#sono tutti migliori di me
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lospalatoredinuvole · 11 months ago
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Trattati meglio.
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ilpianistasultetto · 4 months ago
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Se chiedi a mille persone qual e' l'aggettivo che proprio non sopportano, il 90% ti risponde: l'ipocrisia. Sembra che nessuno la sopporti ma poi scopri che moltissimi la praticano. Basta seguire i post di oggi sui social di politici, giornalisti, commentatori TV ecc.ecc.. Tutti a magnificare l'oro vinto dalla Nazionale italiana di pallavolo. Tutti tutti, eh, nessuno escluso, anche i fautori del blocco navale o dei CPR in Albania, insomma, quelli che quando vedono qualcuno dalla pelle scura non hanno dubbi: "qui non ce li vogliamo". Entusiasti anche quei 500mila che hanno votato Vannacci. A questo Paese manca la decenza, la coerenza, la sensibilita' di non esporsi quando non e' il caso. Non sto a sindacare le idee di altri visto che ognuno di noi ha le sue idee e tutte meritano rispetto ma la coerenza me l'aspetterei. Quando vedi 12 ragazze, di cui 5 (le migliori, oltretutto) sono figlie di stranieri arrivati irregolari in Italia e una russa, salire sul gradino piu' alto del mondo, meglio gioire in silenzio.. @ilpianistasultetto
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kon-igi · 8 months ago
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LA FESTA DEL PAPÀ È DIVISIVA
Ma oramai non credo che esistano argomenti di condivisione comune sui quali poter fare affermazioni nette e aspettarsi che tutti siano d'accordo.
Il cielo è blu? Ma va'... il cielo è celeste! No, guarda che è nero ed è un fenomeno di rifrazione dei raggi solari sull'atmosfera. Ti sbagli, è giallo! Sì, però togliti quel sacchetto dell'Esselunga dalla testa. Basta! Il cielo è marrone con radici che penzolano. Zitto tu che sei morto!
La scelta del giorno della festa del papà, poi, coincide con quel santo del calendario che credo abbia avuto il peggiore martirio fra tutti, cornuto, mazziato e ringrazia pure. Cioè, come papà sfigato il primo posto se lo prende di sicuro Darth Vader ma perlomeno aveva una spada laser e il suo arco di redenzione è stato più appassionante.
Insomma, la festa del papà è divisiva per due ragioni, una sociale e l'altra personale.
Da una parte, è una ghiotta occasione perché alcuni frignino che non esistono più i papà di una volta, tutti pipa e cinghiate, e che anzi, se andiamo avanti così non esisterano più nemmeno gli uomini, dall'altra è che al netto di tutto, i padri molte volte più che festeggiati spesso vanno perdonati.
Adesso come adesso, i papà sul mercato sono figli o nipoti del patriarcato, nel senso che difficilmente non avranno assorbito per osmosi familiare e sociale l'idea di quello che deve essere il ruolo di un genitore maschio all'interno della famiglia.
In sintesi il pater familias.
[maledetto genitivo ellenico ma sono cose mie]
Quando io e la mia compagna dobbiamo fare cose importanti che implichini decisioni tecniche, burocratiche, meccaniche, matematiche o notarili, il mio gesto preferito è questo
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perché tutte le volte il venditore di auto parla rivolgendosi a me che distinguo le macchine solo per il colore, l'avvocato quando io risolverei tutto con il trial by combat e la commercialista dove io opterei per il baratto.
Io sarei il pater familias, quindi automaticamente il detentore delle decisioni familiari e è invece è la mia compagna quella che prende le migliori, senza spargimenti di sangue o una pila di conchiglie che l'enel non accetta come forma di pagamento.
Sì, vabbè... non sa accendere la motosega o da che parte si impugna un coltello da lanciare e se proprio dobbiamo dirla tutta non riesce neanche ad accendere il fuoco nel camino (cosa che le rimprovero sempre ricordandole che erano le vestali ad accudire il Fuoco Sacro del focolare domestico). Poi però c'è quell'altra che disegna tubi e motori idraulici usando termini strani tipo 'valvola di massima' o 'dislocamento positivo' e quell'altra ancora che snocciola a memoria le caratteristiche di ogni macchina o moto e parla per due ore di maderizzazione e di vendemmia in neve carbonica.
Questo per dire che i ruoli sono solo ruoli ed è solo questione di abitudine... le abitudini cambiano e ci si abitua al nuovo.
Quindi buona festa a quella persona alla quale dovrebbe essere solo chiesto, dopo la fornitura di migliaia di gameti scodinzolanti, di amare in modo vasto e profondo chi non ha mai chiesto di essere portato su questa spaventosa e bella terra, ricordando che amore non è mai possesso, conferma od orgoglio.
L'amore per i propri figli è essere partecipe della gioia che abbiamo insegnato loro a conquistarsi da soli.
E per concludere, si può essere padre amorevole pure senza aver mai partecipato con un singolo spermatozoo.
