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La nostra Rubrica sul Giornale “La Lomellina” – 06/25 – I dichi in vinile e gli autografi
Questa settimana il tema della nostra rubrica (n.6/2025) sul giornale " La Lomellina" è dedicato ai dischi in vinile e agli autografi
Questa settimana il tema della nostra rubrica (n.6/2025) sul giornale ” La Lomellina” è dedicato ai dischi in vinile e agli autografi Name(required) Email(required) Messaggio Contattaci Δ

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Bee Gees’ Night Fever / Down The Road from the “Saturday Night Fever” LP
https://www.vinted.it/intrattenimento/musica-e-video/vinili/2887052900-bee-gees-night-fever-down-the-road-vinile-originale-1978-45-giri
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L'AMORE - di Don Backy

Era una giornata di inizio primavera, di quelle in cui il sole entrava timido dalle finestre della nostra aula di quinta ragioneria, scaldando i banchi di legno graffiati da anni di studenti. Io ero seduto al mio posto, vicino alla finestra, con il quaderno di ragioneria aperto davanti, ma la testa altrove. Il professore, un tipo severo con gli occhiali spessi e la voce monotona, scribacchiava qualcosa alla lavagna, e il gesso strideva ogni tanto, facendomi rabbrividire.
Poi, all’improvviso, un movimento furtivo catturò la mia attenzione. Gianmaria, il ragazzo dell’ultima fila, un anno più di me e un’aria da chi sa sempre cosa vuole, passò a chi occupava il banco davanti al suo, qualcosa da far andare oltre. Arrivò a me. Era un 45 giri. Lo passavano con una mossa rapida, da contrabbandieri esperti, per farlo arrivare a Luisa, la ragazza seduta nel banco davanti al mio. Io, curioso ma attento a non farmi beccare, allungai appena lo sguardo. Riuscii a leggere il titolo: L’amore di Don Backy. Non conoscevo ancora quella canzone. Comunque non avevo tempo di pensarci troppo: il professore si girò di scatto e io tornai a fissare il quaderno, come se fossi stato intento a calcolare un bilancio perfetto.
Quel disco, però, mi rimase in testa. Non so se fosse il gesto di Gianmaria, quel passaggio clandestino, o il modo in cui Luisa lo prese con un sorrisetto complice, ma qualcosa mi colpì. A casa, ci ripensai. Avevo i miei soldini, guadagnati con le ripetizioni d’inglese che davo ai figli di qualche conoscente di mia madre. Chiedevo 500 lire l’ora, una cifra modesta, ma spesso si dimenticavano di pagarmi e io mi vergognavo a sollecitarli attraverso i ragazzini. Però quei soldi, pochi o tanti che fossero, erano miei, e mi davano una libertà che a diciassette anni sembrava un lusso.
Il sabato seguente decisi di agire. A piedi per il centro di Udine, con le tasche che tintinnavano di monetine e il cuore che batteva per l’idea di avere qualcosa di nuovo da aggiungere alla mia piccola collezione. Sotto i portici vicino alla Posta Centrale c'era il negozio di dischi Vicario, un posto che per me era quasi magico. Varcare quella soglia significava entrare in un mondo di copertine colorate, raccoglitori di vinili e quel profumo che solo i dischi nuovi hanno. Chiesi alla commessa il 45 giri di Don Backy. Lei annuì, sparì dietro il bancone e tornò con il disco in mano. “Vuoi ascoltarlo?” mi disse, indicando le cabine in fondo al negozio.
