#welfare italiano
Explore tagged Tumblr posts
Text
Finché lo Stato Italiano continuerà ad avere l'improprio accordo con la chiesa cattolica - una distorsione che fa si che buona parte del nostro welfare, invece di essere investito in servizi pubblici e Ricerca, finisca nelle mani di quel cesso di religione cattolica - anche se le chiese fossero del tutto vuote, il Paese rimane teocratico.
I politici italiani non vogliono smarcarsi dalla fede, perché i finanziamenti pubblici destinati alla chiesa, finiscono in buona parte nelle loro tasche.
#Stato italiano#Italia#improprio accordo#accordo#chiesa#chiesa cattolica#distorsione#welfare italiano#welfare#investire#ricerca scientifica#Ricerca#servizi pubblici#cesso#religione#religione cattolica#chiese vuote#chiese#Paese teocratico#teocrazia#politica#politici italiani#smarcarsi#fede#finanziamenti pubblici#riciclo di denaro
2 notes
·
View notes
Photo

PRIMA PAGINA Il Resto Del Carlino di Oggi venerdì, 21 febbraio 2025
#PrimaPagina#ilrestodelcarlino quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi lino#italiano#nazionale#imola#carla#catturare#welfare#tutti#instant#drinks#trump#condannare#russia#macron#washington#diro#essere#debole#leader#lunedi#kiev
0 notes
Text
C'è una soluzione al problema: 𝘥𝘰𝘷𝘦𝘳𝘪 𝘯𝘦𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘳𝘰𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘥𝘰𝘯𝘯𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘮𝘢𝘯𝘨𝘰𝘯𝘰 𝘪𝘯𝘤𝘪𝘯𝘵𝘦, 𝘢 𝘴𝘰𝘳𝘱𝘳𝘦𝘴𝘢: è necessario, in Italia, che venga adottato un welfare socialdemocratico; il sistema legislativo, attuale, italiano, è patriarcale: il sessismo fondante, riconosce solo la donna come soggetto fragile: questo è il rovescio della medaglia di una pari dignità dei sessi non ancora riconosciuta.
9 notes
·
View notes
Text
NO NON CI PAGHERANNO LE PENSIONI - il basso livello dei redditi medi degli stranieri (13.000€ anno) comporta che non versano imposte e non contribuiscono al sostegno della fiscalità generale.
Inoltre, avendo tipicamente nuclei familiari numerosi (con la possibilità di autocertificare i figli che vivono all’estero, circostanza molto difficile da verificare), ciò consente detrazioni fiscali e la percezione di assegni familiari, l’accesso prioritario rispetto agli italiani a molte integrazioni al reddito, quali i contributi all’affitto, gli alloggi popolari, gli asili nido.
Il che significa una differenza tra quanto versano e quanto usufruiscono per titoli di sanità e di altri servizi e assistenze, con uscite di circa 16 miliardi a carico del bilancio pubblico (...). Da ciò si evince quanto sia falsa e infondata la tesi che “gli immigrati ci pagano le pensioni”, semmai sono un onere rilevante.
Tra l’altro, gli immigrati si avvalgono del diritto di inviare nei loro Paesi di provenienza parte dei guadagni: sono circa 5 miliardi l’anno che non vengono spesi nel territorio italiano e nella sua economia. (...) Inoltre, l’immigrato che fa ritorno nel proprio Paese (...) chiede i trasferimenti dei contributi versati in tale Stato. (...)
Tutte le nazioni del mondo, circa l’ingresso degli immigrati, pretendono il possesso preventivo di un contratto di lavoro: ad esempio Regno Unito, Canada, Usa, Australia (...). Si può aderire online e partecipare a un’intervista o a un colloquio da remoto in videoconferenza. Anche l’Italia ha simili liste quantificate in quote. Come mai coloro che giungono sui barconi, tutti dotati di cellulare, invece di farsi traghettare dalle Ong non accedono alle liste del Ministero Interno e si mettono in contatto con i datori di lavoro, per un colloquio online? Non hanno i requisiti? Allora non possono entrare.
Evidentemente (...) ci sono interessi per favorire l’ingresso illegale di migranti, (...) un sistema di fondi e contributi che arricchiscono organizzazioni e soggetti coinvolti nel miliardario affare della cosiddetta accoglienza (il famoso "business più lucroso del traffico di droga", cit. un protagonista della prima ora, Buzzi)
Solo in Italia si consente l’ingresso di stranieri che non sono in grado di mantenersi ed entrano senza alcun reddito o patrimonio. (...)
(G)li altri Paesi (...) intendono attrarre immigrati che vogliono scambiare lavoro in cambio di una retribuzione, non una immigrazione finalizzata allo sfruttamento dello Stato sociale (...). Senza questa clausola di salvaguardia il Paese si sta trasformando in una sorta di bancomat al servizio delle popolazioni mondiali bisognose, rendendo insostenibile la spesa pubblica, il welfare e l’equilibrio dei conti pubblici.
da https://opinione.it/politica/2023/09/28/elena-vigliano_migranti-pensioni-welfare-contribuenti-reddito/
34 notes
·
View notes
Text
TAGLIAGOLE E STREGONI
Più che mai la parola “incertezza” è usata per definire l’attuale situazione geopolitica.
Il futuro dell’Ucraina è incerto come lo sono i suoi futuri confini. L’unica cosa certa, per il ceto dirigente, è l’amarezza della sconfitta che, per un certo periodo, pareva lontana.
Ormai sono svaniti i sogni della riconquista di Sebastopoli, auspicati a fine 2022 con la vittoriosa offensiva di Kharkiev che venne elogiata da molte testate giornalistiche, nostrane e non, intente a sottolineare l’enorme quantità di terra riconquistata; “quasi 3000 chilometri quadrati!” , veniva ribadito. (1)
Le trattative per porre fine al conflitto ucraino, colme delle “sparate” e degli “show” della politica-spettacolo borghese, non sono che l'ennesima dimostrazione di come ogni alleanza nell’imperialismo sia temporanea e utile solo agli interessi delle potenze coinvolte. Poco importano le belle parole e le dichiarazioni d’amicizia fra popoli; appena gli interessi del capitale muteranno, muteranno anche i proclami dei suoi politicanti.
