#schiavitù interiore
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pensierodelgiornoblog · 7 months ago
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“In verità solo la disciplina dona la libertà. La libertà di fare ciò che si vuole quando si vuole non è vera libertà, è schiavitù rispetto al proprio apparato psicofisico e ai suoi mutevoli desideri. La libertà di mangiare un chilo di dolci, fumare due pacchetti al giorno, assumere droghe, bere, ascoltare la musica ad alto volume, fare sesso in discoteca, dire le parolacce a scuola… questa non è libertà, è schiavitù. È incapacità di dominarsi. L’autentica libertà la si raggiunge disciplinando il corpo, le emozioni e la mente. Quando il tuo apparato psicofisico è stato disciplinato dalla forza della tua attenzione cosciente, allora e solo allora sei davvero libero di Fare ciò che Vuoi. Prima di quel momento sei un burattino nelle mani della società, la quale decide ciò che devi “desiderare liberamente”. Il risultato è che sei libero di fare qualunque cosa, ma non sei libero di essere libero. I giovani associano al termine ‘disciplina’ un significato di costrizione, quando invece la disciplina di sé rappresenta il portale verso la liberazione da ogni costrizione sociale. Il fatto che gli addormentati chiamino libertà la schiavitù, e viceversa, diventa terribilmente esilarante. Come puoi sperare di avere dominio sulla tua vita se non sei in grado di disciplinare le tue emozioni e i tuoi pensieri? La vera libertà non è libertà DI fare, ma libertà DAL fare.” – Salvatore Brizzi, ‘Il libro di Draco Daatson’
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susieporta · 5 months ago
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Il Mago.
"La Libertà dall'ennesima Illusione"
L'Intensità sale.
La Terra trema.
Si agita e ribolle sotto i nostri piedi. Ci scuote fin dentro le viscere.
Possiamo sentire il suo vibrato pervadere e destabilizzare ogni parte della nostra Struttura.
Vuole creare Spazio.
Viene per rompere i patti i millenari di asservimento all'Illusione.
E' un Agosto che "pretende Verità", in nome dell'Amore, della Pace, della Giustizia.
Viene a prendersi le Anime che hanno terminato il loro sacro Viaggio, viene a sconvolgere le Strutture della Morte, viene per ridefinire gli assetti, i valori, le basi della Futura Umanità.
Non è una Vibrazione semplice.
Ci pone di fronte all'ennesima Menzogna che magari ci stiamo raccontando da mesi, da anni.
Ce la sbatte in faccia.
Ci ricorda che siamo qui per il Cambiamento, per la piena Evoluzione degli schemi del Passato. Non per afferrare l'ennesima "scialuppa di salvataggio" e sperare che il mare non si porti a tempesta.
E' "la prima classe di una Nave di lusso" l'obiettivo interiore, non un salvagente raffazzonato dove imprecare le divinità o pregare sommessamente qualcuno che ci venga a soccorrere.
Non "accontentiamoci".
"Accontentarsi" è per chi preserva dentro se stesso lo schema dell'Impotenza e del Disvalore.
Non "ci si accontenta" nella Vita.
E' un'offesa all'Abbondanza che ci circonda.
Chi si adatta al compromesso, è colui che non crede fino in fondo al proprio Valore. Che continua a raccontarsi lo schema della "finitezza", della "non meritevolezza", dell'asservimento.
"Non si può avere tutto".
Vero. Ma solo se non siamo disposti a "rischiare tutto".
Se non siamo ancora pronti ad affrontare la piena rottura degli "schemi di Disfunzione".
Quelli che ci hanno portato a credere di "essere meno", a pensare di non meritare la piena realizzazione della Verità interiore, ad accantonare l'autentica e profonda visione dell'Amore.
Abbattere "l'illusione del Disvalore" significa credere talmente in se stessi da allontanare anche chi pensavi ci tenesse a te, ti volesse davvero bene, ti stimasse, quando invece, consciamente o inconsciamente, utilizzava questo per metterti nella gabbietta dei Canarini e tenerti a suo fianco per un proprio bisogno interiore, per un proprio vuoto affettivo e di senso.
Non è più Tempo di sotterfugi e schemi di asservimento.
Chi ama davvero l'Altro, è colui che ama se stesso ancora più profondamente.
Non ti vuole "schiavo dell'Amore". Non ti manipola. Non ti rende dipendente. Non ti chiede di restare. Non ti vincola.
Qualcuno utilizza l'espressione "ti lascia libero".
Mai espressione più subdola.
