#buona memoria
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Quella volta che Geronimo La Russa entrò in casa di Roberto Vecchioni: «Lui e i suoi amici imbucati, alla fine era sparito tutto!
Ricordo l'avvenimento.
A quei tempi Vecchioni non fece nomi, non disse chi erano gli imbucati ma raccontò che un gruppo di giovani si autoinvitò alla festa della figlia, rovinandogliela con comportamenti inappropriati.
A distanza di anni, salta fuori un" nome eccellente".
Complimenti al papà, ha davvero educato bene i figli!
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Finito poco fa in spiaggia, prima che scoppiasse il temporale. Veloce, interessante, insolito. Se vi piace il ciclo arturiano, questa è una riflessione su alcune donne, più o meno protagoniste, delle storie che sono state narrate e rimaneggiate nel tempo. Se vi piacciono le fan-fiction e la narrativa di rielaborazione, è una illuminante critica sulla prospettiva e sulle carenze della rappresentazione e le conseguenze sull'immaginario colletivo. Se avete amato Michela Murgia, è una piccola finestra biografica su un pezzetto della sua vita che ha fatto da significativo ingrediente per quello che è stato composto successivamente.
Non esistono libri innocui, perché non siamo innocui noi. Gli esseri umani sono pericolosi e quello che nutre il loro immaginario si rivela l’innesco di processi di misteriosa combustione, talvolta divampante, talvolta ardente in latenza, come una minaccia in attesa di concretizzarsi. Non sempre ne siamo consapevoli mentre leggiamo e forse è un bene, perché credo saremmo più cauti nel considerare le storie un diversivo al reale: ne sono invece la matrice.
(...)
In nessuno dei libri che avevo letto fino a quel momento il conflitto di genere era mai stato posto con questa chiarezza, né mai l’avevo visto collegato all’immaginario religioso. Ne uscii scioccata. Le considerazioni politiche e specificamente femministe che sono in grado di formulare oggi ovviamente non erano così strutturate mentre leggevo il libro in nave, ma la storia le insinuava in modo molto efficace e per me tutt’altro che indolore. In quella riscrittura c’era però già qualcosa di ineludibile: l’evidenza che il cristianesimo– che negli anni del papato di Giovanni Paolo II sbraitava ancora per essere riconosciuto come unica “radice d’Europa”– appariva sì dominante, ma solo in quanto distruttore di tutte le alternative. Acquisire questa consapevolezza durante la lettura del romanzo non fu un processo neutro per me. Mentre facevo quella traversata in mare nella notte con in mano Le nebbie di Avalon, io ero vicepresidente diocesana dell’Azione cattolica.
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"[...] il libro di cui stiamo parlando è un tentativo di spiegare perché quel libro lì può cambiare la vita di una donna, nell'età in cui una donna la vita la vuole cambiare; e sono proprio i 30 anni. Perché i trent'anni e non i 20? Perché solo dopo i 30 anni siamo tutti dei sopravvissuti, tutte delle sopravvissute. E le sopravvissute ed i sopravvissuti si organizzano nuovi strumenti di resistenza."
Michela Murgia
#michela murgia#L'inferno è una buona memoria#le nebbie di Avalon#presentation#quotes#citation#citazioni#phrases#writer#intervista#scrittrice#italian writer#literature#book#life#morgana
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non so se sia solo l'effetto di Giovanni unito a religious kink ma Dio/Nicola >>>>>>>>>>>>>
#I said what I said#I'm Dio/Nicola truther#anche se non shippare Giovanni con Aldo mi sembra la roba più strana che mi sia cinematograficamente successa nell'ultimo anno forse...#non ho una memoria così buona XD#santocielo#moss text
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Quando un personaggio del governo Meloni fa qualcosa di buffo (tipo la festa di Capodanno con le pistole o come ieri Sangiuliano fare ammenda al TG con la testa spaccata per aver avuto un'amante che lo registrava con occhiali spia) (solo l'Italia poteva inventare il punto in cui si incontrano William Gibson e Temptation Island) io penso sempre: e questi sono i migliori che hanno trovato.
L'intervista a Sangiuliano è stato un momento di buon intrattenimento, abbiamo sempre bisogno di quindici minuti divertenti offerti gratis dal destino. Se questo fosse un paese immaginario, con problemi immaginari abitato da persone immaginarie, avremmo potuto spegnere la Tv, grati e sorridenti per la performance. Il problema è che questo è un paese reale, con problemi reali ovunque guardi, e questi sono i migliori che hanno trovato, quasi un secolo di rivalsa post-fascista a sentirsi i migliori ingiustamente esclusi dalla cosa pubblica e poi letteralmente: il circo.