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orotrasparente · 2 months ago
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a volte il segreto per stare meglio è saper scindere a tra una vita di merda e una giornata del cazzo, non tutte le giornate possono essere entusiasmanti, non tutti i giorni saranno pieni e ricchi di amore, affetto e gioia, ci sono alti e bassi e anche se la vita a volte ti offre poco, non puoi sapere cosa ti riserva il futuro, magari un giorno peschi le carte giuste, le carte migliori, e tutto cambia, sembra strano detto da me ma forse bisogna solo avere fede e speranza
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blogitalianissimo · 6 months ago
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I miei genitori hanno lasciato tutto per andare al nord e avere una vita migliore. Io sono nat* più al nord del nord italia, perché loro volevano che io vivessi meglio di come avevano vissuto loro. E ho avuto una vita e opportunità migliori delle loro. I miei genitori hanno represso il loro accento per tutta la mia vita perché non volevano che io lo assimilassi nemmeno per sbaglio. Perché Dio perdoni se un’accento del sud si fosse sentito in giro. Ad una cena recentemente qualcuno ha detto a mio padre che non era più della sua regione, perché aveva lasciato tutto per una vita migliore, perché l’aveva fatto per me. Quindi oggi, per colpa di uno stato che non avrebbe mai potuto concedergli la vita che abbiamo oggi, noi non siamo più nulla. Pure io, se posso concedermelo, non so che sono. Perché non sarò mai abbastanza per le persone qua, ma nemmeno abbastanza per i miei parenti giù. Perché volere una vita migliore in italia spesso può significare lasciare tutto, girare le spalle alla terra che ami, perché i miei genitori amano la loro regione (guai a chi prova ad insinuare altro), vivere con appunto questo rimorso, questa costante mezza soddisfazione. Perché hai guadagnato, ma hai anche perso. E niente non so dove questo discorso voleva andare a parare, ho perso il filo. Però volevo solo scrivere qualcosa a proposito del fatto di dover lasciare tutto e andare al nord per avere un lavoro decente (e successivamente essere dipinto pure come ingrato se ti lamenti). Non so, questo fatto mi rende triste, volevo dirlo a qualcuno. Buona serata xx
Anon dico "ti capisco" perché l'infanzia l'ho passata in nord italia e l'adolescenza al centro, so bene di cosa stai parlando, solo in età adulta sono tornata a casa. Ringrazio comunque che i miei non siano stati così "rigidi", cioè ovviamente volevano parlassi italiano, ma non hanno mai represso il loro accento o dialetto, e infatti il mio accento è sempre stato percepito come meridionale, in qualunque regione andassi (tranne quella da cui provengo, per loro un periodo ero diventata milanese, un altro romana). Ovvio, mi sono beccata tutte le conseguenze che dici, prese in giro e compagnia, quindi comprendo perché i tuoi l'abbiano fatto, anche se mi mette una tristezza addosso allucinante.
Per la questione "non vengo accettat- manco dagli altri meridionali" comprendo uguale, o meglio, comprendevo. Mi ci è voluto un po' per riadattarmi, ma ti assicuro che non mi rompono più le scatole per questa cosa, anche perché tbh di gente che si trasferisce per necessità al nord ne è pieno, ed è abbastanza ipocrita prendersela con chi se ne va, quando purtroppo è una cosa che facciamo in molti.
I miei 2 cent sulla questione, giusto per concludere:
Quasi tutti quelli che si trasferiscono, che si tratti di migrazione interna o addirittura IMMIGRAZIONE, lo fanno perché obbligati. Non tutti ovvio, ma se a tutti fossero date le stesse possibilità, sarebbero pochi gli spostamenti, punto. Non è manco una questione "lu sudde è più bello, lu sole, lu mare, lu core, voi c'avete solo la nebbia", nono, è semplicemente APPARTENENZA. Forse un giorno, quando il nord s'impoverirà, e i settentrionali capiranno cosa cazzo vuol dire abbandonare la propria casa per spostarsi altrove (addirittura spostarti in un posto dove TI ODIANO), il dolore che si prova nel farlo, magari quel giorno ci daranno tregua. E pensa, noi ci sentiamo così e non proviamo nemmeno 1/3 del dolore di chi viene da altre nazioni o continenti.
Ai meridionali che invece se la prendono con altri meridionali perché se ne sono andati dico: smettetela. Prendetevela piuttosto con un paese che ci obbliga ad abbandonare le nostre case e radici perché fa comodo un sud impoverito e il nord pieno della forza lavoro meridionale.
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raccontidialiantis · 4 days ago
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Gentilissima dottoressa Anna…
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Quando al lavoro ricevo un'email che inizia così, mi viene sempre da sorridere. Sapessero quale perverso e irrefrenabile 'folletto del sesso' possiede totalmente la mia psiche! Lavoro da tre anni in un nuovo ufficio con due mie care colleghe: Lina, la più anziana, prossima alla pensione e Rossana, mia coetanea di circa trentacinque anni e che è anche mio Capo. Con Ros ormai siamo migliori amiche da diverso tempo e lei mi confida sempre tutto. Io a lei… be': 'quasi' tutto.
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Rossana è, manco a dirlo, una rossa esplosiva. Alta e slanciata: una quarta di reggiseno. Una femmina florida e piena di curve mozzafiato. Sempre vestita in modo molto sensuale. È oggettivamente un gran bel pezzo di figliola e l'oggetto di cupidigia di chiunque abbia a che fare con lei: uomini e donne. La riempiono sempre di attenzioni, cortesie e caffè.
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E invidie da parte delle donne che non possono averla o essere come lei. La corteggiano tutti, più o meno esplicitamente. Lei è la star del piano. Quanto a me invece, vesto sempre in modo classico, poco appariscente e, a parte i rapporti di lavoro, con me generalmente buongiorno e buonasera: nessuno osa andare mai troppo oltre. E così io posso essere libera di volare sotto i radar e farmi gli affari miei.
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Certamente, arrivata a trentacinque anni, ho avuto anch’io le mie belle storielle: il mio primo fidanzato l’ho avuto a diciott'anni. Era gentile e piccolino, come me. È con lui che ho fatto l'amore la prima volta. C'è da dire che per mia parte sono magra, alta 1,60 e con una prima scarsa di reggiseno. Però ho un bel culetto alto, sodo e un visino d'angelo. Gambe nervose e perfette. Faccio regolare esercizio fisico in palestra e corro ogni domenica.
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E comunque la donna più bella mai apparsa sulla terra - Jane Birkin - aveva il seno tra il piccolo e l'inesistente, proprio come il mio! Ho lasciato il mio primo amorino dopo un anno per un ragazzo più grande sia di età che fisicamente; incidentalmente ho scoperto che alla maggior altezza e robustezza fisica corrisponde in genere una… 'attrezzatura' maschile di calibro altrettanto superiore. E questa cosa mi ha mandata fuori di testa. Ho avuto molti altri uomini, li ho cercati sempre soltanto molto più grandi di me: sia di età che fisicamente. Mai comunque qualcosa che fosse duraturo o di emotivamente troppo impegnativo.
