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Giovanni Paolo II ai giovani: "non tacete la verità"
Giovanni Paolo II si recò in Cile quando – all’interno della Chiesa – c’erano non pochi dissensi CONTRO LA CHIESA a causa dell’affermarsi della Teologia della Liberazione quanto poi in quella trasformatasi in Teologia del Popolo… Dissensi creati ad arte da molti e guidati anche da una fetta di GESUITI MODERNISTI che misero a dura prova la pazienza del Pontefice… In questo Discorso, il Papa, cerca…
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Gutiérrez e l’erronea teologia della liberazione
Il 22 ottobre scorso è morto il “padre” della teologia della liberazione. Il cordoglio per la sua morte non può far dimenticare tutti gli errori di questa corrente teologica dai tratti marxisti, causa di tanti danni spirituali in America Latina. Continue reading Gutiérrez e l’erronea teologia della liberazione
#ateologia#cattivi maestri#falsi profeti#fumo di satana#Gustavo Gutierrèz#idiozie clericali#papa Francesco#pauperismo#sedicenti cattolici#spirito del concilio#teologia del popolo#teologia della liberazione
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Grandi parole di Albert Einstein:
"Non sono arrivato a capire le leggi fondamentali dell'universo attraverso la mia mente razionale. ”
"Per quanto riguarda il caso, ci siamo sbagliati completamente. Ciò che chiamiamo materia è energia, le cui vibrazioni sono talmente basse che si nota ai sensi. La materia è ridotta alla visibilità della mente. Non importa. ”
"Il tempo e lo spazio non sono condizioni in cui viviamo, ma condizioni in cui pensiamo.
I concetti fisici sono creazioni libere della mente umana e non sono, comunque possa sembrare, determinati dal mondo esterno. "
"Il tempo non esiste - l'abbiamo inventato noi. Il tempo è quello che dice l'orologio. La differenza tra passato, presente e futuro è solo una testarda illusione. ”
"Penso 99 volte e non trovo niente. Smetto di pensare, nuoto in silenzio, e la verità mi viene in mente. "
"L'intellettuale ha poco da fare sulla via della scoperta. C'è un salto di coscienza, chiamala intuizione o come ti pare, la soluzione ti arriva e non sai come e perché. ”
"Una persona sperimenta se stessa, i suoi pensieri e sentimenti come qualcosa di separato dal resto, una sorta di movimento di consapevolezza ottica. Questa illusione è per noi una sorta di prigione, che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per poche persone a noi più care. Il nostro compito deve essere liberarci da questa prigione allargando il nostro cerchio di compassione per abbracciare tutti gli esseri viventi e tutta la natura nella sua bellezza. "
"La nostra separazione l'una dall'altra è un'illusione ottica. "
"Quando qualcosa vibra, tutti gli elettroni dell'universo risuonano con esso. Tutto è collegato. La più grande tragedia dell'esistenza umana è l'illusione della separazione. ”
"La realtà è solo un'illusione, anche se molto persistente. ”
"Siamo anime vestite di abiti biochimici sacri e i nostri corpi sono gli strumenti con cui le nostre anime suonano la loro musica. ”
"Come percepisci la vita di alcune delle persone più influenti che abbiano mai camminato tra noi, scoprirai un filo che le attraversa tutte. Si adattano prima con la loro natura spirituale e prima dopo con il loro io fisico. ”
"Il vero valore di una persona si trova nella misura in cui ha raggiunto la liberazione da se stesso. ”
"Gli antenati sapevano qualcosa che sembra aver dimenticato. ”
"Più imparo sulla fisica, più sono attratto dalla metafisica. ”
"Ho imparato una cosa in una lunga vita: che tutta la nostra scienza, misurata dalla realtà, è primitiva e infantile. Ancora non conosciamo il millesimo dell'uno per cento di ciò che la natura ci ha rivelato. È abbastanza possibile che dietro la percezione della nostra mente si nascondano mondi di cui non siamo a conoscenza. ”
"Non sono ateo. Il problema è troppo grande per le nostre menti limitate. Siamo nella posizione di un bambino che entra in una grande biblioteca piena di libri in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto dei libri. ”
"L'idea generale che io sia ateo si basa su un grosso errore. " Chi interpreta le mie teorie scientifiche in questo modo non le ha comprese. "
