#selezionare
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Selettività.
Non è arroganza ma eleganza.
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arriva sempre il momento in cui mi pento visceralmente di ogni cm di pelle che mostro sul web
#e quel momento arriva in genere quando mi rendo conto che non ho il controllo su come vengono ricevute usate e (dio non voglia) salvate le#mie foto dagli altri#e che non posso nemmeno decidere chi mi vede e chi no#vorrei fosse disponibile una scrematura precisa di tutte le persone che mi mettono a disagio#automaticamente impossibilitate a vedere mie foto condividerle o (dio non voglia!!) salvarle sui propri dispositivi#yikes#l'attenzione di alcune persone sa di carezza vellutata oppure di giocosa complicità o ancora di irresistibile frenesia#l'attenzione di altre persone mi mette proprio a disagio e mi sa di qualcosa di sporco impuro e sbagliato#è difficile perchè è impossibile selezionare a priori chi vedrà un dato contenuto#vabbè#me ne vado a ninna#mio post#sfogo#mine
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💀
#madonna quelli che si portano da mangiare sui mezzi; potrei veramente uccidere#non tanto per il cibo peraltro perché ci sta#ma 1) siamo appena partiti abbi pazienza forse è ora di pranzo in Svezia ma qui sono le 11:46#2) bello perché questi personaggi sono sempre capaci di selezionare le cose che emanano più odori molesti possibili#* LA ROBA DI MCDONALD’S CAPITO MA VOI SIETE DEI CRIMINALI PER VOI NORIMBERGA CI VUOLE#madonna quanta violenza provo oggi veramente potrei distribuirla e ne avrei comunque in eccesso
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Dimmi cosa vuoi... E ti dirò chi sei...
Basta una semplice domanda per selezionare e dividere le persone in due distinte categorie... Sei un coglione destro o un coglione sinistro? Sinceramente nel gruppone nel mezzo ci si può mettere ben poche persone... Sinceramente sono stufa di fare disegnini per indicare a sta gente la strada x andarsene affanculo... Quindi, se sei un coglione... Fai un piacere al mondo... Usa il navigatore e non stressare la gente che ha dei neuroni in testa...
~ Virginia ~
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Il Tappo Maledetto è un test ideato da Dio per selezionare i cretini.
Chi dice che è utile e non è fastidioso, è un cretino certificato.
Aveva già fatto una selezione con chi diceva "efficace e sicuro".
Quelli che non supereranno il test del libero arbitrio li aspetterà Caronte.
(Change Giardinere)
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Con l'età che avanza ho capito che posso fidarmi di uno dei sensi più importanti nella vita; "'L'OLFATTO'" Già...Mi permette di sentire l'odore delle persone belle, quelle che profumano di Buono, di Umiltà, di Coerenza, di Fiducia, di Gentilezza, di Lealtà. Già... "'I MIEI PREFERITI'"....
❀ ♡ ❀°°❀ ♡ ❀ ♡ ❀ ♡ ❀°°❀ ♡ ❀ Col tempo ho incominciato a riconoscere il cattivo odore da cui stare lontano. Come; Falsità, Aria di Superiorità, Cattiveria, Invidia, Arroganza, Narcisismo...
❀ ♡ ❀°°❀ ♡ ❀ ♡ ❀ ♡ ❀°°❀ ♡ ❀ Consiglio vivamente di imparare a
..............'"SELEZIONARE'"..............
