#tempio di athena
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Cassandra
Cassandra | Frederick Sandys (1829-1904, England)
Cassandra (Aiace rapisce e stupra Cassandra nel Tempio di Atena a Troia - Ajax kidnaps and rapes Cassandra in the Temple of Athena in Troy) | Roma, Villa Borghese
Cassandra imploring revenge from Minerva, 1810 (Chambéry, Musée des Beaux-arts) | Jérome - Martin Langlois (1779-1938, France)
Cassandra 'La Bella' . 'Coppa amatoria' umbro-marchigiana, Italia, XIX secolo (19th century) | Bohdan and Varvara Khanenko National Museum of Arts, Kiev
Cassandra e Aiace, 1886 | Solomon J. Solomon (1860-1927, England)
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Paestum, Salerno
Paestum è una località di vasto interesse archeologico situata in Campania esattamente in provincia di Salerno è costituisce una frazione del comune di Capaccio Paestum, a circa 30 chilometri a sud di Salerno. Il nome latino corrisponde a Paistom, così come fu denominata dai Lucani che la conquistarono.
I fondatori la chiamarono Poseidonia in onore del dio del mare: Paestum e i suoi templi sono oggi patrimonio dell’UNESCO e Paestum rappresenta il sito archeologico meglio conservato ai nostri giorni. Sorge sulla piana del Sele proprio sul golfo di Salerno: la piana, aspra e selvaggia, è un esempio perfetto di archeologia di rara bellezza. La cinta muraria è ancora perfettamente conservata e così anche le quattro porte della città: le frazioni principali sono rappresentate dal Foro e dai Templi; il grado di conservazione di questi maestosi monumenti è davvero apprezzabile soprattutto per quanto riguarda i templi dorici dedicati a Hera e Athena. Esternamente alle mura sorgono numerose necropoli e tombe affrescate, con un museo ricco di oggetti e arredi provenienti dalle necropoli. Da non perdere la Tomba del Tuffatore, una delle più belle di Paestum. Altre attrazioni importanti da segnalare sono l’Agorà, la piscina, l’Anfiteatro, il tempio italico e il Bouleuterion greco.
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UGGIA NOSTRANA
La stradina sconnessa dall’accidia che dal tempio di Athena scende, uggiosa come pece, verso la marina amputata dei suoi vetusti ficus dai carri armati degli Inglesi ancora ubriachi di vittoria ingiusta al whisky e fieri della regina e dei suoi degni ignobili compari, un sigaro in bocca e una farfalla in un corpo obeso, la stradina uggiosa dall’apatia che dalla chiesa del collegio dei…
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#Athena#chiesa#collegio#Gesuiti#inglesi#marce#marcette#patria#porcello#profeta#Regina#sigaro#stradina#uggia#whisky
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The Erechtheion is an ancient Greek temple built on the acropo, is of Athens between 421 and 406 BC. during the city's Golden Age, to house the ancient wooden cult statue of Athena and generally glorify the great city at the height of its power and influence. The Erechtheion has suffered a troubled history of abuse and neglect, but with its prominent position above the city and its portico of six Caryatids, it remains one of the most distinctive buildings of antiquity.
(English / Español / Italiano)
El Erecterio es un antiguo templo griego construido en la acrópolis de Atenas entre 421 y 406 a.C. en la edad de oro de la ciudad, para albergar la antigua estatua de culto de madera de Atenea y generalmente glorificar la gran ciudad en la cima de su poder e influencia. El Eretteo ha sufrido una historia problemática de abusos y abandono, pero con su posición de relieve sobre la ciudad y el pórtico de seis Cariatidas, sigue siendo uno de los edificios más característicos de la antigüedad.
L'Eretteo è un antico tempio greco costruito sull'acropoli di Atene tra il 421 e il 406 a.C. nell'età dell'oro della città, per ospitare l'antica statua di culto in legno di Atena e generalmente glorificare la grande città al culmine del suo potere e della sua influenza . L'Eretteo ha subito una storia travagliata di abusi e abbandono, ma con la sua posizione di rilievo sopra la città e il portico di sei Cariatidi, rimane uno degli edifici più caratteristici dell'antichità.
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PARTENONE: Il Partenone, costruito dagli architetti Ictino, Callicrate e Mnesicle, è un tempio dedicato ad Athena Parthenos, costruito tra il 447 e il 438 a.C. durante l'Età Classica. Questo periptero octastilo, con 17 colonne sul lato lungo, è di ordine dorico e rappresenta un'icona di grandezza e potenza. Il tempio celebra la dea Athena e simboleggia la supremazia di Atene sui Persiani e la superiorità della ragione sulla forza bruta. Il Partenone è famoso per le sue numerose decorazioni, realizzate da Fidia. Il frontone orientale raffigura la nascita di Athena dal capo di Zeus, mentre quello occidentale mostra lo scontro tra Athena e Poseidone per il dominio sull'Attica. Le metope, di ordine dorico, raffigurano la centauromachia, mentre il fregio ionico illustra le feste panatenaiche. Il Partenone è stato ritrovato ad Atene ed è ancora conservato nella stessa città, dove continua a essere un simbolo di maestosità e gloria.