Non è ovviamente la prima volta, chi ha buoni archivi di ritagli o buona memoria, in questi giorni può scrivere pezzi belli su tutte le volte che il circo è arrivato a Roma, le volte in cui seguire la politica è stato divertente perché persone buffe facevano cose buffe in pubblico invece di governare. Da che io ricordi l'Italia politica è questo perenne pendolo tra cicli di intrattenimento e cicli in cui ci viene presentato il conto perché ops: non si è governato per anni, avete votato il circo, quindi ora ecco un turbo burocrate che parla poco, a voce bassa, pensa ai conti, sistema la baracca, si veste in modo impeccabile, lacrime, sangue, età pensionabili presto spinte oltre il limite della sopravvivenza umana, tagli ovunque, eccetera.
Seconda e terza repubblica sono un perenne ciclo di caos e sanzione, un governo che fa le orge e poi un governo che viene a punire il paese per aver votato il governo che faceva le orge, almeno vent'anni quasi tutti così, e se provi a chiederti dove sia finito il futuro nella politica italiana, almeno ieri ho scoperto che esistono occhiali con cui si registrano le persone, non esattamente il futuro che ci avevano promesso ma ci accontenteremo.
Ferdinando Cotugno
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Conservare dati sul computer di casa o su unità di memoria portatili senza crittografia espone a diversi rischi e non è una buona prassi per un cittadino dell'Era Digitale.
Ci sono diversi motivi per cifrare le unità di memoria:
Protezione in caso di furti o perdite: la crittografia dell’unità di memoria garantisce che, anche se il tuo notebook ti viene rubato o lo perdi in viaggio, i dati rimangono inaccessibili.
Protezione in caso di sequestro e ispezione: la crittografia del disco è anche utile in caso di sequestro o ispezione del dispositivo da parte delle autorità, ad esempio in dogana.
Riparazione Hardware: in caso di malfunzionamenti hardware e invio del computer in assistenza la cifratura dell’unità impedisce l’accesso ai dati ai tecnici (l’alternativa è rimuovere le unità di memoria prima di inviarlo in assistenza).
Smaltimento sicuro: la crittografia può essere un mezzo in più per rendere i dati inaccessibili in caso di smaltimento del supporto di memoria (sempre preferibile la distruzione fisica).
È anche molto utile quando si viaggia, ma occorre fare attenzione alle leggi sulle "mandatory key disclosure".
Matte Galt
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LA FESTA DEL PAPÀ È DIVISIVA
Ma oramai non credo che esistano argomenti di condivisione comune sui quali poter fare affermazioni nette e aspettarsi che tutti siano d'accordo.
Il cielo è blu? Ma va'... il cielo è celeste! No, guarda che è nero ed è un fenomeno di rifrazione dei raggi solari sull'atmosfera. Ti sbagli, è giallo! Sì, però togliti quel sacchetto dell'Esselunga dalla testa. Basta! Il cielo è marrone con radici che penzolano. Zitto tu che sei morto!
La scelta del giorno della festa del papà, poi, coincide con quel santo del calendario che credo abbia avuto il peggiore martirio fra tutti, cornuto, mazziato e ringrazia pure. Cioè, come papà sfigato il primo posto se lo prende di sicuro Darth Vader ma perlomeno aveva una spada laser e il suo arco di redenzione è stato più appassionante.
Insomma, la festa del papà è divisiva per due ragioni, una sociale e l'altra personale.
Da una parte, è una ghiotta occasione perché alcuni frignino che non esistono più i papà di una volta, tutti pipa e cinghiate, e che anzi, se andiamo avanti così non esisterano più nemmeno gli uomini, dall'altra è che al netto di tutto, i padri molte volte più che festeggiati spesso vanno perdonati.
Adesso come adesso, i papà sul mercato sono figli o nipoti del patriarcato, nel senso che difficilmente non avranno assorbito per osmosi familiare e sociale l'idea di quello che deve essere il ruolo di un genitore maschio all'interno della famiglia.
In sintesi il pater familias.
[maledetto genitivo ellenico ma sono cose mie]
Quando io e la mia compagna dobbiamo fare cose importanti che implichini decisioni tecniche, burocratiche, meccaniche, matematiche o notarili, il mio gesto preferito è questo
perché tutte le volte il venditore di auto parla rivolgendosi a me che distinguo le macchine solo per il colore, l'avvocato quando io risolverei tutto con il trial by combat e la commercialista dove io opterei per il baratto.
