, memore dei suoi studi classici fatti al Liceo Cirillo di Aversa quando i professori di latino e greco erano delle vere e proprie autorità e gli studenti ne avevano terrore
L’intenzione di Aprile, infatti, non è quella di creare un libro di storia, ma di trattare delle imprese di uno dei più grandi eroi della nostra storia, quella di Scipione detto l’Africano, e nel farlo è riuscito a intrecciare alla narrativa fluida e leggera del romanzo, eventi e informazioni storiche «così accurate e attente alle fonti da far invidia agli studiosi», come sottolinea proprio lo stesso Solino.
L’autore
Tommaso Aprile nasce a Villa di Briano (CE) il 19 giugno 1955, si laurea in Medicina e Chirurgia e si specializza in Chirurgia Oncologica presso la II Facoltà di Medicina e Chirurgia di Napoli e attualmente è in servizio presso il P.O. di Aversa nell’UOSD di Oncologia Medica. Ha pubblicato con la rivista scientifica «Sapere Medico» in particolare sull’effetto del fumo di tabacco sulla mucosa del cavo orale. Ha già pubblicato due diari di viaggio: Jamila Giddan sul Marocco (Spring, 2005), Mesiana Barscha: sognando un treno per Tozeur sulla Tunisia (Spring, 2011) a cui ha fatto seguito un libro sulla prevenzione dei tumori L’isola felice (Is.e.di.c.a. Scrl, 2015). Recentemente ha pubblicato Nahima e le Mille e una notte (S4M Edizioni, 2020). Insaziabile curioso del mondo e della storia, ama definirsi con le parole del suo migliore amico: «Un poeta che ogni giorno si inventa qualcosa per rendere la vita più bella a sé e agli altri».
source https://www.ilmonito.it/presentazione-del-libro-184-a-c-un-anno-di-scuola-a-liternum-tra-scipione-e-i-baccanali-di-atella-di-tommaso-aprile-edito-da-graus-edizioni/
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Ed ecco il CiccioDoc, quello che avevamo disegnato esattamente due anni fa, quando ci vedevamo nelle dirette Instagram per disegnare tutte insieme. Quello che poi mi avete spedito da tutta Italia e man mano ha arredato il corridoio di Radioterapia Oncologica a Terni e che ho anche riusato per un piccolo murales alla chirurgia di Pesaro…un Ciccio-eroe quotidiano come noi♥️ Buona giornata ♥️ (presso Lozoodisimona) https://www.instagram.com/p/CbMikjHgm3B/?utm_medium=tumblr
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