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Il sole calava rosseggiando quello che c'era intorno. Insieme abbiamo parlato, ci siamo toccati, ci siamo incantati. Guardavo quella magia che avevo davanti agli occhi e pensavo: mi piace crederci. Lei mi ha sorriso, occhieggiato, è stato bellissimo. E quel ragazzo vicino al Juke Box che metteva monete nella gettoniera leggendo targhette per scegliere i brani da selezionare... B7.. @ilpianistasultetto
youtube
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Più invecchi, più cerchi scarpe comode
Più invecchi, più vuoi solo presenze positive
Più invecchi, e più mangi cibi sani, eviti l'alcol e cammini tanto
Più invecchi, più fai selezione, della gente e di tutto
Più invecchi, meno baratti la solitudine con presenze inutili
Più invecchi, più sai selezionare e scegliere se stare in silenzio, se parlare, se ignorare
Più invecchi, meno reagisci, e scegli spesso di ignorare
Più invecchi, più importanza dai alle persone e meno alle cose
Più invecchi, meno ti piacciono le discussioni, i conflitti, le provocazioni
Più invecchi, più vorresti essere leggero leggero, fregartene di tutto e vivere alla giornata
Più invecchi, più ti vuoi più bene e ami la pace e la serenità
I.Zoe
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comunque da apprezzare l'impegno che amadeus mette nel selezionare tutte le più grandi voci della musica italiana come ospiti e poi i concorrenti sono tutti cani che sbraitano
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Ch-ch-changes
🌟 Novità
I post nelle Community non vengono più inclusi nel conteggio del limite giornaliero complessivo di 250 post (500 per chi ha Tumblr Premium). Verranno infatti contati separatamente con un limite massimo giornaliero di 250 post (500 per chi ha Tumblr Premium).
Abbiamo lanciato un'opzione per dare accesso libero alle Community e abbiamo aggiunto l'opzione “Copia link” al menu della Community per semplificare le cose.
Se si viene bannati da una Community, ora si vedrà “Sei stato bannato” invece di “Non c'è niente qui”.
Nel menu dei post della Community, la voce “Elimina” è stata sostituita da “Modera post”, ed è ora possibile selezionare i motivi per cui si sta rimuovendo il post e aggiungere una nota opzionale. Per ora, i motivi della rimozione non sono ancora visibili a nessuno. In futuro, la persona che ha pubblicato il post rimosso nella Community vedrà il motivo della rimozione e l'eventuale nota.
Nelle Community pubbliche, tutti gli utenti possono ora accedere all'elenco degli amministratori e dei moderatori.
🛠 Correzioni
Venerdì e sabato della scorsa settimana, per pochissimo tempo, i post moderati nelle Community continuavano a comparire nel feed. Abbiamo risolto il problema e i post moderati sono ora nuovamente filtrati dal feed.
Abbiamo corretto un bug che impediva la cancellazione delle Community quando l'ultimo membro se ne andava e abbiamo eliminato le Community che non avevano membri. I nomi che avevano usato sono stati resi disponibili per nuove Community.
Ci siamo assicurati che le notifiche della Community siano visualizzate correttamente e con l'icona appropriata su tutte le piattaforme.
Abbiamo riscontrato un problema che per breve tempo ha impedito agli utenti di Tumblr Premium di creare completamente le Community. Il problema è stato risolto e tutte le Community interessate sono state completamente create.
Abbiamo risolto un problema che per un po' di tempo, alla fine della scorsa settimana, non permetteva di retrodatare i post.
🚧 In corso
Niente da segnalare, al momento.
🌱 In arrivo
Non ci sono nuovi lanci da annunciare.
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Vuoi condividere il tuo feedback su qualcosa? Dai un’occhiata al nostro blog Work in Progress e avvia una discussione con la community.
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È proprio vero, la solitudine è
una protezione, una bolla in cui
si evitano le scottature già
provate, ma anche un modo per
fortificarsi, di conoscersi,
di selezionare persone e situazioni con molta cura.
Peccato che diventi una droga.
justhewayouare
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Una collega scrive quello che non sono riuscito a scrivere io
Su Facebook, Giovanna Corona, Biologa Nutrizionista pure lei, scrive sull'incontro di pugilato femminile più famoso degli ultimi giorni. Riporto qui il suo post perché è quello che avrei voluto scrivere io ma non riuscivo a dare una parvenza logica ai pensieri.
Parola a Giovanna.
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Post (forse) provocatorio, sicuramente lungo.
Khelif ha un vantaggio genetico (?). Difatti è ancora da dimostrare, pare che sia stato il risultato di un solo esame fatto in un centro (pare) abbastanza discutibile a livello professionale (magari dopo il caso Pantani andiamo un po' cauti con i risultati sporadici di un unico esame).
