#sciabola
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s-memorando · 5 months ago
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Parigi 2014: primo giorno
Ieri sera sono andata a dormire con una medaglia d’argento e mi sono svegliata stamattina con altre due medaglie di bronzo. Abbiamo cominciato abbastanza bene, anche se forse si poteva far meglio. Medaglia d’argento a Filippo Ganna, velocista della cronometro, ciclista potente che si è fatto superare solo da uno indubbiamente più forte di lui. Poi nel nuoto la staffetta 4×100 stile libero ha…
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primepaginequotidiani · 5 months ago
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PRIMA PAGINA Corriere Dello Sport di Oggi domenica, 28 luglio 2024
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discoverfencers · 2 years ago
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Arrest above
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empirearchives · 7 months ago
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Details of a hussar’s sabre of the Napoleonic era, 1802 - 1805
“Vivere Libero O Morire”, tr. Live Free or Die
“Viva La Repubblica Italiana”, tr. Long Live the Italian Republic.
The motto refers to the Italian Republic, a very short-lived Napoleonic state (1802-1805), born out of the Cisalpine Republic, whose president was Napoleon himself.
(Finarte)
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mezzopieno-news · 1 year ago
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L’ORICE DICHIARATO ESTINTO 20 ANNI FA TORNA IN NATURA
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L’orice cornuto a scimitarra (Oryx dammah), chiamato anche orice del Sahara, è la prima specie ad essere stata declassata nella lista di animali da conservare dell’International Union for Conservation of Nature (IUCN) extint in the wild, invertendo il processo di estinzione che lo stava facendo sparire.
Un tempo diffuso in tutto il Nord Africa, la sua popolazione subì un crollo drastico a causa della siccità prolungata e alla caccia per le sue lunghe e pregiate corna e per la carne. Nel 2000 la specie fu dichiarata estinta in natura e da allora rimase presente solo in cattività. Oltre 220 istituzioni zoologiche diedero vita ad un programma globale di riproduzione e nel 1985 un progetto di recupero guidato dallo Zoological Society of London e dal Sahara Conservation Fund incominciò a studiare un programma di lunga scadenza per la sua reintroduzione in natura. Nel 2016, 21 orici dalle corna a sciabola furono restituiti allo stato selvatico in Ciad in un’area protetta. Circa sei mesi dopo il rilascio, il primo cucciolo di orice dalle corna a sciabola nacque in natura dopo più di 30 anni, avviando un processo che oggi ha portato alla nascita di 510 orici dalle corna a scimitarra selvatici.
Uno studio pubblicato sulla rivista Science, ha dimostrato che il lavoro degli zoo di conservazione ha ottenuto il risultato di invertire l’estinzione, riuscendo a verificare il recupero di 95 esemplari di animali e piante estinti che dal 1950 sono sopravvissuti grazie alle pratiche di conservazione e alle cure della scienza.
___________________
Fonte: Zoological Society of London; Sahara conservation; foto di Stanislav Ferrao
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aitan · 10 months ago
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youtube
"Re Federico" di Gianni Rodari, musicata e interpretata Da Virgilio Savona nel 1969.
C'era un re di nome Federico
che andò in guerra e cercava il nemico.
Ma il nemico era andato
a comprare il gelato
infischiandosene del re Federico.
- Nemico, nemico, vieni fuori che ti aspetto! -
- Adesso no, finisco il sorbetto -.
- Vieni fuori che ti aspetto con la spada e con la lancia -.
- Adesso no, perché ho il mal di pancia -.
Re Federico per la disperazione
buttò la corona e andò in pensione.
(Da "Filastrocche in cielo e in terra", 1960)
Virgilio Savona, negli anni '60, in parallelo con la sua attività di membro del Quartetto Cetra, fu molto impegnato nella produzione di canzoni di protesta e di satira, spesso improntate su temi anarchicheggianti a antibellici.
Altri suoi #cantiantimilitaristi erano "Sciabola al fianco, pistola alla mano" e "Il proconsole Dione e il fante Massimiliano", entrambe del 1969.
Nello steso periodo ha musicato anche "Dopo la pioggia", un'altra poesia contro la guerra di Gianni Rodari, quella che si conclude con il meraviglioso distico:
"Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra."
