#si ripete
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Ha facoltà di parlare ma prudentemente
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"Ora si è creata la fazione contro Napoli" ho cominciato a sudare freddo.
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Aiuto
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Breaking News
Arrestato Sirhan Sirhan per complicità nell'attentato a Trump
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8 Febbraio 2020
8 Febbraio 2023
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Anni fa, dopo il caso della "nipote di Mubarak", il proprietario di una discoteca invitò Ruby nel suo locale. Era l'ospite d'onore di una serata che nelle intenzioni di quell'uomo avrebbe registrato il tutto esaurito, certo che i ragazzi avrebbero sgomitato pur di incontrare una delle escort di Berlusconi.
Le cose non andarono come l'uomo aveva previsto.
Non ci fu più affluenza del solito e i ragazzi presenti si dimostrarono infastiditi dalla presenza di Ruby.
Alla fine della serata, il proprietario della discoteca, stizzito per gli scarsi guadagni e forse temendo un danno d'immagine al proprio locale, rilasciò a un giornalista un commento stizzito sulla presenza della ragazza nel suo locale, qualcosa del tipo "Quella ha irritato tutti!". Come se Ruby fosse entrata nella discoteca di sua spontanea volontà, con l'obbiettivo di rovinare la serata a clienti e gestore, quando invece era stata invitata da quest'ultimo.
Quanto è avvenuto al museo MAXXI mi ricorda tanto quella vicenda.
Il ministro SanGiuliano invita un critico d'arte dalla dubbia educazione, etica e coerenza, un individuo che ovunque va fa venire un travaso di bile in chi lo ascolta.
Forse temendo che il pubblico si sarebbe annoiato, decide di affiancargli una spalla, un cantante dall'ego altrettanto ipertrofico.
Accade l'inevitabile: i due soggetti, sulla stessa lunghezza d'onda, discutono di eleggere il loro pene come nuova misura universale (parafrasando un vecchio titolo di "Cuore").
Ovviamente a chi li ascolta viene un travaso di bile e lo manifesta a voce alta.
Il ministro Sangiuliano, analogamente al proprietario della discoteca, si smarca e si indigna a sua volta.
Come se Sgarbi e Morgan si fosse intrufolati al MAXXI a sua insaputa.
Come se non avesse previsto, visto i soggetti, che sarebbe finita così.
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Jannik Sinner (ITA) vs Novak Djokovic (SRB) • Highlights
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"NUOVA ERA" O TRAGEDIA CHE SI RIPETE?
"NUOVA ERA" O TRAGEDIA CHE SI RIPETE?
di Vincenzo Di Maio L’infatuazione è praticamente generale tra chi si aggira dalle parti dello “spiritualismo” (la “spiritualità” senza lo Spirito): stiamo entrando nella Nuova Era, l’Età dell’Acquario, e forse ci siamo già entrati e non lo sappiamo. In sintesi, questa “Nuova Era” si tradurrebbe in una “nuova umanità” incomparabilmente più “consapevole” di quella che l’ha preceduta. Un’umanità…
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why is it Always so obvious when a guy has some latent misogyny he still has to process and identify
#tell me why whatever i say this guy Will Not Care Enough#ceh tipo stavamo nella chiesa#e ha detto sarà questo il coro ligneo indicando un'edicola penso??? comunque Non il presbiterio e c'era scritto che il coro sta sul#presbiterio allora io dico no guarda mi sa che è questo il coro ligneo indicando. un coro fatto di legno sul presbiterio. e lo guardo dritto#negli occhi lui mi guarda dritta negli occhi io continuo dicendo sì perché comunque sono delle sedute ha senso che il coro si sieda qua etc#etc non so manco quanto sia corretto quello che sto dicendo ma comunque il punto è. 10 minuti dopo lo sento dire ah ragazzi ma mi sa che è#questo il coro ligneo#ma dio cane#ceh mo non voglio esagerare né niente ma ho avuto proprio dei Vibes da lui. che sono off#il fatto è che tipo mia mamma se la caga tantissimo ceh parla con lei di qualsiasi cosa#addirittura aveva chiesto una cosa a mamma che in quel momento non lo stava pensando allora gli rispondo io Mi Guarda Negli Occhi poi appena#mamma si riconcentra lui fa ma quindi allora e ripete la domanda per sentire come risponde mamma#anche se abbiamo detto la stessa identica cosa#vabbuo comunque io