#romanzi di viaggio
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pier-carlo-universe · 5 days ago
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“Ma l’incertezza è più bella”: il nuovo romanzo di Lavinia Monti in presentazione a Roma il 29 marzo
Alle 18, presso lo Spazio Gattomerlino, l’autrice dialoga con la scrittrice Piera Mattei su sogni, viaggi, Europa e il coraggio di scegliere Sabato 29 marzo 2025 alle ore 18, lo Spazio Gattomerlin in Borgo Vittorio 95 a Roma ospiterà la presentazione del nuovo romanzo di Lavinia Monti, Ma l’incertezza è più bella, pubblicato da Giacovelli Editore. Un’occasione per esplorare i temi del…
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gregor-samsung · 5 months ago
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" Restammo ancora a guardarci, io ben convinto a non porre per primo nessunissima domanda. Finché: «Io sono la zia» si decise riducendo la voce. «Lui dice che sono soltanto una cugina, ma in effetti sarei come e più di una zia, perché chi ha accudita la sua povera mamma fino all’ultimo se non io? Per sua fortuna è mancata prima di dover soffrire il peggio. Poi tutto è stato così difficile, nessuno potrà mai averne idea. Fino al giorno della disgrazia lo conoscevo poco, lui. Sempre stato in giro per il mondo, collegi accademia caserme. Ma da allora ho dovuto occuparmene io, si vede che così comandava il destino in Cielo. E sono ormai nove anni, sa?» Finii il caffè, rimasi con il bicchiere in mano. Il vetro era ancora fresco. «Nove anni» riprese in cantilena, quella sua voce sempre più sottile, «oggi è niente, ma in principio: oh, non voglio neanche ricordarlo il principio. Un giovane come lui, perdere gli occhi e una mano. Così: solo perché Nostro Signore non vuole nessuno contento a questo mondo. Alle manovre, giocando con una bomba. Dico giocando perché cosa sono poi queste manovre al giorno d’oggi?
Dia a me quel bicchiere.» «Il mio comandante mi ha spiegato» dissi. Per darmi un tono fissavo le mattonelle del pavimento. Ogni quattro formavano un disegno azzurro, una specie di arzigogolato fiore su fondo bianco. Dalle tende trasparenti alla finestra la luce si posava su quei fiori a raggera rilevandone l’esilità. «Un uomo come lui» seguitava adagio via via raggrinzendo e distendendo le rughe del volto. «Anche abbastanza ricco, sì. Lui ricco, mica io. Lo straccio d’una pensione di vedova, io. Ma lui: ricco. Neanche quarant’anni. Sano come un leone. E solo al mondo.» Schiacciai accuratamente la cicca nel piattino che mi aveva offerto come posacenere. «Gli stia ben dietro in questi giorni, mi raccomando» disse ancora. «Non deve mai lasciarlo solo. Lo sa, vero? E abbia pazienza, figlio mio, tanta santa pazienza. Non lo contraddica, non discuta per carità, gli dia sempre ragione, che lui parli o straparli. L’unica salvezza è rispondergli sempre sì. Sì e sissignore. Capito?» «Certo, signora.» "
Giovanni Arpino, Il buio e il miele, Baldini & Castoldi (collana Romanzi e Racconti, n° 5), 1993 [Edizione originale: 1969]; pp. 10-11.
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lucasamandi · 3 months ago
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Momenti di Bologna
Ogni tanto ripenso a quelli come anni lontani, che non si ripeteranno… sono uno fra i tanti. Eppure riesco lo stesso a viverli con saudade buona e positiva per il dolce ricordo che mi hanno lasciato. Ero uno studente a #Bologna e mi muovevo ancora un po�� incerto tra gli esami e le serate fuori con nuovi amici. Ho conosciuto tante persone, ma solo cinque o sei che rimangono nel cuore: sono quelle…
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kon-igi · 2 months ago
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IL FUNGO SOTTO IL CIUFFO
Premetto che il titolo di questo post non è clickbait... si tratta - letteralmente - di un fungo sotto un ciuffo (d'erba) e quando ho raccontato l'episodio alle mie figlie mentre stavamo facendo un viaggio in macchina, la piccola saettava sguardi preoccupati in direzione della sorella grande mentre questa scrollava furiosamente sul suo cellulare il pdf del DSM-5 per trovare la diagnosi.
Il fatto è che il lungo consumo di un certo tipo di media fin dall'infanzia - romanzi di fantascienza, fumetti, videogiochi, giochi di ruolo - ha creato in me una sorta di visione parallela della realtà che è ottima per scrivere racconti brevi e preparare avventure di giochi di ruolo ma che sovente destabilizza chi non mi conosce a fondo.
Il fungo sotto il ciuffo d'erba si riferisce a un vecchio ricordo (dovevo avere 7 o 8 anni) relativo a uno dei tanti pomeriggi del fine settimana in cui uscivo a fare escursioni con i miei genitori e i loro amici. A volte s'andava a raccogliere le castagne, a volte i mirtilli o le more oppure, come nel caso narrato, i funghi.
Per la raccolta dei funghi c'erano regole ben precise: ognuno per sé ma con contatto visivo, picchiare col bastone a terra per scacciare le vipere, non urlare ad ogni ritrovamento ma spostare delicatamente foglie ed erba, tagliare il gambo lasciando il micelio integro nel terreno e mettere il fungo nel cestino o nella retina per far cadere le spore.
E ora ecco l'immagine precisa che vado a raccontarvi, scolpita indelebilmente nella mia memoria e che per la sua pregnanza sensoriale rievoco tutte le volte che ho bisogno di chiarezza emotiva.
Pineta di Viareggio, Novembre, pomeriggio umido nelle narici ma soleggiato sulla pelle. Il profumo della resina si mescola a quello dell'humus sabbioso del terreno, dove gli aghi di pino formano un tappeto lucido interrotto da piccole macchie di erba bassa che ben sopravvive ai miti inverni di riviera. E' in uno di questi prati che, nella ricerca di funghi, mi dirigo verso un cespuglio di erba pampa, con i piumini quasi finti ma assolutamente selvatica. Man mano che mi avvicino, l'erba lascia il posto al muschio, verde e giallo con gocce di pioggia notturna ancora intrappolate tra gli sporangi. Mi abbasso, con una mano alzo dal cespuglio un ciuffo che si piegava fino a sfiorare il terreno e sotto, sul muschio, c'è un unico fungo, di quelli che noi chiamiamo pinacci, così piccolo che il cappello avviluppava il gambo ma lucido e... luminoso, quasi come se qualcuno avesse creato una composizione perfetta nella simmetria sublime dei cinque sensi. Abbasso il ciuffo, in silenzio, senza neanche farmi sfiorare dall'idea di raccoglierlo e torno dai miei genitori con una strana sensazione di completezza che dura ancora oggi.
