#rimarranno nel mio cuore comunque
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sentilenti · 3 months ago
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finalmente rifatte le lenti degli occhiali (sotto minacce di qualcuno)
ci vedo di nuovo🥹
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unatipafuorinorma · 15 days ago
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Il mio regalo per te è arrivato oggi. Il tuo messaggio per me è arrivato oggi. E io che dubitavo. Dubitavo di quel filo che ci lega, ma che invece c'è. Che non è come voglio, della natura che vorrei. Ma c'è.
Sai smentire i miei dubbi (o certezze?) e smantellare le mie paure in un attimo. Gioia di un secondo...ma gioia. Destinata a finire, ma che comunque è stata.
È ora di lasciarti scivolare via dal cuore, dalla testa, dalla pancia. Sicura che quello che c'è (e che non è tutto quello che vorrei, ma c'è) nessuno me lo porterà via, nemmeno lei.
Il filo invisibile, oggi l'ho riconosciuto ancora. Sottile. Resistente. Chissà se è stata lei a suggerirti di esserci anche tu nella foto che mi hai inviato. Chissà se è stata lei a suggerirti di non includerla nelle immagini testimoni della vostra felicità. Probabile, ma spero che non sia così.
Possibile ma, anche se fosse, non mi sentirei in dovere di esserle grata. Troppo facile essere empatica quando si è stata scelta. Il suo stare in disparte non richiesto, anche se desiderato. Un rimanere dietro le quinte un po' ipocrita, quando invece, nella realtà, si domina il palcoscenico.
Ma era l'unica alternativa accettabile. Restare nascosta, visto che da me non era stata inclusa. Visto che nella storia che ho scelto per voi (per te e tua figlia), per te, lei non c'è e non è un caso. C'è già abbastanza nella realtà...
Che poi non è vero che non c'è! L'occhio attento e indagatore c'ha messo un po', complice il desiderio di farla evaporare nell'oblio, ma alla fine ha trovato tracce della sua presenza. Non poteva non esserci e stupida chi nell'illusione di questa possibilità s'è cullata.
Un lembo di pigiama, un dito...una presenza che vorrei cancellare ma che rimane indelebile. Una presenza che, anche volendo, non sarò io a cancellare. E che se anche venisse cancellata probabilmente non porterebbe i riflettori ad accendersi su di me.
Una presenza che non posso cancellare, né dimenticare ma che forse, spero, col tempo perderà peso specifico e quando la vedrò non sentirò più lo squarcio. Al petto, nella pancia. Non sentirò più trapanarmi le domande nella testa, domande che rimarranno senza risposta. Non sentirò più il dolore.
Lui è un balsamo che lenisce le mie ferite e gli sono grata. Forse bisogna aprirsi a ciò che è differente da quello che abbiamo sempre pensato essere "su misura" per noi.
Ma appena compari tutto il resto impallidisce, si affievolisce e perde spessore. Si assottiglia fino quasi a scomparire. Ma lui è tutto quello che ho ora. Cioè, tutto quello che ho e che somiglia a quello che vorrei.
No, non è "tutto quello che ho". È una persona, è un incontro. Un incontro nel momento giusto. Del desiderio. Di essere consolata, ascoltata, coccolata, bramata.
Lui sembra esserci, in quest'incontro. Forse più di me, o forse è un'illusione. Forse senza "forse", è un incontro che va liberato dai fantasmi del passato.
Aprire le porte, darsi possibilità, anche non cercate, anche fuori dagli schemi dei miei desiderata. Paura che l'entusiasmo che si sprigiona dalla sensazione di essere cercata svanisca, lasciando il vuoto di sempre a regnare sovrano.
Paura di non essere più capace di essere il miele che attira l'ape e di finire dimenticata in qualche punto dell'etere.
Perché le parole accendono qualcuno e su altri scivolano via come olio sull'acqua? Una parola, differenti pesi specifici.
Sentire un legame a volte è violenza, se non porta a ciò che vuoi. Una dolce violenza dal sapore di malinconia.
Sentire un legame e non poterlo vivere come vuoi è dolcezza violenta, una convivenza di fiaba e incubo contemporaneamente coesistenti.
Aprire le porte...riempire vuoti o svuotare pieni, che in fondo è la stessa cosa.
Un'amica mi ha detto che basta a se stessa. Riuscirò anch'io nell'intento? Placherò la mia fame?
Anoressia sentimentale, anzi inedia. Difficile, da qui, provare sazietà.
Eppure mi hai ringraziato subito e, leggendo il mio regalo per te, hai rischiato pure di commuoverti, hai scritto.
Per me il rischio è diventato realtà. Per te anche, credo. Corrispondenza emotiva. Pericolosa come una droga, che ti fa volare ma quando finisce è impalpabile come l'aria e crea un vuoto solido e pesante come un masso (o una montagna). Corrispondenza...chissà fino a che punto...