Entrai in una di quelle piccole cabine di legno e vetro, con le cuffie grandi e un giradischi pronto all’uso. Misi il disco sul piatto, abbassai la puntina e… dalle prime note fui rapito. La voce di Don Backy, calda e malinconica, riempì lo spazio, e il testo – semplice ma profondo – mi fece quasi dimenticare dove fossi. “Io ti ringrazio tanto d'avermi dato il sole, d'avermi dato il grande mare blu. Le rose dei giardini e l'acqua che dai fiumi scorre nel gran silenzio ad abbracciare il mare..."”, cantava, e io sentivo che quel momento era mio. Non ci pensai due volte: tirai fuori le 800 lire dalla tasca – una bella sommetta, ma ne valeva la pena – e comprai il disco. Lo tenni stretto mentre tornavo a casa, come se fosse un trofeo.
A casa, il mio Elmephon mi aspettava. L’avevo comprato l’anno prima, dopo aver risparmiato per mesi e aver risposto a un’inserzione su Sorrisi e Canzoni. Diecimila lire, un investimento che all’epoca mi sembrava enorme. Con il giradischi mi erano arrivati anche un LP di Mina, 20 successi di Mina - Serie Niagara e due libretti delle Messaggerie Musicali con i testi di mille canzoni – Le più belle canzoni di mezzo secolo 1900-1950 – che ancora oggi tengo nella mia libreria, ingialliti ma preziosi. Misi il 45 giri sul piatto, alzai il volume e mi misi ad ascoltare, le braccia conserte sulla scrivania. La puntina scivolava sul vinile, e "L’amore" riempì la stanza. Era uno dei primi dischi della mia collezione, ma in quel momento mi sembrò il più importante.
Ripensandoci ora, non era solo il disco. Era tutto: il profumo del negozio, il rumore della puntina, la soddisfazione di spendere i miei soldi per qualcosa che mi faceva felice. Era il sapore di un’adolescenza semplice, fatta di sogni, il cinema di seconda visione la domenica, i 45 giri e qualche ripetizione d’inglese mai pagata. E ogni volta che sento Don Backy, mi torna in mente quel giorno, quel banco, quel passaggio segreto tra Gianmaria, che morì per un'incidente di moto durante il servizio militare in Trentino nel 1973, e Luisa, di cui persi le tracce nel 1970. Un ricordo che gira ancora, come girava il 45 giri sul mio vecchio Elmephon.
Paolo
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Tutti a caccia di manga e di vinili alla fiera del disco - IL VIDEO
Fiera bagnata, fiera fortunata. C’è Tex, Diabolik, Vasco Rossi e gli 883. E ancora, giochi da tavolo, poster, locandine di film, 33 e 45 giri di colonne sonore del cinema. Ma anche figurine, monete e libri: la fiera del Vinile e del Fumetto, anche per questa edizione sotto la tettoia di piazza Madama Cristina (a San Salvario), piace, un salto nel passato, alla ricerca di emozioni e ricordi. E i…

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Guts (disc jockey)
Guts è un disc jockey francese.
Guts scopre la musica grazie a sua madre che lo ricompensava con dischi 45 giri per i buoni risultati ottenuti a scuola. Questo lo porta ad amare ed utilizzare i vinili in tutta la sua opera musicale successiva. Questo amore per la musica lo porta ad avvicinarsi alla musica Hip Hop e questa passione lo convince a fare un viaggio nelle città di New York e successivamente Londra per conoscere meglio i luoghi che hanno visto nascere questo genere musicale. Questa passione lo porterà a diventare un DJ e Beatmaker.
Nel 2007 incide "Guts le Bienheureux" il primo album da solista per la casa discografica Wax On Records di proprietà dei Nightmares on Wax.
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Da non perdere!!!
