#socialdemocrazia
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intotheclash · 7 months ago
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Gang - Socialdemocrazia (Live @ "Primo maggio '91)
Perché, ancora oggi, questo è uno dei pochissimi pezzi degni di questo giorno.
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viviween · 1 month ago
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Anche nel migliore dei Governi, deve esistere una opposizione ❥
Non esiste alcuna differenza fra i danni compiuti dal comunismo, rispetto a quelli compiuti dal nazismo e dal fascismo: sono tutte ideologie che sottomettono popoli e incarcerano o uccidono chi dissente.
Il comunismo è l'ideologia che, rispetto alle altre, ha avuto più spazio: in Sudamerica, in Russia, in Cina: tutte le volte un disastro!
L'unica strada percorribile è la Socialdemocrazia di Olof Palme: perché funziona, già, da decenni.
Ciò che dice Alessandro Barbero, a riguardo del Comunismo (differenziandolo dalle altre dittature) è una stronzata: il comunismo è una religione: e, come religione, aliena le persone, spingendole a fare cose assurde, pure contro se stessi: è per questo che, ogni volta, si trasforma in dittatura.
Anche nel migliore dei Governi, deve esistere una opposizione (funge da controllo dell'operato): noi, siamo in una condizione in cui, non esiste alcuna opposizione: paghiamo deputati e senatori, che non fanno opposizione come dovrebbero, per nulla!
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abr · 7 months ago
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In Usa "liberal" significa socialista; anche qui gli orfani ideologici della socialdemocrazia han messo le mani sopra all'antico nome della destra nobile, tradizionalista sui valori non sulle pose, purtroppo.
Per fortuna abbiamo i d'Alema e i nazimao che ogni tanto inveiscono contro "il neolibberismo selvaggio": grazie di esistere.
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darktimemachinechaos · 16 days ago
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Quando non esiste una sinistra politica per i Diritti Civili e Sociali, la destra politica vince facile - ed è più che giusto che ciò accada, perché rispecchia pienamente la volontà popolare.
Faccio i miei auguri a Trump: che porti avanti il suo mandato alla lettera.
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Io non sostengo Trump: non lo farei nemmeno se costretta 😊 Il punto è che una società, a volte, ha bisogno di toccare il fondo per reagire - ed io spero che reagisca 😊
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Sono Radicale, Attivista per i Diritti e mi ispiro all'ideale politico di socialdemocrazia strutturato da Olof Palme: si, certo che la mia è solo una provocazione 😊
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Concordo sul reagire, ma non puoi farlo sulle piattaforme Meta, perché appena ti azzardi a fare critiche alla "sinistra", si riuniscono in gruppo e ti segnalano l'account. Per ciò che mi concerne, ho fatto del mio meglio, sia nella realtà sia nel virtuale, per chiedere a chi si ritiene di sinistra di non dare dell'ignorante a chi voti a destra, perché ciò fa solo si che le persone si sentano offese e non cambino idea. Niente da fare: sono ottusi.
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perfectnightmareanchor · 20 days ago
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Non esiste alcuna differenza fra i danni compiuti dal comunismo, rispetto a quelli compiuti dal nazismo e dal fascismo: sono tutte ideologie che sottomettono popoli e incarcerano o uccidono chi dissente.
Il comunismo è l'ideologia che, rispetto alle altre, ha avuto più spazio: in Sudamerica, in Russia, in Cina: tutte le volte un disastro!
L'unica strada percorribile è la Socialdemocrazia di Olof Palme: perché funziona, già, da decenni.
Ciò che dice Alessandro Barbero, a riguardo del Comunismo (differenziandolo dalle altre dittature) è una volontaria bugia: il comunismo è una religione: e, come religione, aliena le persone, spingendole a fare cose assurde, pure contro se stessi: è per questo che, ogni volta, si trasforma in dittatura.
I Costituzionalisti italiani sapevano che il cattolicesimo aveva, felicemente!, collaborato con nazisti e fascisti - eppure, i Patti Lateranenzi sono rimasti, continuando, tramite l'imposizione religiosa, l'ideologia fascista: fascismo e cattolicesimo sono la stessa cosa: dittature.
Quando l' ANPI ammetterà che nemici dei partigiani, quindi della Libertà, non sono solo i fascisti ma anche la Chiesa Cattolica (uguale, identica!, nei disvalori, al Fascismo), SARÀ SEMPRE TROPPO TARDI.