non lo so sta di fatto che mi da dei vibes strani e il fatto è che sinceramente non penso proprio sia colpa mia#ceh non gli ho fatto niente di mio non inizio nessun tipo di conversazione con lui ma a prescindere tranne per questo tipo di cose le nostre#interazioni sono normalissime pleasant and funny even. ma poi succedono cose tipo chiama il fratello e mio fratello a leggere sta cosa che#faceva ridere e a me non mi caga proprio. non è manco una cosa di età io e lui teniamo letteralmente la stessa età#né una cosa caratteriale perché if u ask me.....io e mamma ci comportiamo allo stesso modo più volte di quante preferirei e letteralmente#quando mamma gli racconta dei suoi viaggi e cose pende dalle sue labbra#quindi non ho capito che cazzo è. but i get v distant misogynistic vibes del genere rivolto specifically alle ragazze e giovani donne#abbuo se wualcuno ci ha capito qualcosa mi faccia sapere
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Da larrie Sono d’accordo sul fatto che non corrispondono nemmeno i tempi della gravidanza anche se a londra io briana incinta ce l’avevo davanti e non era assolutamente una pancia finta + ci vedo una grande somiglianza con louis ma anche con brett e il fratello di briana… ma comunque a me sembra strano però che questo bambino lo convicano che louis sia il padre (se tutto questo fosse finto) e che cresce con quest’idea frequentando lottie, le gemelle etc.. mi sembra veramente assurdo ingannare un bambino così però chissà cioè in quel periodo in teoria harry e louis si vedeva che non si parlavano proprio e che fossero in crisi usciva sempre e lo paparazzavano sempre ubriaco quindi come teoria ci può stare
(Mia opinione eh rispetto tutte le idee)
Non credo proprio che convincano il bambino di essere suo figlio. Credo che sappia molto bene chi siano i suoi genitori, se non altro perché vede Louis una volta all’anno solitamente per Natale da soli 2 anni.
In più guarda come certe cose non cambiano e non evolvono mai, perché l’immagine del maranza (💀) che beve e fuma è ancora ben adesa al suo nome, pure quando dovrebbe essere asseriato (LOL). Francamente dopo le ultime mosse del suo team (vi ricordate la ragazzina bionda?) non mi chiedo più neanche quale sia la sua direzione.
Facesse il padre come si deve però, se proprio deve.
#also io la somiglianza non ce la vedo#e ho una certa esperienza con il parente misterioso ai soliti ignoti haha#il problema della somiglianza è che hanno fatto un po’ il lavoggio del cervello#con questa storia del mini me e copy-paste#quindi la gente lo ripete un po’ perché è una canzonetta registrata nelle loro teste da tipo 8 anni#e purtroppo il cervello umano è molto semplice#quindi quando tu dai un accenno di senso alle cose (ie si somigliano anche se non sono parenti)#automaticamente inizia a vedere davvero quello che pensi (che si somigliano PERCHÉ sono parenti)#è un po’ una pareidolia tipo quando dai delle forme alle nuvole#casella di posta numero 32
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impressionante come casualmente si ripete in loop la stessa storia, appena mi interessa una persona, quest’ultima o ritorna con l’ex storica o si fidanza dal nulla, o addirittura fa coming out.
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“A Roma, dopo la guerra, facevo il contabile in una casa cinematografica: la Rank Film. Non ero riuscito a inserirmi nell’industria edilizia e una cugina m’aveva trovato quel posto alla Rank. Qui lavoravo, o fingevo di lavorare, con cinque donne: in una stanza tappezzata con i ritratti di attori come James Mason, Patricia Neal, Margaret Lockwood, Phyllis Calvert. Forse influenzato da ciò, lasciavo che le cinque donne sgobbassero per me e passavo le giornate leggendo ad alta voce libri di poesie. Leggevo bene. Un giorno, la signora della stanza accanto mi disse:
«Ho un cognato che recita all’università, vuole che gli parli di lei?». «Magari, risposi». Guadagnavo 28mila lire al mese che se ne andavano in medicine per mio padre ammalato. Mai un cinematografo, mai uno svago, tutt’al più un po’ di biliardo. Mi iscrissi all’università, facoltà di Economia e commercio, per frequentare l’Accademia d’arte drammatica. Mi piacque. Recitai due anni mentre gli amici del quartiere mi prendevano in giro: «Ecché, se’ diventato frocio?».
