#sentimento del tempo
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"...Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro."
- G. Ungaretti
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No meio do caos a felicidade existe em um instante que te espera dentro de você.
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La tenerezza è l’arte di personificare, condividere i sentimenti e quindi scoprire infinite somiglianze. La tenerezza è la forma più modesta di amore. È il tipo di amore che non appare nelle Scritture o nei Vangeli, nessuno lo giura, nessuno lo cita. La tenerezza è spontanea e disinteressata e va ben oltre il sentimento empatico dei compagni. Invece è la condivisione consapevole, sebbene forse malinconica, comune del destino. La tenerezza è una profonda preoccupazione emotiva per un altro essere, la sua fragilità, la sua natura unica e la sua mancanza di immunità alla sofferenza e agli effetti del tempo. La tenerezza percepisce i legami che ci collegano, le somiglianze e l’identità tra di noi.
- Olga Tokarczuk, dal discorso all’assegnazione del Nobel per la letteratura 2018
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🟥Finestra di Overton🟥
Ossia come passare dall'impensabile all'accettato.
♦️LE 6 FASI CHE COMPONGONO LA FINESTRA DI OVERTON
(quante volte avete sentito qualche ritardato dire le frasi tra virgolette❓Tante volte vero❓)
1 - Impensabile: è il momento in cui si apre la “finestra”; l’idea e i comportamenti correlati sono impresentabili, suscitano una repulsione generale, sono vietati. Tuttavia, si comincia a parlarne e, senza che nessuno se ne renda conto, se ne parla sempre di più. Le voci sono iniziate e l’idea è pronta per il prossimo passo.
2 - Divieto: ma con alcune eccezioni: a questo punto inizia il dibattito. La “finestra” rimane confinata nel campo delle trasgressioni non autorizzate.
3 - Accettabile: ���io non lo farei mai, ma perché impedire agli altri di farlo?”. Pur con i dovuti distinguo, la “finestra” entra nella sfera del socialmente rilevante. Gli esperti scendono in campo a vario titolo nei salotti televisivi. L’opinione pubblica sospende il giudizio, si orienta verso posizioni più “morbide”, apparentemente neutrali.
4 - Ragionevole: a questo punto, l’idea ha già perso quasi completamente la sua carica eversiva iniziale (“Non c’è niente di male”…). È più che comprensibile, normale, assolutamente normale… anzi necessario, “bisogna creare le condizioni affinché…”
5 - Diffusione: la “finestra”, assurta a una nuova fase, raccoglie un crescente consenso politico e allo stesso tempo può aumentare il consenso per la politica. Rappresenta ormai un sentimento comune ampiamente condiviso, che si riflette nella cultura popolare (testimonial, cantanti, attori, programmi televisivi, ecc.).
6 - Legale: l’idea viene ufficialmente incorporata nel sistema legale dello Stato.
L’obiettivo è raggiunto.
(Marco Botto)
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“forever close” photo by Fabrizio Pece (tumblr | 500px | instagram)
Nel cuore di una cittadina senza tempo, dove il grigio delle strade si fonde con il grigio del cielo, c'è una storia d'amore che resiste all'implacabile corso del destino. Le vite di Alex e Morgan si intrecciavano tra i vicoli stretti, un'amicizia che si sviluppò in qualcosa di più, un sentimento che sfidava la monotonia delle giornate grigie.
Alex, un lavoratore locale, e Morgan, una mente creativa senza un posto fisso nel mondo, si scoprirono l'un l'altro in un piccolo bar buio. Il loro amore crebbe nell'oscurità di strade poco illuminate, dove le luci pallide delle insegne creavano un'atmosfera di mistero e desiderio. Ma come talvolta capita, la vita ha avuto una strana maniera di chiedere il conto.
In una fredda notte d'inverno, Alex e Morgan persero la vita in un incidente che spezzò le loro storie ancor prima che potessero scrivere il loro epilogo. Le loro famiglie, spesso spartite da vedute diverse, si trovarono unite dalla stessa tristezza e rimpianto. Troppe parole non dette, troppe emozioni represse, ora sprofondavano nelle tombe di due anime che avevano trovato il loro rifugio l'una nell'altra.
Le loro tombe erano inclinate, appoggiandosi l'una all'altra come se la morte avesse finalmente concesso loro il conforto negato dalla vita. La pietra fredda divenne il testimone di un amore che, sebbene interrotto prematuramente, continuava a vibrare nell'eternità. Nelle notti tranquille, quando la pioggia scivolava via senza rumore, si diceva che le anime di Alex e Morgan si ritrovassero, non più limitate dai confini terreni.
#graveyard#france#graves#bnw#cemetery#grave#death#photography#graveyardphotography#streetphoto#cemeteries#bw#gravestone#history#art#lensblr#original photographers#photographers on tumblr
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Per una piccola parte di me <3 0.1
La parte più difficile in ogni cosa è iniziare, come adesso. Non è facile trovare le parole giuste per aprire la strada alle milioni di cose che vorrei dirti. Ogni inizio è spaventoso, difficile. E me lo ricordo che qualche mese fa di paura ne avevo tanta, temevo tutte le cose che avremmo dovuto vivere.
Tu sei la prima volta in cui ho perso il controllo, in cui mi sono buttata nel vuoto e mi son detta 'Ora o mai più'. Perché in fondo te lo senti che alcune cose puoi farle solo in un determinato momento e che non c'è altro tempo per viverle.
Sei il mio momento giusto, su questo non ho dubbi, mi sei piombato addosso per caso e senza alcuna pretesa, nessuna forzatura e nessuna speranza, sei rimasto.
A volte mi chiedo perché, dopo aver visto tutto il casino che sono, tu sia rimasto. Non hai neanche dovuto lottare per entrarci nella mia vita, perché ti avevo lasciato ogni porta aperta, era troppo tempo che non davo così tanta fiducia a qualcuno ma stranamente con te mi sentivo al sicuro. E ci sono tutti gli ingredienti le farfalle, le palpitazioni, l'impazienza di essere tua.
Ci sono tutti gli ingredienti perché tu possa distruggermi e forse, per la prima volta, voglio correrne il rischio.