La reazione Europea mostra tutte le mancanze del progetto imperialista. L’assenza di unica voce per quanto riguarda gli affari esteri si è fatta sentire; il fallimento del summit di Parigi ne è un chiaro esempio. Nessun accordo sulle potenziali truppe europee in territorio Ucraino per garantire una futura pace. Dopo il summit il presidente francese Macron, si è recato a Washington il 24 febbraio ed è stato seguito giovedì 27 dal premier britannico Starmer. I due detentori dell’arma atomica in Europa si sono recati a Washington per tentare di infilare l’Europa nelle trattative proponendo un piano di trentamila Peacekeepers provenienti da tutti e 27 gli stati i quali avranno supporto aereo americano, secondo le prime ipotesi. (2)
Il generale Giorgio Battisti, presidente della Commissione Militare del Comitato Atlantico Italiano, dichiara che il piano proposto risulta possibile. L’operazione sarebbe divisa in tre turni e 30.000 soldati ruoterebbero alla fine di ciascun turno. Dunque in totale servirebbero 90.000-100.000 uomini e se ognuno dei 27, compresa l’Italia, offrisse 5000 uomini, il piano sarebbe fattibile. Alla domanda “è giusto aumentare gli investimenti sulla Difesa?” il generale risponde: “Bisogna raggiungere il 2%,(del Pil; ndr) nessun dubbio. Credo sia ormai una strada aperta.[…]Quasi tutti i paesi europei stanno investendo sulla difesa e se vogliamo essere parte di un’alleanza dobbiamo adeguarci.” (3)
Ovvio, bisogna adeguarsi! Ma con quali soldi?
Prima ipotesi: scorporare le spese militari dal patto di stabilità. In poche parole, Consiglio Europeo permettendo, lasciare che siano i lavoratori a pagare l’austerità su scuole e ospedali in nome della “stabilità economica” mentre contemporaneamente si scaricano su di essi, con tasse e tagli al welfare, i debiti per raggiungere il 2% e andare oltre, fino al 2,5% (+20 miliardi di euro annui) del Pil alla difesa.(4)
Ma i conti resterebbero duri da pareggiare e questo debito dovrà essere ripagato prima o poi.
Ricordiamo il contesto in cui tutte queste spese stanno venendo contratte: una situazione economica a livello nazionale stagnante.
Con 23 mesi di calo a livello nazionale della produzione industriale che si vanno a sommare ad un aumento dei costi dell’elettricità, alla crisi dei settori produttivi europei e alla domanda sempre statica dei mercati interni si è formata una tempesta economica perfetta. (5)
Davanti alla crisi sono le stesse teste pensanti della borghesia ad ammettere l’inutilità dei loro strumenti.
“L’incertezza aumenta, fuori e dentro la Bce. Negli Stati Uniti c’è Trump, in Europa le elezioni tedesche. In un tale scenario, è sempre più urgente che la Bce ci dica quale rotta seguiranno i tassi di interesse nei prossimi mesi.”, dichiarava Donato Masciandaro, professore della facoltà di economia all’università Bocconi e consigliere del ministro dell’economia Giorgetti, al Sole24Ore.(6) L’articolo prosegue parlando di una “vecchia bussola” ormai da riporre nel cassetto. La “tradizionale bussola monetaria, che viene utilizzata per stabilire se un dato livello di tassi sia restrittivo o espansivo” purtroppo “sembra far acqua […] da tutte le parti.”
Questa bussola è il Tasso di interesse naturale ovvero il rendimento reale del capitale calcolato sul lungo periodo e dunque, in teoria, indipendente dai “fenomeni congiunturali, inclusa la politica monetaria”. Esso doveva essere la “stella polare” attorno a cui il banchiere centrale formava la sua politica sui tassi nominali e come la stella polare doveva restare fisso. Come spiega Masciandaro: “Il tasso naturale diventa il trend attorno a cui oscilla verso l’alto o il basso, il tasso reale (per tasso d’interesse reale s’intende, in parole povere, l’interesse calcolato tenendo conto dell’inflazione; ndr). Il banchiere può modificare il tasso reale, non quello naturale così come un comandante di una nave non può modificare il moto della stella polare.” Dunque, dato questo ruolo estremamente importante attribuito a questo Tasso naturale, impiegato da banchieri centrali responsabili per le condizioni di vita di milioni di vite, dovrebbero esserci grandi prove e verifiche che ne confermino l’utilità. Ma qui casca l’asino: “Sistematiche analisi empiriche offrono un risultato che non si può trascurare: dove sia la stella polare e perché si muova non è affatto chiaro.”
E dunque i banchieri della Bce hanno forse intenzione di smettere di utilizzare questa sfera di cristallo? “Nient’affatto. I falchi, pur dovendo ammettere che la bussola è tutt’altro che affidabile, decidono comunque di utilizzarla in modo che definiscono prudenziale, e che invece è strumentale solo all’obiettivo di rallentare fino a fermarla la discesa dei tassi.”
In breve, gli stregoni di Francoforte useranno la loro sfera di cristallo, in maniera “prudenziale”, qualunque cosa quell’aggettivo significhi, per giustificare le loro manovre pregando d’azzeccarci. Il “Tasso naturale” non è altro che il tasso di profitto calcolato sul lungo periodo. In poche parole si afferma che “il tasso di profitto doveva essere la stella polare attorno alla quale il tasso di interesse doveva girare”. Ma se le origini di questo tasso di profitto sono ignote, se non è chiaro il meccanismo di estorsione necessario a produrlo (estorsione del plusvalore) e se non sono chiare le conseguenze di questo meccanismo di estorsione, cardine immutabile del sistema capitalistico, appare ovvio che gli strumenti siano difettosi. Se si vuole conoscere il funzionamento di una bussola non bisogna buttarsi con cieca fiducia nello strumento e seguire l’ago sperando di arrivare a destinazione. Bisogna studiare i motivi per cui l’ago si muove in primo luogo, studiare i campi magnetici ed il geomagnetismo. In questo modo non si corre il rischio di scambiare un magnete vicino alla bussola per il nord.