Poi Luchino Visconti mi vide, per caso, e mi mandò a chiamare: gli serviva un giovane e pensava di scritturarmi. Dissi: «Quanto?». Rispose: «2.500 al giorno». «75mila al mese, Gesù!». Lasciai subito la Rank e per mesi non confessai nulla a mia madre: ogni mattina continuavo a uscire alle otto e a dire che andavo in ufficio. Mi ci volle coraggio per confessare la verità. Lei la prese bene ma sussurrò: «Figlio mio, durerà?». Lo ripete ancora: «Figlio mio, stacci attento. Con tutti i camerieri che hai, con quel che costa la vita. Un buon impiego sarebbe stato meglio». È convinta che, se fossi entrato alle Ferrovie dello Stato, ora sarei capostazione e avrei i biglietti gratis per la famiglia.
Io ho avuto tanta fortuna, solo fortuna. La fortuna che a Visconti servisse un giovanotto rozzo come me. La fortuna che la sua compagnia fosse la più importante e allineasse attori come Ruggero Ruggeri, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Vittorio Gassman. La fortuna che Gassman se ne andasse e io prendessi il suo posto. La fortuna che mi offrissero il cinema, infine, grazie a questo nasino che detesto. Ma il successo di un attore non è quasi mai legato a ragioni nobili e serie. A me si addice la battuta che c’è in un film di Federico Fellini: «Ho troppe qualità per essere un dilettante e non ne ho abbastanza per essere un professionista»."
Marcello Mastroianni
Marcello in 8½ di Fellini
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Appena sbuffa un vulcano e fa un cambiamento climatico VERO (come ai tempi della Revolussiòn) o anche solo chiude la Renault, vedrai come li assediano coi forconi a questi wokejoni asserragliati nella Bastiglia. La storia si ripete, a causa dei deficienti che non la studiano.
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Questo uomo no, #141 - Quello che secondo lui il patriarcato non esiste più
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Premessa importante: questo testo non è "contro" un ministro ignorante che dice ingiuste e violente inesattezze in una sede istituzionale intervenendo neanche di persona a sproloquiare di cose che non sa, in modo quantomeno inopportuno. Quanto successo alla presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin in Senato è già successo innumerevoli volte, e succederà ancora per molto tempo. Questo testo è l'ennesima ripetizione di cose già sapute e stabilite scientificamente da chi studia le questioni di genere e i femminismi da decenni, e che ripete a ogni occasione perché questo è il suo lavoro: la ricerca e l'azione volte a dare strumenti per risolvere problemi sociali gravi e inderogabili e a puntualizzare concetti importanti per quella ricerca e quell'azione.
"Il patriarcato è finito nel 1975, con la riforma del diritto di famiglia" non è una opinione nuova, è una vecchia ignoranza che in molte forme diverse va in giro appunto dal 1975, sostanzialmente per due motivi. 1) Un punto temporale indietro nel tempo - il '75 è cinquant'anni fa! - fa sembrare questo argomento vecchio, datato, superato, e insieme a lui i femminismi che lo combattono. La realtà è che se intendiamo il patriarcato come modello politico-sociale che informa le leggi del nostro paese, è nel 1981 che viene abolito il delitto d'onore, è nel 1996 che lo stupro è classificato reato contro la persona e non contro l'onore. In più, se anche per le questioni di violenza possiamo fermarci al 1996, il patriarcato è presente nelle leggi del nostro paese in molti altri luoghi dei codici: le leggi sulla cittadinanza basate sul sangue sono leggi patriarcali, le leggi che regolano l'eredità sono patriarcali, la presenza nei nostri codici dell'espressione "buon padre di famiglia" con valore regolativo è patriarcato. Nel '75 sono finite tante cose nelle leggi italiane, ma il patriarcato no. 2) Il secondo motivo riguarda la strumentalizzazione del termine patriarcato, che da questione culturale si cerca di chiuderlo a questione legislativa. Questo è l'esempio di uno dei modi tipici di invalidare le critiche femministe e gli studi di genere: delimitare la complessità della parola patriarcato a un significato, a un solo ambito disciplinare. Si usa l'antropologia per dire che il patriarcato è un modello familiare ormai scomparso dalle nostre società; si usa la storia per rinchiuderlo in tempi lontani e civiltà remote; si usa l'etimologia per sostenere la sua inconsistenza, dato che la figura paterna ha perso potere rispetto a quella materna, la maschile rispetto a quella femminile; si usa la linguistica per sostenere che il termine è inadeguato alla complessità e alle trasformazioni della famiglia e della società contemporanee. E così via, pur di limitarne l'unico uso sensato in queste questioni: l'uso che ne fanno, da qualche secolo, i femminismi e gli studi di genere.