Io sarei il pater familias, quindi automaticamente il detentore delle decisioni familiari e è invece è la mia compagna quella che prende le migliori, senza spargimenti di sangue o una pila di conchiglie che l'enel non accetta come forma di pagamento.
Sì, vabbè... non sa accendere la motosega o da che parte si impugna un coltello da lanciare e se proprio dobbiamo dirla tutta non riesce neanche ad accendere il fuoco nel camino (cosa che le rimprovero sempre ricordandole che erano le vestali ad accudire il Fuoco Sacro del focolare domestico). Poi però c'è quell'altra che disegna tubi e motori idraulici usando termini strani tipo 'valvola di massima' o 'dislocamento positivo' e quell'altra ancora che snocciola a memoria le caratteristiche di ogni macchina o moto e parla per due ore di maderizzazione e di vendemmia in neve carbonica.
Questo per dire che i ruoli sono solo ruoli ed è solo questione di abitudine... le abitudini cambiano e ci si abitua al nuovo.
Quindi buona festa a quella persona alla quale dovrebbe essere solo chiesto, dopo la fornitura di migliaia di gameti scodinzolanti, di amare in modo vasto e profondo chi non ha mai chiesto di essere portato su questa spaventosa e bella terra, ricordando che amore non è mai possesso, conferma od orgoglio.
L'amore per i propri figli è essere partecipe della gioia che abbiamo insegnato loro a conquistarsi da soli.
E per concludere, si può essere padre amorevole pure senza aver mai partecipato con un singolo spermatozoo.
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https://www.tumblr.com/ashthewaterghoul/766771422142038016/httpswwwtumblrcomashthewaterghoul76675997042
Pleasure knowing you all 😔
I'm going to say the same, because I have a feeling my flat is about to surrounded by an angry mob...
Pro Memoria - #phanter cuddle buddies
After however many years it had been since that glorious reunion, Copia and Phantom didn’t spend too many nights apart. Sure, there were tours and Copia would have to leave on business trips sometimes. But, more likely than not, they were together. Their bond closer than anyone had ever seen or would see again.
No one even questioned it anymore, and everyone quite easily recognised the two as father and child despite the species barrier. Even they didn’t really acknowledge it anymore. For all intents and purposes Phantom was Copia’s child, and Copia was Phantom’s father, their Papa. It didn’t matter that Copia was actually Frater and had been for some time now, Phantom only ever called him Papa. It was what they called Copia when they were first summoned and he held that title, and plenty of humans called their dads Papa so it just made sense to them.
But there was one thing that came with Copia being human that both of them never really acknowledged. And all things must end one day…
Read below the cut or on ao3!
Phantom had been glued to their Papa’s side as of late. He got very achy and tired easier and so Phantom would always help, giving little zaps of Quintessence and providing comfort in the way they both loved. Their nightly cuddles. Tonight was no different, Phantom in some fluffy pyjamas that Copia had bought for them, and Copia in some that Phantom had gifted.
Copia got under the covers with a bit of a wheeze as his hips seized up, and Phantom gave some Quintessence so it would be easier for him to get comfy. He looked a couple years younger as he smiled at Phantom. They could almost ignore all the grey and silver hairs and the wrinkles with the youthful glow of Copia’s beam.
Phantom then climbed in, and wrapped their arms around Copia’s abdomen, their head on his chest to listen to his heartbeat. They nuzzled their nose into Copia’s top, inhaling their favourite smell of old tobacco settled into woollen sweaters and aged parchment. They truly would never ever get enough of it. It was the smell of love and safety and home to them.
Copia wrapped his arms around Phantom too. One around their back, rubbing up and down gently, the other in their hair as his bony and rigid fingers massaged a little. Phantom smiled and purred at the sensations, wrapping their tail around one of Copia’s legs, and Copia smiled too.
“Buona notte, sogni d’oro.” Copia said.
“G’night, Papa. I love you.” Phantom returned, yawning and stretching at the same time.
“I love you too, il mio piccolo pipistrello.” Copia said, putting a kiss between Phantom’s horns.
And like every night they had spent in each other’s arms, they fell asleep easily and completely content. A smile on both of their faces as the dreamworld whisked them away into its imaginative embrace.
Phantom woke up first, judging by Copia’s stillness next to them. They sleepily managed a corner smile at that, been as it had only ever happened a handful of times over the years. But as Phantom came around more, they noticed something was off.
