Tumgik
#voglio anche morire perché ho il ciclo
earanie · 4 months
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signore e signori stiamo finalmente andando al mare.
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ross-nekochan · 10 months
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Ieri notte ho pianto un po'. Dovrebbe essere una bella notizia, dato che non lo faccio mai per colpa del mio cervello che mi obbliga a reprimere tutte le emozioni perché devo per forza essere forte e basta. Sarà forse stato il ciclo, che anche stavolta mi è arrivato dopo 40gg, forse (ancora) per colpa dello stress del lavoro.
Ultimamente mi sento sola e dimenticata dal mondo e a volte penso che morire qui sarebbe perfetto per sparire nel nulla facilmente. Tanto chi mi verrebbe a cercare? Nessuno. Basterebbe fare in modo che nessuno trovi il mio corpo e lasciare che marcisca così che nessuno possa essere avvisato e sparirei senza lasciare traccia.
Non so cosa fare. Né adesso né in futuro. Sebbene lavorare mi ammazzi lo spirito, in teoria non avrei di che lamentarmi: il leader è gentile, il lavoro non è difficile e ingestibile, posso vestirmi come voglio. Eppure mi sembra tutto vuoto. Guardo i dipendenti della multinazionale dove lavoro... saranno ricchi sfondati, eppure sicuramente anche loro avranno da lamentarsi, quindi ha veramente senso fare carriera? Che poi, anche se volessi, in che cosa potrei farmi una carriera? Una parte di me sta seriamente pensando di continuare in questa strada, specializzarmi in qualcosa di tecnico e diventare un'arrivista come tutti gli altri, solo per i soldi. Dall'altra... riuscirei a perseverare in questa decisione, io che non so nemmeno sicura se voglio davvero quello che ho deciso di mangiare a colazione? In questa società non posso servire a niente perché non ho studiato ingegneria, business, finanza, giurisprudenza. Mentre piangevo pensavo a mia madre, la persona che più odio e amo sulla faccia della terra e che una volta mi ha detto:"Perché vorresti dire che i tuoi esami sono più difficili di quelli di tuo fratello?!". Solo perché ho studiato umanistica e non ci sono numeri. Chi studia le materie STEM spesso viene additato e si sente uno sfigato. E invece i veri sfigati siamo noi, perché tanto è tutto facile. Quante volte l'ho sentita dire che mio fratello "ha fatto i sacrifici" - mai sentita una cosa del genere per me, nonostante è dalla triennale quando avevo 20 anni, che mi sveglio alle 6:30 per prendere il bus per raggiungere Napoli, mentre mio fratello andava comodamente in auto senza manco cambiare provincia; mai sentita per me nonostante abbia deciso di andare a studiare fuori, ma quello l'ho deciso io e quindi non vale come sacrificio. In più, ho ricevuto più soldi per vivere fuori - come se qualcuno avesse impedito pure a lui di farlo. Ha fatto tanti di quei sacrifici da non aver mai avuto bisogno di cucinare da solo, lavarsi la biancheria e spazzare a terra. Ora vive già con uno stipendio da pascià, un sacco di ferie, senza pagare quasi niente e lavorando da casa, con l'unico sacrificio di aver studiato 5 anni per laurearsi - come se avesse studiato solo lui. Vabbè ma si sa, ingegneria è più difficile...
Io continuo a fare sacrifici persino oggi, senza che mi venga riconosciuto da nessuno, sola come un cane e senza che io riesca a vedere la fine di tutto questo, mai. E se lo vai a dire a qualcuno, sai che rispondono? Lo hai deciso tu di trasferirti quindi non ti lamentare. Non posso nemmeno pensare: se mi sacrifico tot anni, dopo potrò finalmente riposare e godere dei frutti del mio sacrificio... perché questo supplizio potrebbe non avere mai fine. Solo perché non ho nessuna skill di valore da poter vendere nel mercato del lavoro.
Non mi posso lamentare del lavoro che faccio adesso eppure la sua vuotezza e sterilità mi porterebbe a volerlo cambiare. Ma per cosa? Esistono altre cose per me, laureata di merda senza skills importanti, che sono più stimolanti o quanto meno più remunerative? Forse no e quindi forse piuttosto che fare l'arrivista, sarebbe meglio abbassare la testa e continuare a fare la schiava del sistema.
Un sacco di volte mi sono lamentata del fatto che mi sveglio presto col mio coinquilino italiano e lui ha risposto:"Almeno tu lavori in ufficio, non ti lamentare. Io lavoravo in officina senza aria condizionata d'estate e senza riscaldamento d'inverno". Siamo arrivati a questo, alla guerra tra poveri. Mi devo sentire in colpa pure se non ho lo smartworking.
Tra l'altro sto notando di una cosa comune nella nostra generazione. Infatti lui, come l'altro coinquilino, dopo tot anni di lavoro e di soldi accumulati hanno deciso di venire qui per imparare la lingua e fare una sorta di investimento su se stessi. La mia amica pure, laureata in arte contemporanea, dopo un paio di anni di lavoro in un negozio di abbigliamento, dice che vuole perseguire la sua passione per il disegno e seguire un corso ad hoc.
Se penso a me, nemmeno questa cosa potrei farla. Che corso farei? Quale stravolgimento della vita potrei fare? Nessuno. Non ho altri interessi al di fuori della conoscenza in generale e nessun corso specifico che possa aiutarmi a migliorare la mia situazione o il mio status.
Sono vuota, persa, sola... vedo solo il buio davanti a me.
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worldofdarkmoods · 12 days
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Cara me stessa,
Non so davvero da dove cominciare. Ogni volta che mi siedo a pensare a tutto ciò che provo, è come se le parole si bloccassero in gola, come se non ci fosse davvero modo di spiegare questo vuoto che sento dentro. È un peso che mi porto dietro da così tanto tempo che non riesco più a immaginare come fosse vivere senza. O forse, non ho mai saputo davvero cosa significa vivere davvero.
La verità è che non voglio più essere qui. Ogni giorno mi sveglio sperando che sia diverso, che qualcosa cambi, che finalmente tutto questo dolore si dissolva. Ma niente cambia. Non importa quanto lo desideri, quanto cerchi di sorridere o far finta di stare bene. Dentro, mi sento rotta, completamente svuotata. A volte penso che sarebbe più facile semplicemente sparire, smettere di sentire questo dolore che sembra non finire mai.
Ma c'è una parte di me che non ha il coraggio di farlo. Non riesco a prendere quella decisione definitiva, anche se ci penso continuamente. Non è che voglia di vivere, è che non so come morire. E questa lotta, questa costante battaglia tra voler sparire e non riuscire a farlo, mi sta consumando.