A questo punto vi chiederete come mai le mie figlie fossero preoccupate ma il racconto non finisce qui.
Da quel giorno cominciò a insinuarsi in me l'impressione che il mondo fosse... costruito ma non che ci fosse un demiurgo, un architetto o un dio costruttore ma che noi avessimo il potere di cogliere il Frammento, l'attimo preciso in cui il nostro desiderio di disvelamento della realtà si allinea con il Caos simmetrico del Disordine.
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Io il Frammento lo cerco istintivamente a ogni sguardo sul mondo, perché ogni volta rimirando le piccole cose a terra, dove nessuno abbassa lo sguardo, ritrovo racconti non detti, fotografie non scattate e canzoni silenziose.
Avete provato a scuotere il ginepro che si trova sul lato sinistro del tabernacolo dove i Bravi aspettano Don Abbondio? Alcune bacche sono verdi ma quelle mature cadranno a terra con un fruscio sordo e con uno sventolie di gocce di rugiada della notte precedente. Ce ne sono di calpestate a terra, sul viottolo che scende a valle verso il torrente e se chinate leggermente la testa potrete sentirne l'odore pungente e legnoso.
Oppure, se vi infilate nel vicoletto tra le prime due cripte di famiglia nel cimitero di San Botulfo a Oakmont in Massachusetts, potrete trovare una cassa di legno con dentro un rotolo di corda e un piede di porco. Attenzione, però, quando vi volterete. E poi vorrei sapere chi ha messo una tanica di benzina sulla balconata interna al sottotetto dell'ingresso della villa del Senatore Woden, visto che non ci sono scale per raggiungerla.
Ah... se poi dite a Longino "Ego potum tuum bibere possum?" vi renderete conto che non si tratta di aceto ma di Posca, una bevanda militare di acqua, aceto e spezie che i soldati stanno per offrire a Gesù come atto di pietà finale, non per fargli uno spregio.
Lo vedete cosa c'è scritto su questa pietra?
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Avreste mai immaginato che questi fossero i pensieri nascosti della persona che desiderava solo un vostro bacio e voi invece avete proseguito nella vostra vita senza nemmeno notarla?
Per concludere, tutto può essere visto e tutto può essere sentito, anche l'invisibile e il sussurrato... guardarlo e ascoltarlo, però, significa accettare che da quel momento in poi dovremmo salire sopra la nebbia del mondo per continuare a essere.
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diceriadelluntore · 2 months ago
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Quasi Napoletani
In queste settimane è possibile vedere una nuova versione per la Tv de Il Conte di Montecristo, capolavoro di Alexandre Dumas. Il romanzo fu pubblicato a puntate sul Journal des débats dal 1844 al 1846, ottenendo incredibile successo, tanto che oggi è considerato uno dei romanzi più famosi di tutto il mondo.
Parte della trama è ambientata in Italia e quando negli anni '40 dell'800 inizia a scrivere, in pratica coevi, i suoi due grandi romanzi, Il Conte e I Tre Moschettieri, Dumas era a Firenze, e la prima stesura de Il Conte partiva da Roma e non da Marsiglia, come poi avverrà.
Il rapporto con l'Italia di Dumas era fortissimo, in particolare con una città: Napoli.
Dumas nel 1835, in lungo viaggio nel Mediterraneo, vorrebbe visitare Napoli. Uso il condizionale, perchè il suo nome non è ben voluto: infatti un funzionario gli negò il lasciapassare per andare da Roma in Sicilia, ma Dumas si procurò un passaporto falso e viaggiò sotto un altro nome, Guichard, e arrivò a Napoli, da dove scrisse una lettera, quasi di sfida, a quel diplomatico che gli aveva negato il visto. Tra l'altro, i Dumas ebbero già a che fare con il Regno di Napoli: suo padre, il Generale Thomas Alexandre Davy de la Pailletterie (figlio di uno scapestrato Marchese e di una schiava nera di Haiti), cambiò il suo cognome, a seguito di contrasti con il padre, assumendo quello della madre, detta genericamente femme du-mas ovvero la donna della masseria. Il Generale, un colosso mulatto alto quasi due metri, molto somigliante al personaggio di Porthos de I tre Moschettieri, aveva partecipato alla spedizione in Egitto di Napoleone del 1799, ma durante la Campagna litigò con lui e lasciò l’Egitto con alcuni compagni fra i quali il celebre geologo Dolomieu (scopritore del minerale che ha dato nome alle Dolomiti) su una nave che una tempesta spinse verso Taranto. Pensava che la città fosse in mano ai Rivoluzionari che in quell’anno, il 1799, avevano costretto il Re a fuggire in Sicilia, ma purtroppo per lui, nel frattempo, Taranto era stata riconquistata dalle forze fedeli a Ferdinando IV, per cui fu catturato insieme ai compagni e messo in prigione nel castello in condizioni disumane e tale immagine avrebbe ispirato a Dumas la fortezza in cui fu rinchiuso Edmond Dantes, il Conte di Montecristo: il castello di If. Rimase due anni in prigione fra Taranto e Brindisi, lo torturarono e vi furono anche tentativi per avvelenarlo e quando fu rilasciato era molto malato: ne uscì storpio, sordo, mezzo cieco, malato dallo stomaco e morì quando il figlio Alexandre non aveva compiuto ancora 4 anni.
Alexandre arrivò a Napoli nel 1835 e fu ospite all’Albergo Vittoria, di proprietà del signor Martino Zir, nell’omonima Piazza in un appartamento dal quale aprendo le finestre vede la Riviera di Chiaia, Capri, Posillipo, Santa Lucia. Dumas, impaurito che la polizia lo scovasse chiede a Zir un mezzo comodo per girarla: l'albergatore gli fornisce un Corricolo, un piccolo calessino, e Il Corricolo è il nome che Dumas darà ad una sorta di satirica guida della città, fatta di falsi storici, aneddoti, lazzaroni, iettatori, Santi. Fu scovato dalla Polizia e solo l'intervento dell'Ambasciata Francese lo salvò dall'arresto.
Ma vivrà ben altro momento nel 1860. Fervente garibaldino, scortò di persona Garibaldi, prese parte alla Battaglia di Calatafimi e risalì con lui parte della Penisola. Fondò un quotidiano garibaldino, come promesso al Generale Garibaldi, che gli suggerì il nome, L'Indipendente. Il quotidiano introdusse nella stampa italiana delle novità: nella parte bassa della prima pagina il romanzo d'appendice a puntate, la raccolta della pubblicità fatta in proprio, il prezzo basso, sconti e omaggi agli abbonati. La sede del giornale si trovava a via Chiatamone nel Boschetto reale, che è stato abbattuto quando ad inizio del XX secolo si sono costruiti i palazzi sul Lungomare. Dumas abitava anche lui nella palazzina e quella stradina che scende dal Chiatamone a via Partenope oggi ha il suo nome. Il quotidiano veniva scritto in francese e poi tradotto e stampato, e tra i collaboratori di Dumas vi era Eugenio Torelli Viollier, che quando Dumas partì per Parigi nel 1864 lo seguì, per poi ritornare in Italia dove nel 1876 fondò, a Milano, il Corriere della Sera.