Non "ti lascia libero", perché nessuno appartiene a nessuno e "chiedere il permesso per andare" è già una forma di schiavitù.
Tu sei sempre libero di andare. Non ti serve qualcuno che "ti dia il lasciapassare".
L'Altro non è un genitore e tu non sei un bambino.
Siamo abituati alla Schiavitù.
Nei gesti quotidiani, nelle relazioni, nel linguaggio.
Approfittiamo delle Energie di Agosto per "accorgerci" di quanto siamo ancora "grigi" nelle nostre richieste all'Altro, di quanto strumentalizziamo per elemosinare Amore e Vicinanza. Di quanto tradiamo noi stessi "svendendo il Dono" e vincolandolo a ricatti di ogni genere.
Il Dono è l'Amore.
E' un Sentimento puro, Cristallino.
Espresso nelle sue più sconfinate e svariate forme di Manifestazione.
Il Dono non ha padroni, né servi.
E mai li avrà.
Altrimenti non si chiamerebbe Amore.
Mirtilla Esmeralda
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lunamagicablu · 11 months ago
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"La prima ragione della schiavitù interiore dell'uomo è la sua ignoranza, soprattutto l'ignoranza di sé stesso. Senza la conoscenza di sé, senza la comprensione del moto e delle funzioni della sua "macchina," l'uomo non può essere libero, non può governarsi e resterà sempre uno schiavo, in balia delle forze che agiscono su di lui." Georges Ivanovič Gurdjieff art by Vellectrum ****************** "The first reason for man's internal slavery is his ignorance, above all ignorance of himself. Without self-knowledge, without understanding the motion and functions of his "machine," man cannot be free , cannot govern himself and will always remain a slave, at the mercy of the forces acting on him." Georges Ivanovich Gurdjieff art by Vellectrum
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micro961 · 11 days ago
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“Come vasi di ceramica (Flares of Freedom)” di Giacomo Barzaghi: dal buio alla luce
Un viaggio alla scoperta di sé e della rinascita contro un regime crudele insegnando a non arrendersi mai
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“Come vasi di ceramica (Flares of Freedom)” è il romanzo dello scrittore Giacomo Barzaghi, un'opera intensa e profonda disponibile dal 30 giugno 2024. Il libro racconta una storia di lotta e speranza ambientata in un mondo oppresso da un regime tirannico, mostrando come il coraggio, la forza, la speranza e il sostegno reciproco possano spezzare anche le catene più feroci.
Attraverso una narrazione iperrealistica, talvolta cruda ma sempre intensa e autentica, Barzaghi accompagna il lettore in una realtà dominata dalla schiavitù e da pene corporali brutali. Tuttavia, il cuore pulsante della storia è un messaggio di forza e rinascita. Non importa quanto profonda sia la caduta, c'è sempre una strada per rialzarsi, soprattutto quando si trova il coraggio di farlo al fianco di persone fidate, unite da un legame indissolubile.
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L’autore con la sua sensibilità e il suo stile ricco di emozioni, trae ispirazione da esperienze personali che hanno segnato il suo percorso di crescita interiore. “L'idea di questo libro �� nata durante un periodo di sofferenza che ho vissuto anni fa. Le persone che mi erano accanto, i miei amici, mi hanno aiutato a trovare la forza dentro di me”, ha dichiarato Barzaghi. Questo slancio personale ha preso forma nella stesura dell'opera, sviluppata con pazienza e passione.
“Come vasi di ceramica (Flares of Freedom)” non è solo una storia; è un inno alla resilienza umana, alla capacità di superare le avversità e trovare la propria forza interiore. È un romanzo che tocca temi universali entrando con sincerità nella parte più intima della propria anima e invita il lettore a riflettere sul potere della comunità e della speranza, anche nei momenti più bui.