Copia smelt different. Faded, and musty and…
His chest wasn’t moving. Phantom’s head was still on there, and they couldn’t feel it moving up and down with his breathing. Time seemed to freeze as Phantom also realised they couldn’t feel his heart beating either…
Phantom sat bolt upright and looked at Copia, their breaths quickening and too shallow. He was still smiling and looked so peaceful.
“Papa?” Phantom whispered, reaching a hand to his face and finding him cold. Way too cold.
Phantom’s face dropped, and tears threatened to fall. Their throat was squeezed tight with emotion and their soul felt so empty. Even more than it had been for the years they had to spend apart long ago.
“No, Papa, please!” Phantom said, shaking Copia to wake him, “Wake up, please! Don’t-, no!”
Phantom doesn’t know how long they spent trying to wake their Papa up. But they refused to succumb to the part of their mind that dared to say it was real.
“No. It’s just a nightmare! I can’t- I-…” Phantom lost their words as sobs took over. They laid back down, frantically placing Copia’s limp arms back around them.
It was just a dream, right? There was nothing about this that was real. Phantom would go back to sleep and wake up and Copia would be there, and everything would be okay.
Phantom cried harder as Copia’s arms failed to listen to their muscle memory and hold the little Bat.
They think they may have fallen asleep at some point. But when they woke up, Copia was still… asleep, and someone else was there too.
“Phantom?” It was Aether, but Phantom refused to open their eyes or even move, “Bat, please, you have to let him go.”
Aether’s voice was cracked with emotion as he reached a hand to Phantom’s shoulder. But they shrugged it off and held Copia tighter, nuzzling into him in an effort to find his heartbeat. He was just wearing a thicker jumper because he’d been getting colder easier. That’s why Phantom could find it, it was just buried a little.
“No. I need to be here when he wakes up. I’m always here when he wakes up. He panics when I leave before him.” Phantom said, their own voice strained against every emotion that wanted to burst through their chest with the fragments of their broken heart.
“Phantom, he’s gone.” Aether said.
They shook their head, “He’s not. He’s fine, he’s just sleeping.”
“He’s not waking up. I’m sorry, Bug, he’s dead.” Aether said in a voice heavier than a tonne of bricks.
Phantom’s bottom lip started wobbling as they started crying again, “No! He’s not! He can’t be!”
At some point, Aether had climbed in behind Phantom shaking and sobbing form, his hands around their torso and one lying over their heart to give them some Quintessence.
“No,” Phantom said as they felt the magic, moving Aether’s hand to Copia’s chest, “Give it to him. Wake him up! He has a meeting this morning, and he’s going to be late if you don’t wake him up.”
Aether’s heart broke even more as he felt the magic wash over Copia’s still and very much unalive chest under his palm.
“I’m so sorry, Phantom.” Aether said again, and started moving.
Before they could register what was happening, Aether had stood up, not letting go of Phantom, they were pulled from Copia’s hold as Aether carried them away.
They saw Copia’s body, alone in his bed, and the empty space Phantom always filled.
“No! Aether, please!” Phantom begged, kicking and flailing as much as they could, “I need to be there when he wakes up! Please, let me go!”
Aether pulled Phantom back out of the bedroom and into the main living area of the Imperator Suite. There he knelt on the ground with Phantom, still wrestling to keep them in his arms. Aether nodded at the mortician who went in, bowing to Copia, before moving him onto the stretcher and body bag.
“No! That’ll hurt his back, a- and his hips! He can’t breathe in there! Stop, please!” Phantom pleaded, choking on sobs.
Aether just kept hold of them, trying to keep his own strength no matter how much his own heart was shattering. For Copia and Phantom both.
When Aether woke up, his Quintessence was screaming at him that something was wrong. The bond he shared with Copia had merely ceased to exist overnight, and the one with Phantom was in such pain and stress and turmoil - Aether immediately knew what had happened. He ran up to the Imperator Suite and seeing Copia’s prone form, Phantom wrapped around him and begging for him to wake up, to be okay, all but confirmed it.
When the mortician wheeled Copia’s body out, Phantom lunged for it, and managed to break Aether’s hold on them. They stood up and unzipped the bag. Copia was still smiling, shadows of his Clergy paint still on him from where he got too tired to scrub the little remainders away the night before.
Phantom threw their arms around him once again, “Don’t leave me, please. You promised you’d always be there for me.”
Aether and the mortician let Phantom have their time, but everything must end at some point.
“It would be best for me and Frater to leave now.” The mortician said, “The Siblings will be leaving the breakfast hall soon and I’d hate to have to take Frater through them all.”
“Of course.” Aether said, his voice thick with emotion as he peeled Phantom off of Copia’s body again.