Dumas dedicò numerosi scritti a Napoli, tra cui il colossale La Sanfelice, opera monumentale (1600 pagine, per lui una consuetudine anche perchè fu il primo a servirsi di numerosi e fidati scrittori, il più famoso era Auguste Maquet) dedicata alla Rivoluzione Napoletana del 1799, tanto breve quanto straordinaria.
Scrisse il giorno della partenza:
Napoli è il fiore del paradiso. L’ultima avventura della mia vita […] lascio la città più bella del mondo.
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sottileincanto · 7 months ago
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Lui è un realista. Uno che non legge romanzi, ma al massimo saggi, uno che non studia per diletto, ma solo per guadagno. Che non viaggia per sognare ma solo perseguendo un' utilità. In un momento che ci vede in disaccordo su qualcosa di abbastanza centrale una sua risposta è stata: "Guarda che così va a finire solo nei libri". Io ci ho riflettuto molto, ma alla fine la mia risposta sarebbe questa: "Quando mi hai detto "Un amore così esiste solo nei libri" ecco forse credi che io, nonostante la mia età e i miei trascorsi, sia soltanto un' illusa, che ancora crede che l'amore sia possibile. Un amore pieno, limpido, senza ombre, dove convivere in modo armonico e in piena collaborazione, senza egoismi e meschinità. Un amore dove l' altro sia meta e fine ultimo, viaggio e traguardo. Forse sono io che in fondo sono soltanto la sciocca che credo di essere."
Tuttavia non credo che gliela darò mai questa risposta. Un tempo gliel'avrei data, adesso avrei soltanto paura di passare per una lagnosa rompiscatole.
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lukish25 · 23 days ago
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Project Hail Mary by Andy Weir My rating: 5 of 5 stars Dopo sei mesi passati nell'America del primo novecento di Lonesome Dove avevo bisogno di un cambiamento radicale. Non mi focalizzo mai su un genere, il bello di leggere è anche e soprattutto questo. Andy Weir è capitato nella mia vita assolutamente per caso, un sacco di anni fa, quando in libreria trovai a pochi euro "L'uomo di Marte". Era il 2014, un anno prima del film con Matt Damon per intenderci. Io e la fantascienza non andavamo troppo d'accordo, ma costava talmente poco e la trama della quarta pareva così accattivante che lo comprai. Me ne innamorai istantaneamente, lo divorai in pochi giorni e pregai in altri suoi romanzi in tempi ragionevoli. Il secondo romanzo di Weir fu un'enorme delusione: frettoloso, personaggi dimenticabili, una storia abbastanza insulsa. Pausa scenica di boh troppi anni. Due mesi fa vagavo qui su goodreads e succede che vedo questa copertina. Lo guardo di sbieco ma ho una sensazione. Weir è troppo intelligente per bucare un altro romanzo. Ha tutti gli ingredienti a portata di mano e la formula vincente l'ha già trovata una volta. E infatti il bastardo lo fa di nuovo, scrive questo libro ed un libro della stramadonna. Le similitudine con L'uomo di Marte ci sono, il protagonista ci racconta quello che gli succede quasi in tempo reale, rigorosamente in prima persona, in maniera intelligente e divertente. Ci metti cinque pagine ad affezionarti a Ryland Grace, e non lo molli per le altre quattrocento. In realtà non lo avrei voluto mollare mai. C'è una quantità folle di fisica, matematica e chimica, ma il punto forte di Weir è quello di rendertela accessibile e soprattutto comprensibile in poche semplici parole. C'è la fantascienza, lo Spazio profondo, il tema del Viaggio. Ci sono due cose che di cui non voglio assolutamente parlare perché sarebbe criminoso spoilerare una storia del genere. Io non volevo più mollarlo, mettevo a letto mio figlio di undici mesi e mi stendevo accanto a lui a leggere. Ho letto che anche a questo giro ci faranno un film, quindi se non avete fretta e volete andare al cinema, al posto di Matt Damon ci sarà Ryan Gosling. Ma fatevi il piacere di comprare questa perla e godervi questa avventura memorabile. View all my reviews
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librofelice · 30 days ago
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"Ce l'avevo quasi fatta"... 4 Historical Romance in cui la protagonista assume identità e aspetto maschili per ottenere un lavoro :
"Travestimento d'amore" ("La Rubrica di Lady Truelove vol.3)-di Laura Lee Guhrke. Historical Romance spicy e irriverente in cui la protagonista si traveste da uomo per ottenere un lavoro come precettore di due giovani furbe menti.
Londra, 1893 Cara Lady Truelove, mio fratello e io abbiamo bisogno di una nuova madre, anche se nostro padre insiste nel dire che non si risposerà mai. Deve essere gentile, intelligente e amante dei gatti... I suoi pestiferi figli potranno anche scrivere alla miglior dispensatrice di consigli d'amore di Londra, ma James St. Clair, Conte di Kenyon, sa bene che per domarli serve un precettore dalla mano ferma e dall'ineccepibile preparazione. Dovendo però partire con urgenza, è costretto ad assumere l'unico candidato disponibile, il giovane e all'apparenza sprovveduto Adam. Tornato dal viaggio, James scopre che la sua apprensione era più che giustificata: sotto gli abiti del nuovo dipendente si cela infatti nientemeno che una donna. Ma come licenziarla quando i gemelli hanno imparato così tanto da lei? E quando lui stesso sta scoprendo tutta la felicità che si nasconde dietro le seconde occasioni?
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https://www.amazon.it/Travestimento-damore-Romanzi-Storici-Truelove-ebook/dp/B07XJ62LVM
"L'inganno di Lady Sylvia" - di Suz deMello. Clean Historical Romance in cui la protagonista (eccellente soprano) , fugge da Londra ad Oxford e trova posto all'interno del coro del Saint Swithin College ed un lavoro come sagrestano della chiesa annessa. Storia buffa e frizzante.