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Presente. Capitolo 4 - Metà giugno 2021
“Se devo fermarmi, dimmelo adesso. Perché se mi lasci andare avanti, Vittoria Alata, nemmeno la tua Kamui mi potrà trattenere finché non avrò trionfato con te”
(TW: NSFW,smut, OC, CamusxOC, riferimento a coppia MiloxCamus, coppia HET, riferimento a coppia HOMO, D/s, Dom!Camus, Diamond Dust con uso creativo)
La sorpresa di Nike fu ancora maggiore quando, pochi giorni dopo, invece che con Milo, si ritrovò a letto con Camus.
Era venuto a trovarla, come faceva sempre da quando era tornato, quando finiva un nuovo libro di filosofia. Glielo consigliava sua madre, che la insegnava alla Sorbonne, e lui ovviamente lo trovava nella biblioteca lasciatagli da Dégel. Di tutti i cavalieri d'oro era senza dubbio il più intellettuale, nel senso occidentale del termine.
A Nike, che era stata l’unica abitante del Santuario, insieme a Saori, ad avere avuto una vita ed un’educazione normale prima che il Cosmo le si risvegliasse, piaceva molto quel tipo di conversazione.
“Posso entrare?” chiese sulla soglia dell’ingresso laterale. Quando andava da Nike usava sempre quello, così da non dovere passare per il tempio principale. Teoricamente, per entrare nella tredicesima casa, tutti i cavalieri avrebbero dovuto indossare la loro armatura, nel caso avessero incontrato Athena. Ma Nike aveva rimosso questa regola quando la si andava a trovare informalmente. Soprattutto visto che Saori c’era molto raramente.
“Altrimenti dovrei passare tutto il tempo con la Kamui addosso anch’io” aveva usato come giustificazione.
“Hey Cam! Certo entra! Hai fame?”
“Comme toujours!” esclamò lui entrando e sedendosi al suo solito posto del tavolo.
“DeathMask è tornato dal suo paesello di nascita e ha portato una quantità di delizie. Scegli tu: sfincione o arancini?”
“Perché dici o?”
Entrambi scoppiarono a ridere. Uno dei pochi vantaggi di essere Cavalieri era che il Cosmo, assieme agli allenamenti estenuanti a cui si sottoponevano ormai da anni, bruciava tutto.
“Allora cos'hai da raccontarmi stavolta? Cos'hai finito di leggere?” chiese lei mentre mangiavano.
“Sono finalmente riuscito a leggere per bene il Simposio di Platone”
“Ah sì me lo ricordo me l’ha fatto leggere la prof. di filo in terza liceo” esclamò lei, pentendosene immediatamente. Camus, come gli altri, era stato strappato da bambino dalla sua famiglia per essere allenato. Non gli era stato concesso di finire le elementari, figuriamoci il liceo.
“Scusa…”
“Fa niente… Comunque, ho trovato interessante la parte in cui dicono che l'amore etero non può mai essere puro, perché la componente legata all’istinto animale finirà sempre per prevalere”
“Sì me lo ricordo anch’io. Abbastanza ironico pensare che queste parole furono scritte non lontano da dove siamo ora, proprio l'unico posto al mondo dove anche l'amore etero è unicamente fine a se stesso” aggiunse lei con un sorriso un po’ malinconico, riferendosi alla legge di Athena, una maledizione più che altro. Poiché servivano la Dea, i suoi cavalieri di rango più elevato, loro inclusi, erano fisicamente incapaci di avere figli. Fisicamente incapaci di avere qualcuno nella loro vita importante abbastanza da mettere in discussione la loro fedeltà e ubbidienza ad un ordine, un incarico, o durante una guerra. Non potevano tradizionalmente neanche permettersi innamorarsi, ma quella regola idiota e inapplicabile era già stata rimossa ancora prima dei tempi di Shion e poi estesa anche alle relazioni tra Cavalieri proprio da Nike.
“Dai, spostiamoci sul divano” disse lei dopo finito di mangiare.
“Ma… abbiamo sempre parlato al tavolo” rispose lui colto di sorpresa. Sul divano? Cioè, faccia a faccia a meno di un metro di distanza? Era concesso a lui starle così vicino tra quei muri? Rischiare di toccarla per sbaglio?
“Lo so” disse lei sedendosi.
“Ma non ho mai capito perché. Con quello che dev'essere costato questo divano a Saga, tanto vale usarlo. È molto più comodo” e lo invitò. Nella sua mente Camus fece un breve calcolo e decise che deliberatamente rifiutare un invito diretto da una dea sarebbe risultato molto più irrispettoso che rischiare di sfiorarla per sbaglio.
‘Anche se le circostanze sono diverse, ho già avuto occasione di toccarla. Non può essere tanto grave’ e si sedette.
Quello che non aveva calcolato era che ora, per la prima volta, forse perché le era così vicino, la bellezza di Nike lo colpì tutta in una volta. Da quando era tornato da Milo non aveva più avuto donne, ma non significava che fosse indifferente alle bellezze di un corpo femminile. E quello di Nike, adesso che finalmente lo notava, non poteva essere descritto a parole. Era semplicemente perfetto.