Il patriarcato è il nome di una relazione di potere tra esseri umani o tra istituzioni umane basata su valori sociali comunemente e tradizionalmente associati a ciò che, in una determinata cultura, viene considerato maschile. Questo è il motivo per cui: - il patriarcato non è un modo di "attaccare" o "accusare" gli esseri umani maschi, perché come forma di potere può essere usato (e nei fatti viene usato) da persone di qualsiasi genere; - il patriarcato non è il nome di una struttura sociale, di una relazione o di una forma espressiva (parola, locuzione, testo, opera d'arte), ma il nome del potere che viene usato - anche insieme ad altri - in quelle situazioni o in quelle espressioni. Quindi non esistono parole o azioni "patriarcali" da vietare, ma usi patriarcali di espressioni e situazioni che andrebbero evitate. - il patriarcato non è la "causa" della violenza di genere subita dagli esseri umani, ma il potere usato in tutte le forme di violenza di genere subite dagli esseri umani in maniera differente a seconda dei loro corpi e del loro genere. A questo proposito varrà la pena ricordare che questo è il motivo per cui non esiste alcuna "simmetria" tra la violenza di genere subita dalle donne rispetto a quella subita dagli uomini, e poi tra etero e non etero, e così via. Ogni particolarità di genere subisce forme di violenza di tipo patriarcale; 350 anni e più di femminismi permettono oggi di identificare e parlare con certezza di quelle subite da qualsiasi genere non sia l'uomo eterocis, mentre quest'ultimo genere continua, in tantissimi casi che capitano nella vita dei suoi membri, a non saperla neanche riconoscere, data l'assenza di una competenza diffusa proprio su questo aspetto specifico degli studi di genere: la maschilità. Ecco anche detto il perché in nessun senso il patriarcato è una ideologia, o può essere assimilato a un atteggiamento ideologico: il patriarcato è un fatto sociale esistente e funzionante nelle nostre società, e la sua esistenza è oggetto di studi e ricerche scientifiche da moltissimi anni, in tutte le sue forme (linguistiche, sociali, filosofiche, economiche, storiche). Può essere certamente ideologica, e di fatto lo è, la scelta di non occuparsene oppure sì, di non riconoscerlo oppure sì, di discuterne come fatto sociale del quale occuparsi nelle proprie vite oppure no.
Oppure ancora, come è stato fatto di recente seguendo un andazzo molto in voga tra le persone ignoranti e schierate contro i femminismi di ogni tipo, si può dichiarare che il patriarcato è finito e che ci sono in giro "solo" forme di maschilismo - ignorando il legame tra i due, che non sono sinonimi - e che la violenza di genere diffusa è dovuta anche all'immigrazione.
Dalle mie parti fare così si chiama "buttàlla in caciara", ed è il tipico atteggiamento di chi è ignorante e/o vuole ottenere credibilità e consenso spostando le argomentazioni altrove. Questo uomo no.
Probabilmente anche io, che studio queste cose a livello accademico dalla metà degli anni '90 e che da più di un decennio ne ho fatto un lavoro apprezzato e un'opera di divulgazione che ha aiutato moltissime persone, vengo considerato "ideologicamente schierato". Evidentemente, sapere le cose e usarle per il bene comune anche professionalmente adesso qualcunə preferisce chiamarlo così, sperando che ne possa rimanere fuori. Invece, anche se da diversi posizionamenti, o si conosce e affronta il problema, o si è parte del problema. Buon patriarcato a tuttə. P.S. per chi è più esigente, qui una mia bibliografia aggiornata a fine '23. Ci metto solo quello che leggo, studio e ho usato con risultati, quindi non ci sono pubblicazioni troppo recenti.
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- La storia si ripete.
- Che storia brutta.
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