Dopo una disastrosa presentazione a corte, Lady Sylvia scopre che i suoi genitori hanno organizzato il suo matrimonio con un uomo molto più vecchio di lei. Disposta a tutto per evitare questo destino, in preda all’incoscienza ruba i vestiti del fratello e fugge a Oxford per… per… per fare cosa? È stata istruita per un compito ben preciso: sposare un suo pari e procrearne altri. In quanto membro più giovane di una famiglia nobile, per Alan Maitland si prospettano tre possibilità: la Chiesa, l’esercito o la politica. Ma nell’esatto momento in cui ha messo piede nell’elegante cortile del college di Oxford, ha deciso che non se ne sarebbe più andato. La paga da maestro di musica è modesta, ma in quanto scapolo, non ha bisogno di altro… se non fosse per un falsetto nel suo coro. È incantato dalla voce di “Syl Dill”, e stranamente attratto dal giovane uomo. Il sentimento è reciproco, ma come potrà Lady Sylvia rivelare la sua identità senza creare uno scandalo?
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https://www.amazon.it/Linganno-Lady-Sylvia-Regency-Romance-ebook/dp/B0CFW2TMZB/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=2V4COKYKLR1DC&dib=eyJ2IjoiMSJ9.u6ZJDp--_LDans8UwxBByQ.dk5QY3lceUyOPV97LRnzZfnpvXn3J0IcNuVQLP4Tmjc&dib_tag=se&keywords=l%27inganno+di+lady+sylvia&qid=1740757551&sprefix=l%27inganno+di+lady+sylvia%2Caps%2C119&sr=8-1
"Il segretario del duca" - di Chiara Scarafiotti - Clean Historical Romance- Johanna Weseley mente brillante e appassionata di antichità diventa Mr. John Weseley , e si fa assumere presso la tenuta di Adrian Carlton, VIII Duca di Ashton. In veste di segretario dovrà occuparsi di ordinare la biblioteca e catalogare la vasta collezione di cimeli del Duca. Romanzo fresco e leggero .
Johanna Weseley è sola, quasi senza denaro e in una città che non ama; per di più c’è quella presenza continua e fastidiosa di un tale piuttosto losco che la fa la corte. Johanna, però, è una giovane piena di risorse, con una solida cultura di lingue antiche e di arte, e non si lascia scoraggiare da così poco. Cercherà un lavoro rispettabile e lascerà Londra, questo il suo piano. Contemporaneamente, nel Derbyshire, il burbero Adrian Carlton, VIII Duca di Ashton, è rinomato per la sua pignoleria e l’associata irascibilità, iracondia che lo ha portato a licenziare un discreto numero di segretari in pochi mesi. La sua irritabilità è legata all’insistenza della madre per trovare una moglie che non vuole, anche se le donne non lo lasciano certo indifferente. “Galeotto fu l’annuncio all’ufficio di collocamento” direbbe il Sommo Poeta e, in effetti, è proprio ciò che accade in questa storia. Johanna è felice di aver trovato l’impiego ideale per lei, si dovrà occupare di sistemare la libreria di classici e i reperti antichi, di un rigoroso Duca, ovviando al piccolo e insignificante particolare che la ricerca di un segretario è rivolta a un uomo. Che importa, lei è una ragazza piena di risorse… quindi, perché non fingersi suo fratello? In un sol colpo la ragazza si sbarazza – ma sarà poi vero? – del fastidioso corteggiatore e trova un lavoro ben remunerato. Ma i piani, si sa, sono fatti per essere stravolti, pertanto ciò che accade da quando la nostra sconsiderata eroina si insedia presso Ashton Hall è tutto da scoprire: tra gaffes, rossori improvvisi, madri impiccione e fughe nella tormenta… cosa mai accadrà tra l’orfana Johanna Weseley e il Duca di Ashton?
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"The Lady in Red" (A Season for Scandal Book 4)- di Kelly Bowen- Spicy Historical Romance - Lady Charlotte Beaumont è una pittrice di grande talento disposta a rischiare tutto pur di realizzare una grande opera pittorica e a lasciare il suo segno nel mondo. Grazie all'aiuto del famigerato "King" riuscirà ad ottenere una preziosa e importante commissione che condividerà con il noto e ambizioso pittore Flynn Rutledge. Storia ricca di scontri, emozioni e momenti intimi e profondi.
Lady Charlotte Beaumont ha trascorso tutta la sua vita a essere ignorata. Dai suoi genitori, da suo fratello, persino dai domestici. Così è riuscita segretamente a sviluppare il suo talento per la pittura ben oltre i soliti acquerelli. Peccato che nessuno le permetta di usarlo davvero: le donne vengono raramente ammesse alla Royal Academy. Ma quando una conoscenza alla Haverhall School for Young Ladies procura a Charlotte la commissione dei suoi sogni, lei farà di tutto per farla funzionare. Anche travestendosi da "Charlie". Flynn Rutledge ha qualcosa da dimostrare. La sua umile educazione non gli impedirà di realizzare i suoi sogni artistici. Questa commissione è la chiave per il suo futuro e il suo compagno, un giovane sconosciuto in abiti oversize che ha a malapena l'età per radersi, non ispira esattamente sicurezza. Ma Charlie ispira la passione artistica di Flynn, qualcosa che temeva di aver perso per sempre. Nonostante la sua intelligenza di strada, niente può preparare Flynn allo shock della vera identità di Charlie. Non gli importa che sia una donna, ma una signora del ton è tutta un'altra cosa…
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riflessinversi · 5 months ago
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La nostra identità è sempre approssimativa
Lo sappiamo, abbiamo un’identità approssimativa. Non ci è mai possibile conoscere totalmente noi stessi. Così ci arrangiamo con quello che crediamo di aver capito di essere. Per il resto, vi sono ragioni del cuore che la ragione non conosce, come ha ben detto Pascal.
Ma vi è approssimazione e approssimazione. Possono essere molto differenti i modi con cui ci approssimiamo, ossia ci avviciniamo, alla conoscenza di noi stessi. Cercando di comprende le remote e invisibili esperienze a cui sono ancorate le nostre abitudini emotive. Oppure cercando di diventare consapevoli dell’effettivo impatto che produciamo sugli altri con i nostri modi di agire. E’ strada da fare e occorre fiato e impegno per farne molta. Il fiato del desiderio, della necessità che sentiamo di voler sapere di più di noi stessi, senza accontentarci. E l’impegno, lo sforzo di interrogarci, di porci domande nuove, di dubitare di ciò che crediamo di aver già capito della nostra identità. Occorre anche l’impegno di buoni romanzi e buoni film, di esperienze con un po’ di coraggio, di conversazioni con gli amici che hanno la pazienza e la voglia di andare a fondo, di curiosità verso le altre persone. Insomma si fa strada, e si conquista consapevolezza, irrobustendo lo sguardo e il pensiero, perché sono lo sguardo e il pensiero che abbiamo allenato che ci consentono di vedere con maggiore accuratezza l’invisibile della nostra unicità.