This time, Phantom had no energy to try and fight back, and so collapsed into Aether’s arms. And they broke.
“I can’t, Aeth. He- he s- said he’d never leave me.” Phantom sobbed, hyperventilating on the panic of the prospect of living in a world without their Papa.
“I know, Buggy, he didn’t want to leave either.” Aether said, holding Phantom as tight as he could.
“Why did he go? I don’t want him to go!” Phantom cried.
“I didn’t want him to leave either.” Aether whispered.
Phantom’s sobs overtook them as they cried themself dry, the effort twisting their stomach and making them dry heave and choke on nothing. Aether held them the entire time, and slowly gave them more Quintessence until they were passed out in his arms.
Phantom woke up in the bottom of a Ghoul pile, and for a glorious moment, they forgot why. When they scented everyone else’s sadness and despair, it all came crashing down around them, and they started crying again. They tried getting out from everyone’s hold, saying they needed to see their Papa, but everyone kept saying he was dead. Why would they say that? It wasn’t true, he was just asleep!
But they kept saying it. And when the Ghouls were permitted to go down to the Chapel of rest to say their goodbyes privately, Copia was still asleep. He still had a small smile on him from being with his bambino that night. He was in his sleek black suit and his ruby Grucifix. His paint was on and he looked fine, he was okay. So why was everyone crying? Why were they crying? It wasn’t real, it was just a nightmare. A nightmare they’d soon wake up from, and Copia would be there to help them get over it. To tell them it wasn’t real, just a cruel and unsettling trick from their mind like the rest of their nightmares were, and help calm them back to sleep with loving words and gentle kisses and firm hugs.
Maybe they were crying from exhaustion? They hadn’t slept right for the last week since Aether took them from Copia’s room. It was just that. It wasn’t sadness because their Papa wasn’t dead.
“Must be a good sleep you’re having, Papa. Why won’t you wake up?” Phantom asked.
All the Ghouls had left something with their Papa, and Phantom left the bat plushie they had brought with them on the night they were reunited.
“I love you, Papa. Don’t leave me. Don’t leave your piccolo pipistrello, your bambino.” Phantom pleaded again, once more throwing their arms around Copia’s body, desperately trying to lift his arms to wrap around him.
The mortician had to intervene at that point. Something about the embalming and rigor mortis making it so that Phantom could hurt Frater if they did that. But Phantom shook their head, holding their Papa and putting their head on his chest.
“Please wake up, Papa.” Phantom asked again. And when Copia’s content and smiling face remained still. They sobbed once more.
They were meant to say something at the funeral. They wrote the speech, and stood at the lectern and opened their mouth. But no words came out. Because saying these words meant Copia was dead. And Phantom wouldn’t accept that, couldn’t accept that their Papa was gone forever. They descended into sobs as they held onto the coffin and Mountain stood, bringing Phantom back to the pew and sitting them with the Ghoulettes as he read Phantom’s words instead.
Phantom’s body was there, but their mind wasn’t. Their mind was in that last night falling asleep with Copia. Their Papa’s lovely scent, his tight arms, his beating heart.
Phantom found quite a bit of irony in Quintessence Ghouls being nicknamed ‘voidlings’ as now that’s all they felt like. Their brain was hollow and unfeeling, their heart a pit of nothingness, their soul just completely empty.
Like his brothers and father, Copia was put in a glass coffin and laid in his own alcove in the Ministry catacombs. Phantom found themself never leaving, always spending every possible second they could there. They had to be there when he woke up. Copia always panicked when he woke up and Phantom would be gone. Even if they left a note, Papa wouldn’t always see it right away, or he’d forget to put his glasses on and he couldn’t read it. He’d been asleep for so long, Phantom had to be there when he woke up.
One day, they went down, and they never left. They stayed curled up next to their Papa’s coffin, like a cat in a cemetery waiting for their owner to return. And Phantom, locked into their mind and their grief, withered away and slowly succumbed to the void. Maybe they’d find Copia here, and they could hold each other’s souls in their embraces forevermore.
One shot master post can be found here All posts about this universe/hc can be found here on ao3 or under the #phanter cuddle buddies tag here on tumblr
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Spesso mi hanno spronato a scrivere le mie memorie letterarie. Non so se lo farò, non ho buona memoria. E poi i ricordi sono tristi; non mi piace pensare al passato (Fëdor Michajlovic Dostoevskij, Diario di uno scrittore).