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unita2org · 4 months ago
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L'EUROPA MASSOCAPITALISTA NON HA MAI SMESSO DI ESSERE NAZIFASCISTA
di Redazione Il nazifascismo – come il liberalismo e la socialdemocrazia – è una sovrastruttura politica interna al modo di produzione capitalistico, che i massocapitalisti al potere utilizzano in particolari momenti di difficoltà del loro sistema e dove è prevista la guerra come momento parziale di risoluzione della loro crisi economica e sociale, quindi serve la violenza anche contro il loro…
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guattarianbitch · 5 months ago
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Stefano Petrucciani (a cura di), Storia del marxismo, I. Socialdemocrazia, revisionismo, rivoluzione (1848-1945)
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anticattocomunismo · 7 months ago
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La Pacem in terris e quella pericolosa fessura
Nella Pacem in terris, papa Giovanni XXIII introdusse una distinzione inedita rispetto al magistero precedente, che ha prodotto comportamenti ingenui tra i cattolici rispetto ai movimenti storici ispirati alle ideologie anticristiane. Due esempi: la socialdemocrazia e il comunismo italiano. Continue reading La Pacem in terris e quella pericolosa fessura
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delectablywaywardbeard-blog · 9 months ago
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Sanchez: "Destre mettono in pericolo l'anima dell'Europa"
AGI – “C’è stata un’epoca in cui, non molto tempo fa, le persone dicevano che la socialdemocrazia non aveva futuro, che le nostre speranze sarebbero state frustrate del neoliberalismo. Poi c’è stata la pandemia, la guerra e la crisi economica e ancora una volta sono state le idee socialdemocratiche che ci hanno salvato. Oggi, l’estrema destra, quelli che dicevano che non avevamo futuro cerca di…
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decadentdjentleman · 1 year ago
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I POVERI MUOIONO PRIMA
I comunisti e i problemi di oggi
La salute e la politica
La quarta ragione è di natura politica. Mentre il caos dell'organizzazione sanitaria italiana dà l'impressione apparente che la costruzione di questo << sistema >> sia dovuta al caso, che esso non risponda ad alcuna logica, in realtà le diverse istituzioni rispondono a precisi fini di conservazione sociale (prima ancora che di tutela della salute). Ognuna di esse rappresenta un centro di potere, di influenze, di clientele. Le mutue sono nate nel secolo scorso come associazioni volontarie e solidaristiche dei lavoratori, ed è stato il fascismo a soffocarne lo spirito democratico, a creare da esse i primi carrozzoni. Questa politica è stata seguita (e perfezionata) dalla Democrazia Cristiana, in venti anni di governo. La DC è ancorata, in questo campo nel quale si misurano assai direttamente le rispondenze di un partito alle esigenze della persona umana, alla parte peggiore della tradizione cattolica: cioè al dominio, al potere raggiunto sfruttando i bisogni assistenziali, anziché allo spirito di sincera carità che ha animato utili istituzioni anche religiose del passato, e che deve ancora vivificare, intenso come comprensione fra esseri umani di uguali diritti, le rinnovate strutture della sanità pubblica moderna. Per quanto concerne i socialisti, occorre ricordare che la socialdemocrazia italiana lanciò nel 1963 per le elezioni politiche (lo promise Saragat, allora dirigente del PSDI) lo slogan << una casa, una scuola e un medico per ogni cittadino >>, ed ha fallito in tutti e tre questi obiettivi, mostrando che essa è incapace non solo di offrire un'alternativa di potere rispetto alla borghesia, ma anche di avviare a soluzione esigenze di elementare sviluppo civile per la popolazione. I socialisti che hanno diretto il Ministero della Sanità hanno mostrato molto dinamismo ed hanno presentato alcuni progetti di riforma (per esempio, nel campo ospedaliero): ma hanno poi ceduto dinanzi alla prepotenza della DC, e le leggi sono arrivate in Parlamento annacquate, prive di contenuto innovatore. Nel complesso, si può dire che nel campo sanitario le classi dirigenti italiane hanno dimostrato un chiaro fallimento. Il governo, come ha scritto perfino il giornale più governativo della capitale (Il Messaggero), << si è posto di fronte a un groviglio di inadempienze e quindi di irresponsabilità >>, << non ha varcato nemmeno la periferia del problema e non sa da quale parte cominciare a mettere ordine >>. Sarebbe più esatto dire: sa benissimo da che parte cominciare, ma non vuole, perché ciò significherebbe modificare profondamente la politica fin qui seguita, ledere interessi precostituiti, attuare profonde riforme.