Comunque diamo per buono che abbia questi XY che causano un livello di testosterone maggiore rispetto alle altre donne. (Sì, si può avere il testosterone alto anche avendo XX, vedi donne con PCOS, che sono tantissime).
Ha un vantaggio genetico.
Come ha magistralmente spiegato Avvocathy (confesso che non lo sapevo prima) Phelps aveva un'apertura di braccia molto più ampia della media, un vantaggio genetico, che, oggettivamente, gli conferiva un vantaggio atletico rispetto ai suoi colleghi, infatti Phelps ha stravinto.
Se confrontiamo gli atleti di oggi con i corrispettivi di un secolo fa, a livello genetico li troviamo migliorati, con miglioramenti netti anche nella composizione corporea, nella forza e nelle prestazioni. Basta fare riferimento ai record che vengono segnati con prestazioni atletiche sempre migliori.
Quindi nello sport esistono vantaggi genetici che conferiscono vantaggi atletici.
Come in ogni altra cosa. È la natura.
Evoluzione.
Selezione. (Non naturale perché se si tratta di un punteggio o di un cronometro a selezionare non è certo un fenomeno naturale, ma è comunque una selezione basata sulle caratteristiche fisiche).
La mia domanda è: esiste un limite all'evoluzione? Ci sono vantaggi genetici accettabili nello sport ed altri non accettabili?
Potrebbero.
Ma, se esistono, bisogna studiarli, dimostrarli e, soprattutto, scriverli da qualche parte.
Se non esiste una classificazione che stabilisce quali vantaggi genetici sono accettabili e quali no non si può fare una distinzione, perché lo sport agonistico vive ANCHE di vantaggi genetici.
Anche perché se non fosse così, Varenne non lo avrebbero messo a generare migliaia di figli alla ricerca della trasmissione di quel vantaggio genetico che, evidentemente, il cavallo ha.
Nota personale (ma può non essere condivisibile): secondo me non esiste il vantaggio genetico accettabile e quello non accettabile, semplicemente perché si tratta di processi naturali.
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Agadir
"Te le vorrei scrivere addosso, sulla schiena, sul culo, intorno ai seni, lungo i fianchi, tutte quelle parole che non riesco a dirti quando mi stai davanti." (Luigi Mancini)
www.malikahajer.tumblr.com
Dopo aver passato un brutto periodo con parte del personale in cassa integrazione e altri di noi invece in alternativa obbligati a fare lavoro part-time, grazie a un notevole sforzo collettivo comune, a scelte sagge e lungimiranti dell’Amministratore Delegato e della Direzione Generale, la nostra piccola azienda, formata da circa trecento unità in tutto, negli ultimi anni ha ripreso decisamente quota.
La primavera di quattro anni fa, a revisione dei conti e del bilancio avvenuta, s’è visto che eravamo passati finalmente in attivo e anche di molto. Quindi sarebbe presto partito un piano di espansione. Hanno comunicato che avrebbero assunto altro personale, aperto delle filiali all’estero e ci sarebbero state comunque nuove prospettive per tutti. Personalmente io ho la fortuna di lavorare da sempre con Carlo: uno dei dirigenti più quotati e professionalmente proattivi e produttivi.
Mi ha assunta lui quindici anni fa e mi ha fatta crescere molto, professionalmente e umanamente. Per dare un’ulteriore motivazione al personale, con l’estate a seguire a tutti noi fu corrisposta una corposa gratifica: un premio di produzione variabile tra tremila e seimila euro, a seconda dell’inquadramento nella scala organizzativa. Inoltre, una piccola rappresentanza aziendale di due o tre unità, tra manager e collaboratori per ogni ramo aziendale, diciotto persone in totale, fu spedita ad Agadir, Marocco.
Motivazione: workshop d'aggiornamento su nuovi prodotti e tecniche di vendita innovative. Il luogo fu scelto scelto apposta dalla DG per spronare, motivare e ovviamente premiare. Al mio capo, incluso anche lui nel gruppetto, fu chiesto di selezionare una persona di sua fiducia e lui scelse me. Non stavo nella pelle. Due settimane di corso, con impegno limitato al solo mattino e dopo pranzo mare, sole e riposo. Incredibile! E poi con Carlo: il mio mentore, una pasta d’uomo!
