#sfogo e riflessioni
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monologhidiunamarea · 6 days ago
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Una delle cose più tristi di questi tempi è che non esiste proprio la solidarietà . Quella femminile ormai è quasi un miraggio . Parlo dei social ma anche nella vita lavorativa ancora più in generale nella quotidianità. Poi internet ha aumentato la cattiveria, anzi secondo me quella già era presente solo che dal vivo manifestarla è più difficile ,così eccoli lì i leoni da tastiera. Tante volte ho pensato (e a volte l'ho fatto) di levarmi anche da qui perché stufa di essere giudicata , condannata addirittura spesso presa come 'pesante' o 'altezzosa' perché non ho piacere di rispondere alla qualsiasi persona. Quando ho aperto questo spazio lo feci perché volevo un posto dove non mi importava apparire perfetta , nei miei testi , nelle mie immagini , in ogni cosa che posto . Mi importava dare voce alla mia testa. Con il tempo mi sono pentita più volte di scrivere i miei monologhi ,perché la gente stai pur certa che per scriverti una cattiveria lo perde il suo tempo , per fermarsi invece a scrivere anche solo una parola di confronto o un pensiero ,una riflessione, questo tempo non lo perdono. E da li capisco che le persone che usano il loro tempo a giudicare o sputare sentenze sono le prime ad essere tristi, insucure o semplicemente insoddisfatte. Per non parlare che se posto culi e tette ricevi più assensi , che un post come questo che passerà in cavalleria . Tutto questo per dire che l'umanità anzi la disumanità mi spaventa ogni giorno , per mia figlia in primis ma anche per quanto riguarda la mia vita.
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clacclo · 1 year ago
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Ci sono voluti quasi 45 anni perché io e mia sorella riuscissimo ad avere un rapporto pacifico, ma ora finalmente riusciamo a parlare tranquillamente di quanto nostra madre sia una manipolatrice seriale e nostro padre sia un depresso anaffettivo.
Se ci penso, trovo miracoloso il fatto che sia io che mia sorella non ci siamo suicidati e non siamo diventati tossicodipendenti! I danni ci sono stati lo stesso, ovviamente, le nostre vite avrebbero preso una strada diversa e ci saremmo affermati nel lavoro se non fossimo stati menomati dell'autostima fin da piccoli, ma poteva andare peggio in fin dei conti...
Faccio questa confessione personale solo per dire che dai genitori di merda si può guarire, basta accettare il fatto che siamo stati vittime di patologie altrui di cui non siamo responsabili e andare avanti per la nostra strada senza cercare il loro consenso né quello altrui.
Non è facile e non è privo di dolore, di errori e di ricadute, ma è l'unica strada percorribile se non vogliamo diventare come le persone che tanto male ci hanno fatto...
L'insegnamento di certi genitori, più spesso di quanto vorremmo, è per negazione: cosa non vogliamo diventare, come non vogliamo comportarci, a chi non vogliamo assomigliare. Prima lo si capisce e meglio è, perché se muoiono prima che ce ne siamo emancipati psicologicamente c'è il serio rischio di prendere il loro posto!
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frammenti--di--cuore · 2 months ago
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#momentosfogo
Esattamente...la mia colpa qual è? Sono circondata da persone che mi tramano costantemente alle spalle, che mi dicono una cosa in faccia e fanno l'opposto da dietro. Esattamente, che volete da me? In cosa sbaglio oppure ho sbagliato? Perché vengo trattata sempre come se fossi una minaccia da tenere alla larga? Un nemico da farsi buono? Perché io non mi merito mai importanza e del bene sincero? Perché devo accontentarmi sempre del minimo e anche ringraziare per le briciole? Qual è la gara che state facendo soli con voi stessi credendo che anche io stia partecipando? Io sono fuori da tutto, ma mi ritrovo sempre incastrata in trame che non conosco ma che mi vedono come antagonista. Mi ritrovo sempre immersa in colpe che non sono mie ma che portano il mio nome sopra.