Ecco cosa ci viene proposto dai rappresentanti borghesi: i signori in divisa dicon che ormai non si può più scappare; bisogna pagare il conto per le armi e, chissà, in un domani anche pagare questo conto con la propria vita dandola per la patria e per i suoi azionisti. Nel frattempo, i signori in giacca e cravatta alzano bandiera bianca dichiarando inutili le loro armi teoriche e si strappano i capelli domandandosi cosa stia andando storto nel migliore dei sistemi possibili.
Tagliagole e stregoni; ecco le figure chiave del capitalismo!
Finché a dominare i rapporti fra gli uomini vi sarà la ricerca di profitto, crisi e *guerra e crisi ne saranno le conseguenze.* Non servono chissà quali magie per poterlo vedere, basta guardare le barbarie nella pacifica Italia: morti sul lavoro, sfruttamento brutale della manodopera immigrata nei settori più pericolosi e massacranti, salari stagnanti da anni, scuole a pezzi e malasanità sono la norma.
Sono la norma in una società divisa in classi aventi interessi inconciliabili: i salariati vendono la forza-lavoro e la vita ed in cambio i borghesi ricevono il profitto.
Le promesse dei riformisti di poter annacquare questa divisione sono menzogne usate per distrarre i lavoratori dal loro nemico di classe e, come dimostrarono anzitutto il 1914 e tutte le successive guerre borghesi poi, per costringerli ad andare in una guerra fratricida in nome degli interessi della classe dominante mascherati dal nome “Patria”. Pensare di poter dettare alla realtà quali leggi seguire, senza analisi alcuna, è infantile illusione. La realtà ha le sue leggi ed esse non si basano sull’eterna e inguaribile perfidia dell’uomo ma su dinamiche sociali legate ad un sistema ben preciso che, così come è sorto, così avrà la sua fine. Una rivoluzione marcò il suo trionfo, una rivoluzione marcherà la sua rovina, o meglio, l’ultima delle infinite rovine da esso create.
Un altro mondo è possibile; lo dimostrarono i lavoratori di Parigi (1871) e più tardi di Pietrogrado (1917). Queste esperienze hanno anche dimostrato che la rottura di queste catene necessitava di un’organizzazione di classe capace sia nel proporre una salda analisi sia nell’organizzare i lavoratori nelle lotte economiche e in un futuro anche nell’assalto finale. Quel partito oggi non c’è; anni di controrivoluzione stalinista hanno avuto il loro peso sull’intera classe operaia e sui organi. Ma finché vi sarà un proletariato e una borghesia su questa Terra l’inarrestabile lotta di classe proseguirà incessante verso la sua conclusione: la rivoluzione comunista o la comune rovina delle classi in lotta.
Contro ogni guerra, contro ogni discriminazione, contro ogni stato; l’ unica parola d'ordine è: viva l’internazionalismo comunista!
FC
2 notes
·
View notes
Text
L’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (OHCHR) ha pubblicato un Rapporto in cui raccomanda innanzitutto agli Stati di “adottare alternative alla criminalizzazione, alla tolleranza zero e all’eliminazione delle droghe, prendendo in considerazione la depenalizzazione dell’uso e una regolamentazione responsabile, per eliminare i profitti del traffico illegale, della criminalità e della violenza”. Un Rapporto definito storico, in quanto denuncia il fallimento delle politiche proibizioniste attuate da oltre un secolo in quasi tutto il pianeta su spinta degli Stati Uniti. Politiche che non sono affatto riuscite a raggiungere l’obiettivo che si erano ufficialmente prefissate, quello di “liberare il mondo dalla droga”, ma hanno di fatto regalato un potere enorme a mafie e cartelli narcotrafficanti in molte parti del mondo.
[...]
L’approccio repressivo applicato alla cosiddetta “guerra alla droga” è fallimentare. A darne conto non sono posizioni ideologiche, ma dati concreti. Sono 296 milioni le persone che, nel 2021, hanno fatto uso di droghe, secondo il World Drug Report del 2023. In riferimento al medesimo anno, i soggetti che hanno sviluppato disturbi legati al consumo di stupefacenti sono 39,5 milioni, con un incremento del 45% negli ultimi 10 anni. Parallelamente, il progressivo smantellamento dei sistemi di welfare ha detto sì che, nonostante le persone con problemi di dipendenze abbiano diritto all’assistenza medica, tale necessità sia largamente disattesa. Sempre nel 2021, solamente una persona su 5 ha ricevuto i trattamenti necessari per far fronte alla propria dipendenza. Come conseguenza, oltre 600 mila persone ogni anno muoiono per cause legate al consumo di droga (tra queste: contagio da epatite virale o HIV, overdose e altri incidenti di varia natura).
Parallelamente, aumenta a dismisura il numero delle persone incarcerate per reati di droga: nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di consumatori, l’ultimo anello della catena del mercato della droga, pescati dalle forze dell’ordine con qualche grammo di troppo in tasca. Un dato che contribuisce direttamente al problema del sovraffollamento nelle carceri: solamente in Italia, il 34% dei detenuti entra in carcere per possesso di droga. Quasi il doppio della media del resto dei Paesi europei, che si attesta intorno al 18%. Di fatto, un terzo dei reclusi si trova dietro le sbarre per il solo art. 73 del Testo Unico in materia di stupefacenti e sostanze psicotrope. Senza detenuti per art. 73, in Italia non vi sarebbe sovraffollamento nelle carceri. Il Comitato per i Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite (CESCR) aveva d’altronde espresso preoccupazione per “l’approccio italiano che punisce il consumo di droghe”, a fronte dell'”insufficiente disponibilità di programmi di riduzione del danno”.
Un approccio repressivo di questo tipo, che l’Italia sposa in pieno (ma non è l’unica), spinge la “guerra alla droga” sul piano della “guerra alle persone”, come scritto dal Rapporto ONU. Il suo impatto, infatti, è “spesso maggiore su coloro che sono poveri”, oltre a sovrapporsi alla “discriminazione nei controlli sulla droga, diretti ai gruppi vulnerabili e marginalizzati”. Una guerra contro i poveri, insomma, che fa strage di piccoli spacciatori (spesso provenienti da contesti disagiati e problematici) ma del tutto inutile a risolvere il problema alla radice. A tutto ciò, sottolinea il rapporto, va aggiunto l‘uso spropositato della forza che spesso e volentieri le forze dell’ordine mettono in campo per procedere con gli arresti, atteggiamento peraltro denunciato da numerosissime ONG ed associazioni per la tutela dei diritti umani.