Sua anche la versione in musica di un pensiero ultramilitarista di Marco Porcio Catone detto il Censore, che cantò e ridicolizzò Giorgio Gaber in "Sexus e Politica" nel 1970.
Il cartaginese
è già nostro nemico
perché chi si prepara
a muovere una guerra
pur se non stringe ancora
un'arma nelle mani
ma è pronto per colpire
colpire all'improvviso
è già nostro nemico
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rebelandoutlawrock · 1 month ago
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Mia madre a quarant'anni era vedova, io a meno di sette ero già orfano di padre. Io il quinto di sei fratelli e mia madre mi ha viziato. Mi ha trattato subito da grande e mi ha insegnato l'educazione più con i proverbi e con i detti in romanesco che con la teoria o le parole. Da piccolo lei, invece di raccontarmi le favole di cappuccetto rosso o dei sette nani che non mi piacevano, mi raccontava le storie e le imprese del Marchese del Grillo. Io infatti ne conosco qualcuna più del famoso film.
Senti questa!
Dunque c'era una volta er Marchese der Grillo...
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Ecco una delle tante storie che mi raccontava mia madre. Non la cercate nel film capolavoro del grande Alberto Sordi perchè no, là non c'è.
Una notte raccolse sulla sua carrozza, uno dei tanti ubriaconi, che all'epoca era facile trovare sparsi quà e là per tutta Roma fuori da bettole cantine e osterie varie. E come sempre aiutato dal suo fedele servitore Riccio' (che tra le altre cose era ed è di Fiumicino) lo condussero nella sua enorme sala giochi dove tra tutte le cose vi era posta un grande botte alla cui apertura ci si arrivava salendo la scaletta posta alla base. Lui fece salire prima ed entrarvi poi l'ubriacone che non si rese subito conto, che la botte era colma non di acqua, e neanche di vino, bensì di cacca. Quando realizzò dove si era immerso era troppo tardi, davanti a lui si trovò il Marchese, che, con una sciabola in mano iniziò a tirare dei fendenti in orizzontale che per la paura, costringevano il malcapitato ubriacone, ad immergersi del tutto. Beh, proprio malcapitato alla fine non era stato perchè come riconosciuto da tutti e per la fama di cui godeva il suo divertimento lo pagava caro e come a tutti quelli che lo avevano preceduto il Marchese faceva fare una doccia purificatrice e profumata, gli faceva preparare e servire poi un pasto da Re e infine liquidarlo non prima di aver elargito lui una grande ricompensa in danaro.
=marchesedelgrilloproverbiedettiromaneschi=
Lo scherzo al Papa per esempio ed il confronto con lui, insegna che sono tutti corruttibili e tutti peccatori clero e Papa compresi. Ci aggiungeva sempre la frase: fa quello che dicono non quello che fanno. E quanti proverbi! Chi va co' lo zoppo impara a zoppica'. Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quello che lascia ma nun sa quello che trova. Ma vabbè mi fermo qui, potrei scriverne a non finire. A dieci anni poi, per diplomarmi io ho dovuto lasciarla e ho vissuto con una sorella e la sua famiglia lontano da Fiumicino. Io, l'ho amata molto mia madre e ancora oggi la ringrazio.
#artrochelefavoledecappuccettorosso!🤍
lan ✍️
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susieporta · 3 months ago
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PAURA
(post da leggere con calma per digerirlo al meglio)
Quando parliamo di gestione emotiva, salta sempre fuori qualcuno che obietta: "eh ma la paura è importante, ci avverte del pericolo".
È importante sottolineare la differenza, in questo caso, tra paura istintiva e paura emotiva.
La paura istintiva è un'emozione legata al nostro istinto di sopravvivenza, e ci ha permesso di sopravvivere alle tigri dai denti a sciabola, alle tribù avversarie, al buio della notte quando andavamo a caccia nella foresta, alla fame e alla sete.
La paura emotiva è viceversa legata alle nostre fantasie catastrofiche circa un futuro che potrebbe non verificarsi mai, e che smuove i nostri fantasmi interni attraverso immagini e parole.
