#verso sud
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Domingo de sol y malas decisiones
Solían gustarme los domingos,
Esos domingos
Cuando jugaba tu equipo.
No importaba que tan malo sea el juego,
Tu felicidad,
Tus bromas,
Tu emoción...
Todo hacia que el domingo fuera perfecto.
Y entonces
Los juegos terminaron,
La copa se perdió
Y los domingos comenzaron a ser...
Complicados...
Y un día,
Los domingos pasaron a ser
solo una vez por mes;
Y luego se alejaron un poco más,
Y de repente
Ya no había domingos,
Ni juegos,
Ni copas,
Ni risas...
Tanto me ha llevado
Amigarme nuevamente con los domingos,
Pero hoy,
Un domingo de sol,
De mucho sol,
Que comenzó en la playa
Terminó en el piso de mi habitaci��n.
Un domingo de malas decisiones,
Un domingo de pensarte,
Un domingo de extrañarte,
Un domingo de necesitarte.
Tantos años tardé
En estar en paz los domingos
Y hoy,
Se ha ido todo por el río...
Hoy ha sido un domingo de sol,
Un domingo de sol
Y malas decisiones...
#escritos#notas#textos#frases#cosas que escribo#amor y dolor#citas de amor#silencio#escribiendo en soledad#recuerdos#soledad#solas#sunday#domingo#domenica#versografando#verso sud#verso libre#versos#verso abstracto#versodeldia
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John Belushi
Jack Nicholson
Christopher Lloyd
Verso il Sud (Goin' South) film del 1978 di Jack Nicholson
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Quante deviazioni, quali direzioni e quali no?
Prima di restare in equilibrio per un po'
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L'esercito ucraino avanza verso Sud. Obiettivo: attraversare il Dnipro
Sbarcare sulla riva sinistra del fiume aprirebbe il varco verso la Crimea. Il presidente Zelensky invita ad apprezzare ogni chilometro conquistato dai soldati.
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[Il primo treno verso sud][Daniele Di Girolamo]
Il viaggio, come unica fonte per guardarsi interiormente e interrogarsi sulla propria crescita, è il principale tema di "Il primo treno verso sud" di Daniele Di Girolamo
Il primo treno verso sud è una raccolta di brevi racconti in cui si scorge una sottile linea rossa che lega tra loro le storie e che emerge, a volte quasi impercettibilmente, altre in maniera più prepotente, facendo risaltare un sentire comune dei protagonisti, il cui animo è tormentato da crisi, dubbi e sofferenze. Caratterizzati da un leggero spunto autobiografico, i personaggi, le storie e i…
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#2022#Another Coffee Stories#Chiara Rivadossi#Daniele Di Girolamo#fiction#Il primo treno verso sud#Italia#LGBT#LGBTQ#Lucia Ferrari#Narrativa#narrativa italiana
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L'uomo e le alluvioni. In seguito alle catastrofiche inondazioni del 1957, a Valencia hanno intrapreso significativi cambiamenti infrastrutturali, reindirizzando il fiume Turia verso un nuovo corso a sud della città (indicato dalla linea verde).
Tuttavia, l'espansione urbana degli ultimi decenni si è concentrata lungo questo nuovo corso. Le vittime dell'inondazione si sono avute nelle zone cerchiate in giallo. L'uomo è responsabile delle decisioni di pianificazione urbana, non la CO2. La CO2 oggi è a 420ppm, nel '57 era 310ppm.
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Il mio reale contributo in questa azienda dopo 8 anni di lavoro:
Fluent German and English language skills (spoken and written)
Quindi niente più stranieri, solo tedeschi originali. Con i guai che hanno passato con me, si guardano bene dal rifare una terza volta lo stesso errore (hanno assunto una israeliana 3 anni dopo in inglese per vessarla poi con la lingua, mettendo questa ragazza in fortissima difficoltà e penalizzandola verso gli altri). Almeno daje e daje hanno imparato la coerenza, non ad assumere la gente che non sa il tedesco e poi fare mobbing affinché lo imparino (perché legalmente non posso costringerti ad impararlo, vale quello che c'è scritto nel contratto).
Però poi frignano, sui giornali.