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Mi piaceva troppo solo il fatto di farmi riempire e scopare da loro. Godevo dei loro grossi membri dentro il mio corpo: amavo sentirmi occupata e poi farcita dal loro seme. Adoravo quel contrasto sulla carta impossibile tra me e l’uomo alto e grande. Quindi progressivamente ho imparato a farmi elastica, sotto ai loro corpi, mentre mi sbattevano a destra e sinistra, spesso facendomi volare sul letto come un fuscello. Sebbene mi promettessero tutti mari e monti, non appena sentivo puzza di innamoramento, di legame o di matrimonio, tagliavo di netto. Soffrivano. Moltissimo; tornavano alla carica. A volte disperati. Io dicevo di no e basta.
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Un anno fa Ros mi ha invitata di venerdì sera a una cena tra colleghi. E lì ho conosciuto finalmente Pietro, suo marito. Descrizione di questo capolavoro della natura: alto 1,95 per 120 kg. Un fascio di muscoli, istruttore di Mixed Martial Arts. In sostanza, un gigante forte e gentile. Molto sexy, ma spassosissimo e cortese. C'è da dire che quando il Folletto del Sesso mi si risveglia io non guardo in faccia nessuno. Dopo un rapido scambio di battute, senza farmi troppo notare dalla mia amica intima, gli ho dato il mio numero: “sai: in caso ti servisse, se magari non riesci a parlare con Ros o per qualsiasi altra cosa…” e glielo dicevo guardandolo fisso negli occhi. Lui era rosso di vergogna. Tenerissimo: me lo sarei scopato lì.
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Durante la serata abbiamo anche ballato un po’ e io mi stringevo a lui in modo vergognoso. Da seduti, tra noi due: giù battute, frasi e via via discorsi sempre più seri, sino a uno sbottonarsi a riguardo di cose anche molto personali. La stessa sera, da casa mia gli ho chiesto io con un messaggio di vederci per un caffè e due chiacchiere in libertà. Così: solo perché mi stava simpatico. Sullo smartphone lui, dapprima un po’ esitante, ha infine accettato. Ci siamo visti all'indomani, sabato, in mattinata in un bar del centro e dopo nemmeno un'ora dal caffè eravamo a casa mia… a letto. L'ho conquistato letteralmente. Mi prendo chi voglio. Mi ha detto che ama moltissimo sua moglie, ma anche che lei purtroppo lo fa sempre venire fuori, che il suo culo se lo può scordare e la bocca neppure a pensarci. Al massimo quando lei è indisposta lo sega.
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E’ rimasto stupito quando l’ho incitato a spaccarmi la fica senza troppi complimenti: un bestione del genere, che però ho accolto sino alla radice, senza fare neppure un urletto di dolore. Quando stava per venire me l’ha detto e sarebbe voluto uscire, perché era abituato così. Io invece l’ho trattenuto dentro di me incrociando le gambe sulla sua schiena. E tenendo le mie mani sulle sue chiappe. Gli ho anche detto di non preoccuparsi, perché prendo le mie precauzioni. Lui allora s’è indurito completamente all’idea e ha iniziato letteralmente a sfondarmi: sembrava un vero selvaggio! Mugolava, grugniva e mi diceva cose all’orecchio che mi facevano arrapare ancora di più. Mi chiamava puttanella, troia senza vergogna.
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Al culmine, mi ha urlato infoiato: “sei una piccola cagna, mi stai facendo tradire mia moglie, la madre di mio figlio… voglio vedere proprio quando strillerai... e dai: strilla, maledetta puttana…” Ma per me queste erano solo parole di miele. Gli ridevo in faccia, godendo come una cagna, appunto. Dopo la nostra prima volta, la settimana successiva l’ho fatto entrare. Ero in vestaglia trasparente, nuda e mi sono messa subito sul letto: pancia sotto e a culo ben aperto, in posa inequivocabile. Lui mi ha chiesto: “ma sei sicura?” e io provocandolo gli ho detto: “ma... lo sai fare o ti devo fare un disegnino?” Per tutta risposta ha puntato il suo membro enorme contro la mia rosellina, che si è aperta magicamente e pian piano lo ha accolto completamente. Oggettivamente mi faceva un po' male, ma solo l’idea di avere un palo del genere dentro mi faceva venire!
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Va detto che m’ero ben preparata, tenendo nell’ano tutta la settimana il mio fido plug di belle dimensioni. Ed eccoci qua, nel mezzo di questa storia segreta. Adoro essere il suo chiodo fisso sessuale, vedere la sua espressione sorpresa ogni volta che glielo prendo tutto in bocca senza fiatare e mi piace troppo essere la ragione delle corna della mia migliore amica, mio Capo e gran pezzo di gnocca, soprattutto se confrontata con me, donnetta slavata, insignificante e totalmente anonima. Amo i racconti che mi fa Ros di come secondo lei lui è innamoratissimo, di come lei lo tenga legato con la sua preziosa fica. Che non oserebbe mai tradirla, perché dove la trova un’altra gnocca come lei. Lo so: il mio Folletto del Sesso prima o poi mi porterà alla perdizione. Ma intanto nella mia vita, di un maschio come Pietro, timido gentiluomo ma selvaggio, enorme bestione nel sesso, non posso fare a meno.
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RDA
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allecram-me · 2 months ago
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Oggi a Berlino è festa nazionale, sono tutti partiti per un weekend lungo. Io vedo questo giorno libero, grigio ma non troppo, come una piccola cattiveria del tempo, del mio tempo qui che non so benissimo come sfruttare, anche se ci provo. Ho comprato questa busta di tabacco il 19 Settembre e durerà ancora qualche giorno, il che significa che sto andando egregiamente bene sul versante nicotina, fumo di meno. Devo consegnare la tesi di dottorato il 15 Ottobre, il che significa che non sto messa proprio bene, dovrei usare questo giorno libero e non troppo luminoso per starmene a casa col nasino nel pc, non dico manco di voler fare un buon lavoro - che senso ha, adesso? - ma un lavoro qualunque, perché questa sigla di tre lettere vicino al mio nome io me la merito, anche se non so fare proprio proprio un cazzo, o così mi pare stando qui insieme a tutte queste fantastiche persone che evidentemente sanno quello che fanno, e mi sa pure che molti di loro siano sulla carta meno skillate di me. Che ipocrisia l’istituzione, ma stando qui ho ancora l’impressione che ci sia speranza - io, speranza. In questo momento.