Ne avevo proprio bisogno. Anche perché mio marito Raimondo e i suoi colleghi, nel loro posto di lavoro in pericolo da anni, nel tempo hanno dovuto subire dapprima tagli dolorosi e alla fine una cassa integrazione a termine, conclusasi con la perdita definitiva del posto. Era quindi di fatto confinato in casa da diversi mesi. Sempre di umore nero e nervosissimo. Spediva curriculum a destra e a manca, ma senza risultato. C’era sempre tensione, grazie ai soldi che scarseggiavano.
Suoi lavoretti qui e là, ogni tanto lo facevano tornare orgoglioso e sorridente. Per qualche ora. Logicamente facevamo economia su tutto: si spaccava il centesimo. Più nessuna tenerezza tra coniugi. Sesso praticamente azzerato. Fine di ogni suo tentativo di seduzione nei miei confronti. I suoi approcci erano infatti conditi solo di sarcasmo e si finiva sempre col discutere. Masticavo amaro. La sua cattiveria, la frustrazione quotidiana veniva a sera regolarmente sfogata su di me. La mia femminilità era sempre e regolarmente mortificata.
Comunque, almeno in ufficio raccattavo ancora qualche sorriso o complimento e quando succedeva era acqua fresca versata su un cuore femminile inaridito e assetato di apprezzamento. Però a settembre dello stesso anno… il corso d'aggiornamento in Marocco! Che bello: viaggio in aereo, sistemazione mia e di Carlo in camere attigue e finalmente uno stacco totale dall’atmosfera familiare più cupa mai sperimentata in oltre dieci anni di matrimonio.
A mio figlio e alla casa per quindici giorni avrebbe pensato Raimondo. Tutta la prima settimana fu un vero sogno, persino troppo bello per essere vero. Con il mio capo, al mattino si seguiva con scrupolo il corso, si prendevano appunti. Poi pranzavamo e al pomeriggio correvamo immediatamente a rosolarci al sole rovente del Marocco. In spiaggia si scherzava, si nuotava, si andava al largo in barca. Immersioni in un mare blu e pieno di pesci multicolore. Un vero sogno. Finalmente da Carlo era uscito fuori il suo lato più umano, allegro e gentile. Lo stimavo e lo apprezzavo, sebbene avesse circa vent’anni più di me. E poi era un bel fusto, oggettivamente.
In segreto avrei desiderato mille volte di più avere lui come marito, invece di quel musone che mi stava ormai esasperando l’esistenza. Ma la realtà è quella che è. Intanto mi godevo lo stacco. Al venerdì sera della prima settimana, dopo cena, esausta me ne tornai in camera. Verso le dieci già dormivo, ma Carlo bussò. Insolito: non s’era mai permesso. Pensai: “avrà bisogno di un’Aspirina o di ago e filo” ma come entrò già mi sentii inquieta. Infatti indossava l'accappatoio. Era anche un po’ brillo. Si sedette sul bordo del letto e mi confessò che s’era separato dalla moglie da circa cinque mesi.
Non l’aveva mai detto a nessuno e non voleva si sapesse in giro. Ma che comunque lui aveva le sue esigenze di uomo, che si facevano ogni giorno più pressanti. Il cuore mi batteva forte: ero terrorizzata e non sapevo cosa fare. Non volevo ferirlo, chiedendogli di uscire fuori, magari fraintendendo ciò che stava cercando di dirmi. Ascoltavo lo sviluppo del suo discorso. La mia bocca era asciutta. Continuò dicendomi che sapevo bene quanto m’avesse aiutata negli anni, che lui era a conoscenza delle difficoltà sia economiche che coniugali che stavo affrontando e che quindi potevamo forse aiutarci a vicenda con reciproco vantaggio. Stava arrivando al nocciolo…
Mi confessò che dal primo pomeriggio di lunedì, giorno in cui mi aveva vista in bikini al mare, era rimasto fortemente colpito dalla mia bellezza folgorante, dal profumo della mia pelle, e poi la mia bocca ormai lo ossessionava. Disse che se fossi stata generosa e aperta con lui mi avrebbe fatto salire entro l’anno di un livello categoriale, cosa che avrebbe comportato un aumento salariale in busta paga di oltre trecento euro lorde e l’anno dopo, se fosse stato contento della mia “fedeltà” m’avrebbe premiata con un corposo assegno mensile di “maggiori prestazioni.” Si trattava a suo dire di circa novecento euro lorde in totale!