‘Idiota, cosa sei, un adolescente? Non farti venire certe idee. Sei appena tornato in vita, vuoi farti ammazzare di nuovo?’
“Tu e Milo” cominciò lei
“Siete l’esempio perfetto di quello che è descritto nel simposio”
“Hai ragione, siamo fortunati”
“Beh avete avuto la vostra dose di sofferenza”
“Io non tanto quanto Milo. In fondo io sono solo morto. Lui ha dovuto vivere col mio ricordo. A proposito, grazie”
“Di cosa?”
“Di averlo aiutato in quel periodo terribile”
“Te l’ha detto?” chiese lei mezza presa dal panico, mezza sollevata all’idea di non dover più mantenere il segreto.
‘Cos’avrà spifferato per tirarsela quello scemo di un greco? Se ha detto in giro che mi piace farmi cuspidizzare da lui mentre siamo a letto lo distruggo’
“Non nei dettagli. È orgoglioso, come tu ben sai. Ma mi ha detto che, senza di te, dopo il rifiuto di Athena di lasciarlo andare, sarebbe morto di disperazione”
“È servito molto a tutti e due, sai? Mancavi molto anche a me. Tutti voi mi mancavate” disse Nike, posando affettuosamente una mano sul suo ginocchio.
Camus si rese conto che era la prima volta nella sua nuova vita che la toccava al di fuori di un combattimento o una qualche occasione speciale. E l’effetto che stava avendo era innegabile. Lui, proprio lui, l’uomo dei ghiacci, era seriamente a rischio di perdere il controllo per colpa di una mano su un ginocchio. Però se considerava a chi apparteneva quella mano... si voltò a guardarla negli occhi. Si rese conto che anche questa era una prima volta. Il suo viso sembrava scolpito dagli dèi. e molti avrebbero mobilitato interi eserciti pur di compiacerlo. Non a caso era la manifestazione terrena della dea della Vittoria. Si domandò se Elena, the face that launched a thousand ships, non fosse stata una sua precedente incarnazione.
‘Se decide di leggermi il Cosmo, sono finito. Però è lei che sta toccando me, quindi non può essere tanto grave. Ma riguardo ad altre fantasie, è meglio se le metto a tacere sul nascere. Oppure no?’
Senza la minima idea di cosa si sarebbe potuto aspettare come conseguenza, Camus fece una delle poche azioni impulsive delle sue vite, la prima in assoluto di quella corrente, e mise la sua sinistra su quella di Nike, che era ancora sul suo ginocchio.
‘Non si è tirata indietro, e non ha smesso di guardarmi negli occhi. E se invece, per caso, certe mie idee fossero corrisposte? In fondo questa nuova vita è un regalo. Ce lo siamo promessi, io e Milo, di prenderla a morsi e assaporarne ogni minuto’
“La tua pelle è caldissima” disse lui, rompendo finalmente il silenzio assordante.
“È la Kamui. Da quando la indosso di nuovo il mio Cosmo brucia sempre come una fornace. Dovresti vedere in battaglia”
“Ho visto”
Lei rise.
“Intendevo l'altro tipo di battaglia. Quella che si fa a letto”
“Allora mostrami” ribatté lui, cogliendo il momento per rubarle un bacio.
Non se lo aspettava, ma in qualche modo ci aveva sempre sperato. Appena si rese conto che le loro labbra si stavano toccando, si fece trasportare dal momento, gli mise le braccia intorno al collo e aprì la bocca. Lui, per contro, le cinse la vita attraendola a sé, e rese quel bacio veramente francese.
Fu tutto incredibilmente intenso e profondo, e immediatamente le fece desiderare di andare oltre, molto oltre. Ma qualcosa la bloccò. Fu lui a parlare quando se ne accorse.
“Mia signora” si scusò, scendendo immediatamente dal divano e inginocchiandosi davanti a lei, come aveva fatto mille altre volte.
“Perdona la mia sfacciataggine. Ma da quando sono morto, ogni minuto di questa nuova vita è un regalo, e ho seguito il mio istinto e desiderio, pensando che anche tu volessi. Nessuna punizione sarà mai sufficiente”
“Alzati dai, e guardami. Sai che odio queste formalità. Non è per quello che ho esitato. È per Milo”
“Milo ed io non siamo monogami. Come ho detto, non vogliamo sprecare nessun secondo di questa nuova vita che ci è stata concessa per miracolo” aggiunse lui.
“Ed io non voglio avere nessun rimpianto”
“E, oltre a baciarmi, cos’altro vorresti non rimpiangere? Cos’altro vorresti fare?”
‘Sono già in ginocchio… e già nei casini… tanto vale’ pensò lui.
