#vita nella giungla
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After many adventures and riddles, Carmen and Diego find the hidden treasure of the temple. It's time to go back home and analyze all the archaeological finds found during their holiday.
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Prendo una pausa dallo studio per incazzarmi fugacemente; questa roba che nel 2024 considerate gli psicofarmaci come parte di un grande piano malvagio degli psichiatri brutti e cattivi che vi vogliono sedare per rendervi “servi” del sistema è una stronzata così colossale e approssimativa che può generarla solo chi ha avuto il privilegio di non dover ricorrere ad ausili di questo tipo.
1) Non c’è alcun piano malvagio dietro perché se sono depressa in culo non riesco a cambiare o sovvertire nel mio piccolo il sistema e non mi tange neanche un conflitto mondiale che si consuma davanti ai miei occhi; viceversa, con un antidepressivo in corpo, riesco a essere più lucida, determinata e costante nei miei obiettivi e sicuramente più proattiva; ne consegue che non sono gli psicofarmaci ad inebetirmi, ma la patologia.
2) “Eh ma chi può dire cosa sia patologia o cosa no, magari tu non hai niente che non vada ma è questa società che te lo fa credere!” Sì Gianfranco sono pure d’accordo però t’assicuro che questa argomentazione sull’interrogarsi se sia nato prima l’uovo o la gallina in relazione a questioni così complesse porta a un vicolo cieco senza risoluzione da cui comunque esco depresso e comunque t’assicuro che società o meno le mie psicopatologie me le porto dietro dagli 0 anni di età, quindi facciamo che, come per tutto, la smettiamo di interrogarci in maniera inutile sulla questione e adottiamo la filosofia del “basta che funzioni”, cioè la filosofia che nella vita dovrebbe portarti a viverla, tipo, nel migliore dei modi possibili, cercando di essere un umano decente; e che se mi aiutano 10 gocce di xanax ben venga se in loro assenza e preda delle pippe mentali di cui sopra trucido dieci persone.
3) Il fatto che esistano psichiatri di merda che rifilano farmaci con dosaggi sbagliati o non imbroccano proprio la cura non rende lo psicofarmaco di per sé un problema (spoiler: ogni sostanza che ingeriamo, ogni farmaco che assumiamo, agisce sul cervello e su specifiche aree di quest’ultimo).
4) Per quanto l’introspezione e l’analisi critica della società sia fondamentale - anche - per guarire, fino a quando non mi trovate una soluzione alla depressione maggiore, al disturbo bipolare, alle varie disfunzioni chimiche cerebrali, all’insonnia e via dicendo che non siano discorsi alla Basaglia usciti però un po’ peggio continueremo a prenderci gli psicofarmaci che ci impediscono di buttarci sotto un treno davanti i vostri occhi.
5) Nelle tribù, per dirne una, dalla notte dei tempi si utilizzano sostanze psicotrope perché l’essere umano evidentemente ne sente l’esigenza pure quando vive in mezzo alla giungla e si gratta il sedere dalla mattina alla sera senza che ci siano questioni capitalistiche di mezzo, quindi figurati se io che vivo una vita di merda tra lo smog, la freneticità, le crisi mondiali, i conflitti, le disparità sociali e la precarietà esistenziale non devo assumere il Valium, ma va là.
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" I guerriglieri in Cambogia li avevo fino ad allora visti solo come cadaveri, abbandonati sul bordo di una strada o di una risaia dopo una battaglia. Quelli, invece, erano i primi che vedevo vivi: giovani, appena usciti dalla giungla, con la pelle secca, grigia, come polverosa, con gli occhi arrossati dalla malaria, gli sguardi durissimi. «CIA… American», continuavano a urlare, indietreggiando un po' come non volessero essere troppo vicini all'effetto che avrebbero avuto i loro colpi. Ero sicuro che mi avrebbero sparato, e di quella morte, che pensai sarebbe stata svelta e indolore, mi preoccupò solo il modo in cui sarebbe arrivata a casa la notizia, il fatto che avrebbe fatto soffrire i miei. Così, con un gesto istintivo, tirai fuori dal taschino della camicia il passaporto, a quel tempo verde, e sorridendo garbatamente, e parlando, chi sa perché, in cinese, dissi: «Sono italiano… italiano… non americano: italiano». Dal capannello di gente che stava a guardare, un uomo dalla pelle chiara, quasi bianca - certo un commerciante cinese locale - tradusse in khmer quel che dicevo: «Sono un giornalista, non ammazzatemi… aspettate che venga un quadro politico, lasciate che sia lui a decidere… sono italiano». E continuavo a sorridere, sorridere, sventolando il passaporto. I Khmer Rossi abbassarono i loro mitra, mi misero da una parte e mi affidarono a un giovanissimo guerrigliero che per ore mi tenne a bada, passandomi ogni tanto, con grande curiosità, lentissimamente attorno alla faccia, sul naso, sugli occhi, la bocca della sua grossa pistola cinese. Verso sera arrivò un guerrigliero più anziano, che pareva il capo. Senza neppure guardarmi si rivolse ai suoi uomini, confabulò con loro per lunghissimi minuti, poi si voltò verso di me e in perfetto francese disse che ero benvenuto nella Cambogia liberata, che quelli erano giorni storici, la guerra era finita e che io ero libero di andarmene. La notte tardi ero di nuovo nelle belle, fresche lenzuola di lino dell'Oriental Hotel a Bangkok. «Se qualcuno ti punta un'arma addosso, sorridi», avevo da allora detto ai miei figli e quella mi pareva una delle poche lezioni di vita che ero capace di dar loro. "
Tiziano Terzani, Un indovino mi disse; prima edizione Longanesi, 1995.