Potremmo anche farci, lungo questa strada, un paio di domande, diverse e complementari: sin dove arriva la mia identità? e anche: di cosa è fatta la mia identità? Durata e sostanza del nostro io. Orizzontale e verticale di chi siamo.
L’identità si estende, è un movimento che viaggia e si sposta, nel tempo, nei luoghi e nelle relazioni. Dunque, cosa raggiunge? Quale mondo include e quale esclude la mia identità? Noi siamo anche dove non arriviamo.
L’identità è anche contenitore che si riempie, di esperienze, di idee, di valori, di emozioni. E tanto altro ancora. Quale dunque il suo contenuto, la sua materia? Quanto di questo contenuto che ha dato sostanza alla nostra identità è stata una scelta consapevole? E nei casi in cui non lo è stata, nei casi in cui abbiamo avuto esperienze che non abbiamo scelto, quanto, successivamente, le abbiamo trasformate in riflessione, ne abbiamo compreso il segno che hanno lasciato nel nostro cuore?
Così abbiamo ineludibilmente identità approssimative. Ma per quanto la nostra identità sarà sempre più vasta di ciò che ne potremmo dire, possiamo fare questo viaggio da passeggeri inconsapevoli, oppure ovvero cercare di capire meglio dove caspita stiamo andando, evitando così di rimare sorpresi o delusi di ciò che ci accade.
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multiverseofseries · 3 months ago
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Wicked: il potere del grande musical
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Adattamento dell'omonimo successo di Broadway a cui è estremamente fedele, il film di Jon M. Chu è un grande spettacolo trascinato dalle splendide protagoniste: Cynthia Erivo e la sorprendente Ariana Grande.
In Il mago di Oz, sia nel film del '39 con Judi Garland che nel libro di L. Frank Baum, tutti gioiscono per la morte della Malvagia Strega dell’Ovest. Ma perché era così odiata? E soprattutto: come si è guadagnata l'appellativo di malvagia? Lo è sempre stata, oppure è successo qualcosa che l'ha resa la villain del mondo di Oz? Lo scrittore Gregory Maguire si è fatto queste domande e nel 1995 ha pubblicato il primo di una serie di romanzi che espande l'universo creato da Baum: Strega - Cronache dal Regno di Oz in rivolta. È proprio da questo libro che prende ispirazione il musical Wicked di Winnie Holzman e Stephen Schwartz, un classico di Broadway da 20 anni, a cui, a sua volta, si ispira il film di Jon M. Chu, arrivato al cinema.
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Cynthia Erivo e Ariana Grande in Wicked
Anzi, non "si ispira": il Wicked cinematografico è uno degli adattamenti più fedeli mai visti di un musical. Al punto che, per non tagliare nulla, Universal Pictures ha deciso di dividerlo in due parti: la seconda arriverà a novembre 2025. Gli amanti dello spettacolo possono quindi stare tranquilli: chi ha realizzato il film è a sua volta un grande fan dell'opera originale.
Messi in conto quindi una grande disponibilità di mezzi e professionisti per la parte tecnica (lo sfoggio di costumi e scenografie è abbagliante), per far sì che Wicked fosse magico era fondamentale trovare le giuste protagoniste. L'impresa è riuscita: la "cattiva" Elphaba Thropp è Cynthia Erivo, dalla voce potentissima. La Strega Buona del Nord, Glinda, è invece Ariana Grande: la vera sorpresa del progetto. Sapevamo infatti che la pop star sapesse cantare, ma non che fosse un così grande talento comico. Le due in scena fanno, letteralmente, scintille.
Wicked: un cattivo non è mai solo un cattivo
Le fiabe, i miti e anche gran parte dei classici Disney ci hanno insegnato che esistono i buoni e i cattivi. Il viaggio dell'eroe (o dell'eroina) ha sempre al centro qualcuno che opera in funzione del bene, contro un antagonista che in genere è la sua ombra: ha uguale carisma (spesso anche di più), ma impegna le proprie capacità verso il male. E quindi, è matematico: l'eroe trionferà sul villain. Da qualche decennio però questo manicheismo è passato di moda: in nome di una maggiore complessità, i cattivi non sono più soltanto cattivi. Così come i buoni scoprono di avere dei lati oscuri.
Con Wicked accade esattamente questo: Elphaba è evitata da tutti perché ha la pelle verde. E poi perché è in grado di far accadere cose strane. In un regno guidato dal grande e potente Oz (Jeff Goldblum), che dice di essere un mago, quasi nessuno in realtà è davvero dotato di magia. Lei invece sì. Ed è per questo che diventa l'allieva di Madame Morrible (Michelle Yeoh), che vuole incanalare la sua rabbia per farle sviluppare sempre di più i suoi poteri. Per una serie di coincidenze, diventa amica di Glinda, la ragazza più popolare della scuola di magia. Il loro rapporto le porterà ad aprire gli occhi su una verità scomoda: la città di Smeraldo non è il regno perfetto che credevano.
Meglio volare liberi o non volare soli?
In un turbinio di glitter, magia e gorgheggi, Wicked è uno spettacolo emozionante, che non smette di fare domande allo spettatore. Dietro a ogni numero musicale si cela infatti un tema importante: sicuramente l'accettazione di chi è diverso, il bullismo, l'amicizia e perfino una riflessione su come trattiamo gli animali. Il cuore di tutto però è la ricerca della verità. Elphaba lo dice più volte ai suoi compagni di classe: come reagire una volta scoperto come stanno le cose? Meglio stare zitti, oppure battersi per ciò in cui si crede? Come spesso abbiamo scoperto in questi anni di social, la verità è una delle cose che oggi più fa paura: ed è proprio per questo che Elphaba diventa una figura scomoda. Perché non vuole piegarsi alle menzogne, azzerando le certezze di tutti.
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Una scena di Wicked
Nella scena più importante di Wicked, quella della canzone Defying Gravity, la strega si dice: "Anche se volo da sola, almeno volo libera" (And if I'm flying solo/At least I'm flying free). Che prezzo ha inseguire la verità? A quanto pare essere ricordata come la cattiva della storia. Ecco, il musical, tra un brano e l'altro, ci dice proprio questo: i mostri spesso sono semplicemente persone incomprese. E i veri cattivi sono quelli che sorridono, mentre ci tolgono la libertà.
Conclusioni
Tra gli adattamenti più fedeli dell'opera originale mai visti sul grande schermo, se siete fan dello spettacolo di Broadway Wicked non vi deluderà. Certo, se non amate i musical questo film non fa per voi, perché è "tutto cantato, tutto ballato, un grande spettacolo"! come si dice in Moulin Rouge! di Baz Luhrmann. Straordinarie le due protagoniste Cynthia Erivo e Ariana Grande, la vera sorpresa del film: era scontato sapesse cantare, meno che fosse anche un'attrice brillante. E non è finita: questa è la prima parte, la seconda arriverà nel 2025.