Domani potrei morire; domani mi lascerà, mi tradirà, mi abbandonerà per sempre; tra sei mesi non potrò laurearmi, avviare quel progetto, fare una famiglia, ecc.
Ora, il punto fondamentale che gioca a nostro sfavore - e qui vi prego di prestare la massima attenzione - è che le fantasie e le parole catastrofiche che si collegano alla paura emotiva, poggiano le loro basi sulle sensazioni primordiali della paura istintiva.
Quando mio padre o il mio capoufficio mi guardano storto, oppure quando la mia fidanzata o il mio fidanzato parlano in modo triste della nostra ultima uscita al ristorante; oppure quando semplicemente qualcuno mi ruba il parcheggio, io non faccio differenza tra questi eventi, e il pericolo di morte suscitato dalla sensazione di pericolo che avverto sulla mia schiena sudata, sulle mie gambe tremanti, o sui miei occhi spalancati.
Il sistema simpatico si è già attivato prima che sorga un pericolo reale, verificabile, e soprattutto anche se non è davvero un pericolo mortale.
Ondate di adrenalina e cortisolo hanno già invaso il sistema limbico e la neocorteccia, e la vista è completamente annebbiata dalla paura. Il mio cuore pompa sangue a mille battiti al minuto, e le mie gambe sono paralizzate.
Poggiando sul sistema della paura istintiva, la paura emotiva è più facilmente attivabile nelle sue fantasie di pericolo le quali rinforzano a loro volta le sensazioni ataviche della paura istintiva, in un circolo vizioso nel quale scambiamo continuamente un'occhiataccia del capoufficio con un assalto di una tigre dai denti a sciabola.
Ecco perché il lavoro da fare, nel caso in cui ci sono delle fragilità, dei blocchi emotivi ed energetici, è sempre prima di tutto un lavoro primitivo sui sistemi sottili di attivazione e disattivazione, sull'autoregolazione organismica, e sul sistema energetico di carica e scarica.
Possiamo credere alle nostre fantasie mentali solo perché generano e vengono sostenute da sensazioni corporee, alle quali per milioni di anni abbiamo affidato la nostra vita.
Nel mio nuovo libro, che uscirà cartaceo tra pochi giorni e che è già online formato Kindle, propongo numerose strategie e tecniche veloci per gestire gli stati autonomici.
©Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
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wanderer-on-the-steppe · 1 year ago
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@makawicja It's been half an eternity since you've tagged me for the "list nine of your favourite books ever"-game, but here, finally, is my list. And there's so many more that deserve to be in it, but somehow I managed to limit it to nine (approximately in the chronological order in which I've discovered them, if I remember correctly):
Khalil Gibran – The Prophet
Stefan Andres – El Greco malt den Großinquisitor
Arthur Koestler – Darkness at Noon
Meaghan Delahunt – In the Blue House
Claudio Magris – Mutmaßungen über einen Säbel (Illazioni su una sciabola)
Henryk Sienkiewicz – Mit Feuer und Schwert (Ogniem i mieczem)
Bryn Hammond – Against Walls
Tschingis Aitmatow – Der weiße Dampfer (Чыңгыз Айтматов - Белый парох��д)
Corine Sombrun – Les Esprits de la Steppe
I tag @theophan-o @weirdpolis @polutrope and @searchingforserendipity25 if you want to.
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primepaginequotidiani · 5 months ago
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PRIMA PAGINA Gazzetta Dello Sport di Oggi domenica, 28 luglio 2024
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valentina-lauricella · 1 year ago
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Ferragosto, di Achille Campanile (1953)
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(Giorgio de Chirico, L'enigma di una giornata, 1914)
Nell'aria immobile della città rimasta quasi vuota per il Ferragosto, tuonò il comando: "Tutto quello che è finto, diventi vero! Beninteso, quanto a statuaria". Immediatamente, dalla base del monumento a Cavour si alzò il leone di bronzo, diventò all'improvviso di carne e d'ossa e, dopo essersi stiracchiato e aver fatto uno sbadiglio accompagnato da un quasi impercettibile guaito, con un balzo leggero fu a terra e si voltò ad aspettare che Cavour lo raggiungesse. Cavour intanto, un po' impacciato dalla redingotta, cercava a fatica di venir giù dall'alto basamento, badando dove metteva i piedi e borbottando: "Piano, figliolo, io non sono un leone come te, e poi sto molto più in alto; avrebbero fatto meglio a metter te qua in cima e me laggiù". L'Italia, la formosa matrona in costume succinto, che sedeva sul basamento, l'aiutò a metter piede a terra e dié una spolveratina e una rassettatina alla redingotta dello statista, che nella discesa s'era un po' gualcita; poi la brigatella s'avviò verso il centro, Cavour con gli occhiali, il leone scodinzolante, la matrona solenne. Qualche raro passante già fissava la donna prosperosa, incerto se mettersi dietro. "Piano," diceva Cavour" venite dietro me. Cerchiamo di non perderci. Ormai la mia famiglia siete voi."