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"MOVIMENTI 2020 -JO SQUILLO- La carriera fa quaranta.” di Fax Mac Allister
Qualcosa sta succedendo a Milano, in quella Piazza Duomo abbacinata dallo scintillio della Bela Madunina che veglia sugli edonistici saldi alla Rinascente. Le fronti di una folla ammutolita vengono sfiorate dal tocco di un’icona. Nei giorni successivi si parla di una manifestazione e di una rivelazione, ma gli influssi taumaturgici della vergine in oro zecchino sembrano distanti. Dal palco un urlo lacera lo spazio, una giovane mano disperde nell’aria i doni, sul capo degli spettatori plana una pioggia di tampax imbrattati di rosso e l’ambasciatrice canta il suo messaggio imperativo “Violentami, violentami piccolò, violentami, violentami sul metrò…” Lei è Jo Squillo, poco più che adolescente in una Milano 1980 ammorbata da un decennio di piombo. Punk dalla cresta verde, come l’Amazzonia minacciata dalla deforestazione capitalista, non ha alcuna intenzione di arruffianarsi il consenso del pubblico gorgheggiando il bel canto sentimentale, infatti lancia in faccia degli assorbenti (apparentemente) utilizzati. Sembra non curarsi dell’intonazione, Jo irrompe squillante. Con quella “Violentami” sovverte lo schema dello stupratore che abusa delle giovani ragazze incitandolo alle prodezze da maschio italico, “sono nuda e tu hai paura”. Nonostante la diffidenza popolare, la censura democristiana dei media, la latitanza delle major discografiche, Milano si arrende. C’ è una Squillo in città. Mi chiedo quanto un’artista sia effettivamente consapevole del viaggio che i suoi messaggi compiano fino a raggiungere le vite altrui, entrando nelle loro case e popolando i ricordi nel tempo. Come per un effetto farfalla, molto lontano da Milano e dall’Italia, quella vibrazione punk raggiunge la vita di un bimbo con il 45 giri di “Avventurieri”, mischiato casualmente fra i vinili delle canzoni dei cartoni animati. Allora ascoltavo solo musica per bambini, ero convinto che “Avventurieri” fosse la sigla italiana di un anime giapponese avveniristico sui robot, anche perché la foto di Jo sulla copertina del disco ricordava i personaggi disegnati da Miyazaki. Nell’Estate del 1992 partii con i miei genitori in Italia per una vacanza a Sanremo, la città di origine dei miei nonni italiani. Avevo nove anni. Una sera Giulio, il mio cugino più grande, mi porta ad ammirare i fuochi d’artificio a Santa Margherita Ligure. Ci imbattiamo in un concerto dal cui palco incalza il motivo “Te gusta? Me gusta. È questa la cosa giusta!” Giulio esclama “Ma è Jo Squillo!” Quel nome mi illumina e riporta alla copertina di Avventurieri. Fatico a riconoscerla per il cambio di look avvenuto dalla stagione punk a una moderazione pop. Rapito, mi immobilizzo ad ammirare il mio cartone animato che prende vita sul palco in una leggera sera d’Estate. Dimentico i fuochi d’artificio e convinco Giulio a rimanere per assistere al concerto, poi Jo indossa un cappello da cow girl e una maschera contro le radiazioni nucleari, canta “Terra Magica”. È giunto il tempo della ribellione, getterò la valigetta con i vinili delle avventure sonore dell’Orso Puddington e la sigla di Penny Crayon, da oggi io ascolto SOLO la Squillo. Imploro Giulio di acquistare per me in un negozio di dischi la musicassetta dell’album “Movimenti” promettendogli che mia madre salderà il conto perché mi ha concesso di scegliere un regalo per il prossimo compleanno. Sono un omino felice, stringo quella cassetta come un bottino prezioso, la cover ritrae Jo bendata in un’ammiccante versione piratesca. L’album sarà sottoposto al vaglio censura di mia madre, contrariata per l’acquisto spontaneo e timorata dei messaggi contenuti nei brani. Dopo un ascolto si approva l’album e mi viene riconsegnato. Ho amato “Movimenti” fino a logorare il nastro per eccesso di ascolti, fino a logorare l’equilibrio psicofisico della famiglia. Saltavo sopra il divano nella mia camera come la Squillo al concerto versione pirata cow girl post-atomica urlando “TE GUSTA? ME GUSTA. È QUESTA LA COSA GIUSTA!”