Probabilmente, anzi, sicuramente mi sono innamorata prima io ma come dovevo fare? Quando mi guardavi e mi parlavi di filosofia, di storia, cose che non mi hanno mai preso, ma che dette da te diventavano la cosa più interessante del mondo.
Non mi sono innamorata di te perché necessitavo di avere qualcuno al mio fianco, sono sempre stata bene da sola.
Non mi sono affezionata a te perché avevo bisogno di qualcuno che mi rendesse felice, ne perché stessi cercando qualcuno con cui stare.
In realtà, non cercavo proprio nessuno.
Mi sono innamorata di te perché mi sono sentita apprezzata, perché sei l'unica persona che mi restituisce tutto l'amore che do. Mi sono innamorata di te perché mi fai stare tranquilla, potremmo anche stare seduti senza dire nulla e guardare tik tok ed io non avrei ansia.
Siamo così simili ma in certi sensi così diversi, eppure sei esattamente quella parte che mi manca per essere come vorrei.
E' bastato un istante, uno sguardo e ti ho riconosciuto, come se in fondo ti avessi sempre aspettato. Delle volte sono istanti piccolissimi a cambiarci la vita, momenti così insignificanti da non rendercene nemmeno conto, ogni tanto mi chiedo cosa starei facendo ora se non ti avessi mai scritto, se tu non mi avessi mai baciata, se fossimo rimasti solo amici.
La maggior parte delle persone si limita al “mi piaci”, Kierkegaard invece scrisse: “Ti muovi costantemente sulle onde dell’intuizione; eppure, ogni singola somiglianza con te basta a rendermi felice. Perché? É a causa della ricca unità del tuo essere o della povera molteplicità del mio? Non é l’amare te, amare un mondo?”
D’altronde hai avuto tutto, prima ancora che te ne rendessi conto. Ti ho parlato di qualsiasi cosa, quando per me parlare di sentimenti o emozioni risulta essere complicato, tendo sempre a sopprimere qualsiasi cosa, penso perché da piccola venivo etichettata come “la bimba matura “e qualsiasi persona contava su di me ed io non avevo tempo di pensare a cosa realmente provassi.
Forse ho perso la testa, tu mi hai fatto perdere la testa, perché adesso non sento neanche di essere io, ho meno paura di tutto e provo cose talmente diverse che mi destabilizzano. Ti ho parlato di cose che non voglio ammettere nemmeno a me stessa, che portavo, e porto, come un peso, con vergogna, ma tu sei stato così paziente e mi hai ascoltato quando probabilmente quello che dicevo non aveva senso nemmeno per me.
Ti ho amata fin da subito ed ho avuto paura della velocità con cui un sentimento del genere sia cresciuto, d’altronde sono un overthinker e mi son chiesta, che vuoto lascerà una persona del genere nella mia vita? Come mi faccio domande, mi do anche risposte e Tu lasceresti un vuoto enorme, incolmabile.
Oramai occupi tutto, tutto lo spazio che c'è, sei ovunque e neanche me ne rendo conto. Se conquisti la mia mente ci sarai sempre dentro.
Hai reso tutto pieno di significato, pieno d'amore e di timori. Per la prima volta ho davvero paura di perdere qualcuno, per la prima volta penso che non esista qualcosa che non farei per te, qualsiasi cosa pur di farti stare bene.
Non lo dico perché ti amo, ma lo dico perché sei una persona speciale. Meriti qualsiasi cosa di bello possa esserci, tutta la felicità che possa provare. Hai così tante cose dentro, che non dici e che non mi mostri. Ed io vorrei sapere tutto, conoscerti meglio di te stesso perché niente che ti riguarda mi è estraneo.
Ho capito che ero fottuta quando non mi sapevo dare una risposta al perché ti amassi, lo faccio e basta.
Ogni volta che dico di amarti significa che ti accetto per la persona che sei, e che non voglio trasformarti in qualcun altro. Significa che ti amerò e starò al tuo fianco anche nei momenti peggiori. Significa amarti anche quando sei giù di morale, non solo quando è divertente starti vicino. "Ti amo" significa che conosco la tua persona e non ti giudico. Significa che ci tengo abbastanza da lottare per quello che abbiamo e che ti amo abbastanza da lasciar perdere, se ciò significa vederti felice. Vuol dire pensarti, sognarti, volerti e aver bisogno costantemente di te, e sperare che tu provi lo stesso per me.
Mi stai donando qualcosa che non potrò che inscrivermi nel cuore, quelle cose che ti porti gelosamente dentro, che sai di poter vivere solo con una determinata persona.
Alla fine, ogni cosa mi riconduce a te. Sei nei libri che sottolineo e nella musica che ascolto, in ogni film che mi segno, in tutte le parole che scrivo, persino in quelle che non scrivo ma che custodisco gelosamente dentro di me, tra l’anima e il cuore, in quello spazio che solo tu riesci a raggiungere e che vorrei non abbandonassi mai. É come se dopo un viaggio molto lungo tu mi avessi finalmente riportato a casa.
Mi hai dato talmente tanto che adesso sono piena di te e non potrei dimenticarti mai, seppur volessi.
Mi hai riempita di un amore che non credevo avrei mai provato, così forte che adesso fatico nello scrivere senza commuovermi, senza sentire quelle stupide farfalle, perché pensarti mi fa questo effetto.
Esattamente come quando ti guardo troppo a lungo, penso a quanto sei stupenda, a quanto sai farmi stare bene e mi escono dagli occhi tutte le parole che mi rimangono bloccate in gola. Non riesco a dirtelo mentre ti ho davanti, ma hai dato alla mia vita un valore aggiunto e che avrei milioni di parole da dedicarti se solo riuscissi a concentrarmi mentre mi guardi con quegli occhioni da cui non riesco a fuggire.
Quando mi guardi dimentico tutti i miei difetti ma allo stesso tempo ho paura che guardandomi troppo o standomi troppo vicina tu mi veda come mi vedo io.