Lentamente, senza dire nulla, le aprì le gambe e cominciò a baciare l'interno delle sue ginocchia. Vedendo che lei non rifiutava, anzi, rispondeva sospirando alle sue carezze, si fece piano strada più in alto. Che Nike non portasse nulla sotto la sottoveste era evidente da prima, e il suo lavoro era per questo molto più facile. Con tocchi prima leggeri poi sempre più intensi, Camus si abbandonò a un languido French Kiss con la sua perla. Lei piantò le unghie nel tessuto del divano, sopraffatta dai sensi. Dei, quanto era bravo.
“Cam… Camus… se continui… mi fai venire”
Far venire la dea della vittoria. Decisamente qualcosa di nuovo nella lista di cose da depennare nella sua nuova vita.
‘Se è proibito toccarla, a darle una piccola morte così probabilmente io rischio quella grande. La terza. Però quando mi ricapita?’
Continuò. Col risultato predetto.
Alzò lo sguardo verso Nike, che lo guardava con quell'espressione che conosceva bene nelle donne che aveva avuto.
Ma non le bastava. Voleva di più.
“Acquario, portami a letto” gli comandò finalmente.
“Ai tuoi ordini”
Entrambi si alzarono e si avviarono alla camera baciandosi, afferrandosi, e liberandosi, oltre che dalle inibizioni, della maglia di lui, una vecchissima divisa del PSG.
Il retro delle sue gambe toccava già il bordo del letto quando lei esitò. Lui immediatamente lasciò andare la presa dal suo corpo, che tanto voleva, e smise di baciarla.
“Se devo fermarmi, dimmelo adesso. Perché se mi lasci andare avanti, Vittoria Alata, nemmeno la tua Kamui mi potrà trattenere finché non avrò trionfato con te”
“Devo essere sicura che tu lo voglia quanto me. Nonostante Milo”
“Di Milo abbiamo già parlato. Abbiamo un accordo, io e lui. E poi con te sarebbe una cosa completamente diversa”
‘Che avete un accordo, lo so anche meglio di te. Però...’
“Devo sapere se lo vuoi veramente”
Lui le afferrò la destra e se la permette sul cuore. Il battito andava a mille. Con l’altra mano le sollevò il mento per guardarla negli occhi.
“Regarde-moi ! Selon toi ?”
Non c'erano dubbi.
“Et tu ? Qu’est-ce que tu veux ?”
Non le serviva ascoltare altro. Si arrese finalmente del tutto, riprendendo a baciare Camus e affondando le dita tra i suoi capelli colore del sangue. Lui da quel momento lasciò andare i pochi freni che gli erano rimasti, principalmente dovuti al diverso rango che i due avevano al Santuario. Afferrandola per i glutei, la sollevò e depositò sul letto, liberandosi poi dei pantaloni prima di raggiungerla.
Nike non aveva mentito, l'eccitazione che stava per condurli al sesso aveva scaldato ancora di più la sua pelle già bollente. Anche il Cosmo di Camus era su di giri, solo che il suo era freddo. Molto freddo. Praticamente senza pensarci, cominciò ad emanare gelo dalle mani mentre le usava per rimuovere la sottoveste che le era rimasta. Lei tremò e sospirò di piacere.
“Ti piace il mio ghiaccio?” chiese mentre le baciava il collo.
“Sembra di sì” rispose lei praticamente senza fiato. Per Camus fu una rivelazione. La fantasia che non sapeva di aver sempre avuto prese forma nella sua mente. Lui poteva creare gelo dal nulla. Tutto il suo corpo poteva diventare gelo dal nulla. E lei, così torridamente, sovrumanamente calda, avrebbe ricevuto un po’ del suo gelo. Le sue labbra e il suo respiro divennero freddi come il vento della Siberia dove aveva passato tanti anni mentre riprese a baciarle il collo e le labbra. Poi passò ai seni, aggiungendo anche le mani. Ad ogni suo gelido tocco lei reagiva di piacere, di sollievo dal fuoco che la bruciava da dentro. Era come giocare coi cubetti di ghiaccio, solo che il ghiaccio era lui. E non si sarebbe mai sciolto.
L’eccitazione di quel gioco gli stava dando alla testa, e Camus decise che era ora di passare oltre i preliminari. Di fare sul serio. Le afferrò le mani, gliele portò sopra la testa.
“Il tuo Cosmo da solo non basterà a sciogliere il mio ghiaccio. Se vuoi liberarti, dovrai invocare i bracciali della Kamui”
“Liberarmi da cosa?” non fece in tempo a chiedere che lui le congelò i polsi alla spalliera del letto. Camus aspettò qualche istante, per verificare di non essere andato troppo oltre. Ma Nike non si ribellò, anzi gli sorrise maliziosa. Non chiedeva altro. Le si distese sopra duro come il marmo e la vittoria divenne finalmente sua.
Non faceva sesso con una donna da quando era risorto ad Asgard. Non negò a se stesso che alcune cose gli erano mancate. La morbidezza della sua pelle, le sue curve accentuate, il seno prosperoso. Ma soprattutto gli mancava l'essere in completo controllo di tutto ciò che avveniva durante il rapporto. Il fatto che lei avesse accettato di farsi immobilizzare le braccia lo eccitava oltre l’immaginabile. Poteva scegliere come muoversi, con che ritmo, l'intensità di ogni colpo, cosa toccare e cosa no. Poteva in ogni istante decidere se farla venire o aspettare.