È il punto che delimita la mia sofferenza ed è per questo che è ora di lasciarti andare.
Accettare la solitudine, raggiungere la sazietà emotiva nutrendosi d'altro. O abituarsi alla fame, per non sentirla più.
Dimenticarmi di ciò che eravamo, perché in effetti poi non lo siamo mai diventati. Come un seme che non ha mai germinato.
Non parlarti per non sentire più il piacere di quello che già siamo e di ciò che saremmo potuti diventare, ma non saremo mai.
Eppure nonostante tutto, nonostante faccia anche male, mentre fa del bene (e mentre scorre il bene), quel filo c'è.
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traleleganzadellestelle · 4 years ago
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Caro Roberto,
Da quando non ci sei più ho messo a posto la testa e mi sono data delle regole, come: non supplicare o elemosinare attenzioni, niente stupide ripicche, niente messaggi inutili e altri mille propositi che non posso prometterti riuscirò a rispettare.
Uno di questi ultimi è quello di scrivere tanto, tutte le lettere e i testi che mi pare, ma senza inviarli. Numero di lettere concesse: 1, per questo devo fare attenzione a scegliere con cura le parole da usare.
É finita, me lo hai detto tu. Qualche giorno senza sentirti e ora vedo tutto più chiaramente.
Se ripenso a come ho reagito quel giorno mi picchierei da sola, rispetto la tua scelta e mi spiace che tu abbia dovuto assistere a quella scena pietosa. Potevo decisamente andarmene con molta più dignità, perché per quanto possa fare male non si può obbligare una persona a rimanere.
Ora che ho messo la testa a posto e vedo le cose con lucidità, mi sono resa conto che in fondo non eravamo poi così speciali come credevamo, perché se lo fossimo stati non ci saremmo fatti del male, e che forse hai ragione tu, magari non ci amavamo più da tempo e non l’avevamo neanche capito.
Non fraintendermi, speciali lo siamo stati eccome, mi basta pensare alle serate passate nel pandino sotto la pioggia mentre ascoltavamo la musica a tutto volume, alle volte in cui senza dirmi niente ti presentavi sotto casa mia solo perché morivi dalla voglia di vedermi, al modo in cui ci guardavamo ogni volta che qualcuno diceva qualcosa di divertente o alle farfalle nello stomaco ogni volta che ci baciavamo. Non so perché ma in questi giorni mi é riaffiorato questo ricordo di te che mi chiami, quando ancora ero a Belfast, canticchiando felice in macchina “la tata torna presto” o qualcosa di simile, e mi si scalda il cuore.
Poi però penso all’ultimo periodo, l’ultimo mese più o meno, e a come spesso e volentieri non mi sentissi capita, come se non valessi più il tuo tempo, mentre tutto ciò che volevo io era stare con te e non pensare a nulla se non a guardarti. Sono certa che a quel punto già ci fossero altri problemi, magari anche per colpa mia, ma non lo saprò mai, perché nonostante te lo chiedessi ogni giorno, non hai mai trovato il coraggio di affrontarli.
Mi dispiace per tutto quello che è successo, per i miei errori, perché ho detto di amarti e poi ho agito come se tu non ci fossi, e per i tuoi di errori, perché non sei stato in gradi di capire i miei bisogni.
Quando ho perso te ho perso tutte le certezze che avevo, già ragionavo per due, e pensavo a tutte le cose che avremmo potuto fare insieme una volta finito il lockdown. Volevo organizzare viaggi, vedere Parigi, andare ai concerti, andare a ballare, invitarti fuori a cena, fare lunghi giri in moto, imparare a guidare bene la barca per portarti in giro e fare l’amore nei luoghi più impensabili. Avrei voluto portarti in tanti posti, ma ormai non ci siamo più.
E ora ti odio da morire. Ti odio per la tua indifferenza. Perché se quella domenica mi avessi urlato contro, mi avessi guardato negli occhi o anche solo mi avessi dato l’abbraccio che meritavo, almeno avrei capito che te ne fregava qualcosa di me.
Non fraintendermi, con questo non intendo dire che tu non ci sia stato male, ti conosco abbastanza ormai, ma la differenza è che non sei mai stato capace di farti vedere debole davanti a me. Esageri un po’ con le birre, magari prendi a pugni qualche porta, ma renderti vulnerabile davanti a qualcun’altro proprio non ce la fai.
Fa male da morire perché non ti sei domandato come mi sentissi io, perché non hai mai chiesto ai miei amici come sto, non hai mai passato una serata a casa a chiederti cosa stessi facendo io in quel momento, che canzone stessi ascoltando o a cosa stessi pensando.
