#nel mondo che vorrei
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che poi anche se penso al mio amato nonnino, che ha faticato tantissimo nella sua vita con un lavoro che a molti sembrava modesto, mi è sempre sembrato dai suoi racconti che perlomeno all'epoca ci fosse un senso molto esplicito di essere parte di qualcosa, di equilibrio. cioè il discorso era: "il modo in cui lavori/lo sforzo che dedichi alla tua professione" -> "quello che il tuo lavoro di rende/l'impatto che ha sulla tua comunità". invece oggi sembra tutto vano, tutto uno spreco di energie senza fine, e alla fine siamo tutti drenati e uccisi dentro, senza neanche sentirci "protetti" gli uni dagli altri, o insomma come se ci fossero altre persone che si prendono cura di noi così come noi ci prendiamo cura di loro. è tutto defocalizzato rispetto al vivere collettivo. facciamo, facciamo, facciamo e buttiamo il sangue nella speranza di vivere una vita dignitosa e magari pure soddisfacente (magari), ma siamo senza speranza, perchè vediamo questo obbiettivo essere sempre più faticoso e perchè ci sentiamo abbandonati da tutto e da tutti. e a quel punto ci facciamo risucchiare da quella mentalità iper produttiva e senza cuore per il solo scopo di non finire schiacciati o di non essere fra quelli che inevitabilmente verranno lasciati indietro. e così facendo lasciamo gli altri indietro e diventiamo sempre più distaccati e disconnessi e qualcosa dentro di noi si spezza.
io penso che l'antidoto a questo sciupìo di umanità sia proprio il fatto di tornare a valorizzare il contributo umano nella nostra vita, le cose che possiamo fare gli uni per gli altri, la rete di persone che ci circondano direttamente. rifocalizzarci sul mondo "piccolo" che sta intorno a noi, reinserirsi in quella dimensione locale senza necessariamente cadere sempre in mano alle grandi multinazionali che succhiano via tutta la linfa vitale dalle nostre comunità. andare a prendere il pane dal panificio in piazza tornando a casa dal lavoro, scegliere di non buttare gli stivali della scorsa stagione, ma portarli dal calzolaio, che con dei lacci nuovi qualche riparazione e una lucidatura probabilmente sono ancora buoni per qualche anno. comprare il giornale la domenica mattina e andarlo a leggere al baretto dietro casa, magari con il pretesto fare quattro chiacchiere con le persone. andare al cineforum, al teatro, alla galleria d'arte indipendente che nemmeno sapevi esistesse. tornare alle biblioteche, ai mercatini, ai club del libro, ai campetti di calcio abbandonati (e intendo proprio quelli che servono per giocare divertendosi, non quelli dove fare le competizioni o allenarsi sempre con la finalità di fare bene).
io credo che per sfuggire a questa alienazione che sembra pervadere ogni aspetto della nostre vite contemporanee dobbiamo rinfondere vita alle nostre comunità e per farlo dobbiamo tornare a dare valore a quello che possiamo fare gli uni per gli altri. dobbiamo ricordarci che viviamo per questo, per trovarci, per condividerci.
#sfogo#scusate#io e i muri di testo siamo grandi amici#mio#comunità#riflessioni#pensieri#qualità di vita#vita#lavoro#società#mio post#questo discorso non ha colore politico#però si vede che non sono di destra vero?#nel mondo che vorrei#la vita sarebbe più semplice perchè nessuno sarebbe mai solo
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sono così forte e calmo e comprensivo (ho visto un post di unə english speaker in cui scriveva spalletti con una l e mi è venuta un'irrazionale voglia di prenderlə a testate ma invece ho respirato e sono passato oltre)
#è un mio enorme pet peeve. quando la gente sbaglia le doppie nei nomi italiani cjfkfbkgn#poi nel senso riesco a dirmi calmati non è la fine del mondo quante volte si sbaglia lo spelling in lingue che non si conosce#però l'istinto purtroppo è di lanciare una madonna che mi sentono dall'america#(in questo caso non era unə americanə ma loro la fanno spesso sta cosa. also vorrei precisare che parlo dello scritto non a voce)#lungi da me pensare che tuttə debbano essere perfetti nella mia lingua per carità è solo che dio santo sono nomi di gente famosa che conosc#che ti costa azzeccare la doppia l HKVKFBKDVJ#basta come ho detto. passo oltre.#nico rambles
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sarà anche solo un sogno ma se davvero portassimo hummels la nostra davvero diventa la difesa + bellissima d’europa ragazzu