Il rapporto suggerisce, dunque, di “adottare alternative alla criminalizzazione, alla “tolleranza zero” e all’eliminazione delle droghe, prendendo in considerazione la depenalizzazione dell’uso; assumere il controllo dei mercati illegali delle droghe attraverso una regolamentazione responsabile, per eliminare i profitti del traffico illegale, della criminalità e della violenza”. Un approccio evidentemente del tutto diverso da quello che il governo Meloni sta adottando in Italia, dove vengono piuttosto portate avanti proposte di legge di inasprimento delle pene anche per i casi di spaccio e detenzione di lieve entità di cannabis. «Le agenzie dell’ONU ci riportano l’evidenza di come il sistema di controllo delle sostanze stupefacenti, nato 60 anni fa e basato sul proibizionismo, sia costato miliardi di dollari e milioni di vite umane rovinate, senza riuscire in alcun modo a contenere il fenomeno» commenta Leonardo Fiorentini, segretario di Forum Droghe, che sottolinea come «questo rapporto sarà indigesto a Palazzo Chigi perché pone il dito sull’eccessiva carcerazione per droghe nel mondo».
A seguito della pubblicazione del rapporto, oltre 130 ONG hanno firmato una dichiarazione congiunta che chiede alla comunità internazionale di attuare “una riforma sistemica della politica sulle droghe”. “La trasformazione dell’approccio punitivo globale alle droghe richiede cambiamenti nelle norme e nelle istituzioni fondamentali del regime internazionale di controllo delle droghe, storicamente incentrato sulla proibizione e sulla criminalizzazione” scrivono le organizzazioni.
3 notes
·
View notes
Text

Un’importante novità arriva dal Governo italiano guidato da Giorgia Meloni, che ha lanciato il nuovo “Superbonus 110 auto”, un’iniziativa che rappresenta una svolta per la mobilità delle persone con disabilità. Questo nuovo incentivo, studiato per eliminare le barriere economiche e migliorare l’accessibilità, prevede una copertura totale per l’acquisto di veicoli destinati a chi ne ha maggiore necessita'. Il “Superbonus 110 auto” si inserisce in un contesto più ampio di politiche sociali orientate al miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità, che spesso affrontano difficoltà nell'accesso a mezzi di trasporto adeguati. Per molte persone con disabilità, la mobilità rappresenta una delle sfide quotidiane più grandi, poiché non tutti i veicoli sono progettati per garantire l'accessibilità. L’iniziativa del governo, pertanto, è un passo importante per abbattere le barriere che limitano l’autonomia e la libertà di movimento di questa fascia di popolazione.Il nuovo programma prevede il rimborso totale della spesa per l’acquisto di veicoli adattati o specificamente progettati per persone con disabilità, permettendo loro di acquisire mezzi che migliorano la propria indipendenza. Non si tratta solo di un incentivo economico, ma anche di un investimento sul miglioramento delle condizioni di vita di una parte significativa della società italiana, che potrà beneficiare di una maggiore inclusione e di opportunità di partecipazione sociale.L’adozione di veicoli accessibili, infatti, non è solo una questione di comodità, ma rappresenta un elemento fondamentale per l’autosufficienza delle persone con disabilità. Fino ad oggi, gli alti costi per l’adattamento dei veicoli e la scarsa disponibilità di incentivi pubblici avevano rappresentato un ostacolo significativo. Con il “Superbonus 110 auto”, il Governo intende dare un segnale forte di inclusività e attenzione alle problematiche che riguardano questa categoria di cittadini.Inoltre, l'iniziativa va a rispondere alle esigenze di famiglie che, quotidianamente, si occupano di persone con disabilità, semplificando le difficoltà legate ai trasporti. Le famiglie che si trovano a dover accompagnare i propri cari a visite, terapie o altre attività quotidiane vedranno facilitato il loro impegno grazie alla possibilità di usufruire di un veicolo adattato, a costo zero, senza dover affrontare onerosi sacrifici economici.Questa misura rispecchia la centralità del welfare nel programma del Governo Meloni, che, attraverso politiche inclusive, intende garantire che ogni cittadino possa godere dei propri diritti, a partire dall’accesso alla mobilità.Il “Superbonus 110 auto” si inserisce anche in un più ampio progetto di modernizzazione della mobilità, che include l’introduzione di tecnologie e soluzioni sostenibili. Non solo per le persone con disabilità, ma anche per tutti i cittadini, l’attenzione verso l’accessibilità è un passo verso un futuro in cui la mobilità non sia un privilegio, ma un diritto per tutti, senza distinzione.Questa iniziativa evidenzia un cambiamento di paradigma, in cui l’attenzione alla disabilità e all’inclusione sociale non è più considerata un’aggiunta marginale, ma una parte fondamentale delle politiche pubbliche. Il “Superbonus 110 auto” è un passo concreto per rendere l’Italia un paese davvero inclusivo, dove ogni cittadino può sentirsi parte di una società che riconosce e rispetta le diversità.Il nuovo “Superbonus 110 auto” rappresenta una vera e propria rivoluzione nella mobilità per le persone con disabilità, segnando un’importante conquista nell’ambito del welfare e dell’inclusione sociale. Un passo avanti verso una società più equa e accessibile a tutti. Read the full article
0 notes
Text
Elia Fiorentini: L’impatto profondo della politica sulla tassa patrimoniale sul mercato azionario italiano
Recentemente, l'Italia ha proposto una politica di micro tassa patrimoniale rivolta ai soggetti ad alto patrimonio netto, una misura che ha attirato grande attenzione sul mercato. Secondo le stime, tassare con un’aliquota dell’1,3% circa 50.000 milionari potrebbe generare un gettito fiscale aggiuntivo di 130 miliardi di euro, pari all’asset di una società finanziaria di medie dimensioni. Questa politica non solo riflette la determinazione del governo a ridurre il divario tra ricchi e poveri, ma porta anche nuove implicazioni per il mercato dei capitali e il comportamento degli investitori. Il docente di economia Elia Fiorentini ritiene che l’attuazione della tassa patrimoniale possa causare una certa volatilità del mercato nel breve termine, ma nel lungo periodo essa potrebbe anche offrire opportunità per la ristrutturazione economica e l’ottimizzazione del mercato dei capitali.