Instagram: https://www.instagram.com/giacomo.barzaghi_official
TikTok: https://www.tiktok.com/@giacomobarzaghi_official?_t=ZN-8sS5g7bP4p4&_r=1
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gradi-ed-espressioni · 1 year ago
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Non mi resta che chiedere..Sono cattolici, sono inglesi chi sono queste persone… Cabo verde southafrica?✨🌈🙏👍 Ven. 29 dic. Charlie Ward: Corporazione vs. Sovrano La consapevolezza interiore del vero significato di essere nati come “Anima Spirituale Sovrana” in contrapposizione all’essere incorporati alla nascita nel “Sistema di schiavitù della Corporazione Malvagia” è il primo passo per…
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designme2011 · 2 years ago
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🌴 Il mondo Cristiano celebra con la Pasqua la resurrezione di Gesù. Essa é la prima, vera grande festa: la più antica è importante, di molto anteriore al Natale. Per i primi cristiani era ancora vivo l'elemento giudaico. Nella tradizione biblica la Pasqua è il "passaggio", cioè l'uscita di Israele dalle schiavitù d'Egitto. E tale simbologia resterà nella nuova religione, a saldare il legame profondo tra Antica e Nuovo Testamento. All'incontro COL MONDO e le CREDENZE DEL MEDITERRANEO, nel culto ben presto codificato dalla Chiesa confluiscono ANTICHE TRADIZIONI, TUTTORA VIVE NELLE CAMPAGNE E RIPRODOTTE NELL'ESPERIENZA QUOTIDIANA ATTRAVERSO USANZE DIFFUSE. La Pasqua è la FESTA PRIMAVERILE PER ECCELLENZA, CELEBRAZIONE DEL RINNOVAMENTO O DELLA RINASCITA. Sin dai tempi più antichi e nei culti pagani é credenza diffusa quella del Figlio della Grande Madre che muore e risorge a primavera. È la vita dei campi che insegna. Il cristianesimo introduce, sul culto antico naturale che sopravvive, un senso. Il periodico morire e rinascere dei frutti, la fecondità che si rinnova sono simboli dell'uomo che muore e rinasce, che si trasforma. ESPERIENZA INTERIORE e PSICOLOGICA, che CIASCUNO VIVE DENTRO DI SÉ COME UOMO NATURALE prima ancora che come credente. 🌴 L'antico rito del Giovedì Santo: i 'piatti' per i 'sepolcri' La tradizione vuole che il piattino con i germogli di grano venga preparato circa 20-25 giorni prima del mercoledì santo ovvero il 5 aprile e si comincia a seminare dopo la seconda domenica di quaresima ovvero il 5 marzo. Le taieddhre di sebburchi (piattini dei sepolcri) vengono poste dinanzi all'altare, al sepolcro, il giovedì quando ancora non si commemora la morte di Gesù, CONTINUA A LEGGERE NEI COMMENTI E NEI SUCCESSIVI POST • • • #visitmesagne #visitmesagnecuordisalento #visiting #mesagne #cuordisalento #cosafareamesagne #mesagnetop #lacittadellamore #lacittadelcuore #welcometomesagne #momentisenzafiltri #madeinmesagne #mesagneinlove #mesangeles #portiamomesagnenelmondo #mesagnedavedere #viveremesagne #mesagnemylove #mesagneview #mesagnemoremio #a2passinelmondo #mesagnea2passidalmare #tradizionepopolare #tradizionemesagnese #folklore #cultura (presso Mesagne) https://www.instagram.com/p/Cqu6Yprtp2b/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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scogito · 4 years ago
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«...Quando sei schiavo di un sistema, il pacifismo non è un valore, ma un disturbo mentale. Lo slogan è antico e resta sempre lo stesso: “A chi la libertà la chiede, si risponde a sputi in faccia!”
Detto questo, continuo a ribadire – almeno per voi che leggete questi post – che l’unico modo per diventare davvero liberi è LIBERARSI DENTRO, soprattutto in questo periodo storico. Non affidate la vostra serenità interiore alle decisioni di un governo».