"Ogni cosa è determinata, ogni inizio e fine, da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. È determinato per l'insetto e per la stella. Persone, verdure o polvere cosmica, tutti danziamo su una melodia mistica, accordata in lontananza da un pipone invisibile. "
"La religione del futuro sarà una religione cosmica. Andrà oltre un Dio personale ed eviterà dogmi e teologia. ”
"L'energia non può essere creata o distrutta, può solo essere trasformata da una forma all'altra. ”
"Tutto è energia e questo è tutto quello che c'è. Regola la frequenza della realtà che vuoi e non puoi che riceverla. Non può essere altrimenti. Questa non è una filosofia. Questa è fisica. ”
"Sono felice perché non voglio niente da nessuno. Non mi importa dei soldi. Decorazioni, titoli o premi non significano nulla per me. Non voglio elogi. Non mi prendo il merito di niente. Un uomo felice è troppo soddisfatto del presente per preoccuparsi troppo del futuro. "
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Benedetto XVI era un pontefice conservatore (nel senso più pregnante e filosofico del termine), sempre attento a mantenere intatto il nucleo più profondo del messaggio cristiano. Fu anche un teologo e filosofo di notevole statura intellettuale, sempre intento a scrivere opere di rara profondità e molto studiate.
Era inoltre convinto che i cristiani meritassero di essere difesi in tutti i luoghi – e sono moltissimi – nei quali subiscono persecuzioni immotivate e dettate soltanto dall’odio religioso.
Proprio per questo, è inutile nasconderlo, non era molto amato dal variegato mondo del cattolicesimo di sinistra, che da sempre insiste sul dialogo interreligioso anche quando esso si rivela pressoché impossibile. Convinto, questo mondo, che cedere le armi sia meglio che combattere. Il fatto è che Ratzinger non la pensava affatto così. Per lui la dottrina cristiana non si poteva assolutamente svendere, pena la fine stessa del cristianesimo.
La lezione di Ratisbona
Lo dimostrò con il celebre discorso di Ratisbona, in cui invitò, pur basandosi su un episodio storico lontano nel tempo, l’islam a condannare il legame tra fede e violenza, sottolineando altresì che la fede non può essere imposta con la forza.
Piuttosto naturale fu la reazione rabbiosa del mondo islamico alle sue parole. Assai meno naturale quella del cosiddetto “cattolicesimo progressista”, che reagì al suo discorso con un fastidio malcelato. Ancora oggi alcuni dei suoi esponenti, intervistati dai mass media, ribadiscono che Ratisbona fu un errore. Altri invece – incluso chi scrive – pensano che Ratisbona rappresenti uno degli episodi più alti del suo pontificato. In ogni caso, una lezione ancora attuale e da non dimenticare.
I rischi del sincretismo
Si rammenti, inoltre, la sua ostilità nei confronti della “teologia della liberazione”, popolare soprattutto in America Latina, che Ratzinger accusava di eccessiva politicizzazione della visione del mondo cristiana. Quest’ultima, a suo avviso, conteneva un messaggio non politico, ma di salvezza universale. Contrario a ogni forma di sincretismo e di cedimento alle mode del momento, Benedetto XVI si sforzò non solo di salvaguardare l’originalità del messaggio cristiano, ma anche di impedire che esso venisse annacquato da elementi ad esso estranei. E il sincretismo, per l’appunto, costituisce forse il maggiore pericolo per il cristianesimo.
Un Papa “occidentale”
Benedetto aveva poi un altro difetto imperdonabile agli occhi del cattolicesimo di sinistra. Era, a tutti gli effetti, un Papa “occidentale”, che guardava con angoscia alla scristianizzazione dell’Europa e dell’intero Occidente. Proprio per questo dedicò molte pagine alle radici cristiane dell’Europa stessa, dolendosi che la Ue non recepisse il suo messaggio.
Ovvio che un pontefice di quel tipo non piacesse al progressismo cattolico, e altrettanto ovvio che i conservatori in lui vedessero uno scudo prezioso contro ogni cedimento alle lusinghe della modernità.
via https://www.nicolaporro.it/atlanticoquotidiano/quotidiano/politica/un-papa-occidentale-difetto-imperdonabile-per-i-cattolici-progressisti/
Purtroppo cedette alle pressioni e al ricatto.
