#scritto a mano
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Ciao, mi piace come scrivi. Puoi scrivere questa frase :
Se perdi la strada, lascerò la luce accesa

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La tentazione di esistere
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per un attimo mi ero chiesta perchè tuttə in dash stessero rebloggando il real madrid e poi mi sono accorta che eravamo noi, la nazionale
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Lascia un po’ di silenzio
Non odi tutto questo? Odio cosa? Il silenzio? Si, i silenzi mettono a disagio. No, affatto! Sono i momenti che preferisco. Quando tutto tace, puoi sentire molte piu cose che le parole di una sola persona. Magari parla di cose inutili, a vanvera. Ascolterei il rumore dei grilli per ore, piuttosto che le parole dette tanto per dare fiato alla bocca. Avrei uno sforzo in più da fare, per…

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100 domande curiose
1. Libro preferito?
2. Autore preferito?
3. Poesia preferita?
4. Ti piace scrivere?
5. Ti piace leggere?
6. Disegni?
7. Ti piace l'arte?
8. Sei mai stato/a ad un museo?
9. Artista preferito?
10. Film preferito?
11. Attore/attrice preferito/a?
12. Regista preferito?
13. Colonna sonora preferita?
14. Saga preferita?
15. Personaggio preferito di Harry Potter?
16. Personaggio preferito di un libro?
17. Personaggio preferito di un film?
18. Serie tv preferita?
19. Canzone preferita?
20. Cantante preferito/a?
21. Band preferita?
22. Hai mai scritto una canzone?
23. Hai mai scritto una lettera a mano?
24. Hai mai ricevuto una lettera scritta a mano?
25. La pazzia più grande che hai fatto?
26. Ti piacciono le sorprese?
27. La sorpresa migliore che hai ricevuto?
28. La sorpresa più bella che hai fatto?
29. Quale pianeta visiteresti?
30. Preferiresti essere una sirena o una fata?
31. Quale decade preferisci?
32. Sei una persona creativa?
33. Quale lavoro vorresti esistesse?
34. Quali animali vorresti si unisserero per dare vita ad una nuova specie?
35. Pic nic al mare o in montagna?
36. Ti piace il teatro?
37. Hai mai visto un balletto?
38. Sei mai stato/a ad un concerto?
39. Hai mai cantato in pubblico?
40. Hai mai ballato in pubblico?
41. Adotteresti un bambino?
42. Adotteresti un animale?
43. Moto o auto?
44. Preferisci nuotare o volare?
45. Quale personaggio Disney pensi di essere?
46. Quale villain Disney ti rappresenta?
47. Quale cultura ti affascina?
48. Se potessi condividere un senso (tatto, vista,olfatto, gusto,udito) con la tua anima gemella quale condivideresti?
49. Vampiro o licantropo?
50. Credi nella fiamma gemella?
51. Temporale o arcobaleno?
52. Musica classica o rock?
53. Ti piace recitare?
54. Hai mai suonato in pubblico?
55. Hai mai recitato in pubblico?
56. Sai leggere i silenzi?
57. Sai rispettare i silenzi?
58. Soffri il solletico?
59. Riesci a fare ridere gli altri?
60. Sai ascoltare?
61. Ti fidi?
62. Ti piace fare foto?
63. Sei fotogenico/a?
64. Musica in streaming, Spotify, CD o vinile?
65. Anime preferito?
66. Manga preferito?
67. Meglio i manga/anime di ieri o quelli di oggi?
68. Cartone animato preferito?
69. Il tuo cavallo di battaglia in cucina?
70. Il piatto che proprio non ti riesce?
71. Quale colore non sopporti?
72. Cosa non può mancare in casa tua?
73. Quale tua caratteristica vorresti avessero anche gli altri?
74. Cosa "rubesti" da un altra persona?
75. Come organizzeresti il primo appuntamento?
76. Come vorresti fosse il tuo prima appuntamento?
77. Faresti il primo passo?
78. Amicizia uno a uno o gruppo di amici?
79. Le parole che vorresti sentirti dire?
80. Cosa vorresti dire agli altri?
81. Credi nel destino?
82. Credi nella fortuna?
83. Pratichi la gratitudine?
84. Ti senti cambiato rispetto a 10 anni fa?
85. Cosa cambieresti di questi ultimi 10 anni?
86. Come ti vedi tra 10 anni?
87. La famiglia è solo quella di sangue?
88. Gli amici sono una seconda famiglia?
89. Si deve sempre perdonare chi si ama?
90. Cosa non ti perdoni?
91. Vorresti tornare bambino/a o diventare adulto/a?
92. Vorresti essere del sesso contrario al tuo?
93. Balletto preferito?
94. Ballerino/a preferito?
95. Conosci il messaggio dei fiori?
96. Giorno o notte ?
97. Alba o tramonto?
98. Freddo o caldo?
99. Sole o pioggia?
100. Scegli tu questa domanda
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Tempo delle nostre vite ben speso

T’ho corteggiata a lungo. Come un vero gentiluomo. Affamato, pronto a sbranarti al tuo primo segno di cedimento e a farti mia schiava. Nel fisico e soprattutto nella mente. Perché i legami più forti sono quelli mentali. Come diceva Lana Turner: “un gentiluomo non è altro che un lupo paziente” e io quindi ho sviluppato le mie tattiche, tutte tese a far cadere innamorata una preda che mi piaceva assolutamente. Non potevi sfuggirmi. Era scritto in cielo. Ho percepito che eri pronta un mese fa, quando il nostro appuntamento quella volta fu finalmente molto differente dalle precedenti.

Fino ad allora tra noi erano state in casa tua solo sere piene di passione controllata, frenata. Evidente ma non liberata. Serate caratterizzate da giochi mentali ad alto tasso erotico non confessato. Vicinanze piene di voglie inespresse, in cui però se mi avvicinavo a te e mi azzardavo a toccarti, mi davi dei ceffoni sulle mani. Schiaffi certamente non dolorosi, ma inequivocabili. Dinieghi fisici che però erano ogni volta più leggeri, sino a diventare progressivamente quasi carezze di resistenza solo formale. Lasciavi che la mia mano riposasse sul tuo corpo sempre più a lungo e diventasse sempre più sfacciata.

Ho capito che era arrivato il momento dalla gonna ampia che avevi indossato, dal tuo stare scomposta - cosa incredibile per la tua educazione - addirittura a gambe aperte sulla sedia e dallo sguardo che mi diceva solo: “eccomi a te, aprimi pure.” Contrariamente al solito, invece di stare un’ora a parlare solo dell’universo mondo, duellando in punta di fioretto, mentre entrambi non desideravamo altro che scambiare quanti più fluidi possibili, quella volta eri silente e tutta rossa in viso. Accaldata, ti sventagliavi con la mano. "Non si fa, ma lo voglio" era di sicuro il tuo tormento interiore.