Ho scritto a Linda un messaggio incoerente - io, comunicazione incoerente. Ma è pur sempre la fotografia di questo momento. Le ho comunicato che Valerio è morto e che io sono qui. Le ho detto “Ehi, non so se voglio parlarne, forse devo parlarne, ma forse parlarne mi farà crollare ed io mica adesso me lo posso permettere…”. Le ho detto che l’abbraccio perché so bene che dopo aver saputo di questa notizia avrà pianto per me. Il mio rapporto con la mia psicologa è piuttosto atipico, per quello che da psicologa so, ma il punto è anche che siamo colleghe. Questo mi fa venire in mente il fatto che ci sono nella mia vita tutte queste situazioni in cui le persone inquadrano la nostra relazione attribuendomi un ruolo di competenza, ma secondo me io questa roba qua non la so raccogliere molto bene. Tipo come qui a Berlino, dove parlo con tutti i gradini di questa gerarchia che mi è comunque oscura partendo dal presupposto che siano tutti intrinsecamente migliori di me, e si vede che lo faccio. Mi viene in mente che forse loro si aspettavano che questa esteemed foreign researcher sarebbe venuta a portare competenze, a mettere qualcosina sul piatto. Ed io che ho messo? Sorrisi gentili, mille “don’t worry about me”, il mio racconto da pazza detached di un lutto così recente ed enorme da essere francamente inappropriato. Qualcuno penserà che sono pazza. Io lo penso, forse mi ossessiona un po’. Sub-clinicamente, per ora. Una psicologa ha le competenze per dirle, certe cose.
Martedì ho presentato una vaga idea di quale sarà il mio lavoro di questo mese alla consueta riunione del team. Due slide mediamente colorate, un sacco di punti interrogativi. Sono una persona onesta, questo è innegabile. Mi hanno chiesto di fare cose che non so fare, ma se fossi in grado di impararle al volo sarebbe tutto ok. Nella mia esperienza è così che si fa questo lavoro. A breve però questo mese qui sarà finito, e che ne sarà di me? Dovrò dare un significato alla frase “Valerio è morto” che dico tanto spesso, dovrò tornare nell’unico posto dove so per certo di non voler essere, con una persona che esercita del potere su di me, e che io semplicemente odio. Da quando Valerio è morto ho scoperto una spinta a vivere che non credo mi appartenesse, deve essere stato una specie di contagio tipo quell’episodio di Buffy (o era Streghe? O forse tutt’e due?) in cui quando la persona impossessata moriva l’entità invisibile si rintanava nel corpo vivo più vicino. Quando Valerio è morto ero di sicuro il corpo più vicino. Mentre gli tenevo la mano deve avermi passato quel qualcosa che tanto non gli sarebbe servito più, quella testardaggine che lo ha tenuto aggrappato a questo mondo fin quando noi non abbiamo deciso che per lui era finita. Sarebbe così sensato. È così romantico. Valerio è morto. Io ancora no. Devo imparare delle nuove competenze per essere all’altezza dell’ossigeno che consumo.
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angelap3 · 7 months ago
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La mia citazione preferita di Frida Kahlo. «Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te». Questa frase rappresenta il dibattito contemporaneo tra chi vuole dividere, escludere e pensa ci siano persone migliori di altre (e ci sono, ma non sono le disparità di partenza a stabilirle) e che ritiene che tutti apparteniamo allo stesso mondo e guarda con amore al prossimo. Che ne dite 😉?
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libero-de-mente · 11 months ago
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2023 - Sintesi
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- Ho cominciato l'anno con speranza e fiducia (come quasi sempre)
- Ho perso velocemente sia la speranza che la fiducia (come quasi sempre)
- Non ho baciato.
- Ho dato l'ennesimo taglio ai rami secchi, escludendo persone inconcludenti e approfittartici.
- Ho ascoltato, tanto.
- Ho deluso una persona.
- Ho guadagnato la stima di una persona.
- Ho riscritto il testo di una canzone.
- Ho letto.
- Ho avuto il mio bellissimo "Audio Libri" personalizzato.
- Ho accettato richieste d'amicizia.
- Sono stato bannato poco dopo perché poco "intraprendente".
- L'Ansia ha confermato il contratto di collaborazione con me, per almeno un biennio.
- Ho pensato alla morte.
- Ma ho pensato soprattutto a come sarebbe bella la vita se vissuta in pace con chi vuoi bene.
- Anche nel 2023 non ho seguito nessun influencer.
- Non ho guardato per tutto l'anno neanche un telegiornale.
- Nel 2023 ho perso Minù, una delle mie due bimbe. Così chiamavo le chihuahua.
- Sono stato aiutato. Tanto.
- Ho aiutato. Come ho potuto.
- Ho abbracciato i miei figli mentre piangevano.
- Sono stato a mia volta abbracciato mentre piangevo, dai miei figli.
- Ho ancora caparbiamente sognato.
- Il 2023 si è portato via anche Alvin, il gatto che mi aveva scelto come suo umano nella vita.
- Entrando in un negozio una commessa mi chiese "Buongiorno, desidera?", avrei voluto risponderle "Si, tantissimo".
- Ho imparato che anche le cose belle devono finire, per poterne cominciare di migliori.
- Anche quest'anno un pezzetto di fiducia nell'umanità è esplosa, come le bombe.
- Mi sono convinto che uno dei miei cinque sensi sia il senso di fame.
- Credo che la prima cosa che farò nel 2024 sarà quella di guardare l'ultima creazione di Hayao Miyazaki: Il ragazzo e l'airone.
- Ho rivalutato il sostantivo "sopportazione".