"Non abbiamo abbastanza persone disponibili, abbiamo bisogno urgente di dottori, infermieri, idraulici, ingegneri, insegnanti!". Perché loro sono bravissimi a raccontarsi come il paese più avanzato del mondo, per poi fare ragionamenti che manco i miei paesani al Sud.
Questo paese sta fallendo, e io ho abbastanza risorse messe da parte da masticare popcorn godendo sulle loro disgrazie.
Devono morire. Male.
#storie di integrazione finite bene#perché per loro integrazione vuol dire che ti metti a 90 e te lo fai spingere nel culo senza fiatare#il che mi sta anche bene ma almeno raccontatela così#invece no loro sono quelli “inclusivi”#maledetti
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primis quella che garantisce il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Nessuna nazione intervenne, nonostante le Cancellerie ne fossero informate, questo fa capire che vi fossero accordi e una rete di relazioni segrete. L’unificazione italiana fu la distruzione voluta,
programmata e sistematica, che ridusse il più florido Stato della penisola nella miseria e nel degrado. Le fabbriche furono chiuse, in alcuni casi distrutte, i giovani coscritti o deportati, furono inviati i soldati piemontesi a reprimere il dissenso e compiute stragi indescrivibili. È ora di smontare il “falso storico” che ha generato il luogo comune più deleterio che il Paese abbia conosciuto: il Nord industriale ed evoluto, il Sud agricolo e arretrato. In realtà questo è stato l’obiettivo di casa Savoia e del suo padrone Cavour.
Scorrettamente chiamata dalla storiografia “questione meridionale”, essa emerse dopo l’unità, non prima. Quando l’opera di distruzione del tessuto sociale e produttivo del Sud, diede i suoi amarissimi frutti. Il Regno delle Due Sicilie era lo Stato più industrializzato d'Italia e il terzo in Europa, dopo Inghilterra e Francia, così risultò dalla Esposizione Internazionale di Parigi del 1856. I settori principali erano: cantieristica navale, industria siderurgica, tessile, cartiera, estrattiva e chimica, conciaria, del corallo, vetraria, alimentare.
Nel periodo borbonico (1734-1860) la popolazione si era triplicata, determinando lo Stato preunitario più esteso e popolato. Per la sua politica di sviluppo Ferdinando II formò grandi aziende statali, e incentivò anche il sorgere di aziende con capitale suddiviso in azioni di piccolo taglio, per attrarre nella proprietà anche i ceti medi. Nel 1851 fu istituita la "Commissione di Statistica generale pe' reali domini continentali" con lo scopo di guidare la politica economica del Paese, cui si affiancavano le Giunte Statistiche costituite in ogni provincia e circondario. Molti imprenditori nazionali ed esteri accorsero nel Regno. L’economia ferdinandea privilegiava lo sviluppo occupazionale senza spostare masse dai luoghi di origine. Fu uno sviluppo guidato dallo Stato. La propaganda liberale si scagliò con tutte le sue forze contro tale modello e mise in moto una macchina da guerra che distrusse tutte le industrie del Sud e rubò tutto persino i beni personali dei Borbone: con un decreto del 23 ottobre vennero confiscati alla Casa reale 6 milioni di ducati, anche i depositi che Francesco II
aveva lasciato a Napoli, dopo averli ripresi dal Banco d’Inghilterra, a dimostrazione di quanto fosse legato al suo popolo, lui che napoletano lo era per davvero. Cominciò così, dopo il saccheggio del 31 maggio 1860 del Banco di Sicilia da parte di Garibaldi (80 milioni di euro, 150 miliardi di vecchie lire, quasi la metà delle spese per la guerra franco-piemontese contro l’Austria dell’anno precedente), la corsa alla spogliazione e all’arricchimento. Il Regno delle Due Sicilie, nel settore dell’industria, contava 2 milioni di occupati a fronte dei 400.000 della Lombardia, possedendo 443 milioni di moneta in oro, ovvero l’85% delle riserve auree di tutte le province. Oltre 80 milioni furono prelevati, in una anno, da Torino dalle casse dell’ex Regno delle Due Sicilie. Pochissimi investimenti al