Non hai mai avuto l’istinto di scrivermi? Di chiedermi come sto? Se mangio e se continuo a lavarmi i capelli regolarmente? Io ci ho pensato almeno un milione di volte ma mi sono fermata, so che mi risponderesti solo che va tutto bene e che hai bisogno dei tuoi spazi, e io non so se potrei sopportarlo. E allora lo chiedo a tutti i tuoi amici, mentre aspetto che sia tu a scrivermi un semplice “come stai?” e che ti senta pronto per dirmi come ti senti, e invece niente.
Dimmi che non sono così facile da dimenticare come il tuo silenzio mi fa sentire.
Speravo che la fine arrivasse un po’ più tardi, anche di un solo minuto, una sola ora, un solo giorno. Vorrei non averti spinto a dirmi “ti lascio”, ma so che se non lo avessi detto domenica, le cose sarebbero solo peggiorate e probabilmente sarebbe successo comunque. Perché io incasino sempre tutto, anche le cose che mi fanno stare bene, e non perché non siano abbastanza, ma perché spesso sono io quella che non si sente abbastanza.
So che adesso devi sembrare freddo e orgoglioso, ma sappi che non c’è niente di sbagliato nell’esprimere le proprie emozioni e farsi vedere deboli di fronte a chi ti vuole bene. Parla con i tuoi amici, con la tua famiglia, con la psicologa, non sentirti mai un peso, perché sei circondato da persone che a te ci tengono tanto. Se hai paura di non essere capito, o addirittura giudicato, “tu chiamami se senti i mostri, che se ci sto ti vengo a prendere, nonostante tutto” come direbbe Gemitaiz, perché nonostante non siamo più quelli di una volta, ciò che ti ho promesso per me resta vero, io rimango sempre un porto sicuro per te, in cui puoi essere te stesso al 100% e non verrai mai giudicato, questo voglio che sia chiaro.
Comunque andranno le cose io sarò sempre la tua cheerleader, la tua più grande fan. Non ti augurerò mai il male, anzi, ti auguro di lottare e (più avanti) di ricominciare ad amare, senza bisogno di accontentarti. Spero che troverai qualcuno che sappia darti ciò in cui io ho sempre fallito, o che impari a stare bene anche senza. Prego che tu sia felice almeno la metà di quanto io lo sono stata insieme a te.
Mi distrugge pensare che lentamente diventeremo sconosciuti, che ci dimenticheremo del profumo dell’altro e delle nostre espressioni facendo l’amore. Quella camera non sarà più il nostro angolo di intimità e presto ti scorderai del mio corpo, delle mie curve e dei miei nei, e magari un giorno io scorderò i tuoi tatuaggi e le cicatrici che tanto ho amato.
Non saremo più Roby e Laura, la gente non ci guarderà più con invidia, mia mamma smetterà di fare la spesa anche per te e mio papà sarà felice di non dover mai fare le presentazioni ufficiali. Tutti quelli che ci conoscono avevano puntato tutto su di noi, ma forse alla fine siamo stati proprio noi quelli che non ci hanno creduto abbastanza.
Non sopporto l’idea di averti perso, un po’ per volta però so che mi passerà, giorno dopo giorno il dolore diminuirà, la mancanza svanirà e i ricordi non mi faranno più piangere, e forse quando questo succederà potremo addirittura essere amici.
So che tu non credi nell’amicizia tra ex e che ti sembra la cosa più sbagliata del mondo, ma io invece credo che l’errore più grande che due persone che si sono volute bene come noi possano fare sia quello di diventare sconosciuti, di comportarsi come nulla fosse e magari iniziare a parlare male dell’altro alle spalle.
Non dico oggi, non dico domani, e neanche tra un mese, quando sarà il momento lo sapremo, magari quando tornerò dalla Spagna, visto che non mi verrai a trovare. So che funzionerà e che non sarà nulla di strano se anche tu lo vorrai.
Avevamo idee diverse sull’amore è vero, ma ti ringrazio per tutti i ricordi che rimarranno per sempre. Non era il nostro momento e va bene così.
Spero che dopo aver ricevuto questa lettera mi chiamerai, o mi manderai almeno un messaggio, per farmi sapere che l’hai letta, cosa ne pensi e, se te la senti, anche per dirmi come stai o semplicemente per fare due chiacchiere.
Anche se non te ne accorgi io sono lì con te a tenerti per mano.
Per sempre dalla tua parte.
Laura
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punti-disutura · 4 years ago
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~ Feb 28, 2020: “Non ho le parole, per una volta non so cosa dire, se non essere qui, dirti rimani, dirti che ti voglio bene così come sei” “Perché a te ci tengo. Ecco, se rimani è meglio.”