Testo di Giovanni Berlinguer, 1968
-A cura della Sezione centrale stampa e propaganda del PCI
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intotheclash · 2 years ago
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GANG PRIMO MAGGIO 1991 Socialdemocrazia (2015 Remaster)
Sono passati più di trent’anni, ma questo rimane la colonna sonora del mio Primo Maggio.
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adrianomaini · 1 year ago
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In Germania la guerra ebbe effetti politici travolgenti: la dipartita militare gettò in crisi il Secondo Reich, e dalle ceneri del regime imperiale sorse
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abr · 1 year ago
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Il concetto di "giustizia sociale" dietro cui si nasconde l'interventismo statalista, è profondamente ingiusto: esso determina ingiustizia - ad alcuni arbitrariamente prende, ad altri dà - partendo da UN FURTO.
Javier Milei a Tucker Carlson, nell'intervista con più visualizzazioni su Twitter DI TUTTI I TEMPI.
qui: https://twitter.com/TuckerCarlson/status/1702442099814342725
Javier Milei offre pillole di liberismo e di buon senso. Oltretutto il peggio non sta tanto nell'ingiustizia: sta nel fatto che NON FUNZIONA perché introduce monopoli e parassistismo, distorcendo le regole autoequilibranti del Mercato.
Mi par di vedere le bocche semiaperte in giro qui da noi, dopo quattro generazioni almeno di full immersion nei vari tipi di socialismo che ci siamo rifilati - notabilato di provincia, fascismo, socialdemocrazia: omioddìo ERESIA, ABOMINIO, INTERDETTO, FATELO TACERE.
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iltrombadore · 2 years ago
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1999: l'attacco NATO alla Jugoslavia e il primo SI alla guerra della sinistra italiana...
Era il 18 Maggio 1999. La campagna militare Nato contro la Jugoslavia di Milosevic era in pieno corso mentre alla guida del governo italiano era Massimo D'Alema. L'acquiescenza solidale con il preteso 'intervento umanitario' mi spinse a reagire ed indirizzai un testo a Sandro Curzi, allora direttore di Liberazione (giornale di Rifondazione comunista),che lo pubblicò. Quel testo, riletto oggi, e misurato sugli sviluppi della attuale politica Nato nella "questione Ucraina", mi sento ancora di condividerlo come puntuale e, direi, premonitorio.
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LETTERE DALLA SINISTRA
LA DOCILE ACQUIESCENZA
DELLA SOCIALDEMOCRAZIA EUROPEA
di Duccio Trombadori 
Caro Curzi,
la coraggiosa protesta di tanti italiani vecchi e giovani, unitasi alle grida di chi condanna la sporca guerra della Nato e la passiva acquiescenza dei governanti italiani ci dà la misura di quante risorse morali siano disponibili per combattere con efficacia quel ‘pensiero unico’ che si vorrebbe imporre alla coscienza e allo spirito pubblico del nostro paese.
E’ una mobilitazione spontanea, che parte dal cuore degli uomini prima ancora che dalle idee, per la ripulsa istintiva della violenza e per l’offesa recata all’intelligenza dallo spudorato spettacolo di menzogne quotidianamente ammannito dai responsabili politici e dalla informazione ufficiale.
Loscandalo infatti consiste in ciò: che una civiltà democratica e della libera circolazione delle idee, quale la nostra presume e pretende di essere, continua a presentare questa sciagurata impresa contro la Jugoslavia di Milosevic come un ‘intervento umanitario’ e non invece come un piano di espansione imperiale che deve portare la Nato al controllo totale dell’area balcanica liquidando ogni residua posizione di indipendenza nazionale.
Tutti sappiamo come i popoli della Jugoslavia hanno eroicamente difeso la loro autonomia negli anni della guerra fredda, sia dall’Est che dall’Ovest.
E ricordiamo con quale determinazione il comunista Tito seppe dire di No a Stalin collocandosi tra Usa e Urss in una politica che poi tanto ha giovato all’ equilibrio e alla pace tra i popoli. 
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Oggi non esiste più una ‘minaccia’ dall’Est, e certi signori ad Ovest debbono aver pensato di poter agire a loro piacimento.