#C’È INTERESSE? PORTALO BEPPE#benji teo e hummels trovatemi una difesa + principesca di questa attendo#nel mondo che vorrei il razzista sarebbe con la valigia in mano#non accadrà ragazzu ho sognato un secondo#lo so che non è futuribile e tutto ma tanto mica sono dirigente
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#ennesima domenica passata a pensare a giorgio la pira alla fuci alla dottrina sociale della chiesa all'impegno cattolico in politica#qui non ne parlo mai ma è un argomento che mi sta molto a cuore (e su cui so di essere ancora molto ignorante)#e ultimamente mi capita abbastanza spesso di guardare alla situazione politica italiana odierna e di essere presa un po' dallo sconforto#non è nostalgia fine a se stessa però se penso alla caratura umana (e cattolica) di quel gruppo di figure politiche...#temo difficilmente riuscirà a ripetersi/riproporsi; è cambiato il mondo è cambiata la politica forse è cambiato il modo di essere cattolici#ormai i cattolici veri (e non di facciata!!) in politica sono pochi e nascosti#oppure sono ''lontani dai giochi'' come mattarella oppure si scopre questa parte di loro solo se muoiono tipo sassoli#e questa tensione politica (nel senso di ''verso la polis'') vorrei applicarla a scuola/nell'insegnamento però mannaggia se è dura#non ho una risposta né una soluzione né una riflessione granché coerente. solo molti pensieri che mi ribollono spesso in testa.#me#politics#italian stuff
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In un mondo dove le anime sembrano fluttuare senza ancore, come foglie portate dal vento capriccioso, mi ritrovo a vagare tra le ombre dei miei desideri e delle mie paure. Oh, quanto anelo una compagna le cui virtù risplendano come gemme rare, e il cui cuore sia un giardino segreto, accessibile solo a chi possiede la chiave dell'amore vero e incondizionato.
Non cerco una figura effimera, una creatura che si disperda nel caotico turbinio delle notti moderne, dove la passione è spesso scambiata per mero capriccio, e la fedeltà è un concetto relegato ai sognatori. No, il mio spirito brama qualcosa di più sublime, un connubio sacro tra due anime che si riconoscono e si scelgono nella vastità dell'universo.
Immagino una donna il cui sguardo sia un riflesso delle stelle, e il cui sorriso possieda la dolcezza del miele. Una compagna la cui grazia non sia macchiata da incontri fugaci, ma che invece custodisca nel suo petto un amore puro e inalterabile. Nei suoi occhi vorrei scorgere la promessa di un domani in cui le nostre vite si intrecciano con la forza delle radici secolari, resistenti a ogni intemperie.
In lei, cerco la delicatezza di un fiore di campo, la cui bellezza risiede nella sua semplicità e autenticità. Il suo cuore, spero, sia un santuario di fedeltà, dove ogni battito è per me un canto di devozione eterna. Voglio che ogni suo gesto, ogni suo respiro, sia un inno alla nostra unione, un testamento della sua scelta irrevocabile di camminare al mio fianco, nonostante le tempeste che la vita possa scatenare.
Desidero una musa la cui purezza d'animo sia un faro nel buio, una compagna che non si lasci corrompere dalle lusinghe effimere del mondo. La sua integrità deve essere un monolito inamovibile, e il suo amore, una fiamma che arde con intensità inestinguibile.
Oh, quanto sarebbe dolce perdurare al suo fianco, immersi in una sinfonia di emozioni, dove ogni nota è un palpito del nostro amore sincero. Insieme, costruiremmo un universo parallelo, una realtà dove il tradimento è un concetto sconosciuto, e la lealtà è il nostro vessillo.
Così, in questa ricerca di un amore così puro e prezioso, mi lascio guidare dal cuore, sperando che un giorno le nostre anime si incontrino e si riconoscano, dando vita a una storia che sfida il tempo e le convenzioni, un racconto scritto con l'inchiostro dell'eternità.
#citazioni#compagnia#distanza#frasi famose#frasi pensieri#mancanza#nuove amicizie#pagine di libri#sentimenti#tristezza
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Lettera aperta a tutti quelli che che mi hanno conosciuto.
Passano gli anni ma mi rendo conto che chi sta meglio di me in realtà sta peggio.
Persone che ho sempre voluto vedere felici, che mai avevo visto nemmeno di persona, hanno cercato di usarmi pensando fossi ingenuo, ma la bontà non è sinonimo di ingenuità, di debolezza, io ho aperto le porte a chiunque, perché dentro non smetterò mai di abbandonare quel bambino che sono stato, che condivideva anche i sorrisi che non aveva per sé stesso, ma che non avrebbe passato la notte se avesse saputo che il suo “amichetto/a” il giorno dopo avesse avuto il broncio.
Perché siete “cresciuti” dando spazio all’odio?