~ Feb 29, 2020: “Grazie a te di quanto mi hai dato e mi stai dando. Per come possiamo parlare di tutto. Per come c’è trasparenza e rispetto” “Domani farò una foto per te. Quindi aspettami”
~ Mar 1, 2020: “Oggi è l’anniversario della prima volta che ci siamo scritti. Non era il 1 marzo ma era la domenica di carnevale, e io ero in montagna, e c’era un tempo coperto” “Oggi ho cambiato montagna ma il tempo è uguale e tu ancora sei nei pensieri e emozioni” “La foto è semplice, ma parla di te” “Volevo fotografarti una “clavicola di neve” come la prima volta” “Ma poi ho pensato a questo albero, che sembra secco, ma si spinge verso l’alto, e che secco non è” “Non volevo darti della “secca” :)” “Ma un po’ sì” “;)” “Tu come stai oggi?” “E adesso ti do un appuntamento per domani”
~ Mar 2, 2020: “Oggi vorrei regalarti questa poesia di un libro di una mia amica” “Ci ho visto dentro te” «Era tutto bianco e lento./ Io guardavo e guardavo./ È stato un momento,/ ma ho sentito davvero/ nevicare anche dentro.» “O forse ho visto te, in me”
~ Mar 3, 2020: “ciao”
~ Mar 4, 2020: “sono preoccupato, come stai?”
~ Mar 5, 2020: “oddio che bello sentirti” “(ti regalerò il libro allora)” “Cerco di fartene uno al giorno così lo aspetti e tieni duro”
~ Mar 6, 2020: «Ido no kurasa ni/ waga kao o miidasu (Ozaki Hōsai) Nel buio di un pozzo/ ravviso il mio volto» “Questo è da un libro di haiku” “(...) E se mi aspetti domani un altro regalo”
~ Mar 7, 2020: “Oggi invece andiamo nella pittura” [Lucas Cranach the Elder, Venus, 1532] “Di questo quadro mi piace il velo che non vela”
~ Mar 8, 2020: “Ti tengo per mano, amica preziosa” ”Comunque il pittore, cranach, è un grande” “Ha fatto cose stranissime”
~ Mar 10, 2020: “Ciao, un saluto. Come stai?”
~ Mar 12, 2020:  “ti mando un saluto anche oggi, con molta speranza”
~ Mar 14, 2020: “Io ti penso anche oggi” “Anche da questa situazione assurda” “Ti mando una foto semplice” “Del mio balcone”
~ Mar 15, 2020: “Io continuo a pensarti e oggi lo faccio con questa foto fatta tempo fa a Catania” “La mimosa pudica”
~ Mar 16, 2020: “io continuo a pensarti e a sperare di leggerti” “anche quando vedo una sola spunta, e spero, voglio sperare, che sia solo che hai il telefono spento”
~ Mar 17, 2020: “poi a volte la spunta singola si fa doppia, e io spero di vederla blu, magari oggi”
~ Mar 18, 2020: “o anche oggi”
~ Mar 19, 2020: “E oggi di prima mattina, o quasi” “Guarda che ti aspetto”
~ Mar 20, 2020: “Finisce una settimana in cui non ho avuto tue notizie. E intanto fuori c’è questa situazione assurda. Io mi aggrappo ai ricordi e ai pensieri sperando che un giorno tu torni a scrivere e io torni a leggerti. Ti voglio bene. Resta, se puoi”
~ Mar 22, 2020: “È domenica, e io spero di vedere queste spunte diventare blu.”
~ Mar 24, 2020: “Oddio. Oddio. Grazie. Che emozione” “Sto piangendo” “Io continuo. E spero che tu piano piano ti riprenda. Ti aspetto ogni giorno” “oggi ti regalo questa foto, che presenta crepe, sbarre e può far pensare a come stai ora. Ma la cosa più bella della foto, per me, è che c'è una luce che entra, e quella luce spero ti dia un po' di forza”
~ Mar 25, 2020: (…) “Tu mi hai insegnato a dare valore a ogni minuto, a ogni parola, a ogni attesa” “come stai oggi?”
~ Mar 27, 2020: “oggi ci vorrebbe una foto di speranza perché sono un po' giù anche io” “ti regalo questa perché è un luogo del cuore, la casa di campagna della mia famiglia”
~ Mar 28, 2020: “ecco! non ti fai mancare nulla, ma spunta blu!” “e i tubi?”
~ Mar 29, 2020: “Grazie di raccontarmi. Immagino la fatica per scrivere un messaggio così lungo. Immagino solo la fatica di ogni giorno. Se possiamo, non perdiamo la speranza, aspettiamoci”
~ Mar 30, 2020: “È sera. La giornata oggi è stata faticosa. Ieri ho fatto un autoritratto per provare una nuova macchina fotografica” “Te lo regalo”
~ Apr 1, 2020: “Ti mando un saluto. Io spero. Aspetto”
~ Apr 3, 2020: ”Oggi ho lavorato in balcone. Te lo mostro.”
