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LA CRISI AVANZA E IL CAPITALE SI ARMA PER… SOPRAVVIVERE
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I marxisti non sono disposti ad ammettere che anche i nazisti sono socialisti. - Ludwig Von Mises
Parentele, della serie il frutto non cade mai lontano dalla pianta.
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i fervorini dell'homo interneticus hanno sostituito i bisogni dell'operaio dickensiano
Ero di sinistra poi ho notato proprio in quelli di sinistra un certo disprezzo per il proletariato, di più, un vero e proprio scherno nei suoi confronti, essendo noi della sinistra internettiana raffinati uomini di cultura ("coltura" come scriveva Tomasi di Lampedusa ne La sirena, che è più fine); e in special modo durante la pandemia, quando il proletario che chiedeva di lavorare era diventato un vile untore e sterminatore dell'umanità perché attaccato ai suoi miseri piccioli. I marxisti di oggi, con amabile sinteticità, usano dire che l'uomo di sinistra è sempre più utile idiota del capitale. Nell'attuale crisi dell'automotive ("automotive" fa più fine di "industria automobilistica", perché possiede allure internazionale), l'operaio che chiede di continuare a produrre motori termici (leggi "motori a scoppio") è equiparato al troglodita con la clava, mentre si rende obbligatoria per legge la doggy bag "per evitare gli sprechi" (gli avanzi per il cane, detta papale papale, cosa che noi qui tra l'altro si fa tutti i giorni, ma per i gatti, senza sentirci eroi dell'etica nicomachea): i fervorini dell'homo interneticus hanno sostituito i bisogni dell'operaio dickensiano e riverberano via cavo le loro fesserie su tutto il globo terraqueo.
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19 novembre 1969: In ricordo del sacrificio di Antonio Annarumma
Il 19 novembre 1969 durante una manifestazione violenta dei comunisti marxisti leninisti morì in servizio l’agente di polizia ANTONIO ANNARUMMA. Un compagno dal volto coperto da una sciarpa rossa che impugna un tubo metallico come fosse un giavellotto lo scagliò contro il poliziotto sfondandogli il cranio. La stampa rossa negò ogni coinvolgimento dei manifestanti ed addusse la colpa ad un banale…
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Puoi ignorare i simboli, MA i tuoi nemici no. I comunisti no... Dopo aver preso il potere, la prima cosa che fecero i comunisti fu INVERTIRE il significato di 3 simboli tradizionali.
Evola scrive che i movimenti rivoluzionari moderni prendono "i principi, le forme e i simboli tradizionali" delle società più sane del passato e danno loro una NUOVA svolta. Scava in 3 simboli:
• Il colore rosso
• La parola rivoluzione
• Il simbolo della stella pentagrammica
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sul ROSSO: Nell'antica Roma, l'Imperatore era vestito e tinto di rosso violaceo per "rappresentare Giove, il Re degli Dei". Nel cattolicesimo, i "Principi della Chiesa", i cardinali, indossano una veste rosso scarlatto. Tradizionalmente, il rosso è stato collegato alla gerarchia, all’ordine e al potere. Nell'antichità classica, il fuoco era collegato al colore rosso. Il "paradiso sopra il cielo" era composto da puro fuoco. Il rosso rappresentava autorità e gerarchia. Ma nel XX secolo fu cooptato dai marxisti e fatto rappresentare il contrario. : Uguaglianza, masse e democrazia.
La parola Rivoluzione: “Rivoluzione nel senso primario non significa sovversione e rivolta, ma in realtà anche il contrario: ritorno a un punto di partenza e movimento ordinario attorno a un centro” In fisica questo è vero: la rivoluzione di un pianeta significa "gravitare attorno a un centro". Le rivoluzioni mantengono i pianeti in un'orbita stabile.
Le società tradizionali immaginavano che la rivoluzione fosse un movimento che mantiene in armonia l'universo morale. Ma Evola nota che le rivoluzioni adesso significano: allontanarsi dai centri stabili - sommosse- distruzione della regolarità.
Evola: La Rivoluzione moderna è come lo scardinamento di una porta, l'opposto del significato tradizionale del termine: le forze sociali e politiche si allentano dalla loro orbita naturale, declinano, non conoscono più alcun centro né alcun ordine.