È qui che entra in gioco l'autolesionismo. Quando il dolore diventa insopportabile, quando sembra che non ci sia via d'uscita, l'unico modo che ho trovato per sentirmi viva è attraverso quelle ferite che mi infliggo. È come se, per un attimo, il dolore fisico mi aiutasse a zittire quello mentale. Tagliare la pelle è come far uscire quel buio che ho dentro, anche se so che è solo un'illusione. Per qualche secondo, riesco a concentrarmi solo su quello, su quella sensazione. E almeno per un po', smetto di pensare a quanto vorrei che tutto finisse.
Non lo faccio per attirare l'attenzione, anzi, cerco di nasconderlo il più possibile. Lo faccio perché mi sembra l'unico modo per affrontare tutto ciò che non riesco a spiegare a nessuno. Non so se qualcuno capisca davvero cosa significa voler morire ma non avere il coraggio di farlo. È come essere sospesa tra due mondi: uno in cui non voglio stare, e un altro che non riesco a raggiungere.
Le cicatrici che mi lascio addosso sono solo il riflesso di quelle più profonde che porto dentro. Sono segni visibili di un dolore che non riesco ad esprimere. E so che non è una soluzione, so che sto solo peggiorando le cose. Ma è come se, ogni volta che mi ferisco, trovassi un modo per dare forma a qualcosa che altrimenti mi divorerei dall'interno. È un modo per sentirmi ancora in controllo, anche se so che in realtà non lo sono.
Mi sento intrappolata in questo ciclo, e la cosa più spaventosa è che non so se voglio davvero uscirne. Una parte di me vuole solo arrendersi, lasciarsi andare, mentre un'altra parte, quella più piccola, vuole sperare che ci sia un'altra via, anche se ora non riesco a vederla.
Scrivo queste parole perché ho bisogno di ricordarmi che esisto ancora. Anche se non mi sembra abbastanza, anche se non riesco a vedere una via d'uscita, sono ancora qui. Non so quanto durerà, non so se troverò mai il coraggio di chiedere aiuto o di smettere di farmi del male. Ma per ora, questo è tutto ciò che posso fare: scrivere e sperare che, da qualche parte, ci sia ancora una ragione per resistere, anche se non riesco a trovarla.
Forse un giorno capirò come vivere senza questo dolore. Forse un giorno imparerò a sentire qualcosa di diverso. Ma per ora, tutto quello che posso fare è continuare a sopravvivere, anche se non so se questo sarà abbastanza.
-Anonimo🖤
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teredo-navalis · 2 years
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O sei un'ottima attrice oppure loro non vedono o non voglio vedere oltre la superficie
È un insieme di cose; prima di tutto appunto prendo i farmaci che mi stanno aiutando molto, ho ancora delle mini crisi, ma almeno non passo due settimane ogni mese a pensare solo di voler morire/quasi ammazzarmi/quasi farmi ammazzare perché sto fin troppo dissociata (che già qui, c'è molto da dire: perché non viene approfondito il legame tra ciclo mestruale e depressione? perché non troviamo cure più specifiche? perché la medicina continua ad avere così poco interesse nei confronti delle donne?); poi sono anche un'attrice discreta, poi i sintomi non si devono manifestare necessariamente quando si è con gli altri (che è comunque abbastanza poco tempo, dato che seguo solo un corso su tre e a pomeriggio lavoro, quindi passiamo davvero poco tempo insieme), poi sono una persona schiva
e a questo punto in realtà mi sono rotta di fare l'elenco, comunque diciamo che hanno le loro ragioni per pensarlo ma ciò non cambia il fatto che queste uscite mi fanno molto ridere (ironicamente) come tutte le volte che mi hanno detto(nel corso della vita) che sembro una persona tranquilla e serena, in pace con sé stessa e che non ha bisogno di nessuno, lol, LMAO
+ altri pensieri che ho dimenticato di aggiungere
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powerpoison · 3 months
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È arrivata la colazione della nutrizionista, avevamo stabilito lo yogurt ma mi ricorda l'inizio delle abbuffate e vomito. Sono stata ricoverata perchè ero svenuta e molto carente di potassio e glucosio. Il succo lo ha messo per merenda. Non farò il pranzo, perché ci saranno i carboidrati. Oggi se gli esami del sangue vanno bene il dottore mi dimette e vengo seguita in ambulatorio. So benissimo che devo mangiare e non vomitare per stare bene, per non avere carenze, per non svenire. Qui in ricovero sono ingrassata e questo mi fa preoccupare, voglio sempre dimagrire. I pensieri sono contrastanti perché ho tanta voglia di stare bene, come la colazione ho fatto stamattina, normale, e dovrebbe essere sempre così, un equilibrio ai pasti per mantenersi belli, in forma e in salute soprattutto,quella è la cosa più importante. Io amo la vita. Vorrei rinascere e cancellare dalla testa tutto quello che fa male, smetterla di avere obbiettivi malsani come dimagrire, non stare in salute. Essere fissati con il cibo. Gliel ho detto al dottore ho paura di tornare a casa, dove sono tanti mesi prima di essere svenuta mi sono autodistrutta per dimagrire, ho paura di tornare a instaurare le stesse abitudini che già penso. Succederà sicuramente mi impegno a non farle succedere nella maniera di prima, perché altrimenti svengo di nuovo, e sono a punto a capo. Bisogna stare bene. Il fatto di essere seguita in ambulatorio da casa mi fa sentire agganciata e non sola, al dottore glielo ho detto che se non reputa bisogno che ora sono ancora più grassa dell'arrivo posso stare da sola. Morire magra da sola forse mi merito solo questo e basta. Ma non so perché sono così cattiva con me stessa, perché sono grassa, mi ha detto di togliermi dalla testa che lo sono, ma è così che mi sento un'obesa in lotta con il dimagrimento, un'obesa che pensa solo al cibo. Lui punta al fatto che devo stare bene e mantenimento. So che non ho il ciclo cosi, dovrei fare venire il ciclo, ma questo ha detto bisogna ingrassare. Non c'è la faccio, voglio dimagrire. Imparerò a volermi più bene indipendentemente dal peso. Noi non siamo dei numeri, ma io sono fissata con i numeri della bilancia. Lei è a casa che mi aspetta. Devo fare un piano per quando sono a casa, non pesarmi così spesso perché so già che risuccedera', non ho raggiunto il mio obbiettivo. Ma non voglio abbandonare questo vortice di pensieri è diventata la mia routine e mi fa sentire impegnata. Bisogna stare bene dovrei guardare solo nella direzione della salute. La guardo ma penso tanto anche alla bilancia.