28nov23
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lumioluna · 5 days ago
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che poi anche se penso al mio amato nonnino, che ha faticato tantissimo nella sua vita con un lavoro che a molti sembrava modesto, mi è sempre sembrato dai suoi racconti che perlomeno all'epoca ci fosse un senso molto esplicito di essere parte di qualcosa, di equilibrio. cioè il discorso era: "il modo in cui lavori/lo sforzo che dedichi alla tua professione" -> "quello che il tuo lavoro di rende/l'impatto che ha sulla tua comunità". invece oggi sembra tutto vano, tutto uno spreco di energie senza fine, e alla fine siamo tutti drenati e uccisi dentro, senza neanche sentirci "protetti" gli uni dagli altri, o insomma come se ci fossero altre persone che si prendono cura di noi così come noi ci prendiamo cura di loro. è tutto defocalizzato rispetto al vivere collettivo. facciamo, facciamo, facciamo e buttiamo il sangue nella speranza di vivere una vita dignitosa e magari pure soddisfacente (magari), ma siamo senza speranza, perchè vediamo questo obbiettivo essere sempre più faticoso e perchè ci sentiamo abbandonati da tutto e da tutti. e a quel punto ci facciamo risucchiare da quella mentalità iper produttiva e senza cuore per il solo scopo di non finire schiacciati o di non essere fra quelli che inevitabilmente verranno lasciati indietro. e così facendo lasciamo gli altri indietro e diventiamo sempre più distaccati e disconnessi e qualcosa dentro di noi si spezza.
io penso che l'antidoto a questo sciupìo di umanità sia proprio il fatto di tornare a valorizzare il contributo umano nella nostra vita, le cose che possiamo fare gli uni per gli altri, la rete di persone che ci circondano direttamente. rifocalizzarci sul mondo "piccolo" che sta intorno a noi, reinserirsi in quella dimensione locale senza necessariamente cadere sempre in mano alle grandi multinazionali che succhiano via tutta la linfa vitale dalle nostre comunità. andare a prendere il pane dal panificio in piazza tornando a casa dal lavoro, scegliere di non buttare gli stivali della scorsa stagione, ma portarli dal calzolaio, che con dei lacci nuovi qualche riparazione e una lucidatura probabilmente sono ancora buoni per qualche anno. comprare il giornale la domenica mattina e andarlo a leggere al baretto dietro casa, magari con il pretesto fare quattro chiacchiere con le persone. andare al cineforum, al teatro, alla galleria d'arte indipendente che nemmeno sapevi esistesse. tornare alle biblioteche, ai mercatini, ai club del libro, ai campetti di calcio abbandonati (e intendo proprio quelli che servono per giocare divertendosi, non quelli dove fare le competizioni o allenarsi sempre con la finalità di fare bene).
io credo che per sfuggire a questa alienazione che sembra pervadere ogni aspetto della nostre vite contemporanee dobbiamo rinfondere vita alle nostre comunità e per farlo dobbiamo tornare a dare valore a quello che possiamo fare gli uni per gli altri. dobbiamo ricordarci che viviamo per questo, per trovarci, per condividerci.
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illsadboy · 1 year ago
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Quante cose si possono capire dalla spazzatura di una persona…
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Dite no alla droga anche se vi da una delle sensazioni migliori al mondo, ma vi rovina la vita in un attimo senza che ve ne rendiate conto! Il gioco non vale la candela.
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un-intruso-nel-mondo · 7 months ago
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Tra poco avrò 26 anni e spero tanto di poter vivere ancora a lungo e anche se ho ancora tanto da fare in questa vita, persone da incontrare sul mio cammino, una cosa è certa: nessuna persona mi deluderà mai come lei, nessuna. Sono arrivato al punto di odiare, disprezzare (e tante altre cose) questa persona. Tornassi indietro di quasi un decennio, avrei fatto di tutto per evitare di conoscerla.