(Qui il post completo)
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thegianpieromennitipolis · 3 years ago
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SENSI DELL’ARTE - di Gianpiero Menniti
L’ORRORE SVELATO
Sorride.  Ma è un sorriso imposto.  Con gli occhi parla, sgranandoli in un’estrema invocazione di aiuto, con un’espressione di smarrimento che sfocia in orrore incombente.  La figura è come imprigionata in una condizione che non le appartiene, una dimensione nella quale l’esibizione del seno prosperoso, simbolo di vita e di prorompente erotismo, è volgarizzata dalle strette cinture che avvolgendola ne brutalizzano la forma e, nello stesso tempo, rimarcano l’attributo del possesso ormai ceduto ad una forza oscura. E’ una donna dolente questa rappresentata da De Kooning, trattenuta in uno stato di schiavitù da una forza mostruosa e tentacolare che la circonda e l’avvolge in una melassa vischiosa che ne ha deformato le fattezze, che ne ha consumato ogni parte ad eccezione dell’unico attributo fisico degno di essere esposto come in una vetrina.  Nella visione esteriore ella potrà avere l’aspetto di una modella, di una donna attraente e affascinante o di una donna in atteggiamento licenzioso, dissacrante e coinvolgente.  Ma nell’essenza del suo essere, l’occhio rivelatore dell’artista ne disvela la triste condizione con un crescente senso di commovente pietà per un’anima desolata nell’abbandono, rassegnata ad un destino tragico, eppure ancora capace di un sussulto, di un anelito di vita interiore. Le pennellate “furenti”, in un contesto che ha un suo evidente tratto narrativo di stampo espressionistico e dove peraltro si può perfino cogliere un accenno di dimensione prospettica nella figura e nello sfondo, lasciano cogliere la forza del gesto creativo, tratto caratteristico dell’arte informale della quale New York fu il crogiolo e nel quale De Kooning fu un indiscusso protagonista e sensibilissimo interprete.  La sua poetica, il suo difficile, drammatico rapporto con l’afflato creativo, trova un significativo riscontro in questa "Woman I" nella quale sembra riecheggiare una sintomatica frase dell’autore pronunciata nel 1960 durante un’intervista radiofonica: 
«Per me è sempre stato molto difficile decidere quando un quadro era terminato, lo riconosco. Ma ora va meglio. Smetto di lavorarci, semplicemente».
- Willem de Kooning (1904-1997): Woman I, 1952 - olio su tela, MOMA, New York
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pensierodelgiornoblog · 6 months ago
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"Nel momento in cui lo schiavo decide che non sarà più uno schiavo, le sue catene cadono”. – Gandhi
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susieporta · 6 months ago
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Sette di Bastoni
"La dolcezza della Via del Cuore".
Le Energie di questi giorni ci portano ad "accorgerci". Ci colpiscono proprio nel grande tema della "Direzione".
Abbiamo investito molto sulla "ricerca interiore" in questi ultimi anni. Siamo stati ripetutamente invitati a guardarci dentro e a sciogliere i nodi che impedivano il nostro "flusso originale". Tutto è stato veloce, accelerato, imprevedibile.
Il tempo ha perso la sua dimensione cadenzata, per portarci a sperimentare nell'arco di pochi istanti movimenti iper accelerati o estremamente lenti e rallentati.
Tutto si è ribaltato, è finito sottosopra.
Eppure noi, ancora oggi, non abbiamo colto fino in fondo il "senso del processo". Abbiamo dapprima tentato di opporre resistenza, poi di negarlo e alla fine di assecondare attimi di lucida Verità.
Ma senza mai ammettere a noi stessi che l'Autenticità ha un prezzo altissimo. Che l'Integrità è per pochi coraggiosi. Che l'Onestà è un concetto che pretendiamo dall'Altro, ma troppo spesso sembra non riguardare noi.
Noi mentiamo.
Ci barrichiamo dietro alle mille scuse che ci rendono comodi, "a posto", migliori.
Ma tutte le volte che vorremmo andare via da qualcosa o da qualcuno, e restiamo, siamo i più grandi disonesti al Mondo.
E ci inventiamo le più creative giustificazioni: "La situazione prima o poi cambierà, lui/lei cambierà, andrà meglio. Sono io che non so cosa voglio. Ma lui/lei come farà senza di me?. Poi come faccio con le spese, con la casa, con le bollette? E dove vuoi che vado?"
Sono mille mila le giustificazioni per "restare" dentro allo schema dell'impotenza.
E ne potremmo trovare altre diecimila, con impegno e fantasia.
Se spendessimo le stesse Energie di negazione per raccontarci la Verità ed elaborare il lutto, avremmo nel frattempo cambiato situazione già altre centinaia di volte.
Se invece della lista dei "no", stendessimo un'onesta lista dei "sì", l'Umanità si capovolgerebbe in un giorno.
Ma noi non ci ricordiamo nemmeno cosa sognavamo da bambini, quando il nostro Mondo non era carico di sovrastrutture e di processi educativi manipolati. Quando le gabbie non esistevano. Erano solo un invenzione dei "grandi".
Il "dovere" non era mai "onesto". Era sempre "indottrinato" da schemi disfunzionali dell'Adulto.
E nemmeno l'Adulto si poneva il dubbio se "indottrinare" fosse un po' come staccare un biglietto sola andata per l'infelicità futura.
Ancora oggi, dopo millenni, la priorità del collettivo è "sopravvivere". A noi stessi, alla schiavitù di sistema, alla competizione, all'appiattimento della generatività, allo sfruttamento delle arti magiche.