Perché anziché promettere ad altri non promettete a voi stessi di ritrovarvi?
Di guardarvi dentro una volta tanto, e affondare nel male che avete condiviso con me, anziché condividere quella parte di “esseri umani” che era ancora insita in voi?
Se foste stati di parola, come a quegli anni, non mi avreste mai abbandonato, così dicevate.
Vedere lasciare soffrire una persona non rientrerà mai nei mei pensieri, anche se fosse qualcuno che, come successo fino all’altro ieri, ha fatto di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote, no, perché so che anche il peggiore ha dentro qualcosa di positivo da condividere con chi gli sta accanto, solo che non lo sa, ma anche se fosse, non ci proverebbe minimamente a mostrarlo, l’egoismo è letale.
Parto sempre dal presupposto che non ho lezioni da dare a nessuno, sono anni che passo muto ad osservarvi, non ho mai commentato una virgola, chi sarei per farlo?
È proprio per questo, che ho preso in mano una penna e ho iniziato a sfogare tutto ciò che avevo dentro, quello che avrei voluto dirvi, ma sarebbero stati guai a raccontarvi quello che provavo, perché un consiglio oggi è visto come una condanna.
Eppure vi ho sempre lasciato sfogare con me, vi ho sempre ascoltato, anche quando ne avevo le palle piene, avevo i problemi a casa con mia mamma e la sua maledetta malattia, io per anni non sono esistito per voi, ma non me ne vergogno, ho ammesso anche io i miei sbagli, ho chiesto scusa, anche quando non non mi andava di farlo, e soprattutto quando non c’era motivo per scusarmi, ma pensavo: “Magari domani sanno che potranno sfogarsi nuovamente con me, si sentiranno più liberi dal peso che questa società ci scaglia addosso”.
Quanto male mi son fatto!
Ma rifarei di nuovo tutto, vi verrei di nuovo incontro, vi vorrei vedere sorridere solo a sentirmi parlare, vi vorrei tutti più uniti, come da piccoli ricordate?
Non c’era bimbo/a che stesse solo.
Perché qualcuno andava a recuperarlo, anche a costo di restarci solo assieme.
Ma abbiamo dimenticato, come si dimentica la storia, stessa identica cosa.
Di voi ricordo ciò che dicevate tutti: “Mattia non cambiare non diventare come gli altri, hai qualcosa in più che non riuscirò mai a spiegarti”, questa frase me la ricordo ogni mattina quando mi sveglio, da quanti anni ormai? Troppi.
Permettetemi una domanda?
Perché voi siete cambiati?
Per piacere a gente che poi vi ha fatto lo stesso gioco che avete fatto con me?
Perché farsi del male da soli?
Perché arrivare a non guardarsi più in faccia?
E poi c’è ancora qualcuno che pensa di cambiare il mondo?
Sì, uno ce n’era, il sottoscritto, ma non voleva cambiare il mondo, solamente la sua generazione, il mio sogno più grande, che continuerò anche se con molto sconforto, a portare avanti, “UNO CONTRO TUTTI”, chissà se ora qualcuno, capirà/collegherà tante mie frasi passate a cosa fossero collegate.
Siete riusciti a darmi contro per una canzone su ciò che ho vissuto sulla mia pelle, e sono stato zitto, scendeva una lacrima, ma stavo zitto, so che qualcuno ancora l’ascolta e sappiate che vi leggo spesso nei commenti, e mi fa sorridere il fatto proprio da chi mi “odiava” ingiustificatamente alla fine è finito a farmi i complimenti, ma no, io non voglio queste cose, voglio solo capire perché un giorno disprezzate e l’altro apprezzate una persona come nulla fosse, ma non sapreste spiegarmelo, ne sarei sicuro.
Io ho tanti di quei testi scritti negli ultimi anni, che spesso mi faccio paura da solo, non mi rendo conto di quanti ne scrivo, di quante cose il cuore comunica alla mano che spesso trema, come non volesse accettare quelle cose, ma deve, dobbiamo, accettare tutto in questa vita, ma io in primis non vorrei mai.
Come non ho mai accettato le malattie di mia madre, la morte degli unici amici che avevo fin da quando ero adolescente, che sono gli angeli in terra che hanno evitato quel pensiero maledetto che avevo di togliermi la vita…ma qui mi fermo, perché ognuno di noi non accetta il passato, quindi si blocca, respira, e sa, che se continuasse a pensare a tutto ciò, prima o poi sarebbe lui stesso ad andarsene.
Purtroppo la rabbia generata dalla mia generazione, da chi è passato per la mia anima, e dai quali ho voluto assorbire, pur di evitare di vedervi soffrire ancor di più, mi ha ucciso dentro.