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Il segreto della felicità è avere buona salute e cattiva memoria
Ingrid Bergman
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la bottiglia
quella sera avevo tante cose da fare e restai in bottega fino a tardi.
nonostante l'estate allungasse le giornate, fuori iniziava già a imbrunire. capii quindi che doveva essere già passata anche l'ora di cena; non serviva neanche guardare l'orologio.
fu in quel momento che, tutto trafelato, entrò dalla porta un grosso signore, vestito con uno strano gessato marrone. era grottesco in quel vestito che, nonostante fosse di buona fattura, gli cadeva malamente addosso, complice il fatto che era palesemente di una taglia più grande.
«buonasera buon uomo», mi disse, «vorrei una bottiglia di buon vino; sa, uno di quelli da bere in compagnia. e poi un'altra di un vino ancora più buono, da bere da solo.»
benchè avessi voglia di andare via, la richiesta mi incuriosì tanto che dissipò la mia premura. sorridendo presi due bottiglie: una dal ripiano in basso e una dallo scaffale alto, piena di polvere.
«ecco... vede, questo è un vino fresco e amabile che è un piacere bere in compagnia, soprattutto nelle serate estive, mentre questo...» con la mano pulii l'etichetta coperta di polvere «... mentre questo è un vino che non perdona, è corposo e di buona gradazione. nella dose giusta i ricordi scorreranno come un fiume, ma se il fiume dovesse essere troppo tumultuoso... un altro bicchiere farà calmare le acque e piombare tutto nel buio.»
mi ringraziò, pagò velocemente e poi andò via.
pochi giorni dopo, stavolta nel tardo pomeriggio, lo vidi entrare di nuovo, come la prima volta con il suo consueto passo svelto, e subito mi abbracciò, nonostante io fossi dietro il bancone, quasi sollevandomi da terra.
«amico mio... grazie! L'altro ieri con amici ho bevuto il primo vino che mi hai consigliato, le lingue si sono sciolte e le risate scorrevano... davvero, siamo stati bene... ma poi ieri» continuò senza darmi modo di rispondere «... ieri ho assaggiato l'altra bottiglia ed è andata proprio come hai previsto tu, la memoria e i pensieri si intrecciavano e...»
a briglia sciolta iniziò a raccontarmi della sua vita e io, senza fare un fiato, presi un'altra bottiglia dal ripiano alto, la stappai e ne versai due bicchieri. Più i bicchieri si svuotavano, più la mia piccola bottega si riempiva dei suoi ricordi e di immagini che sembravano dipinti da un pennello intinto nel rosso del vino...
mi raccontò delle sue donne... di A., la donna che aveva sposato ancora acerbo, e che adesso «neanche più un bacio... da mesi», ma andava bene così, erano bravi genitori, e le cose funzionavano, e tanto gli bastava. come soldati nella stessa guerra, ognuno copriva le spalle all'altro pur sapendo dei peccati commessi.
e mi parlò di S., la ragazza ora cresciuta che ancora lo vedeva come un principe azzurro, mentre lui a ben vedere tutto sembrava, ma certamente non questo. e continuò con M., bella e giovane in cerca di se stessa, che si sarebbe concessa a lui ma che insomma... nonostante la testa veloce e la parlantina spigliata, con lui, oramai alla soglia dei 50 anni, avrebbe formato una coppia grottesca.
i suoi occhi poi si fecero sereni mentre parlava di L. mi parlò di lei con un sorriso sincero, lasciandosi andare a un «chissà cosa poteva essere»... fantasticò un po' con gli occhi fissi e poi aggiunse «lei adesso sta bene... e questo per me è abbastanza».
mi disse che a metà della bottiglia, ieri sera, aveva chiamato R. per ridere come scemi, e l'aveva sentita serena, rifiorita e libera, finalmente. erano stati importanti l'uno per l'altra, più amici che amanti, ed era bello avere una persona con cui non avere vergogne, ridere e potersi confidare.
poi si fermò un attimo e notai subito un cambiamento nella sua voce, ma quasi come a volersi togliere un peso dal cuore, subito mi parlò di C., la sua principessa guerriera che è infine uscita dal suo buio e che adesso ha trovato il coraggio di andarsene. e anche se lui adesso si sente buttato via, come una candela che non serve a nulla alla luce, in verità ne è davvero felice, perché la vede finalmente camminare nel sole dopo tanta pioggia. e anche se sono condannati ad una eterna danza in punta di spada, danzano insieme, sanguinano insieme, ma ridono, perchè stare vicini vale il dolore.
gli versai un altro bicchiere e restai ad ascoltare in silenzio poi chiesi
«… e quale di queste hai amato?»