…Divano sfondato. Sentenza patriarcale: L’artista dall’appellativo licenzioso esercita una pessima influenza sul giovane soggetto e minaccia l’integrità delle suppellettili. Pena inflitta: confisca dell’album Movimenti per quindici giorni. Indulto concesso: nessuno. Succede che nel Maggio 2000 termina la guerra tra Eritrea ed Etiopia. L’Eritrea è libera, finalmente potrò raggiungere Massawa, la città sul Mar Rosso che tormenta dolcemente il mio immaginario attraverso gli aneddoti dei nonni dal periodo coloniale. Alla tv vedo le immagini dei combattenti eritrei che calzano gli shida, i sandali di gomma simbolo della resistenza. Sulla copia di un quotidiano in lingua italiana arrivato dal consolato l’autore dell’articolo definisce quei soldati degli AVVENTURIERI. Un caso? Prima di chiudere la valigia ripongo fra gli abiti il 45 giri Avventurieri di Jo Squillo. Non so se potrò ascoltarlo a Massawa, non so se qualcuno potrà, ma sento di volerlo portare con me. Massawa è a pezzi, sventrata dai bombardamenti. I miei coetanei eritrei mi appaiono alieni, circondati dalla distruzione sono ottimisti, pieni di energie come gli eroi di un anime giapponese sui robot. Al tramonto osservano tranquilli il mare calmo fra le macerie italo moresche. Una vecchia balera italiana crivellata dalle pallottole ha preservato dalla rovina un giradischi. Il proprietario accompagna cauto la puntina sul vinile, mi allontano dal locale. Tra le ombre crepuscolari della città l’aria ferma viene attraversata da♫”E se credi che l’avventura sia finita ormai, giovani speranze, nuovi eroi. Il pilota dello spazio attraverso il tempo dice che mi trovo molto a sud. Non ricordo più le strade, sogno solo cose nuove…♫ Lascerò il 45 giri nel locale a Massawa perché compia nuovi percorsi e raggiunga delle altre vite su questa Terra magica. Ora siamo nel 2020. Una pandemia virale paralizza il pianeta. Johannesburg è deserta blindata nella quarantena. Confinato nell’appartamento non godo di una panoramica particolarmente pittoresca, l’Estate australe si sta estinguendo. Leggo online i quotidiani locali, poi quelli britannici, scovo più faticosamente aggiornamenti dall’Eritrea, verifico la situazione in Italia…e in evidenza sul Corriere della sera “Milano Il dj set su Instagram di Jo Squillo contro la quarantena fa impazzire la rete.” -CORTO CIRCUITO TEMPORALE- Milano 1980, Corriere della sera “Piazza Duomo, una diciottenne punk urla il suo inno ribelle lanciando dei tampax usati in faccia al pubblico, è Jo Squillo” – Ancora una volta, distante dall’ epicentro creativo, vengo raggiunto dalle vibrazioni artistiche dei tuoi MOVIMENTI, e chi se ne frega se non apri il Superbowl o se non sei nella top scaricamenti digitali. Sono 40 anni di carriera, nove album pubblicati, decine di singoli autoprodotti, una rete televisiva fondata e diretta personalmente, le capitali della moda come fashion reporter, l’installazione di un muro delle bambole creata come simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Una donna adulta con l’energia di una ventenne che lavora tanto senza cedere alle lusinghe dello showbiz gossipparo. Felice quarantesimo amica mia, che i prossimi 40 siano ugualmente folli e creativi. Ci sarà sempre posto nella mia track list per un “I love muchacha”. Se non prevedi la pubblicazione di un cofanetto celebrativo audio video 40 special… almeno su un singolo inedito like a spinball per l’Estate boreale CI CONTO! STAY PUNK, STAY SQUILLO. MOVIMENTI DUEMILAVENTI. Fax Mac Allister
Movimenti 2020 di Fax Mac Allister Copyright © http://www.faxmacallister.com
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45’s Vinyl DJ Set: Boogie, Electro Funk, Old School Hip Hop > Mercoledì 22 Febbraio @ Melloo Firenze
John Type presenta una selezione di vinili in formato 45 giri che ripercorre l’era post-disco dai fine anni ‘70 ai primi ‘80, periodo storico che ha gettato le fondamenta della musica contemporanea, dando vita a generi come Hip Hop, House, Techno, Synth Pop e molti altri. Gli strumenti acustici si fondono con quelli elettronici, il Funk incontra le batterie elettroniche della Roland TR-808 e sintetizzatori Moog, quindi la Disco si trasforma in Boogie, nasce l’Electro, la voce robotica del vocoder arriva nelle radio, si balla la Breakdance, il DJ diventa un musicista del giradischi con lo Scratch, il Rap del Bronx entra nelle classifiche mondiali. Un tributo per ascoltare le pietre miliari e magari scoprire qualche gemma nascosta che potrebbe far parte delle tue origini musicali. Non puoi mancare!