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Buona Pasqua in libertà
Non so quanti di voi sanno che la festa della Pasqua ha origine con la liberazione degli ebrei durante la schiavitù in Egitto, come preambolo profetico della venuta di Cristo e del suo sacrificio per la liberazione dal peccato. Tuttavia non starò qui a fare teologia, storia o mitologia, in base a ciò che credete, ma vorrei evidenziare l’importanza di questa festività per quello che simboleggia:…
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30 nov 2023 09:03
“QUESTI VESCOVI BERGOGLIANI SONO DEI COGLIONI” - L’EX LEADER NO GLOBAL LUCA CASARINI, INDAGATO CON ALTRE 5 PERSONE PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, USAVA UNA LETTERA DEL PAPA PER FARSI FINANZIARE MA POI DICEVA: “HO AVUTO LA FACCIA DA CULO PER DIRE A BERGOGLIO DI METTERE I SOLDI. ORA PERO’ ME NE DEVE FARE UN’ALTRA, MA STAVOLTA MI DEVE CHIAMARE “FIGLIO PREDILETTO” - A FAVORIRE IL RAPPORTO TRA L’EX CAPO DELLE TUTE BIANCHE E IL PONTEFICE, I VESCOVI ZUPPI E LOREFICE - L'INCHIESTA DI "PANORAMA"
Giacomo Amadori e Fabio Amendolara per La Verità - Estratti
Le carte dell’inchiesta di Ragusa su Luca Casarini e altre cinque persone, compreso il suo fraterno amico e compagno di lotta Giuseppe Caccia (tutti indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, mentre la violazione delle norme del codice della navigazione), raccontano come in un reality show tutte le manovre di avvicinamento dell’ex capo delle Tute bianche ai vertici della Chiesa.
Un film che si dipana tra il 2019 e il 2021, sino al sequestro dei cellulari. In un dossier interno dell’associazione di promozione sociale Mediterranea, di cui Casarini e Caccia sono animatori, viene spiegato come sia iniziato tutto. «La relazione tra Mediterranea e la Chiesa cattolica è una cosa che ha lasciato stupiti molti.
(...) Ma com’è nato tutto ciò? Il merito (o la colpa) di aver avviato questo rapporto è degli arcivescovi delle due città in cui si trovano la sede legale e la sede operativa di Mediterranea, Bologna e Palermo: Matteo Zuppi e Corrado Lorefice.
(...)
Il punto di svolta nel rapporto tra Mediterranea e la Chiesa è stato poi l’incontro tra Luca Casarini, capomissione di Mediterranea, e l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, avvenuto l’8 aprile 2019. Quell’incontro ha rappresentato una svolta ed è stato epifanico».
Soprattutto perché l’arcivescovo avrebbe dato un nome ai sentimenti che spingevano l’ex attaccabrighe dei centri sociali a salvare migranti. «Lorefice ha fatto capire a Luca e a tutta Mediterranea che quello che stavamo vivendo era il Vangelo» e «da quel momento Luca e tutti i ragazzi e le ragazze di Mediterranea hanno iniziato ad avere ancora più interesse verso il Vangelo e la Chiesa e hanno chiesto di poter avere un cappellano dentro Mediterranea, cioè un prete che li accompagnasse spiritualmente nel cammino, figura che poi è stata individuata in don Mattia Ferrari a motivo della sua storica amicizia con i ragazzi e le ragazze dei centri sociali bolognesi Tpo e Làbas, che sono tra i fondatori di Mediterranea».
(...)
La testa di ariete per l’ingresso dentro alle diocesi sono proprio don Mattia e anche don Luigi Ciotti, di Libera. Il primo è in tutte le chat, fa parte del direttivo di Mediterranea, naviga sulla Mare Jonio. E in una conversazione annuncia tutto felice il ritorno in auge della Teologia della liberazione: «Leggete l’omelia del Papa questa mattina. Ancora in versione comunista».
Anche se ogni tanto, pure don Mattia, qualche dubbio sui suoi «compagni di viaggio» lo nutre: «Mi disse una volta una compagna di Labas: “Ci abbiamo messo anni e anni e finalmente abbiamo distrutto la famiglia”. Giusto per favorire il dialogo con la Chiesa. La famiglia resta un tema su cui tra Chiesa e centri sociali resta una certa distanza». Bontà sua.