Sul pentagramma:
Il pentagramma, una stella, rappresentava tradizionalmente il destino dell'uomo come microcosmo che conteneva il macrocosmo. Rappresentava l'uomo come "immagine del mondo e di Dio, dominatore di tutti gli elementi grazie alla sua dignità e alla sua destinazione soprannaturale.
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La stella rappresentava l'uomo come "spiritualmente integrato sovrano in modo soprannaturale". Ma i marxisti presero questo simbolo e ne cambiarono il significato. lo hanno reso terreno e "collettivizzato". E' stato messo sulle bandiere dell'URSS e della Cina comunista, diventando distruttivo di ogni valore più alto
Questo degrado dei simboli è un segno dei tempi estremamente significativo ed eloquente. I simboli sono il linguaggio visivo universale. Questa trasformazione radicale del loro significato non è casuale. Sono stati intenzionalmente riorganizzati attraverso l'inversione, la sovversione e il degrado.
Jash Dholani
[Julius Evola (L'inversione dei simboli- 1928]
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🇩🇪 Clima: Vandali marxisti attaccano un albero di Natale a Berlino. La gente lascia fare . Ma non attaccano mai un simbolo dell' invasore islamico...che strano 🤔
https://x.com/truesmolestas/status/1869451792230269052?s=46
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Noto musicista ungherese,ed è NAZIONALSOCIALISTA. E ALLORA??? ONORE A LUI E MERDA A QUELLE TROIE SIONISTE MARXISTE CHE LO HANNO RIDOTTO COSÌ. OPPURE,VISTA LA SUA IDEA, QUASI QUASI PENSATE CHE HANNO FATTO BENE??? IPOCRISIA# BORGHESI DI MERDA# SIONISTI#MARXISTI VIGLIACCHI#
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Domani mamma mi spedisce un pacco con alcuni vestiti e altre cose che qua mi mancano... Io non vedo l'ora perché ci ho fatto mettere anche i libri marxisti <3
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Sull’anarchia, oggi
Se per chi intenda pensare la politica, di cui costituisce in qualche modo l’estremo fuoco o punto di fuga, l’anarchia non ha mai cessato di essere attuale, tale essa è oggi anche per l’ingiusta, feroce persecuzione cui è sottoposto un anarchico nelle carceri italiane. Parlare di anarchia, come pure si è dovuto fare, sul piano del diritto implica, però, necessariamente un paradosso, perché è quanto meno contraddittorio chiedere che lo stato riconosca il diritto di negare lo stato, così come, se si intende portare il diritto di resistenza fino alle sue conseguenze ultime, non si può ragionevolmente esigere che sia giuridicamente tutelata la possibilità della guerra civile.
Per pensare l’anarchia oggi converrà pertanto porsi in tutt’altra prospettiva e interrogare piuttosto il modo in cui Engels la concepiva, quando rimproverava agli anarchici di voler sostituire l’amministrazione allo stato. In quest’accusa si nasconde infatti un problema politico decisivo, che né i marxisti né forse gli stessi anarchici hanno posto correttamente. Un problema tanto più urgente, in quanto stiamo oggi assistendo al tentativo di realizzare in qualche modo parodicamente quello che era per Engels lo scopo dichiarato dell’anarchia – e, cioè, non tanto la semplice sostituzione dell’amministrazione allo stato, quanto piuttosto l’identificazione di stato e amministrazione in una sorta di Leviatano, che assume la maschera bonaria dell’amministratore. È quanto Sunstein e Vermeule teorizzano in un libro (Law and Leviathan, Redeeming the Administrative State) in cui la governance, l’esercizio del governo, eccedendo e contaminando i poteri tradizionali (legislativo, esecutivo, giudiziario), esercita in nome dell’amministrazione e in modo discrezionale le funzioni e i poteri che ad essi spettavano.