A lei questa tortura, questo totale abbandono piaceva quanto a lui. Camus pensò che il corpo di questa donna, di questa dea, sarebbe stato il sogno di ogni uomo. Non solo era praticamente perfetto sotto ogni punto di vista, fatto per guardarlo, fatto per toccarlo. Era soprattutto fatto per scoparlo. Per quanto sapesse già di essere bravo – era francese in fin dei conti – mai aveva visto una donna reagirgli così intensamente. Lo vedeva dalle sue espressioni, dai suoi sussurri, dai suoi baci. Ma soprattutto lo sentiva dal suo Cosmo.
Quando fu sazio decise finalmente di concederle l’orgasmo a cui era così vicina. Mentre veniva di nuovo, Nike gli strinse le gambe attorno alla vita talmente forte da provocargli dei lividi. Così costretto, con Nike che era così intensa, anche lui si lasciò andare pochi istanti dopo, esplodendo come un’Aurora Execution.
La liberò dal ghiaccio mentre le era ancora dentro, la baciò e si stravaccò sulla schiena accanto a lei, esausto ma estatico.
Poi realizzò.
“La mia terza vita è finita vero?”
“Cosa? Perché?”
“Secondo le regole ufficiali non posso nemmeno sfiorarti. E invece ti sono appena venuto dentro. Dopo averti praticamente violentato. Legandoti al letto, e prima ancora di là sul divano” disse più che altro a se stesso, fissando il soffitto con lo sguardo vitreo.
“Me ne sono sempre fregata di quella regola ufficiale idiota. Non posso cambiarla perché Saori su di sé la vuole applicata. Per tenere lontano Seiya credo. E poi violentata, stai scherzando? Ti ho dato il consenso più di una volta. E tu in cambio mi hai dato due orgasmi da perdere la testa. Già non volevo che ti accadesse mai più nulla di male prima. Figurati adesso”
Lo abbracciò e baciò a stampo, rassicurandolo e inavvertitamente colpendo i lividi che gli aveva lasciato. Lui sorrise e poi fece una smorfia esagerata di fastidio.
“Nike va bene che sei un cavaliere di platino, ma controlla la tua forza”
“In che senso?” chiese lei, massaggiandosi i polsi per far riprendere la circolazione. Camus le indicò il fianco.
“Come cazzo li spiego questi lividi?”
Lei scoppiò a ridere di gusto.
“Di’ la verità, che te li ho fatti io durante un allenamento. Solo non specificare che tipo di allenamento”
Poi gli stese la mano sui lividi, curandoglieli all’istante.
“Giuro, la prossima volta ti congelo anche le caviglie”
“Prossima volta?”
“Ehm… sì se vorrai che ci sia una prossima volta”
Lei si mise su di un fianco a guardarlo e allungò una mano sui suoi addominali scolpiti e definiti.
“Camus ti sei visto? Certo che vorrò. Però hai messo la barra molto in alto per te stesso. Da ora in poi devi sempre farmi venire così forte come poco fa”
“Haha. Farò del mio meglio promesso. E non preoccuparti però, non dobbiamo usare il ghiaccio per niente in futuro”
Lei lo guardò con la sua caratteristica resting bitch face.
“Cam, secondo te, ho difficoltà a trovare uno che mi scopi?”
La sua unica risposta fu squadrarla da capo a piedi e indietro, soffermandosi sui glutei e il seno perfetti, arrestandosi infine sugli occhi, di uno smeraldo così intenso da sembrare finti, e alzare un sopracciglio.
“Appunto. Idiota, se mi faccio scopare da te mi aspetto, anzi, pretendo almeno un po’ di ghiaccio” disse baciandolo per l'ultima volta di quella serata.
Mentre rientrava all’undicesima casa, Camus ripensava a quello che era appena successo alla tredicesima. Mai si sarebbe potuto immaginare di fare sesso con Nike. Un po’ per via del suo rango, ma principalmente perché non aveva mai osato sperare che lei lo guardasse con quegli occhi prima di quella notte. E soprattutto mai gli sarebbe venuta in mente quella fantasia che aveva effettivamente realizzato con lei poco prima, e che avrebbe con tutte le sue forze cercato di ripetere in futuro. Giocare col ghiaccio, usarlo per restringere i movimenti a letto, solo pensarci lo face quasi tornare indietro per il secondo round. Come mai non ci aveva mai pensato prima, con Milo ad esempio? Ma no, non avrebbe funzionato. Con Milo era diverso, molto diverso. Il loro era l’amore fatto nel senso più alto, c'era sempre una forma quasi di sacralità nella cosa che in qualche modo li preveniva dal voler andare oltre il vanilla. Soprattutto dopo essersi persi per così a lungo. Mai avrebbe pensato, né desiderato del resto, usare il suo ghiaccio su Milo. Per questo, da quando erano tornati in vita, avevano stipulato il loro accordo. Scopiamo con chi vogliamo e ci leviamo le voglie, e tra di noi si fa l'amore con tutta l’anima.