L’impatto diretto della tassa patrimoniale sul mercato dei capitali
Elia Fiorentini sottolinea che l’introduzione della tassa patrimoniale potrebbe avere molteplici effetti sul mercato dei capitali italiano, soprattutto per quanto riguarda il comportamento degli investitori ad alto patrimonio netto. Essendo questi ultimi partecipanti chiave nel mercato dei capitali, le loro scelte di allocazione patrimoniale influenzano in modo significativo la liquidità del mercato e la performance dei diversi settori. La tassazione patrimoniale potrebbe indurre tali investitori a riconsiderare le proprie strategie di allocazione degli asset, esercitando una certa pressione sulla liquidità del mercato azionario.
Uno degli effetti più immediati potrebbe essere il deflusso di capitali dagli asset più rischiosi. Alcuni investitori ad alto patrimonio netto potrebbero decidere di trasferire i propri capitali dal mercato azionario verso asset rifugio come oro, obbligazioni o mercati esteri. Questo tipo di movimento di capitale potrebbe esercitare una pressione di vendita su alcuni settori ad alta crescita della Borsa Italiana, come le aziende tecnologiche e innovative. Tuttavia, Elia Fiorentini ritiene che questo impatto potrebbe essere temporaneo: i fondamentali del mercato rimangono solidi e gli effetti a breve termine della politica non cambieranno le prospettive di sviluppo a lungo termine del mercato dei capitali.
D’altro canto, la tassa patrimoniale potrebbe generare un significativo gettito fiscale per il governo italiano. Questi fondi potrebbero essere destinati allo sviluppo delle infrastrutture, all’istruzione e al welfare, sostenendo così la crescita economica a lungo termine. Elia Fiorentini evidenzia che questa direzione politica potrebbe generare un effetto positivo sul mercato dei capitali nel medio-lungo termine, attirando capitali orientati al lungo periodo. Gli investitori dovrebbero monitorare attentamente l’impatto della politica sui diversi settori e mantenere flessibilità nell’adeguare i propri portafogli.
Opportunità di mercato e strategie di investimento in un contesto di cambiamento normativo
Nel contesto della tassa patrimoniale, la tendenza alla divergenza del mercato potrebbe intensificarsi ulteriormente. Da un lato, alcuni settori più rischiosi potrebbero subire una pressione di deflusso di capitali; dall’altro, i settori difensivi e i titoli con un elevato rendimento da dividendi potrebbero diventare le destinazioni privilegiate degli investimenti. Gli investitori, nella definizione delle proprie strategie, dovrebbero considerare attentamente questa dinamica e ottimizzare l’allocazione del proprio patrimonio in base alle evoluzioni del mercato.
Le performance dei settori difensivi meritano particolare attenzione. Settori come le utility, la sanità e i beni di consumo essenziali tendono a essere più resilienti nei cicli economici e possono offrire rendimenti relativamente stabili anche in periodi di turbolenza di mercato. Inoltre, le azioni con un alto rendimento da dividendi potrebbero diventare una scelta preferenziale per gli investitori. Elia Fiorentini sottolinea che, per gli investitori soggetti alla tassa patrimoniale, i titoli ad alto dividendo non solo possono fornire un flusso di cassa costante, ma anche contribuire a una pianificazione fiscale più efficiente.
L’attuazione della politica potrebbe anche creare maggiori opportunità di finanziamento per le piccole e medie imprese e le aziende innovative. Con il governo italiano orientato alla ristrutturazione economica e all’aggiornamento industriale, queste imprese potrebbero sperimentare una rapida crescita nei prossimi anni. Elia Fiorentini suggerisce agli investitori di monitorare le aziende con forti capacità di innovazione tecnologica e competitività di mercato, poiché potrebbero diventare i nuovi motori di crescita nel mercato azionario grazie al supporto delle politiche pubbliche.
Elia Fiorentini conclude che, sebbene la politica della tassa patrimoniale possa avere un certo impatto nel breve termine sul comportamento degli investitori ad alto patrimonio netto e sul sentiment di mercato, nel lungo periodo essa potrebbe favorire l’ottimizzazione del mercato dei capitali e lo sviluppo sostenibile dell’economia. Gli investitori, pur tenendo conto della volatilità di breve termine, dovrebbero adottare una visione di lungo periodo e sviluppare strategie di investimento più solide e lungimiranti.
0 notes
Text
Ieri in farmacia, mentre stavo pagando i miei acquisti, ho notato una scatola per le offerte con scritto "Donazioni per la Ricerca" e mi è venuto in mente con rabbia la parte di Welfare italiano e le donazioni da parte di politici "spontanee" che finisce ad ingrassare una setta di sciamani (la Chiesa Cattolica), invece di essere correttamente impegnata per aumentare la ricchezza procapite dei cittadini in forma di sconti fiscali, detrazioni, incentivi, servizi pubblici eccellenti.
0 notes
Text
Nel 2024, non è ancora possibile parlare con lo spermatozoo col turbo, e dirgli :"Ehy, per questa sera che ne dici se esci, e ti vai a prendere un gelato, mentre noi ci divertiamo?".
Però possiamo tenere, come donne, a grande distanza!, un uomo tossico, che la fa troppo semplice: che non ha ancora chiaro un concetto: solo una donna decide sul proprio corpo: a riguardo, non si può trattare: non esistono compromessi.
Gli uomini, a meno che non siano medici razionali, devono stare solo zitti!
C'è una soluzione al problema: 𝘥𝘰𝘷𝘦𝘳𝘪 𝘯𝘦𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘳𝘰𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘥𝘰𝘯𝘯𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘮𝘢𝘯𝘨𝘰𝘯𝘰 𝘪𝘯𝘤𝘪𝘯𝘵𝘦, 𝘢 𝘴𝘰𝘳𝘱𝘳𝘦𝘴𝘢: è necessario, in Italia, che venga adottato un welfare socialdemocratico; il sistema legislativo, attuale, italiano, è patriarcale: il sessismo fondante, riconosce solo la donna come soggetto fragile: questo è il rovescio della medaglia di una pari dignità dei sessi non ancora riconosciuta.