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volumesilenzioso · 2 years
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(disturbi alimentari, depressione…)
mi vergogno di queste foto, ma le considero importanti, scrivere tutto quello che troverete sotto senza mettere le foto, secondo me, non avrebbe avuto senso
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credevo di dover perdere altro peso per essere felice…
sono sincera, guardandomi allo specchio mi rendo conto di aver ripreso peso, si capisce anche dal fatto che dopo un anno e mezzo sono uscita dall’amenorrea, eppure non sono felice neanche adesso, perché la verità è che mi sono sentita costretta a ricominciare a mangiare, ma continuo a odiare il mio corpo, in tutto e per tutto. non mi voglio bene, neanche un po’. non vado fiera dei kg che ho ripreso, non mi piaccio di più. sicuramente ho più energie, riesco a fare più cose, ho ripreso a studiare, a uscire ecc, ho addirittura conosciuto un sacco di persone nuove, apparentemente sono più aperta, sembro quasi socievole, a volte sembro estroversa. la verità è che non è cambiato nulla interiormente, ho ancora la stessa voglia di dimagrire che avevo un anno fa, ho ancora l’obiettivo di scomparire lentamente, torturandomi, morendo di fame. quando non mangiavo ero ancora più aggressiva e irritabile, rispondevo male a prescindere da tutto, non riuscivo a muovermi, ero costretta a farmi asciugare i capelli da qualcuno perché non riuscivo a tenere il fono per più di due minuti senza che iniziasse a pesarmi, come se mi si stesse staccando il braccio. ero impotente, ma nello stesso tempo mi sentivo potente, perché convinta di avere il controllo totale sul mio corpo e sulla fame. adesso so che il controllo era proprio ciò che non avevo, eppure mi manca stare così, mi manca perché ormai mi ero abituata a quella condizione, mi manca perché rischiavo di morire da un momento all’altro ed era proprio quello il mio obiettivo, ora questo obiettivo mi sembra estremamente lontano perché ho ripreso quel maledetto peso, perché fisicamente sono in salute, perché ho di nuovo il ciclo e il mio corpo funziona, non rischio più il collasso, non rischio più di addormentarmi e non svegliarmi più, non rischio più di svenire ad ogni passo che faccio, il mio corpo sta bene. ma la mia mente è rimasta lì, è un casino totale, mi dice di tornare indietro ogni giorno e ignorarla diventa sempre più difficile. però so, nel profondo, che sto facendo la cosa giusta, so che me lo devo, so che un giorno mi ringrazierò per tutti gli sforzi che sto facendo, so che continuando così, forse, riuscirò a stare meglio, non dico che sarò felice, ma starò bene. ricordo la sera in cui provai a togliermi la vita come fosse ieri, ricordo gli sguardi della mia famiglia, spenti quanto il mio, abbiamo tenuto la cosa estremamente privata, solo parte della mia famiglia l’ha saputo, e altre persone al di fuori della famiglia che mi sono state vicine. oggi lo sto scrivendo qui perché su questo social mi sento libera, sento di poter parlare di tutto, lo uso anche un po’ per sfogarmi. ma quello che voglio dire, raccontando tutto ciò, è che forse c’è un motivo se sono ancora qui (che ancora oggi non mi è chiaro), forse devo iniziare a vivere per me e per le persone che mi circondano, perché ho visto come mi guardavano quella sera, per mesi non mi hanno lasciata sola neanche un secondo per paura che potessi riprovarci, so di aver ferito loro, non tanto me stessa. so cosa significa stare male, voler mettere fine a tutto, diventare egoisti in un certo senso, so cosa significa tutto questo e so quanto sia difficile farsi aiutare, parlarne, far entrare qualcuno nel proprio mondo. ma fatelo, fate la cosa che vi sembra sbagliata, andate verso quella via d’uscita che vi sembra irraggiungibile. fatelo prima per gli altri, piano piano inizierete a farlo anche per voi stessi. ad oggi non sto bene, per niente, sono mentalmente distrutta, eppure qualcosa è migliorato. ho ripreso quei kg, i miei occhi sono ancora spenti, ma non tanto quanto lo sono nelle foto qui sopra, ogni tanto si accendono, brillano. ogni tanto mi capita di sentirmi bene, cosa che prima non succedeva. per questo mi impegno così tanto nell’andare contro la mia testa, perché forse ne vale la pena, perché forse un giorno i miei occhi brilleranno di più.
vorrei solo dire a chiunque si sia trovato o si trovi nella mia stessa situazione, chi per un motivo, chi per un altro, che non dobbiamo arrenderci. che un sorriso vero dopo mille sorrisi falsi è comunque valido e non va sottovalutato, che la vita è una (una merda, direte) e in parte abbiamo il potere e il dovere di modellarla a nostro piacimento. non otterremo tutto quello che vogliamo, non raggiungeremo tutti i nostri obiettivi e non realizzeremo tutti i nostri sogni, ma possiamo provarci, e possiamo andare fieri dei risultati che otteniamo perché ogni risultato, per quanto piccolo sia, ha un suo valore, ma questo valore bisogna riconoscerglielo.
vi prego, andate avanti, non mollate mai. io spero di continuare su questa strada, spero di averne le forze, e spero che voi possiate fare lo stesso.
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tettine · 3 years
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Oggi è stata una giornata di merda, mi è arrivato il ciclo, i trentenni sono più stupidi dei quarantenni perché molti di loro pensavano: operatore turistico= vado in vacanza quest'anno. Un tipo ha chiamato per lamentarsi di quanto il veneto sia capitalista perché apre una categoria per i ricchi che possono viaggiare poi quando gli ho spiegato cosa volesse dire operatore del settore turistico ha messo giù senza dir nulla. Io veramente non so.
Zaia è un pezzo di merda bastardo che dice cazzate e mi fa prenotare il vaccino per il 5 di agosto (sarò viva per allora?? Booh)
Ho mal di schiena perché sto seduta per troppe ore al giorno e voglio morire sempre di più.
Una tipa dice di aver dato dodici esami in un anno ed io mi sento un fallimento anche se non dovrei visto che io ne ho dati 9. So che non è importante, ne sono consapevole però boh continuo a pensare di essere un fallimento.
Scusate se non vi rispondo in chat, su WhatsApp o telegram o boh ma non ho proprio la testa per le interazioni sociali
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cosastratta · 3 years
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Perché continui a dimenticarti chi sei e quanto vali?