Si addormentò domandandosi se Milo avesse già usufruito dell’accordo, e con chi. Sarà andato oltre il vanilla? E se sì in che modo? Ma in fondo, preferiva non sapere. Davvero.
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TITOLO: Partenone
DATAZIONE:  447-438 a.C.
LUOGO DI RITROVAMENTO : acropoli di Atene
LUOGO DI CONSERVAZIONE : le metope sono conservati al British Museum di Londra
TECNICA: marmo pentelico
DETTAGLI: il Partenone è il tempio più imponente dell’acropoli di Atene. È stato realizzato da Ictino,Callicrate e Mnesicle. Si tratta di un tempio dedicato ad Athena Parthenos(cioè vergine) ed è un perimetro octastilo con 17 colonne sul lato lungo. È costituito da un ampio naos, mentre il pronaos e l’opistodomo sono quasi inesistenti. Il tempio è di ordine dorico, anche se le colonne e il capitello non presentano la pesantezza di questo ordine. Il tempio è caratterizzato da equilibrio e proporzioni. Difatti la facciata può essere inscritta in un rettangolo aureo, che presenta una perfetta armonia tra base e altezza. Tra gli elementi decorativi vi sono i frontoni, le metope, il fregio e la statua di Athena partenos. Il tempio ha la funzione di celebrare allegoricamente la superiorità di Atena e della ragione, ma praticamente degli Ateniesi sui Persiani. Il tempio ha attraversato diverse perdite e distruzioni. Nel III a.C è crollato il colonnato nel naos. Nel 590 è stato convertito in chiesa dai bizantini( sono state demolite alcune colonne del pronaos e di metope in facciata est) Nel 1456 è stata trasformata in moschea dai turchi ottomani con l’aggiunta del minareto sul letto. Il 26 settembre 1687 il comandante della flotta veneziana Francesco Morosini per cacciare i Turchi da Atene sparó una cannonata contro il Partenone, che in quel periodo veniva usato come deposito temporaneo di polvere da sparo. Nel 1799 poi l’ambasciatore inglese Lord Elgin decise di vendere le metope e le statue dei frontoni al British Museum a Londra nel 1816. Il Partenone poi è stato ricostruito per anastilosi sull’ acropoli.
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L'altare di Pergamo
L’alare di Pergamo è il monumento che celebra la vittoria dei Greci contro i Galati. Un tempio ellenistico dedicato non solo agli dei Zeus e Athena, non solo ad Attalo I e ai vincitori, ma anche agli sconfitti e alle loro virtù. (more…) “”
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L’isola di Ortigia rappresenta il cuore della splendida città di Siracusa, il primitivo nucleo abitato dove percepire secoli di storia, arte e cultura che hanno contraddistinto questo suggestivo luogo siciliano.
Anche se si tratta di un’isola, essa è collegata alla terraferma tramite il Ponte Umbertino che permette direttamente di passare da Siracusa città all’isola di Ortigia.
Il suo nome rimanda ad origini greche, anche se questa zona, ricca di sorgenti d’acqua dolce, era abitata già dall’età del bronzo, come testimoniato da reperti archeologici databili tra il 3500 a.C. ed il 1200 a.C.
Passeggiare in questo territorio vuol dire assaporare secoli di storia, captando nelle costruzioni ancora vive in questo quartiere le civiltà greche, romane ed il passaggio indelebile degli aragonesi e degli arabi.
Nell’isola di Ortigia si trova anche il Duomo della città, costruito in origine nel V secolo a.C. come tempio dedicato alla Dea Atena e modificato in seguito con la trasformazione in basilica cristiana.
Oggi la facciata si presenta interamente rifatta in stile barocco, avendo subito gravissimi danni in seguito al terremoto del 1693.
Buongiorno e buon giovedì a tutti voi, cari amici, dall’isola di Ortigia!! 🇮🇹❤👏👋
The island of Ortigia represents the heart of the splendid city of Syracuse, the primitive inhabited nucleus where centuries of history, art and culture that have distinguished this suggestive Sicilian place are perceived.
Despite being an island, it is connected to the mainland via the Umbertino bridge which allows you to pass directly from the city of Syracuse to the island of Ortigia.
Its name refers to Greek origins, even if this area, rich in fresh water springs, was already inhabited since the Bronze Age, as evidenced by archaeological finds dating from between 3500 BC. and 1200 BC
Walking in this area means savoring centuries of history, grasping the Greek and Roman civilizations and the indelible passage of the Aragonese and Arabs in the still living buildings of this neighborhood.
On the island of Ortigia there is also the Cathedral of the city, originally built in the 5th century BC. as a temple dedicated to the goddess Athena and subsequently modified with the transformation into a Christian basilica.
Today the facade is completely rebuilt in Baroque style, having suffered serious damage following the earthquake of 1693.