Il punto di ritrovo dei monumenti cittadini era stato fissato, naturalmente, in Piazza Duomo. Dove già scorrazzava e ruzzava una moltitudine di lupi e lupacchiotti latranti, cani e strane bestie, che fino a un momento prima servivano a sostenere i pluviali del Duomo. Erano stati i primi ad arrivare, per la buona ragione ch'erano già sul posto. Intanto si staccava dalle mensole, e con uno svolazzio leggero scendeva sul sagrato, una folla di santi, santoni e santerelli, con barba e senza, uomini e donne, grandi e piccoli. Vittorio Emanuele II a cavallo galoppava in lungo e in largo intorno alla piazza con la sciabola sguainata divertendosi a mettere in fuga i lupi e i santerelli, seguito a passo di corsa da una doppia fila di piccoli bersaglieri scesi dal bassorilievo del basamento, e in atto di andare a un attacco alla baionetta. Nella lunga palandrana, veniva in fretta da via Orefici l'abate Parini, mentre, fiancheggiato da quattro valletti, Leonardo da Vinci in accappatoio e cuffia da bagno, traversava la Galleria, tra le scappellate dei tre o quattro perdigiorno presenti. Con un rumore zoppo di zoccoli sul selciato, arrivò al piccolo trotto stracco da via Mazzini il generale Missori sul suo cavalluccio a penzoloni. Intanto da Monforte arrivava San Francesco d'Assisi a braccia aperte. Dall'altissimo piedistallo, sempre a braccia aperte, aveva fatto un vol plané di trenta o quaranta metri. Roba da Santi. Da un'altra parte arrivava l'asso Baracca. S'udì avvicinarsi un coro di voci argentine: dal Monumentale arrivava dietro il Duomo una fila di vetture tranviarie piene zeppe d'Angeli che cantavano, di sconosciuti e di mezzi busti, i quali ultimi pagavano mezzo biglietto. Intanto, alla Stazione Centrale succedeva un parapiglia. Al comando iniziale, s'era visto un brulichio, un formicolio sulla facciata, sui fianchi e sul tetto, come se l'edifizio s'animasse tutto. C'era uno starnazzar d'ali, uno scrollarsi. In men che non si dica, vennero giù con fracasso certi strani e massicci cavalli alati, condotti per la cavezza da uomini nudi, o quasi. Roba da alzar l'idea. Fortuna che non c'erano vigili in giro. Scesero strani grifi e mostri, chimere, sfingi. Aquile come piovessero. Già s'allontanava verso il centro scodinzolando la lupa, seguita da Romolo e Remo. I due frugolini stentavano a tener dietro alla bestia, correndo a piedi nudi sull'asfalto rovente, nudi essi stessi come mamma li aveva fatti, e ridendo e giocando, ruzzando e facendo mille monellerie. In cima a una colonna dell'edifizio ferroviario, il toro che rappresentava Torino, scalpitava e sbuffava inferocito, non osando fare il gran salto. Qua e là per la città avvenivano altri episodi. In piazza Scala spuntarono gli Omenoni, col torcicollo per l'incomoda posizione in cui stavano da circa cent'anni. Nel cortile della Casa di riposo per i vecchi musicisti, Verdi s'alzò dalla poltrona di pietra, come si fosse seduto un momento prima. Non parliamo poi di Beccaria e di Manzoni: naturalissimi. Un certo contingente fu fornito anche dall'Arco del Sempione. Ma erano mezze figure, altorilievi. Il Napoleone nudo di Brera arrivava disinvolto, pavoneggiandosi, seguito da Gabrio Piola, Pietro Verri, Luigi Cagnola, Tommaso Grossi e certi Ottavio Castiglione e Bonaventura Cavalieri; i quali tutti esterrefatti, dicevano all'uomo del destino: "Non si può girare in costume adamitico". "Nel mio vocabolario" ribatté il fatal còrso, senza voltarsi "non esiste la parola impossibile."