Il progressivo appoggio dato allo smembramento territoriale della ex Jugoslavia si basa proprio sul principio ‘etnico’ contro il quale invece si afferma di voler combattere: gli sloveni con gli sloveni, i croati con i croati, gli albanesi con gli albanesi, i serbi con i serbi, eccetera, eccetera.
Non deve sfuggire infatti che la repubblica jugoslava a maggioranza serba, guidata da Milosevic, si richiama ad un principio statuale federale e non razziale.
E’ la propaganda infame della Nato a chiamare ‘serbo’ l’esercito jugoslavo(nel quale sono attivi elementi di varia nazionalità, compresa l’albanese) mentre non si chiamano così tra loro neppure i più fanatici guerriglieri di Arkan.
Siamo dunque ad un insopportabile travisamento dei fatti che rende ancora più ingiusta e odiosa la vile carneficina compiuta dai ‘signori della guerra’ ai danni di popolazioni inermi e impossibilitate a reagire.
L’operazione Nato, condotta in nome del ‘separatismo’, si sposa con le mire del peggiore nazionalismo serbo, il quale vuole andare ben oltre la politica di Milosevic e condivide la logica spartitoria su basi ‘etniche’ della Jugoslavia.
Ne vedremo delle belle.
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Ancora maggiore è dunque la riprovazione verso i governi europei che hanno condiviso questa politica distruttiva, contrai agli interessi dell’Europa, della pace e dello sviluppo, perché alimenta le spinte alla frammentazione e agli odii di tutti i generi nel continente.
Permettimi a questo punto caro Curzi di ricordare ai lettori del tuo giornale come sia necessario in questi frangenti delicati ed estremi individuare bene i responsabili giudicandoli per le loro intenzioni e per ciò che effettivamente rappresentano.
Assistiamo di questi tempi al drammatico coinvolgimento nella sporca guerra di esponenti socialdemocratici, liberalsocialisti, radicaldemocratici e perfino di comunisti.
Quale nome dare alla cieca acquiescenza che porta uomini e forze dal nobile passato ad assumere una così rovinosa responsabilità politica?
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Ho visto in queste settimane di protesta e di lotta campeggiare sovente tra la folla striscioni e manifesti accoppianti il nome della Nato, o di Clinton, o di D’Alema, al simbolo triste della croce uncinata di Hitler o a quello famigerato delle SS nazionalsocialiste.
Se posso comprendere lo stato d’animo, non posso condividere il giudizio contenuto in quei simboli di denuncia e condanna che lasciano pensare all’erronea campagna contro il ‘socialfascismo’ condotta dai comunisti in difesa dell’ Urss, e possono fuorviare il giudizio sui caratteri ben più inquietanti e inediti dell’attuale conflitto. La guerra odierna infatti non è come nella Europa di allora una guerra degli ‘stati autoritari’ contro le ‘democrazie liberali’. La guerra odierna è combattuta dalle ‘democrazie occidentali’ contro tutto ciò che non si adegua o non risponde a regole da esse riconosciute come principi di diritto. I nostri governanti bontà loro ritengono di essere nel giusto quando concorrono alla macelleria. E si sentono nel giusto tanto quanto quei soldati ‘yankee’ persuasi di agire secondo il volere di Dio quando uccidono donne e bambini (è noto il motto ‘God  is American’).
Non è dunque lo spirito ‘fascista’ che anima gli attacchi dei bombardieri Usa che tanto esaltano i commentatori di casa nostra, ispirano la ineffabile radicale Emma Bonino, il ghandiano Marco Pannella, il giustiziere Di Pietro, il buonista Prodi e il neo socialdemocratico Umberto Ranieri, tra gli altri zelatori della campagna antijugoslava.
Essi probabilmente si ritengono antifascisti ‘puri’, democratici consonanti con la politica e la cultura ‘liberal’ americana, e in qualche maniera pensano pure di rispondere a una missione di ‘civiltà’.
Questo abbozzo di psicologia politica diffusa tra le nuove élites del nostro paese è sicuramente approssimativo ma non è esagerato.
La cultura che sembra distinguere i dirigenti del ‘socialismo europeo’ rispetto al loro più recente passato consiste proprio nella totale adesione al modello di ‘civiltà democratica’ disegnato negli Usa, con i suoi connotati ‘liberal’ e la relativa aggressività imperiale che lo distingue.