Ho parlato solo io per appena tre secondi. Poi, deciso, t’ho infilato direttamente una mano sotto la gonna. Sono arrivato a toccarti le mutandine, guardandoti fissa negli occhi. Li hai abbassati e poi socchiusi, mentre gemevi e io godevo di te. Scostando gli slip, toccavo finalmente la tua vulva bagnata. Vi ho infilato un dito. T’ho fatta eccitare. T'ho ordinato di spogliarti nuda e di metterti in ginocchio: volevo vincere ogni tua possibile resistenza psicologica e assoggettarti completamente a me. Sono stato lì a rimirarti e a farti i miei complimenti. Eri e sei giovane e bella come una Dea.

Poi t’ho presa in braccio, baciata a lungo e sculacciata: eri felice ma sorpresa. Non sapevi bene come reagire. Ma ti fidavi perché mi volevi. E hai scoperto che essere sculacciata ti piace, ti prepara alla totale sottomissione al maschio. E ora non desideri altro che essere punita, prima di essere scopata. Piano piano, t’ho insegnato a sopportare tutte le dolci torture che ti infliggo ogni volta, spostando la soglia del nostro gioco a due privatissimo, del tuo dolore e della tua umiliazione ogni volta un po’ più in alto. Quando introduco qualche novità, tu, deliziosa e novizia puttana, mi sorridi e con gli occhi che ti brillano, muta mi ringrazi.

Vuoi essere dominata, mi è evidente. Ti piace da morire. Hai un orgasmo, quando legata e imbavagliata ti strizzo i capezzoli e ti ordino di resistere alla punizione. Mi piace soprattutto quando te li pinzo e inizio a incularti. O se ti ficco brutalmente il cazzo in bocca e ti impongo di fartelo entrare bene tutto fino alla radice. Senza protestare. Amo vederti nuda, fiera e bellissima, prima di sottometterti. Ti faccio assumere delle pose plastiche, che mettano in evidenza le tue forme perfette di giovane puledra da monta. Sei fatta per essere scopata e riempita di sborra ovunque. Il più spesso e il più a lungo possibile.
Subito a seguire, adoro trattarti in modo rude, prenderti e sbatterti contro una parete o sul letto. Esigo godere del tuo profumo, dei tuoi odori corporei, leccarti tutta e ingoiare i tuoi umori. Vieni come una vera signora: copiosamente, urlando e vibrando dal piacere. Hai imparato a chiedermi per favore l’autorizzazione a venire, o il permesso di succhiarmi l’uccello. Con te mi sento perfettamente padrone e mi faccio un vanto del fatto che ti faccio godere ripetutamente e a distanza di tempo ravvicinata. Spesso, se sono in ritardo all’appuntamento, ti fai trovare direttamente in posizione prona, a gambe larghe e natiche aperte belle alte.

Quando è così, vedo la tua fica che già cola. Quindi mi spoglio rapidamente, t’accontento e ti sfondo il culo. Mi accogli dicendo: “finalmente… oooh… siiii…. squartami, spaccami ovunque…” Ti sborro nelle viscere a lungo, con getti ripetuti. Dolcemente ti resto dentro, pieno d’amore. Sento che sono nella tua anima, te la posso toccare. Apprezzo e gusto il tuo ano che contrai e rilasci per trattenermi, adorabile bricconcella. Quindi, finito di sborrare mi sfilo e marco il mio territorio baciandoti, prendendo confidenza con la tua bocca. Preparandoti. Perché sei il mio giocattolo preferito.
Non devi protestare, devi semplicemente ingoiare e stare zitta. Solo poi stabiliamo insieme il resto del programma. Ho imparato a mia volta a permetterti di esprimere delle preferenze. E ti accontento sempre più. Sto imparando ad amarti. E a viziarti con doni a sorpresa e addirittura casti baci sulle guance che significano moltissimo, per te. E ancor di più per me. Carezze, ogni tanto. Spesso. Non penso che potrò più fare a meno della mia schiava: quando infilo il mio uccello nella tua bocca, mi accorgo dei miglioramenti enormi che hai fatto nell’accogliermi: sento i progressivi movimenti delle tue labbra avide di cazzo sulla mia asta rigida.

Il mio glande si fa strada agevolmente fino a raggiungere la sua sede naturale: il fondo della tua gola. La quale si apre lieta, mentre tu intanto mugoli di puro piacere. A un certo punto mi fai capire con gli occhi e con dei gemiti stabiliti che vuoi ingoiare la mia sborra. Quindi mi concentro per venire e dopo alcuni colpi intensissimi t’accontento. Ingoi tutto senza impedimenti. Hai una vera passera da troia cinquantenne, in fondo alla tua gola. La adoro. Il tuo culo poi è un’opera d’arte: quando voglio, ti metto sulle mie gambe e ti sculaccio fino a farti piangere dal dolore. Ma non ti muovi dalla posizione in cui ti trovi.

Adori soffrire per darmi piacere. E ormai entro in te senza più nessuna forzatura: il tuo ano è un burro. Infilo nel tuo anello elastico e gentile dei falli di gomma sempre più importanti ma non protesti mai. Ti impongo di portare il plug, quello più grande di tutti, durante tutta la tua giornata lavorativa. Perché la sera non devo avere problemi e soprattutto perché ti devo trovare già bella infoiata. Infatti, spesso durante il giorno grazie allo stimolo anale hai dei bellissimi orgasmi spontanei, che ti fanno desiderare di avere dentro di te il mio cazzo. Anche se a volte succede in momenti imbarazzanti: in riunione, con un cliente o mentre sei alla macchinetta del caffè coi colleghi!

Sei la mia privata, dolcissima, educata, riservata e insospettabile troia, venuta al mondo solo per il mio piacere privato. Forse… anzi, decisamente: ti sposerò. Chissà che misura hai all’anulare e come lo preferisci, l’anello. Lo chiederò a tua madre, la mia vicina di bottega, mentre domani la scoperò al solito nel nostro appuntamento segreto del giovedì pomeriggio - chiusura infrasettimanale - a casa mia. Cosa che facciamo insieme da anni. Godremo per l’ennesima volta, in segreto dal resto del mondo e da tuo padre, che invece a quell'ora è al lavoro in fabbrica. Perché lei adora dominarmi; mi lega, mi tortura i genitali, mi spompina, mi fa arrivare al culmine, però proprio allora mi ordina di non sborrare.