Il pittore Hayez, con la papalina in testa e la tavolozza in mano, s'unì alla brigatella e per prima cosa buttò via la tavolozza. "Sono cent'anni che volevo liberarmene!" esclamò. "Mi hanno fatto il monumento con la tavolozza in mano. Credendo di farmi piacere. Come se non avessi abbastanza tenuto in pugno, nella vita, questo strumento di tortura." Per avere notizie circa il grande movimento che si sapeva essersi manifestato contemporaneamente in tutto il mondo, si cercò il monumento di un giornalista. Allora le statue fecero una curiosa scoperta: fra i monumenti non ce n'era nessuno di giornalista. Nessun giornalista era stato mai ritenuto degno d'un monumento. Fu giocoforza ascoltare la radio. Le notizie cominciavano ad arrivare, e venivano diffuse di momento in momento: a Firenze s'erano mossi il Biancone, Ercole e Caco, il Perseo, Proserpina in combutta coi suoi rapitori, Savonarola, il Porcellino. A Bologna, il Nettuno s'era messo alla testa d'una sollevazione. A Roma, i primi a scendere in piazza erano stati Mosè, le sfingi, le tartarughe. Il piedone di via Piè di Marmo s'avanzava da solo come un'immensa sogliola verso il Collegio Romano, per accodarsi al corteo diretto in Piazza Venezia e del quale facevano parte Madama Lucrezia, Pasquino, Marforio, il Tritone, i tritoncelli, le Naiadi e le Sirene di Piazza Esedra, che ebbero un successo strepitoso, Vittorio Emanuele II, grossissimo e dorato, il bersagliere di Porta Pia, il ferroviere, Goethe, Toti, alcuni imperatori romani. Chiudeva il corteo il muletto di Villa Borghese con le salmerie. Gioacchino Belli scese tra il popolino di Trastevere e cominciò a molestare le ragazze con la punta del bastone, rispondendo a tono ai loro insulti. Sull'Appia Antica si videro avviarsi intere famiglie avvolte nei sudari, scese dai monumenti sepolcrali.
A Recanati, il gobbino Leopardi s'avviò tutto fiero: "Sono l'unico monumento del mondo che abbia la gobba" ripeteva.
Un senso di panico si diffuse quando si seppe che dal colle di Arona stava scendendo a passi di gigante il San Carlone alto cento metri. A Venezia, i cavalli di San Marco, Tommaseo, Manin col leone, Paleocapa, tutti con un piccione sulla testa. A Torino, gente a cavallo da tutte le parti, con le spade sguainate. Giungevano dispacci dall'estero. A Parigi, poco. I monumenti in bronzo erano stati portati via durante la guerra. C'erano la Repubblica, De Musset. Nel foyer del Théâtre Français c'era un po' di confusione. Quel seccatore di Voltaire pretendeva assumere il comando. Napoleone in cima alla colonna Vendôme aspettava che lo facessero scendere. A Londra, l'Eros di Piccadilly scese nella piazza eseguendo sulle punte la Danza delle Ore. Nelson in cima alla colonna altissima, impossibilitato a scendere da quell'altezza, strillava: "Tiratemi giù!". A New York, la statua della Libertà s'imbarcò subito per l'Europa, ma a mezza strada ci ripensò e tornò indietro.
Ritornando a Milano, s'incontrava un signore che girava spaesato tenendo in mano l'epigrafe del proprio monumento: "A Agostino Bertani gli Italiani riconoscenti" e mormorando: "Ma chi ero?". La piccola sfinge o chimera di pietra che sta dalla parte interna della stazione di Milano e si vede solo dal treno, fra le locomotive e gli scambi. Come deve soffrire in quell'ambiente! Scese anche lei e andò al raduno. Mancava il Sant'Antonio della fontana di piazza Sant'Angelo.