Come finì di parlare s’alzò e aprì l’accappatoio. Mi venne vicino completamente nudo, mostrandomi la sua erezione totale. Era inequivocabile: mi voleva. Si sedette nuovamente sul bordo del letto e mi fece cenno di venire tra le sue cosce allargate e inginocchiarmi. Aggiunse che se mi fossi rifiutata ne avrei avuto tutto il diritto, per carità. Che lui non obbligava nessuno… ma che probabilmente, parlando molto chiaro, questo avrebbe segnato la fine della mia carriera e l’inclusione sicura in una lista nera di “sfaccendati” da liquidare alla prima occasione…
Non ebbi il coraggio di parlare e in silenzio obbedii. Ero incazzata nera, ma allo stesso tempo anche lusingata e onestamente confesso che un po' anche io lo desideravo. Mi inginocchiai, aprii la bocca e la feci riposare sul suo glande per circa trenta secondi, in cui cercai di trovare da qualche parte della saliva residua, per lavorarlo come si deve. Poi iniziai a succhiare e a farmelo entrare. Succhiavo sempre più forte. Lui inziò a gemere: “ooooh… femmina benedetta… finalmente… sapevo che avresti capito… brava, brava….” Erano secoli che mio marito non mi toccava. Anche se sotto ricatto, avevo proprio il bisogno fisico di succhiare un bel cazzo.
Mi ricordavo i “basics” e tra le lacrime, fra la gratitudine e la rabbia, rassegnata pian piano lo feci accomodare meglio che potevo nel mio cavo orofaringeo. Svolsi la pratica con competente e diligente freddezza, sebbene dentro bruciassi di rabbia e umiliazione. Venne in maniera esagerata: pretese che ingoiassi tutto. Fortunatamente era di sapore gradevole, al mio palato. Alla fine devo dire che… si: la sua sborra mi piaceva proprio! Saranno stati tutti i dolci che mangiavamo ogni giorno. Era molto che non stava con una donna, mi disse. Mi stese per terra a pancia in giù con un cuscino sotto il bacino, mi allargò le cosce e con fare deciso, senza delicatezze, mi penetrò la vulva. Serrai le mascelle mentre schiumavo rabbia. Ma pensavo all'aumento di stipendio. Entrò facendomi molto male, perché comunque non ero certo lubrificata e piena di libidine per lui.
Pian piano, purché finisse presto, mi adattai ai suoi movimenti e iniziai inevitabilmente a collaborare, ad agevolare la sua penetrazione. Involontariamente iniziai a godere di quel notevole uccello nella fica che pretendeva amore e prepotente accettazione. Venni da pazzi e mentre venivo gli accarezzai i testicoli dolcemente, inarcando la schiena per raggiungerli. Gli chiesi con voce flautata e dolce di spingere di più. A sentirmi ammansita e domata, Carlo intensificò le sue spinte e alla fine uscì dalla mia fica, inondandomi di sborra la schiena. Avevo goduto come una porca, con lui nudo sulla schiena e dentro di me! Incredibile! Ero incazzata nera ma anche sessualmente soddisfatta. Poi, con ovvio imbarazzo lui si alzò e indossò nuovamente l’accappatoio. A occhi bassi, senza guardarmi in viso, mi lasciò come una cosa buttata lì sul tappeto della stanza e se ne andò.
Piansi a dirotto: ero incazzata con me stessa e mi sentivo in colpa. Soprattutto perché non avevo saputo oppormi e poi perché m'era proprio piaciuto: sia nel prenderlo in bocca che mentre mi rompeva la fica: coi minuti che passavano, in entrambe le situazioni avevo provato puro godimento. Moltissimo. Mi ero sentita nuovamente desiderata, apprezzata come femmina fonte di piacere sessuale per un uomo e non sapevo più cosa fare, cosa pensare. Denunciare la cosa avrebbe fatto scoppiare uno scandalo, che di sicuro si sarebbe ripercosso negativamente su tutta l’azienda. Mi avrebbero odiata: per tutti sarei stata di sicuro io la puttana provocatrice. Avrebbe significato certamente perdere il mio lavoro a breve termine.