Quindi, mi impone di darle piacere leccandola a lungo. Solo dopo, posso scoparla. E se mi dà il permesso mi consente finalmente di venire. Posso farlo solo sulle sue tette: nel culo o nella fica non me lo fa mai fare. Quanto lo vorrei! Poi, quando lei è soddisfatta e ha goduto abbastanza, devo prepararle la doccia, insaponarla, lavarla accuratamente ovunque e asciugarla. Devo massaggiarla sapientemente con delle creme e assistere, sempre restando nudo come un verme, alla sua vestizione. Soltanto quando è pronta per uscire e andare ad aprire il suo negozio mi fa rivestire in fretta e mi caccia via. Però non mi lamento, da bravo suo schiavo. Ma questa è una storia che tu non dovrai mai sapere, finché durerà.

RDA
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omg girldante is also starring as Dante’s mandolino!!! So glad that this underground poet has a following!!
Netflix just announced their new show loosely inspired by the Divine Comedy by Dante Alighieri, apparently he is a famous Italian poet if you don’t know him

#also#ho appena realizzato che la tua fpf non è una tipa con i capelli grigi#sorry non ci vedo#sono una talpa#rip che I tattoos non si leggono#per c’era scritto “but first pasta”/”bea❤️”#/“stilnovo”#e Virgilio ha la collana con scritto ”mamma” perché è italiano guys!!!! la pasta in mano non era abbastanza per segnararlo 💯‼️
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Buongiorno ser, sarei curiosa sul perché la contenzione provocherebbe le cadute? Mi esprimo in forma dubitativa perché non ho modo di verificare di prima mano le informazioni, non per sfiducia ideologica o altro, ma solo perché non essendo del settore avrò maggiore difficoltà nel valutare le informazioni che volesse darmi.
Uso il tuo ask perché sei persona 'neutra' ma citerò alcuni addetti ai lavori che hanno espresso dubbi e curiosità (lasciando anonimi quelli che mi hanno scritto in privato).
(frontespizio del corso che tengo... esagerato IRL come su tumblr)
Per entrare nello specifico LA CONTENZIONE (o in modo più corretto e in base alle varie asl di varie regioni 'mezzo di salvaguardia dell'integrità psicofisica' o 'mezzo di tutela fisica') è un atto
A VALUTAZIONE MULTIDISCIPLINARE
A PRESCRIZIONE MEDICA
La valutazione è fatta variabilmente da un team di professionisti (infermierə, raa, fisioterapistə, oss, terapista occupazionale etc) che valutano i pro e i contro dell'intervento, mentre il benestare e la prescrizione è sempre a carico del medico (atto sanitario) che conferma o revisiona i mezzi, i tempi e i modi.
La contenzione non è solo legare ma LIMITARE LA LIBERTA' DI MOVIMENTO E DI AZIONE DI UNA PERSONA e infatti gli addetti ai lavori sanno che esistono quattro tipi di contenzione:
fisica (polsiere, cinture pelviche, cavigliere, cinture inguinali, guanti, sponde a letto, tute chiuse etc)
chimica (tutti gli psicofarmaci)
ambientale (porte chiuse, allarmi, sensori, gps etc)
psicologica (la peggiore, poi vi dirò)
Il problema nasce tutto quando LA ROUTINE fa perdere di vista all'addetto ai lavori il fatto che limitare la libertà di una persona con una contenzione è UN ATTO GRAVE E SEMPRE PERSEGUIBILE A NORMA DI LEGGE COME REATO PENALE (è a questo punto che il brusio dei partecipanti ai miei corsi di formazione si trasforma in urla di panico misto a odio).
SEQUESTRO DI PERSONA Articolo 605 Codice Penale
Il delitto di sequestro di persona consiste nella privazione o restrizione volontaria della libertà personale fisica di una persona, quale illegittimo impedimento posto volontariamente ad una persona al fine di privarla delle sue possibilità di locomozione e movimento. Chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi a otto anni. La pena è della reclusione da uno a dieci anni, se il fatto è commesso: 1) in danno di un ascendente, di un discendente, o del coniuge; 2) da un pubblico ufficiale, con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni.
... però...
STATO DI NECESSITA’ Art 54 del Codice Penale
Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo.
Mi pregio, però, di dirvi che lo stato di necessità non lo decidete voi ma il collegio giudicante al vostro processo per sequestro di persona. Punto.
@blackmammaaa mi starà già sputando attraverso l'internet perché in quanto OSS (intuisco) è quella che si prende:
le botte dai pazienti
le denunce dai parenti
e infatti quando tengo i miei corsi premetto sempre che i maggiori sforzi per la decontenzione devono essere fatti da chi ha più potere decisionale, organizzativo e finanziario e non ricadere obtorto collo sugli operatori (è a quel punto che tutti ridono e purtroppo io sono costretto a ridere con loro perché Italia sì/Italia no/la terradeicachi).
Ma io non chiedo fiducia epistemica cioè che accettiate in modo acritico la mia parola divina, bensì cerco di portare tutti gli interessati ad arrivare a una conclusione ragionata sul rischio della contenzione e sul vantaggio della decontenzione.
Per quello faccio un piccolo passetto indietro e coinvolgo anonimamente una tamblera che più addetta ai lavori di così non si può (medico specialista che prescrive contenzioni) la quale, giustamente, mi dice che vive questo atto in modo contrastato, lacerata tra il desiderio di lasciare libertà di movimento e il terrore di un'emorragia cerebrale da trauma cranico per caduta in paziente scoagulato.
Allora io tiro fuori la carta PEG cioè la Percutaneous Endoscopic Gastrotomy...
il buco nella pancia che fanno alla gente che smette di mangiare dove poi inseriscono un tubo per l'alimentazione forzata