Oggi si lavora per sottrarre risorse all'Altro, non per condividerle.
Oggi si confligge per un pezzo di pane, anziché collaborare per riappropriarsi insieme dell'abbondanza collettiva.
Oggi si accumula beni e sicurezze, anziché spingere le nuove generazioni e noi stessi verso una Repubblica non "fondata sul lavoro", non sul "consumismo", non sulla "perdita", e nemmeno sulla "malattia e sulla medicalizzazione del sintomo", ma sulla Libertà e Creatività.
Gli sforzi dovrebbero dirigersi verso l'espansione di spazi espressivi, sul "ritorno all'Origine", su ciò che il nostro Bambino sognava, su ciò che ci faceva brillare gli occhi prima di venire sommersi dall'illusione della compravendita, della competizione e dal ricatto emotivo basato sull'aspettativa.
Ad un figlio viene chiesto: "Cosa vuoi fare da grande?"
Ad un figlio va chiesto: "Cosa senti ti fa battere il Cuore?"
E lui risponderà: "l'Amore".
L'Amore per il Creato, per la Vita, per la Natura, per il suo compito d'Anima, per il suo Corpo, per la sua straordinaria scintilla di Gioia.
E' tempo di scardinare schemi di Antica struttura.
Apriamo le porte al Nuovo.
Lasciamo che crolli il vecchio e grottesco Sistema.
Accogliamo il movimento di Direzione originale.
C'era chi voleva ballare, chi danzare, chi cantare, chi scrivere, chi coltivare la Terra e chi guarire la sofferenza con il tocco delle mani.
E ora cosa desideriamo? Cosa ci fa brillare gli occhi? Siamo capaci di "vedere" e di "veder-ci"? Siamo davvero "dentro al nostro autentico Sogno?
Mirtilla Esmeralda
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lunamagicablu · 2 years ago
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Il tempo è il bene più prezioso che abbiamo.
Per questo motivo sono convinto che uno dei metodi più efficaci per avere una vita felice sia imparare a valorizzare il proprio tempo.
Ma come si fa a valorizzare il proprio tempo? Ci sono molti modi e sono convinto che uno dei più efficaci sia imparare a vivere nel qui e ora. L’uomo occidentale è schiavo delle abitudini.Ripete certe azioni ogni giorno fino ad arrivare al punto di vivere con il pilota automatico, senza nemmeno rendersi conto di quello che sta facendo. Il primo passo per riuscire a vivere nel “qui e ora” è quindi spezzare questa schiavitù delle abitudini. Il metodo più semplice e immediato per non essere schiavo della routine e soprattutto per riportare velocemente la mente al “qui e ora” è fermarsi. Completamente. Non importa cosa tu stia facendo, molla tutto e fermati. Devi importi di farlo, quindi puoi anche mettere una serie di sveglie sul tuo smartphone per attivare quel momento di stop oppure puoi prendere come punto di riferimento un’azione abitudinaria, come ad esempio alzarti dalla sedia dell’ufficio o aprire una porta, e fermarti ogni volta che lo fai.
Poi devi concentrarti sui dettagli. Ti sei fermato e ora devi concentrarti su tutti quei dettagli che dai per scontato: cosa si trova intorno a te? Quali suoni senti? Quali profumi ci sono? Quali colori riempiono i tuoi occhi? Che sensazione ti danno i vestiti che hai sopra la tua pelle? Questo momento di pura consapevolezza non dev’essere lungo, basta anche solo un minuto.
Un minuto. Un semplice minuto per registrare la realtà che hai intorno interrompendo una sequenza di pensieri confusionari che ti porta prima nel passato, poi nel futuro, poi di nuovo nel passato, poi di nuovo nel futuro. Senti il silenzio nella mente, un suono che porta a una totale pace interiore.
GIANLUCA GOTTO
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Time is the most precious asset we have.
For this reason, I am convinced that one of the most effective ways to have a happy life is to learn to value your time.
But how do you make the most of your time? There are many ways and I am convinced that one of the most effective is learning to live in the here and now. Western man is a slave to habits. He repeats certain actions every day until he reaches the point of living on autopilot, without even realizing what he is doing. The first step to be able to live in the "here and now" is therefore to break this slavery of habits. The simplest and most immediate way to avoid being a slave to routine and above all to quickly bring your mind back to the "here and now" is to stop. Completely. No matter what you are doing, just drop everything and stop. You have to matter to do it, so you can also put a series of alarms on your smartphone to activate that moment of sleep or you can take a routine action as a reference point, such as getting up from the office chair or opening a door, and stop every time you do it.