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zero0virgola0 · 7 months ago
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Comfort zone delle cose da dire dopo i 30 anni
Arriva, così come arrivarono i brufoli, le mestruazioni, i primi amori, quel momento in cui l'adolescenza finisce e l'età adulta incombe come un avvoltoio. All'improvviso ti trovi a parlare di lavoro, famiglia, figli, insomma tutta una serie di argomenti che fino al giorno prima sentivi solo come rumore di fondo, sull'autobus o in metro. I primi giorni possono essere difficili: non trovare le parole giuste può causare dei momenti di imbarazzo ma salvate questo post, imparate a memoria 3 o 4 frasi e vedrete che riuscirete a cavarvela e a passare come gente "matura"
"i maschi assomigliano sempre più alla madre e le femmine al padre" Questo dogma può togliervi d'impaccio quando vi viene presentato/a il primo figlio di una coppia di vostri amici. Considerando che il 93% dei bambini fino ai 3 mesi è molto brutto, con questa frase inconstestabile potrete uscirne alla grande senza offendere nessuno
"preferisco sempre un bambino sia vivace piuttosto che vederlo incollato al telefonino". Se il pargoletto che i vostri amici vi presentano ha 3 o 4 anni e dimostra già di essere una testa di cazzo, questa frase vi garantisce una figura da signori. Anche se istintivamente avreste voluto mollare una cinquina a mano aperta su quel piccolo coglione che continua a darvi calci e a toccarvi con le mani appiccicose
"se tornassi indietro anche a me sarebbe piaciuto imparare uno strumento o una lingua da piccolo" Questa bugia vi tornerà utile quando i novelli genitori vi stanno frantumando le palle dicendo che stanno pensando di iscrivere il proprio pargolo a scuola di inglese o di musica. Questa malattia è ormai diffusissima, ma spiegare il perchè può richiedere tempo e fatica. In realtà non finirò mai di ringraziare i miei che non mi hanno mai obbligato a passare i pomeriggi in orribili accademie di lingua dove la professoressa, nella più rosea delle opzioni, era un'ex tossica che era fuggita dal Regno Unito negli anni '80.
"alla fine abbiamo sempre questa smania di visitare qualche città europea quando invece dovremmo prima conoscere le bellezze del nostro Paese" Quando la coppia che avete di fronte ha fatto la cazzata di spendere migliaia di euro per sposarsi, altre migliaia di euro per comprare un appartamento piccolo come la mia moralità, altri mille mila euro per iscrivere il figlio alla scuola di inglese (vedi punto 3), per giustificare il fatto che, non avendo più soldi, sono costretti per il terzo anno di fila a passare le uniche due settimane di vacanza in un appartamentino orribile della costa adriatica/ligure/ionica che sia, allora, invece di gridargli "cogliooooni noi ce ne andiamo allo Sziget", fate un sospiro e sciorinate quanto leggete al punto 4. Il successo è garantino e la coppia vi adorerà.
"non vedo molte serie in generale, più che altro perchè altrimenti poi ci vado sotto, ma questa me la segno" Piuttosto che spiegare a due ritardati perchè non vedrete mai l'ennesima serie televisiva di merda prodotta da Netflix, invece che sciorinare ore e ore di spiegazioni sul perchè i film siano nettamente migliori che qualsiasi serie televisiva, del perchè avete visto solo serie tipo Twin Peaks e Boris, meglio tagliare corto e uscirne con stile ed eleganza.
"i cani sono più affettuosi, i gatti magari di meno, ma forse sono più autonomi" Quando la vostra fantastica coppia di amici vi fa conoscere il gatto/cane che hanno adottato/acquistato per far fronte a una crisi ormonale/generazionale, fate lo sforzo di accarezzarlo ma capisco (davvero) che sia troppo difficile dire "oddiochecarino". Quindi piuttosto che mentire, potete affidarvi a questa sempiterna banalità.
"mi piacerebbe tantissimo avere un animale a casa, ma siccome sono creature che rispetto e che hanno bisogno di tanta cura e amore, ho il timore che non abbia tutto il tempo che queste meravigliosi animale necessitano. Per cui preferisco non avere animali piuttosto che ignorarli" Se la discussione al punto 6 va avanti, certamente vi si chiederà se avete animali a casa o se avete intenzione di prenderne uno. La risposta al punto 7 è davvero incontestabile e vi garantisce un aurea di santone, amante degli animali che neanche Licia Colò
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bluefulgensita · 2 years ago
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Come Latte Versato
//cw prodotti caseari, allusioni al sesso
Tra vera realtà e finta finzione, qual è la reale differenza?
