#vita incasinata
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La mia vita è una esplosione di emozioni e la mia mente è un caleidoscopio di pensieri.
#vita incasinata#pezzi di vita#riflessioni#aforismi#pensieri#tristezza#solitudine#frasi tristi#pensieri miei#pensieri interiori#mente#psiche#fisico#depressione#ansia
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Il compito principale nella vita di ognuno è dare alla luce se stesso (E. Fromm).
Lo sai che significa?
Tanti pensatori e maestri hanno definito il risveglio di Coscienza come la rinascita di sè stessi. Lo hanno detto con parole varie, ma il concetto finale non cambia. Tuttavia ciò che tanti non capiscono è il principio di azione che questo risveglio comporta.
La ricerca interiore è ormai diventata un rifugio ovattato di paroline coccolose e filosofiche, mentre un lavoro serio di consapevolezzati ti fa passare per l'inferno, o giù di lì.
Non è qualcosa che avviene perché un giorno decidi che ti vuoi aprire alla visione interiore, o magari alla prospettiva spirituale di chissà chi, iniziando a riempire la testa di "pensieri positivi".
Lo Spirito non vuole rammolliti, né convinzioni mentali.
Le persone non si rendono conto che arrivare all'autenticità di sé stesse comporta fare concretamente qualcosa, non restare nella testa.
Devi riconoscere e comprendere quello che vuole la tua Essenza e quello che ti chiede di fare. Devi sapere ascoltare le motivazioni e le sue intenzioni, anche e soprattutto quando ti fanno male.
Devi agire.
Nemmeno valgono certe risposte inutili date da gente che si fa addirittura pagare. Pure a me una "professionista" mi disse che ero un canale di luce, e sai a che mi è servito? A niente. Al buio. Alla cazzata completa. Al sentirmi la mattina seguente ancora più incasinata su quello che dovevo fare davvero.
Le belle etichette che tanto piacciono a chi vuole sentirsi dare ragione e immaginarsi luce cosmica in terra, sono per i distorti.
Mettiti in pratica, esci dall'astratto!
Capisci quanto vuoi essere lusingato oppure quanto vuoi sgretolare le tue maschere, soprattutto vedi dove cade l'indicatore della bilancia, perché è già una spia di quello a cui veramente dai attenzione.
Chi capisce cosa fare delle sue esperienze è già a un buon punto di svolta.
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Le nostre valigie che si salutano; la mia resta qui a Parigi ancora un attimo, la tua si allontana oltre i tornelli della metro di République e ti segue a Charles De Gaulle, direzione: Boston. Mi dici: gli aerei insieme sono sempre più belli di quelli da soli. Mi dici: mi manchi già.
Girare per Parigi mano nella mano con te, è da quando ti conosco la cosa più bella e più preziosa che ho. La mia mano nella tua, da quando abbiamo incrociato i nostri destini e li abbiamo fatti collidere in una scommessa folle, che siamo ancora qui ad onorare.
La mia vita lontana e incasinata, la tua vita lontana e incasinata. Prenderle e farne una vita pazza e ancora più incasinata, ma vicina, vicinissima, insieme.
Ti amo come non ho mai amato ed è ancora forte, inspiegabile, totalizzante e bellissimo come il primo giorno che a occhi chiusi ho deciso di fidarmi di te e di questo amore, e di saltare nel vuoto.
La tua presenza nel mondo è la mia bussola interiore, la certezza che mi tiene saldamente ancorata insieme alla mia valigia, dovunque tu sia, dovunque io vada.
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Ricordo ancora il momento in cui ho implorato l’amore. Ho perso i miei colori. Mi sono accontentato del “forse”, del “vedrò se posso” e del “sono stanca”. Ho sopportato il dolore di ogni no, e nel tempo ho iniziato a credere che forse, solo forse, è quello che merito. Ci è voluto un po’ di tempo, ma quando finalmente mi sono reso conto che mi sto lentamente trasformando in questa anima spezzata che ho sempre temuto di essere, ho fatto del mio meglio per alzarmi e andarmene. Passo dopo passo, ho trascinato i piedi, ed è stato allora che ho imparato che una delle cose più difficili da fare nella vita è allontanarsi dalle cose che hai sempre desiderato. Ma l’ho fatto. L’ho fatto perché ogni giorno sembrava che stesse piovendo e volevo vedere di nuovo il sole. L’ho fatto per i giorni in cui ridevo così tanto che mi faceva male lo stomaco. L’ho fatto perché volevo credere che nonostante la persona incasinata che sono, nonostante tutte le cicatrici e i buchi nel petto, merito un’altra possibilità di felicità. So che ci è voluto un po’, ma non potrei essere più orgoglioso.