~ Apr 5, 2020: “anche oggi, il mio ciao e il mio affetto” “oggi ti mando una foto di me che imbianco casa”
~ Apr 9, 2020: “mi manchi qui”
~ Apr 12, 2020: “Oggi sarebbe un giorno a proposito di resurrezione. Credenti o no, io ti penso” “Ti spero”
~ Apr, 15, 2020: “Passano i giorni, tu stai lottando, io ti sto aspettando”
~ Apr 16, 2020: “Ti aspetto”
~ Apr 20, 2020: “Sono molto preoccupato. Spero sempre in una spunta blu. Tieni duro. Io ti aspetto”
~ Apr 22, 2020: “non sai che emozione vedere un tuo like oggi sotto la mia foto”
~ Apr 23, 2020: "Vederti mettere dei like. Respiro”
~ Apr 24, 2020: “un saluto, oggi” (…) “come faccio a chiederti come stai?” “è un po' banale” “o ti faccio stancare a scrivere”
(…)
~ Apr 25, 2020: “Io ti aspetto così come sarai”
(…)
~ Apr 28, 2020: “un abbraccio, delicatamente ”
(…)
~ May 20, 2020: “eh, mi manchi in diversi organi” “inclusa la vista e l'udito”
~ May 25, 2020: “mi manchi ora.”
(…)
~ May 31, 2020: “Un piccolo abbraccio. Ora”
~ Jun 2, 2020: “Ogni volta mi salta un battito del cuore”
(…)
~ Jun 3, 2020: (…) “tu per me sei così. sei qui” “Lo sei”“Tu mi hai dato una fiducia che non dimentico” “e non faccio nemmeno battute stupide sull'averla data” (…)
~ Jun 4, 2020: (…) “il tuo corpo mi è sempre stato caro” “in una forma direi completa, personale, estetica, erotica, ordinaria, come campo di una lotta e come strumento di relazione” “e lasciami ridire anche questo "erotica" proprio ora che tu questo corpo non lo ami, o che ti dà un sacco di problemi e lo vedi con tutte le sue ferite” “è una cosa più profonda” “io voglio che tu conservi ai miei occhi la dignità di essere pensata e vista come donna, come bellezza, come piacere, come sensualità” “oltre il corpo, se si capisce cosa intendo” (…)
A questo e al tanto che ho volutamente omesso, alle parole sottintese e sospese con cui abbiamo annullato ogni pensabile e all'apparenza incolmabile distanza, all'Amicizia, al silenzio che mi ha inghiottito in quei lunghi interminabili mesi di semincoscenza e lungodegenza ospedaliera, alla lentezza che sai, alle scie delle lumache che la ricordano e rappresentano un po' il nostro procedere: paziente, non rettilineo, con mille incroci, ma che avanza; a chi aspetta e (si) sa aspettare, al teatro delle mie sofferenze, al palcoscenico del mio dolore, a quello spettacolo a porte chiuse di cui ti ho reso partecipe, a chi c'è stato a suo modo, all'oltre in cui ci ritroveremo, alle clavicole nella neve, alla neve e anche alle clavicole; alle parole che tempo addietro ho tanto disdegnato, respinto e dissacrato, alla disarmante semplicità salvifica di questa singolare ed insolita corrispondenza che solo oggi trovo il coraggio e la forza di ripercorrere, al pensarsi e alla trasparenza, all'onestà e alla sfrontatezza di dirselo sempre, al nostro “addio o arrivederci” sul quale rimaniamo sempre sospesi, alla naturalezza, alla schiettezza, a quella libertà di essere, quella stessa a cui tanto ambivo in questa vita terrena e di cui mi hai dato assaggio, all'accezione che ho sempre attributo al termine e a quella con cui mi hai sempre parlato, a quella fame di conoscenza dell'Altro, di sé e dell'Altro in sé e di sé nell'Altro, alle cose solo nostre che rimarranno tali e che terrò solo per me; a quel “mi viene da piangere solo a scriverlo, ma sarei in grado di farlo”, a quegli abbracci lunghi, desiderati, morbidi, mancati, di quelli che si sincronizzano i respiri, a quei “mi viene sempre un po' da piangere ma", a quel parlarne senza eluderLa mai, a quel “ti aspetto così come sarai” che ancora mi emoziona, a quel “in un certo senso tu sei per me “casa”, io so che a te posso mostrare tutto senza preoccuparmi di filtrare e spiegare”, ai tuoi regali peculiari ed estremamente originali (con lo specchietto retrovisore di una macchina rotto ritrovato per caso in quel di Milano per il mio ultimo compleanno ti sei superato!), al tuo ritrovare richiami e rimandi a sfumature di me in ogni cosa, persino nelle più piccole e insignificanti, a quelle lettere sulla soglia tra qui e l'oltre, a quell'“Io accolgo ogni tuo messaggio come se fosse l’ultimo e insieme come se fosse il primo”, ai “ti voglio bene nel silenzio e nelle grida”, alla tua “vicinanza inattesa” che ho sempre percepito, sentito e