Entro. In grande e composta foga, riposo il cappotto dove più è comodo. Lavare le mani è necessario, ma non serve. La mente pensa, il braccio agisce.
Quanto amore nello svitare un tappo. è lì, pronto ad essere usato per tutta una vita. E con rispetto repentino, quasi serpentino, lo si apre. Pronto per essere riavvitato in chiusura.
La prima volta è vergine, il tappo. Bisogna rompere il sigillo per arrivare al piacere. Quanta gioia in quel gesto. I polpastrelli si muovono incantati, senza seguire i crucci della mente. Trovano subito il punto giusto. è un luogo innato, una verità sola, un tepore vero quello del tatto di un sigillo d'alluminio. Non può altro che esistere - e smettere di farlo. Il firmamento gli ha dato un compito, quello di morire. E ha vissuto per farlo. In uno strappo animale, tutte le sue gioie si infrangono senza pietà. Un'ultima, prima carezza letale. Unica vera gloria, per il sigillo, è dare un ultimo sguardo al bianco nettare - uno sguardo finalmente vero, attraverso l'altra metà della sua luna. Quanto buio il mondo, visto da un sigillo.
L'indice sfiora il collo della bottiglia, che come un'amante, suda. Non conosce la verità di quell'indice - ma effonde comunque il suo piacere. C'è dell'amore, in quella sua nuova nudità. Amore vero. C'è amore vero in quella servitù bianca, pronta, vissuta. In quel momento, la bottiglia sa. La bottiglia sente. La bottiglia vede. Il contenuto di tutto il suo io - famiglie e famiglie di bovini che hanno sudato, amato, perito come lei - è vero. Quella verità è percepita. Conosce, la bottiglia, il vero peso della sua anima - ne concepisce la misura. Mezzo litro non basta per descrivere un'anima. Tuttavia, suda, ama, e perisce con vera e pronta gioia.
Il latte fluisce allegro nel bicchiere. Non conosce calici, quindi quel cilindro è per lui tale. Manca un nulla al tutto di un biscotto. Quanto tutto, in un biscotto. Riso, uova, zucchero? Gli ingredienti non bastano a narrare la sua storia. Non bastano ad illustrare la sua natura. Quel che possono, quegli ingredienti, è realizzarsi - e lo fanno in un bagno del loro stesso sangue, in una piscina di bianca verità. Il latte gli dà il benvenuto. Quanto tutto, in un biscotto. Tutto dà, tutto prende. Benvenuto, bentornato. Un benvenuto è per sempre, in un bicchiere di latte.
Assorbire è una parola bizzarra. Da cosa credi di sorbire? Sei tu a succhiare tutto il latte, o è il latte a realizzarsi in te? Sei tu a tuffartici, o sono dita che conoscono solo amore a inzuppartici? C'è violenza nell'amore. C'è violenza nel sorbire, dal sorbito, al sorbito. C'è amore in quel gesto di zero e tutto.
La morte crea. La mente brama. Le labbra, inumidite, godono. In quel tutto c'è amore. Rispetto, gioia. Violenza, buio. Allora trema, a quel disgusto. Trema. Perché tu, tu hai assorbito, tu hai amato, tu hai sudato e perito. Tu sei il latte che hai bevuto, il tutto che hai consumato. Tu crei, ami, distruggi, vivi, muori e muggisci, senti e subisci. Tu sei lo zero nel tutto.
Allora abbi simpatia, dinanzi a quel brivido. Perché tu, tu hai assorbito, tu hai amato, tu hai sudato e perito. Tu sei il latte ch'è stato bevuto, il tutto consumato. Tu sei il creato tutto, tu che sei amato e distrutto. Sei la vita che ha muggito, la morte che ha subito. Tu senti il tutto avvolto all'interno di quello zero.