Tacere e adattarmi invece avrebbe comportato una mia totale sottomissione a Carlo, ma per la mia famiglia alla fine solo dei vantaggi. E del mio lavoro avevamo assoluto bisogno. Tra la rabbia e i dubbi, alla fine mi addormentai. Sognai che Carlo mi prendeva, ma nel sogno non ero imbarazzata, anzi: lo desideravo. Mi sorpresi nel mio dormiveglia tormentato a provocarlo con vestiti sexy e un atteggiamento civettuolo e malizioso, a volerlo dentro. E incredibilmente, pur standomene rilassata a letto, con la fica che mi bruciava ancora, sentivo fisicamente il mio ano contrarsi e desiderare il suo cazzo, in modo inequivocabile.
Verso l’una mi alzai, andai in bagno e pensando a lui mi infilai il manico della spazzola nel culo, mentre mi davo piacere da sola sgrillettandomi la fica. Mi accorsi mio malgrado che non pensavo ad altro che a Carlo! Ma finalmente mi placai e potetti dormire. Lo pensavo intensamente e lo desideravo, soprattutto in culo. Il mattino dopo era sabato; a colazione lui non scese. Me ne andai in spiaggia: neanche lì si fece vedere. Passai la mattinata cercando di essere il più normale possibile, ciarlando con i colleghi: spettegolai come al solito e presi il sole. A pranzo mangiai un’insalata e bevvi un’aranciata. Scambiai solo due chiacchiere rapide con i commensali e subito me ne tornai in camera.
Non riuscendo a riposare, per il nervosismo e l’eccitazione della novità, né a leggere qualcosa, mi risolsi verso le due ad andare a trovarlo in camera. Bussai e lui mi aprì, ancora in pigiama leggero di raso. Sempre restando a occhi bassi, iniziò dicendomi che si scusava tantissimo. Che l’alcool la sera prima gli aveva completamente offuscato la ragione e mi pregava di dimenticare tutto, se potevo. Si vergognava da morire e mi si inginocchiò davanti, abbracciandomi le gambe a occhi chiusi e inalando il profumo della mia pelle cosparsa di crema profumata. Mi stava adorando e si stava umiliando! Carlo: l’uomo più orgoglioso ma generoso, combattivo e a suo modo dolce e pieno di sé che abbia mai conosciuto, adesso era psicologicamente ai miei piedi! Finalmente!
Francamente, ero entrata per dirgliene comunque quattro e poi ero sicura che sarei andata avanti a braccio, a strillare che non poteva trattarmi così, che ero una persona piena di dignità, che avevo una famiglia e i miei diritti di donna. Però, lì per lì mi venne solo da accarezzargli la testa. Ero bellissima e fiera, in costume e pareo. Dopo le sue scuse quindi, mi venne spontaneo solo di girarmi e andarmene. Stava soffrendo ed era vero. Lo conoscevo bene, ormai. Però sul letto in camera mia mi sentivo inquieta: la mamma che era in me provava un assoluto e urgente bisogno di perdonarlo.
La femmina a digiuno da tempo di attenzioni invece era lusingata dal suo desiderio per il mio corpo e continuava a chiedere il suo sesso. Con insistenza. Non resistetti. Era ufficiale: lo volevo da impazzire. Tornai da lui. Mi guardò come se aspettasse una sentenza, ma io invece mi girai di schiena e mi tolsi il costume. Restando completamente nuda, mi inginocchiai spalle a terra e culo altissimo, cosce ben aperte. Gli dissi solo:
-sfondami il culo, Carlo. Sarò tua quando mi vorrai, d’ora in poi, se proprio mi desideri così tanto. Ma in segreto e con tutte le cautele del caso. E non dovrà mai saperlo nessuno. Chiaro?