Sud ma tante ruberie. La boria e lo sprezzo verso le città del Sud, caratterizzava chiunque arrivasse da Torino. Il luogotenente Farini (in seguito Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia tra il 1862 e il 1863), il dittatore che entrò a Modena il 19 giugno come vincitore di un guerra che non aveva combattuto (gli Estensi fuggirono prima dell’arrivo delle truppe francesi e piemontesi), così si espresse riferendosi a Napoli: “Altro che Italia! Questa è Africa, i beduini a riscontro di questi caffoni, son fior di virtù civile”. Va da sé che il controllo delle ex Due Sicilie fu difficile, regnò la precarietà e l’insicurezza, così cominciò l’atroce guerra civile del brigantaggio. Uno Stato così imposto non poté che generare solo ingiustizie e latrocini. Fu messo in opera un preciso disegno della politica vessatoria di Torino: il Nord
si sviluppò ai danni del Sud. Il primo doveva avere il monopolio dell’industria italiana, al secondo invece fu destinato un ruolo agricolo e di fornitore di mano d’opera per l’industria del Settentrione. “Il dissidio tra la Lombardia e molta altra parte d’Italia ha origini in una serie di fatti: soprattutto il sacrificio continuo che si è fatto degli interessi meridionali”(dalla lettera di Nitti del 5 luglio 1898 a Giuseppe Colombo, direttore del Politecnico di Milano). Carlo Bombrini (banchiere, imprenditore, fondatore della banca di Genova) uomo di fiducia di Cavour e redattore del piano di “riequilibrio” economico post-Unità, disse: “Il Sud Italia non dovrà essere più in grado di intraprendere”. A questo punto riporto uno dei casi più eclatanti di distruzione industriale: l’Officina di Pietrarsa. A Pietrarsa, località posta nella zona orientale della città di Napoli, era attiva la più grande industria metalmeccanica d'Italia, estesa su una superficie di oltre tre ettari. Era l'unica fabbrica italiana in grado di costruire motrici a vapore per uso navale. A Pietrarsa fu istituita anche la
[continua su X]
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Lo ricordiamo a tutti, in modo che tutti possano di nuovo far finta di dimenticarselo.
-Castrese
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A CHE SERVE L’UNIFIL?
La storia è nota. Migliaia di profughi della Guerra dei 6 Giorni vengono accolti dalla Giordania. Ma presto si dimenticano di essere ospiti di uno Stato. Girano per le strade armati e senza documenti, organizzano posti di blocco per raccogliere non meglio specificate tasse per la causa palestinese, perquisiscono i civili giordani, cercano di convincerli ad entrare nell’OLP nonostante siano soggetti alla leva militare giordana, rivendicano la competenza dell’OLP per i reati commessi in territorio giordano. Insomma, vogliono uno Stato nello Stato.
Quando nel 1970 questi profughi armati cercano addirittura di rovesciare re Husayn, la Giordania reagisce pesantemente. È il «Settembre Nero». Scoppia una guerra civile che durerà un anno. L’OLP sdogana la pratica degli scudi umani, che causano decine di migliaia di morti tra i civili, che per i miliziani islamici sono martiri. Rimarranno uccisi circa 6 mila guerriglieri. Gli altri si rifugeranno in Libano, dove li aspettano 100 mila profughi della Nakba, che non vedono l’ora di regolare i conti con Israele.
Le fazioni palestinesi si stanziano nel sud del Libano. E incominciano a fare il tiro a segno sulle città della Galilea. Di tanto in tanto sconfinano in Israele per compiere mattanze, come quella dell’11 marzo 1978, in cui muoiono 37 cittadini israeliani, tra cui 13 bambini.
Israele non resta a guardare. Il 14 marzo 30 mila soldati dell’IDF invadono il Libano ricacciando in una settimana l’OLP al di là del fiume Leonte, perdendo soltanto 20 uomini contro i 1000 dell’OLP, oltre a 3000 civili. In pochi giorni si riunisce il Consiglio di Sicurezza ONU, che emana la Risoluzione n. 425, con cui viene intimato ad Israele di ritirarsi, perché a calmare le acque ci penserà appunto l’UNIFIL, la Forza Multinazionale.