È sempre il cappellano ad ammettere che la loro marcia per occupare il Vaticano, al contrario di quella di Mao, non è stata neppure troppo lunga: «È partito tutto con l’incontro tra Casarini e Lorefice. E sette mesi dopo siamo dal Papa».
È il 5 dicembre 2019 e quell’incontro non è stato troppo pubblicizzato per preciso volere della Santa Sede.
Dopo pochi giorni, però, la banda festeggia un’altra omelia del Pontefice: «Il succo del discorso di papa Francesco di oggi: Casarini è diventato il ghost writer di papa Francesco», scrive don Mattia. Anche il cardinal Michael Czerny avrebbe notato la stessa cosa. E aggiunge: «Quel santegidiano di Zuppi imparerà che con noi si fa sul serio». Casarini ribatte: «Siamo gesuiti», Don Mattia non ci sta: «Io sono Mediterranea e basta». Casarini rilancia: «Ormai siamo arruolati». Don Mattia: «Tu più che altro nel discorso di oggi sei stato il ghost writer del Papa».
Casarini è realista: «Tu pensi che abbiamo arruolato noi loro, o il contrario Fratello mio?». Don Mattia: «Siamo noi che abbiamo arruolato loro». Poi fa un passo indietro. «È Gesù di Nazareth che ci ha arruolati tutti».
Passano un paio di mesi, e un altro indagato, Giuseppe Caccia sembra infastidito di essere trattato come un amante da tenere nascosto: «Posso dire che i nostri amici vescovi bergogliani sono un po’ dei coglioni a decidere di non gestirsi pubblicamente alla grande il rapporto con noi?». Anche in questo frangente Casarini invita alla pazienza: «Tempo al tempo. Vedrai che Czerny non si lascia sfuggire la cosa e la giocherà dal basso».
Nel febbraio 2020 Casarini & C. partecipano a un convegno dei vescovi a Bari, che don Mattia lo definisce «una ciofeca».
Caccia chiede: «Quando abbiamo appuntamento privato con i “nostri” vescovi?».
Don Mattia avverte: «Zuppi mi ha garantito che a Bari ci farà salutare il Papa. Questa volta ci sono le macchine fotografiche e le telecamere». Non devono più nascondersi. Il cappellano è di ottimo umore: «Non dimenticherò mai Bassetti che ci confonde con Tirrenia e la cena in cui ci siamo imbucati tra vescovi. E i vescovi che vengono a riverire Casarini. E l’ausiliare di Messina che dice: “Grazie, mi avete edificato”.
E Lorefice che quando gliel’ho riferito, ha detto: “A me lo dici? A me Luca Casarini mi ha evangelizzato. Che poi è quello che dico sempre io: voi mi evangelizzate sempre». Casarini cita solo con le sigle il loro «squadrone»: «Z, P, C, K, M, L, H».
Ovvero i cardinali Zuppi, Czerny, Konrad Krajewski, Lorefice e Jean-Claude Hollerich e i monsignori Domenico Mogavero (sempre che M non stia per il cardinale Francesco Montenegro) e Michele Pennisi.
«L mi ha detto che è pronto ad andare a parlare con il Papa. Anche P l’ho visto determinato. H bisogna informarlo di tutto, anche C».
La diffidenza del Vaticano sta per essere definitivamente superata, anche se con un po’ di fatica: «Krajewski gli ha ribadito (a Zuppi, ndr): “Io a loro (cioè a noi) non gli do niente direttamente. Voi fatemi una richiesta scritta in cui è chiarissimo che io i soldi li do a voi e non a loro”. Domani Zuppi chiama Lorefice, Mogavero e Montenegro per procedere con la richiesta scritta».
Arriva il 19 marzo e don Mattia scrive a Caccia e Casarini: «E nel giorno della festa del papà, auguri ai miei due papà politici».
Caccia non è d’accordo: «Festa del papà? Oggi è San Giuseppe!».