«tutte» rispose senza esitazione, «un me diverso, in un diverso tempo, ha amato ognuna di loro, anzi, ama ancora ognuna di loro. Le ama pacatamente, nell'unico modo in cui sono capace, con un cuore senza eccessi. ma amico mio, non passa giorno in cui io non ringrazi il destino per tutte le occasioni che mi ha dato, anche per quelle che non ho avuto la forza o il coraggio di cogliere, e soprattutto per tutti i sorrisi che mi ha fatto scoprire...
...per le donne speciali, che il fato ha messo sul cammino di un uomo ordinario.»
detto questo, vidi di sfuggita i suoi occhi lucidi, finì il vino nel bicchiere con un grande veloce sorso, e prima che potessi controbattere si avviò fuori, zittendomi con un secco «grazie».
tutto sembrava irreale in quel pomeriggio, mi fermai un attimo, come rapito dalle ombre che si allungavano. quindi rassettai e misi a posto i bicchieri e poi... poi guardai in alto, sullo scaffale.
era rimasta solo una bottiglia. forse per me.
@alessandrom76
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La corte d'assise condanna ex caporali per la morte di Scieri
Ero adolescente quando è accaduta questa tragedia (vicino casa mia, tra l'altro).
È trascorsa una vita prima che la famiglia ottenesse giustizia.
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Erano più o meno le 18.00 e l'autobus ci portava all'aeroporto dopo aver giocato la partita di serie A di Calcio a Cinque contro il Palermo, valevole per l'accesso alla Poule Scudetto, che abbiamo poi disputato. Ricordo che giunti a Capaci, uno dei miei giocatori fece una battuta spiritosa, in riferimento alla buona partita e al buon risultato ottenuto: "Vedi ce lo riconoscono pure loro, oggi siamo stati davvero bravi, veramente capaci".
Subito dopo strada facendo sentimmo un sordo rimbombo, come fossero fuochi d'artificio poco lontani. Arrivati all'Aeroporto, vedevamo tanta irrequietezza e nervosismo tutt'intorno a noi ma non potevamo di certo immaginare, o renderci conto dell'accaduto e qualcuno degli addetti ai lavori ci disse che erano esplosi alcuni tombini del gas lungo la strada. Giunti a Fiumicino scesi dall'aereo come sempre ad aspettarci dopo ogni trasferta, c'erano le varie mogli e fidanzate che ci seguivano per radio e che nonostante il buon risultato piangevano tutte. Finalmente potevano uscire dall'incubo perchè loro si, che sapevano e che erano al corrente del drammatico accaduto.
In serata dai telegiornali, apprendemmo anche noi ufficialmente di essere passati in quel punto circa cinque minuti prima, che scoppiasse tutto il tritolo. All'epoca ero ancora ateo, ma neanche allora credevo alla fortuna/sfortuna o al caso e... al perchè noi no ci ho pensato per molto tempo.
No, non potrò mai dimenticarlo.
Per il suo modo di essere vero Uomo, per il suo operato, per i suoi principi e per i suoi valori, per il suo amore per la giustizia, per la sua dignità e per il suo coraggio e perchè ho respirato anch'io quell'aria omertosa di quei tragici momenti, mai ho potuto e mai io potrò dimenticare: "Giovanni Falcone".
P.S. Questa è una recensione che io scrissi nella mia libreria virtuale di "anobii" e che ho riportato ogni anno nei miei blog in ricordo e a memoria e onore di un grande Uomo (e del suo caro amico fratello Borsellino, come lui martire per lo stato).
#veriuominidiveronorerazzamortaconloro
lan ✍️❤️
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La magia di una maglietta
È una maglietta ormai scolorita, con le maniche leggermente sfilacciate e ampie aperture sulle cuciture. Una T-shirt particolare che nonostante i buchi, le toppe e le macchie indelebili testimoni evidenti di avventure nel fai da te, è per me come la coperta di Linus.
Non è certo un capo di abbigliamento che indosserei per uscire, per lo meno non ora ma trent'anni fa sì, era una buona marca all'ora.
Eppure non riesco a separarmi da lei. Nonostante qualcuno mi dica "buttala, non ti vergogni?".
Ha un odore familiare, un misto di detersivo per bucato e ammorbidente, ma anche di "mio". Quel "mio" che mi ricorda la salsedine sulla mia pelle, il profumo che usai quel giorno, odori che sento solo io grazie ai miei ricordi.
Sono ricordi che aprono il cassetto degli aromi conservati nella mia memoria, che mi trasportano indietro nel tempo.