Sorrideva e piangeva, mi disse solo:
-grazie, grazie, mio dolcissimo tesoro: vedrai, sarò un amante discreto e focoso. Ti piacerà e ne avrai solo grandi vantaggi… sai, ti desidero molto e…
ma io:
-basta chiacchiere: t’ho già perdonato e ti imploro solo di sfondarmi, dai che ti voglio…
Mi prese dolcemente. Fu un vero signore, stavolta. Si inginocchiò e mi ammirò a lungo. Sentivo che mi mangiava con gli occhi, nuda davanti a lui e desiderosa. Quindi iniziò. Dapprima mi inumidì, leccandomi per un po’ prima la fica e dopo molto a lungo il buco del culo. Era abbastanza chiaro cosa volesse provare, del mio corpo. Ero impaziente e glielo facevo capire, contraendo e rilassando l’ano di seguito. Non ne potevo più: lo volevo da morire. Gemevo.
Quando mi entrò in culo, esclamai un: “oooooh… finalmente, amore mio…” capii finalmente che lo avevo sempre segretamente amato e che ormai sarei stata la sua puttana felice da quel momento in poi. Mi cavalcò e mi sfondò per un sacco di tempo. Era contento come un bambino. Mi baciava la schiena, il collo, le spalle e continuava a ringraziarmi, a dirmi che ero una femmina bellissima, che il suo cazzo mi reclamava in segreto da sempre. Moltissimo.
Mi stuzzicava i capezzoli, tenendo le mani a coppa sul seno, intanto che mi cavalcava. Mentre lui si dava da fare, venni due volte di culo: non m’era mai successo prima. Poi con fermezza mi girò. Mi baciò con intensità. Era innamorato pazzo. Mi prese e portò sul letto, mi sdraiò sulla schiena. Mi scopò con amore e gioia reciproca. Aveva un ottimo arnese. Ed era inesauribile: aveva un uccello grosso e per giunta duro come il marmo, per essere un quasi sessantenne. Non sapendo se prendevo precauzioni, al momento opportuno lo tirò ancora una volta fuori e mi sborrò sul ventre e sulle tette una notevole quantità di seme.
Scoprii che anche questo suo gesto mi piaceva! Poi col glande prese a titillarmi i capezzoli. Con notevole e reciproca soddisfazione. Giocammo, scherzammo come dei ragazzini, ridemmo e parlammo. Gli dissi comunque che avevo la spirale e che quindi poteva venirmi dentro liscio. Anzi, lo avrei gradito molto perché sarebbe stato un suo segno di gran desiderio di intimità con me. Gli confessai che ero stata molto colpita dal fatto che tra le tante belle ragazze sulla spiaggia lui comunque fosse stato interessato soltanto alle mie tette e al mio culo! M’ero accorta infatti che guardava solo me! Mi baciò appassionatamente e riprendemmo a scopare.
Ci baciavamo come due innamorati. Al momento opportuno mi accorsi che stava nuovamente venendo e gli dissi: “sai, ho cambiato idea. Quando vieni, ricoprimi nuovamente di sborra il ventre e il seno. Mi piace, quando mi oltraggi così. Trattami come la tua troia da quattro soldi, mancami di rispetto. Poi stasera dopocena ordinami nuovamente di succhiarti il cazzo e ingoiare. Vedrai che sar�� tutt’un altro godere. La mia lingua è capace di veri miracoli, se mi ci metto. Ti farò felice. Per tutto il weekend e la settimana restante, voglio passare la notte sempre nel tuo letto: a succhiarti il cazzo, masturbarti, leccarti le palle e l’ano e a farmi sfondare come e quanto tu vorrai.”
Così, piena di vergogna interiore, passai comunque forse la settimana più peccaminosa ma più bella della mia vita. Carlo fu di parola: dopo tre mesi ebbi un livello categoriale e l’anno dopo un aumento per “maggiori prestazioni”. Con grande scorno delle colleghe, che mi guardano tuttora con occhi taglienti. Soprattutto di quelle che si erano dichiaratamente offerte a lui senza che però Carlo neppure le prendesse in considerazione. So che tra loro mi chiamano “la troia del Capo” ma non mi interessa minimamente. Scopiamo regolarmente e io lo ingoio sempre di gusto: spesso a pranzo ci chiudiamo in ufficio e lo spompino rapidamente. Eravamo e siamo comunque molto discreti. Non lasciamo mai tracce evidenti.