E’ del tutto evidente che quando si identifica la ‘libertà’ nel modo di vita e nel sistema politico di un paese (nella fattispecie gli Usa)ci si sente in diritto conseguente di esportarla anche con la forza qualora ragioni di ‘ingerenza umanitaria’ ne reclamino l’urgenza.
Ricordiamoci con quale atteggiamento di simpatia venne accolta in certi ambienti la rozza ma eloquente mentalità di un film come ‘Air Force One’ dove un presidente ‘buonista’ faceva piazza pulita dei ‘cattivi’, dei ‘terroristi’, dei ‘comunisti incalliti’, et similia.
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Non sono dunque ‘socialfascisti’ i nostri liberalsocialisti, i nostri radicali, i nostri neosocialdemocratici che in Europa gareggiano con gli strateghi Nato a chi prende la mira più giusta contro il regime di Milosevic.
Non c’è in loro la tracotanza che dava ai governi di Hitler e Mussolini una immagine vanagloriosa di potenza europea,
Essi sono piuttosto inerti e inconsapevolmente succubi sul piano ideologico e politico di fronte a ragion imperiali che li sovrastano, e li usano e li spingono a lavorare contrariamente agli interessi del proprio paese.
All’ epoca della dura polemica con l’Urss, i cinesi di Mao coniarono a ragion veduta per certi comportamenti di complice sudditanza il termine di ‘social-imperialismo’. 
Ed io ritengo che fatte le dovute proporzioni sarebbe più opportuno chiamare ‘social-imperialisti’ tutti i pappagalli che si ostinano a fare le mosche cocchiere della attuale strategia Nato, persuasi di combattere una battaglia di principio in nome della Dea Libertà.
Augurandomi sempre un rinsavimento prossimo dei governi europei, nell’interesse primario dell’Italia e della pace, vorrei ancora una volta mandare un augurio al popolo jugoslavo, alla sua tenace resistenza contro gli aggressori, associandomi alla crescente richiesta di sospensione delle attività militari per l’avvio di vere trattative di pace e stabilità nei Balcani.
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aitan · 4 years ago
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Fenomenologia della vita civile (II parte)
Quelli che puntano sempre sul cavallo vincente.
Quelli che saltano sul carro di qualunque vincitore si trovi a passare davanti al loro marciapiede sporco.
Quelli che se il loro carro perde tornano a girare intorno al tuo.
Quelli che continueranno tutta la vita a lamentarsi del loro marciapiede e per tutta la vita spazzeranno la loro immondizia sul marciapiede altrui.
Quelli che si guardano l’ombelico e ci vedono il mondo.
__________________
“Il nemico marcia in testa a te
ma anche alle tue spalle.
Il nemico marcia con i piedi
nelle tue stesse scarpe.
Quindi anche se le tracce non le vedi
è sempre dalla tua parte.
La socialdemocrazia è
un mostro senza testa.
La socialdemocrazia è
un gallo senza cresta.
Ma che nebbia, ma che confusione
che vento di tempesta.
La socialdemocrazia è
quel nano che ti arresta.”
(Claudio Lolli, 1977)
__________________
Quelli che non sono il tuo nemico, perché qui siamo tutti sulla stessa barca, dicono, mentre imbracciano i remi per mandare avanti la loro schizzando acqua sporca sulla tua.
__________________
Qui, la prima parte:
https://aitanblog.wordpress.com/2020/07/23/fenomenologia-della-vita-civile/
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maotse · 2 years ago
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Se vogliamo abbozzarne "l'anatomia", potremmo distinguere almeno quattro forme principali di comunismo
Se vogliamo abbozzarne "l'anatomia", potremmo distinguere almeno quattro forme principali di comunismo, collegate e non necessariamente opposte l'una all'altra, ma sufficientemente diverse da essere riconoscibili come a sé stanti: la rivoluzione; il regime; l'anticolonialismo; e infine la socialdemocrazia, ossia il comunismo inteso come una variante della socialdemocrazia classica. La Rivoluzione d'ottobre è stata la loro matrice comune. Ciò non significa affatto che tutte queste forme abbiano un'origine russa, poiché lo stesso bolscevismo era una sintesi di diverse idee ed esperienze europee. Ma significa che tutte le forme del comunismo novecentesco furono legate alla Rivoluzione russa, la grande svolta storica in cui trovarono tutte un punto di partenza (e in molti casi anche un epilogo).
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