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Non c’è in giro nessuno di votabile. Questa politica ormai non ha più senso. Strillano e litigano ma alla fine non cambia mai nulla. Chi comanda davvero del resto oggi è ben lontano da Roma, a regnare sono i mercati finanziari, i grandi fondi d’investimento. Se paeselli come l’Italia alzassero la testa ed osassero occuparsi seriamente di povertà, di giustizia sociale e di vera qualità della vita sarebbero nei guai. Gli sciacalli si siederebbero al tavolo verde del casinò finanziario globale a puntare sul loro fallimento. Paesi come l’Italia sono sotto ricatto e quindi del tutto impotenti sulle cose che contano davvero. A Roma sono lasciate giusto le beghe di condominio come si vede tutti i giorni. Una caciara sui dettagli e poi non cambia mai niente. Nessun uomo nero, nessun complotto. Idee dominanti che si fanno sistema. Capitalismo finanziario globale. Entità ormai sovranazionali come i fondi d’investimento che controllano di fatto le economie e quindi i destini nazionali oltre che lobbismo fuori controllo. Se un paese osasse ribellarsi alla logica del profitto prima di tutto e ad ogni costo, se un popolo osasse alzare la testa rifiutando lavori usuranti perfino dentro che servono giusto per sopravvivere e pagarsi qualche dipendenza per dimenticare, si scatenerebbero gli sciacalli tra gli applausi di altri presunti alleati pronti ad approfittarne. La legge del mercato che è quella della giungla. E più un paese è indebitato, più è ricattabile. Proprio come l’Italia che infatti non conta nulla a livello internazionale e nonostante decenni di campagne elettorali e di alternanza, non cambia mai nulla di sostanziale. Paesi come l’Italia devono lavorare per restare lontano dal baratro finanziario e per riuscire a pagare i debiti. Punto. Con la grottesca aggravante che l’Italia si è specializzata nel produrre beni di lusso per soddisfare l’ego bulimico dei pochi ricchi del pianeta mentre la povertà domestica dilaga. Emblematiche poi le guerre degli ultimi anni decise da chissà chi e chissà per cosa, con l’Italia che si è sempre arruolata senza fiatare ed ignorando la volontà popolare. Perché conviene ma anche per restare nel prestigioso club del pensiero unico e del lobbismo fuori controllo. Profitto prima di tutto e sopra ogni cosa. Legge della giungla. Nessun complotto, idee dominanti e egoistico conformismo di classi dirigenti sempre più schiettamente interessate solo alla propria carriera poltronistica. Per questo tu voti Caio e Sempronio che promettono miracoli, poi arrivano nei palazzi e non fanno nulla oppure si rimangiano tutto. La Meloni è solo l’ultimo caso di una lunghissima serie. Eppure nessuno parla delle cause. I cittadini che ancora abboccano ai partiti si scannano tra loro dando la colpa ai nemici e difendendo i propri beniamini, senza rendersi conto che il problema è a monte e li riguarda tutti. È un problema di democrazia che è stata fagocitata da poteri economici molto superiori agli staterelli da secolo scorso, con classi dirigenti ridotte a rappresentanti del pensiero unico che fanno giusto finta di litigare sotto elezioni per mantenere una parvenza di democrazia. La vera politica oggi la fanno i cittadini più che i politicanti. Con le loro scelte quotidiane controcorrente. Informandosi, selezionando, tentando vie nuove. La vera politica oggi la fanno le associazioni che nella realtà sociale s’impegnano a colmare i fallimenti di questa fasulla democrazia, più che i partiti. E la vera politica la fanno le aziende innovative che cercano alternative all’autodistruzione consumistica personale e del pianeta. Sta emergendo una nuova coscienza che ha capito come il pensiero unico capitalista ci sta trascinando in un pericoloso vicolo cieco. Il profitto non è il motore di una società ma il suo cappio.