vissuto come un privilegio, ai confini e ai limiti inesistenti in quell'universo solo nostro a cui abbiamo saputo dare vita, al “quando leggo questi messaggi in cui ti racconti, io mi emoziono”, a quel “però se a volte senti di volerle affidare a qualcuno, di volerle lasciare partire, ecco io posso essere il qualcuno, posso essere il cielo in cui farle volare”, a quell'“ecco, sto pensando a questo di te: che il tuo farti sottile, ti fa anche essenziale, il tuo avvicinarti a una fine ti fa anche leggera e ti concentra su ciò che conta”, alla forza della nudità in tutte le svariate accezioni del termine, a quel “se e quando partirai, io ricorderò la data e vorrei nel tempo, elaborato il dolore, imparare a festeggiarla come festa della libertà”, a quel “io ci spero completamente, ma sono pronto ad accettare tutto da te, completamente”, al “tu per me vali per te, nuda o vestita, sana o malata, triste o felice, visiva o parolosiva”, all'aver abbracciato tutte le mie me senza (pretendere di) escluderne nessuna, non ponendomi mai alcuna condizione, ultimatum, imposizione di alcun genere e tipologia.  Al “volevo dirti una cosa che ho pensato stanotte: vorrei potere fare molto per te, essere una ragione per farti stare meglio, avere dei superpoteri, e invece l’unico super potere che ho è quello di essere impotente, di accettare questa impotenza, così come in un certo senso anche tu lo sei rispetto al tuo destino. Restare, esserci, senza sapere se ci sarà un domani e come. Se vedrò un like o una spinta blu. Restare senza paura (anche se ne ho), con umiltà.”
Perché avrei voluto e potuto riportare, ricordare, scrivere molto altro per quanto, per me, nulla sia mai realmente abbastanza, ma un grazie non saprei come dirlo e sarebbe riduttivo in questo e persino in quell'infinito e indefinito mondo dell'Oltre che sai, ma - pur non essendo nella mia indole farlo - sentivo di avere bisogno di rendere pubblica la mia umilissima gratitudine sperando, così facendo, che possa acquisire una valenza maggiore, un significato più ampio e potente. Perché hai portato inconsapevolmente un poco di quella leggerezza effimera e irraggiungibile che mi ha tenuto compagnia in quei giorni e non solo, quella stessa decantata e promessa da quei molti che si sono dileguati per i motivi più disparati, perché sei semplicemente rimasto nonostante tutti i "nonostante" pensabili e immaginabili, perché tu c'eri, inaspettatamente c'eri, con il tuo materasso di parole, concedendomi la privilegiata possibilità di guardare le cose attraverso i tuoi occhi, con quella tale semplicità sgombra di artifizi e convenzioni. Perché la mia irraggiungibile capacità di «rivestire di carne e di sangue l'idea della vita» può spaventare ed apparire respingente a chiunque, lo so, perché ho imparato a vivere sola dentro di me, ma essere mi pesa un po' meno se ci sei, M.
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wingsliberty1995 · 4 years ago
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NINA LA BAMBINA DELLA SESTA LUNA
La bambina della Sesta Luna è un romanzo per ragazzi della scrittrice veneziana Moony Witcher,
primo volume della serie La bambina della Sesta Luna pubblicato il 31 gennaio 2002.
La bambina della Sesta Luna (31 gennaio 2002)
Nina e il mistero dell'Ottava Nota (14 gennaio 2003)
Nina e la maledizione del Serpente Piumato (22 settembre 2004)
Nina e l'Occhio Segreto di Atlantide (2005)
Nina e il Numero Aureo (24 ottobre 2012[5])
Nina e il potere dell'Absinthium (14 maggio 2014[6])
Nina e l'Arca della Luce (15 febbraio 2017)
La serie è nettamente divisa in due parti: la prima, composta dai primi quattro libri,
si focalizza sulla ricerca che Nina e i suoi amici fanno per trovare i quattro Arcani (i quattro elementi)
per liberare i pensieri dei bambini, mentre gli ultimi tre sulla ricerca dei numeri che compongono il Numero Aureo, che mantiene l'armonia nell'universo.
I primi quattro libri sono stati raccolti due volte in un unico volume:
la prima il 6 dicembre 2005 con il titolo Nina. La bambina della Sesta Luna - Tutta la storia;
la seconda il 23 aprile 2014 con il titolo Nina.
La ricerca degli Arcani – Tutta la storia, in concomitanza con la nuova edizione dei libri della serie, pubblicati con la copertina rinnovata.