Che cos’è l’amministrazione? Minister, da cui il termine deriva, è il servo o l’aiutante in opposizione al magister, il padrone, il titolare del potere. Il vocabolo deriva dalla radice *men, che significa la diminuzione e la piccolezza. Il minister sta al magister come il minus sta al magis, il meno al più, il piccolo al grande, ciò che diminuisce a ciò che aumenta. L’idea dell’anarchia consisterebbe, almeno secondo Engels, nel tentativo di pensare un minister senza un magister, un servitore senza un padrone. Tentativo certamente interessante, dal momento che può essere tatticamente vantaggioso giocare in questo modo il servo contro il padrone, il meno contro il più e pensare una società in cui tutti sono ministri e nessuno magister o capo. È quanto in un certo senso aveva fatto Hegel, mostrando nella sua famigerata dialettica che il servo finisce in ultimo col dominare il padrone. È nondimeno innegabile che le due figure-chiave della politica occidentale restano in questo modo legate l’una all’altra in un’instancabile relazione, di cui è impossibile una volta per tutte venire a capo.
Un’idea radicale di anarchia non può allora che sciogliersi dall’incessante dialettica del servo e dello schiavo, del minister e del magister, per situarsi risolutamente nello scarto che li divide. Il tertium che appare in questo varco non sarà più né amministrazione né stato, né minus né magis: sarà piuttosto fra di essi come un resto, che esprime la loro impossibilità di coincidere. L’anarchia è, cioè, innanzitutto, la sconfessione radicale non tanto dello stato né semplicemente dell’amministrazione, quanto piuttosto della pretesa del potere di far coincidere stato e amministrazione nel governo degli uomini. È contro questa pretesa che l’anarchico si batte, in nome in ultima analisi di quell’ingovernabile, che è il punto di fuga di ogni comunità fra gli uomini.
26 febbraio 2023
Giorgio Agamben
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Gutiérrez e l’erronea teologia della liberazione
Il 22 ottobre scorso è morto il “padre” della teologia della liberazione. Il cordoglio per la sua morte non può far dimenticare tutti gli errori di questa corrente teologica dai tratti marxisti, causa di tanti danni spirituali in America Latina. Continue reading Gutiérrez e l’erronea teologia della liberazione
#ateologia#cattivi maestri#falsi profeti#fumo di satana#Gustavo Gutierrèz#idiozie clericali#papa Francesco#pauperismo#sedicenti cattolici#spirito del concilio#teologia del popolo#teologia della liberazione
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Kappler era allo stadio(sul caso Almasri)
Il 27 gennaio, com’è consuetudine ogni anno, i nostrani politici d’ogni ministero e d’ogni partito si sono riuniti per gridare a gran voce la solita frase: “Mai più.”
Questo “Mai più” dovrebbe servire a ricordare gli orrori dei campi di sterminio nei quali ogni veste d’umanità venne estirpata alle vittime ridotte a poco più che cadaveri viventi.
“Mai più” viene detto alle cerimonie per ricordare le fosse Ardeatine, il rastrellamento del ghetto di Roma, l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema e tutte le altre innumerevoli atrocità commesse dal regime nazista con l’aiuto dei repubblichini.
#comunismo#comunisti#socialismo#socialisti#anticapitalismo#anticapitalisti#classstruggle#classwar#leftism#leftist#rivoluzionerussa#marxismo#marx#marxisti#leftcom#leftcommunism#leftcommunist#proletariato#proletario#classeoperaia#capitalismo#workingclass#workers#nowarbutclasswar#war#incidentisullavoro#salario#lavoro#culture#almasri
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Sono nera figlia di adozione Vivo da oltre 30anni al nord nella terra dei mostri omofobi e fascisti Ho genitori ariani, bianchissimi, biondi con gli occhi azzurri … eppure Sono libera, indipendente, vivo serena non ho mai subito aggressioni, qualche scemo in giro ci sta (come ci starebbe ovunque). La mia sintesi: - Il FASCISMO non esiste - Il RAZZISMO non esiste Esistete solo voi antifa e buonisti mitomani che avete rovinato tutto, anche il piacere di vivere. Disgusto.
via https://x.com/QueenAngelica/status/1793588067611128073
Il sinistrismo e il wokismo, sua degenerazione adolescenziale, è sempre invariabilmente PATERNALISTA: si prende cura di tutti come fossero bambini scemi, soprattutto di chi non vuole (non ha preso coscienza, dicevano i marxisti). La frase rivelatrice è "vi proteggeremo anche da voi stessi" (cit. Cofferati ex sindacalista ex sindaco di Boobologna).