Voi tutti qui, fuori da qui, avete visto Me per quel poco che mi è rimasto da far vedere esteriormente, con un maledetto sorriso che non farò mai mancare a nessuno, gentili o meno che siate con me; quelle poche volte che stavo al centro estivo le animatrici mi dicevano che un mio sorriso giornaliero, era la carica per tutti i ragazzi dello staff, e chi sono io per tenere musi?
Dentro non esisto più, da anni, ma sto cercando di recuperarmi, pezzo per pezzo, forse non mi basterà il resto della vita, ma voglio ritrovarmi anch’io.
Il “numero uno” non esiste, qui dietro al mio essere, c’è solo tanta fragilità, tanta voglia di donare amore, un po’ di spensieratezza, anche se momentanea, di rialzare chi è a terra e spronarlo a rigenerarsi, assieme, mai da soli.
Questa società c’ha fatto sbranare fra di noi, fatto credere che uno potesse essere meglio dell’altro, che potesse avere tutti ai suoi piedi, e noi ci abbiamo creduto, dai più piccoli ai più grandi, passando da un social alla vita reale, visto che ormai non c’è più differenza fra quest’ultime.
Voglio essere sincero con me stesso fino all’ultimo, anche a costo di perdere qualsiasi cosa ma mai la dignità, quindi risponderò a semplici domande che mi son state fatte negli ultimi anni, alle quali non ho mai voluto dare risposta.
Cos’è l’amicizia?
Puro opportunismo.
Cos’è l’amore?
A 16 anni ti avrei risposto, quello che ha verso di me mia madre, piange, urla *silenziosamente* dai dolori, passa settimane a letto, ma rinasce quando mi vede felice, anche se solo per un giorno.
Oggi?
La stessa cosa.
Il significato del termine “amore” mi ha aperto gli occhi mentre pensavo inconsciamente di viverlo, ma andando avanti si inciampa negli errori degli anni passati, e l’amore per giunta non è mai stato amore, è sempre quel qualcosa con una data di scadenza, una parola inventa per stupire un pubblico di creduloni, sii sincero, per quante forme possa avere l’amore, come può essere chiamato tale, se siamo nati con l’odio e il disprezzo reciproco dentro?
E tu come ultima cosa mi hai domandato perché scrivo?
Perché tutto ciò chi mai avrebbe avuto il coraggio di ascoltarlo?
Vi abbraccio con tutte le mie paure, spoglio di tutto ciò che negli anni non ho saputo tenermi stretto, consapevole che domani potrei non esserci più, e sicuro di aver raccontato tutto di me, perché l’oscurità non mi appartiene, e so di essere stato messo al mondo con uno scopo;
come ognuno ha il suo, io ho il mio, quello di far farvi splendere nel vostro piccolo, anche se per poco, assieme a me.
Chiudo mandando un abbraccio forte a mia mamma, il delfino che mi porto sempre in tasca da quando ero piccolo, per ricordarmi che non sono mai solo, anche nei momenti più disperati, mio padre, che nonostante le voragini d’incomprensioni conta su di me, per i vostri sacrifici, mi metto dalla vostra parte e riconosco tanti miei errori ingiustificabili, un abbraccio forte a tutte quelle persone che conosco e ho conosciuto che stanno passando dei brutti momenti, del resto non c’ha mai uniti così tanto il male quanto il bene…e a te che sei arrivato fin qui, l’unica cosa che chiedo sempre a tutti dopo un semplice ma per molti ormai banale: “Come stai”?! Ricordati di farti un sorriso appena puoi.
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Vorrei mancarti
E non te lo nascondo, vorrei mancarti quando ridi, quando sei triste o stanco, quando hai proprio tutto tranne che me e se te ne accorgi avverti un vuoto dentro. Vorrei mancarti quando fai tardi e quand'è troppo presto, perché tu capisca che essere fuori tempo è drasticamente importante anche per due come noi. Noi che, per quanto amore provassimo, non riuscivamo a non essere in anticipo oppure in ritardo su tutto: tu sui miei dubbi che risolvevi troppo tardi, io sui tuoi sorrisi veri che notava quando ormai si erano già spenti.
Vorrei mancarti quando la notte guardi la luna e senti che c'è qualcosa che non hai, che non hai più, che non sai se ce l'hai avuta mai. Vorrei mancarti quando sei in mezzo agli altri, altri che non hanno i miei occhi, che non sono me e che non mi somigliano nemmeno un po', e ti pesa, non te lo aspettavi, ma ti pesa.
Ti vorrei mancare quando tutta quella folla che hai intorno ti fa sentire solo al mondo, quando sei distrutto, sfatto, in discoteca da solo, oppure in compagnia nel letto.
