#classeoperaia
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battagliacomunista · 4 days ago
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LA CRISI AVANZA E IL CAPITALE SI ARMA  PER…  SOPRAVVIVERE
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abr · 1 year ago
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Uno dei segreti meglio mantenuti, livello Ustica, è quel grafico della qualità dell'aria in Padana, IN REGOLARE MIGLIORAMENTO ANNO DOPO ANNO. Non è conforme la narrativa dei sindaci e delle inzegnandi medie.
Non serve esser geni informati, ci arriva da solo anche un sinistro se vuole: basterebbe contare il numero calante di classeoperaia cioè di fabbriche pesanti, la fine delle caldaie a carbone, delle benzine al piombo, gli euro 4,. poi 5 poi 6 etc. Basterebbe ricordare o farsi raccontare di quei nebbioni invernali di una volta che non ci sono più, voi non potete capì com'era.
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my-edicola-aldini · 3 years ago
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#workingclass #classelavoratrice #classeoperaia #edicolaaldini #quartierenavilebologna #corticella #bolognina #bologna (presso Edicola Aldini) https://www.instagram.com/p/CXNraJ-MnHK/?utm_medium=tumblr
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dantewroclaw · 5 years ago
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#classeoperaia (at Prague) https://www.instagram.com/p/B__-hwXA8vy/?igshid=1727lc7l4vf0i
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loladarlingclothing · 7 years ago
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Il passato serve per capire il futuro. Ci piace prendere cose nate per un certo scopo e cambiarne la funzione. Questa trasformazione creativa aiuta a vedere la bellezza quando cambi punto di vista 👗Siamo lieti di presentarvi la serie dei grembiuli da operaie dell'industria tessile (sì, negli anni 60/70 nelle fabbriche usava una divisa, il grembiule - forse per far sembrare alle persone di essere ancora a scuola - o viceversa). Ed ecco che si trasforma in un vestito per il tempo liberato dal lavoro, perde la sua identità austera e understatement, si illumina di #love per 7 Giorni su 7 di #gioia ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️ Solo #loladarlingclothing #loladarling #grembiule #divisa #1970s #industrial #operaie #lavoratori #lavoratrici #tessile #carpi #distretto #moda #workerclass #workers #classeoperaia #verde #green #numeri #mutazioni #cambiamento #faahion #clothing #clothingbrand #rrcycled #recycledfashion #recycledclothing #sustainable (presso Italy)
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battagliacomunista · 4 days ago
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Kappler era allo stadio(sul caso Almasri)
Il 27 gennaio, com’è consuetudine ogni anno, i nostrani politici d’ogni ministero e d’ogni partito si sono riuniti per gridare a gran voce la solita frase: “Mai più.”
Questo “Mai più” dovrebbe servire a ricordare gli orrori dei campi di sterminio nei quali ogni veste d’umanità venne estirpata alle vittime ridotte a poco più che cadaveri viventi.
“Mai più” viene detto alle cerimonie per ricordare le fosse Ardeatine, il rastrellamento del ghetto di Roma, l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema e tutte le altre innumerevoli atrocità commesse dal regime nazista con l’aiuto dei repubblichini.
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battagliacomunista · 4 days ago
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Bloody Sunday: “Una lezione fondamentale all'interno guerra civile” (1)
Sono passati esattamente 100 anni da quando la rivoluzione del 1905 in Russia apre l'epoca moderna della storia della classe operaia. Arriva alla fine di un lungo periodo di relativa pace sociale in Europa seguente la sanguinosa repressione della Comune di Parigi nel maggio 1871. Sebbene i contemporanei all'epoca non se ne fossero resi conto, questa rivoluzione dà inizio a un periodo di resistenza della classe operaia che culmina nella vittoria della Rivoluzione d'Ottobre del 1917. Come abbiamo spiegato molte volte, la Rivoluzione russa del 1917 dà alla classe operaia una reale possibilità, per l'unica volta nella sua storia, di rovesciare l'ordine capitalista mondiale. La storia di come viene poi isolata in un territorio enorme, ma economicamente devastato, finendo così nella tirannia stalinista, l'abbiamo raccontata altrove.(2) È nostro compito combattere tutte le bugie che sono seguite a quella sconfitta negli anni '20 per mantenere viva l'idea che la classe operaia, qualunque sia la sua posizione in un dato momento, sia l'unica classe che ha la possibiblità di cambiare davvero la società. Questo messaggio è oggi ancora più importante per il fatto che abbiamo attraversato un lungo periodo di ritirata della classe operaia. Ancora una volta una classe capitalista sempre più sicura di sé, se non arrogante, sta infliggendo più barbarie e più miseria a un proletariato su cui crede di avere il controllo totale. La Rivoluzione del 1905 è un episodio importante anche per noi oggi, perché è iniziata anch'essa da premesse poco promettenti e persino reazionarie. Dedichiamo due articoli a riesaminare il significato di quel movimento che Trotsky definisce nella sua opera 1905 "un maestoso prologo"(3) alla rivoluzione del 1917. I veri soviet li analizzeremo nel secondo dei nostri articoli. Ciò su cui vorremmo concentrarci qui è l'origine degli scioperi e il movimento che culmina nella storica nascita dei soviet nell'ottobre 1905.