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ANCHE LA CASA NELLA PRATERIA NELLA LISTA NERA
Nell'elenco idiota degli idioti finti antirazzisti anche la bellissima serie ''la casa nella prateria'' e i libri di Laura Ingalls Wilder a cui la serie e' ispirata. E perche'? Forse perche' le vite dei bianchi sono politicamente scorrette? O perche' lo e' famiglia?
La famiglia Ingalls e' molto unita, molto cristiana, ogni storia e' un messaggio che da valore ai valori,tutte le puntate sono insegnamenti d'amore che nascono nella famiglia per essere moneta corrente nella societa', in alcuni episodi ci sono anche personaggi neri e indiani: viene denunciata l'ingiustizia dell'epoca nei loro confronti ( 1870-1890), ingiustizia a cui gli Ingalls si sottraggono. Ho letto un bellissimo articolo di Melissa Gilbert ( Laura Ingalls nella serie) in cui ammette il suo stupore nel duro attacco alla serie..forse affermare che la famiglia e la spiritualita' sono valori non derogabili e' politicamente scorretto..come affermare che il sole sorge ogni mattina. Il grande scrittore Gilbert K. Chesterton fu un profeta quando disse che si sarebbe dovuto sguainare la spada per osservare che l’erba è verde in primavera.
L’Occidente terminale ha trovato il suo nemico definitivo, l’ultimo da sgominare, la famiglia appunto, con tutti i principi esistenziali, comunitari e morali che rappresenta. Sarebbe più esatto affermare che il nemico del progressismo trasversale – nato a sinistra, pagato a destra, che rappresenta, per disgrazia, l’asse delle società postmoderne- è la natura. L’attacco vero, assoluto, è infatti contro l’impero della natura, il creato dei credenti. Nulla di ciò che ha disposto è approvato dal transumano contemporaneo. I bambini non devono avere un padre e una madre, addirittura non è bene che si distinguano tra maschietti e femminucce; la sessualità tra uomo e donna è solo uno tra i tanti “orientamenti”, il più fastidioso, giacché porta a nascite indesiderate. Chi crede nella famiglia “tradizionale “(a proposito, non cadiamo nella loro trappola, quel modello non è tradizionale, ma naturale!) è uno sfigato.
I toni utilizzati dal nemico che ci vuole distruggere, nemico è chi il nemico fa, sono talmente volgari, disgustosi e sovreccitati da ricordare un pessimo intellettuale del dopoguerra, Ugo Vittorini. Un suo libro sulla resistenza si intitolava Uomini e no. A questo siamo tornati, la qualità di essere umano è revocata senza appello a chi non la pensa come loro. L’intera armata progressista è ormai intrisa dei peggiori istinti che attribuisce all’ odiato Altro. Sono razzisti etici, suprematisti, poiché la loro ragione è unica, autoevidente, non ha bisogno di dimostrazione, tanto meno di abbassarsi alla discussione. I signori del progresso stanno lasciando nelle nostre mani una battaglia fondamentale, per nulla confessionale, anzi laicissima. Le idee di famiglia e di matrimonio sono un elemento centrale dell’ingresso delle comunità umane nella civiltà. Distruggerle significa regredire di migliaia di anni, uscire dal recinto della legge – altra conquista della civilizzazione – e precipitare negli istinti, nella giungla del “poliamore” caro a mondialisti .
I figli sono prodotti da ordinare sul mercato, statura, colore della pelle, sesso, pardon genere. Osceni cataloghi sono disponibili in rete, ma i nazisti non sono loro, i caini antiumani del progresso, bensì chi richiama all’accoglienza della vita, chi smaschera lo schiavismo sessuale, la compravendita di ovuli e sperma, la riduzione zoologica dell’uomo, pratiche come l’utero in affitto che avrebbero fatto indignare Karl Marx. Presto avremo le nozze a tempo, il problema è come fare con i figli. Ma esiste la soluzione: possono essere affidati a cooperative, comuni collettive o allo Stato, imponendo di non farli crescere secondo istinto biologico naturale. Essenziale è che si estirpi la famiglia: totalitarismo disgustoso mascherato da emancipazione.