Vorrei rivivere ogni ora passata insieme, per rendermi conto di quanti dettagli mi son persa, ma poterli assaporare tutti, coglierli e conservarli. Sei un regalo grandissimo, per il quale sarò per sempre in debito verso il destino. Non so cosa succederà un domani, non importa se un ti amerò esattamente come adesso, probabilmente di più, ma sarai sempre e comunque tu, niente ti renderà diverso di fronte ai miei occhi, adesso non vedo altro che la tua essenza. Non vedo l'ora di poterti baciare, mi manchi da morire e niente mi rende felice come averti accanto e poter sentire il calore di un tuo abbraccio che tanto ho desiderato. Sei ciò di cui ho più bisogno e che non voglio lasciar andare per nulla al mondo.
Ti amo, come non amo altro.
Tua, A.
#amore#angel#love#citazione libro#ti voglio tanto bene#heartbreak#relationship#relazione#fidanzata#fidanzato#fidanzati#lettera d'amore
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𝑃𝐸𝐿𝐴𝑆 𝑆𝑂𝑀𝐵𝑅𝐴𝑆 𝐷𝐸 𝐻𝐴𝐷𝐸𝑆 ! é 𝐁𝐄𝐋𝐋𝐀𝐃𝐎𝐍𝐍𝐀 𝐂𝐀𝐈𝐓𝐎, a filha de 𝑬𝑹𝑰𝑺 de 𝐕𝐈𝐍𝐓𝐄 𝐄 𝐒𝐄𝐓𝐄 anos, que segundo os arquivos do acampamento, está sob a proteção dos deuses há 𝐓𝐑𝐄𝐙𝐄 𝐓𝐄𝐌𝐏𝐎𝐑𝐀𝐃𝐀𝐒. apesar de ser 𝐀𝐃𝐀𝐏𝐓𝐀𝐕𝐄𝐋, 𝐑𝐄𝐒𝐈𝐋𝐈𝐄𝐍𝐓𝐄 𝐄 𝐈𝐍𝐃𝐄𝐏𝐄𝐍𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄, quíron já perdeu horas de sono por sua natureza 𝐈𝐍𝐂𝐎𝐍𝐒𝐄𝐐𝐔𝐄𝐍𝐓𝐄, 𝐄𝐆𝐎𝐂𝐄𝐍𝐓𝐑𝐈𝐂𝐀 𝐄 𝐓𝐔𝐑𝐁𝐔𝐋𝐄𝐍𝐓𝐀 !
𝐏𝐎𝐃𝐄𝐑𝐄𝐒 : manipulação de pecados - a capacidade de trazer à tona os piores vícios e pecados com um simples olhar, faz da filha do caos uma carta coringa no baralho de éris. belladonna é capaz de incitar até no mais plácido dos seres sentimentos de pura ira, orgulho e avareza — ao mesmo tempo em que se fortalece mentalmente —, os colocando em frenesi por preciosos intervalos de tempo ;
𝐇𝐀𝐁𝐈𝐋𝐈𝐃𝐀𝐃𝐄𝐒 : vigor e agilidade sobre-humanos ;
𝐀𝐑𝐌𝐀 : khaos phoroi - falx duplas, feitas de ouro celestial e adornadas com serpentes e espinhos em ferro estígio, são conhecidas por sua precisão e parecem ser envoltas pela aura caótica que se estende de belladona. quando inativas logo se desfazem em um bracelete duplo que se prende ao bíceps da semideusa ;
𝐌𝐀𝐋𝐃𝐈𝐂̧𝐀𝐎 : como punição por sua soberba, zeus concedeu à belladona uma armadilha esculpida de ouro imperial, que se reduz à uma gargantilha colada ao seu pescoço como uma coleira, e a torna mais suscetível a ser atingida por raios e eletricidade. por sorte o vigor herdado de sua ascendência divina permite com que se recupere sem sequelas permanentes, mas não a impede de praguejar o deus dos deuses, o que apenas agrava seu castigo ;
competidora de corrida de pégasos e membro do clube da luta, equipe azul !
𝐃𝐄𝐒𝐂𝐑𝐈𝐂̧𝐀𝐎 𝐆𝐄𝐑𝐀𝐋 !
apelidos : della , donna , bella ( particularmente odeia este ) ;
data de nascimento : 21 de novembro ;
orientação sexual : bisexual ;
filiação : éris & dante caito ;
altura : 1,69 cm ;
cabelos : longos fios negros que parecem ter vida própria em momentos de turbulência ;
olhos : uma miríade de tons de azul, verde, cinza e pontos castanhos ;
tatuagens : desenhos de espinhos, entremeados com serpentes e flores, são salpicados por toda a extensão do corpo ;
piercings : apenas um furo na cartilagem esquerda, feito após muita persuasão de um filhe de afrodite. belladonna afirma que é a dor mais lancinante que já experenciou em toda sua existência — desmaiou antes mesmo que a agulha passasse pela incisão ;
𝐏𝐀𝐑𝐀𝐋𝐄𝐋𝐎𝐒 : azula ( avatar ) , nesta archeron ( a court of thorns and roses ) , kai parker ( the vampire diaries ) , jang man wol ( hotel del luna ) & mazikeen ( lucifer ) ;
prole da noite, caos e discórdia correndo por seu sangue, belladona é a personificação dos alelos da escuridão divina e corrupção humana. dante caito, general corrompido que integrava a prestigiosa cúpula das forças armadas italianas, por muito fora objeto de desejo de éris, suas táticas e práticas imorais surtiam inspiração na primogênita da noite, personificação perversa do orgulho e antagonismo. um homem tão maculado em seu cerne, e uma deusa ensandecida em sua eternidade, supostamente, pela manutenção dos comos, não poderiam unir-se e gerar uma nova centelha, mas como um toque sádico, inerente à prole de nyx, do encontro entre o sobrenatural e o mundano, do jogo de ilusões e seduções, de surpresas e anseios proibidos, nada mais que um passatempo para a imortal, della surgia. a pequena alma não vinha ao mundo atribulada. pelo contrário, a caito era dotada da luminescência da mais fulgurosa das luas que compunham o domínio da noite, os olhos cravejados das mais esperançosas de suas estrelas, e igualmente desprezada por éris em seus anos precoces.