L’11 aprile, il giornale dei vescovi, Avvenire, pubblica una lettera del Pontefice, di risposta a quella di Casarini, che si era lamentato per tutti gli ostacoli incontrati per «poter salvare dalla morte i nostri fratelli e sorelle migranti»: «Luca, caro fratello […] grazie per tutto quello che fate» aveva scritto Francesco. Anticipando il futuro aiuto: «Vorrei dirvi che sono a disposizione per dare una mano sempre.
Contate su di me».
La banda prende la palla al balzo e usa questo viatico per fare il giro delle sette chiese, nel vero senso della parola.
Dopo un po’ di tempo Casarini ha uno scontro con il leghista Igor Gelarda.
I due si scambiano querele e l’ex no global scrive: «Questo, dal video che ha fatto, mi pare davvero un coglione, tra l’altro. Su tema oratorio suggerisco di produrre lettera del Papa a me». Poi ci pensa: «Sarà ora che me ne faccia scrivere un’altra… quella ormai ce la siamo venduta in ogni dove». Un interlocutore ricorda l’incipit: «Luca, caro fratello» e Casarini rilancia: «Per la seconda lavoriamo su “Luca, figliolo prediletto” e “Benedico quei santi avvocati che ti proteggono”».
Quando don Mattia riesce a portare i suoi strani compagni di viaggio davanti al Papa confessa quale sia stato il vero motivo dell’incontro: «Ragazzi devo ancora riprendermi da questi giorni e soprattutto dallo sforzo fisico che ho fatto per avere la faccia da c...
per dire al Papa di mettere i soldi». In un altro messaggio si era vantato: «Come sai so essere un ottimo rompic...».
Per lui le diocesi sono un bancomat: «La Chiesa cattolica sta diventando il nostro Soros». Ovvero il filantropo George che da decenni finanzia Ong in tutto il mondo.
Ma i fondi stentano ad arrivare e don Mattia inizia a perdere la pazienza. A suo giudizio Zuppi è troppo «prudente» e «vuole la botte piena e la moglie ubriaca»: «Per quanto sia un grande a me con ‘ste lentezze ha un po’ rotto i coglioni». Casarini ha un’idea: «Scrivigli che l’hai visto (in tv, ndr) e che era bello e così gli chiedi». Per Caccia «importante è per noi non restare con coglioni schiacciati in mezzo alla porta mentre vescovi e Krajewski tirano da una parte all’altra».
Don Mattia ha le sue idee sui rallentamenti del cardinale elemosiniere: «Il punto di fondo è questo: appena Francesco saprà che sta bloccando tutto perché crede alle balle della Lamorgese (Luciana, ex ministro dell’Interno, ndr), farà procedere». Ma anche ha l’asso nella manica: «Poi al massimo abbiamo l’ultima carta, quella che ti ha detto Lorefice, facciamo parlare Lorefice con il Papa».
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Il blog presenta "Per una società e una Chiesa senza esclusioni Teologia e femminismo in Brasile" di Viviana Premazzi con la prefazione di Maria Soave Buscemi e la postfazione di Mariangela Cassano
In uscita il 15 settembre 2023 nelle librerie fisiche e online il libro di Viviana Premazzi della collana «Comunicare l’assoluto», pubblicato da Effatà Editrice.In questi tempi dove ancora troppe volte assistiamo a episodi di discriminazione e violenza nei confronti delle donne, il libro di Viviana Premazzi ci racconta storie e pratiche di emancipazione e di liberazione, ribaltando la prospettiva…
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Diplomatic Post: London (Episodio 10)