In tutto questo orrore una serie il cui perno e' la famiglia e' da debellare, censurare, abbattere,insieme alle statue, ai simboli, e all'occidente tutto. Ma noi paladini della civilta' non staremo a guardare inerti, noi combatteremo per difendere la famiglia, i bambini, e la vita: la vera vittima della tagliola del politicamente corretto e del mondialismo.
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"IT ALERT: dopo un lavaggio del cervello collettivo permanente a forza di nudging, è logica conseguenza che un cittadino abbia bisogno di una notifica UFFICIALE per accertarsi che, se la stanza in cui si trova dondola e il palazzo oscilla, allora è davvero un terremoto e non una "fake news".
Nella "società-polizza assicurativa" , siamo giunti ormai al punto che, senza istruzioni dall'alto, non ci si assume il rischio nemmeno di reagire istintivamente a una calamità naturale. I processi psichici elementari stessi sono delegati all'autorità.
Accadeva la stessa cosa nella preistoria: se un individuo veniva scacciato dal villaggio, il suo cervello cessava di funzionare per mancanza di istruzioni. Oggi, in compenso, la regressione cerebrale è accompagnata da un automatismo opportunista, che induce ad adottare comportamenti idonei a vedersi riconoscere, in un secondo momento, -e anche a rischio della vita stessa- la ragione giuridica e il relativo indennizzo/premio.
Tutto ciò mentre in Amazzonia alcuni bambini sopravvivono ad un incidente aereo ed escono indenni da successivi 40 giorni nella giungla, e invece i nostri eroi colorati "sfidano il ministero dell'istruzione" usando lo schwa all'esame di maturità.
Resta da chiedersi in quale utilità consisterà disporre di ottimi e leggiadrissimi automi del tutto impotenti e ignoranti, quando e se IT ALERT verrà utilizzato in contesto marziale, vista l'aria che tira. Armati di asterischi, app aggiornata e gel disinfettante, ci ritroveremo, per avversari, gente abituata a maneggiare armi e familiarizzare con orsi bruni.
Non mi stupirei se sullo schermo allora apparisse : FARSI AMMAZZARE, GRAZIE, e il buon cittadino ubbidisse anche in quel caso, felice di aver seguito le regole."
Alex Tattoli
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Beautiful Tomorrow Joseph Klibansky
a cura di Demetrio Paparoni, Luca Berta, Francesca Giubilei
Skira, Milano 2016, 96 pagine, 24x28,5cm, ISBN 978-38 572 32201
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Palazzo Franchetti, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti Venezia 27 marzo - 1 maggio 2016
Pubblicata in occasione della prima mostra personale in Italia del giovane artista Joseph Klibansky, la monografia presenta una selezione di opere che offrono una spregiudicata narrazione del percorso creativo di uno dei più interessanti giovani artisti della scena olandese contemporanea.
Un astronauta di sette metri atterrato in bilico su una sedia lungo la sponda del Canal Grande. Un gorilla accigliato che suona una trombetta da party nel salone di un palazzo nobile. La giungla che cresce tra i broccati di seta e rivela una piccola scultura dorata. I lavori fotopittorici di Klibansky, che sovrappongono paesaggi urbani familiari ad ambienti naturali remoti vengono esposti assieme ad irriverenti e poetiche sculture in resina, bronzo, oro."Klibansky" - scrivono in catalogo Luca Berta e Francesca Giubilei - "metabolizza la realtà precostituita dai nuovi media e ci restituisce una vita oltre la superficie, proiettando simboli del presente multiculturale e consumistico nella dimensione dilatata e sorprendentemente innocente delle sue opere." L'uso delle nuove tecnologie è sicuramente un elemento caratterizzante la sua produzione. Le opere bidimensionali sono frutto della sovrapposizione di centinaia di fotografie sulle quali poi l'artista interviene con ritocchi in acrilico su carta di cotone e resina liquida per la finitura.Le sculture invece, generalmente fusioni in bronzo o resina, sono realizzate ricorrendo alla stampa e scansione 3D. Anche in questo caso però l'intervento umano è fondamentale, la lucidatura o dipintura finale vengono sempre realizzate dall'artista, che con questa scelta ribadisce il suo interesse per la commistione tra vecchio e nuovo, tra alta tecnologia e artigianato.