0 notes
Text
instagram
André de Beis di radio Ski info.it scrive: Se il #PD lavorasse per il paese Italia e per gli Italiani, accetterei di buon grado questo occhio di riguardo verso i centri sociali, verso i cosiddetti (ma non è vero) italiani senza cittadinanza e senza diritti e verso gli immigrati, che nella stragrande maggioranza dei casi, non non scappa da nessuna guerra e persecuzione e che viene qui in Italia per approfittare del welfare italiano gratis e a spese degli italiani poveri, indigenti, senza casa, senza lavoro e senza futuro anche a causa della pandemia, come un innocuo ricordo degli anni che furono (idologia propagandista), una sorta di tributo alla propria origine rivoluzionaria. Ma il fatto è che questi lavorano per TUTTI, tranne che per gli ITALIANI, che indubbiamente odiano, forse perché non li votano più e questo, per il loro complesso di superiorità, è intollerabile. Di qui l'esigenza ideologica e politicamente corretta (radical chic) di dare la cittadinanza italiana facile agli immigrati, solo e soltanto perché nati in Italia, non non rendendosi minimamente conto che questa concessione, che non è un atto di civiltà, ma il genuino e nemmeno nascosto tentativo di fabbricare un serbatoio di voti o consensi elettorali da cui attingere, in quanto sanno ( i democratici del PD) che dagli italiani non non prenderebbero più voti o consensi elettorali, perché da decenni il PD non non si occupa più dei gravi e numerosissimi problemi dell'Italia e degli italiani (italiani completamente ignorati per garantire e concedere sempre e più diritti e benefici solo e soltanto agli #immigrati o #migranti economici e climatici, a danno dei veri #rifugiati che non hanno 4000€ da dare agli #scafisti/#ONG per venire in Italia!!!
Non si spiega altrimenti, il voler dare il diritto di voto a 16 anni e la cittadinanza italiana facile (#iussoli) e veloce ai figli degli immigrati nati in Italia solo e soltanto perché nati in territorio italiano. Immaginate la corsa e le maree di mamme del Sud del mondo (tutte) a venire a partorire in Italia, dove avranno (di certo) tutto gratis e senza sacrificio, però sulle spalle dei suddetti 7 milioni di Italiani poveri, indigenti e ormai alla frutta!!! Non sono mica diventati (i #piddini) improvvisamente e precipitosamente carmelitani scalzi e nemmeno gesuiti ma neppure francescani dell'Immacolata Concezione ????!!!!!! L'ultima mossa del #PD nel governo giallorosso #ConteBis è stata la cancellazione dei decreti sicurezza e l'introduzione dei decreti #immigrazione, i cui risultati ed effetti immediati, sotto gli occhi di tutti, sono il quadruplicarsi degli sbarchi e degli arrivi di #clandestini/migranti economici e climatici, per i quali, l'Italia spende ogni anno circa 6 miliardi di euro, ed il fatto stranissimo che tutti questi, recuperati da #ONG straniere, vogliono tutti quanti venire in Italia; chissà perché???? Vedere le ultime inchieste di molte procure italiane su ONG e scafisti/schiavisti (un vero e proprio business, altro che umanitarismo e filantropismo francescano). Infine il nuovo segretario del PD #EllySchlein, che nuovo non è ( ricordate: Stai sereno Enrico!! Di Renzi) durante i suoi 9 mesi di premier, insieme al suo ministro degli interni Angelino Alfano, hanno fatto arrivare in Italia ben 190 mila immigrati, che aggiunti agli altri, dei governi successivi Renzi e Gentiloni, diventano circa 650 mila e di cui tutti quanti sappiamo le condizioni di vita miserevoli e pietose e spesso fuori dalla legalità ( spaccio, degrado, rapine, stupri e violenze) basta fare un giro non solo nelle periferie urbane, ma anche nei centri urbani di tutti i paesi e città italiane. l'Italia ha il debito pubblico più ampio e alto del mondo e 7 milioni di Italiani poveri e indigenti e disperati, senza futuro e scarseggiano pure i ristori economici e finanziari da dare ai milioni di commercianti, attori, partite IVA, artisti, artigiani, albergatori, ristoratori, mercatari, giostrai e tantissime altre professioni che anche a causa della pandemia sono quasi sul lastrico, molti i suicidi non raccontati, ebbene in questo scenario apocalittico e disastroso (con più di 100 mila morti) Enrico Letta e il partito democratico davvero può e possono pensare allo #IusSoli e al voto ai sedicenni come una priorità assoluta e necessità per l'Italia e gli italiani??????l!!!!!!?????!!!!!??? Non ci sono davvero molte altre priorità e necessità più impellenti ed urgenti????? A voi le conclusioni.........
0 notes
Text
Il Progetto di Vita per le Persone con Disabilità: Un Approccio Inclusivo e Personalizzato
Il Progetto di Vita per le persone con disabilità rappresenta un pilastro fondamentale della legislazione italiana e delle politiche sociali orientate all’inclusione. Questo strumento è stato introdotto per la prima volta nel sistema normativo italiano con la Legge 8 novembre 2000, n. 328, la quale ha ridefinito il concetto di assistenza sociale, passando da un approccio puramente assistenziale a uno progettuale e personalizzato. Al centro di questa nuova visione c’è l’obiettivo di garantire alle persone con disabilità non solo un adeguato sostegno ma anche una reale possibilità di vivere una vita autonoma e inclusiva nella società.

La Legge 22 giugno 2016, n. 112, nota come “Legge sul Dopo di Noi”, ha rafforzato ulteriormente questo approccio, ponendo il Progetto di Vita come elemento cardine per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare. Questo strumento non si limita a prevedere interventi di assistenza e cura, ma si propone di attivare percorsi volti a favorire il benessere, l’inclusione sociale e l’autonomia della persona. La piena inclusione è infatti il principio cardine della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, recepita dall’Italia, che stabilisce il diritto di ogni persona con disabilità a partecipare attivamente alla vita comunitaria, godendo delle stesse libertà e opportunità degli altri.