Che c'entra? Che una volta, appena un anziano smetteva di mangiare e bere in modo funzionale alla sopravvivenza, facevano un buco e poi ci pompavano dentro ogni giorno un litro di beverone iperproteico, ipervitaminico e iperschifoso. Se non che un giorno a qualcuno è venuto in mente di fare un bello studio peer reviewed mettendo a confronto la sopravvivenza con nutrizione enterale via PEG con tentativi di nutrizione classica per os.
E indovinate un po'... la qualità di vita, la misurazione del dolore e della depressione ma anche il tasso di sopravvivenza erano sovrapponibili, cioè l'anziano con PEG non campava di più o meglio di quello che si 'spegneva' mangiando sempre meno e infine morendo NON DI FAME O DI SETE ma di marasma cachettico cioè di azzeramento delle funzioni multiorgano.
E la contenzione?
IDEM
Studi recenti (che poi vi linko se volete approfondire) hanno controintuitivamente dimostrato che l'applicazione di contenzione fa
aumentare l'ansia e i disturbi depressivi
diminuire la fissazione di calcio sulle ossa
peggiorare lo stato cognitivo
affaticare il circolo ematico e respiratorio
peggiorare il rischio di insorgenza LDD (lesioni da decubito)
deprimere l'equilibrio statico e dinamico
accelerare la sarcopenia
quindi se una persona è a rischio cadute molto meglio 'ecologizzare l'ambiente' (una serie enorme di accortezze architettoniche che permettono il wandering in sicurezza), attuare strategie distrattive e devianti, monitorare in modo non oppressivo e poi la cosa più importante e la più controintuitiva di tutte:
LASCIARLI CADERE
mi spiace... sembra crudele, menefreghista e contrario a ogni tipo di accudimento ma se la contenzione ha senso in una persona giovane in delirium che altrimenti si ferirebbe, nella prospettiva di una restituzione delle autonomie, quando oramai si instaura la frailty (funzioni organiche al minimo e quando una scende sotto, tutte le altre crollano assieme) molto meglio affidarsi alla loro capacità di sopravvivere senza medicalizzazione forzata, piuttosto che lavarci la coscienza e la fedina penale tenendoli tutti bloccati e immobili in un limbo che non è vita.

I dati parlano chiaro:
l'anziano contenuto cade e si ferisce gravemente molto più che un anziano lasciato libero di muoversi
Se non avessi avuto i dati a disposizione, me ne sarei accorto lo stesso in modo empirico perché avevo notato che man mano che procedeva la decontenzione nella mia vecchia struttura, di pari passo diminuivano anche gli invii in pronto soccorso, le ferite lacero-contuse e le fratture.
Non diamo solo la colpa alla Chiesa se in Italia si cerca di far sopravvivere tutti a tutti i costi...
A volte siamo proprio noi che abbiamo disimparato il valore e l'importanza della morte che è quello di far concludere degnamente una vita vissuta in libertà e non nella mera sopravvivenza di un purgatorio fatto di decadimento della carne e spegnimento dello spirito.
Ok... basta così ché poi mi arrabbio.
Vi saluto sempre nel solito modo <3
P.S.
In calce link non troppo gonadofrangenti sull'argomento
https://associazionegeriatri.it/wp-content/uploads/2017/10/bonati_2017-modena-convegno-ottobre.pdf
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"Cosa ho davanti? Non riesco più a parlare, dimmi cosa ti piace, non riesco a capire dove vorresti andare. Vuoi andare a dormire? Quanti capelli che hai, non si riesce a contare, sposta la bottiglia e lasciami guardare se di tanti capelli, ci si può fidare.
Conosco un posto nel mio cuore dove tira sempre il vento per i tuoi pochi anni e per i miei che sono cento: non c'è niente da capire, basta sedersi ed ascoltare. Perché ho scritto una canzone per ogni pentimento e debbo stare attento a non cadere nel vino o finir dentro ai tuoi occhi, se mi vieni più vicino.
La notte ha il suo profumo e puoi cascarci dentro che non ti vede nessuno, ma per uno come me, poveretto, che voleva prenderti per mano e cascare dentro a un letto... Che pena, che nostalgia non guardarti negli occhi e dirti un'altra bugia. Almeno non ti avessi incontrato: io che qui sto morendo e tu che mangi il gelato.
Tu corri dietro al vento e sembri una farfalla e con quanto sentimento ti blocchi e guardi la mia spalla, se hai paura a andar lontano, puoi volarmi nella mano. Ma so già cosa pensi: tu vorresti partire, come se andare lontano fosse uguale a morire, e non c'è niente di strano ma non posso venire.
Così come una farfalla ti sei alzata per scappare, ma ricorda che a quel muro ti avrei potuta inchiodare se non fossi uscito fuori per provare anch'io a volare. E la notte cominciava a gelare la mia pelle, una notte madre che cercava di contare le sue stelle; io lì sotto ero uno sputo e ho detto: "Olé, sono perduto".
La notte sta morendo ed è cretino cercare di fermare le lacrime ridendo, ma per uno come me - l'ho già detto - che voleva prenderti per mano e volare sopra un tetto...
Lontano si ferma un treno. Ma che bella mattina, il cielo è sereno. Buonanotte, anima mia, adesso spengo la luce e così sia."
[Lucio Dalla]

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È arrivato quel periodo, quello dei collant sotto i jeans. E della canottiera, perché mi sento vecchia e sento freddo.
Figa però sta luce che si fa strada tra le persiane.

Un po’ come la luce che si fa strada tra i rami.
Ho scritto ‘sta frase, questa dei rami, in un messaggio a un ragazzo. E se l’è tatuata.
Cioè gli ho scritto un messaggio con varie cose, e mi ha chiesto se potevo scrivergli un paio di quelle righe a mano, su un foglietto.
Ma mai avrei pensato che se lo sarebbe tatuato. Così, le mie parole con la mia grafia. Sulla sua pelle.
Mi ha fatto strano, tanto strano.
Io non so gestire questi atti, questi gesti.
Al massimo so gestire una scopata ogni tanto.
Al massimo so gestire due messaggini ogni tanto.
Non so gestire atti del genere, regali e attenzioni.
Ho una paura fottuta - oltre che un ragazzo.
Non voglio fare del male a nessuno. Sto entrando in un periodo di silenzio. Sto entrando in un mio mutismo.
Sento i pensieri che tagliano la mia anima di fino, come la luce che entra dalle persiane.
Sento le costole stringersi attorno al cuore o quello che è, che non mi fa respirare bene, che mi tiene schiacciata sotto un cumulo che ho creato io stessa, bugia dopo bugia.
Ma se dico che amo, non mento.
Amo in modo diverso, amo diversi.
Non so che fare.
Entro nel mio mutismo e sto.
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Ti capisco perché l’ho provato
Concordo, non sai come ti capisco. Io voglio avere la patente di lamentarmi, non l’ho mai fatto. Ora è arrivata questa esigenza, non ho più la soglia attiva, si è rotto il galleggiante della tolleranza. Il mio corpo non regge più le stupidaggini, le frasi fatte, le cose comuni, dette a caso, le polemiche sterili, i miei 15 interventi. Ognuno di noi ha bisogno di essere onesto con se stesso. Il…