C'è verità nel latte versato.
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palmiz · 8 months ago
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Ricordi e Riflessioni.
Molti anni fa, da giovincello, quando ancora avevo tutti i miei sogni, le famose "farfalle nello stomaco", credevo ancora ciecamente nell' innamoramento e avevo tutte le mie sane fantasie su un rapporto di coppia gaio e duraturo nonostante alcune botte già prese, mi ritrovai a parlare di donne con un collega ben over 50.
Bè, lui molto più disfattista, ma si riteneva anche molto realista e diretto sull' argomento.
Vuoi per l'età, vuoi per 2 lunghe storie andate male, mi esordisce con delle affermazioni e discorsi che per come vedevo ancora le cose non condividevo per niente:
"Rapporti fissi con le donne anche basta; troppo complicati, un continuo discutere e mediare su tutto, sempre al limite della sopportazione quotidiana, un continuo adattamento ad umori , esigenze, bisogni e abitudini che mutano, specialmente quando i rapporti cominciano ad avere qualche lustro."
Facendola breve e concisa, il suo rimedio:
" la prossima, se proprio ne vale la pena, al massimo come ospite a casa mia, ma poi ogniuno a casa propria, con le proprie esigenze e abitudini, se le sta bene bon, sennò pazienza, nel frattempo, se proprio devesse venirmi l'ispirazione, pago, mi faccio un oretta di divertimento e sfogo ben coccolato, nessuna ansia da prestazione, nessun ocio de qua, ocio de la, nessuna toccatina sbagliata, parola sbagliata, nessun coinvolgimento e sbattimento pre e dopo; esco, e tranquillamente rilassato me ne torno a casa mia dai miei libri e dai miei gatti.
Al chè, io prima gli risi in faccia, rimanendo anche abbastanza contrariato da un tale atteggiamento e ragionamento visto come la pensavo, ma lui:
" guarda, vista la tua giovane età, è giusto come la pensi, con tutti i tuoi sogni, speranze e desideri, ma quando arriverai alla mia età, ricorderai questa discussione e capirai" ...
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libero-de-mente · 10 months ago
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La Nebbia
Sono uscito di casa prestissimo questa mattina, ho ritrovato una cara vecchia amica che da qualche inverno non vedevo più. La nebbia.
Devo dire che la nebbia l'ho rivalutata nel corso degli anni, magari non apprezzo quella intensa che non ti fa vedere a un palmo dal naso, però quella che ti permette di avere una visuale di qualche decina di metri non è male.
Ti obbliga a essere prudente, a non correre, ma non ti fa salire l'ansia del muro impenetrabile.
Così anche alla vista mi limita la visualizzazione della gente. Sembra che ce ne sia di meno in giro.
Un po' la nebbia comincia a piacermi, mi sta simpatica.
Piangere sotto la pioggia, urlare durante un tuono, danzare al buio nella notte più scura oppure la neve che attutisce i rumori e ti dà la pace del silenzio ovattato, sono tutte cose che la natura mette a disposizione di noi umani. Quando non riusciamo a trovarci uno spazio discreto per dar sfogo ai nostri sentimenti o alle emozioni.
Con la nebbia è diverso, pensi di essere avvolto in un manto protettivo e così ti lasci andare a una smorfia, un breve pianto o anche a stringere i pugni e sussurrarti "ce la farò". Ed è in quel momento che dal manto nebbioso spunta lui, il tipo che passava di lì e ti chiede "Tutto bene?"; Oppure "Serve aiuto?".
No, non è proprio così, generalmente il tipo o la tipa che passa ti squadra con la vista e accelera il passo, proprio per non farti queste domande. Perché in realtà non gliene frega nulla, sai i casini che c'ha di suo nella vita?
Però muoversi in un ambiente dove non ti senti solo, ma neanche oppresso dalla moltitudine, non è male.
Potesse la nebbia calare anche su alcuni miei pensieri, racchiudendoli delicatamente e isolandoli dalle riflessioni che affollano la mia mente. Che nella mia testa c'ho una Via Lattea di pensieri.