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Caro Fulvio, è quasi un anno che le nostre strade si sono divise e che hai lasciato la mia vita. Me ne vergogno ma è come se fossi stato un sogno, quando ti penso è come se tu non fossi mai esistito, come se non valessi nulla e questo a volte mi fa paura. Sei stato al centro del mio mondo per un anno e mezzo e sei stato spazzato via cosí velocemente che a volte mi sono chiesta se ti amassi veramente. Ma non sento il bisogno di scriverti di noi o cose simili, anzi volevo raccontarti di me di quella che ora è la mia vita. Penso di non essere mai stata cosí incasinata, mi sento persa continuamente e con la sensazione che sono sulla strada giusta. Quest'anno ho trovato lavoro, ho scoperto quanto valgo, di cosa sono capace e anche i miei limiti. Ho passato tanto tempo da sola, ho scoperto nuovi lati di me stessa e sono cresciuta tanto. A stenti riusciresti a riconoscermi se ci incontrassimo per caso, ma so che non accadrà mai. Non so quanto peso avrò dato nella tua vita, ma di certo tu nella mia ce l'hai avuto eccome. Certo mi hai lasciato delle ferite che mi hanno segnato per sempre, ma ho incontrato qualcuno che mi sta facendo vedere che sono solo delle mere illusioni. Ed è di questa persona che vorrei tanto parlarti. Il mio rapporto con lui è un totale disastro, non ci capisco mai nulla ma ho qualcosa con lui che tu hai sempre voluto con me. Abbiamo la nostra complicità, i nostri segreti, leggerezza e la nostra lunaticità. Mi fa stare bene, ed è stato il primo dopo tanto tempo a farmi provare qualcosa. Ilaria è del pensiero che lui è quello di cui avevo bisogno, perchè non abbiamo una vera storia e in effetti a volte sono talmente confusa su quello che provo e voglio che sono soddisfatta della mia situazione attuale. Ed è questo periodo della mia vita a renderlo fondamentale, perchè lui sta attraversando la mia vita ora. Sto costruendo le basi di quello che sarà il mio futuro, sono al primo capitolo della mia nuova vita e lui è qui con me a farmi ridere e a farmi impazzire. Lui sta diventando piú importante di quanto lo sia stato tu. Lui e tutte le altre persone di cui ti racconterò piú avanti se avrò ancora voglia di scriverti.
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"Solo a te tengo".
Questa scena mi ha fatto commuovere tantissimo. Mimmo è una buona persona che, come spesso capita, ha fatto scelte sbagliate. E per quanto sia incasinata la sua vita, lui si è innamorato di Simone, è corso da lui per dirgli che lo ama in un modo in cui tutti vorremmo essere amati. Vedere Mimmo commuoversi perché si è reso conto che l'unica persona a cui tiene nella sua vita è Simone, mi ha spezzato il cuore.
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La Vita potrà sempre essere incasinata quanto vuole ma non m’impedirà mai di dare tempo e spazio ad un’emozione. ❤️
@elenascrive
📸 mie
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“Troppi uomini pensano che io sia un’idea, o che possa completarli o che possa riuscire a ridargli la vita, ma io sono solo una ragazza incasinata che cerca la sua pace mentale, non farmi carico della tua”
“Questo discorso me lo ricordo molto bene”
“Ti avevo inquadrato, eh?”
“Avevi inquadrato il genere umano”
“Mh, è possibile”
“Ma pensavo comunque che mi avresti salvato la vita, anche dopo.”
“Lo so”
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Ho bisogno di dirlo a qualcuno. Ho bisogno di raccontarlo.
Sei tornato tu, e non importa come, né perché. Sei tornato nel mio cuore, e adesso è tutto in subbuglio, tutto in disordine, tranne il cuore. Quello ha trovato casa, con te dentro.