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#amici#amore#corazza#cose scritte#dolore#emozioni#essere#famiglia#fuori dalle righe#leggere#lettura#letture#obiettivi raggiunti#parole#persone#rapporti#relazioni#scarabocchi scritti a mano#scarabocchi scritti scritto a penna#scarabocchiscritti#scrittura#scrivere#sensazione#senza filtri#vita
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allora, mettiamola così
immaginate di avere l'opportunità di fare colpo sull'uomo più influente per il vostro lavoro, la vostra carriera; su colui che ha in mano le vostre sorti
e che lui, esattamente come Stephen Hawking con Sheldon Cooper, vi faccia leggiadramente notare di aver scritto
"o voglia di scrivere etc etc" senza acca
senza la cazzo di acca 😭
e no, niente, non mi sono ancora ripresa
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La farfalla
Capitolo primo
Non so se vi sia mai capitato di riflettere su quanto vi sia accaduto e notare come gli eventi siano legati da un sottile fil rouge, e allora vi siete chiesti: “Allora esiste un destino?”. Certo si arriva a questo dopo che gli eventi sono accaduti, ossia in un a-aposteriori. Al contrario all’inizio, gli eventi sembrano slegati e pensiamo che tutto sia avvenuto per opera del “Caso”.
Vi racconto come un bruco si ritrovò a trasformarsi in una farfalla.
Non è stato un caso ma era già destinata a diventarla.
Tutto ebbe inizio una sera che mi portai a casa del lavoro, dovevo fare una relazione su come trovare il segmento per un lancio di un prodotto commerciale. Lasciai il dossier sulla scrivania e mi precipitai a farmi una doccia. Mio marito era ai fornelli e mi stava preparando una cena delle sue. Un uomo favoloso molto attento a tutte le pratiche domestiche, quasi impossibile da trovare. Dopo che ho finito la doccia e indossato un mio pigiamone, andando in cucina, lo vidi che stava seduto a leggere il mio fascicolo. In particolare lo trovai a leggere un foglio dove avevo appuntato una tipologia di uomini.
Avevo scritto che esistevano sette categorie di maschi:
1- ALFA: leader nati maschi con piena consapevolezza fin dalla nascita di essere superiori e di dover essere obbediti e rispettati... potere maschile al suo apice... un'autorità naturale su tutte le altre categorie... fanno quello che vogliono, quando e come vogliono... è ovviamente piuttosto raro!
2- BETA: maschi forti capaci di essere leader per la maggior parte del tempo e a cui piace guidare ma si sentono gregari di un uomo alfa nell'intento di guidare gli inferiori. A loro piace umiliare le categorie inferiori
3- GAMMA: La categoria più comune. Una personalità forte a cui piace comandare ma anche sottomettersi, soprattutto con altri gamma....
4- DELTA: generalmente mancano di mascolinità... Amano sottomettersi a categorie superiori e ai loro pari per brevi periodi di reciproco piacere....
5- EPSILON: A loro piacciono i lunghi periodi di sottomissione... Si identificano come puttane. Sono spesso sottoposti a umiliazioni da parte dei superiori......
6- ZETA: gli schiavi. A loro piace essere ridotti in schiavitù. Sono ancora nella società ma sempre più schiavi di altri uomini...
7- OMEGA: oggetti in forma umana. Senza diritti né privilegi. Nessuna dimostrazione di volontà o indipendenza... Tutto deve essere autorizzato …
Appena sorpreso divenne rosso in viso, mi era sembrato un bambino sorpreso a mettere la mano nel barattolo della marmellata. Allora per rompere la tensione, scherzando gli ho detto.
“ A te non so dove collocarti tra le ultime tre categorie”.
Non rispose, chiuse il fascicolo, liberò il tavolo, si tolse il grembiule, apparecchiò in modo perfetto la tavola, e portò i piatti già con le pietanze. Non so’ perché tutto questo mi mise addosso una sorta di eccitazione. Lo vedevo sotto un’alta prospettiva, mi sa che avevo aperto il vaso di Pandora.
Per tutta la durata della cena mille pensieri affollavano la mia mente, lo avevo solo provocato mettendolo nelle ultime posizioni della scala comportamento degli uomini. Mi aspettavo che reagisse, invece? Che cosa ero andata a toccare. Finito di mangiare, una volta sparecchiato ci andammo a sdraiare su divano per vedere qualche film alla tele. Lui scelse di vedere “La chiave” di Tinto Brass. Un film che quando uscì fece scalpore, eravamo più giovani e la visione innescò una tempesta ormonale a entrambi, ci furono scintille, un sesso infuocato. Da allora ne passò di acqua sotto i ponti, tutto quel fervore si andò man mano scemando. Purtroppo la routine è la tomba dell’amore. La visione del film fu una mezza delusione, era come aver mangiato una minestra riscaldata. Lo stato di tensione non mi era ancora passato, anzi era aumentato.
La domanda persistente era: Che cosa nascondeva quel silenzio alla mia provocazione?
Una volta che siamo andati a letto mio marito, mi ha chiesto:
Hai mai pensato di fare sesso con un altro uomo?
Gli ho risposto di botto:
“Sai che ti amo e ti sono stata sempre fedele". "Non posso credere che tu me lo chieda”.
In realtà non avevo mai pensato di fare sesso con un altro uomo, nonostante gli approcci e le opportunità che il mio lavoro di organizzatrice di conferenze offriva, dato che ero spesso lontana da casa e c'era una notevole quantità di perfetti sconosciuti che soggiornavano nel mio stesso albergo.
Mi chiese subito scusa vedendomi furiosa, molto arrabbiata e confusa ancora di più di prima.
“Che cosa stava succedendo?"
Rimasi in silenzio e sentivo il suo respiro, era ancora sveglio.
A un certo punto mi abbracciò da dietro unendo i nostri corpi. Ero felice di sentirlo dietro di me. Non è mai bello finire la giornata con una nota amara. Mi baciò lentamente il collo e sentii la sua mano afferrarmi il seno, mentre l’altra scorreva lungo tutto il mio corpo proseguendo lungo le mie cosce. Potevo sentire l'inconfondibile contrazione del suo cazzo mentre s’irrigidiva contro il mio sedere. Adesso anche il mio respiro cominciava ad accelerare. La sua mano ha iniziato a esplorare tra le mie gambe e le ho aperte per permettergli di toccarmi la figa. Con tanta delicatezza passò il dito tra le labbra, trovando la mia umidità e usandolo per stuzzicare il mio clitoride. Il formicolio elettrico mi percorse tutto il corpo e mi sciolsi tra le sue braccia forti.
A un tratto si fermò e mi disse che era in uno stato confusionale fin dalla mattina, perché aveva sognato che scopavo con un altro, mentre ero via per una conferenza e poi tornavo a casa e gli raccontavo tutto. Appena sveglio si ritrovò con un’erezione portentosa come quella che aveva ora.
Potevo sentire il calore del suo cazzo in crescita mentre iniziava a esplorare tra le mie gambe da dietro.
"Non eri geloso e arrabbiato?" ho chiesto.
Rispose: “Sì, all'inizio quando mi sono svegliato, ho sentito entrambe le cose". Poi ho capito che era solo un sogno ed ero così eccitato che dovevo averti proprio lì e in quel momento. Era come una fantasia cattiva.
Sono rimasta scioccata. Mio marito era eccitato pensando che avessi scopato un altro uomo! Ormai il suo cazzo era completamente rigido e me lo stava massaggiando lungo la figa da dietro, quindi ho inarcato la schiena per facilitargli il compito. Nel frattempo il suo dito continuava a stuzzicare il mio clitoride e ora ero eccitato quanto lui.
"Ci stai pensando di nuovo?" ho chiesto.
Lui: “Sì, non riesco a togliermelo dalla testa". "Per favore, non arrabbiarti”.
Proprio in quel momento il suo cazzo trovò la mia figa e me lo spinse dentro di qualche centimetro. Sembrava il paradiso ed ero così eccitata che non potevo essere arrabbiata.