👍🏻
La fedeltà al musical originale.
La potenza vocale di Cynthia Erivo.
La sorpresa Ariana Grande: oltre a saper cantare è anche un'attrice brillante.
La sfarzosità di costumi e scenografie.
La presenza di due fuoriclasse come Jeff Goldblum e Michelle Yeoh.
👎🏻
Se non amate i musical questo film non fa per voi.
La divisione in due potrebbe lasciare con l'amaro in bocca nel finale della prima parte.
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weirdesplinder · 9 months ago
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I miei film live action vintage Disney preferiti tratti da romanzi
Odio appassionatamente i moderni film live action Disney, rifacimenti di cartoni animati classici che ho amato, ma amavo i vecchi live action Disney degli anni '60 e '70, tratti da famosi romanzi per ragazzi, ecco la lista dei miei preferiti.
4 bassotti per un danese, tratto dal libro The Ugly Dachshund di Gladys Bronwyn Stern
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Trama: Fran (Frances) e Mark Garrison sono una giovane coppia, felice e recentemente sposata, che possiede una bassotta, la pupilla di Fran. La cagnetta aspetta i cuccioli e quando i due la portano dal veterinario, il dottor Pruitt, per partorire, quest'ultimo mostra a Mark un cucciolo di danese che la madre, non avendo abbastanza latte, ha messo da parte. Il veterinario propone quindi a Mark di prendere con se il cucciolo almeno per il periodo dello svezzamento. Nonostante le iniziali perplessitagrave; Mark si fa intenerire dal cucciolone e decide di portarlo a casa…
FBI operazione gatto, tratto dal libro Undercover Cat scritto dalla coppia di autori di romanzi polizieschi nota come "I Gordon" (composta da Gordon Gordon e Mildred Nixon Gordon)
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Trama: Nel corso di una rapina, una cassiera (Grayson Hall) viene rapita. Un gatto siamese, che casualmente transita dal covo dei rapitori, diviene involontariamente il portatore di un messaggio d'aiuto che viene colto prontamente dalla sua padrona.
L'isola sul tetto del mondo, tratto ratto dal romanzo di Ian Cameron (alias Donald Gordon Payne) Il cimitero dei capodogli
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Trama: Il benestante londinese sir Anthony Ross, dopo aver ricevuto la notizia che il figlio Donald è scomparso nel corso di un viaggio esplorativo nella parte settentrionale della Groenlandia, decide di organizzare una spedizione per ritrovarlo a tutti i costi. A seguirlo nelle ricerche il prof. Ivarsson, esperto in geologia e in culture primitive, e il cap. Brieux, inventore e costruttore di un singolare dirigibile, l'Hyperion. Da Londra, nel 1907, gli esploratori si trasferiscono velocemente a bordo del dirigibile del cap. Brieux per partire alla volta di Port Conger, un'estrema stazione esquimese nella zona dell'Artide. Preso a bordo Oomiak, un indigeno reduce dalla spedizione del disperso Donald, dopo una tempesta e un atterraggio di fortuna, il gruppo di sir Anthony raggiunge un'amenissima terra circondata da ghiacci mai vista prima e mai segnalata in nessuna delle cartine esistenti. Il clima di quella terra è piuttosto mite a causa di fenomeni vulcanici e gli individui abitanti l'isola sono discendenti dei vichinghi…
PISTA! ARRIVA IL GATTO DELLE NEVI, tratto dal libro Chateau Bon Vivant di Frankie e John O'Rear.
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Trama: John Silvester Baxter, newyorkese, impiegato intristito dalla monotonia del lavoro, eredita da uno zio dimenticato l'Imperial Hotel, a Silver Hill nel Colorado. La fallace notizia che l'albergo offra molti guadagni, lo induce a trasferirvisi con la moglie Suzy, i figli Richard e Christine, il cane Cuor di Leone. Ma torva un albergo fatiscente che, come lo informano sul posto, ebbe momenti di fortuna soltanto tempo fa. Caparbio, Baxter trasforma l'albergo ed i numerosi terreni annessi in una stazione sciistica. Ottiene qualche concreta soddisfazione quando un treno di sportivi rimane lì bloccato per due settimane, ma poi l'inadeguatezza dell'albergo e l'abbondante sprovvedutezza della volonterosa famiglia e del personale assunto provocano la catastrofe finanziaria. John cerca di rimediare al fallimento prendendo parte a una gara che offre molto denaro al vincitore con risultati esilaranti.
Magia d'estate, tratto dal libro Mother Carey’s Chickens dell’autrice Kate Douglas Wiggin
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Trama: Ambientato circa nel 1899 a Boston. Dopo la morte di suo marito la signora Carey e i suoi quattro figli, due femmine e due maschi faticano a tirare avanti solo con la pensione del defunto, devono trasferirsi in una casa più economica, e la figlia maggiore Nancy, molto intraprendente riesce a scovare una bella casa in campagna dove potrebbero stare gratis facendo dei lavoretti di manutenzione. Non sanno che chi gliela offre lo fa senza il benestare del proprietario Tom Hamilton, assente ormai da anni. La famiglia si trasferisce e gioisce dell’atmosfera campestre, le due figlie si innamorano entrambe del giovane maestro locale ma solo una potrà conquistarlo e starà nella saggezza della madre consolare la delusa, Nancy, che presto troverà però un nuovo pretendente proprio in Tom Hamilton che era giunto in paese proprio per cacciare la famiglia dalla casa che voleva vendere.
Il fantasma del pirata barbanera, tratto dal romanzo omonimo di Ben Stahl
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Trama: Un giovane insegnante di educazione fisica si trasferisce a Godolphin per allenare la squadra di atletica della cittadina. Prende alloggio in una locanda posta su un isolotto gestito da vecchie zitelle discendenti del pirata Teach detto Barbanera. Finisce cosigrave; coinvolto nei maneggi delle vecchine per preservare la casa del loro avo dalle mire di un pericoloso gangster intenzionato a trasformarla in casa da gioco. Addirittura il giovane riesce a evocare il fantasma del vecchio bucaniere che interviene in soccorso delle sue discendenti.
Pomi d'ottone e manici di scopa, tratto dal romanzo omonimo di Mary Norton
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Trama: Per Carey, Charles e Paul si prospetta un'estate ben noiosa, mandati a stare da una vecchia zia che non sorride molto, con una domestica anziana e severa in una casa enorme, dal giardino senza fiori. Ecco perché i giorni passano lentissimi, tutti uguali l'uno all'altro! Ma il giorno in cui Miss Price cade dalla scopa, per i tre ragazzi comincia la più incredibile delle avventure. La loro vicina di casa, infatti, è nientemeno che un'apprendista strega, anche se i suoi incantesimi non sempre funzionano come vorrebbe. Tra la matura signorina e i piccoli vicini si stabilisce subito una grande amicizia, e sarà grazie al pomo di ottone di un letto, stregato da Miss Price, che i quattro faranno i più straordinari viaggi nel tempo e nello spazio. E chissà che, viaggiando viaggiando, l'incerta e titubante strega non finisca per trovare nientemeno che l'amore..