Non ci voglio stare in una vita senza viverla con te. Ma come faccio? Cosa ne faccio di tutto l'amore che mi porto dietro da più di dieci anni?
Non è svanito. Non è mai svanito dal mio cuore, è sempre lì presente a stringermi, a farmi sentire la sua presenza. È pieno, colmo di te.
Vorrei sapere cosa pensare, ma ho la mente annebbiata. Vorrei bere per poter dimenticare anche solo per un attimo i tuoi occhi, che oggi cercavano i miei. E io lo so.
Ho visto.
Ma non potevo guardarti. Tu eri con lei. E io rimango io: la ragazza più incasinata, contorta e problematica che ci sia.
Eppure tu qualcosa in me ci trovavi, e non lo so cosa fosse. Eri curioso, eri tu. Non dimenticherò mai tutto quello. Come si dimentica un amore così grande?
Prego Dio, lo pregherò tutti i giorni, affinché io possa stare con te. Perché tu mi rendi felice a prescindere da tutto. Perché tu sei diverso da qualunque altra persona io abbia mai incontrato. E sei tu, nel tuo strano modo di essere così te, che mi hai fatta innamorare proprio come un tempo. Senza accorgermene. Mi guardavi, e io mi stavo innamorando.
E quel colpo di fulmine mi colpisce ogni volta che ti vedo, sempre come se fosse la prima volta. È incredibile che a distanza di anni tu scaturisca in me tutto questo, eppure è così. Provochi in me qualcosa di travolgente e forte. E non è passione. Non è fisico.
Parte dell'anima, dalla tua essenza. È come se Dio ti avesse creato per me. Perché ogni tuo lato, spiraglio, dettaglio, particolare, è fatto per me. Combacia con la parte più profonda della mia anima.
Non smetterò mai di amarti, anche se non sei mio, e anche se probabilmente non ti avrò mai.
Non ho mai smesso di credere nei miracoli, e non lo farò adesso. Voglio credere che ci sia una speranza per questo amore, gliel'ho sempre voluta dare, la merita.
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Disfatto, stanco, fisicamente inguardabile, mai fermo nell'ultima settimana e mezza, ma quando si livella bisogna festeggiare, costi quel che costi. E stavolta ho fregato Jojo sul tempo, ché voleva soffiarmele lui, come sempre; ritenta, chico, sarai più fortunato. E' stata una giornata ordinariamente incasinata, per vari motivi, e mi sembra d'aver fatto mille cose, ma almeno ho trovato questo momento per fermarmi e mangiare quella buonissima torta (vegan, tra l'altro, perché lo Zavlab è una garanzia e fa cose talmente tanto buone che il lattosio me lo risparmio volentieri). Ed è stato bello che molti di voi abbiano trovato un momento del loro tempo per farmi gli auguri: dear mutuals, state diventando una piccola famiglia per me. Vi s'apprezza moltissimo. E ora, vediamo cosa ha in serbo per me il mio quarantaquattresimo anno di vita.
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L'ho sempre saputo, dopo le prima volte che siamo usciti, che eri un tipo determinato e molto ambizioso. Eri proprio come ti desideravo, come da piccoli si desidera il tuo peluche preferito. Stasera mi hai chiesto se ciò che vorrai fare mi andrà bene. A me quasi viene da ridere perché la mia paura principale è che tu decida di andartene da me. Ad ogni modo proverò a rispondere alla tua domanda a cuore aperto.
Non dovrá andar bene a me, dovrà andar bene solo a te stesso. Perchè se un domani vorrai e poi sarai qualcuno allora dovrai e potrai dire grazie a te. Io in questa storia voglio essere come le salse nei piatti gourmet, quelle che danno un tocco in più ad un piatto già buonissimo. Cosa farò io? Ti basta sapere che in questa situazione siamo l'esatto opposto, perché mentre tu hai le idee abbastanza chiare e sai come raggiungere i tuoi obiettivi per essere qualcuno, io non so ne cosa effettivamente fare, tanto meno chi voglio essere. Forse voglio solo essere qualcuno che un domani avrà sparso un po' di bene qua e là per poi finire comunque dimenticata dal mondo. Ma di questo non preoccuparti perchè la mia vita prima di te era un gran casino, per fortuna al momento in cui sei arrivato avevo fatto parecchio ordine. Delle volte quel disordine esce fuori e continua a darmi fastidio e creare casini, altre volte è l'ordine a regnare e allora mi dico che forse sono una bella persona. Comunque voglio solo dirti che io forse continuerò ad essere quella che sono, un po' incasinata, un po' senza direzioni, un po' una persona buona e chi più ne ha più ne metta, peró se mi fai una domanda al futuro, io questo futuro provo a immaginarlo. E allora sì che mi andrà bene, perché non ho mai avuto nulla di sicuro nella mia vita, ma sono sicura del mio sentimento per te. L'amore a volte non basta, ma basta per le cose importanti.