de paixões efêmeras e perturbadoras, dante não esperava que a criatura envolta no manto como breu pudesse ser consequência de suas indiscrições, mas com um breve olhar para os fios escuros e pele tão pálida como os feixes prateados da lua, sabia sua exata origem ao recobrar as sórdidas memórias. em sua extensão, indesejada, belladona, como fora obrigado a batizá-la, não exercia influência benigna alguma sob o militar, os diminutos dedos e enormes olhos não eram capazes de abrandar o âmago pútrido. não, a escuridão que parecia pairar sobre a pequena figura surtiam efeito reverso ao esperado de um genitor devoto e condecorado, imagem que o caito adotou em relutância quando percebeu que livrar-se da criança parecia ser impossível, sob a maldita influência de éris. então em meio à epítome dos ensejos mais caóticos e violentos que a natureza humana pudesse conjurar, belladona desenvolveu em sua infância os mais diversos instintos de sobrevivência e meios de escape da realidade enganosamente reluzente de um legado militar e opulento na sociedade de roma.
a natureza amena e melódica rapidamente viu-se em frangalhos com o lento e tortuoso passar dos anos, em seu encalço, uma mente ardil e cerne hostil se instalavam no diminuto corpo que dante moldava para ser sua maior arma e ficha de barganha. foi somente então que o olhar de sua mãe celestial repousara em si, quando nenhum resquício de ternura ameaçava compor os pilares que sustentavam-na, e ousou presenteá-la com algo que jamais tivera: afeição. quando os monstros que se esgueiravam por entre as luzes de roma, sobrenaturais e humanos, começaram a persegui-la, não tardou para que fosse encontrada pelo sátiro que lhe fora designado, e às pressas enviada para o acampamento do outro lado do mundo e bem, bem, bem longe dos seus pesadelos. assim pensava.
nem mesmo uma volta da terra em seu eixo passou para que a carruagem alada cercada de corvos reluzindo mais do que a lua fixa no céu pairasse sob della, a marcando e clamando como uma filha da discórdia. a caito encarou ceticamente a aparição da mãe divina, há muito aprendera sua lição em confiança, mas não esperava que o olhar da deusa fosse um de afeto, o que em perspectiva, a italiana jamais deveria ter acreditado, mas naquele momento encontrava-se em êxtase por finalmente pertencer. a ânsia de belladona em ser aceita, querida, apesar de há muito ter-se enrijecido para tais inquietações, fora ensejo para éris ter em suas garras mais um fantoche, um soldado em seu exército de adoradores. em nome de sua mãe, seria capaz de muito mais do que sob a rígida criação de dante, mas a ela não importava, afinal a deusa a reclamara com tamanho fulgor. ainda que a mesma a manipulasse com pesadelos que jamais externalizara.
éris velava seu interesse na aura que acompanhava sua semideusa. moldá-la de acordo com seus interesses e torná-la uma lança afiada em seu arsenal, era sua intenção, apenas um desenrolar da servitude de della. o ‘favor’ que tinha da deusa do caos e conflitos fez da italiana arrogante em seus anos sob a tutela de quíron, e não demorou para que a empáfia proveniente de suas desilusões a colocasse em confronto com o rei dos deuses. ao esbravejar em uma de suas recorrentes discussões com outros semideuses, que até mesmo o deus dos trovões fora incapaz de livrar-se da influência de sua mãe, e portanto o verdadeiro culpado por todo aquele fiasco que fora tróia, zeus, jamais conhecido por sua benevolência, a presenteou com uma maldição. a caito implorou pela deusa, mas não seria por ela que éris interviria. não era do feitio da celestial envolver-se nas batalhas de seus filhos, a não ser que para piorá-las, afinal encarava adversidades imprescindíveis para discernir entre aqueles dignos de carregarem sua linhagem.
marcada pelo esforço em cada um de seus passos e dotada de certa húbris, belladona tornou-se aquilo que a mãe esperava. após a derrota de gaia, felizmente se afastaria de todos do acampamento, não fosse o temor de ser descoberta por dante. com olhos oficiais, e não tão oficiais assim, em todas as partes do mundo, em pouco belladona seria descoberta. apesar de suas habilidades, o pavor daquele que estrelava em seus pesadelos a tornaria vulnerável e alvo fácil para as manipulações patriarcais, noção pela qual punia-se diariamente. optou então por permanecer sob o manto de proteção dos deuses e em missões cada vez mais monótonas, ainda que bem sucedidas. enfadada com a previsibilidade de seus dias, não demorou para que ousasse se aventurar para nova roma, uma réplica um tanto saudosa da sua cidade natal, onde se instalou e teria permanecido por anos vindouros e novos desafios, não fosse a reverberação da voz embriagada de dionísio a compelindo para a colina na costa leste.
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L'amore non corrisposto
C’è un dolore che pochi riescono a capire davvero, un dolore che non lascia ferite visibili, ma ti scava dentro, lentamente, giorno dopo giorno. È l’amore non corrisposto. Di quel tipo di amore, io sono diventata una sorta di esperta. Non è un amore come gli altri, non è la favola di due persone che si innamorano l’una dell’altra e condividono sogni, passioni e paure. No, questo è un amore che ti lascia sola, in una stanza piena di pensieri che si rincorrono, domande senza risposta, speranze che si infrangono e dubbi che ti logorano l’anima.
Ho provato a capirlo, a capire cosa ci fosse di sbagliato in me, cosa mi portasse a fissarmi su qualcuno che non poteva, o non voleva, ricambiarmi. Ogni volta che lo vedevo, il cuore batteva più forte, le mani sudavano, la gola si stringeva fino a farmi mancare il respiro. Eppure, anche in quei momenti di pura emozione, una voce dentro di me continuava a ripetere che non c’era speranza. Lo sapevo, lo sentivo in ogni fibra del mio corpo, eppure non riuscivo a smettere. Mi odiavo per questo.