Lisa
Pensi di aver bisogno di consigli da persone esterne ma ti dimentichi di essere da sempre e per sempre la tua guida più fidata
Hai portato te stessa fino a questo punto e quante volte ti sei sentita spraffare dagli eventi,come se quello che stessi vivendo fosse più grande di te?
Eppure alla fine hai sempre trovato una via, un modo
Ti sei sempre rivolta alla luna per percepire la piccolezza tua e dei tuoi problemi
Fa un paio di respiri profondi, rilassati
Vorrei riuscire a non essere così fredda con me stessa, così analitica
È questo il tipo di madre che mi ridurrei ad essere?
Fredda e distaccata come la solitudine alla quale mi hanno abbandonata i miei genitori
Bene lisa
Adesso instaureremo un rapporto d'amicizia
Non ho amici o comunque non amici veri e voglio cambiare la situazione
Mi piacciono le lunghe camminate, le mostre d'arte e questa descrizione sembra un dépliant
Negli ultimi anni a dire il vero le mostre d'arte mi hanno sempre un pò annoiata, come se fossi già piena,straripante, e avessi voglia solo di emozioni leggere
Ci ho provato per un periodo
Con giuse e di Giuse adoravo il dinamismo, il correre senza fine che era estenuante ma estremamente distraente
Avere qualcuno che bloccasse i pensieri e mi portasse talmente tanto lontana da essi da dimenticarmi quali fossero da principio
L' euforia di una canna, un paio,sempre di più che non capisco come possa saziare le persone
Perchè è così falsa e mentre ridi e sei spensierato sai che niente è vero ma scegli comunque di crederci
E allora inizi a giocare ad un gioco in cui siamo tutti giocatori al punto tale che alle persone smette di importare se sei bravo oppure no
Ti senti più soddisfatto ma anche più solo e continui a partecipare finchè non ti rendi conto che quella partita è diventata la tua vita
Giuse con me si è sempre comportato come se fossimo in un videogame
Come se ad ogni 'scusa, ho sbagliato' potesse resettare ed iniziare da capo
Come se le mie vite fossero illimitate ed esattamente come una macchina non fossi tenuta a provare emozioni
Se dovessi morire tra una settimana prenderei l'essenziale e me ne andrei in Norvegia
E invece sono qua ad investire sul mio presente e scommettere sulla mia persona
A sperare che questo percorso di guarigione che ho deciso di intraprendere inizi davvero a farmi guarire
Che una mattina possa svegliarmi pensando unicamente a come rendermi felice piuttosto che rimuginare sugli uomini che non sono stati in grado di farlo
E poi vorrei versare tante lacrime
Sta arrivando il ciclo, voglio piangere tanto
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mythoughtsandi · 3 years
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Oggi è una serata triste, ripenso a tante cose, centrate per lo più su una persona. Lui.
Sono vivamente innamorata, e sono sicura che anche Lui lo è, ma le cose non vanno bene. Non siamo più gli stessi.
Avverto delle mancanze, che non riesco a lasciar passare.
Siamo cambiati molto, la vita ci ha portato a farlo, e dal mio canto posso dire che nel pormi a lui sono un po' più stronza, ma ci metto il cuore in ogni cosa che faccio. La settimana scorsa ho pianto tra le sue braccia, perché mi sento inadatta per lui. E questa volta non mi ha consolata come quando accadono questi momenti. Mi ha semplicemente detto di stare calma, e di dormire. Non mi ha abbracciata, né mi ha accarezzato i capelli come al solito. Il giorno dopo tutto è andato come se nulla fosse, è stata la solita giornata, lui che passa ore al telefono, io che gli chiedo di calcolare me. E per un po' succede, ma per una scusa o per un'altra poi lo riprende e tutto è uguale a prima. Ho seriamente paura di essere entrata in un ciclo di monotonia da cui è difficile uscire, più d'una volta infatti gli ho chiesto più romanticismo, e lui m'ha risposto che noi stiamo insieme e che non c'è bisogno, per lui, di smancerie varie, basta sapere che ci amiamo. E non voglio continuare a ribadirgli ciò, non voglio farlo sentire in colpa. Ma come glielo spiego che io dentro mi sento morire? Che ogni volta che mi capita di vedere delle coppie che si scambiano frasi d'amore, anche le più scontate, io vorrei sparire dalla Terra. Come glielo spiego che io sento il bisogno di avere più lui, di ridere e scherzare per dei giochi o delle battute stupide, senza l'intervento di stupidi post di Instagram o di video di TikTok? Come gli spiego che io non riesco nemmeno più a volermi fare bella come prima, che gli bastava vedermi un filino sistemata, o anche solo in pigiama, per saltarmi addosso. Adesso devo anche chiedere di fare qualcosa, che per carità lo comprendo, capisco i periodi in cui la voglia cala, ma non capisco perché prima eravamo fuoco e fiamme a letto, ci stuzzicavamo sempre, mentre adesso a malapena ci sfioriamo con senso erotico.
Sono stanca di questa situazione e mi fa male perché sono innamorata persa di lui.
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yellowinter · 4 years
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Ciao scusa il disturbo. In questo momento avrei bisogno di parlare ma l’unica persona con cui voglio e posso farlo non mi risponde. Anzi ho appena deciso di allontanarla definitivamente anche se mi sento morire all’idea. Mi sento un fallimento perché sono anni che ricado nel solito ciclo in cui non mangio per mesi e poi riprendo a mangiare, anche troppo. Vorrei farmi del male perché mi sembra l’unica cosa che mi merito. Non riesco a smettere di piangere e di pensare. Sembra che nessuno capisca come sto veramente, neanche la mia psicologa. Neanche io lo so. Stavo pensando di non andarci piú perché credo di essermi solo convinta di stare male per tutti questi anni. Ma non lo so piú sinceramente. Sono sempre così confusa, non so cosa mi succede, perché succede, chi sono e cosa voglio. So solo che in questi momenti mi sembra di essere vuota, di non provare nulla, e poi di provare tutto quanto tutto insieme. E quindi reagisco d’impulso. Spesso reagisco male e mi criticano per questo, ma non capiscono che lo faccio perché c’è un motivo, non perché sono una cattiva persona. O forse hanno ragione loro. Sono cattiva. Forse sono solo completamente sbagliata. Secondo te sono cose normali che provano tutti o c’è qualcosa che non va? Ho bisogno di una risposta a domande che mi faccio da anni ormai.