- Ho lavato amorevolmente il corpo di mia madre.
- Guidando in montagna ho letto un cartello stradale "Attenzione frana", l'ho preso sul personale.
- Sono rimasto fedele al team pandoro.
- Ho ascoltato tantissima musica.
- Ho scritto delle mie emozioni, esperienze.
- Ho provato la sensazione di essere una sicurezza, per una persona sconosciuta soccorsa da me di notte.
- Ho abbandonato definitivamente alcuni ideali.
- Ho compreso che la giustizia non ha colore. Se ha un accenno di colore non è giustizia ma un favore.
- Rimpiango una voce che mi chiamava "grumo".
- Anche quest'anno mi vorrò bene l'anno prossimo.
- Passerò il Capodanno tenendo la mano di un figlio ammalato.
Visto che siamo su un social.
Penso a tutti quelli che anche per qualche secondo mi hanno letto, dandomi un riscontro con un semplice like o un commento. A chi c'era e a chi non c'è più. Sono stati per me comunque consigli o insegnamenti. Ringrazio tutti.
Non so se basterà un mio augurio affinché il 2024 sia per tutti voi un anno bello. Però come spesso si dice, basta il pensiero. E io ne ho per ognuno di voi.
Buona fortuna e un abbraccio forte forte, siate meravigliosi siate illuminati.
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smokingago · 1 year ago
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“Essere spirituali non significa essere buoni, significa essere veri.
Non può esistere nessuna spiritualità se non abbraccia tutta la sfera delle emozioni umane.
Siamo spirituali quando siamo radicati in noi stessi, connessi con il nostro ventre profondo e con tutte le nostre emozioni.
Spirituale non è colui che abbandona il sentire terreno, la carnalità, ma è colui che fa del sentire un’esperienza incarnata.
È il corpo stesso che diventa preghiera e radice. La bontà ad ogni costo, la positività ad ogni costo, non ci rendono migliori se non sono un moto naturale del nostro cuore.
Ci hanno spesso inculcato il senso di colpa se sentiamo rabbia, se non siamo buoni abbastanza, se proviamo invidia, se ci concediamo tutte quelle emozioni che vengono considerate “negative”.
Siamo spirituali anche quando siamo arrabbiati o abbiamo paura, smettiamola di pensare il contrario. Bisogna invece imparare a stare nelle emozioni, perché ogni emozione ha bisogno di essere vista, accolta e integrata, senza doversi sentire sbagliati o colpevoli.
Non posso fingere di non provare rancore se sono arrabbiata, ma posso accogliere dentro di me quella rabbia senza negarla e poi trasformarla in cambiamento.
Tutti i sé rinnegati diventano infelicità, tutto ciò che per troppo tempo oscuriamo rischiamo di farlo diventare paura, panico, depressione.
Questa è la spiritualità delle emozioni, accogliere ombra e luce per essere interi.”
Bride An Geal
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sekainofantasy90 · 9 months ago
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Ryu Ga Gotoku 8 - Like A Dragon 8 (Like a Dragon Infinite Wealth)
ITA-ENG-JP ✍️ 😭❤️ Finalmente ho terminato Like a Dragon 8 e mi sento soddisfatto. È tutto ciò che posso dire senza rovinare la sorpresa. L'amore inserito nella storia, e soprattutto nelle storie secondarie di Kiryuu, è come un pacchetto completo insieme alla trama principale, da non perdere assolutamente. Ho pianto in questo gioco, ho riso, è stato semplicemente fantastico. Kazuma Kiryuu e Kasuga, per me, sono tra i migliori personaggi mai creati nella storia dei videogiochi. Perciò, credetemi quando dico che tutti dovrebbero vivere questa epica avventura. Having finally finished Like a Dragon 8, satisfied. That's all I can really say without spoiling. The love put into the story, and especially the side stories of Kiryuu, is like a complete experience alongside the main story, not to be missed. I cried in this game, I laughed, just everything. Kazuma Kiryuu and Kasuga are, for me, two of the best characters ever created in game history. So, believe me when I say: that everyone needs to experience this epic game adventure. 龍が如く8遂にをようやく終え 満���感に浸っています。 これ以上ネタバレせずに言えることはありませんが、桐生の物語、 特にサイドストーリーに込められた愛は、メインストーリーと共に完全な体験を提供します。 このゲームで泣き、笑い、すべてを感じました。 桐生と春日は、私にとって史上最高のキャラクターの一つです。 だから、このゲームを経験することが必要だと言えるでしょう。
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occhietti · 2 months ago
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Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se potessi tornare studente?
Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento.
Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo.
Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi.
Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua.
Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi.
Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io?
E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No.
Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia.
Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni.
Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi.
Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini.
Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce.
E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla.
Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano.
Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete ditemelo.
Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri?
Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno?
Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità.
Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni.
E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi?
E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano…
Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi.
Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.
Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato.
Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego.
E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami.
Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi.
E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite.
Per questo, un giorno, vi ricorderò.
- Alessandro D'Avenia
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apropositodime · 10 months ago
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Ora vojo di na cosa
Che come tante cose che si scrivono, non fregherà a nessuno, ma fa gnente.
Ah, non ho il dono della sintesi, come i migliori libri che non si possono riassumere.
😂😂😂Questa sopra è la cazzata del giorno, segno che sono in ripresa 💪🏼.
Parto dal presupposto, che non smetto di seguire quasi mai, perché se seguo qualcuno è perché mi piace e m'interessa, ovvietà ma è così, non perché mi metti like vai bene, se no qui rimarrebbero giusto una decina di persone, talmente so' popolare . 😅
Ma oggi dopo un bel po', smetto di seguire una persona, non metto un aggettivo, che non è brutto assolutamente ma che la contraddistinguebbe (la persona), almeno qui su Tumblr, poi nella vita chissà 🤷🏻‍♀️, sappiamo tutti che le tastiere creano personaggi.
Non addormentatevi😴
Comunque, ho smesso di seguirla perché questa persona per ben Tre volte qui da me, (mica una) seguo non seguo, seguo non seguo, seguo non seguo.