"O dov'è andato?" si domandavano tutti. Con la sciabola trinciando l'aria, Vittorio Emanuele II galoppò a cercarlo in piazza Sant'Angelo. La statua era lì, nella consueta posizione. Come? Il Santo non era diventato vero? Sì, era diventato vero. Ma, appena diventato vero, invece di andarsene, era rimasto nella stessa identica posizione del monumento, a guardare incantato i pesci rossi nella fontana. E non si muoveva.
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wemademadhatterworld · 9 months ago
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Permetto, prima di scrivere la solita stronzata di turno, che manco io in terza media avevo un QI di 220 e tanta voglia di scoprire come si produce il cloro-metano in casa, detto questo...Lunedì mattina, ore 10.30, lungo Tanaro con 9 bambini di terza media ed il professore (salve signori della postale che fino a qui erano pronti a beccare il prossimo pedofilo dell'internet), per spiegare come le rocce registrano il clima nel presente e nel passato. Facile fino a qui. "Bene ragazzi qua vediamo una roccia che è di mare aperto (una pelite) e che presenta delle lamine. La conservazione di queste lamine, arrivate fino a noi, marca come qua non ci fosse vita!". In quel momento viene chiesto da una delle povere anime "In che senso niente vita?". "Qua nel passato quest'area era un fondale marino con anche chilometri di acqua sopra la nostra testa. Ma per una serie di condizioni non vi era nulla che camminava qua!". Davanti a facce ancora più confuse capisco di dover compiere un confronto. "Allora, ditime un organismo preistorico MARINO (maiuscolo obbligatorio) che vi piace! Ah, T-rex and co sono tutti di terra quindi qua non si trovano!"...In quel momento...la prima risposta è stata "TIGRE DAI DENTI A SCIABOLA!"...seguita da "MAMMUT!"...ora, capisco davvero tutto...ma si sono dimenticati SID!
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gregor-samsung · 1 year ago
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" Il colonnello si presentò davanti alla divisione, posò la mano sinistra inguantata sull'impugnatura della sciabola, e mise delicatamente la destra senza guanto sulla fondina, quindi pronunciò le seguenti parole: - Ordino ai signori ufficiali e agli artiglieri della Divisione mortai di ascoltare attentamente quanto dirò loro! Durante la notte nella nostra situazione, nella situazione dell'esercito, e direi nella situazione politica dell'Ucraina, si sono verificati mutamenti bruschi e improvvisi. Dichiaro perciò sciolta la divisione! Propongo ad ognuno di voi di togliere tutti i distintivi e, dopo aver preso dall'arsenale tutto ciò che vuole e che può portare con sé, di andarsene a casa, di nascondersi, di non farsi vivi e di aspettare che io vi chiami di nuovo! Egli tacque e parve così sottolineare ancora di più l'assoluto silenzio che regnava nella sala. Perfino le lampade avevano cessato di sfrigolare. Tutti gli sguardi degli artiglieri e del gruppo di ufficiali erano concentrati in un punto solo, precisamente sui baffi corti del signor colonnello. Egli riprese: - Io vi chiamerò non appena ci sarà un mutamento della situazione. Ma debbo dire che vi sono poche speranze di mutamento… In questo momento ignoro anch'io quale piega prenderanno gli avvenimenti, ma credo che la cosa migliore su cui possa contare ognuno… - (il colonnello improvvisamente gridò le seguenti parole), - anzi i migliori di voi! è di essere mandato sul Don. Ordino dunque a tutta la divisione, esclusi i signori ufficiali e gli allievi che hanno montata la guardia, di andarsene immediatamente a casa! - Eh? Eh? Oh! Oh! Oh! - frusciò attraverso tutta quella massa, e le baionette persero la loro aria combattiva. Si videro qua e là dei visi smarriti, ma in alcune file degli occhi brillarono di gioia… Dal gruppo degli ufficiali si fece avanti il capitano Studzinski: stranamente livido, con gli occhi sfuggenti, mosse alcuni passi in direzione del colonnello Malyšev, poi si voltò a guardare gli ufficiali. Myšlaevskij teneva lo sguardo rivolto non a lui, ma sempre ai baffi del colonnello Malyšev, e aveva l'aria di voler tirare, com'era sua abitudine, un'infilata di bestemmie. Karas' si mise scioccamente i pugni sui fianchi e batté le palpebre. In un gruppetto appartato di giovani sottotenenti corse all'improvviso una parola inopportuna e distruttiva : «Arresto!» - Cosa? Come? - disse una voce di basso nelle file degli allievi. - Arresto! - Tradimento!! "
Michail Bulgakov, La guardia bianca, traduzione di Ettore Lo Gatto, Einaudi, 1967; pp. 107-108.