Durante la pubblicazione della serie sono usciti altri libri di corredo.
Il club di Nina (2005)
L'alchimia di Nina (2006)
La bambina della Sesta Luna. Diario segreto (2006)
Parola di Nina! (2006).
voglio parlarvi di una saga della mia infanzia come avete visto dal titolo voglio parlarvi di Nina la bambina della sesta Luna una saga composta da 6 libri in totale,
e una saga fantasty che parla di alchimia, ma anche di amicizia e di amore, parla della lotta del bene e del male, della crescità che facciamo ognuno di noi e delle
scelte che prendiamo, quando ero diciamo più piccola mi e stato regalato il primo libro devo dire che ero molto emozionata,essendo una che ama i libri quando mi regalano
un libro mi emoziono, devo dire che ero molto curiosa non conoscevo l'autrice ma piano piano leggendo il primo libro mi e piaciuto davvero tanto, infatti alla fine
ho preso i primi quattro purtroppo non ho gli ultimi tre perchè crescendo non ho più seguito l'autrice e pensavo che il libro era finito con il quarto, poi passano gli
anni nel 2012 e uscito il sesto e alla fine ne usciti altri due, io non lo sapevo infatti credevo che quello che avevo era l'ultimo, devo dire che ero rimasta un po
sorpresa ma poi tramite internet ho dato un occhiata a come finisce, sicuramente non so quando prenderò gli ultimi che mi mancano, comunque parlando della saga
la saga e una saga bellissima, la storia ti coinvolge fino alla fine devo dire che non ti annoia mai, infatti da bambini quando lo leggevo passavo ore a leggerli e li
finivo subito,la storia e molto interessante nel libro si trovano anche dei simboli che sono simboli alchemici che compongono delle frasi infatti mi ricordo da piccola
che prendevo l'alfabeto che trovate nel libro, lo prendevo e cercavo subito il significato dei simboli in più ci sono vari disegni diciamo della storia, disegnati
molto bene che ti danno una spinta in più ad entrare nella storia, più la storia va avanti più ti piace ci sono momenti belli ma anche momenti tristi che ti fanno
un po piangere, anche momenti che ti fanno riflettere. Mi ricordo che quando ero piccola sognavo quei mondi adesso sono diventata più grande
infatti i libri non li leggo più, ma li tengo custoditi nel mio cuore e sono quel genere di libri che non butterò mai,sono passati anni ma sono ancora li pronti per essere
usati magari in futuro quando avrò dei figli oppure rimarranno un piccolo ricordo piacevole della mia infanzia.  Alla fine voglio dirvi che consiglio questa saga, credo
che i bambini a cui piace il fantasy e che magari vogliono leggere dei libri che parlando di quello consiglio di leggerli, magari quelli che hanno la mia età li trovano
noiosi perchè comunque sono stati scritti per un pubblico diciamo piccolo dai 10 anni in su quindi per quelli che hanno dai 20 in su ma anche 15 in su non li trovano
interessanti poi può essere anche una questione di gusti perchè penso comunque che i libri non hanno un età quindi se avete voglia anche chi a la mia età potete andare
a cercarli perchè sono molto carini e leggeri quindi alla fine consiglio a tutti se magari il genere o la trama vi piace di leggerli perchè meritano molto, anche per
staccare solo per un paio di minuti la testa dal mondo che ci circonda.
Prima che mene dimentico volevo dirvi che i libri li trovate forse nelle librerie anche se non e semplice perchè sono usciti parecchi anni fa, quindi forse non ci sono
ma se non li trovate nelle librerie sicuramente li troverete su Amazon o su Ebay li sicuramente li troverete.
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veronica-nardi · 5 years ago
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Haikyuu!! Commento
Terza Stagione
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(Me all'inizio della partita)
Come sospettavo, i dieci episodi di questa stagione si sono concentrati tutti sulla partita finale contro la Shiratorizawa (nome che ho cercato su Google perché FIGURATI SE ME LO RICORDO), una partita combattuta fino all'ultimo sangue che mi ha emotivamente investita parecchio.
Prima di tutto: mi lamentavo dei tre set interminabili giocati contro la Seijo, ma sono stati nulla contro i cinque (ripeto: cinque = illegale) di questa partita.
Questo è tentato omicidio.
Siccome non c'è una vera e propria trama in questa stagione perché tutto ruota attorno alla partita, stilerò una classifica delle cose che mi hanno colpito di più e che probabilmente mi rimarranno più impresse nel corso del tempo:
L'atmosfera da finale.
È qualcosa che ho respirato fin dai primi minuti, quando la Karasuno mette piede in campo e si ritrova divisa tra i propri tifosi e quelli della squadra avversaria. Per non parlare della presenza delle telecamere che dà ancora più enfasi all'evento.