Vorrei mancarti quando in piena notte ti svegli e allunghi il braccio per cercarmi.
Vorrei mancarti quando non sai che ti succede ma non ti va più di ascoltare la gente parlare, e vorresti solo spegnere il mondo e gettarti dentro ad una fotografia, quella che hai bene nella testa, di noi che ridiamo da tristi, di noi che sorridiamo da felici.
Io ti vorrei mancare perché significherebbe che t'è importato, che t'è importato tanto, che è stato doloroso ma incredibilmente speciale. Io ti vorrei mancare perché mi manchi. Più o meno tutto il tempo. E mancarsi, mancarsi in due, significa appartenersi.
#Dove non esistono gli addii#Dove non esistono gli addii citazioni#Dove non esistono gli addii citazione#Marzia Sicignano#Marzia Sicignano citazione#Marzia Sicignano citazioni#citazione#citazioni#citazioni libri#citazione libro#mancanza#mancare#frasi belle#pensieri#rapporto#amore#amicizia#riflessioni#frasi#narrativa#libri#addii#amori#amore finito
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Avete mai sentito la parola resilienza?
Vi siete mai chiesti perché in televisione, alla radio, perfino sui giornali c’è la moda dilagante di usare questa parola?
Tutti la usano. I politici la adorano. Addirittura l’hanno messa nel nome del piano di ripresa nazionale.
Ma sapevate da cosa deriva la parola resilienza? Cosa significa?
Resilienza è una parola presa in prestito dal mondo della fisica.
Ha resilienza un «materiale capace di assorbire continui urti senza rompersi. Restando intatto, inerte».
La plastica è resiliente.
La gomma è resiliente, non importa quanto la colpisci, resta sempre uguale. Il vinile è resiliente, sì quello che viene usato per le pavimentazioni.
Ecco come ci considerando in poche parole. In un mondo in cui le persone sono definite «risorse», «contribuenti», «consumatori», in cui le vittime prendono il nome di «perdite e costi umani», come nei bilanci aziendali, gli esseri umani devono essere resilienti appunto.
E fateci caso: flessibilità, adattabilità, resilienza, tutti aggettivi che vanno di moda nel mondo del lavoro, sono tutti presi in prestito dallo stesso mondo: quello delle pavimentazioni.
L’ho già detto ma lo ripeto: le parole non sono mai soltanto parole ma sono orizzonti.
Le parole che usi creano e definiscono il tuo mondo.
E allora lo dico, e lo dico a gran voce: al diavolo la resilienza. Al diavolo il «rider felice di percorre cinquanta chilometri in bicicletta per consegnare un panino». Al diavolo l’uomo macchina che più lo insulti, lo maltratti e lo metti sotto pressione, più si lascia scivolare tutto addosso.
Quando la vita picchia duro non rispondo con un sorriso ebete. Accuso il colpo. Ogni urto mi lascia una cicatrice addosso.
Ecco cosa vorrei dirvi: non lasciate che nessuno vi consideri come una cosa e non come una persona!
«Siamo persone, non tasti di pianoforte. Nessuno può schiacciarci per suonare la musica che piace a loro».
E ogni volta che sentite qualcuno parlare di resilienza, mandatelo gentilmente a quel paese perché quasi sicuramente sta facendo una cosa, e una cosa soltanto: vi sta trattando come un elettrodomestico e non come una persona!