Con un caloroso e convinto brindisi al Papa-Re, si ritirarono nelle stanze loro messe a disposizione da von Hollerich. L’indomani si ritrovarono alle sette in punto nella cappella privata per la recita delle lodi e la concelebrazione eucaristica, al termine della quale fecero colazione per poi dirigersi nel salone degli arazzi del chateau e dare finalmente inizio alla giornata di lavoro. Ad aprire la sessione provvide il nunzio Andrea Odescalchi: <<Eminentissimi Signori Cardinali di Santa Romana Chiesa qui giunti e qui riuniti in una delle più grevi ore del pontificato di Leone XIV, grazie di cuore per la Vostra disponibilità e benvenuti, anche a nome di Helmut von Hollerich, in questa splendida cittadina capitale del Liechtenstein. Come avrete avuto modo di notare, la salute del regnante pontefice sta sempre più deteriorando, e forse un giorno non molto lontano ci troveremo nella situazione di dover affrontare un Conclave. Arriviamo a siffatto, triste ma ineluttabile, appuntamento con la Storia, noi che abbiamo a cuore la Tradizione della chiesa, ben preparati. Stabiliamo nei minimi dettagli e con la miglior intelligenza possibile delle cose uno schema di gioco che dia a noi la mano finale. E’ con questi sentimenti nel cuore che mi permetto di chiedere a tutti voi, Eminenze carissime, la grazia soprannaturale di riuscire a metter da parte le pur legittime ambizioni personali in nome di un vincente e sicuro progetto comune. Conosciamo tutti qui il nominativo su cui l’ala progressista vorrebbe puntare – se solo intravvedesse debolezze e spaccature apparenti nel nostro schieramento conservatore. Diamo loro l’illusione di ciò, spingiamoli a gettare la maschera e far quadrato sul quel barbone di francescano, esponente della teologia della liberazione nonché figlio spirituale del cardinal Sbrodoglio S.J: il famigerato cardinal arcivescovo di Caracas Miguel Pugnado Inculado O.F.M., promosso a quell’incarico dall’ondivago Giovanni Paolo II, il papa di Carlo Maria Martini S.J. e di Hans Hermann Groer O.S.B – l’ondivago, per l’appunto. Stabiliamo con chirurgica precisione tre nominativi di peso del nostro schieramento da esibire uno dopo l’altro e su cui, sempre con chirurgica precisione, far cadere molti meno voti di quanti se ne aspetterebbe lo schieramento avversario. In tal modo, loro si sentiranno pronti a giocare la carta, forti delle nostre apparenti divisioni e spaccature, del cardinal Pugnado Inculado O.F.M. A quel punto, noi giocheremo il nostro vero jolly – ovvero un candidato “minore” ma a noi vicino, un centrista con la personalità in grado di appianare spaccature ed evitare epidermiche reazioni di rigetto. Eminenze reverendissime, il nome che ho in mente e che sarà oggetto delle nostre discussioni per l’intera mattina sino al pranzo è quello del cardinal Juncker O.P.>>. Il piano di guerra elaborato dal nunzio Odescalchi piacque subito a tutti i convenuti; anche perché, nelle menti di tutti gli uditori, nessuno escluso, si materializzò il pensiero, simile al peggiore degli incubi, di un cardinal Pugnado Inculado O.F.M. eletto al soglio petrino e catapultato a combinar disastri dalla periferica ed innocua Caracas alla Roma caput mundi della cattolicità: no, quel barbone di frate francescano che aveva venduto palazzo e curia arcivescovile per trasferire abitazione personale ed uffici amministrativi in un sobborgo di Caracas, che indossava sempre il semplice saio con croce pettorale di latta anche a berretta cardinalizia ricevuta, che guidava personalmente un Fiat Strada pick-up con tanto di targa diplomatica (status cardinalizio: passaporto diplomatico, targa diplomatica – NdA), quel barbone di frate francescano andava fermato. Ne andava del futuro stesso della cattolicità: su questo punto l’accordo era unanime.