Then you have to focus on the details. You have stopped and now you have to focus on all those details that you take for granted: what is around you? What sounds do you hear? What perfumes are there? What colors fill your eyes? How do you feel the clothes you have on your skin? This moment of pure awareness does not have to be long, even just a minute is enough.
A minute. A simple minute to record the reality around you by interrupting a sequence of confusing thoughts that takes you first to the past, then to the future, then back to the past, then back to the future. Feel the silence in your mind, a sound that leads to total inner peace.
GIANLUCA GOTTO
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poetyca · 3 years ago
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La vita ha un senso? – Does life make sense?
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La vita ha un senso? Forse siamo tutti pronti a dare o cercare un senso preciso alla vita, spesso legato ad aspettative, se poi queste non coincidono con quanto avremmo voluto, ecco aperta la porta al turbamento, all’attaccamento e a quelle reazioni spesso nocive. Per chi si pone sul sentiero del Dhamma il senso e la ricerca si legano alla capacità di spezzare la coazione a ripetere della sofferenza: i veleni e la liberazione da essi, il riconoscimento delle nostre reazioni e di come si possa essere leggittimi artefici di quella che è il nostro futuro percorso partendo da adesso. Vorrei condividere questo stralcio dal libro ” Come diventare un buddha in cinque settimane” di Giulio Cesare Giacobbe, considerando che l’autore è uno psicoterapeuta e trova nel buddhismo una forma pratica ( più che religiosa) per vivere la vita in serenità: “Cos’ è un buddha Cos’è un buddha? Un buddha non è un dio, un santo, un superuomo o un essere sovrumano. E’ uno di noi. Uno qualunque. E’ semplicemente uno che ha eliminato la sofferenza. Attenzione: non dal mondo, ma da dentro di sè. Non soffre più. Non s’adira. Non odia. Non prova gelosia, invidia, rancore. E neppure tristezza, ansia, angoscia. E neppure bramosia, avidità, egoismo. Ma cosa vuol dire: che è apatico, indifferente, senza sentimenti? Nossignori. I sentimenti ce li ha. Tutti. Ma non li esaspera. Non li fa crescere. Non se ne fa schiavo. Non li alimenta. Parlo di quelli negativi. Alimenta soltanto quelli positivi. Che sono serenità, pace, allegria, gioia, armonia, amore. Riesce cioè a rimanere sereno dentro di sè nutrendosi di sentimenti positivi, godendosi i sentimenti positivi e neutralizzando i sentimenti negativi. La sua mente è sempre serena, calma. Il suo corpo sempre rilassato. Non ha più stress, tensione. Vive di gioia, di allegria, d’armonia, d’amore. E infonde intorno a sè gioia, armonia, amore, allegria, buonumore. Perchè ha conquistato la serenità. Un buddha è colui che ha conqustato la serenità e la mantiene in qualunque situazione. “ Dunque il senso profondo della nostra vita è in quello che scegliamo: inquietudine, brama, rabbia oppure quella serenità che ci permetta di vedere gli accadimenti passati come semplice opportunità di ricerca per migliorare il nostro presente, per farne la base di un futuro sereno. Che senso avrebbe una vita avvelenata dalla nostra collera e dalla nostra tensione interiore, spesso proiettata sugli altri visti, come cause della nostra inquietudine? E’ dentro di noi che si deve lavorare! Qui ed ora possiamo iniziare a scegliere quel senso che ci sfugge. Un senso che solo noi possiamo applicare attraverso la ricerca e la liberazione dalla schiavitù della nostra illusione. Un sorriso Daniela
Does life make sense?