- Guendalina Middei
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Spesso mi soffermo a cercare di capire le persone invece che di mandarle direttamente a fanculo, cerco di capire i loro stati d'animo, cerco di comprendere i loro gesti, le parole, gli atteggiamenti, ma invece dovrei fregarmene come fanno loro, trattarle come si meritano, cioè con un bel calcio nel sedere, ma non sono cosi. Forse perché do un peso alla parola ''amicizia'' o" all'amore" e, per me, è un valore inestimabile, si fa presto a dire amici o fidanzati, ma dopo è il tempo e le azioni che giudicano se davvero è quel sentimento o quel legame come si vuol dire, mi piacerebbe aprire il cervello di alcune persone e vedere se, all'interno, hanno un cervello o un ometto che balla la break dance magari con una canna in mano come in un famoso film, vorrei cercare se hanno dei sentimenti o se sono talmente pieni di sé stessi da passare sopra alla gente come un treno in corsa, ti riempie di balle, ti fa credere di essere pulito e limpido come un angelo ma alla prima che ti giri ti pugnala alle spalle! Ecco vedi caro\a il mio\a se vogliamo chiamarti cosi, leggi bene queste mie parole e cerca di farne buon uso, cerca di non far più quello che hai fatto a me, cerca di viverti la vita al meglio e lasciami vivere la mia, cerca di non guardarmi in faccia quando mi vedi, girami al largo per non farmi altro male, non cercare un discorso con me, non voglio sentire le stupide parole bugiarde di un falso ipocrita quale sei tu. Vedi la vita è fatta di scale , cè chi le scende, in questo caso tu, e chi le sale, come faccio io. Rimarrai sempre un nulla perché tutta la tua vita è fatta di innumerevoli e inutili bugie, ti circonderai di persone come te, false e ipocrite, perché solo quello sai fare, vai per la tua strada fatta di menzogne e di giochetti stupidi che io andrò per una via sicura e trasparente quale sono io. Non ho bisogno di raccontarti storie non ne voglio di persone come te. Non so che farmene di un ipocrita quale sei tu. Viviti la vita al meglio ma ricorda che il male che si fa alle persone ritorna tutto indietro come un boomerang, non sai quando e non sai come ma ritorna, troverai un giorno chi ti userà, ti imbambolerà di frottole, ti farà credere chissà che, ma l amara verità ti ferirà ed allora ti verrò in mente ma ti prego scacciami subito, non voglio passare nemmeno un lurido minuto in quel tuo mondo putrido.
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fosse per me comunque le città sarebbero pensate per essere tutte a funzione di pedone/ciclista + mezzi pubblici super ben tenuti e sicuri e puntuali e con controlli adeguati.
le auto solo nei circuiti appositi o per spostamenti lunghi fuori città in posti non ben collegati (penso a zone verdi da preservare e non intaccare con grandi infrastrutture tipo ferrovie ecc)
#la mia utopia#letteralmente nulla che amerei di più di tornare alle due di notte in una metro ben controllata dove non devo avere paura#di essere molestata o importunata#nel mondo che vorrei#non respirerei smog#città#vita urbana#mio post#utopie
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Il 23 novembre del 1991 Freddie Mercury annuncia al mondo di essere malato di Aids.
Lo fa con un comunicato, che recita testualmente:
«A seguito dell'enorme congettura sulla stampa, vorrei confermare che sono risultato positivo al virus dell'HIV e che ho l'AIDS. Mi è sembrato corretto mantenere questa informazione privata fino ad oggi al fine di proteggere la privacy di chi mi circonda. Tuttavia è giunto il momento in cui i miei amici e i fan di tutto il mondo conoscano verità. Spero che tutti si uniranno a me, ai miei dottori e a tutti coloro che nel mondo combattono contro questa terribile malattia. La mia privacy è sempre stata molto speciale per me e io sono noto per le mie poche interviste. Vi prego di comprendere il fatto che questa politica continuerà».
_Freddie Mercury_
Freddy Mercury morirà il giorno dopo
alle 18:48, moriva di broncopolmonite, una complicazione della malattia. Aveva 45 anni 💔
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Agenzia viaggi definitivi
- Benvenuto nella nostra agenzia di viaggi definitivi. - Buongiorno, io vorrei andare altrove. - Perfetto. Ha già in mente qualcosa? - Vorrei... non so. Partire? - Per dove? - Eh, ben quello il casino. - Non si preoccupi, una soluzione si trova. Noi troviamo destinazioni di ogni tipo per chiunque. Cosa cerca in questo viaggio? - Cerco un posto pacifico. - Pacifico dice? Allora escludiamo quest'area, questa e questa. Poi cosa vorrebbe? - Poi vorrei essere circondato da gente allegra... Felice! - Uh... Allora via questo continente e questo. - Addirittura due continenti? - E questo! - Ah. - Poi? Cosa le piacerebbe? - Poi mi piacerebbe poter gustare l'arte di artiste giovani, libere di esprimersi come vogliono. - Uhm... allora escludiamo anche questa zona. Questa e questa. - Non resta molto. - Cos'altro desidera? - Liberta! Ecco, voglio libertà. - Ah. - C'è qualche problema? - No, no. Certo che no, ma se cerca la libertà allora dobbiamo togliere dalle mete di destinazione anche questo paese, e questo, questo, questo e questo qui. - Cos'è rimasto? - Sul pianeta terra? Niente. - Ah. - Eh. - E su Marte? - Ahahahahahahah! - Nulla anche lì? - Guardi, se lo lasci dire, su Marte non manderei manco mia suocera nel periodo di natale. - E la Luna? - Se chiude un occhio sul fatto di essere circondato da gente felice... - Perchè lì non...? - Ormai la Luna è tutta colonia per gli immigrati irregolari di tutto il mondo. Capisce che... - Caspita... e quindi, cosa mi consiglia? - Se vuole c'è un posto vicino a una spiaggia calda, immerso nella natura, abbastanza solitario... - Interessante. E... lì si sta bene? - Con le bombole da sommozzatore, sì. - In che senso? - È sott'acqua. - Come sott'acqua. - Ormai completamente sotto il livello del mare da un paio d'anni. - Senta, forse è il caso di... - Mercurio sta per essere reso abitabile! - Da X Æ A-12? - Be'... sì. Degno figlio di suo padre. - Senta, sa che c'è? - Non lo dica... - Io tornerei a casa. - Ma no, non si arrenda. - Appunto. Forse è il caso di non arrendersi e riprenderci il mondo che vorremmo.