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Festival di Sanremo: tradizione e cambiamento

Che il Festival di Sanremo abbia inizio! La 73esima edizione del festival della canzone italiana debutterà stasera sul palco del Teatro Ariston di Sanremo. Ogni anno ci sono sempre tante novità dai cantanti, alla canzoni passando per i conduttori ed i direttori artistici. Chi può, quindi, raccontare davvero cosa sia il Festival di Sanremo? La risposta è semplice: coloro i quali da anni seguono tutta la manifestazione. La puntata di oggi di Sommessamente, il podcast di Cinque Colonne Magazine, ha il piacere di avere come ospite il giornalista Giuseppe Facchini che da ben 23 anni racconta il Festival. 73esimo Festival di Sanremo 28 concorrenti, 5 serate per l'edizione numero 73 del Festival della canzone italiana. Amadeus arriverà a cinque Festival condotti – e diretti – di fila, che lo mette al pari di Mike Bongiorno e Pippo Baudo. Gianni Morandi sarà co-coduttore per tutte le 5 serate mentre Chiara Ferragni sarà presente alla prima e all'ultima serata. Per la terza serata la co-conduttrice sarà la pallavolista Paola Enogu mentre nella quarta sarà l'attrice Chiara Francini ad affiancare Amadeus alla conduzione. https://www.youtube.com/watch?v=LcEtBVZiZi8 Ascolta il podcast L'ospite di oggi Giuseppe Facchini Giuseppe Facchini, giornalista trentino e speaker radiofonico, profondo conoscitore della storia del Festival di Sanremo, a cui partecipa come giornalista al Festival di Sanremo nel 1998 per ben 23 edizioni. Raccoglie circa 5000 vinili originali tra 45 e 33 giri e edizioni per i Juke box, 1000 cassette musicali fatte in casa con le musiche degli anni ’70 e ’80, oltre 2000 cd originali a partire dagli anni 90, autografi e dediche di artisti italiani noti, 2000 foto di artisti e con artisti italiani, intere collezioni di settimanali e giornali dell’epoca e delle figurine dei cantanti edizioni Panini. Inoltre partecipa in televisione a due quiz musicali Sarabanda (Italia 1, condotto da Enrico Papi, anno 1997) e Quel motivetto (Canale 5, anno 1990), presentato da Raimondo Vianello. Read the full article
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La creazione di un ufficio funzionale in casa
Per poter essere piu’ efficiente nel lavoro ho deciso di riorganizzare il mio studio in casa. Ho la fortuna di avere una casa grande e quindi di aver uno studio vero e proprio e non un angolo di una stanza adibita a studio.
Guardando un po’ in giro sul web sono riuscito a trovare spunto per la risistemazione del mio ufficio che prima era solamente una libreria con libri alla rinfusa, una scrivania e un portatile appoggiato li in attesa di essere utilizzato, cosa che di fatto non succedeva mai. Questo perche’ il mio studio non mi attirava, non mi veniva voglia di entrarci, era poco funzionale e poco invitante.