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Sacerdote (1369-1450) Stefano Bandelli nacque nel 1369 a Castelnuovo Scrivia (Alessandria) da un’ottima famiglia. Ancor giovane si fece domenicano a Piacenza, dopo aver stazionato per un breve tempo nell’Ordine degli Umiliati. Entrò, comunque, presto nell’ordine dei Predicatori, applicandosi all’osservanza meticolosa della regola, distinguendosi nella preghiera e nell’esercizio delle virtù religiose. Frattanto si impegnò nello studio letterario e teologico, sì da riuscire a diventare in pochi anni dottore in teologia e diritto canonico. Tanta fu la fama della sua dottrina che venne chiamato ad insegnare all’Università di Pavia (1437), dove rimase per alcuni anni. Alternò all’insegnamento una efficace predicazione, cui seppe dedicarsi con amore, grande facondia e competenza, tanto da venire chiamato “un altro san Paolo”. Si racconta infatti che questo santo gli sia apparso, come era già avvenuto a san Tommaso d’Aquino. Accorrono a sentirlo grandi folle, seguono conversioni strepitose di miscredenti e un maggiore fervore nei cristiani tiepidi. Il beato Stefano è sì il brillante insegnante, l’efficace predicatore, ma è soprattutto l’uomo di preghiera, di studio, che sa sacrificarsi per i poveri, da cui è sommamente amato. Più di tutti gli sono riconoscenti i peccatori, che egli ha riconciliato con Dio. Sentendosi venir meno le forze, si ritirò nel convento domenicano di Saluzzo, ove morì l’11 giugno 1450. Fu sepolto nell’annessa antica chiesa di San Giovanni dove le sue spoglie si trovano tutt’ora venerate dai fedeli. Saluzzo lo elesse suo patrono, con san Chiaffredo, in seguito alla liberazione dall’assedio dei Savoia del 1487, ritenuta uno suo speciale favore. In quel frangente si dice che i saluzzesi abbiano visto apparire su Saluzzo il beato Bandelli, accanto alla Vergine Santissima, in atto di benedire e di proteggere la città. Il beato Pio IX, il 21 aprile 1856, ne approvò il culto, in particolare per l’ordine domenicano e per le diocesi di Tortona, Saluzzo e Torino.
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IL 18 MAGGIO 1920: NASCEVA PAPA GIOVANNI PAOLO II. IN QUESTO GIORNO INVOCHIAMOLO PER OTTENERE GRAZIE
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Sua Santità Giovanni Paolo II (16 ottobre 1978 – 2 aprile 2005) è stato il primo slavo e il primo Papa non italiano dai tempi di Adriano VI. Karol Wojtyla nacque il 18 maggio 1920 a Wadowice, una città industriale a sud-ovest di Cracovia, in Polonia. Suo padre era sottufficiale dell’esercito in pensione, al quale il giovane Karol si legò molto, particolarmente dopo la morte della madre avvenuta quando era ancora un bambino. Nel 1938 si trasferì a Cracovia con il padre, dove si iscrisse alla Facoltà di Lingua e Letteratura Polacca presso l’Università Jagellónica; da studente era conosciuto come attore dilettante e ammirato per le sue poesie. Quando i Tedeschi occuparono la Polonia nel settembre del 1939, l’università fu costretta a chiudere, ma fu comunque mantenuta una rete clandestina di studi. Nell’inverno del 1940 trovò impiego come operaio in una cava di calcare presso Zakrówek, alla periferia di Cracovia e, nel 1941, venne trasferito al dipartimento di purificazione delle acque presso la fabbrica Solvay a Borek Falecki. Queste esperienze furono in seguito fonte di ispirazione per alcune tra le sue poesie più memorabili. Nel 1942, dopo la morte di suo padre e dopo essersi ripreso da due incidenti quasi mortali, avvertì la chiamata al sacerdozio, intraprese clandestinamente gli studi di teologia e, dopo la liberazione della Polonia ad opera delle forze russe nel gennaio 1945, fu in grado di frequentare, di nuovo apertamente, l’Università Jagellónica. Laureatosi con lode in teologia nell’agosto del 1946, venne ordinato sacerdote dal Cardinale Adam Sapieha, Arcivescovo di Cracovia, il primo novembre dello stesso anno.
Il 4 luglio 1958, mentre si trovava in gita con i suoi studenti, venne nominato da Pio XII Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di Cracovia. Il 30 dicembre 1963 Paolo VI lo nominò Arcivescovo di Cracovia, un ruolo che lo rivelò avversario, politicamente saggio e deciso, del repressivo governo comunista, e il 26 giugno 1967 fu nominato Cardinale. Tra il 1960 e il 1970 iniziò a essere una figura familiare sulla scena mondiale, graz
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È morto Gustavo Gutierrez, il "padre" della teologia della liberazione
Gutierrez, morto a 96 anni, è all’origine di un movimento teologico contestato all’interno della Chiesa per i suoi eccessi ideologici. Nel 2018 Papa Francesco ha riabilitato il religioso e, attraverso di lui, una corrente di pensiero che è una delle fonti di ispirazione dell’attuale pontificato. Continue reading È morto Gustavo Gutierrez, il “padre” della teologia della liberazione
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La deriva verso la teologia della liiberazione
La deriva verso la teologia della liiberazione
Sorta in America Latina negli anni ’60 del secolo scorso e giunta fino a noi con una peculiare interpretazione del Cristianesimo, la teologia della liberazione poneva e pone un serio interrogativo: è compatibile con la Fede cattolica o ne è invece una pericolosa distorsione?