La nebbia non la dobbiamo temere, basta pensare che dietro lei esiste il sole oppure uno splendido cielo stellato, e come arriva sempre se ne andrà. Portando via le nostre angosce.
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uno-spazio-nell-oblio · 1 month ago
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COMMUNITY APPENA CREATA
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📞 Telefono Amico: 800 240 425
🌐 Telefono Rosa: 1522
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comunicatistampablog · 11 months ago
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Bobby solo contro la guerra: “Mondo dove sei”?
Le sfogo e le riflessioni del rocker italiano, sulla situazione complicata del mondo Roma, 12 dicembre 2023 – È uno sfogo accorato e profondo di Bobby Solo contro le guerre, e una riflessione sulla situazione complicata che siamo costretti a vivere in questo periodo. Il famoso rocker italiano, amato in tutto il mondo, vincitore di due Festival di Sanremo, compositore, chitarrista e cantante, ha…
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illsadboy · 2 years ago
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I preti non si sono mai sposati e ci spiegano il matrimonio, come i politici che non hanno mai lavorato ci spiegano il lavoro. Questi ultimi sarebbero da inserire in un Reality show. Dargli uno stipendio di 1.200 euro al mese se va bene, 2 figli, il mutuo della casa e le rate della macchina da pagare. Dopodichè gli aumentiamo la benzina, le bollette di Luce e Gas, l’autostrada, i biglietti per i trasporti e li mandiamo in pensione a 70 anni. Il Reality Show potrebbe chiamarsi “Provaci Tu”
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reborn3108 · 1 year ago
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IL DIALOGO NELLA COPPIA: PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE?
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La comunicazione è un elemento fondamentale per lo sviluppo e la vita relazionale.
Il neonato lasciato a se stesso è destinato a morire psicologicamente ed emotivamente.
Dopo il superamento del trauma della nascita, il bambino con l'accudimento si apre al mondo e agli altri senza paura.
L'aprirsi alla vita, alla crescita avverrà solo con il maternage.
Vi sarà il superamento della fase depressiva solo se avrà accanto dei genitori amorevoli e accoglienti.
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Con la comunicazione e il dialogo anche la coppia cresce nonostante le molteplici diversità.
Ogni persona proviene infatti da famiglie d'origine con stili educativi e abitudini differenti.
Per creare quindi una coppia armoniosa e forte occorre lo scambio di pensieri, idee, riflessioni, emozioni.
Lo scorrere del tempo richiede alla coppia un continuo lavoro di adattamento per superare le inevitabili crisi, difficoltà e vicissitudini appartenenti al ciclo di vita.
È un continuo lavoro di mediazione, disponibilità, amore e accoglienza. È attraverso lo scambio che avviene l'arricchimento reciproco.
Quando la comunicazione diminuisce, il dialogo è assente, vi è impoverimento della coppia e di se stessi.
La coppia rischia di morire ripetendo gli stessi schemi, le stesse routine per mancanza di attenzione all'altro.
È opportuno esserci nella coppia in modo autentico con il nostro ascolto, le nostre parole, i nostri pensieri, le nostre emozioni.
L'altro è sostegno, aiuto, forza nei momenti di bisogno e di difficoltà. Uno sguardo, una parola rappresentano allora conforto e sollievo.
La scarsa fiducia, la disistima, la svalutazione dell'altro creano chiusura, tristezza, abbandono, sconforto, depressione, rinuncia; a volte ci inducono alla fuga, alla rottura della relazione.
La diversità di opinioni è frequente, occorre tuttavia individuare un punto d'incontro. Lo scontro non rappresenta la regola relazionale. Il dialogo dev'essere costruttivo, non distruttivo.
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COME RELAZIONARSI ALLORA?
Il linguaggio verbale assertivo è sicuramente uno strumento importante di dialogo costruttivo.
La comunicazione non verbale e linguaggio del corpo fatto di piccoli gesti, comportamenti, attenzioni è altresi fondamentale.