Il Progetto Individuale per le Persone con Disabilità
Il cuore del Progetto di Vita è il cosiddetto “progetto individuale”, introdotto dalla Legge 328 del 2000. Questo progetto è predisposto dai comuni, in accordo con le aziende sanitarie locali, e mira alla piena inclusione della persona con disabilità nel contesto sociale e familiare, nonché all’integrazione scolastica e lavorativa. La sua realizzazione si basa su una valutazione diagnostico-funzionale, che tiene conto delle esigenze specifiche della persona, integrando cure, servizi e supporti economici necessari per contrastare povertà, emarginazione e esclusione sociale.
Nel Progetto di Vita, la persona con disabilità diventa il punto focale attorno al quale ruotano tutte le azioni messe in campo dai servizi di welfare. Questo approccio innovativo, definito come “modello progettuale”, mira a garantire che le decisioni riguardanti la vita della persona siano prese con il suo pieno coinvolgimento, rispettando le sue aspirazioni, desideri e preferenze.
La Legge sul “Dopo di Noi” e il Progetto di Vita
La Legge sul “Dopo di Noi” rappresenta un esempio concreto di come il Progetto di Vita possa fare la differenza nella vita delle persone con disabilità. Questa legge si rivolge alle persone con disabilità grave che non possono più contare sul supporto familiare, predisponendo misure di assistenza e cura a lungo termine. Il Progetto di Vita, in questo contesto, non è soltanto uno strumento per garantire l’assistenza, ma diventa una guida per la costruzione di percorsi che portano la persona con disabilità a vivere in modo autonomo, anche dopo la perdita dei propri cari.
Uno degli elementi più innovativi della legge è l’introduzione del “progetto personalizzato”, un documento che delinea tutte le risorse e i servizi di cui la persona ha bisogno, e che viene redatto con il pieno coinvolgimento della persona con disabilità e della sua famiglia. Il Progetto di Vita è quindi un processo dinamico, in continua evoluzione, che si adatta ai cambiamenti delle condizioni della persona e delle sue necessità.
L’Importanza di un Approccio Sistemico e Inclusivo
Il Progetto di Vita è parte di una strategia più ampia che mira alla deistituzionalizzazione delle persone con disabilità e alla loro piena inclusione nella comunità. A livello europeo, la Strategia sulla disabilità 2021-2030 individua alcune aree prioritarie di intervento, tra cui la promozione dell’autonomia, la creazione di un welfare abitativo inclusivo e l’integrazione lavorativa e scolastica. Tutti questi obiettivi trovano riscontro nel Progetto di Vita, che non si limita a rispondere a bisogni immediati ma si propone di offrire una visione a lungo termine per il futuro della persona.
In questo contesto, la collaborazione tra diversi attori, come famiglie, enti locali, organizzazioni del terzo settore e servizi pubblici, è cruciale per garantire una risposta integrata e coordinata ai bisogni delle persone con disabilità. Il Progetto di Vita, infatti, non è un semplice documento burocratico, ma un percorso concertato, che coinvolge tutti i soggetti interessati per garantire che la persona con disabilità possa esercitare i propri diritti e vivere una vita piena e soddisfacente.
Conclusioni
Il Progetto di Vita rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità. Esso si basa su un approccio sistemico che mette al centro la persona, rispettandone i desideri e le aspirazioni, e mira a fornire un supporto globale e personalizzato. Attraverso il coinvolgimento attivo della persona con disabilità, delle famiglie e delle istituzioni, il Progetto di Vita diventa un vero e proprio percorso di emancipazione, che offre a chi è affetto da disabilità non solo assistenza, ma la possibilità di partecipare attivamente alla vita comunitaria. La sfida per il futuro è quella di continuare a sviluppare politiche e servizi che siano realmente inclusivi, capaci di garantire una vita dignitosa e piena per tutte le persone con disabilità.
Leggici su Linkedin
Indicaci come contattarti
#arcobaleno#associazione#associazioneculturale#associazioni#associazionimondovi#cooperativaarcobaleno#eventi#eventiperilsociale#mondovi#monregalese#onlus#sociale#socialemondovi#oltrearcobaleno#autismo#bambino#bambinoautistico#bambiniautistici#vita#progettodivita#solidarietà#disabilità#lavoro#disabili#lavorodisabili#diritti#dirittilavoro#dirittilavoratori
0 notes
Text
0 notes
Text
Risultati europee 2024: le candidate elette al parlamento europeo
Risultati europee 2024: quali donne italiane candidate al parlamento europeo sono state elette e governeranno nei prossimi cinque anni? Iniziamo col dire che: le candidate elette per il centro e la sinistra sono 13: 8 nel PD, 3 in AVS e 2 nel M5S mentre le elette per la destra sono 9: 5 nelle fila di Fratelli d'Italia, 2 per Forza Italia e 4 per la Lega. Risultati europee 2024: le parlamentari del PD Le europarlamentari elette per il PD sono: - Cecilia Strada. Ex presidente di Emergency, è al suo debutto in politica. Nella sua campagna elettorale ha puntato su temi come inclusione e umanità. - Irene Tinagli. Eurodeputata al Parlamento europeo per il PD dal 2019, ha presieduto la Commissione per i problemi economici e monetari. - Alessandra Moretti. La sua carriera politica nei primi anni Duemila nelle istituzioni locali, approda poi nel parlamento italiano nel 2013 e in quello europeo l'anno seguente. Attualmente è al suo terzo mandato in Europa. - Elisabetta Gualmini. Politica e politologa, insegna Scienze Politiche presso l'Università di Bologna. Dal 2014 al 2019 è stata assessore al welfare e politiche sociali della regione Emilia-Romagna. - Camilla Laureti. Dopo alcuni incarichi nell'amministrazione comunale di Spoleto, è eletta segretaria provinciale del PD in provincia di Perugia e nel 2023 entra nella Segreteria nazionale del PD. Entra nel parlamento