Mi andrá bene perchè non potrei aspettare nessun altro a casa che non sia tu.
Perchè quella conchiglia sono le parole che mi dicesti le prime volte "che se capisci il valore, non la perdi."
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Io invece voglio riconoscere che dietro alla super Marina, al guerriero che in pubblico sopporta qualsiasi ordalia, c'è una Marina insicura, incasinata, che da ragazza si sentiva brutta e goffa: naso troppo grande, occhiali troppo spessi. E da grande si sente brutta e vecchia, rottamata, ogni volta che un uomo l'abbandona. Il che succede sempre. Metto continuamente sotto pressione gli amori della mia vita. Troppe richieste, troppa ossessione, troppa gelosia: una tempesta di emozioni tragicamente balcanica. Unita a un accanimento sul lavoro che nessuno riesce a reggere. Anche perché finisce per porli in secondo piano. Gli uomini mi abbandonano perché, insaziabile, pretendo tutto l'amore che non ho avuto da bambina. E perché non mollo mai: devo sempre dimostrare di vincere. Contro chissà chi. Il vero problema è l'imperativo a svettare. Il cui prezzo da pagare è la solitudine. Perché è difficile trovare un uomo che non si senta minacciato dal tuo successo. E io reggo la sofferenza fisica, non quella emotiva. Non mi chieda altro: su di me incombe sempre il rischio che vada tutto a rotoli.
Marina Abramović, Attraversare i muri
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Mi ritrovo sul divano, sulle gambe l'ennesimo libro appena finito di leggere...
Come buona parte dei libri che leggo, si è concluso con un matrimonio tra due ragazzi che si amavano già da adolescenti, ma che si sono rincontrati anni dopo e si sono rinnamorati di nuovo. Più intensamente di prima.
Ecco, nel momento in cui sono arrivata alla fine del libro ho avuto paura. Si.
Ho avuto paura di non sposarmi mai.
Ho avuto paura di non avere mai figli.
Ho avuto paura di non emozionarmi mai.
Ho avuto paura di non riuscire mai ad amare veramente.
Ma che posso farci se nessuno comunque mi aiuta?
Se nessuno mi aiuta ad innamorarmi, e non fa altro che pugnalarmi e contribuire ad aggiungere strati di roccia al mio cuore?
Che posso farci se nessuno mi aiuta ad amare e ad amarmi?
Tutto ciò mi terrorizza terribilmente...
Sono terrorizzata dall'idea di dover morire sola, senza nessuno che mi ami e senza aver mai amato.
Di dover morire senza mai essermi emozionata davvero.
Certo, sono un disastro.
Sono incasinata e il 99% delle volte rovino sempre tutto.
Sono testarda e impulsiva. Faccio cose avventate, prendo decisioni sbagliate e mi do la colpa sempre di tutto, anche quando non è colpa mia... poi però mi rendo conto che se qualcuno tenesse veramente a me rimarrebbe, invece di andarsene alla prima occasione.
Invece di andarsene appena cerco di allontanarli dalla mia vita...
Eh si, perchè io alla fine faccio sempre così.
Appena sento che mi sto affezionando troppo a qualcuno inizio ad allontanarmi per paura di starci male, per paura di soffrire... e nessuno mi ha mai rincorsa, ma semplicemente ha trovato più facile voltare le spalle e allontanarsi ancora di più, andandosene dalla parte opposta.
Non c'è mai nessuno che abbia avuto un minimo di coraggio e di forza di lottare per me...
Ma poi alla fine mi domando "se nemmeno mio padre ha voluto far parte della mia vita, perchè dovrebbe farlo qualche altro uomo?"