Good morning and happy Thursday to all of you, dear friends, from the island of Ortigia!! 🇮🇹❤👏👋
Grazie: Complimenti a📷@instagram.com/pupina 💚🤍❤️
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Pane e tulipani / Bread and Tulips Silvio Soldini. 2000
Ruins Tempio di Athena, Parco Archeologico di Paestum, Via Magna Grecia, 919, 84047 Paestum NA, Italy See in map
See in imdb
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Temple of Jupiter Anxur, Terracina (RM)
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UNO DEI SIMBOLI DELLA SICILIA : MEDUSA
Come saprai il simbolo della Sicilia è costituito dalle tre gambe piegate a rappresentare le tre punte dell’isola e dal volto di una bella donna con serpenti come capelli, un volto della mitologia greca, Medusa. Le tre gambe ricordano i tre promontori siciliani ma erano anche rappresentate nel tempio del dio Baal a Cartagine in Tunisia a simboleggiare i tre elementi dell’universo (Terra, fuoco ed acqua). Il volto di Medusa è una presenza forse anomala, ma nell’antichità veniva sempre raffigurata nei templi e nelle case per scacciare gli influssi negativi e i nemici; il suo stesso nome nel greco antico significava “La Guardiana” “La protettrice”. Medusa però non è solo questo, il suo mito è molto più complesso per essere riassunto in un simbolo contro il male. A seconda di chi ne racconta la sua storia, Medusa è solo un mostro o una bellissima donna come descritta da Ovidio. Una ragazza la cui bellezza stupiva e imbambolava gli uomini. Malgrado la sua bellezza Medusa decise di diventare sacerdotessa di Atena, dea della sapienza, della cultura applicata, ma non dell’amore per cui le sue vestali non dovevano aver mai conosciuto l’uomo. Per questo motivo Medusa lasciò il suo amico d’infanzia Ificle per diventare sacerdotessa di Atena. Mostrando profonda fede e abnegazione as Atena, Medusa ne divenne la sacerdotessa. La bellezza di Medusa era tale che gli uomini partecipavano alle sue funzioni solo per vederla (con grande disappunto di Atena). Poseidone, nemico di Atena, per vendicarsi della preferenza che la città di Atene aveva per la dea, rapì e violentò Medusa sull’altare del tempio di Atena. La dea, furiosa per la profanazione trasformò Medusa in un mostro, dai capelli diventati serpenti ed il volto orribile tanto che chiunque la guardasse diventa di pietra. La sua prima vittima fu proprio Ificle con cui era cresciuta e che l’amava. Fu lui il primo a correre in suo aiuto contro Poseidone e a vederla nella sua nuova forma diventando di pietra. Disperata Medusa, cacciata ed inseguita per essere uccisa, si rifugia in un vecchio tempio dove torna ad onorare Atena. Quest’ultima, colpita dalla sua dedizione malgrado il male ricevuto, non potendo farla tornare ad essere quello che era, dà a Perseo l’Egida, lo scudo con la superfice lucida come uno specchio, ricevuto in dono da Zeus. Lo scudo permette all’eroe greco di uccidere Medusa dal cui sangue nasceranno Pegaso, il bianco cavallo alato simbolo della purezza e Crisone, mitico eroe uccisore degli uomini empi. La testa di Medusa, dopo aver pietrificato Atlante e i rami tagliati nei boschi a creare il corallo, viene collocata da Atena sul suo scudo per difendere e pietrificare i suoi nemici. Medusa appare quindi nella lettura del mito, la vittima della sua bellezza, l’impietosa distruttrice dei suoi nemici, esteriormente mostro, ma interiormente pura e fedele a sé stessa e a quella sapienza che voleva onorare. Non è quindi semplicemente una distruttrice, è la versione mortale di Atena (anche lei rappresentata a volte con serpenti al posto dei capelli) interiormente pura ed onesta malgrado l’orrore che suscitava e le sventure che dalla sua bellezza erano nate. Il simbolo di Medusa non è quindi solo uno scacciare il male ed i nemici, è il simbolo di una terra dall’immensa bellezza, dall’amore per la sapienza, spesso tradita dal destino, ma pronta a distruggere anche chi ama se offesa o aggredita. In fondo, se pensi ai terremoti e alla lava dell’Etna, la forza distruttrice dell’isola, insieme alla sua bellezza non è solo un mito.