Ok, io dico ma non ti accorgi alla prima se:
Ti sto sul cazzo
Sono noiosa
Sono antipatica
Sono logorroica (a volte)
O ti sono indifferente
Se sono troppo brutta.
Se te do fastidio perché so' troppo fica. 🤪
Suvvia
Io son sempre io eh.
Sveglia è tutto finito 😂
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seoul-italybts · 18 days ago
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[✎ ITA] GQ Japan : JIN dei BTS, l'Inizio di un Nuovo Viaggio | 08.11.24⠸
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GQ Japan - dicembre 2024
INTERVISTA di SHIZUKO MIZUTA
JIN dei BTS, l'Inizio di un Nuovo Viaggio
Twitter / X
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I BTS hanno sospeso le attività nel 2022 per svolgere il servizio militare. Dopo un anno e mezzo nell'esercito, JIN è finalmente tornato. Ora che ha compiuto il primo passo verso questo nuovo viaggio, JIN ci confida le sue sensazioni e pensieri correnti.
Dal debutto, nel 2013, ad oggi i BTS sono passati alla storia. Nonostante inizialmente non avessero ricevuto tanto interesse, i sette membri hanno sempre dedicato tutto loro stessi al canto, al ballo e ad una pratica rigorosa.
Poco tempo dopo, i BTS hanno lanciato un messaggio veramente d'impatto con la loro serie di album "LOVE YOURSELF", esternando attraverso il canto le loro emozioni e pensieri più profondi e sinceri. Questo motto si è presto diffuso in tutto il mondo. Sentirsi insicurə rispetto alla propria identità ed avere poca autostima è un disagio condiviso da moltə giovani in tutto il mondo. E chissà quante persone si sono sentite ri-affrancate dalle parole di questi 7 ragazzi coreani, quante ne sono state salvate? Perché "il vero amore inizia dall'amore per se stessə".
Da allora, i BTS hanno tenuto tour sold out negli stadi di tutto il mondo e coltivato un fandom globale – l'ARMY – davvero enorme.
Alla base del gruppo, troviamo il saggio e carismatico leader RM, e JIN, in quanto membro maggiore, ha sempre supportato i BTS - insieme a quest'ultimo – con razionalità, calma ed un'aura rassicurante.
Ci sono stati momenti in cui il gruppo ha dovuto affrontare avversità, ma "tutti e 7 insieme le abbiamo superate", come ha condiviso Jin ad un concerto, senza nascondere le lacrime. Come ben sappiamo, il gruppo ha poi anche raggiunto il notevole traguardo di una nomina ai Grammy Awards con "Dynamite".
I BTS non sono dunque estranei al cambiamento, e la svolta esperienziale maggiore è stata forse quella affrontata nel 2022, con il servizio militare – JIN è stato il primo ad arruolarsi e, lo scorso giugno, è stato congedato, dopo un anno e mezzo di servizio. Dopo aver compiuto il primo passo verso questo nuovo viaggio – aprendo la strada agli altri 6 membri correntemente in servizio – JIN è nuovamente pronto a calcare le frenetiche scene in qualità di entertainer. Con questa intervista, vi sveliamo le sue riflessioni e sentimenti recenti riguardo il gruppo.
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Un nuovo capitolo ed un fascino più maturo
GQ: Innanzi tutto, bentornato. Abbiamo sentito dire che hai ricevuto il titolo di "Special Warrior" nell'esercito. Com'è stato? Cosa hai imparato e cosa si prova ad appartenere ad un'istituzione – quella militare – così diversa dal mondo dello spettacolo?
JIN: Innanzi tutto, in termini di forza e forma fisica, ero tra i 20 migliori tra i tanti soldati più giovani. Non sono al livello di un atleta, ma la continua pratica e movimento portati avanti negli anni sul lavoro hanno sicuramente aiutato. Ho imparato tante cose, ma ciò che mi ha colpito e motivato maggiormente penso sia stato vedere seonbae più grandi e con più esperienza di me correre per 5km ogni giorno.
GQ: Dopo il congedo, hai subito ripreso le tue attività soliste – scrivendo canzoni e facendo apparizioni a vari programmi di varietà. Sei sempre molto impegnato, ma cosa cambia nel tuo approccio alle attività soliste rispetto a quelle di gruppo?
JIN: Nelle attività di gruppo, c'è sempre una dimensione ed una direzione comune e condivisa, e la cosa più importante è riuscire a trovare un punto d'accordo tra tutti e 7 i membri. È solo confrontandoci il più apertamente possibile che possiamo raggiungere risultati oltre ogni nostra aspettativa. Inoltre, la differenza principale è che avere i membri al mio fianco è un grandissimo sostegno, per me. D'altro canto, nelle attività soliste c'è più libertà, ma al costo di maggiori responsabilità e tante ansie.
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GQ: I BTS sono noti per essere un gruppo affiatato. Per quanto il lavoro di squadra sia essenziale, sono sicura non sia sempre facile mantenere una buona atmosfera. Puoi condividere con noi alcuni consigli e suggerimenti su come riuscire ad interagire e comunicare in armonia?
JIN: Nel nostro caso, credo il ruolo più importante ce l'abbia il nostro leader, RM. Ascolta con attenzione le nostre opinioni e poi ci suggerisce ed indirizza all'accordo e soluzione migliore. È serio ed affidabile. Entrambi abbiamo cose che vorremmo provare, ma cerchiamo di non imporle sugli altri nelle attività di gruppo, preferendo realizzarle nei nostri progetti solisti.
GQ: In quanto artista, da dove trai ispirazione in fatto di musica e performance?
JIN: Traggo nuove idee ed ispirazione dalle cose più inaspettate. Ad esempio, magari sto leggendo un fumetto e vedo un colore che mi piace, d'impulso decido di tingermi i capelli di quello stesso colore (ride). O se mentre sto camminando qualcosa cattura la mia attenzione, cerco di capire se posso trasporlo in un evento o sorpresa interessante. Traggo molta ispirazione dai colori. In particolare, mi piace il blu e, quando lo vedo, mi vengono tante idee e pensieri felici. La mia filosofia è mantenere un approccio ed atteggiamento allegro ed ottimista, nella vita. Voglio poter sorridere e ridere ogni giorno.