-@blacksoulwithlighteyes
#frasi#frase#solitudine#frase blacksoulwithlighteyes#blacksoulwithlighteyes#pensieri#sentirsi sbagliati#sentirsi sola#amore#amare#paura di amare#paura di soffrire
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Soffermiamoci un attimo a parlare di questa mia amica che (per comodità chiameremo X)
E di questo suo ragazzo che sempre (per comodità chiameremo Y)
X È fidanzata con Y da circa due anni,
X è sempre stata una ragazza che amava cucinare e (fortunatamente) anche mangiare, solare, bella, spigliata, libera (punto cardine di questo discorso)
Y è un ragazzo amante di se stesso, ego smisurato, e prima di lui solo ed esclusivamente la palestra e il fitness, per il resto, è lui la persona più importante.
Sta di fatto, che l’altro ieri mi interrogavo, mentre li guardavo fare aperitivo (per modo di dire) l’una affianco all’altra, di come X sia da due anni a questa parte (tó che coincidenza) dimagrita, con gli occhi un po’ spenti e il bisogno quasi doverso di controllare l’andamento della sua vita, i suoi capelli sempre in ordine, il vestito che deve mettersi a posto ogni 2x10, il rossetto (che non ha mai indossato prima di Y) e i grammi di pasta e il fatto che se ha fatto aperitivo alle cinque, allora deve assolutamente non mangiare più niente fino a domani, per lei che una volta si finiva una teglia di parmigiana. (o quasi)
Ad un certo punto della giornata di ieri, Y ha fatto raccomandazione a X di non bere la coca cola, e di “prediligere l’acqua naturale che è più sana.” Davanti a tutti tra l’altro, come se non bastasse, qualche secondo dopo avergli “consigliato” di non bere bevande zuccherate, gli ha tolto il bicchiere della coca avvicinandogli una bottiglietta d’acqua.
Aspetto il momento giusto per parlare con X, per provare quantomeno a fargli accendere un minuscolo campanello d’allarme sul quel poveraccio d’animo tutto muscoli che da due ha palesemente spento la sua luce.
Nel frattempo però, io mi sono ricordata di A…
Il mio A, che mio non è mai stato poi, e di tutte le volte in cui mi sono lamentata con lui per il mio corpo, per le gambe troppo grosse, le braccia enormi e la pancia non perfettamente piatta come le altre ragazze. E mi sono ricordata di tutte le cose sbagliate di A, dei suoi difetti, che sono tanti e forse più grandi di me.
Il mio A è fissato con la palestra, si sveglia tutti i giorni alle nove per allenarsi almeno un paio d’ore, mangia sano, ha un fisico prettamente asciutto, le spalle grandi e i muscoli belli in vista e non si ricorda neanche l’ultima volta che ha mangiato una crêpes.
A sa che amo mangiare, che a volte non sto attenta per niente, che mangio troppe caramelle e almeno cinque biscotti inzuppati nel latte. Lui mi prende in giro, mi dice che faccio come i bimbi, la merenda alle quattro del pomeriggio.
Eppure in tutti questi anni, non mi ha mai, neanche per una volta detto che forse è meglio non bere coca cola e/o mangiare meno biscotti nel latte. Ad A non piace più mangiare a notte fonda, è un vizio che si è tolto da molto, eppure quando parliamo dei giri in macchina che dobbiamo fare, poi lui conclude sempre con “andiamo a mangiare qualcosa.”
Silenziosamente allora io, ripensando ad A e a tutte le volte che mi sprona a mangiare di più se a pranzo ho mangiato solo del riso, a quella volta in piena estate in cui mi ha detto “mangia e bevi acqua che fa caldo.” E a quelle volte che mi ricorda che a lui il mio corpo piace anche se mangio caramelle, io alla fine mi sono sentita estremamente fortunata.
Io e A non abbiamo una bella storia, direi piuttosto una grande storia, fatta di una strada piena di fossi, e dio solo sa come facciamo entrambi a camminarci sopra come se fosse asfalto liscio.
Eppure, se in giro c’è questo tipo di amore, quanto sono fortunata io a raccontare che A sparisce nel nulla ed è un assoluto coglione, ma è capace di prendersi cura della mia luce in un modo tutto suo.
Grazie A, sei la cosa più incasinata che ho avuto dalla vita, ma se non ci fossi stato tu avrei mangiato meno caramelle.
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