Guardando un po’ in giro nel web, su Pinterest e su Youtube sono riuscito a trovare ispirazione per riorganizzare il mio studio, non e’ ancora come lo vorrei ma sto lavorando in continuazione alla sua ottimizzazione.
In breve ecco come si presenta ora il mio studio.
I mobili non sono stati cambiati, questo perche’ la scrivania e’ stata fatta su misura per avere un grande spazio di lavoro e che potesse essere ottimizzata in base alle dimensioni della stanza.
La libreria e’ solamente stata rivista, nel senso che molti libri che erano presenti prima sono stati spostati altrove e sostituiti con vari raccoglitori in cui sono presenti i documenti fiscali, i documenti lavorativi e i documenti personali.
Una parte della libreria viene utilizzata per la mia Reflex digitale e rispettivi obiettivi.
Un’altra zona ancora e’ utilizzata come archivio per i miei CD musicali, e un’altra zona ancora e’ adibita a piccolo angolo bar. Questo perche’ il mio studio non lo utilizzo solo per lavoro ma anche per svago. Tornando all’angolo bar ho sistemato alcune delle bottiglie di alcolici che preferisco, in particolare whiskey, cognac, gin, tequila e amaretto. Ho aggiunto nel mio studio un impianto stereo e mi piace bere qualcosa mentre ascolto la mia musica preferita. L’impianto e’ un rack che mi porto dietro da quando ero ragazzino un Pioneer che negli anni 90 faceva la sua sporca figura e devo dire che anche ora e’ molto meglio di tanti stereo compatti che ho sentito in giro. Il sistema e’ composto da una doppia piastra per cassette (inutilizzata), un amplificatore da 200 watt con l’ingresso phono, una doppia piastra CD, un sintonizzatore radio e un giradisci semiautomatico 33/45 giri. Amo questo impianto perche’ ha un suono caldo, rotondo, i bassi sono presenti ma non coprono troppo e i medi e gli alti sono ben bilanciati. Il classico suono che dopo un po’ che lo ascolti ti fa venire voglia di alzare il volume, non di abbassarlo come succede in molti impianti stereo attuali.
A questo ho aggiunto un paio di cuffie Sennheiser 598 per poter ascoltare musica al volume che voglio quando mi pare.
Il portatile utilizzato e’ una workstation HP datata che ha circa 10 anni ma di tutto rispetto. Un processore i7, 16 gb di ram, una scheda video nvidia quadro che ho comprato usato per 70 euro e che con la sostituzione del suo hd meccanico con un SSD da 500gb e con l’utilizzo di Mint come sistema operativo e’ praticamente rinato.
Le casse dello stereo (casse da scaffale abbastanza importanti come dimensione) sulla scrivania in modo da avere il suono dritto in faccia quando lavoro. Allo stereo ho collegato anche il PC in modo da poter ascoltare Spotify quando mi va la musica liquida e la mia collezione di vinili quando voglio ascoltare musica analogica.
La scrivania e’ organizzata per essere molto molto minimale, in breve: il portatile, un monitor aggiuntivo (mi piace avere tutto sotto controllo), le due casse, due piantine e due piccole lampade da scrivania RGB che si sposano con due strisce led RGB che ho attaccato dietro e sotto la scrivania per creare una atmosfera invitante all’interno dello studio. Tastiera e mouse wireless per avere pochissimi cavi in giro per la scrivania.
Sono molto contento di cio’ che ho attualmente, ma non ancora soddisfatto del tutto. Sto lavorando alla gestione dei vari cavi dietro la scrivania, devo pensare a dove attaccare un paio di mensole ma in linea di massima ho raggiunto quello che mi ero prefissato come organizzazione dello studio.
Qualche foto come ispirazione e come promemoria di cosa si puo’ creare.