europeo nel 2022 in seguito alla morte di David Sassoli. - Lucia Annunziata. Volto noto del giornalismo televisivo italiano, è risultata la seconda candidata più votata per il PD nella circoscrizione meridionale. - Pina Picierno. Eletta deputato nel 2008 oggi è al suo terzo mandato europeo. Nel 2022 è stata eletta tra i 14 vicepresidenti del Parlamento europeo. - Georgia Tramacere. Già vicesindaco di Aradeo, ha avuto un vero e proprio exploit alle elezioni europee. Le parlamentari di AVS Le candidate che siederanno al parlamento europeo per AVS sono: - Ilaria Salis. Il suo nome occupa le cronache da mesi per la sua detenzione in Ungheria in condizioni disumane. - Benedetta Scuderi. Candidata non eletta alle ultime elezioni politiche, l'attivista è al suo primo mandato europeo. - Cristina Guarda. Già Consigliera della Regione Veneto, per il quale si occupa di ambiente, agricoltura e salute, è al suo primo mandato europeo. Le parlamentari di M5S Siederanno sugli scranni del parlamento europeo per il M5S: - Carolina Morace. Ex calciatrice, allenatrice di calcio è al suo primo mandato europeo eletta nella circoscrizione Italia Centro. - Valentina Palmisano. Deputata per il M5S nel 2018, non viene confermata nel 2022; entra nel consiglio comunale di Ostuni e ora approda in Europa. Le europarlamentari di FdI Per Fratelli d'Italia sono state elette: - Lara Magoni. Eletta consigliera regionale della Lombardia per la Lega Nord nel 2013, nel 2018 lascia il partito e aderisce a Fratelli d'Italia. Nel 2018 è stata eletta senatrice. Nel 2023 è stata eletta al Consiglio regionale della Lombardia. E' al suo primo mandato europeo. - Mariateresa Vivaldini. Dopo diversi incarichi nelle amministrazioni locali del bresciano, la Vivaldini è approdata al parlamento europeo. - Elena Donazzan. Ministro regionale (Veneto) più longevo e uno dei ministri più longevi della politica veneziana in diversi partiti di destra, dal Movimento sociale ad Alleanza Nazionale, passando per Forza Italia, ora è al suo primo mandato in Europa. - Antonella Sberna. Già consigliera comunale di Viterbo, siederà al parlamento europeo per la prima volta. - Chiara Gemma. Eletta in Europa nel 2019 con il M5S, lascia il movimento con la scissione voluta da Luigi Di Maio per poi entrare nel 2023 in Fratelli d'Italia. Le candidate elette per FI Per Forza Italia andranno al parlamento europeo: - Letizia Moratti. Politica di lungo corso con numerosi incarichi sia a livello locale che nazionale, nel 2023 ha aderito a Forza Italia. - Giuseppina Princi. Dirigente scolastica e consulente del MIUR, nel 2021 è stata nominata vice-presidente della Regione Calabria. Anche lei è al suo primo mandato europeo. Le parlamentari della Lega Le parlamentari italiane quota Lega sono: Isabella Tovaglieri. Avvocato, inizia la sua carriera politica nel 2011 nelle istituzioni locali di Busto Arsizio. Ora è al suo secondo mandato europeo dopo quello del 2019.Anna Maria Cisint. Già sindaco di Monfalcone, il suo nome è salito agli onori delle cronache per la sua decisione di chiudere i luoghi di culto musulmani. E' al suo primo mandato europeo.Silvia Sardone. Ha iniziato la sua carriera politica a livello locale con Forza Italia, partito che lascia nel 2018 per aderire alla Lega. Questo per lei è il secondo mandato europeo.Susanna Ceccardi. Sindaca di Cascina, è stata eletta europarlamentare per la seconda volta: la prima era stata nel 2019. Il caso Giorgia Quanti voti ha avuto Giorgia? Siederà anche lei al parlamento europeo? Ci permettiamo di chiamarla solo per nome su suo stesso invito lanciato durante la campagna elettorale. Il nostro presidente del consiglio, infatti, si è candidata alle europee dicendosi fiera di portare in Europa una figlia del popolo. Peccato, però, che la carica che riveste non sia compatibile con la presenza in Europa. Chi ha votato Giorgia, quindi, non la vedrà mai al parlamento europeo ma al suo posto ci saranno altri 5 candidati, uno per ogni circoscrizione in cui si era candidata. Lapsus? Ovviamente no. Test politico? Anche. Unicum in questa tornata elettorale? Sì. Nessun capo di governo europeo si è cimentato in questa operazione. In copertina foto di Dušan Cvetanović da Pixabay Read the full article
0 notes
Text
Inca Cgil, Pagliaro “Welfare italiano fatica a raggiungere gli ultimi”
ROMA (ITALPRESS) – “La sfida che abbiamo di fronte è quella della transizione digitale. Pensiamo a un sistema di welfare che sia in grado di raccogliere questa sfida e di arrivare agli ultimi. Non sempre i soggetti più deboli hanno pari opportunità in un paese in cui proprio le pari opportunità sono previste dalla Costituzione”. Lo ha detto Michele Pagliaro, presidente di Inca Cgil, intervistato…

View On WordPress
0 notes
Text
Ormai credo più di un paio di anni fa uno studio di non mi ricordo che istituzione australiana diceva che la Cina si piazzava prima per 37 su 42 settori "strategici".
Un anno dopo appariva un articolo su Nature più o meno dello stesso tono.
Di recente la NASA cercava di ottenere dei campioni di suolo lunare dalla CNSA... peccato che una legge federale vieti ogni collaborazione tra US e Cina in questo settore.
E niente... le sfide del futuro non si vincono parlando di che cazzo faccia Vannacci o di enorme emergenza sostituzione etnica per colpa della teoria gender.
Ma se non sarà colpa dei negri, dei froci, dei musulmani allora sarà "colpa" dei cinesi... o degli indonesiani... o degli indiani... o dei senegalesi se ci troveremo con le pezze al culo. Mica di 30 anni di retribuzioni al palo, privatizzazioni, smantellamento del welfare, precarizzazione del lavoro, finanziamenti a babbo morto alla nostra "imprenditoria", investimenti stitici in educazione e ricerca e ancora ad aspettare il ponte di Messina.
Il miracolo italiano è dietro l'angolo, insieme a una batteria di pentole 18/10...
1 note
·
View note