Odiavo quella parte di me che continuava a sperare. Odiavo come il mio corpo cercava involontariamente il suo, come ogni suo sguardo, ogni suo gesto, anche i più banali, diventavano per me un segnale da interpretare, una traccia di possibilità. E odiavo me stessa per permettermi di credere, anche solo per un attimo, che ci fosse una minima chance che lui potesse provare lo stesso.
Ma la parte peggiore è quando arriva quella la notizia. "ho sapute che si sente con lei." E lì, tutto si ferma. Il mondo crolla in un istante. Non capisco più niente. Mi sento stupida, fragile, inutile. Mi chiedo come ho potuto illudermi per tutto questo tempo. Il caos nella mia mente si trasformava in un silenzio assordante, e quel silenzio mi urlava dentro, ricordandomi che non ero mai stata abbastanza, che non lo sarei mai stata.
Eppure, c’era una parte di me che non riusciva a lasciar andare. Ogni volta che lui si avvicinava, ogni volta che accettava quel piccolo contatto fisico, era come se mi desse appena abbastanza per restare incatenata a quel sentimento. Bastava un tocco, uno sguardo, un sorriso, e io tornavo a credere che, forse, tutto non fosse stato solo un’illusione della mia mente. Che forse, in qualche angolo del suo cuore, ci fosse posto anche per me.
Ma era solo una trappola, una bugia che mi raccontavo per non affrontare la verità: lui non mi avrebbe mai amato. E questo mi distruggeva. Mi faceva sentire piccola, inutile, come se ogni mia emozione fosse sprecata, come se stessi dando tutto ciò che avevo per una battaglia che era già persa in partenza.
Mi sono chiesta tante volte perché continuiamo a farci questo. Perché continuiamo a innamorarci di persone che non ci ricambieranno mai, perché mettiamo il nostro cuore nelle mani di chi non lo custodirà con cura. Forse perché, in fondo, ci aggrappiamo a quel pizzico di speranza che, per quanto irrazionale, ci tiene vivi. O forse perché non sappiamo come fare a spegnere i sentimenti, anche quando sappiamo che ci stanno portando solo sofferenza.
E così, continuo a camminare in questo limbo, tra la speranza e la disperazione, tra il desiderio e la consapevolezza. So che dovrei andare avanti, so che dovrei lasciar andare, ma qualcosa dentro di me si rifiuta. Qualcosa dentro di me spera ancora che un giorno lui si accorga di me, che veda in me ciò che io vedo in lui.
Ma la realtà è che, probabilmente, non succederà mai. E forse, in fondo, il vero problema non è lui, ma sono io. Sono io che non riesco a smettere di sperare, sono io che non riesco a proteggere il mio cuore da qualcuno che non lo merita. Sono io che, nonostante tutto, continuo a innamorarmi di chi non mi amerà mai.
E mi odio per questo. Mi odio per non riuscire a smettere. Mi odio per aver permesso a un sentimento unilaterale di definire così tanto chi sono, di determinare così tanto il mio valore. Eppure, per quanto provi a combatterlo, per quanto cerchi di liberarmi, torno sempre al punto di partenza: a quella sensazione di vuoto, di mancanza, di amore non corrisposto che mi tiene prigioniera di qualcosa che non esiste.
E così, mentre i giorni passano e lui continua a vivere la sua vita, io rimango qui, a raccogliere i pezzi di un cuore che si spezza ogni volta che lo vedo, ogni volta che sento parlare di lui con qualcun’altra. E mi chiedo se un giorno riuscirò mai a liberarmi di questo peso, o se sarò condannata a portarlo con me per sempre.
-Anonimo🖤
#quotes#pensieri#tristezza#realtà#nostalgia#frasi#vita#citazioni#citazione#frasi vita#amore non corrisposto#amore non ricambiato#riflessioni#persone
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"Averte mai sentito l’espressione «la bellezza salverà il mondo?» Vi siete mai chiesti cosa significa?
Questa è una delle più celebri frasi di Dostoevskij. La potete leggere ne L’Idiota, ma pochissimi ne hanno compreso il vero significato. In tanti credono che queste parole siano un semplice omaggio alla bellezza. Ma non è così. Che cosa vi sta dicendo in realtà Dostoevskij?
Ecco, pensate a cosa provate quando guardate un dipinto di Caravaggio o di Michelangelo. Quando osservate un tramonto. O un paesaggio talmente bello che vi toglie fiato. Sentite una sensazione di benessere, di piacere, ma anche qualcos’altro. Un sentimento più profondo ma anche più sottile. Guardate questa Venere di Botticelli: guardate i suoi occhi, i suoi capelli, il suo volto. Che emozioni vi trasmette? Una soave, irresistibile dolcezza che vi spezza il cuore. Vi sentite incantati, stupiti, commossi.
La grande bellezza ha sempre il potere di commuovere. «Dove c’è bellezza, c’è anche compassione, per la semplice ragione che la bellezza deve morire». Ogni momento può essere l'ultimo per noi, perché siamo mortali. Quando guardiamo un’alba che si specchia nelle acque del mare, quando vediamo nel viso di un uomo o di una donna una bellezza irresistibile, dentro di noi sappiamo che quel momento non tornerà. È questo che vi sta dicendo Dostoevskij. È la compassione che nasce in noi grazie alla contemplazione della bellezza che salverà il mondo. O meglio salverà l’uomo.
La bellezza che i media ci vendono invece è una bellezza plastificata, prodotta in serie, perché l’uomo per essere un buon consumatore deve innanzitutto credere di essere immortale. In una società che ha fatto dell’egoismo una moda e del consumismo un’arte, non c’è più spazio per la poesia, per pensare all’altro, per sentire. Non c’è più il tempo per vivere. Ma se voi invece di lasciarvi vivere, come fanno tanti, vi fate inebriare dalla bellezza della natura, dell’arte, della poesia, non troverete in queste cose soltanto una mera bellezza estetica ma la radice più profonda della vita stessa."
G. Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X (Cari amici, con un senso di commozione vi comunico che il mio romanzo Clodio è alla sua ultima ristampa. Se vi piacciono la storia e la filosofia, vi lascio il link per leggerne un estratto gratuito: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848
#letteratura #cultura #istruzione #dostoevskij
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"Il sesso senza amore è una forma di violenza sul nostro corpo.