18/05/24
#Joseph Klibansky#art exhibition catalogue#Palazzo Franchetti Venezia 2016#scena artistica olandese contemporanea#art books#fashionbooksmilano
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La mia top ten dei classici della letteratura americana
Eccoci a un nuovo post della serie dedicata ai Classici della letteratura e oggi tocca ai classici americani che io amo in particolare.
E intendo America come continente, non gli Sati Uniti solamente.
Naturalmente come sempre è una lista super soggettiva, non odiatemi se non nomino grandi della letteratura americana come Hemingway, Kerouac, Melville, Jack London, Francis Scott Fitzgerald, Faulkner o Harper Lee, vanno certamente letti e nominati, ma era una top ten e purtroppo ho dovuto escludere molti e lasciarmi guidare dai libri che io personalmente ho amato leggere.
Non vedo l'ora di scoprire invece i vostri preferiti di questa categoria, mi raccomando segnalatemeli in commento.
La mia top ten:
1. Radici, di Alex Haley
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Trama: Nella seconda metà del Settecento il giovane Kunta Kinte viene strappato dal suo villaggio africano e portato in America come schiavo. La sua vita cambierà, come quella dei suoi discendenti: Bell, Kizzy, Chicken George e tutti gli altri, fino a giungere ad Alex Haley, l'autore di queste pagine.
2. La valle del'Eden, di John Steinbeck
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Trama: Nel paese di Nod, a est del giardino dell'Eden, dove la progenie di Caino andò a vivere secondo la leggenda biblica e che nel romanzo di John Steinbeck corrisponde simbolicamente alla valle percorsa dal fiume Salinas nella California settentrionale, si intrecciano le storie di due famiglie, gli Hamilton e i Trask. Protagonisti della saga, che va dalla Guerra civile alla Prima guerra mondiale, da una parte il vecchio Samuel Hamilton, immigrato dall'Irlanda; e, dall'altra, Cyrus Trask insieme ai figli Adam e Charles, e ai nipoti Aron e Caleb, gemelli nati dalla misteriosa Cathy Ames.
3. Piccole donne, di Louisa May Alcott
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Trama: Meg, Jo, Beth e Amy, quattro sorelle dal carattere molto diverso, si trovano improvvisamente ad affrontare la guerra: devono cambiare la propria vita per sostenere la mamma, mentre il padre è nell'esercito. Decidono così di fronteggiare le difficoltà con allegria e spirito di iniziativa..
4. Ti ucciderò, di Mickey Spillane
Link: https://amzn.to/3KLclpc
Trama: Quando Jack Williams viene trovato ucciso a colpi d’arma da fuoco, il detective Pat Chambers chiama il suo conoscente e amico più intimo di Jack, l’investigatore privato Mike Hammer. Ai tempi in cui avevano combattuto insieme, Jack era stato colpito da una baionetta giapponese per salvare Hammer, perdendo il braccio. Hammer giura di identificare l’assassino prima della polizia per compiere la sua vendetta personale. Il punto di partenza è l’elenco degli ospiti a una festa a casa di Jack la notte in cui è morto: la fidanzata di Jack, ex tossicodipendente, una bellissima psichiatra, due sorelle gemelle, uno studente universitario e un mafioso. Ma mentre li rintraccia, così fa anche l’assassino, e in poco tempo non sarà solo Jack a essere trovato morto. Ad attenderli, infatti, un’automatica calibro 45 munita di silenziatore. E anche Hammer è saldamente nel suo mirino...
5. Tarzan delle scimmie, di Edgar Rice Burroughs
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Trama: Nel cuore della giungla più selvaggia il piccolo Lord Greystoke viene sottratto a un destino di morte certa dalla gorilla Kala, che lo adotta e lo alleva teneramente. Ma per quel suo corpo completamente privo di peli, il cucciolo d'uomo è osteggiato dagli altri membri della tribù. Determinato a non diventare cibo per Sabor, la leonessa, o per Sheeta, il leopardo, riesce a sopravvivere grazie alla sua forza fisica e alla sua intelligenza, che gli permettono di affrontare con audacia i pericoli della giungla, guadagnarsi il rispetto dei gorilla e diventare loro re. Da quel momento si farà chiamare Tarzan delle scimmie e il suo urlo selvaggio e terrificante riecheggerà nella foresta. Ma c'è una nuova e insolita sfida che Tarzan, ormai adulto, dovrà affrontare quando nella giungla arriveranno i suoi simili e con loro la bellissima Jane¿
6. La lettera scarlatta, di Nathaniel Hawthorne
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Trama: La giovane Ester Prynne, condannata per adulterio nella puritana Boston, sarà costretta a portare per sempre sul seno una fiammeggiante, scarlatta, lettera "A", da lei stessa ricamata. Ester non ha mai voluto rivelare il nome del suo "complice" che infine lacerato tra ansia di schiettezza e orgoglio, e perseguitato dal marito della giovane - cederà, confessando la sua colpa.