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Qui da me nel 1989 The Miracle arrivò nel pieno dell'estate, nel mezzo di un Agosto torrido, con buona parte dei negozi chiusi e tutte le attività, compresa quella di distribuzione dei dischi, rimandate a Settembre. Ma io quell'album lo volevo assolutamente, fin da quando a Maggio I Want It All aveva iniziato a circolare nelle radio e in TV c'era lo spot che annunciava l'uscita "del nuovo album dei Queen", probabilmente per un fan la frase più bella del mondo. Tre anni prima mi ero innamorato della loro musica con la cassetta (rigorosamente fatta in casa) di A Kind Of Magic, ma sentivo che con The Miracle sarebbe iniziata la vera passione, quella che ti fa collezionare album, 45 giri, ritagli di giornale, vhs... Così ricordo le sortite pressoché quotidiane nell'unico negozio di dischi rimasto incautamente aperto anche ad Agosto. Vendeva soprattutto impianti stereo, con un piccolo settore dedicato ai vinili. Misi in atto un mix letale di cortese insistenza, sofferenza e bisogno emotivo e alla fine, dopo mille passi sull'asfalto rovente e sotto un sole implacabile, una mattina l'annuncio: "È arrivato, prendilo e non farti più vedere!" ma detto in tono bonario, di chi sa di aver fatto un piccolo miracolo per un ragazzino innamorato. E se oggi, a così tanti anni di distanza ricordo tutto e i Queen sono ancora qui con me, allora vuol dire che fare quella fatica, essere così insistente beh... ne è proprio valsa la pena! #queenforeverblog #Queen #themiracle #freddiemercury #brianmay #rogertaylor #johndeacon https://www.instagram.com/p/Cd2nG8EMSV_/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Come tenere al sicuro le collezioni di fumetti o vinili

Sei un appassionato di dischi in vinile 33 o 45 giri, e vorresti iniziare a collezionarli? Devi sapere che i vinili sono un oggetto tanto bello quanto delicato. Dicasi lo stesso per le collezioni di fumetti con pezzi che possono risalire agli anni '50 o anche prima!
Basta poco per compromettere il loro funzionamento, le copertine, i disegni o semplicemente il loro aspetto estetico, ma non preoccuparti. Ci sono dei semplici modi per prenderti cura al meglio dei tuoi dischi in vinile e dei tuoi fumetti, proteggendoli e conservandoli nel migliore dei modi.
Vediamoli di seguito:
1. Buste protettive
Come saprai, i vinili sono dotati di una busta interna, ovvero quella che è a contatto con il disco, e una copertina, generalmente in carta. Spesso le copertine degli album sono delle vere e proprie opere d’arte, una parte integrante del disco se si parla di collezionismo. La stessa cosa vale per le copertine dei fumetti. Per tanto è consigliato l’utilizzo di una busta esterna che vada a proteggere anche la copertina dell’album, oltre che aumentare la protezione complessiva. Quindi cercare e acquistare online buste protettive per dischi in vinile e fumetti è la prima cosa da fare per tenere al sicuro le preziose collezioni, e prima di acquistare meglio consultare una guida all'acquisto delle buste protettive i quali consiglio possono sempre tornare utili.
Specialmente per i dischi 45 giri, dotati di una copertina molto più fine rispetto ai 33 giri. Esistono di varie misure e materiali: I dischi 45 giri hanno bisogno di busteda 187x187 millimetri, meglio se con striscia aderente e patella per una chiusura ermetica. I vinili da 33 giri LP o LPD entrano in buste da 325x325 mm.
Restando nel mondo della musica, anche i primi CD musicali oggi hanno necessità di essere protetti perchè subiscono la corrozione degli agenti atmosferici e il più generale passare del tempo. Qui un esempio di come poteggere cd e dvd con le buste protettive in polipropilene neutro (materiale consigliato).