Io di rimando “ Non c’è nulla di male nell’avere fantasie sporche”.
Le sue spinte stavano diventando più lunghe e ora mi stava penetrando più profondamente. Il suo cazzo era fantastico e con il suo dito che continuava a stuzzicare il mio clitoride, mi stava portando rapidamente all'orgasmo. La mia mente cominciò a vagare verso alcuni degli uomini che mi avevano fatto delle proposte alle conferenze. In qualche modo stavo cercando di immaginare quale sarebbe stato nella fantasia di mio marito.
Ero ancora confusa ma molto eccitata ed ho iniziato a stare al gioco.
Gemetti mentre le spinte diventavano sempre più veloci. Ormai la mia figa era così bagnata e stavo per venire. Il suo cazzo era durissimo, me l’ha spinto dentro per tutta la sua lunghezza ed io sono impazzita, gemendo e avendo il miglior orgasmo che riesco a ricordare da anni. Mi ha fatto venire abbondantemente e prima di lui. L'ho adorato!
Ero sorpresa dal fatto di queste chiacchiere sporche avessero eccitato anche me. Gli ho detto che mi piaceva fantasticare di essere scopata da un altro uomo.
Lui: “ Voglio che scopi tutti gli uomini che vuoi". "Voglio che mi porti a casa il loro seme nella tua figa calda".
Non potevo crederci! Era davvero preso da questa cosa ed ero ancora più sbalordita dal fatto che non m’importasse per niente.
Gli risposi: "Lo farò!". "Ti porterò a casa una figa sporca e piena di sperma cosi potrai aggiungere il tuo seme a quello di lui”.
Mi ha fatto rotolare sulla pancia e mi ha messo in ginocchio in modo da potermi prendere adeguatamente da dietro. Mi sono sentita infilzare da una spada rovente, ho sentito lo spasmo del suo cazzo ed è stato sufficiente per mandare al limite anche me, la mia mente era piena d’immagini di strani cazzi che si scaricavano nella mia figa.
Mi sono accasciata sul letto, ansimando. Con mia sorpresa, mi ha girato, spingendo le mie ginocchia verso l'alto e aprendo le mie gambe, la sua faccia si è tuffata immediatamente tra le mie gambe.
La mia figa stava già formicolando, quindi la sensazione della sua lingua e della sua bocca che mi succhiavano mi ha mandato subito in visibilio, e nuovi orgasmi hanno iniziato a scorrere a ondate, quasi dolorosi ma erano così belli. Mio marito non mi aveva mai fatto una cosa del genere ed ho capito che anche quello doveva far parte della sua fantasia.
Ormai anch'io ero completamente immersa nella fantasia ormai persa gli dissi:
"Assaggi la sua venuta?"
"Mmmmm", fu tutto ciò che riuscì a rispondere mentre mi lambiva con la lingua le grandi labbra, mandandomi di nuovo oltre il limite.
Alla fine, ho dovuto respingerlo perché la figa si era fatta troppo sensibile. Con mia sorpresa si è immediatamente alzato sopra di me e il suo cazzo era di nuovo duro e mi ha sfiorato l'apertura.
"Ti voglio ancora", è tutto ciò che ha detto, mentre mi chiudeva in un bacio ed io assaporavo i miei succhi e la sua venuta combinati. È entrato di nuovo in me e ho emesso un gemito lungo e lento.
Il suo ritmo ora era più lento e mi guardava amorevolmente negli occhi.
“Grazie per non esserti arrabbiata sentendo la mia fantasia”.
Come potevo? Faceva piacere anche per me!
"Grazie per non esserti arrabbiato perché ho scopato un altro uomo!"
Lui: “Non mi arrabbierò nemmeno se lo farai!"
Io: "Allora lo farò se ti darà piacere ”, non so cosa me lo fece dire ma in quel momento lo pensavo davvero.
“Gemette e mi venne dentro”.
Esausti e ansimanti, giacevamo l'uno nelle braccia dell'altro, senza dire una parola. Era stato tutto così intenso e inaspettato. Alla fine mio marito disse:
"Suppongo che sia stato bello portare le fantasie nella stanza da letto?"
Ed io ho aggiunto, "Se pensi di farcela, un giorno potremmo anche trasformare alcune fantasie in realtà".
Ce la farò mi disse e mi strinse tra le sue braccia. Quella notte dormimmo profondamente.
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«Io sono un uomo molto logico, vede.
Sono un ragionatore. Non per nulla vengo da una città di avvocati, credo anzi che sarei stato un meraviglioso avvocato.
E secondo logica, dico: stabilito che le disgrazie sono fatte per gli uomini, perché arrabbiarsi contro le disgrazie?
Sarebbe come arrabbiarsi perché piove, o perché c’è il sole, o perché si muore.
La morte esiste, la pioggia esiste, la cecità esiste: e ciò che esiste va accettato.
Disperarsi a che serve? A vederci meglio? Bisogna adattarsi: prima per esempio scrivevo a mano, ora detto al magnetofono.
Prima leggevo molto. Ora mi faccio leggere.
E poi proprio cieco non sono: da un occhio, sì, non vedo quasi nulla, ma dall’altro vedo la periferia. Cioè, se mi metto di profilo, io frego l’occhio e la vedo come se stessi di faccia. Posso anche recitare e, infatti, vede: continuo a lavorare, lavoro. Né questo mi rende infelice. Signorina mia, ciascuno ha da portare una croce e la felicità, creda a me, non esiste.
L’ho scritto anche in una poesia.
********************
Felicità
Vurria sapé che d’è chesta parola.
Vurria sapé che vvo’ significà.
Sarra` gnuranza 'a mia, mancanza 'e scola, ma chi ll'ha 'intiso maje annummena`"
*********************
" Forse vi sono momentini minuscolini di felicità, e sono quelli durante i quali si dimenticano le cose brutte.
La felicità, signorina mia, è fatta di attimi di dimenticanza."
Oriana Fallaci e il grande Totò
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"Magnifico "scritto"
"Donne stiamo attente, ci stanno levando tutto! Se ci levano anche la vecchiaia siamo fritte. Voglio restauraurare una parola fuori moda, fuori legge: vecchiaia.
La vecchiaia è un'età anche interessante, la vecchiaia è un'età molto anarchica e romantica. Perché ogni giorno può essere l'ultimo, perché sei in fuga dalla morte e ogni giorno in più dici: tié, ti ho fregato. È un età molto fervida, è un'adolescenza senza domani. E sarebbe un'età interessante se non fosse che poi si muore.
Cioè, io la retorica sulla bellezza della vecchiaia la lascio al mercato che ci adula a noi vecchi per venderci i suoi schifosi prodotti. Mi secca essere vecchia, perché è la porta della morte ed è, e resta, una maledizione biblica. Però non è mai stata così brutta da quando si cerca di nasconderla, da quando non si nomina più, cioè, non è una parolaccia è il nome di una stagione, perché esistono le stagioni e c'è una grande durezza, ma anche una grande dolcezza in questo.
Terza età, anziano, mi fa sentire in fin di vita mentre vecchio ha un bel suono di battaglia, vecchio! La vecchiaia femminile è stata abrogata dal mercato e la donna è stata demonizzata: la donna accetta la farsa della giovinezza obbligatoria, la plastica è il nostro burqua.
Ci fosse il filtro di giovinezza ti credo correrei! Farei qualsiasi bassezza, vorrei avere sedici anni in tutto, specie nella mente, ma anche in corpo, nel fegato... E se non mi sono rifatta non è perché non sono vanitosa, ma è perché sono vanitossissima, di una vanità ributtante, e non voglio aggiungere l'oltraggio del bisturi a quello del tempo. Certo, ci vuole un senso dell'umorismo sempre più spiccato per portare in giro la propria faccia, però mica sei vecchio sempre. La persona libera cambia età molte volte al giorno: siate nonne a quindici anni, fidanzate a ottanta, ma non siate mai quelle che gli altri vogliono.
La donna oggi: in una mano la ramazza nell'altra il biberon nell'altra il computer nell'altra la biancheria sexy nell'altra i vecchi da curare. Ma quante mani ha una donna? E adesso bisogna pure essere fighe fino a ottant'anni. Ma perché? Non facevamo già abbastanza?"
BARBARA ALBERTI
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Solo con te io vivo davvero