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pier-carlo-universe · 5 months ago
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Guinea: Una Corsa per la Sopravvivenza nel Cuore della Giungla. Fernando Gamboa ci trasporta in una storia mozzafiato, tra pericolo, amore e lotta per la verità. Recensione di Pier Carlo Lava
Guinea di Fernando Gamboa è un avventuroso thriller ambientato nella giungla della Guinea Equatoriale, un romanzo che incolla il lettore alle sue pagine sin dal primo capitolo.
Guinea di Fernando Gamboa è un avventuroso thriller ambientato nella giungla della Guinea Equatoriale, un romanzo che incolla il lettore alle sue pagine sin dal primo capitolo. La protagonista, Blanca Idioa, una giovane antropologa in missione per l’UNICEF, si ritrova ingiustamente accusata di un crimine e inseguita da un pericoloso militare. Senza vie di fuga, Blanca si rifugia nelle profondità…
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girlgawain · 1 year ago
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Come sta andando la tua lettura di Fondazione e Terra?
Ciao! Ho finito di leggere Fondazione e Terra la settimana scorsa, e per il momento sto prendendo una pausa da Asimov per dedicarmi ad altre letture, ma in futuro sicuramente leggerò il resto del Ciclo dei Robot che mi manca (ossia la maggior parte, prima del Ciclo della Fondazione di Asimov avevo letto solo la raccolta Io, robot).
Il mio parere su Fondazione e Terra è lo stesso parere che ho avuto sull'intera serie, ossia che il viaggio mi è piaciuto di più della destinazione e che grazie a questa serie sono diventata un po' più eterofoba; sono sicura che il finale mi avrebbe lasciato di più se avessi avuto il contesto del Ciclo dei Robot e nello specifico su Daneel (che mi ha piacevolmente sorpreso rivedere dopo Fondazione Anno Zero), ma ora come ora non nego che mi abbia lasciato un po' a bocca asciutta. Comunque, Trevize mi è generalmente piaciuto come protagonista, e ho trovato interessante la sua dinamica con Pelorat e Bliss (che, a proposito, alla fine de L'orlo della Fondazione non mi andava affatto a genio, ma nel corso di Fondazione e Terra mi è cresciuta, quindi mi ha dato un po' ai nervi quando alla fine si è scoperto che per tutto il tempo le sue azioni erano condizionate da Daneel, ma questo sarà un papiro per un'altra volta); anche se a volte ho sentito la mancanza di Harla Branno e di Stor Gendibal, entrambi personaggi che mi erano piaciuti parecchio e che mi è dispiaciuto abbandonare, questa mancanza è stata colmata dall'interesse che ho provato per la missione di ricerca della Terra: non ho letto molti romanzi di fantascienza, avendo un'inclinazione maggiore per il fantasy, quindi non so quanto possa essere un luogo comune del genere, ma ho trovato affascinante il modo in cui il nostro pianeta è considerato qualcosa di lontanissimo e materia di leggende, di cui si può dubitare l'esistenza.
Se dovessi fare una classifica dei romanzi del Ciclo, ora che li ho finiti, penso che sarebbe:
Preludio alla Fondazione
Fondazione Anno Zero
L'orlo della Fondazione
Fondazione e Terra
Prima Fondazione
Seconda Fondazione
Fondazione e Impero
Mi sono dilungata un po' più di quanto mi aspettassi, ma comunque sono aperta a discutere ulteriormente della serie, se ti fa piacere :)
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crazy-so-na-sega · 1 year ago
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“Che cosa pensano di fare qui? Be’, c’è la risposta ufficiale; prepararsi per la vita, vale a dire lavoro e sicurezza per crescere bambini che si preparino per la vita vale a dire lavoro e sicurezza per. Ma, a dispetto di tutti i consiglieri scolastici, di tutti gli opuscoli che illustrano quanto buon denaro si può guadagnare puntando su una solida educazione tecnica – farmacologia, diciamo, o contabilità, o le diverse opportunità offerte dal vasto campo dell’elettronica – ce n’è ancora un numero incredibile che si ostina a scrivere poesie, romanzi, drammi! Intontiti dal sonno, scribacchiano negli istanti carpiti fra una lezione, l’impiego a mezza giornata e i doveri coniugali. Coi cervelli storditi dalle parole riassettano una sala operativa, smistano la corrispondenza in un ufficio postale, preparano il biberon, friggono hamburger. E da qualche parte, in mezzo alla schiavitù del dover-essere, il folle poter-essere sussurra loro di vivere, di conoscere, sperimentare – cosa? Meraviglie! Una Stagione all’Inferno, Viaggio al Termine della Notte, i Sette Pilastri della Saggezza, la Chiara Luce del Vuoto… Qualcuno di loro ce la farà? Oh, certo. Almeno uno. Due o tre al massimo – tra le migliaia che tentano. Là in mezzo, George prova una sorta di vertigine. Oh Dio che ne sarà di loro? Che possibilità hanno? Devo urlargli, qui, ora, che non c’è speranza?”
-Christopher Isherwood, “Un uomo solo”
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fritalianblr · 2 years ago
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Sono andata a Genova in aprile, con la mia famiglia, dopo tantissimo anni a rimandare questo viaggio. E ho comparto libri qua. 3 libri e 2 tomi di One Piece (perchè vorrei avere un tomo di One Piece in tutte le lingue che mi piacciono. Purtroppo non c'era il primo tomo alla libreria dove sono andata. Ho preso i tomi 99 e 102).
Sto leggendo "Loveless" di Alice Oseman, un romanzo queer inglese che volevo davvero leggere da quando è uscito. È molto divertente vedere che il primo libro che leggo entrambi in inglese e in italiano sono romanzi sull'asessualità. In inglese, ho letto "Let's talk about love" di Claire Kann. E Loveless si tratta di asessualità et aromantismo.
Non l'ho finito ancora. È grosso (quasi 500 pagine), e come ho detto, è il primo romanzo che leggo in italiano. Va bene, ci sto riuscendo !
Questo romanzo è davvero tanto importante. Da leggere. Se volete capire che cosa sono l'asessualità e l'aromantismo, e vi piace i romanzi 'young adult', è per voi. Mi ritrovo perfettamente in questa storia e personaggio. Non sono aromantica ma spiega così bene tutto ciò che provo nella vita come persona asessuale.