Maybe we are all ready to give or seek a precise meaning to life, often linked to expectations, if then these do not coincide with what we would have liked, here is the door to disturbance, to attachment and to those often harmful reactions. For those who place themselves on the path of the Dhamma, meaning and research are linked to the ability to break the repetition compulsion of suffering: poisons and liberation from them, the recognition of our reactions and how we can be legitimate architects of what is ours future path starting from now. I would like to share this excerpt from the book “How to become a buddha in five weeks ” by Giulio Cesare Giacobbe, considering that the author is a psychotherapist e he finds in Buddhism a practical (rather than religious) form to live life in serenity: “What is a buddha What is a buddha? A buddha is not a god, a saint, a superman or a superhuman being. He is one of us. Any one. He is simply one who has eliminated suffering. Attention: not from the world, but from within yourself. He no longer suffers. He is not angry. He doesn’t hate. He does not feel jealousy, envy, resentment. Nor sadness, anxiety, anguish. Neither is craving, greed, selfishness. But what does he mean: that he is apathetic, indifferent, without feelings? No gentlemen. The feelings he has them. All. But he doesn’t exasperate them. He doesn’t make them grow. He does not become a slave to it. He doesn’t feed them. I’m talking about the negative ones. He only feeds the positive ones. Which are serenity, peace, happiness, joy, harmony, love. That is, he manages to remain calm within himself by feeding on positive feelings, enjoying positive feelings and neutralizing negative feelings. His mind is always serene, calm. His body always relaxed. He no longer has stress, tension. He lives of joy, of cheerfulness, of harmony, of love. And he infuses around him joy, harmony, love, happiness, good mood. Because he has conquered serenity. A buddha is one who has conquered serenity and maintains it in whatever situation. ” So the profound meaning of our life is in what we choose: restlessness, longing, anger or that serenity that allows us to see past events as a simple research opportunity to improve our present, for make it the basis of a peaceful future. What sense would a life poisoned by our anger and our own inner tension, often projected on other visas, as causes of our concern? He is within us that you have to work! Here and now we can begin to choose that meaning that eludes us. A sense that only we can apply through research and liberation from the slavery of ours illusion. A smile Daniela
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Riflessione numero 1
Nella mia vita ho avuto l'opportunità di avere a che fare con qualsiasi tipologia moderna d'essere umano, destra e sinistra, femminista e maschilista, bianco e nero ecc ecc.
Ho riscontrato in me stesso nessuna alterazione emotiva rilevate nel colloquiare con le sopracitate categorie.
Un evento molto raro oggi giorno nei uomini, poiché si manifesta in solo due personalità umane, che a loro volta sono suddivise in una forma maggioritaria e minoritaria.
Le persone che non provono specifiche emozioni (positive e/o negative) sono maggiormente quelle estremamente in pace con se stessi e l'universo circostante, un esempio chiaro sono i monaci e/o uomini di fede (di qualsiasi credo religioso) che sono completamente in sintonia con il dio/dea/divinità da loro venerati che tutto ciò che è esterno a loro "spazio vitale" è completamente privo di ogni forza emotiva rilevate.
Il suddetto concetto è valido anche per chi non ha un credo religioso, ma al contempo ha una forte fede nel pensiero umano e/o nelle dottrine scientifiche e umanistiche.
Poi ci sono quelle persone (incluso io) che da quando hanno memoria a lungo termine e simbiosi conoscitiva del proprio io interiore, sviluppo un sensazione di sofferenza cosmica astratta interiore, che le priva di ogni benevolenza nel genere umano, in pratica, quelle persone che hanno eletto a propria divinità la realtà del dolore.
La realtà del dolore è quella consapevolezza che il mondo in cui siamo destinati a vivere è stato forgiato da tutte quelle gesta umane (guerra, povertà, schiavitù, corruzione ecc) che arrecano dolore ad altre persone, ma che allo stesso tempo, si ha la consapevolezza che questo modus operandi è completamente naturale e lecito, poiché non è un sentimento puro, ma conseguenza dell'amore, che di per sé è la massima espressione di egoismo che può essere generato dall'uomo.
Basta osservare, nella forma più comune e semplice dell'amore, cioè la relazione tra due persone, una chiara forma di egoismo, poiché si proieta una qualsivoglia aspettaviva su l'altra persona e/o si costringe a mutare la sua vita e personalità, oppure si cambia addirittura loro stessi pur di mantenere quella persona nella loro esistenza.
Anche se, come sovrascritto, questa combinazione risulta perfettamente funzionante, a loro volta crea dolore a persone terze (amici, familiari, ex, conoscenti) quindi portando con sé un enorme mola di dolore nel mondo.
Quindi le persone che vivono nella realtà del dolore, sono consapevoli che l'amore porta con sé sempre dolore, forgiando un mondo fatto di menzogne giustificatrici (giustizia, politica, democrazia, dittatura ecc) che sono semplicemente forme alternative dell'amore egoistico umano.
Le persone che vivono nella piena consapevolezza del dolore universale sanno che ovunque sono presenti dei vincitori, sono presenti anche dei vinti, è inevitabile, quindi non esiste il bene o il male, ma solo il dolore, perciò, sanno che è solo il dolore può essere l'unico vero Dio questo mondo, portando con sé, la naturale conseguenza che l'odio è l'unico sentimento vero che si può provare.