Questo UNIFIL, oltre ad assistere la popolazione civile, ha il compito di aiutare il Libano a ristabilire la propria sovranità, calpestata dai gruppi palestinesi che utilizzano il sud per lanciare attacchi a Israele. E dovrà coadiuvarlo nel disarmo delle milizie palestinesi. Il Consiglio di Sicurezza vuole che Israele se ne torni a casa, ma tra la linea blu e il fiume Leonte non dovrà rimanere neppure un Fedayyn con una scacciacani.
Israele si ritira. Ma sia l’esercito del Libano che l’UNIFIL non combinano nulla, a parte fare la guardia ai cedri millenari. Cacciate dall’IDF, nel giro di un anno le milizie palestinesi si ripresentano nel sud più agguerrite che mai. Nel frattempo Komeini è salito al potere ed è nata la sanguinosa Hezbollah, che riprende lo sport preferito dei guerriglieri islamici: i razzi verso la Galilea. Tanto che Israele è costretto nel 1982 a invadere ancora.
Sarà sempre la stessa storia, con ulteriore replica nel 2006. Da quasi mezzo secolo, nel rispetto delle decisioni del Consiglio di Sicurezza, ogni volta Israele lascia il Libano attendendo invano la bonifica proclamata dall’ONU, ossia il disarmo completo di ogni gruppo armato nel sud. Le successive quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza continuano a rimanere lettera morta.
Israele ha appena invaso per la quarta volta il Libano nel tentativo di sbaragliare Hezbollah, foraggiato dall’Iran che gli manda armi attraverso la Siria, sotto lo sguardo non troppo severo proprio di quelli dell’UNIFIL, che in tutti questi anni hanno visto sotto il naso spuntare come funghi kilometri di tunnel come quelli di Gaza. Ora Hezbollah, secondo una tecnica ormai collaudata, si è ritirata a ridosso della forza multinazionale, sulla quale Israele, visti i precedenti, ripone ben poca fiducia. Ma volendo chiudere i conti con il Partito di Dio una volta per tutte, Israele sta entrando in un pesante conflitto con la forza multinazionale, che non vuole saperne di andarsene, almeno per ora.
Ma se l’UNIFIL è stato inviato nel sud del Libano dal Consiglio di Sicurezza ONU per disarmare qualsiasi milizia ostile a Israele, visti i fallimenti dell’ultimo mezzo secolo, per quale motivo Israele non dovrebbe esigere che l’UNIFIL svolga il compito per cui è stato creato? «Se non ci pensate voi, ci pensiamo noi» avrebbe detto Herzl Halevi, capo di stato maggiore dell’esercito israeliano.
Antonello Tomanelli.
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❤Che gentile questa mamma, a molti il pianto di un neonato da fastidio.Durante un volo di 10 ore, diretto dalla Corea del Sud verso gli Stati Uniti.
Una madre ha distribuito a più di 60 passeggeri della classe economica, una bustina per ciascuno.
La busta conteneva alcune caramelle, un paio di tappi per le orecchie come una sorta di scuse anticipate, nel caso in cui il suo bambino di 4 mesi avesse urlato durante il volo.
La busta conteneva anche un messaggio che diceva:"Ciao, sono Jun Woo. Ho 4 mesi e oggi vado in America con mia madre e mia nonna. Sono un po' nervoso e spaventato. Questo è il primo volo della mia vita. È normale che pianga o provochi qualche disturbo.
Cercherò di mantenere la calma, ma non posso promettertelo. Per favore usa i tappi se la mia voce diventa troppo forte. Goditi il viaggio. Grazie".
Una cultura del rispetto della libertà altrui.❤
Corea del Sud
Dal Web
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"Se ti dovesse capitare di sentirti uno straccio, mi diceva il nonno Sandrot, appoggiati con la schiena contro una bella quercia di fustaia o contro una quercia «moderna» bella dritta.
Appoggia i talloni, le natiche, la schiena e la parte posteriore del cranio contro il tronco. Girati verso il sud, metti i palmi delle mani sulla corteccia e rimani lì finché puoi... Un'ora se hai abbastanza pazienza: Guarito! Ti sentirai caricato!
- Caricato di che?
Caricato di vita, ragazzo! È facile da capire: l'albero risucchia la sua vita dalla terra, questa risale tramite le sue radici ed il suo tronco, ma la risucchia anche dal cielo tramite le foglie e la fa scendere tramite i rami. Circola nei due sensi, capisci? E tu ne approfitti per rimetterti in forma. È così che i nostri vecchi si tiravano su!"