Sono tanto felice e fiera di finalmente leggere Loveless ! È une passo enorme per me. Di leggerlo in italiano. Perchè quando ero al liceo, avevo provato a leggere un romanzo, ma non sono riuscita a questo momento. Era il primo tomo di "Vampire Diaries" che avevo comprato in un'aera di servizio dell'autostrada sul ritorno in Francia del viaggio scolastico.
... Dovrei provare a leggerlo adesso, magari ! (Ma dopo Loveless, hehe)
[Accetto volontieri le correzione]
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diceriadelluntore · 6 months ago
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Vertigini Letterarie
Leggendo Robinson, l'inserto domenicale de la Repubblica, mi è capitata nella sempre bellissima intervista a fine inserto di Antonio Gnoli questa risposta: la letteratura è insieme all'arte il più straordinario serbatoio di immagini e di suggestioni. Certi romanzi spiegano la geografia meglio di un geografo. Queste parole sono state dette, appunto, da un grande geografo italiano, Franco Farinelli. E mi sembrano perfette per parlare un po' di questa carta geografica della letteratura del '900 che è questo libro, che mi ha tenuto tutto il mese di Settembre sulle sue pagine.
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Ho scoperto il nome di William Gaddis anni fa, dopo aver letto quel capolavoro che è L'Incanto del Lotto 49 di Thomas Pynchon. Del misterioso autore di quel libro non si sanno che poche cose, fotografie solo da giovane studente, tanto che alcuni sospettarono che fosse uno pseudonimo di Gaddis. Questa è leggenda, Pynchon esiste davvero, ma è vero invece che tutti e due sono i pilastri del post-modernismo letterario americano, che ha incantato tutta una serie di scrittori diventati iconici, con romanzi quali L’arcobaleno della gravità di Thomas Pynchon (1973), Infinite Jest di David Foster Wallace (1996) e Underworld di Don De Lillo (1997) o Le Correzioni di Jonathan Franzen (2001).
Le Perizie è un libro mondo, scritto nel 1955 (1220 pagine) che è stato riproposto da Il Saggiatore dopo quasi 50 anni dalla prima edizione Mondadori, che all'epoca lo divideva in due volumi (1967). Racconta la storia di Wyatt, un giovane del New England cresciuto dal padre pastore protestante e la Zia Mary, ultra calvinista, nel ricordo di sua madre Camilla, morta in un viaggio in Spagna. Wyatt scopre di avere un talento particolare nel disegno, tanto che una volta arrivato a New York viene ingaggiato come falsificatore di antichi quadri rinascimentali fiamminghi da un ricco uomo d'affari, Recktall Brown (il cui nome è tutto un programma). Tutto intorno a questa vicenda gira un gruppo di personaggi secondari e delle loro storie, tra scrittori in cerca di successo, attrici, artisti, poeti, critici d'arte che tra feste senza senso e dissertazioni esistenziali si interrogano sul ruolo dell'arte, degli artisti e del loro senso nel mondo. Le perizie del titolo è un sottile gioco semantico: sono sia quelle tecniche che certificano l'autenticità di un'opera d'arte, ma sono anche in senso più ampio una disamina infinita che vede i personaggi coinvolti in un interrogarsi minuzioso sulla crisi del pensiero filosofico occidentale, dalla metafisica aristotelica alla storia dell’alchimia, dalla storia delle dottrine religiose alla storia dell’arte moderna.
Quello di Gaddis fu volutamente un tentativo di scrivere un libro che andasse oltre, sia in termini strutturali che soprattutto linguistici. È l'apoteosi della citazione, di oscuri pittori fiamminghi del 1500, di testi scritti da santi eretici, di luoghi veri e immaginari, in un mix che si pone a metà strada tra il Faust e Finnegans Wake. All'epoca fu un fiasco, tanto che Gaddis per oltre venti anni abbandonerà la letteratura e lavorerà come pubblicitario per grandi gruppi industriali americani, come l'IBM. Ritornerà al romanzo solo venti anni dopo, con un'opera forse ancora più audace, JR, che però stavolta fu un successo, tanto che vincerà nel 1976 il prestigioso National Book Awards, premio che Gaddis vincerà ancora nel 1994 con A Frolic Of His Own (non tradotto in Italiano).
Tra i suoi più grandi ammiratori c'è Jonathan Franzen, che ha intitolato il suo podcast e blog personale Mr Difficult, non a caso, dato che era il soprannome di Gaddis per via del suo stile barocco, a tratti schizofrenico, imperscrutabile e con la caratteristica, unica e singolare, di caratterizzare i personaggi per uno stile riconoscibile nel linguaggio (per spiegarmi meglio, come quei tic linguistici che si hanno, il ripetere spesso un intercalare, un modo di dire e così via). Nel 2002 Franzen scrisse sul New Yorker un articolo, intitolato Mr. Difficult: William Gaddis and the Problem of Hard-to-Read Books, in cui divide i lettori in due gruppi: gli Status Model, che cercano in un romanzo una forma d'arte, e i Contract Model, che cercano in un romanzo una forma di intrattenimento. In Gaddis lo sfoggio, nel caso de Le Perizie, di citazioni erudite, rimandi all'antropologia, all’esoterismo, alla teologia cristiana o alla pittura fiamminga sono segnali paradigmatici di Status Model, e fu questa analisi stilistica che portò lo stesso Franzen a passare dal romanzo forbito (e a tratti indimenticabile) ma "difficile" da leggere che fu Le Correzioni a quello più semplice strutturalmente e più godibile che fu il successivo Crossroads.
Leggendolo, ho detto alle mie amicizie di lettura che non lo avrei consigliato a nessuno, sebbene sia stata una delle letture più incredibili della mia vita. Perchè c'è uno sforzo intellettuale che, e non so nemmeno se sia in fondo un problema, non è solitamente più richiesto per lo meno in un momento personale di riflessione come può esserlo una lettura.
Lascio l'ultima riflessione alla traduzione: fu opera già nel 1967 del grande Vincenzo Mantovani, uno dei più grandi traduttori di autori anglofoni della nostra editoria, scomparso l'anno scorso. Lui aveva un amore viscerale per Gaddis, che mi rendo conto era una sfida da rompicapo per un traduttore ma che per lo stesso motivo era amatissimo da chi queste sfide le accettava. Lo stesso Mantovani lavorò per 15 anni alla traduzione di JR, che è in pratica un romanzo dialogo su un giovane genio adolescente che scopre un modo per fare soldi nella finanza, ma non trovò mai un editore disposto a pubblicarlo. Ci riuscì solo nel 2009, grazie alle Alet di Padova, che tra l'altro non pubblica più, rendendo introvabile questo altro romanzo così sui generis e forse per questo così fondamentale.
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