Il corpo non è fatto per unirsi sessualmente a qualcuno da cui si separerà senza amore. Possiede l'innocenza della nostra parte animale e naturale.
Quando facciamo sesso con qualcuno il nostro corpo sviluppa ormoni e sostanze neuro-chimiche che producono l'attaccamento verso l'altra persona.
I due corpi di riconoscono e si legano come un cane al proprio padrone.
Questo attaccamento, se esprime l'intenzione dell'Anima di vivere con l'altra persona e sceglierla come compagna, suggella con un legame terreno e carnale il sentimento spirituale dell'amore. È l'incarnazione di una connessione energetica d'amore, ecco perché si chiama "fare l'amore".
Se questa connessione non c'è, e non c'è in noi un amore profondo che ci porti a voler vivere con quella persona, a stare con lei, è come se il corpo venisse illuso.
Come un animale si affeziona anche al cattivo padrone che poi lo abbandonerà, così il corpo nella sua innocente naturalità, non sa che la nostra mente è in conflitto con il cuore, non capisce che vogliamo solo un appagamento mentale senza sentimento: il nostro corpo si lascerà usare fidandosi del suo padrone e nel rapporto sessuale creerà un attaccamento con il corpo dell'altro; proverà affetto, crederà di essere lì per restare in quella calda e affettuosa vicinanza.
Quando poi, visto che non c'era amore, smetteremo di vedere l'altra persona, il corpo non capirà.
Soffrirà.
Sentirà il distacco e l'abbandono senza saperne il perché.
Anche se, arroccati nella nostra mente scollegata, penseremo di esserci divertiti, nelle nostre viscere proveremo lutto e tristezza.
Queste emozioni, se non riconosciute, diventeranno energia bloccata e produrranno tossine. Non subito, ma nel tempo contribuiranno all'indebolimento del sistema immunitario o di qualche organo.
Ci verrà forse un'influenza o un piccolo acciacco e non sapremo il perché.
"Non commettere atti impuri" significa non obbligare il corpo a fare cose in contrasto con il cuore. Non è un dettame morale ma un principio per la cura della nostra integrità e salute fisico-energetica."
(Alessandro Baccaglini)
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🍀
Essere in sintonia con qualcuno è una sensazione straordinaria, un po’ come sentirsi innamorati.
Quando basta poco per comprendersi, si prova un sentimento che regala un senso di gioia e di profonda appartenenza.
Fa bene al cuore il sapere, il sentire che qualcuno che fino a qualche tempo fa non sapevi nemmeno che esistesse adesso c'è, ti pensa , e con affetto spende un po’ del suo tempo per ascoltarti, per mettere insieme i pezzi della tua e della sua vita, per condividere gioie, dolori, segreti.
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Oggi la si chiama "resilienza", una volta la si chiamava "forza d´animo", Platone la nominava "tymoidés" e indicava la sua sede nel cuore.
Il cuore è l´espressione metaforica del "sentimento", una parola dove ancora risuona la platonica "tymoidés".Il sentimento non è languore, non è malcelata malinconia, non è struggimento dell´anima, non è sconsolato abbandono. Il sentimento è forza. Quella forza che riconosciamo al fondo di ogni decisione quando, dopo aver analizzato tutti i pro e i contro che le argomentazioni razionali dispiegano, si decide, perché in una scelta piuttosto che in un´altra ci si sente a casa. E guai a imboccare, per convenienza o per debolezza, una scelta che non è la nostra, guai a essere stranieri nella propria vita.
La forza d´animo, che è poi la forza del sentimento, ci difende da questa estraneità, ci fa sentire a casa, presso di noi. Qui è la salute. Una sorta di coincidenza di noi con noi stessi, che ci evita tutti quegli "altrove" della vita che non ci appartengono e che spesso imbocchiamo perché altri, da cui pensiamo dipenda la nostra vita, semplicemente ce lo chiedono, e noi non sappiamo dire di no.
Il bisogno di essere accettati e il desiderio di essere amati ci fanno percorrere strade che il nostro sentimento ci fa avvertire come non nostre, e così l´animo si indebolisce e si ripiega su se stesso nell´inutile fatica di compiacere agli altri. Alla fine l´anima si ammala, perché la malattia, lo sappiamo tutti, è una metafora, la metafora della devianza dal sentiero della nostra vita. Bisogna essere se stessi, assolutamente se stessi.
Questa è la forza d´animo. Ma per essere se stessi occorre accogliere a braccia aperte la nostra ombra. Che è poi ciò che di noi stessi rifiutiamo.
Quella parte oscura che, quando qualcuno ce la sfiora, ci sentiamo "punti nel vivo". Perché l´ombra è viva e vuole essere accolta. Anche un quadro senza ombra non ci dà le sue figure. Accolta, l´ombra cede la sua forza.
Cessa la guerra tra noi e noi stessi. Siamo in grado di dire a noi stessi:
"Ebbene sì, sono anche questo". Ed è la pace così raggiunta a darci la forza d´animo e la capacità di guardare in faccia il dolore senza illusorie vie di fuga.
"Tutto quello che non mi fa morire, mi rende più forte", scrive Nietzsche.
Ma allora bisogna attraversare e non evitare le terre seminate di dolore.
Quello proprio, quello altrui. Perché il dolore appartiene alla vita allo stesso titolo della felicità. Non il dolore come caparra della vita eterna, ma il dolore come inevitabile contrappunto della vita, come fatica del quotidiano, come oscurità dello sguardo che non vede via d´uscita. Eppure la cerca, perché sa che il buio della notte non è l´unico colore del cielo.
Di forza d´animo abbiamo bisogno soprattutto oggi perché non siamo più sostenuti da una tradizione, perché si sono rotte le tavole dove erano incise le leggi della morale, perché si è smarrito il senso dell´esistenza e incerta s´è fatta la sua direzione. La storia non racconta più la vita dei nostri padri, e la parola che rivolgiamo ai figli è insicura e incerta.