Per questo motivo, io non ho preferenze su qualsiasi argomento attualmente in auge nel dibattito sociale, ma vedo tutti voi come persone egoiste che arrecano dolore a qualcun'altro, perciò io vi odio.
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designme2011 · 2 years ago
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🌴 Il mondo Cristiano celebra con la Pasqua la resurrezione di Gesù. Essa é la prima, vera grande festa: la più antica è importante, di molto anteriore al Natale. Per i primi cristiani era ancora vivo l'elemento giudaico. Nella tradizione biblica la Pasqua è il "passaggio", cioè l'uscita di Israele dalle schiavitù d'Egitto. E tale simbologia resterà nella nuova religione, a saldare il legame profondo tra Antica e Nuovo Testamento. All'incontro COL MONDO e le CREDENZE DEL MEDITERRANEO, nel culto ben presto codificato dalla Chiesa confluiscono ANTICHE TRADIZIONI, TUTTORA VIVE NELLE CAMPAGNE E RIPRODOTTE NELL'ESPERIENZA QUOTIDIANA ATTRAVERSO USANZE DIFFUSE. La Pasqua è la FESTA PRIMAVERILE PER ECCELLENZA, CELEBRAZIONE DEL RINNOVAMENTO O DELLA RINASCITA. Sin dai tempi più antichi e nei culti pagani é credenza diffusa quella del Figlio della Grande Madre che muore e risorge a primavera. È la vita dei campi che insegna. Il cristianesimo introduce, sul culto antico naturale che sopravvive, un senso. Il periodico morire e rinascere dei frutti, la fecondità che si rinnova sono simboli dell'uomo che muore e rinasce, che si trasforma. ESPERIENZA INTERIORE e PSICOLOGICA, che CIASCUNO VIVE DENTRO DI SÉ COME UOMO NATURALE prima ancora che come credente. 🌴 L'antico rito del Giovedì Santo: i 'piatti' per i 'sepolcri' La tradizione vuole che il piattino con i germogli di grano venga preparato circa 20-25 giorni prima del mercoledì santo ovvero il 5 aprile e si comincia a seminare dopo la seconda domenica di quaresima ovvero il 5 marzo. Le taieddhre di sebburchi (piattini dei sepolcri) vengono poste dinanzi all'altare, al sepolcro, il giovedì quando ancora non si commemora la morte di Gesù, CONTINUA A LEGGERE NEI COMMENTI E NEI SUCCESSIVI POST • • • #visitmesagne #visitmesagnecuordisalento #visiting #mesagne #cuordisalento #cosafareamesagne #mesagnetop #lacittadellamore #lacittadelcuore #welcometomesagne #momentisenzafiltri #madeinmesagne #mesagneinlove #mesangeles #portiamomesagnenelmondo #mesagnedavedere #viveremesagne #mesagnemylove #mesagneview #mesagnemoremio #a2passinelmondo #mesagnea2passidalmare #tradizionepopolare #tradizionemesagnese #folklore #cultura (presso Mesagne) https://www.instagram.com/p/Cqu6Yprtp2b/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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somehow---here · 4 years ago
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Siamo tutti legati alla sorte, alcuni con una lenta catena d'oro, altri con una catena stretta ed avvilente, ma che importa? Ha messo tutti ugualmente sotto sorveglianza, sono legati anche quelli che ci legano [...]. La vita è tutta una schiavitù. Bisogna, dunque, adeguarsi alla propria condizione, lamentarsene il meno possibile, cogliere tutti i vantaggi che essa presenta: non c'è situazione tanto amara, che l'equilibrio interiore non riesca a cavarne qualche motivo di conforto. Tante volte, superfici ristrette sono diventate ampiamente utilizzabili per merito dell'ingegnere che le ha sapute suddividere e una buona ristrutturazione ha reso abitabili localucci angusti. Applica la ragione alle difficoltà: diventa possibile che il duro s'ammorbidisca, l'angusto s'allarghi e che il carico, portato avvedutamente, risulti meno pesante.
Seneca, De tranquillitate animi
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empreinte0 · 3 years ago
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"La prima ragione della schiavitù interiore dell'uomo è la sua ignoranza, soprattutto l'ignoranza di sé stesso.
Senza la conoscenza di sé, senza la comprensione del moto e delle funzioni della sua macchina, l'uomo non può essere libero, non può governarsi e resterà sempre uno schiavo, in balia delle forze che agiscono su di lui."
- G.I. #Gurdjieff -
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