Ti voglio. Ti penso tutto il giorno. Non riesco più a stare senza di te. Fino a pochi mesi fa ero solo una donna qualsiasi. Un po' spenta, forse anche insignificante: consumata dalla routine casa-lavoro-marito-figlia. E rari doveri coniugali, consumati di solito al sabato sera, solo per far venire veloce Alfredo e poi poter finalmente dormire un po’ di più all'indomani in santa pace.

A questo mondo la mia anima non nutriva più nessuna aspettativa per il futuro; avevo nel cuore soltanto amarezza e poi soffocavo in silenzio i forti rimpianti per la mia gioventù sfiorita, le occasioni non colte, i doni del cielo che ho aspettato, cose per cui ho pregato tanto e che purtroppo non ho mai ricevuto. Negli ultimi anni ho sempre avuto in tutto il mio essere una crescente ma regolarmente frustrata voglia di essere compresa, coccolata. Amata, in definitiva. Era un bisogno assoluto di piacere veramente, brama di tenerezza e di una qualche vera, preziosa intimità. Senza però farmi più illusioni. Figurati: le cose belle succedono solo nei film.

E invece sei arrivato tu, Adelmo: più giovane di me di quindici anni. Solo di qualche anno più grande di mia figlia tredicenne: a casa t'ha portato lei, perché voleva prendere lezioni di piano. E a scuola c'era quel tuo annuncio in bacheca. Il piano gliel'abbiamo comperato subito, sia pur con gran sacrificio; mio marito ha una merceria e io lo aiuto quando posso.
Quindi due volte a settimana - martedì e sabato - mi sono trovata ad aspettare il tuo arrivo di studente universitario squattrinato ma quasi diplomato al conservatorio. Scoprivo progressivamente in me stessa sempre di più una piacevole, malcelata impazienza. Ma tu guarda: alla mia età!

Finita ogni lezione, due chiacchiere cortesi di pochi minuti, che però man mano diventavano sempre più lunghe. Poi ho preso a prepararti il tè, per poterti mangiare con gli occhi e per strappare alla tua vita fuori dalla mia casa un ulteriore quarto d'ora solo per me. Tu eri veramente deliziato; da studente fuori sede, divoravi i miei ciambelloni e gustavi con morsi famelici le crostate.
Bevendo il tè, mi guardavi fissa e io toccavo il cielo con un dito. Sciogliendomi dentro. Ero totalmente istupidita. Vederti lì, vicino a me, mi rimescolava il sangue dentro. Era bellissimo. Anche se non ero capace di ammetterlo neppure con me stessa. Finché un giorno, nel salutarti col solito bacino sulla guancia, ho sentito entrambe le tue mani poggiarsi dietro di me, sul mio vestito leggerissimo e palparmi il culo per bene, a lungo fino ad entrare nel solco!
Non riuscivo a evitare di far battere forte il mio cuore… Imbarazzatissima che ero, ho fatto finta di nulla ma sono avvampata: sentivo di essere rossa in viso come un peperone. Ho solo detto improvvisamente il mio ciao a occhi bassi. Poi t'ho chiuso la porta in faccia e sono scappata in bagno. Stava succedendo e non sapevo che pesci pigliare. Piangevo.
E francamente non capivo bene se era per il rimorso nei confronti di mio marito, per la rabbia di essere stata toccata in modo improprio: “ma come cazzo s'è permesso, ‘sto stronzo di un pivello…” o invece piuttosto per la gioia di essere finalmente considerata sessualmente appetibile da un giovane, stupendo uomo e quindi per il grandissimo desiderio che tu lo rifacessi e osassi molto di più.