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Animal Spirits
Partiti per far crollare l'economia russa, per ora ci siamo assicurati di far fallire due banche della Silicon Valley, e siamo appena all'inizio. Io dico: prima di avere la presunzione di far crollare l'economia di interi paesi per alzata di mano, almeno assicurarsi di essere al riparto dalle brutte sorprese. E invece no, mentre ci stavamo ingegnando per portare l'economia russa al collasso, la nostra inflazione galoppava, la Fed interveniva per aumentare i tassi, le obbligazioni nei portafogli bancari si svalutavano, ed ecco fatta la frittata: "Crisi banche USA: siamo davanti a una nuova Lehman Brothers?". Non era forse risaputo dagli ingegneri della Fed che alzando i tassi per combattere l'inflazione avrebbero svalutato i titoli obbligazionari "in pancia" agli istituti di credito? Se la finanza fosse una branca dell'ingegneria civile non rimarrebbero in piedi nemmeno i ponti. Ma è inutile, le questioni dell'alta finanza sono appannaggio di gente avvedutissima per cui tutto rientra nelle normali dinamiche dell'animal spirit, e quando accade qualcosa è sempre un fulmine a ciel sereno. Fingere, fingere sempre che tutto vada magnificamente bene fino a un secondo prima del disastro, questo per non alimentare l'ottusa emotività dei mercati che altrimenti li porterebbe a quel disastro che li costringe a fingere. È un serpente che si morde la coda, un meccanismo che genera in sé la propria rovina, ma non si illudano i marxisti, il capitalismo è una macchina che fonde periodicamente il suo motore per ripartire più gagliarda, una gabbia di matti fatta per matti che rincorrono la carota mentre vengono presi a randellate.
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Kommunistinen puolue suosituin mielipidemittausten mukaan Brysselissä – muslimiäänestäjien ansiosta
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"Oggi non c'è niente di più moderno dell'assalto alla politica. Finanzieri americani, tecnici industriali, socialisti marxisti e anarcosindacalisti si uniscono per chiedere che venga abolito il dominio parziale della politica sulla gestione economica imparziale."
Schmitt
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«Nella tesi del Manifesto, ciò che viene messo al primo posto, non sono piú solamente le classi sfruttate ecc., ma la lotta delle classi. Questa tesi si rivela subito decisiva per il marxismo-leninismo. Essa traccia infatti una linea di demarcazione radicale tra rivoluzionari e riformisti. Cercherò di semplificare la cosa al massimo senza tradire l'essenziale. Per i riformisti (anche se si dichiarano marxisti), non è la lotta delle classi che occupa il primo posto: sono le classi. Prendiamo un esempio semplice, e supponiamo che non esistano che due classi. Per il riformista, le classi esistono prima della lotta di classe, un po' come due squadre di rugby esistono, ciascuna dalla sua parte, prima della partita. Ogni classe esiste nel suo proprio campo, vive nelle sue peculiari condizioni di esistenza: una classe può anche sfruttare l'altra, ma questo non costituisce ancora la lotta delle classi. Un giorno, le due classi si incontrano, si affrontano, e solo allora comincia la lotta di classe. Esse si scontrano, la battaglia diventa aspra e finalmente la classe sfruttata ha il sopravvento sull'altra: è la rivoluzione — oppure soccombe nella lotta: è la controrivoluzione. Si rivolti la cosa come si vuole, vi si troverà sempre presente lo stesso concetto: le classi esistevano prima della lotta delle classi, indipendentemente dalla lotta delle classi e la lotta delle classi sopraggiunge soltanto in un secondo momento Per i rivoluzionari, al contrario, non si possono separare le classi dalla lotta delle classi. La lotta delle classi e l'esistenza delle classi costituiscono un'unica realtà. Perché vi siano delle classi in una ‘società’, bisogna che la società sia divisa in classi: questa divisione non si opera a cose fatte, è lo sfruttamento di una classe da parte dell'altra, cioè la lotta delle classi, che costituisce la divisione in classi. Lo sfruttamento è già lotta di classe. Bisogna dunque partire dalla lotta delle classi per capire la divisione in classi, per comprendere l'esistenza e la natura delle classi. Bisogna dunque mettere la lotta delle classi al primo posto.»
-L. Althusser, Umanesimo e stalinismo
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