Mio marito da circa due anni ha iniziato un lavoro in proprio come rappresentante di infissi ed è spesso fuori casa per alcuni giorni. Non mi manca, però. Quando ha voglia, lo faccio scopare ovviamente, mi faccio inculare e mi fingo innamoratissima. Sono un’attrice nata. Tutte noi donne lo siamo! Lo accarezzo, me lo bacio, lo confondo col profumo e il gusto della mia fica sulla sua bocca. Me la faccio leccare a lungo, da lui. Ma la felicità per me ormai è solo il cazzo del mio capo Carlo: quando mi riempie o mi copre di sborra, io godo veramente come una troia professionista. Tra due amanti consenzienti, nulla è peccato e tutto è assolutamente benedetto in cielo dalla passione.
RDA
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non io che ripropongo la scena di stanis che “imparo [ad andare sul monopattino per girare il sequel di ammalati e morti ambientato a sulmona tra cent’anni], glauco” ma col francese, per andare in marocco tra un anno (forse ma molto forse, chissà even)
#allora devo selezionare in definitiva i paesi da studiare#solo che bisogna conciliare accessibilit�� linguistica e o politica e poi fare una media in base a quanto rischio di rimanerci secca da 1 a10#marocco ok tutto sommato. peccato che questa virata sul mondo islamico [altre considerazioni più specifiche] mi abbiano portata anche sull’#Iran. VEDREMO#il punto è che essere l’ennesima comparatista che si occupa di Stati Uniti mi fa venire la nausea fin da ora QUINDI
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Nella vignetta c'è il tipico investimento dei fasulli e dei subdoli. Lo definisco il verme con aspettativa mascherata: le parti investono le proprie risorse "a patto che" l'altra risponda alle aspettative (comportamento della maggioranza).
Quando il bisogno non viene soddisfatto, l'immaturitá non permette di accettare il rifiuto, viene rinnegata l'azione e si rivela la natura del tornaconto.
Il tornaconto è la compra-vendita a energie basse di una società malata, molto diversa dalla legge dello scambio di una sana civiltà.
Il tornaconto appartiene agli esseri umani privi di coerenza interna. Cioè le persone che non hanno integrità e per questo motivo vivono reagendo e quasi mai agendo (secondo valori profondi, rettitudine ecc).
Se qualcuno pensasse che è ovvio fare così perché altrimenti gli altri se ne approfittano, qui nessuno dice di diventare idioti, ma di osservare attentamente su quali valori programmi il tuo comportamento.
Se continui a stare in certi schemi inoltre è molto probabile che:
1. Di base trovi corretto il ragionamento del verme, cioè faccio solo per avere qualcosa in cambio.
2. Non sai selezionare le donne o gli uomini perché ti basi solo su quello che vuoi tu.
3. Non ammetti i tuoi errori di valutazione e riversi la responsabilità sempre all'esterno.
3. La tua reale attenzione è sul denaro e per questo temi costantemente di perderlo.
#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#relazioni#uomini e donne#uomini#donne#vignetta#manipolazioni#verità#rincoglioniti#bisogni#responsabilità#discernimento#maturità#rifiuto#tornaconto#scambio#conosci te stesso
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È chiaro: tutto ciò che possiedo mi è stato dato. Tutto ciò che ho di vivo l’ho ricevuto. Non sono così folle da credere che mi fosse dovuto, o che ne fossi degno. No, no.
Tutto mi è da sempre dato, a ogni istante. Allora perché, talvolta, un’ombra, una pesantezza, una malinconia? Ebbene, è che talora mi manca il dono di ricevere. È un vero dono, un dono assoluto. Qualche volta pretendo di selezionare, di scegliere, mi dico che l’erba è più verde dall’altra parte del ponte, stupidaggini così, niente di grave giacché si continua a donarmi tutto, senza sosta, per nulla.
Christian Bobin, da ‘autoritratto al radiatore’
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