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CONTRO LA TEOCRAZIA IRANIANA
Sono pauroso. Sono pigro. Lo dico subito, perché se c'è una cosa che odio è l'autonarrazione eroica. Ma nel mio modo imperfetto, con tutte le mie fragilità, con le mie paure, con le mie debolezze, sono contro.
Sono sempre stato di sinistra e dal 31 dicembre 2019 (sì, mi sono segnato la data), sono anarchico.
Io sono contro in un modo singolare. Perché mi dicono che essere contro certe cose è sbagliato.
Vi faccio un esempio. Sono contro la teocrazia iraniana. Ecco, a quanto pare non va bene. Faccio male. Faccio il gioco di qualcuno. Lo sto leggendo dappertutto.
Non conta il fatto che io sia ferocemente critico nei contronti degli Stati Uniti, della Nato, dell'Unione Europea, dell'imperialismo occidentale, dello sterminio compiuto dall'esercito israeliano a GAZA, del colonialismo in Cisgiordania. Se critico la teocrazia iraniana, per incantesimo mi trasformo in un alleato della CIA e in un esportatore di democrazia. E ovviamente divento un islamofobo.
E allora vorrei chiarire un concetto, a costo di essere antipatico.
Io, proprio perché libertario, non intendo la rivoluzione sociale come imposizione delle mie idee. Quindi sgombriamo il campo da concetti come "esportazione della democrazia".
La tua comunità segue determinate regole religiose considerate sacre? Non ho nulla in contrario. Nulla. E quando visito un tempio mi comporto con educazione. Sono ateo e anticlericale, ma rispetto la spiritualità delle altre persone.
Ma allora in che senso sono contro la teocrazia iraniana? Voglio imporre il modello occidentale? No. Ve l'ho detto, io non impongo niente a nessuno.
Di sicuro non chiederò mai alle donne musulmane di rispettare canoni di vestiario occidentali per adeguarsi a una certa visione del mondo. Lo fanno i leghisti. Lo fanno i suprematisti occidentali. Io non lo farò mai.
Allo stesso modo, per me la gente in Italia può rispettare tutte le regole imposte dal cristianesimo. Io non scelgo al posto degli altri. Io non dico agli altri come vivere.
Ma quando una donna, nei paesi musulmani e in occidente, lotta per rivendicare il suo diritto all'autodeterminazione e cerca di liberarsi dai vincoli imposti della religione (a cominciare da quella cristiana), io sono dalla sua parte. E nel mio piccolo appoggio la sua lotta contro l'istituzione, la teocrazia o la chiesa che vuole dirle come vivere.
Torniamo alla teocrazia iraniana. So per certo che gode di grande consenso. Supponiamo pure che questo consenso sia pari alla stra-grande maggioranza della popolazione. Ma c'è una minoranza oppressa che si ribella. E la sua ribellione viene schiacciata con una repressione spaventosa.
Sostengo la lotta delle minoranze oppresse in Italia, negli USA, in Iran, in qualsiasi posto nel mondo.
E aggiungo un'ultima considerazione: il vero razzismo mi sembra quello delle persone che di fronte alle ribellioni delle donne iraniane pensano sempre che ci sia dietro l'occidente. Perché ci stanno dicendo che le donne iraniane non sono capaci di pensare con la loro testa. Ci stanno dicendo che le donne iraniane non posseggono il concetto di ribellione contro il potere, a differenza di noi occidentali. Ci stanno dicendo che la storia, nel bene e nel male, è fatta solo dall'occidente.