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battagliacomunista · 4 days ago
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LA CRISI AVANZA E IL CAPITALE SI ARMA  PER…  SOPRAVVIVERE
Mentre nei processi della produzione capitalistica di merci avanza l’impiego di macchine automatizzate e di robot, ricordiamo quanto scriveva Marx un secolo e mezzo fa. Nel corso delle sue analisi, e seguendo lo sviluppo stesso del modo di produzione capitalistico, Marx spiegava chiaramente come le macchine – che in un primo momento danno una forte spinta ai tassi del plusvalore - “lo fanno però aumentando la massa di prodotti nella quale il plusvalore si presenta”.
Assetato di profitti, il capitale sforna merci instancabilmente, ruotando nei settori industriali più volte all’anno, mirando ad ottenere in ogni rotazione il più alto tasso di profitto. La produzione di merci raggiunge vette sempre più alte fino a quando esplode il problema della loro vendita e del loro acquisto di fronte ad una crescente massa di proletari i quali – man mano che avanza un’automatizzazione del lavoro - si trovano senza lavoro e salario. Si fa preoccupante la situazione anche per il capitale, poiché è proprio dalla vendita che si realizza il plusvalore contenuto nelle merci e quantificato nei prezzi. In breve, il capitale, per accrescere il profitto, espelle forza lavoro - introducendo macchinario più avanzato - e intensifica lo sfruttamento di quella che rimane, ma questa, benché il plusvalore estorto sia aumentato, non ne può fornire (di plusvalore) tanto quanto ne forniva prima a ranghi più numerosi, soprattutto rispetto all'aumento di capitali investiti. Il capitalista (fisico o giuridico: l'impresa, per azioni, statale ecc.) non può diminuire oltre una certa soglia il prezzo delle merci prodotte, senza compromettere la redditività del capitale complessivamente investito, per cui le merci rimangono invendute. Il fenomeno è aggravato appunto, dal restringimento del mercato dato da disoccupazione, sottoccupazione e sottosalario, che però sono i metodi con cui il capitale cerca di incrementare il saggio di profitto. E' la contraddizione insuperabile del modo di produzione capitalista.
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dantewroclaw · 5 years ago
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La #classeoperaia va in #paradisofiscale (at Chiasso, Switzerland) https://www.instagram.com/p/B2Csbm4BFTJ/?igshid=1atm8jsd2v1jt
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battagliacomunista · 5 years ago
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Acciaio e capitale.
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Partiti e sindacati dell’arco costituzionale si riempiono la bocca con richiami al “bisogno” della salute che viene da loro stessi messo alla pari con il “bisogno” che le masse operaie avrebbero del lavoro salariato: due bisogni che non considerano contrapposti (guai a chi lo afferma!) bensì da rivendicare e unitariamente riaffermare. Quindi, avanti con fiumi di retorica sulla necessità di salvare l’ambiente e il lavoro (sempre salariato e senza minimamente toccare il capitale!), concludendo praticamente l’idealistica operazione con lo sventolo della illusione di un possibile “risanamento ambientale sotto controllo della classe operaia”. E sapete per quale fine, all’Ilva, sarebbero così coinvolti i lavoratori? Eccolo: “imporre il mantenimento degli altoforni, condizioni di garanzia occupazionale e salariale per i lavoratori”! Quindi, la conclusione di ogni “antagonista” che si rispetti non sarebbe altro se non quella del “rifiuto di contrapposizioni artificiali” - in questa società divisa in classi! - poiché “solo la difesa degli stabilimenti (come l’Ilva) può garantire condizioni di vita dignitose per i lavoratori e le masse popolari”…. (Così uno dei collettivi, Tazebao, che si definisce “comunista”.) link: http://www.leftcom.org/it/articles/2019-11-18/l%E2%80%99ilva-l%E2%80%99acciaio-e-il-capitale
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dantewroclaw · 6 years ago
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Si torna al lavoro, Wrocław
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I corsi di italiano e di polacco ricominciano a settembre: [email protected] per informazioni e iscrizioni. La classe operaia va in Paradiso, foto di Gianluca Olcese " order_by="sortorder" order_direction="ASC" returns="included" maximum_entity_count="500"] Read the full article
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