Ricordo quando la comprai, un pomeriggio d'estate, in un negozio di firme, anche se a vederla si potrebbe pensare che l'acquistai in mercatino vintage. L'avevo scelta quasi per caso, attratto dal logo ricamato posto in uno spazio sul retro del collo. Era una maglietta che mi stava un po' larga, all'epoca (sigh), mi piaceva il suo comfort, la sensazione di essere avvolto in una maglietta senza connotazione ben precisa tra i capi d'abbigliamento.
Con quella maglietta addosso ho vissuto momenti indimenticabili: viaggi in luoghi indimenticabili, serate con gli amici, viaggi avventurosi e i baci e le carezze. È stata testimone delle mie gioie, ma anche delle mie sofferenze. In quei giorni bui, infilarmi quella maglietta era come indossare un'armatura invisibile. Mi proteggeva dalle insicurezze, mi calmava l'ansia, mi faceva sentire al sicuro. Lo è ancora oggi, nonostante i buchi e il suo essere logorata dal tempo e dall'uso.
C'è qualcosa di magico in questa maglietta. Forse il fatto che è stata con me in tanti momenti importanti della mia vita, o forse è semplicemente il potere dei ricordi che mi riaccende.
Ma una cosa è certa: questa maglietta è molto più di un semplice capo di abbigliamento. È un pezzo della mia storia, un amuleto che porto sempre con me, quando sono a casa lontano dalla vista di tutti.
P.s. per questo post nessuna maglietta è stata maltrattata, forse i miei capelli.
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La giovane donna che ha inviato il messaggio di supporto tecnico qui sotto (riguardo al suo rapporto con il marito) lo ha presumibilmente fatto per scherzo. Poi ha ricevuto una risposta così brillante che non poteva tenerla solo per sé. Il consiglio del supporto tecnico sull'amore è stato esilarante e geniale!
La richiesta:
Caro Supporto Tecnico,
L'anno scorso ho aggiornato il mio sistema da Fidanzato 5.0 a Marito 1.0 e ho notato un rallentamento significativo delle prestazioni complessive del sistema, in particolare nelle applicazioni Fiori e Gioielli, che funzionavano perfettamente con Fidanzato 5.0.
Inoltre, Marito 1.0 ha disinstallato molti altri programmi utili, come Romantico 9.5 e Attenzioni Personali 6.5, e ha installato programmi indesiderati come NBA 5.0, NFL 3.0 e Mazze da Golf 4.1. Conversazioni 8.0 non funziona più, e Pulizie di Casa 2.6 manda semplicemente in crash il sistema.
Vorrei far notare che ho provato a eseguire il programma Lamentela 5.3 per risolvere questi problemi, ma senza successo. Cosa posso fare?
Firmato: Disperata
La risposta (arrivata settimane dopo, inaspettatamente):
Cara Disperata,
Prima di tutto, ricorda che Fidanzato 5.0 è un pacchetto di intrattenimento, mentre Marito 1.0 è un sistema operativo.
Inserisci il comando: Pensavo che mi amassi.html e prova a scaricare Lacrime 6.2. Non dimenticare di installare l'aggiornamento Senso di colpa 3.0. Se questa applicazione funziona come previsto, Marito 1.0 dovrebbe automaticamente avviare le applicazioni Gioielli 2.0 e Fiori 3.5.
Tuttavia, ricorda che l'uso eccessivo dell'applicazione Lacrime potrebbe causare il reset di Marito 1.0 su Silenzio Imbronciato 2.5, Happy Hour 7.0 o Birra 6.1. Nota che Birra 6.1 è un programma molto problematico, poiché scarica la versione beta di Russare Forte.
Qualunque cosa tu faccia, NON installare sotto nessuna circostanza Suocera 1.0, poiché esegue un virus in background che alla fine prenderà il controllo di tutte le risorse del sistema.
Inoltre, non tentare di reinstallare il programma Fidanzato 5.0. Queste applicazioni non sono più supportate e faranno crashare Marito 1.0.
In sintesi, Marito 1.0 è un ottimo programma, ma ha una memoria limitata e non può imparare nuove applicazioni rapidamente. Potresti considerare l'acquisto di software aggiuntivo per migliorare la memoria e le prestazioni. Ti consigliamo Cucinare 3.0, Sesso Sfrenato 2.3 e Non Rompere I Coglioni 9.1
Buona fortuna!
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Non sempre la verità è la scelta migliore quando si vuole bene a qualcuno.
La buona memoria è nemica della serenità, così come a volte lo è la verità.
- Michela Murgia
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