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Non-viulenza!
Anna Lombroso per il Simplicissimus
A farci sospettare della buona qualità morale e politica della nonviolenzapotrebbe essere una breve sintesi del passato e del presente della sua più autorevole sacerdotessa e del suo apostolato in favore della ferocia europea. Parlo della Bonino simpaticamente ondivaga tra Berlusconi che l’ebbe al suo fianco per 12 anni, e le diversamente “opposizioni”, tra…
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Il 27 aprile 2014 Il papa polacco Giovanni Paolo II è stato proclamato santo da papa Francesco. Il matematico Odifreddi scrisse allora: “Ecco i 6 miracoli di San Giovanni Paolo II” La Chiesa cattolica ha appena proclamato santo Giovanni Paolo II, pontefice dal 1978 al 2005. Ma quali i miracoli che hanno fatto guadagnare al polacco l’ambito titolo? Il matematico Piergiorgio Odifreddi, dal suo blog, ne elenca 6: 4 marzo 1983. “All’aeroporto di Managua in Nicaragua Giovanni Paolo II svillaneggia pubblicamente il ministro della Cultura padre Ernesto Cardenal, inginocchiato di fronte a lui in segno di rispetto, per aver accettato di partecipare al governo sandinista. In seguito, in combutta con il cardinal Joseph Ratzinger, combatterà duramente la teologia della liberazione, di cui Cardenal era uno dei principali esponenti, riducendola al silenzio”. 20 febbraio 1987. “L’arcivescovo Paul Marcinkus, presidente dello IOR, riceve un mandato di cattura dal tribunale di Milano per il coinvolgimento della banca vaticana nello scandalo del Banco Ambrosiano: lo stesso che porterà alla morte dei bancarottieri Michele Sindona e Roberto Calvi. Il papa fa quadrato attorno al “banchiere di Dio”, noto per aver dichiarato che “non si dirige una banca con le Ave Maria”, e lo lascerà al suo posto fino al pensionamento per i raggiunti limiti di età nel 1997″. 3 aprile 1987. “A Santiago del Cile Giovanni Paolo II si affaccia sorridente a salutare la folla dal balcone del Palazzo Presidenziale in compagnia del dittatore Augusto Pinochet, e prega con lui nella cappella del Palazzo: lo stesso in cui nel 1973 era stato assassinato da Pinochet il presidente democraticamente eletto Salvador Allende. In seguito, nel 1993, impartirà al dittatore cileno una benedizione apostolica speciale in occasione delle sue nozze d’oro. E nel 1999, quando Pinochet sarà arrestato in Inghilterra per crimini contro l’umanità, gli manderà un messaggio di solidarietà”. 6 ottobre 2002. “Giovanni Paolo II canonizza, dopo averlo già beatificato il 17 maggio 1992, il prete franchista Josemaria Escrivà de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei. Paga così il debito nei onfronti della Prelatura della Santa Croce, i cui membri e simpatizzanti l’avevano dapprima eletto al soglio pontificio, e avevano poi sanato i debiti dello IOR, dissanguato dai finanziamenti a Solidarnosc”. 24 marzo 2003. “Giovanni Paolo II ricorda con affetto il cardinal Hans Hermann Groer, dimessosi da primate d’Austria nel 1998 per aver abusato sessualmente di circa duemila ragazzi”. 30 novembre 2004. “Giovanni Paolo II abbraccia pubblicamente padre Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Dio, nella fastosa e festosa celebrazione dei suoi sessant’anni di sacerdozio, e lo omaggia per “un ministero sacerdotale colmo dei doni dello Spirito Santo”. Dimentica di dire che per mezzo secolo il prete ha sistematicamente violentato seminaristi e fedeli, e ha convissuto regolarmente e contemporaneamente con quattro donne, da cui ha avuto cinque figli, che ha sia violentato che portato in udienza dal Papa”. Oggi milioni di fedeli esultano per la santificazione di Karol Wojtyla ma, per Odifreddi, c’è da sperare che il nuovo santo” non interceda per noi”. Massimo Volante
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