Non sono una psicologa e penso che queste cose dovresti chiederle a una persona che abbia le competenze per risponderti adeguatamente. Se non ti trovi bene con la tua attuale terapista, penso che dovresti cambiarla, perché magari lei non è quella giusta. Cambia tanto da uno psicologo a un altro, ma soprattutto dal tipo di terapia che fai. Secondo me la domanda che ti devi fare è “vivere così come mi fa stare?”... se la risposta è che ti fa stare male, allora bisogna intervenire e cambiare qualcosa. Non sei sbagliata o anormale, non sei una cattiva persona, hai dei problemi che dovresti risolvere per stare meglio, con te stessa e con gli altri, e avere una vita che possa in qualche modo gratificarti. Chiedi aiuto. Se hai bisogno puoi scrivermi in privato 🌻
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gli ultimi avvenimenti, + ciao ciclo + cazzo forse sono troppo bassa di ferro e sto per morire perché mi sento uno straccio, mi hanno distrutta. non riesco a concentrarmi su qualcosa che non sia la mia mediocrità. ho deciso di passare il ferragosto da sola, perché al pensiero di vedere qualcuno voglio vomitare e quando l'ho detto ai miei mia madre ha cercato di mettersi in mezzo.
lei è quel tipo di persona che gioca sempre a chi ce l'ha più grosso, nel senso che se io dico "sono un po' stanca e preferisco dedicare le mie energie per studiare" lei inizia "anche io sono stanca, esausta proprio, non ce la faccio più", o ancora "ritengo questa cosa al momento una perdita di tempo quindi non la farò" e lei "beh, ma per me non è una perdita di tempo!". e di per sé non è che non può farlo, ma facendolo solo quando io esprimo un mio problema finisce sempre che me lo fa pesare o sposta l'attenzione su di sé, come al solito. provo a non starci troppo male, ma ultimamente non ci riesco molto bene.
la mia pazienza si è esaurita direi, perché la mia risposta è stata "non me ne frega un cazzo di cosa pensi tu". un po' rude obiettivamente e obv non ha funzionato, perché ha iniziato a fare l'offesa.
e io che penso, nella mi attuale apatia e mancanza di compassione "se un giorno mi ammazzerò, saprete tutti che è colpa vostra, sarà l'ultima cosa che farò".
per fortuna che non ho spina dorsale, o ciao mondo, perché proprio sto raggiungendo il limite, non ce la faccio più. non sono più neanche arrabbiata, il mio diario è un susseguirsi di sono stanca.
#me
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interiorizzo · 4 years
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Caro Tumblr ti scrivo, in realtà non ti scrivo da un pò, si certo, ma ho appena visto su youtube un video in cui il tipo parlava di quanto sia importante tenere un diario e mi sei venuto subito in mente tu. Nel video poi si ponevano 4 punti utili che possono portare questa attività che, ahimè, compio sempre raramente. Questi punti sono: 1)Produttività (ormai andata a fanculo dalla fine della sessione, sto diventando sempre più un vegetale in pratica o, in alternativa, un pezzo dell’arredamento-più simile a un cuscino che ad un vero e proprio mobile d’arredo- Tuttavia non è per questo che ti scrivo mio caro Diario) 2)scrivere idee (Neanche questo punto mi interessa al momento, ma in futuro chissà) 3)sfogarsi (ecco, ci siamo quasi..) 4)razionalizzare Ed è per quest’ultimo punto che sono qui: scrivere i miei  pensieri per poi rileggerli e capire cosa diamine c’è che non va nella mia vita. Ora direi che potrei cominciare con il vero e proprio discorso caro Tumblr. Mettiti pure comodo e prendi- Okay, imprevisto, è tipo andato in corto un interruttore di sotto e la puzza di fumo è arrivata fin su ahahaha (okay non dovrei ridere sarei potuto morire arrostito ma vabbè) In ogni caso ho perso il filo del discorso, vedrò di riprendere dal ultimo capoverso..
Ora direi che potrei cominciare con il vero e proprio discorso caro Tumblr. Mettiti pure comodo e prendi i pop corn, perchè non sarà affatto una storia breve. Allora, da dove potrei mai incominciare. No dai, sai cosa? Non voglio star qui a raccontare la storia della mia vita. Sarebbe troppo deprimente e ancor peggio noiosa. In più uscirei fuori tema perchè in realtà oggi ho solo bisogno sfogarmi sugli ultimi eventi, non sulla mia intera vita. Magari questa storia un’altra volta eh? Prima però ho necessità di un piccolo preludio, altrimenti non capiresti. Tutto iniziò in una notte buia e tempestosa! Nah non va bene come inizio, troppo banale, e poi non so il meteo del giorno in cui nacqui.. Allora dai, seriamente ora.