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GQ: Immagino dei concerti solisti non siano da escludere, in futuro, ma segui una qualche routine particolare, prima di salire sul palco?
JIN: Subito prima di salire sul palco, faccio un bel respiro profondo. Inspiro, trattengo il fiato per 10 secondi e poi rilascio. Così facendo mi sento più rilassato. E poi ho il mio microfono personalizzato – rosa e sbrilluccicante.. mi piace molto, quindi lo porto sempre con me (ride).
GQ: Insieme ai BTS, hai fatto molti tour all'estero, hai tenuto discorsi alle Nazioni Unite e hai pure portato la torcia olimpica, a Parigi, subito dopo il tuo congedo, trascendendo ogni barriera etnica e linguistica. Di primo acchito, sembri sicuro di te, ma sei una persona molto modesta.
Come riesci a controllare il tuo stato mentale ed emotivo?
JIN: Sia che si tratti di qualcosa di positivo o qualcosa di negativo, cerco di non darci troppo peso. La vita è sempre piena di sorprese, ma cerco di viverla con calma. Credo che l'unico modo per mantenere una mente e psiche sana e serena, sia cercare di non lasciarsi impressionare o scuotere da quanto ci accade intorno.
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GQ: Moltissime persone traggono conforto dalla musica dei BTS, dalle vostre performance, dal vostro stile e filosofia di vita. Forte delle tue esperienze personali, hai qualche consiglio da dare a coloro che si sentono smarritə, insicurə o demotivatə?
JIN: Ciò che vorrei dire loro è "Potete farcela!". Personalmente, mi considero una persona normale come chiunque e non penso di avere chissà quale talento speciale. Semplicemente, ho sempre fatto del mio meglio, lavorando sodo nel ruolo e responsabilità che mi sono stati affidati, e fortunatamente sono circondato da persone splendide, il che, credo, mi ha permesso di raggiungere gli ottimi risultati ottenuti finora. Quindi ciò che voglio dire è che potete farcela, tuttə quantə!
GQ: I BTS sono anche la voce delle nuove generazioni e dei giovani di tutto il mondo. Quale tipo di messaggi ti piacerebbe trasmettere, in futuro?
JIN: Spero saprete preservare la vostra calma e serenità. Anche nei periodi più frenetici e carichi di impegni, spero non vi smarrirete e troverete modo d'essere felici. Non è questione d'essere egoisti o egocentrici. O almeno, questo è ciò che vorrei io ed è ciò che sto facendo.
GQ: Puoi dirci quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
JIN: Cerco di non dare troppo peso alle opinioni esterne. La cosa più importante è che [ciò che faccio] piaccia alle/gli ARMY e che lə renda felici. Per quell'obbiettivo sono disposto anche a lavorare senza sosta, fino all'esaurimento. Continuerò questo percorso fianco a fianco alle/gli ARMY.
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GQ: Se sorgesse l'opportunità di fare un viaggio in Giappone, dove ti piacerebbe andare?
JIN: Mmh, mi piacerebbe fare un giro in città ed ammirare il panorama notturno.
GQ: Davvero romantico. Ma ora che abbiamo finito col servizio fotografico di oggi, puoi parlarci del tuo senso della moda e di ciò cui presti maggiore attenzione nel tuo stile?
JIN: Personalmente, in fatto di moda preferisco la semplicità. Non sto a pensarci troppo, solitamente. Ciò che indosso in questo momento è decisamente parte del mio stile.
GQ: Qui a GQ Japan abbiamo questo concept che chiamiamo Stile "Tokyo New Gentlemen", vale a dire un uomo che si distanzia dalle regole stilistiche del gentleman tradizionale ed è molto più libero. Personalmente, penso i BTS incarnino perfettamente questa figura, ma quali credi siano gli elementi essenziali al gentiluomo moderno?
JIN: Beh... essere liberi da ogni regola è fantastico, ma credo il vero gentiluomo sia colui che conosce il rispetto e quanto meno le buone maniere – oltre ad avere altre qualità. E non intendo solo l'atteggiamento o ciò che è visibile all'occhio esterno, ma anche le qualità interiori, come il riguardo per le emozioni e sentimenti altrui. Credo vivere in armonia ed amicizia col prossimo sia l'ideale. Perché ciò sia possibile, credo sia necessario coltivare sia la propria bellezza esteriore che quella interiore.
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Quello che abbiamo visto sul set è il JIN che tuttə conosciamo – una persona squisita, amabile, gentile, sincera e alla mano. Ciò che è cambiato sono le tante nuove espressioni di fresca maturità e sensualità che ha saputo mostrarci per la prima volta, durante il servizio.
Alle prese, come tuttə, con questo mondo frenetico, Jin ha sicuramente saputo mettere a buon frutto le esperienze coltivate negli ultimi anni.
Il nuovo capitolo del 31enne Jin è appena iniziato.
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⠸ ENG: © 061313purple | ITA : © Seoul_ItalyBTS ⠸
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precisazioni · 5 months ago
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recentemente ho scritto che, essendo un giovane adulto, non posso aspettarmi che la frequenza delle mie interazioni sociali sia la stessa che potevo avere prima, quando ero un ragazzo o comunque nei miei venti. il punto è questo: per me quel "prima" difficilmente c'è stato; non ho avuto buona parte delle tipiche esperienze da adolescente e post-adolescente o le ho svolte in maniera poco sana, incapace di tenere su un'amicizia e non regolandomi negli eccessi. di quelli che sono ritenuti i propri anni migliori ho pochi bei ricordi, e quasi tutti ambientati nella mia stanza da solo o in un club ad ascoltare musica elettronica da solo
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raccontidialiantis · 8 days ago
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Ah… ora ci divertiamo!