2. Non mettere i dischi uno sopra l’altro
Altro elemento utile per consevare al meglio le collezioni di dischi in vinile e fumetti è quello di evitare di sovrapporli l'un l'altro. Impilando i dischi potresti andare in contro a problematiche come la deformazione del vinile, per questo è meglio posizionare i dischi in posizione verticale, come se fossero dei libri. In questo modo non verranno schiacciati e si conserveranno in buone condizioni più a lungo. In oltre si evita di appiccicare le buste protettive dei singoli pezzi .
3. Non toccare il disco
Sembra un consiglio banale, ma è meglio specificarlo. Toccando direttamente la superficie del disco rischi di rovinarlo, piuttosto prendilo dai bordi, evitando di compromettere i solchi presenti sulla superficie.
4. Luogo
Fai sempre attenzione a dove riponi la tua collezione, il luogo scelto deve essere asciutto, né troppo freddo né troppo caldo e senza un contatto diretto con la luce del sole, che rovinerebbe i dischi e anche i fumetti.
Se vuoi acquistare online buste protettive per dischi vinili e fumetti da collezione, di buona qualità e di spessore diverso a seconda dall'uso richiesto, potresti dare un'occhiata al sito di vendita online.
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Jack White Lazaretto Il lato A del disco suona dall’interno verso l’esterno, girando dunque al contrario. Se ci si sbaglia e si appoggia la puntina dove di consueto, cioé sul bordo esterno dell’album, si finirà in un “locked groove” che manderà in loop gli ultimi suoni dell’ultima traccia del lato A: L’incisione della prima traccia del lato B è “doppia”, almeno nella intro: a seconda di dove si appoggerà la puntina Just One Drink potrà cominciare in maniera acustica o elettrica – finita la parte iniziale le due versioni convergeranno nel resto del brano che è invece uguale. Un lato del vinile è lavorato in maniera standard – apparirà nero luccicante come tutti i 33 giri in commercio; l’altro invece sembrerà opaco, a riprodurre l’aspetto dei vecchissimi 78 giri. – Il lato A di Lazaretto ospiterà un ologramma: la figura di un angelo, disegnata a mano dall’artista Tristan Duke, comparirà accanto all’etichetta quando ci si mette a una certa inclinazione rispetto al disco che gira. Due tracce nascoste saranno celate sotto l’etichetta al centro del vinile: quella sul lato A appunto suonerà solo se riprodotta a 78 giri, sul lato B invece a 45. Si potrà ascoltarle appoggiando la puntina direttamente sull’etichetta #jackwhite #lazaretto #rockalternativo #punkblues #garagerock #indierock #bluesrock #theraconteurs #thedeadweather #thewhitestripes #thego #bogysrecordstore #bogys50s #vinyl #record #vinili #lp #caserta (presso Bogys Record Store) https://www.instagram.com/p/B5TRRvCodTk/?igshid=p7xjm2kh8ibz
#jackwhite#lazaretto#rockalternativo#punkblues#garagerock#indierock#bluesrock#theraconteurs#thedeadweather#thewhitestripes#thego#bogysrecordstore#bogys50s#vinyl#record#vinili#lp#caserta
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Ho scoperto dei vecchi vinili in cantina; ce ne saranno circa cinquanta, fra 33 giri e 45 giri. Ho preso il giradischi, l'ho acceso e ho aspettato che la puntina producesse quel graffio un po' stridulo che fa sempre quando sta per entrare fra i solchi incisi sul disco. Ho chiuso gli occhi, mi sono sdraiata sul tappeto e sono stata bene. (Ma poi ho cominciato a ballare su una qualche canzone di Amanda Lear e mi sono sentita una pole dancer degli anni ottanta)
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Appassionato di vinili da sempre, Giuseppe Peveri in arte Dente, con l'ultimo album riparte da qualcosa di diverso, senza perdere la sua identità. via Rockol Music News
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