Tu, grande T, ne hai conosciuta di gente strana, magari anche più di me. Però ultimamente inizio a considerarmi solo, nel mio genere. Dio mio, a volte nemmeno io riesco a comprendermi. Sto iniziando anche a credere di non essere tagliato per le relazioni, di nessun genere(nè amorose, di amicizia o familiari). Non riesco a gestirle e finisco sempre col ritrovarmi solo, in questo limbo infinito fino alla prossima persona con cui rovinare tutto. Credimi quando ti dico che è un ciclo davvero infinito. è capitato e ricapitato di continuo: trovo una persona con cui sto bene e stranamente la cosa è reciproca, abbandono chiunque altro per dedicarmi solamente a quella persona, passo da 1 a 6 mesi fantastici con questa persona per poi annoiarmi io o l’altra persona e il separarsi definitivamente tornando puntualmente ad una sostanziale solitudine. Di solito, amico mio, arrivato in questa fase cerco compagnia di altre persone che conoscevo prima fino alla prossima relazione da rovinare. Ma questa volta è diverso. Non c’è davvero più nessuno. Sono realmente solo. E la cosa peggiore è che questo non mi spaventa. Sono solo e mi sento bene. Mi sento solo, ma non sono triste. Sento solo un grande vuoto, non lasciato dalla persona che se ne è andata, ormai sono così abituato agli addii che non ci faccio neanche più caso, anzi, ad un certo punto del comportamento dell’altro so già come evolve, per cui spingo anche sul acceleratore affinché finisca prima. Potrei essere sociopatico? Forse. Mi vergognerei di esserlo? No di certo. Come dicevo, non sento assolutamente nulla. Ed è questo che mi spaventa. Per esperienza so che, nel momento in cui senti di non provare più nulla, è perché in realtà reprimi quelle emozioni, che si tratterranno fino ad esplodere più forti che mai. La psicologia è una delle mie passioni, ma di fatto la maggior parte delle mie conoscenze in materia sono frutto di pure e semplici osservazioni (si esatto, come si faceva nel XIX secolo durante l’era del positivismo e della nascita di molte materie umanistiche, so che anche tu ci stavi pensando). Il punto però è che, a tutti questi timori, se ne  aggiunge anche un’altra, e cioè la paura del domani, del futuro. Non metto in dubbio che sia una paura molto condivisa questa, di non riuscire a trovare una relazione stabile e fissa, a molti piace anche questa condizione se dobbiamo dirla tutta-questi ultimi la cercano addirittura, la bramano- ma io no. Io ho 20 anni Tumblr, lo sai, e di relazioni intime ne ho affrontate tante ormai, le conosci, e Dio solo sa quanto io ci abbia provato a creare qualcosa che potesse durare, dalla prima fino ad ora, eppure tutti i miei sforzi non sono valsi A UN CAZZO. Se solo ripenso a quante ne abbiamo passate, mi fa incazzare il fatto di ritrovarmi sempre qui nello stesso fottutissimo posto. è come non avere una memory card e rigiocare sempre lo stesso livello, a l’infinito. Può essere divertente la prima volta, stai scoprendo, anche la seconda e la terza, stai facendo esperienza, ma quando arrivi a tante volte da aver perso il conto ti accorgi che sta diventando frustante continuare a muovere sempre e solo i primi passi, senza mai arrivare al livello successivo; ritrovarsi sempre con un mattoncino da porre, alla base di una casa che progetti da anni e non riesci nemmeno a sapere se mai la porterai a termine; a costruire sempre da zero, per poi ritornare a non aver nulla. Tumblr, sono stanco davvero di essere solo. So che in tanti ti scrivono le stesse cose, ma non riesco a credere che tutti coloro che si sfogano con te per il medesimo motivo vivono ciò che vivo io, o abbiano vissuto ciò che ho vissuto io. Io che non so nemmeno cosa sia uscire a mezzanotte, o andare a fare una serata con amici, io che non ho mai conosciuto la libertà di “uscire con la comitiva”, io che ti scrivo da questa stanza da anni, e non ho mai cambiato posto, pur avendone le facoltà, nascondendomi sempre dietro la mia svogliatezza e diffidenza verso il prossimo, lottando ogni giorno contro la mia misantropia e asocialità, o meglio, incapacità di gestire più di una relazione alla volta. Mio caro Diario,  ora sono le 2:43, e solo quando ci siamo salutati era un’ora fa, sono un pò stanco di scrivere e ho a malapena completato il preludio, magari concluderò il discorso domani sera, o magari non lo farò mai. sempre tuo, G.
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mascheradaguerra · 4 years
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4 giugno - già giugno
Assurdo come il tempo passi così velocemente, sembrava ieri l inizio della primavera e adesso mi trovo catapultata in estate. Vorrei che il tempo si fermasse nei momenti belli e accelerasse in quelli brutti.. Sabato mattina dovevamo partire alle 5 di mattina e ci siamo ritrovati svegli praticamente alle 7 e siamo andati a camminare in montagna. Siamo riusciti ad fare 11 km, 20 mila passi per arrivare a 2100 metri di altitudine, per poi scorgere questo meraviglioso lago, quasi alla cima della montagna, è stato stupendo, sentire i profumi dei pini, stancarsi così tanto per poi arrivare alla meta, avere i piedi gonfi e doloranti ma continuare, per vedere marmotte, per vedere bellissimi fiori di vario tipo, dove abbiamo visto paesaggi celestiali che rimanendo a casa sul divano sicuramente non saremmo mai riusciti a vedere. Mi mancava da morire la natura e come prima gita e stata bellissima. Aneddoto simpatico: siamo andati lì a maniche corte, con io addosso un asciugamano per coprirmi un po e lui in pantaloncini. Non ci siamo mai prolungati in pause proprio per il freddo, infatti in una che abbiamo fatto, s e avvicinato un uccello nero con degli occhi bellissimi e gli ho dato da mangiare ed era bellissimo.. Poi la situazione più da panico ero io in bilico sulle rocce che scivolavo, son riuscita a trasmettere la paura pure a lui poverino ma per fortuna non mi arrendo mai e anche se mi ha detto di tornare indietro io ho continuato infatti ne è valsa tantissimo la pena proprio per quel meraviglioso lago... A parte questa splendida gita condita di cibo spazzatura, la mattina seguente mi sono svegliata con il ciclo e quindi ho continuato il week end con lui non potendo fare quello che avrei voluto fargli e così anche ieri e l altro ieri che c era monte del 2 giugno, ma nonostante ciò sono stata tanto bene con lui, siamo stati leggeri, sereni, tranquilli, frecciatine,e poi ieri all improvviso mi guarda e mi dice che gli son mancata proprio tanto in questa quarantena e si è reso conto di amarmi ancora di più e queste sue parole sono state molto apprezzate da me. Ma ora nella mia vita ho bisogno di un cavolo di lavoro, di svegliarmi fuori e tirare fuori finalmente sta voglia di fare. Ora che mi sveglio quasi ogni giorno presto, ora che faccio esercizi, ora che ho amici con cui sentirmi, ora che ho una relazione stabile mi manca solo il denaro da portare a casa e finalmente chiudere il cerchio per passare poi alla fase successiva della mia vita. Ci tengo troppo a costruirmi, ad essere potente, ad avere ciò che voglio ma rimanendo umile. Ci tengo davvero perché per cambiare il mondo o per fare in maniera che gli altri ascoltino il tuo parere bisogna avere un posto in questo sistema sopratutto ora che traspare tutta la disuguaglianza che c'è in questa società. Ci tengo a volermi bene, ad amare chi ho intorno, a perseguire i miei obbiettivi e diventare grande. Spero che a furia di volerlo accada...
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Oki-dokey.
Ho recentemente scoperto che da circa vent'anni soffro di un disturbo chiamato endometriosi. Non è che prima non lo sapessi, ora semplicemente so come si chiama, anche perché se hai delle mestruazioni molto dolorose tanto da indurti il vomito è difficile non accorgersene, e non so bene cosa farmene di questa informazione. Mi ricorda tanto quando chiamai il dottore per dirgli che avevo vomito e diarrea e lui mi rispose che era gastroenterite, mi finsi abbastanza acculturata da non chiedere cosa fosse per poi scoprire su google che non si trattava di altro che vomito e diarrea, e grazie al cazzo dotto'.