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Il giovedì alle sette e mezzo, dopo una bella cenetta rapida, non esiste nulla di meglio che sentire la chiave che ti ho dato infilarsi nella toppa della porta del mio monolocale di divorziato e vedere te, bella come un’attrice, che vieni a farmi passare un'ora o due con la mia micia preferita.
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Vieni qui: ora datti da fare come sai che mi piace e divertiti anche tu. Sei una donna molto raffinata nei gusti. So che adori vestirti di tutto punto, adornarti, profumarti ed essere ammirata, corteggiata. E succede puntualmente: al lavoro quando vai in un ufficio, a far la spesa o passeggiando con un'amica per fare compere.
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Tutti gli uomini che incroci ti osservano e ti desiderano. Non potrebbero fare altrimenti. Non passi inosservata e se indossi una gonna corta, le tue gambe fanno quasi venire un infarto a chi non è preparato a tale visione. Non parliamo poi di quando ti gira e indossi un paio di leggins leggerissimi, semi-trasparenti con perizoma: il tuo culo diventa un’arma letale.
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E so anche che ti piace iniziare a flirtare a tua volta: il pensiero che un uomo si ecciti pensando a te ti fa impazzire di piacere. Sei crudele. Ma generosa: regali un sorriso e dieci secondi di pura gioia. Ma quello che piace a me invece è sapere che mentre gli altri apprezzano la donna gentile, bella, educata, colta e discreta che sai essere, tu riservi al mio corpo la tua parte più porca, oscena, assolutamente disdicevole e lasciva.
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Con me sei una persona assolutamente immorale! E ti adoro per questo. Arrivi qui. Togli il soprabito e mi guardi come se fossi venuta per divorarmi, sei una tigre dopo una settimana di astinenza dal cibo. Ti piace spogliarmi lentamente, vedere che mi eccito sempre più mentre lo fai, capire che il tuo profumo fa effetto sulla mia libidine e quindi ti metti a giocare con il mio uccello.
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Ci passi i migliori minuti della nostra unione segreta. Adori mettertelo pian piano tutto in bocca e giocarci con la lingua, inumidirlo ben bene. Per poi stantuffare lungo l'asta con le labbra, accarezzarmi i coglioni e alte cose meravigliose. Concentratissima, inizi a succhiarmelo per darmi piacere e poi al momento giusto decidi e ti ci infili sopra.
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Di culo o di fica, per me è uguale. Adoro sentirti godere, essere felice mentre scopi e amo chiamarti troia, puttana o succhiacazzi, mentre ti do sonore pacche sul culo. Perché la tua parte migliore non è il tuo quoziente intellettivo, il tuo impiego come dirigente o la tua grande cultura umanistica: il top della tua persona è il tuo sodo, tondo, stupendo culo da zoccola, tesoro che curi andando quattro volte a settimana in palestra.
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Che poi in effetti sono tre, perché il giovedì ti serve solo da copertura per venire a fartelo infilare e prendere a sberle qui da me. Ti piace, lo so. Ami sentirti posseduta, presa con rudezza e maltrattata. Vuoi l'uomo forte, quello che ti usa e ti mette al tuo posto. Pretendi dalla vita il maschio che t'ha negato, facendoti sposare per convenienza di famiglia un “bravo ragazzo.”
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Così ti sei trovata tuo malgrado legata a lui. A quel marito che hai scoperto essere progressivamente sempre più disinteressato al sesso e alle tue esigenze di femmina, al tuo bisogno di essere adorata ma anche domata, cavalcata, soddisfatta. Alla tua sana voglia di cazzo, legittima, abbastanza normale ed evidente in un matrimonio. Idiota e villano. Per fortuna che hai incontrato me.
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Gli hai dato dei figli, poi tuttora lo curi, servi e coccoli a puntino. A letto te lo sbaciucchi cercando di eccitarlo, però anche per tenertelo tranquillo e non farlo sospettare. Magari gli fai fare una sveltina rapida. Lui s’accontenta. Purtroppo per lui, nulla lo risveglia dal suo torpore, dal suo mondo fatto di libri, articoli, studio e convegni. Non ti porta mai al cinema o a cena fuori.
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Non ti gratifica mai con un complimento, non ti dice mai che sei bella, che lo fai arrapare. In compenso, ti lascia tutta la libertà di questo mondo. Non ti chiede mai dove sei stata o come spendi i soldi. Non fa caso a quando rientri tutta scomposta e ancora accaldata dopo essere stata riempita a dovere, usata e abusata dal sottoscritto. Il tuo culo rosso e rovente non lo incuriosisce né lo eccita.
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Stupido: non ha idea di che perfetta macchina del piacere tu sia né di quanti orgasmi mi fai fare dentro di te. Non sa che hai bisogno di scopare regolarmente, che vai farcita a dovere di seme e soddisfatta almeno ogni settimana, che sei esigente e vuoi tanto cazzo, dentro di te. E non immagina che la frase che ti fa venire all'istante è: “pensa a cosa starà facendo ora quel gran cornuto di tuo marito adesso!”
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Al solo sentirla, ti inarchi, ti allarghi perché ne vuoi di più e me lo dici. Subito inizi a godere come una troia gemendo. Poi ti muovi a ritmo più forte, pretendendo sempre più cazzo dentro di te. Al culmine urli forte e infine vieni, allagandomi il ventre con un temporale di tuo nettare. Quanto ti adoro, mia stupenda femmina. Quanto godo nello sborrare restandoti dentro a lungo.
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"ok: è arrivato il momento che… basta così! Fatti una doccia, rivestiti e vattene, puttana. A giovedì prossimo. Puntuale, mi raccomando…"
"ti amo stronzo, lo sai? Dimmi che mi ami anche tu…" "si, si: ti amo anch'io. Però adesso vai fuori dalle palle e… ma che cazzo fai? Suuu… dai, ora smetti di succhiarmelo…  oooooh…  be’, magari un'ultimo scarico nella tua gola te lo sei comunque meritato… aaaah, adoro la tua lingua, maledetta puttana… siiii!"
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RDA
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