È così difficile essere contro tutte le ingiustizie, senza tollerarne alcune perché hanno "la bandiera giusta"? [L'Ideota]
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La sola cosa che so è che vorrei conservarla
Per me
Io già nel '96 avevo fame di storie
Vi raccontavo di me, non c'era da stare allegri
Rubare negli Autogrill ti rende Alain Delon
Com'ero bello quando stavi con me
Ero più vecchio quando stavi con me
Soltanto adesso so
Che sono diverso, sono sporco
Avevo torto marcio, tu piangevi
Io già recitavo, erano anni che studiavo Alain Delon
Piangevo, piangevo
L'unica cosa che ho è lo squallore del mondo
La sola cosa che so è che vorrei conservarlo
Ti credi Alain Delon coi profilattici
Tu mi coccolavi quando stavi con me
Ero più bello quando stavi con me
Ero più giovane
Ma sono diverso, sono sporco
Avevo torto marcio, tu piangevi
Io già recitavo, erano anni che studiavo Alain Delon
Fumava, fumava
Ti credi Alain Delon, sei solo stupida
Tu eri più bella quando stavi con me
Una modella che posava per me
Com'eri piccola
Ma sono diverso, sono sporco
Avevo torto marcio, tu piangevi
Io già recitavo, erano anni che studiavo Alain Delon
Piangevo, ridevo
Piangevo, ridevo
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vorrei andare a vivere in un bosco, circondata dalla musica e dagli animali, lontano da questa società che trovo estremamente tossica... vivere fuori dagli schemi, seguendo la natura e la sua straordinaria bellezza, senza sentirmi schiacciata dal resto, sostenendomi con le mie forze, producendomi da sola ciò di cui ho bisogno, restando nel mio tempo e creando una realtà che mi faccia apprezzare il mondo. Vorrei anche una persona al mio fianco che condivida i miei valori e con cui possa illuminarli sempre di più e avere la vera fede... cioè credere in qualcosa e renderlo possibile.
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Una giornata che finalmente si riaggiustava dopo un mese di sofferenze inaudite è stata rovinata da notizie che non ho chiesto di ricevere, o comunque non nei loro particolari infimi e più turpi. Solo la laurea con tutti i relativi riconoscimenti – tappa obbligata, altrimenti mi sarei fatta fuori – lo salva dall’essere il peggior anno della mia vita ex aequo col 2016 facendolo slittare in seconda posizione. E di certo non a causa dei comuni avvenimenti che chiunque comunemente esperirebbe in questo secolo nel mondo occidentale. Ormai è anche sciocco ragionare secondo gli anni solari, in realtà, per quanto è innegabile che danno almeno l’illusione di un’interruzione cronologica delle nefandezze. Credevo che essendomi lasciata alle spalle un ambiente familiare di violenza quotidiana durata 28 anni la chiave di volta stesse appesa alla serratura. Invece i provvedimenti del tutto straordinari che è stato necessario prendere per mettere un punto a quella fase hanno assestato un colpo durissimo e imprevisto alla mia quotidianità. In primis ne ha risentito la salute e di solito la salute non mi fa sconti. Poi sono intervenute tante di quelle altre variabili che anche solo sapere di non poter comunicare perché susciterebbero incredulità, scherno, stigmatizzazione e totale emarginazione mi uccide. Gli psicologi che circolano dalle mie zone, ho scoperto, sono tutti grossomodo pagliacci. In ogni caso non potrei permettermi una psicoterapia in pianta stabile. Non c’è una conclusione a queste mie considerazioni. È anche disgustosamente eufemistico dirmi estenuata da tutto, malattie al primo posto indiscusso, sempre e comunque. Non so in cosa sperare e se augurarmi niente. Sto campando solo per l’università, non potendo neanche fruirne come vorrei (e come sarebbe stato ovvio), e per i recenti successi. Sto campando per il prof C presidente di commissione che reincontrandomi in corridoio mi ha riproclamato scherzosamente e informalmente, dato che durante la proclamazione gli avevo negato per dimenticanza la stretta di mano. Sto campando per i complimenti del prof S, per la predilezione gentile accordata dalla prof C e per la disponibilità al dialogo che oggi ha dimostrato il prof D nonostante non lo reputi chissà quanto capace nella didattica. Sto campando per gli svariati momenti memorabili con relatore che purtroppo è tutto meno che la persona integra che ero certa che fosse, e anche questo rappresenta uno dei dolori recenti, di difficilissima assimilazione. Francamente non immaginerei nessuno, al mio posto, se non altre persone molto malate e soprattutto cronicamente, senza cure e senza prospettive di cure, arrabattarsi nell’esistenza in modo migliore, ammesso che si possa assegnare un giudizio di valore che in fondo non può esserci, perché semplicemente si riduce tutto al non rimanerci sotto, a non crepare. Mi sorprendo e mi risulta immensamente straniante pensare a quanta resistenza psichica io abbia dimostrato nel corso di questi lunghissimi dieci anni di puro dolore. Sono diventata altro da me infinite volte e mamma mia, che banalizzazione estrema e ridicola metterla in questi termini a fronte di ciò che realmente è ed è stato.
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