Ma il punto è un altro. Il punto è che i primi due-tre giorni del ciclo prendo un oki ogni 5-6 ore e solo così riesco a tenere a bada vomito e voglia di morire. Spesso, il ciclo mi viene di notte, mentre dormo, mi sveglia nel cuore della notte e mi costringe ad alzarmi e andare a prendere un oki, in preda ai crampi, piegata in due. Poi mi rimetto a letto e inizio ad aspettare che faccia effetto, di solito è la mezz'ora più lunga del mese. Sudo freddo, trattengo conati, mi contorco sperando di trovare una posizione che possa leggermente alleviare il dolore. Poi, all'improvviso, inizio a sentire l'effetto. All'inizio sono brevi e diradati momenti di tranquillità, poi iniziano ad essere sempre più lunghi. Fino a che, da un momento all'altro, passa tutto. Ed io lo sento proprio quell'istante, lo percepisco che finalmente è tutto finito e potrò tornare a dormire in pace. E finalmente inizio a sentire i muscoli che si rilassano e uno stato di riposo totale: quello è uno dei momenti che più mi appaga fisicamente, quasi un orgasmo, lo giuro.
E sono ben consapevole della tossicità di questa affermazione, ma il piacere che provo nel momento in cui mi passa il dolore mi fa quasi sentire la mancanza del dolore, e di sicuro mi illude di stare meglio di come sto quando effettivamente sto bene, senza oki.
Sono sicura che esistano altre forme di tossicodipendenza simili: ad esempio c'è chi fa sport e dopo aver sudato e faticato sta meglio di quando è a riposo. E poi c'è chi deve passare tutto il suo tempo ad autogratificarsi fisicamente col cibo, l'alcol, la masturbazione, o chi invece deve compiacere gli altri e non so cos'altro.
Il mio problema è che devo passare il dolore per sentire piacere, perché quando sto bene voglio di più e volere di più è come non avere niente, ma se non hai niente e dopo hai poco di più ti sembra, almeno per un momento, di avere tutto. E io in quel momento ci vorrei vivere per sempre, quel magico momento in cui ti illudi di stare bene e di essere felice.
E vorrei dire anche che io le capisco, le persone che cercano qualcuno che le salvi. Perché sarà pure bello essere una persona completa, ma trovare la metà che ci cura ha tutto un altro sapore per chi è tossico dipendente.
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minebreakdown · 5 years
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MICHAEL CLIFFORD ITALIAN FANFICTION.
Tumblr media
-Coma; 0| prologue
A volte la vita è proprio ingiusta
Non pensavo che un mal di pancia mi avrebbe fatta finire in ospedale, eppure eccomi qua, seduta nella sala d'attesa dell'ospedale di Sidney aspettando un medico mentre mi contorco in una di queste stupide poltrone scomode.
Accanto a me c'è mia madre che legge una rivista come se nulla fosse. Solo ogni tanto si degna di guardarmi, e questo solo quando gemo dal dolore. Si gira e  «tra poco arriva, tranquilla».
Tranquilla un cazzo, c'è un demone nella mia pancia.
Siamo qui da circa un'ora e in tutto questo tempo ho osservato gli infermieri correre da una parte all'altra dell'edificio con una cartellina in mano, sono arrivata a tredici, anche se penso che uno l'abbia visto più di tre volte.
Ultimamente sono stata male di stomaco, in entrambi i sensi. Manca solo un mese all'inizio del college e se non fossi venuta il più presto possibile me lo sarei portata fino al matrimonio, anche se nessuno sposerebbe mai qualcuna che si lamenta per il mal di pancia ogni secondo.
Quando la porta si apre io sono la prima ad alzare lo sguardo. Ne esce una signora sulla cinquantina con i capelli legati con una molletta e si intravedono delle occhiaie anche sotto il trucco.
«numero 45» alza lo sguardo e in una frazione di secondo sono in piedi «accomodatevi» vedo con la coda dell'occhio lei che chiude la porta alle spalle di mia madre.
Sembra l'inizio di un film horror, uno di quelli in cui i dottori rinchiudono i pazienti nei contenitori con quel liquido verde e gli studiano per formare i loro cloni, che però si dimostrano pericolosi e uccidono la razza umana.
Mi definisco una persona sognatrice, e ultimamente lo sono il doppio, forse per colpa del mal di testa, o forse perché mi deve arrivare il ciclo. Santo cielo. Non quello.
Mentre cammino faccio qualche smorfia per il dolore, ho la nausea e tanta voglia di vomitare addosso all'infermiera.
Entriamo in una stanza e mentre mi stendo sul lettino guardo mia madre, che mi sorride per incoraggiarmi. Ho sempre avuto paura degli ospedali, dovrebbero trasmettere conforto, ma l'idea che danno è completamente diversa da quella di una casa.
Faccio due respiri profondi prima dell'arrivo del dottore. «Ciao!» per essere calvo sembra euforico «Ciao» lo saluto a mia volta. «Come ti chiami?» ti prego, non quella domanda
«Ivy»
«Evil?»
«No» lo sapevo «Ivy»
«Evil» stupido accento australiano
«No, I-V-Y» lui ridacchia, io rimango impassibile.
«Capito, scusami, dimmi cos'hai, Ivy» mi chiede gentilmente. Prima anche io ero molto gentile e disponibile, poi la gente ha iniziato ad usarmi, adesso cerco di essere più fredda possibile, almeno con quelli della mia età. Mi chiedo perché la gente debba essere così meschina, ho sempre dato il meglio di me e loro mi rispondono così. Sarà per questo che ho pochi amici.
Quando vede che esito ci pensa mia madre a spiegargli il mio malessere, non la ascolto neanche, mi gira la testa.
Potrò sembrare noiosa e apatica, ma tutto quello che in questo momento voglio fare è dormire.
È passato mezz'ora da quando ho fatto la pipì, e il medico sta osservando attentamente tutte le cellule che la compongono. Ecco perché non ho intenzione di fare la dottoressa: non studierò mai così duramente per poi guardare la pipì delle persone al microscopio.
Quando torna mister mastro lindo sono ad un passo dall'addormentarmi.
«Sei disidratata» mi dice «È una conseguenza del virus intestinale, dovremmo tenerti ricoverata qua in ospedale per circa 2 mesi con la flebo, in modo da ridarti tutte le sostanze di cui hai bisogno»
Un'inferniera entra nella stanza e porge una tazza fumante al dottore, che poi la passa a me «è una camomilla con una goccia di sonnifero, ti addormenterai più facilmente e ti passerà per qualche ora il mal di pancia» ne bevo un sorso annuendo, e piano piano continuo.