7. Il gabbiano Jonathan Livingstone, di Richard Bach
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Trama: Il gabbiano Jonathan Livingston non è come tutti gli altri. Là dove i suoi simili, schiavi di becco e pancia, si limitano a viaggetti per procurarsi il cibo inseguendo le barche da pesca, lui intuisce nel volo una bellezza e un valore assoluti. Tanto basta per meritargli il marchio dell'infamia e l'allontanamento dallo stormo Buonappetito. Solo, audace, sempre più libero, Jonathan il Reietto scopre l'ebbrezza del volo acrobatico e varca i confini di altri mondi, altre dimensioni abitate da gabbiani solitari simili a lui nella spasmodica fame e sete di perfezione. Ne diventa la guida, il maestro, il capo indiscusso, e tra i compagni incontrerà chi senza saperlo è pronto a raccogliere la sua eredità.
8. La casa degli spiriti, di Isabel allende (Cile)
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Trama: Alle Tre Marie, splendida tenuta di proprietà di Esteban Trueba, si intrecciano le passioni dei diversi protagonisti: Clara, la moglie del proprietario, trascorre un’esistenza avvolta nei ricordi; Férula, sorella di Esteban, dedica la sua vita agli altri; Blanca è innamorata di un servo del padre, Pedro, che avrà parte nella guerriglia della rivoluzione; Alba, la nipote, dovrà invece affrontare la dittatura mentre Esteban scoprirà, proprio a causa dei tragici eventi politici del suo paese, di amare innanzitutto la sua famiglia.
9. Cent'anni di solitudine, di Gabriel García Márquez (Colombia)
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Trama: Grandezza e decadenza della città di Macondo e della famiglia Buendia, in una successione appassionante di avvenimenti favolosi e grotteschi tra cronistoria e leggenda.
10. Anna dai capelli rossi, di Lucy Maud Montgomery (Canada)
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Trama: Matthew e Marilla conducono una vita abitudinaria nel pacifico paesino di Avonlea. Ormai anziani, decidono di adottare un orfano che li aiuti a mandare avanti la fattoria. Ma invece del ragazzo promesso dall’orfanotrofio, a casa Cuthbert arriva Anna, una bambina dotata di una inesauribile immaginazione che finirà per conquistare tutti.
Onorevoli menzioni:
Uno yankee alla corte di re Artù, di Mark Twaine
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Trama: il protagonista, Hank Morgan, lo yankee del Connecticut, un capo officina della fabbrica d'armi Colt di Hartford, a causa di un violento alterco con un operaio a lui sottoposto, riceve in testa un colpo sferrato con una spranga di ferro e quando si risveglia scopre che è finito in Inghilterra, esattamente nel giorno 20 giugno dell'anno 528… Da qui, la sfrenata girandola senza fine di situazioni che ne derivano, alle prese con re Artù, i cavalieri della Tavola Rotonda, Lancillotto, Ginevra, il mago Merlino, la fata Morgana ecc.
. L'ultimo dei Mohicani, di James Fenimore Cooper
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Trama: Ambientato nella colonia di New York durante la guerra franco-indiana, racconta la storia di un cacciatore bianco: Natty Bumpoo, soprannominato “Lungo Fucile” per la sua abilità con quest’arma. Bumpoo ha abbandonato la vita civile per vivere a contatto con la natura e rifugiarsi nella foresta con due suoi compagni, gli ultimi due pellerossa superstiti di una razza tra le più rispettate e antiche: i Mohicani. I tre personaggi si troveranno a dover aiutare le due figlie del generale inglese Munro, rapite dal nemico comune Magua, capo tribù degli Irochesi, alleati dei francesi, nemico giurato sia del generale Munro che di Occhio di Falco e dei suoi due amici: Cinghachgook e suo figlio Uncas. La storia ha come sfondo la guerra con frequenti battaglie tra gli eserciti francesi e inglesi che in guerriglie e scontri tra gli indiani schierati da una parte o dall’altra. La vittoria si deciderà con una tipica battaglia indiana, tra le tribù dei Mohicani e degli Irochesi con la morte del giovane Uncas, appunto l’ultimo dei Mohicani e di una delle figlie di Munro. Il racconto si chiude con il mesto presagio del capo dei Mohicani che sente avvicinarsi la fine del suo popolo.