Non è dialogo lo sfogo fine a se stesso, l'accusa, l'aggressività, la possessività e la gelosia che soffoca l'altro nel proprio spazio vitale.
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micro961 · 1 year ago
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Alessandronome -Tutto di me
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il nuovo singolo dell’artista
Da venerdì 2 giugno disponibile su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo di Alessandronome “Tutto di me”.
Tutto di me è un viaggio all'interno della coscienza dell'autore, uno sfogo lucido sulle emozioni e le sensazioni che lo portano a raccontarsi in modo semplice ma sincero. Alessandro Dallolio, in arte Alessandronome, è un artista di origini bolognesi classe 2001. Inizia ad ascoltare musica fin da molto piccolo avvicinandosi e facendosi influenzare molto dalla musica anni 70 e 80, in particolare dalle sonorità disco e smooth pop. Comincia il suo percorso di espressione musicale grazie ad una delusione d’amore che diventerà quindi l’incredibile trampolino personale per un percorso fatto di emozioni e riflessioni.
Isabel Zolli Promotion Agency Sede Operativa: via Simone De Saint Bon 47 – Roma
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personal-reporter · 2 years ago
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Bepi Mazzotti, il narratore delle ville venete
Un uomo che dedicò tutta la vita all’arte e la cultura del Veneto… Giuseppe Mazzotti nacque a Treviso il 18 marzo 1907 e, dopo aver frequentato l’Istituto tecnico-matematico Riccati, si iscrisse alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova, senza però terminare gli studi. Bepi, come lo chiamavano tutti, iniziò a seguire i corsi della Scuola libera del nudo all’Accademia di Belle Arti a Venezia, allo scopo di dare libero sfogo alla propria creatività, al punto da intraprendere una breve carriera di pittore. In quegli anni entrò in contatto con alcuni dei protagonisti della vita culturale trevigiana, come Arturo Martini, Gino Rossi, Toni Benetton, Juti Ravenna, Sante Cancian, Arturo Malossi e gli scrittori Giovanni Comisso e Dino Buzzati, con il quale condivideva la passione per le Dolomiti e lo spinsero ad impegnarsi come critico d’arte. Dal 1927 al 1942 Mazzotti fu il responsabile delle Mostre d’arte trevigiana e nel dopoguerra curò l’organizzazione di importanti mostre sia in Italia che all’estero, tra cui la prima personale del pittore Gino Rossi nel 1933 e, nel 1967, la rassegna dell’opera di Arturo Martini. Il suo debutto come scrittore fu,  nel 1931,  La montagna presa in giro  e alle montagne dedicò poi La grande parete del1938  e Introduzione alla montagna del 1946. Tra i numerosi interessi del Mazzotti, non va dimenticata la fotografia e, come disse nell’introduzione al volume Immagini della Marca Trevigiana,  edito nel 1957, non si considerò mai un artista né un professionista, limitandosi ad utilizzare la macchina fotografica come strumento di documentazione. I suoi scatti, dal grande potere comunicativo, contribuirono in maniera fondamentale a catalogare le bellezze del territorio. Bepi scrisse un gran numero di articoli e saggi per giornali e riviste sui temi a lui più cari, tra cui arte, enogastronomia, artigianato, turismo e tradizioni popolari, inoltre  anticipò molte delle attuali riflessioni sui musei etnografici e dedicò gran parte della sua esistenza a mostre sull’arte popolare, sui castelli veneti e su altre tematiche di grande spessore storico-artistico. Per l’impegno profuso, Mazzotti fu insignito del Premio Città di San Liberale, riservato ai cittadini trevigiani benemeriti. Bepi Mazzotti morì a Treviso il 28 marzo 1981 a 74 anni, lasciando una scia di cordoglio e commozione nel mondo culturale italiano. Già poco dopo la sua scomparsa ci furono una serie di iniziative e premi in suo nome, che continuano ancora oggi,  grazie alla collaborazione tra la Fondazione Giuseppe Mazzotti per la Civiltà Veneta di Treviso e l’Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti, che ogni novembre raduna a San Polo di Piave vecchi e nuovi amici di Bepi. Read the full article
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