Henri Vincenot (1912-1985), La Billebaude, ed. Denoel, 1978
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Christopher Lloyd John Belushi
Verso il Sud (Goin' South) film del 1978 di Jack Nicholson
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RADDOPPIATE E TRIPLICATE LE FORESTE IN MOLTI PAESI DEL MONDO
La copertura forestale è in sensibile crescita in diversi Stati del mondo, soprattutto in occidente ma non solo. Negli ultimi cento anni le foreste norvegesi sono triplicate di dimensioni, quelle del Vietnam sono aumentate in trenta anni dal 28% al 42% della superficie totale del Paese e in Cina si sono incrementate, dal 2000, di oltre 425.000 chilometri quadrati (un’area vasta quanto il Marocco). In generale sono decine i Paesi che hanno accresciuto la loro superficie boschiva e che, grazie a diversi componenti, stanno invertendo la tendenza alla desertificazione e al disboscamento.
La maggiore quantità di CO2, le temperature più elevate e i numerosi programmi di riforestazione stanno modificando l’aspetto di molte aree del mondo, soprattutto nei pressi delle città e soprattutto in Europa e in America del nord. Il Vietnam, il più virtuoso del sud-est asiatico, è stato uno dei primi partecipanti al REDD+, il programma di protezione delle foreste delle Nazioni Unite che canalizza i fondi verso i Paesi che mettono in atto piani formali per ridurre le emissioni derivanti dalla deforestazione e dal degrado forestale. Dei 47 milioni di tonnellate di CO2 che la Norvegia ha rilasciato nell’atmosfera l’anno scorso, 18 milioni sono stati assorbiti dalle sue foreste.
L’Italia si colloca al 12° posto al mondo, con una crescita dell’area coperta da foreste di oltre 14.000 chilometri quadrati (+14% dal 2001), un’area vasta quanto tutta la regione Campania.
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Fonte: World Bank; foto di Pollinations AI
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Etna: colata dal cratere Sud-Est, flusso verso Monte Supino
Niente di nuovo per la maggior parte dei residenti locali, abituati a convivere da sempre con questo fenomeno della natura
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Ho fatto l’errore di fare una battuta che richiede una minima conoscenza del contesto italiano per essere capita sul sideblog, che è prevalentemente in inglese, e ora mi sono ritrovata a dover spiegare a un fandom usa centrico la discriminazione verso il sud in Italia A I U T O
#lolll#tipo la differenza è che se non conosco il contesto è non capisco la battuta io passo avanti e pace#invece gli English speakers ™️ evidentemente non concepiscono il fatto di una cultura diversa dalla loro lol#e quindi ti scrivono per farsi spiegare incredibile#cioè so che sto scoprendo l’acqua calda ma#mi sto stupendo haha#divertente però#italian robe
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Se proprio volevano far vincere una donna, magari potevano far vincere donne che a Sanremo hanno portato un'identità tipo Loredana Bertè, Fiorella Mannoia, Big Mama (che qui ha portato un'identità grassa queer e un po' campana), invece sono andati nella scelta più safe, che Angelina Mango si è del sud, ma quell'identità non l'ha portata con sè quindi non da fastidio, la si tollera e la si può dimenticare anche
Diciamo che non gliene fregava niente, bastava far vincere qualcuno che non fosse Geolier, probabilmente peggio di lui solo Ghali e Dargen. Con la Bertè all'inizio ci hanno "provato", però hanno visto che il pubblico era decisamente puntato verso Angelina e Annalisa, e quindi hanno osservato, visto chi l'avrebbe spuntata, e dopo il delirio della serata cover l'ago della bilancia si è spostato verso Angelina.
E sì hai ragione, non è il meridionale in sé il problema, è quando "fa il meridionale" che c'è un problema. Poi per carità, questo discorso vale anche per le altre zone d'Italia, manco quando si è cantato in veneto o in comasco si è riusciti a vincere la competizione, le lingue minoritarie/dialetti a prescindere non sono ben viste. Però ovviamente questa precisazione non cancella le merdate antimeridionaliste dette non da Gino Brambilla su twitter, ma dalla sala stampa che faceva da giuria.
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