Gli sguardi si incontrano solo per evitarsi. Siamo persino riconoscenti al ritmo del lavoro settimanale che giustifica l´abituale lontananza dalla nostra vita. E a quel lavoro ci attacchiamo come naufraghi che attendono qualcosa o qualcuno che li traghetti, perché il mare è minaccioso, anche quando il suo aspetto è trasognato.
Passiamo così il tempo della nostra vita, senza sentimento, senza nobiltà, confusi tra i piccoli uomini a cui basta, secondo Nietzsche: "Una vogliuzza per il giorno, una vogliuzza per la notte, fermo restando la salute".
Perché ormai della vita abbiamo solo una concezione quantitativa. Vivere a lungo è diventato il nostro ideale. Il "come" non ci riguarda più, perché il contatto con noi stessi s´è perso nel rumore del mondo.
Passioncelle generiche sfiorano le nostre anime assopite. Ma non le risvegliano. Non hanno forza. Sono state acquietate da quell´ideale di vita che viene spacciato per equilibrio, buona educazione. E invece è sonno, dimenticanza di sé. Nulla del coraggio del navigante che, lasciata la terra che era solo terra di protezione, non si lascia prendere dalla nostalgia, ma incoraggia il suo cuore. Il cuore non come languido contraltare della ragione, ma come sua forza, sua animazione, affinché le idee divengano attive e facciano storia. Una storia più soddisfacente.
Umberto Galimberti
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La tenerezza è l’arte di personificare, condividere i sentimenti e quindi scoprire infinite somiglianze.
La tenerezza è la forma più modesta di amore.
È il tipo di amore che non appare nelle Scritture o nei Vangeli, nessuno lo giura, nessuno lo cita. La tenerezza è spontanea e disinteressata e va ben oltre il sentimento empatico dei compagni. Invece è la condivisione consapevole, sebbene forse malinconica, comune del destino.
La tenerezza è una profonda preoccupazione emotiva per un altro essere, la sua fragilità, la sua natura unica e la sua mancanza di immunità alla sofferenza e agli effetti del tempo.
La tenerezza percepisce i legami che ci collegano, le somiglianze e l’identità tra di noi.
Olga Tokarczuk
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Sono tornata ora da una nuotata al largo , sono andata dove non avevo anima viva vicino, mi sono messa a fare la stella come ho sempre amato fare . Le giornate solitarie sono sempre più le mie preferite, non sentire i suono della mia voce per ore ma parlare con me stessa di continuo nella mia testa. Il mare mi abita ed io abito il mare. Nel silenzio con solo il rumore del movimento dell'acqua intorno, un dolce cullare che aiuta a scendere nei miei abissi , dove qualche pensiero mi stringe altri mi soffocano. Adesso a riva con il rumore dell'onda che accarezza le pietre ed insieme la mia pelle. L'orizzonte che non smetto di osservare ad ogni vela un sorriso malinconico. Quasi un anno. L ironia è che nonostante il tempo passato il mio sentimento è più vivo che mai.
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È normale avere paura dell’amore?
Avere paura di farsi del male di nuovo, di amare così tanto da buttarsi in quel sentimento che ti rende così vivo ma allo stesso tempo ti fa così tanta paura perché quando hai amato con tutto te stesso alla fine hai ricevuto solo pugnalate.
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Música, alimento da alma; livros, imersão do espirito; e um poema em inglês
Títulos longos também constroem narrativas.
Numa mesa de bar, há não muito tempo atrás, colegas de trabalho conversavam comigo sobre filmes, sobre um aplicativo ou site específico que registrava quantos filmes você vê, a nota e a crítica que dá à obra. Um dos colegas em questão, abismado com a quantidade de horas vendo filmes gasta pelo outro, disse: "quanto tempo da sua vida perdido". Eu, que mal participava da conversa, intervi e o retruquei: "consumindo arte, permita-me corrigir".
Tomei um gole do vinho e desviei o olhar, após ser contemplada pelos demais colegas.
Fiquei reflexiva.
Eu fortemente creio que não é, em absoluto, uma perda de tempo investir suas horas em consumo de arte, seja ela na forma que for. Tanto que venho aqui, por meio deste, indicar algumas aquisições que minha suposta perca de tempo rendeu.
Começo com a música, pois, além da poesia, a música é o alimento da alma. Diga-me alguém que não ama ouvir música e eu certamente responderei que esta pessoa já não vive mais. É um corpo seco animado.
"Under the Pink", de Tori Amos, é um álbum nostálgico. Pega toda essência alternativa dos anos noventa, letras sensíveis e apresenta uma obra significativa. Senti um pouco daquilo que eu procurava quando adolescente em uma artista, aquela autenticidade quase inalcançada, uma vontade de ser e estar que nunca passa e nos consome de dentro para fora. As faixas que mais me chamaram atenção foram Cornflake Girl, Daisy Dead Petals e God.
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Muito influenciada por essa onda nostálgica, intangível e subliminar, anos atrás, quando passava por situações complexas em relação a mim mesma, meu corpo, meu ex relacionamento e questões com minha mãe, descobri Alexandra Savior. "Belladonna of Sadness" é um álbum com muita essência melancólica, um quê de Lana Del Rey, sem dúvida espelhado em suas obras. Novamente aquele sentimento vazio, o desespero em completar, buscar essa completude através de amores frustrados, poemas mal escritos, lágrimas forçadas. As faixas Mytery Girl e Mirage contemplam perfeitamente esse abismo de solidão, sentimento que me atravessava constantemente e, talvez por isso, tenha feito apegar-me a este álbum.
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O álbuns auto-intitulado de The Velvet Underground (1969) pode, potencialmente, ser um dos meus favoritos da vida, e, por alguma razão mórbida, havia me esquecido de sua existência. Mas, como supracitado, me encontrava numa onda nostálgica, calhei de encontrá-lo perdido na minha biblioteca do spotify, e re-escutar todas as faixas foi como redescobrir um sentimento, um amor. Me senti naquelas narrativas em que jovens apaixonados se reencontram depois de anos. Eu sou outra mulher, o álbum; o mesmo. Mas mesmo assim, tudo mudou. A obra continua maravilhosa. Devo ressaltar. Aqui eu destaco absolutamente todas as faixas. Não pule uma sequer.