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VAI NEI POSTI CHE TI SPAVENTANO
Non è che io non li abbia letti e sottolineati, i libri di Pema Chodron. Compreso quello che ispira il titolo di questo post.
Non è che io non abbia viaggiato facendo l'autostop, o dormito con animali sconosciuti fuori dalla palafitta nella giungla, o attraversato il mondo da sola a quindici anni.
E che questa estate scelgo di camminare nelle strade in cui sono stata bambina con mio padre.
Vado incontro alla nostalgia.
Senza più protezioni.
È che questa estate scelgo di camminare sola, in un'età in cui la solitudine comincia ad essere una scelta scoraggiata dal buonsenso.
Vado incontro alla paura.
Senza più protezioni.
È che questa estate scelgo di non farcela alla grande anziché di farcela a qualsiasi costo, perché qualsiasi costo non è mai un prezzo saggio né degno da pagare.
Vado incontro alla perdita.
Senza più protezioni.
Questa estate scelgo di viaggiare in luoghi che mi spaventano: per reclamare parti di me che altrimenti dovrebbero fingersi ciò che non sono. Per scoprire chi sono oltre la paura. Per imparare a consolarmi. Per smettere di dare e imparare a ricevere. Per essere libera.
A volte, vai nei posti che ti spaventano. Senza più protezioni.
Altrimenti non lo scopriamo qual è il nostro vero rifugio, quel luogo di noi che rimane leale alla vita e all'amore.
Sempre.
Ovunque.
@lavcostantino Ig
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Angelo Galluzzi
MEMORIE DI UN DETECTIVE PRIVATO
Storie, indagini e avventure fuori dall’ordinario
Faccendieri corrotti, ragazzi privi di rotta, coniugi colmi di segreti, impiegati disonesti, giri loschi, trafficanti, preti, poliziotti, amanti irrequieti: in “Memorie di un detective privato”, ribolle un’umanità variopinta, eterogenea e tumultuosa, turbolento calderone in cui l’investigatore privato Angelo Galluzzi – qui al suo esordio come romanziere – si è trovato a nuotare un’intera vita nel corso della sua ultraventennale carriera.
Caso dopo caso, capitolo dopo capitolo, avventura dopo avventura, Galluzzi si mette a nudo, agganciando il lettore con le atmosfere noir create dalla sua penna, portandolo con sé negli appostamenti e negli inseguimenti forsennati.
Questo, tuttavia, non è un semplice memoriale autobiografico: ripartendo dalla sua arrembante gioventù sotto le armi, dalle sue escursioni subacquee nelle profondità dei flutti, dalle mille esperienze di un’esistenza movimentata e da una salda visione del mondo, l’autore prova a fornire concrete e sincere linee di vetta, utili a districarsi nella giungla conformista e omologante del nostro tempo, dandosi una linea di Formazione viva e vitale, con la disciplina e la caparbietà del segugio che non è disposto a mollare la sua preda, a rinunciare alla verità e a smettere di essere.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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Una giungla di grattacieli 🏙️
Bevo una tisana sul sofà e tutto va bene. Fuori, una giungla di grattacieli.
"Qual è il mio posto nel mondo?" mi chiedo. "Come districarsi in una società tanto alienata e sull'orlo del collasso? Cosa fare quindi dei talenti che mi hai donato e delle capacità che ho coltivato nel tempo?"
" Oh Signore mio guidami verso la semplicità, riconducimi nelle grazie della natura madre e mantienimi connesso all'essenza della vita. Con pazienza e rispettosa lentezza potrò, così, esprimere il mio potenziale nella gioia di aiutare il prossimo."
Fuori, una giungla di grattacieli. Ascolto il mio respiro profondo e tutto va bene.
(01/05/2023, Toronto, Canada)
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And off they go! Carmen and Diego embark in an expedition in the jungle. It's easy enough to find the Plane Crasch Site from Belomisian Jungle. Here Carmen suggests taking a look at the mounds of dirt scattered around, which could hide ancient Omiscan finds. In sunset when they cross the bridge to the Omiscan Ruins, and it's already late in the evening when they finally reach their first Omiscan Temple...
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“Joyland”, S.King
Da ventunenne,
la vita è come una cartina stradale.
Solo quando arrivi ai venticinque o giù di lì,
cominci a sospettare di averla guardata capovolta,
per poi esserne certo intorno ai quaranta.