Si gira verso mia madre «se in questi giorni diceva cose insensate è per la carenza di queste sostanze» ah, ora si spiegano tante cose.
«Probabilmete prima di addormentarsi sarà un po stordita, è un effetto del sonnifero. Raramente si comportano in modo strano, ma quando capita muoio sempre dal ridere» dice sorridendo, nei suoi occhi c'è un luccichio
Siamo in silenzio da circa un minuto nella stanza mentre sia io che il dottore - ma soprattutto mastro lindo- contempliamo la faccia di mia madre dopo le sue parole. Credo che le uniche cose che abbia sentito siano "ricoverata" e "2 mesi". Mastro mi guarda.
«Mi chiamo Ivy»
***
Il signor pelato ci ha accompagnate nella resempion, e sono sempre più convinta di essere in un hotel. C'è troppo bianco in questo ospedale. Manca il nero, voglio il nero. Così chiudo gli ochhi.
«Devo registrare mia figlia, dev'essere ricoverata, il dottore sta già preparando una flebo» dice mia madre, Jocelyn.
«Certo, mi dica il nome di sua figlia» sono mezza morta sul bancone.
«Ivy Ryan»
«Evil Ryan?»
«No-» «Mi chiamo I-V-Y» grugnisco sopra la puperficie di legno
"Oh cielo, scusami cara. Vuoi mangiare quslcosa prima che arrivi il dottore?» non dico niente.
L'hostess guarda mia madre, la sento mente le dice di aspettare un minuto o due o quattro, poi torna con dei fogli di carta e una penna nera. «Compili questi, io cerco un posto libero, oggi abbiamo avuto diverse visite e molti anziani sono qui». Jocelyn, anche detta da me mamma, scrive sui fogli compilando domanda per domanda. -allergie? No-
-causa del ricovero? Disidratazione-. Poi non riesco a leggere più niente.
Sento il rumore dei stasti del computer, così alzo lo sguardo, l'hostess sembra preoccupata. Cerca ancora e ancora e le trema il mouse sotto la mano abbronzata.
«Abbiamo finito le camere, non ci posso credere!» dice con gli occhi sgranati «come sarebbe a dire scusi?» la barista guarda mia madre e dalla sua faccia sembra che abbia visto un cane alato con le corna.
«Aspetti, c'è un letto libero, ma dovrà stare nella stessa camera di un ragazzo, che è in coma, mi dispiace ma non abbiamo altre alternative»
Mia madre prova a dire qualcosa ma nello stesso momento arriva mastro lindo con un lettino e flebo, che sta portando una suora dietro di lui.
«Vieni Ivy, ti aiuto a salire sul lettino» mi dice dolcemente la suora «Grazie sorella, ma ce la faccio da sola» metto una gamba sopra il letto. Cazzo, ha le rotelle.
Per sbaglio spingo via il carrello della spesa, no aspetta... Sono confusa. Mi giro verso mastro lindo e scoppio a piangere. «Perché il carrello non mi vuole bene?!» «Ma certo che ti vuole bene, è solo timido, forza fatti aiutare»
Sento la voce della hostess che si rivolge a mia madre «forse dovrebbe portarla in qualche clinica» bisbiglio un "non prenderò mai più questo aereo" prima che mi prendano in braccio e mi stendano sopra il carrello, spero di essere una scatola di cereali.
«Andrà tutto bene, ok?» mi dice la suora. «Ti piacciono i cereali?» alza lo sguardo verso mastro lindo che annuisce come per dire "assecondala e non fare domande".
"Si, tantissimo» la guardo, lei mi guarda, sembra spaventata, io corrugo la forte, poi realizzo.
«AAAAAAAHHHH»
«Cosa c'è Ivy?!» mi chiede mia madre spaventata. Mi fa male la testa, voglio morire. Ma nessuno sposa le ragazze morte, appare il tipo umano che deve sposare la tipa morta nel film "la sposa cadavere". Ricordo di essere scoppiata a piangere
«Mamma» «Si, sono qui» dice preoccupata «La suora mi vuole mangiare» mi guarda come se fossi pazza ed io mi metto a ridere «Sono piena di grassi e calorie, ma shhhh»
Alza lo sguardo verso la stronza hostess «Non mi interessa con chi è in camera, basta che ve ne prendiate cura»
Mastro lindo guarda la hostess a sua volta, mentre io sto ancora ridendo. Sento le lacrime agli occhi. «Quindi?» trattengo il respiro «Stanza 489».
Mastro lindo la guarda. «Ma c'è già-» «Siamo pieni. Stanza 489, con Michael Gordon Clifford»
Che bello, immagino già le nostre avvincenti conversazioni. Chissà se a lui piacciono i cereali...
È la prima volta che posto una mia fanfiction qua su Tumblr, spero possa piacere...?
-rae
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chpenc120277 · 5 years
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NON CE LA FACCIO PIÚ.
Il tempo passa lentissimo ma le cose vanno come una ferrari. La scuola, stare in mezzo alla gente, mi sento incapace di tenere il passo.
I bassi sono bassi, ma anche gli alti lo sono. Anche quando sto bene sento che rovineró tutto.
Un ragazzo s'é dichiarato e mi fa stare terribilmente male. Quando parla di me lo fa con entusiasmo, mi descrive come una persona splendida, in generale comunque quando lo fanno mi sento terribilmente perché io in quella persona non mi ci trovo.
Io non sono quella persona.
Anche quando mi rompo il collo per dimostrarmi il contrario rimane non abbastanza.
Io non sono abbastanza.
La mia testa non fa altro che dire questo.
Non ha senso, sono vuota, tutto mi sembra grigio e pericoloso per me.
Certo, é un momento di blocco, passerá, ma i miei pensieri non cambiano.
IO MI SENTO SEMPRE COSÍ. COSTANTEMENTE IN GABBIA.
A volte non compio i miei doveri, come ad esempio lo studio. Abbandono tutto e mi immergo in una sorta di spazio temporale dove penso che la via di fuga sia solamente il bloccare tutto.
Alla fine non voglio morire, non voglio nemmeno vivere. Voglio bloccare.
Voglio che il mio cervello si fermi per un attimo e che non stia costantemente a mettermi pressione, perché io non la tollero piú. Ho bisogno di aiuto, ma ogni volta che decido di chiedere aiuto poi arrivo alla conclusione che questo non serva a niente, perché mi porteró sempre con me una pesantezza che mi porta a ricominciare un ciclo infinito di sofferenza.
Chiara non sará mai abbastanza. Neanche quando all'apparenza sará perfetta.
Non me lo merito.
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