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Apesar de antigo, não redescobri a próxima obra. Além das colinas, Kate Bush tem muito mais que o mainstream pôde proporcionar, e o álbum "The Sensual World" causou impressões diversas em mim. Por vezes me sentia entre Kate e Bjork, as músicas carregam esse aspecto sensual do anos 80 marcados nas batidas típicas, nas letras melancólicas, na voz inconfundível. Eu, que tanto amo explorar o sensual, as sensações, consegui seguir esse fluxo consciências nas letras intensas de Bush e ainda bem que achei esse álbum perdido entre os tanto que soterravam minhas playlists. Destaco Love and Anger, The Fog e Between a Man and a Woman como faixas que me despertaram mais interesse.
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Tem se tornado uma luta diária conseguir voltar a ser a leitora que foi aos 13 anos, quando, obviamente, desprovida de ocupação, além da escola, e com muito tédio ocioso, lia dois, até três livros por dia, dependendo do tamanho. Hoje, evidentemente, não consigo acompanhar esse ritmo nem se quisesse. Trabalho, tarefas diárias, responsabilidades, a vida adulta consome.
No entanto, ler sempre me foi um local de conforto. Abrir um livro me traz um pouco daquela sensação nostálgica que venho tratando o texto inteiro. Sinto-me jovem, mas velha ao mesmo tempo. Inocente e madura. Passa página por página e me pegar a caminho do final da história regozija-me tanto quanto estimular qualquer outro prazer material.
Quando se lê, logo no título de uma obra, memória de minhas putas tristes, não há como não parar e desprender dois minutos pensativa sobre. Antes de ler essas 127 páginas de mais um deleite de Gabriel Garcia Marquez, eu confesso que julguei inúmeras história possíveis, nenhuma, contudo, chegava perto que se trata o livro. Gabriel vai falar de tópicos sensíveis a qualquer homem na sua posição: velhice, a fraqueza da alma e do corpo, a eterna busca por uma juventude perdida em mulheres novas e inexperientes.
Beirando os cem, um homem que já passou por tanto, pensa-se que já vivenciou de tudo. Menos deleitar-se de um corpo jovem (jovem demais). Na busca desse lapso de juventude, o personagem principal paga para se deitar com uma prostituta, como seu último desejo antes de morrer, porque aos cem, sabe-se bem que a morte está mais próxima por dedução do que jamais esteve. A moça em questão, menina jovem, não tem nem 15. Mas não é bem por ai. Ele não consegue. Se apaixona. Não toca a moça.
Um bom romance. A gente reflete bem a vida lendo Marquez.
Acho que nunca li nada parecido com "A pequena coreografia do adeus". Um relato sensível, visceral, às vezes até cruel, da vivência feminina. Aqui eu encontrei trechos inquietantes sobre abandono parental, uma mãe que projeta suas frustrações em sua filha, um pai que abandona um lar para construir outro, deixando para trás uma mancha perpétua na vida da pequena, e posteriormente adulta, Júlia.
Não é um romance convencional. É em versos. Também tem prosa, tem poesia, tem conto. Parece um furacão de palavras, um vórtice de ideias, e quem lê é praticamente dragado para um abismo sentimental e melancólico de uma narrativa tão crua e certeira.
Quando Aline Bei escreve "... quantas possibilidades de Júlia eu perdi pelo caminho para me transformar nessa Júlia que sou agora?" Eu senti uma pontada no peito. Quantas não perdemos?
Então, depois da coreografia, eu confesso que fiquei desnorteada. O que ler tão bom ao ponto de me prender como essa obra me prendeu? Era difícil. Tentei os russos, novamente, tentei romances atuais dos EUA, tentei um pouco da distopia americana. Nada me fisgava. Pensei então: porque não Clarice?
"Água viva" é um livro vivo. Ler Clarice é me tornar viva. Fluxo consciência tornou-se meu estilo favorito de escrita logo que fui apresentada aos livros da autora. Mas este em questão foi uma experiência a parte. Certamente, vos digo que não entendi nada, e, ao mesmo tempo, tudo.
It, a coisa, aquilo. O amor, deus, a vida, o momento agora, vivere. Clarice não se lê, se sente. Senti que absorvi pouco, mas que entendi muito. Aqui se tem a imagem de uma mulher, alguém que escreve porque quer ser lida, apesar de não dizer por quem. Tem reflexão sobre deus, a vida, o ser mulher e o ser artista sendo mulher. Muita coisa ao mesmo tempo, não sei o que dizer, apenas sentir. Isso é meio que Clarice.
Eu escrevi, dias atrás, meu primeiro escrito poético em inglês. É engraçado como não há língua no mundo melhor para se expressar que a nossa própria língua materna. Faltou-me palavras, que contemplassem tudo que eu sentia, faltou-me expressões, faltou-me tudo, no geral. Não gostei, pensei que estivesse um tanto esvaziado de tudo. Mas escrevi pensando em quem amo e se isso basta para fazer dele um poema importante, então assim ele é.
Eu escrevo sobre amor
I've been writing about you all this time, Every love letter, all the romantic poetry, it was all for you. About someone who wasn't even in my life back then, but somehow, was such a strong presence, so bright, so astonishingly amazing. You made me cry, you made me laugh, you made me see more than my weak and exhausted eyes could have ever imagined. I realized, so many times, while you were asleep, while you smiled when you looked straight into my eyes: it was always you. Even if we were walking separate paths… it was you. Even if we were born beneath distinctive sins, shaped in different forms, it was all for you. This spectrum followed my own steps, letting my feet guide me straight to you. Now I see what is crystal clear, what is in front of me. I see things in their essence, inside their inner natural scent. I can smell you wherever I go, I can sense you with my soul. Even in my darkest, solitary, indistinctly melancholic days, your sign brings me back to life. I wrote a poem to you, hoping this amazed part of me could have a voice and speak for itself. Since I feel something alive inside me, I have to pour it out, because the pain is too much, but the love… the love is above.
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