As you know, the symbol of Sicily consists of the three legs bent to represent the three points of the island and the face of a beautiful woman with snakes like hair, a face from Greek mythology, Medusa. The three legs recall the three Sicilian promontories but were also represented in the temple of the god Baal in Carthage in Tunisia to symbolize the three elements of the universe (Earth, fire and water). The face of Medusa is perhaps an anomalous presence, but in ancient times she was always depicted in temples and homes to drive away negative influences and enemies; her name in ancient Greek meant "The Guardian" "The protectress". But Medusa is not only this, the myth of her is much more complex to be summed up in a symbol against evil. Depending on who tells her story, Medusa is just a monster or a beautiful woman as described by Ovid. A girl whose beauty amazed and stunned men. Despite her beauty, Medusa decided to become priestess of Athena, goddess of wisdom, of applied culture, but not of love for which her vestals must never have known man. For this reason Medusa left her childhood friend Ificle to become a priestess of Athena. Showing deep faith and self-denial as Athena, Medusa became its priestess. Medusa's beauty was such that men attended her services only to see her (much to Athena's chagrin). Poseidon, Athena's enemy, in revenge for the preference that the city of Athens had for the goddess, kidnapped and raped Medusa on the altar of the temple of Athena. The goddess, furious for her desecration, transformed Medusa into a monster, with hair turned into snakes and her face horrible so that anyone who looked at her became stone. Her first victim was Ificle with whom she had grown up and who loved her. He was the first to rush to her aid against Poseidon and see Medusa in her new form becoming stone. Desperate Medusa, hunted and chased to be killed, she takes refuge in an old temple where she returns to honor Athena. The latter, struck by her dedication in spite of the evil she received, unable to make her go back to being what she was hers, gives Perseus the Aegis, her shield with the surface as shiny as a mirror, received in gift from Zeus. The shield allows the Greek hero to kill Medusa from whose blood will be born Pegasus, the white winged horse, symbol of purity, and Crisone, the mythical hero who kills ungodly men. The head of Medusa, after having petrified Atlas and the branches cut in the woods to create the coral, is placed by Athena on her shield to defend and petrify her enemies. Medusa thus appears in the reading of the myth, the victim of her beauty, the merciless destroyer of her enemies, outwardly monster, but inwardly pure and faithful to herself and to that wisdom that she wanted to honor. She is therefore not simply a destroyer, she is the mortal version of Athena (also represented at times with snakes instead of hair) inwardly pure and honest despite the horror she aroused and the misfortunes that were born from her beauty. The symbol of Medusa is therefore not only a drive away from evil and enemies, it is the symbol of a land of immense beauty, of love for wisdom, often betrayed by fate, but ready to destroy even those she loves if offended or attacked. After all, if you think of the earthquakes and the lava of Etna, the destructive force of the island, together with its beauty, is not just a myth.
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Tempio di Atena Nike, Acropoli di Atene
Temple of Athena Nike, Acropolis of Athens
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Name changes part 1
You know, I have some time on my hands (not enough to actually sit down and write an Honest Opinion, that will come tomorrow), so... why not compare the English/Italian names used in Saint Seiya? I’m not doing the Spanish/Brazilian translation because I don’t know reliable sources for it. I also am not doing Japanese because... well, this would be too long. I don’t know if anyone has already done something like this. Probably. But I want to write something, and this is quick and easy. I’m using only the anime adaptation for the Italian names. The manga just confuses me.
The Name of the Show Eng: Saint Seiya, also known as Saint Seiya: Knight of the Zodiac Ita: I Cavalieri dello Zodiaco (lit. Knights of the Zodiac)
The Locations: Tokyo ( I actually don’t know if you call the city by its name, I cannot find any information) Nuova Luxor (lit. New Luxor)
The Locations
Athena’s Sanctuary Grande Tempio (lit. Great Temple)
Underworld or Inferno Inferi or Inferno
Jamir Jamir
Death Queen Island Isola della Regina Nera (lit. Black Queen Island)
Elysium Elisio or Campi Elisi
The Bronze Saints + more (losing their name happens way too much and I don’t know why)
Pegasus Seiya Pegasus
Dragon Shiryu Sirio (il Dragone)
Cygnus Hyoga Crystal (il Cigno)
Andromeda Shun Andromeda
Phoenix Ikki Phoenix
Unicorn Jabu Asher
Saori Kido Lady Isabel di Thule
Mistumasa Kido Alman di Thule
Tokumaru Tatsumi Mylock
#saint seiya#i cavalieri dello zodiaco#los caballeros del zodiaco#os cavaleiros do zodiaco#knights of the zodiac#italian dub#name changes
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Pompei
Dagli scavi della Federico II un'Athena di età sannitica
Le ricerche in corso nel Foro Triangolare dell'antica Pompei continuano a offrire sorprese. Spicca un'antefissa che raffigura la dea Athena che decorava il tempio dorico, antefissa che si data alla fine del IV secolo avanti Cristo
Oltre alla divinità, dagli scavi in corso nel santuario di Atena, in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli - scrive Massimo Osanna su Instagram - affiorano terrecotte figurate offerte come ex-voto nello spazio sacro, che si datano al III secolo avanti Cristo. I materiali confermerebbero la dedica del tempio che affacciava direttamente sul golfo di Napoli, dall'alto della terrazza che dominava la foce del Sarno in antico, alla coppia Eracle e Athena. Una situazione del tutto simile a un analogo santuario in località Privati che sorgeva a Stabiae, dall'altro lato del corso del Sarno, anch'esso databile al IV secolo avanti Cristo, che ha restituito un'antefissa di Athena del tutto simile a quella pompeiana. Non si esclude la possibilità che le antifisse di Pompei e di Stabiae siano state realizzare con la stessa matrice
di ANTONIO FERRARA
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Tempio di Athena, Italy! (at Paestum) https://www.instagram.com/p/Ch7gvdiuXLq/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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