Nota: la prima pubblicazione incompleta di Belaja gvardija [Белая гвардия] avvenne a puntate sulla rivista letteraria sovietica Rossija nel 1925 e l'opera teatrale ricavata dall'autore sulla base delle prime due parti riscosse subito un enorme successo (si dice che lo stesso Stalin vi assistette almeno una ventina di volte). Nel 1927 l'opera completa fu stampata a Parigi mentre una edizione censurata venne diffusa in Urss solo 1966. Come molte opere sgradite al regime La guardia bianca fu conosciuta nella sua interezza dai cittadini sovietici solo nel 1989.
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kon-igi · 2 years ago
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Salve Kon. So che è ortopedico. Sono molto abbattuta perché dalla radiografia effettuata risulta che ho una scoliosi combinata al livello cervicale e toracica. Confrontata con quella fatta 10 anni fa..la situazione è rimasta invariata. Il fatto è che il medico che mi ha visitato ha detto che la curvatura in realtà è lieve ma al livello visivo sembra che sia molto grave a causa della presenza anche di un forte scompenso muscolare. Questa cosa è frustrante perché mi crea disagio. Non capisco perché mi devo ritrovare una schiena del genere nonostante la mia scoliosi non sia grave. Anche perché il gibbo parte al livello lombare, zona dove la mia colonna è dritta.
Not that kind of orthopedic ma conosco bene la questione.
Il problema delle scoliosi è che seppur non gravi (cioè con un angolo di Cobb non superiore a 20°) possono comunque essere AMPIE - condizione che in linguaggio tecnico è definita 'a esse italica', dalla forma allungata di tale segno grafico - e quindi compensarsi in un lungo tratto con conseguente dismetria muscolare.
La tua colonna non è dritta... si è compensata perché la tua testa stia al suo posto con gli occhi che cerchino davanti a te tigri dai denti a sciabola ma se dovessi chiederti di toglierti la maglietta e di toccarti la punta dei piedi, sicuramente ti riempiresti di gibbi (e anche senza toglierti la maglietta vedrei la dismetria dei punti di repère scapolari e iliaci).
Potevi fare qualcosa da ragazzina ma oramai i giochi evolutivi sono fatti e puoi solo recuperare qualche grado con particolari esercizi, purtroppo senza influire sull'estetica.
Mi spiace <3
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fafos · 2 years ago
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☀️HAI VISTO L'ALBA OGGI? DID YOU SEE THE SUNRISE TODAY? 日出 Il Sole si è alzato accecante e la Tigre della Malesia è tornata a ruggire! Lì, a Est! E In questa  stampa su tessuto con una illustrazione dedicata all'avventura e all'immaginazione dello scrittore italiano Emilio Salgàri. Stampata su cotone Canvas in una tiratura limitata di 20 copie, numerate e firmate. Una stampa raffinata e affilata come denti a sciabola. Ma anche un kit "fai da te" da comporre. SCOPRILA NEL MIO NEGOZIO  - - - >  “VIAGGI E VILLAGGI” Eng The Sun is finally up and the Malaysia Tiger is still roaring! At East, of course. But also in this special print dedicated to the adventure and the imagination of the italian writer Emilio Salgàri, author of "the Sandokan adventures"and thousands of others amazing stories. Printed on Canvas cotton in a limited edition, numbered and signed. But also a kit you could compound by yourself. Discover more HERE
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corrierino · 2 years ago
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La sciabola e la mitragliatrice Dino Battaglia Tratto dal Corriere dei Piccoli nº 21 del 24 maggio 1964. Oggi sul blog.
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