Arrivato ai sessanta,
fidatevi,
capisci di esserti perso nella giungla.
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“ La Cia odiava i Kennedy e manovrava per affrancarsi definitivamente dall’amministrazione, ma l’idea che abbia ammazzato Kennedy è stupida. E se Kennedy intendeva smantellare la Cia pezzo per pezzo come aveva promesso di fare avrebbe dovuto iniziare almeno due amministrazioni prima. Adesso era di gran lunga troppo tardi. La Cia odiava anche Hoover e a sua volta Hoover odiava i Kennedy e la gente dava per scontato che Hoover se la facesse con la mafia, ma la verità è che la mafia aveva infiniti dossier su Hoover in versione travestito – agghindato con biancheria intima femminile – e questo ha determinato un’impasse che ha bloccato la situazione per anni. Naturalmente c’è dell’altro. Ma se tu dicessi che è colpa di Bobby se hanno ammazzato suo fratello – che lui adorava – dovrei dirti che non hai tutti i torti. La Cia ha deportato Carlos nella giungla guatemalteca ed è volata via facendogli ciao con la mano. Difficile immaginare cosa avessero in mente. L’hanno lasciato lí – dove aveva un passaporto falso – e per finire il suo avvocato si è fatto vivo e insieme sono stati trasportati di peso nella giungla di El Salvador e abbandonati l�� a forgiarsi una nuova vita. In mezzo alla calura, al fango e alle zanzare. In abiti di lana. Se la son fatta a piedi per una trentina di chilometri finché si sono imbattuti in un villaggio. E, Dio sia lodato, un telefono. Di ritorno a New Orleans, Carlos ha convocato una riunione alla Churchill Farms – la sua residenza agreste – e schiumava di rabbia a proposito di Bobby Kennedy. Ha guardato le persone nella stanza – mi pare che fossero in otto – e ha detto: Lo sistemo io, il bastardino. È seguito un silenzio. Tutti sapevano che la riunione era seria. Da bere sul tavolo non c’era niente fuorché acqua. Alla fine qualcuno ha detto: Perché non sistemiamo il bastardone? E questo è quanto. Non sono sicuro di capire. Se ammazzavi Bobby poi avresti dovuto vedertela con un incazzatissimo JFK. Ma se ammazzavi JFK allora suo fratello sarebbe rapidamente passato da procuratore generale degli Stati Uniti ad avvocato disoccupato. Come fai a sapere tutto questo? Giusto. Il punto è che i Kennedy non erano assolutamente in grado di afferrare l’implacabile etica di guerra dei siciliani. I Kennedy erano irlandesi e credevano che si vincesse parlando. Non si erano veramente resi conto che esisteva quest’altra cosa. Ricorrevano ad astrazioni per fare discorsi politici. La gente. La povertà. Non chiedete cosa il vostro paese bla bla bla. Non capivano che in giro c’era ancora gente che credeva davvero in cose come l’onore. Non avevano mai sentito Joe Bonanno esprimersi sull’argomento. È questo che rende il libro di Kennedy cosí improbabile. Benché in tutta onestà c’è da chiedersi se l’abbia mai anche solo letto. Io prendo il pollo grande. “
Cormac McCarthy, Il passeggero, traduzione di Maurizia Balmelli, Einaudi (Collana Supercoralli), 2023; pp. 336-337.
[Edizione originale: The Passenger, Alfred A. Knopf Inc., 2022]
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Il gruppo “Circo Orfei” è uno dei peggiori gruppi in cui sono stato. E sono un ragazzo immagino quanto sia frustrante per le ragazze stare in questo gruppo di disagiati e morti di figa e va be , anche morte di cazzo . Non c’è educazione, fate sentire emarginati chiunque arriva soltanto perché non fa parte della vostra cerchia di merda.
amore mio è una metafora della vita, devi saperti destreggiare nella giungla, non so se fin ora sei vissuto sotto ad una campana di vetro
ps. accanna il metadone
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Il Libro della Giungla illustrato da Andrea Serio
http://www.afnews.info segnala: Una lupa trova un cucciolo di uomo nella giungla e decide di adottarlo. Il bambino verrà chiamato Mowgli e crescerà come un membro del branco. L’orso Baloo e la pantera nera Bagheera saranno i suoi maestri di vita, e lo aiuteranno a sopravvivere ai pericoli della foresta, tra scimmie rapitrici e la malvagia tigre Shere Khan. Ma qual è il posto di Mowgli, umano tra…
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