Da quel momento non ho fatto che pensarti. T'ho scritto la sera stessa dopo cena, come niente fosse successo, con una scusa scema: chiedendoti qualcosa sui quaderni pentagrammati per gli esercizi di scrittura e su alcune partiture da acquistare. Tu, giovane ma assolutamente non stupido, m'hai risposto dritto dritto con un: "Ti desidero anche io, tantissimo." e quindi…

"Basta adesso, Adelmo! Smettila immediatamente. Potresti essere mio figlio. Finiscila: per me sei solo l'insegnante di piano di Lucia. Oltretutto non sei il mio tipo, sai? (Mi fai morire, quando mi guardi. E poi quel tuo culo sodo! Che voglia di farti un pompino, poi sollevare le tue gambe e leccarti tra le chiappe a lungo!)"
"Mi vuoi anche tu, Adele. Lo so e non negarlo. Non ti sei opposta, quando t'ho massaggiato forte il culo. Non ho potuto proprio farne a meno e non mi scuserò per quello che ho fatto: il tuo profumo m'ha stregato. Ti adoro per come sei. Poi per dirla tutta: ti sei aperta subito, sotto il mio tocco. Il vestitino corto impalpabile che indossavi solo per me m'ha permesso per un secondo di sentirti chiaramente mentre divaricavi le natiche, per meglio godere del mio medio che premeva per entrarti dentro."
"È solo una tua falsa impressione. Non diciamo sciocchezze… non farti illusioni, ragazzino. Hai creduto di sentire qualcosa che invece non c'è stato. E non ti permettere mai più: ringrazia il cielo che come insegnante sei bravo, che Lucia progredisce, altrimenti… (Invece era tutto vero: mi sarei fatta inculare da te seduta stante! E pensare che a mio marito non l'ho mai permesso!)"

"Altrimenti non mi guarderesti come mi guardi: con una palese voglia di mangiarmi; l'ho capito guardandoti fissa negli occhi, sai? So che è così."
"Basta! Vaffanculo: cazzo credi... Ho altro da pensare io. (Oddio: questo ragazzo mi legge l'anima!)"
Per la miseria, se aveva ragione! Ma… allora è sempre così evidente quando una donna è innamorata cotta? La settimana successiva, il pomeriggio del martedì ero vestita, profumata e truccata da vergognarsi. Mia figlia m'ha pure detto: “mammaaa… ma dove cavolo devi andare stasera?” E al solito momento del commiato, approfittando del fatto che Lucia era andata in camera sua per prepararsi a uscire con gli amici, tremante t'ho dato il solito bacetto. Ma tu maledetto m'hai stretta a te, infilandomi una mano sotto la gonna.

Stavolta davanti. Sfrontato e adorabile bastardo: la mano tutta dentro le mutandine. Il medio dritto e senza esitare tutto nella fica… Ho allargato le gambe per soli cinque secondi senza più pudore ormai, per farti fare ciò che volevi. Non ho proprio saputo resistere. Ma poi te l'ho subito tolta via a forza, quella cazzo di mano santa! T'ho buttato fuori casa e dietro alla porta chiusa mi sono morsa le labbra… Messaggi dopo cena:
"È stato decisamente uno sbaglio, fartelo fare. Non si ripeterà più. Adesso chissà cosa penserai di me… Ti prego di credere che io sono una brava donna, timorata di Dio. Devi capire che non si induce in tentazione una tranquilla madre di famiglia. Non farlo mai più. In fondo, so che sei un bravo ragazzo… (Non desistere, ti scongiuro: non vedo l'ora di cedere. Ti voglio da non poterne più!)"

" Ti voglio, Adele..."
"Si, buonasera! Guarda: tu sei solo un ragazzino. Che futuro pensi potrebbe avere una nostra storia, se non la completa rovina della mia famiglia? È questo ciò che ti prefiggi? Per il gusto di una scopata con una vecchia come me? (Si, si: dimmelo, che mi vuoi scopare, sfondare, inculare fino a riempirmi e farmi dire basta… Dimmelo che vuoi sentire le mie labbra ingoiare senza fare un fiato tutto il tuo cazzo… )"
"Macché vecchia: sei la femmina più sensuale, provocante e calda che io conosca. Ti voglio. Dimmi solo quando potremo stare insieme… non mi interessa altro. Non riesco neppure più a studiare. Ti prego: se non altro, fallo… per il mio profitto!"
"Non pensarci più, per favore. Neppure per un istante. (Ti prego: insisti! Mi desideri davvero, mi vuoi: Dio ti ringrazio per questo.)"

"Ti voglio. Ti voglio… come te lo devo dire?"
(Dimmelo di continuo; in due o tre lingue, ti prego!) "Insomma: adesso basta. Non scrivermi più. (Non smettere mai di scrivere che mi desideri, ti prego! Leggo e rileggo di nascosto come una scema. Cerco di capire i significati reconditi di ogni tua sillaba.)"
"Ti voglio da impazzire..."
"Che il Signore mi perdoni: basta! Sabato pomeriggio prossimo, dopo la tua lezione, Lucia alle cinque andrà all'allenamento di basket. Mio marito chiuderà al solito il negozio alle otto e mezza e quindi prima delle nove entrambi non saranno a casa. Lo faremo una volta e poi dimenticheremo tutto, ok? Ti toglierai 'sto sfizio e vedrai che ti passeranno tutti i grilli per la testa, va bene? (Spero invece con tutta la mia anima che sia solo l'inizio di una nostra storia d'amore: impossibile, maledetta e segreta!)"

Da quel giorno, ovviamente, è stata solo una bellissima, irresistibile discesa all'inferno del puro peccato; t'ho concesso tutto il mio corpo. Sei ormai il mio padrone assoluto. Vuoi il mio culo? Te lo do. Vuoi farti succhiare l'uccello? Fino a che non mi dici basta io non smetto. A costo di slogarmi la mascella. Vuoi divorarmi i seni mentre mi fai godere con il cazzo e la tua mano infilati nella passera e nel culo? Fallo quando ti pare.
Vuoi venirmi dentro? A tua completa disposizione. Non esiste droga più forte di qualcuno che desideri il tuo corpo. È la più potente lusinga che ci sia. Iddio sa quanto aspetto soltanto il momento in cui mi rompi il culo, quando il tuo glande si poggia sul mio ano. E come desidero e gusto ogni secondo della tua spinta. Lentissima ma inesorabile e poderosa, ad esplorarmi le viscere!

E infine quanto mi piace sentirti felice mentre sborri liberamente dentro di me, quando gemi e sussurri al mio orecchio truci oscenità. In quei momenti sono solo una puttana. Niente altro desidero. Non so come finirà, ma per ora so che con te io godo, godo, godo e che sono… ringiovanita. Mio marito e mia figlia sono piacevolmente sorpresi, di questa nuova Adele. Jeanne Moreau ha detto che…
“La vecchiaia non protegge dall'amore ma l'amore, in qualche maniera, protegge dalla vecchiaia.”
Posso garantire che è così. Mi vesto solo per eccitarti. Quando mi vuoi, m'invento le scuse più assurde e corro immediatamente da te. Ci vediamo e ci amiamo nei posti più insoliti. Con te ho finalmente riscoperto la vera me stessa e il gusto dell'amore. Quello che ti fa diventare folle.

RDA
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