I tifosi della Shiratorizawa non smettono di acclamare la loro squadra per tutta la durata della partita, il loro tifo era sempre in sottofondo e questo ha contribuito a creare tensione nei protagonisti e anche in me come spettatrice.
A una certa si mettono addirittura a cantare l'inno della squadra (credo fosse l'inno?) e ammetto che è stata una scena potente.
Mi sono poi piaciuti quei personaggi che hanno guardato l'incontro dagli spalti del pubblico, come quei due ragazzi ex giocatori della Karasuno, e Saeko, la sorella di Tanaka, e Hitoka Yachi. Le piccole scene con questi personaggi sono molto utili perché o alleggeriscono l'atmosfera, oppure ti spiegano qualche dinamica della pallavolo che i giocatori stanno mettendo in campo.
L'adrenalina
Ho già elogiato in precedenza l'incalzante e ottimo ritmo di Haikyuu, e il modo in cui riesce a distribuire la partita nell'arco di dieci episodi senza risultare mai noioso o ripetitivo, anzi addirittura aumentando il pathos, è spettacolare.
Se avessi dovuto vedere un episodio al giorno di questa serie probabilmente sarei morta di ansia.
E qui posso solo concludere citando una constatazione di uno degli spettatori che condivido perfettamente: "Sul serio, fatemi prendere fiato. Mi sembra di aver perso anni di vita"
Questo è stato il mio mood per tutta la partita.
Lo stile di Haikyuu
Per capire davvero bisogna vederlo. Bisogna vedere il modo in cui le inquadrature e i movimenti di macchina ti fanno entrare dentro la partita, dentro la testa dei personaggi addirittura, permettendoti di ascoltare i loro pensieri e sentire quello che stanno provando.
Haikyuu si racconta in un modo che ti fa inevitabilmente legare con i personaggi (sia i nostri sia gli avversari), senti tutti i loro sforzi fisici e mentali, alla fine ti sento stanco come loro e invochi a gran voce che la partita finisca al più presto perché non ce la fai più.
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Ma vogliamo parlare della regia di questo anime?
Questo cartone dovrebbe vincere dei premi cinematografici per quanto è fatto bene.
Inoltre adoro il modo in cui riescono a farti perfettamente inquadrare un personaggio anche solo con una scena di pochi minuti: in questa partita un esempio lampante è l'allenatore della Shiratorizawa (ci torno dopo). Questo per me è semplicemente geniale.
Oikawa
Sono scoppiata a ridere quando l'ho visto in un angolo solitario sugli spalti, mentre cercava di vedersi la partita senza farsi riconoscere. Sembrava una spia in incognito XD
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Dovrebbero assumere Oikawa come commentatore in diretta delle partite di pallavolo. Giuro che riderei un sacco.
I suoi commenti che hanno contornato la partita di tanto in tanto li ho adorati: sarcastici, stronzi, onesti, diretti, intelligenti, intrisi da quell'aria di sufficienza che solo Oikawa sa avere.
Tipo:
"A prescindere da chi vincerà tra le due, la cosa non mi andrà comunque giù, quindi dovrebbero semplicemente perdere entrambe."
"Che cosa succede a Quattrocchi? Durante la prima amichevole, pensavo fosse soltanto uno stangone lievemente intelligente."
Oikawa è così: stronzo e onesto.
E sulla pallavolo si conferma un osservatore molto attento dalla mente astuta.
Il Re a fine partita giustamente se ne va perché "preferirei morire piuttosto che vedere la cerimonia di premiazione".
Coerente fino alla fine.
Nishinoya
Oh mamma mia quanto l'ho adorato in questa partita. Non perché ha avuto un'evoluzione particolare, ma perché è stato fenomenale.
Il suo doppio salvataggio sotto rete agli sgoccioli della partita è indimenticabile.
Personalmente sarei morta se avessi provato a ricevere le schiacciate di Wakatoshi, o quantomeno mi sarei ritrovata con tutte le ossa delle braccia spezzate. Quindi posso solo fare dei gran complimenti al nostro libero per essere riuscito a gestire quelle bombe micidiali, senza mai andare nel panico perché prima di far crollare Nishinoya deve cascare il mondo, e anzi salutando il bomber avversario con un sorrisetto di chi è pronto ad accettare la sfida: " Beh ciao, Sinistra."
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Non posso non estendere i miei complimenti al muro della squadra, che costringe Wakatoshi a schiacciare in una certa direzione, proprio su Nishinoya, che può quindi colpire la palla e permettere al gioco di andare avanti.
È una strategia che mi è piaciuta molto: le schiacciate del bomber avversario erano talmente potenti che i nostri hanno dovuto trovare un modo per riuscire a riceverle, e in questo modo la Karasuno dimostra più che mai di essere diventata una squadra strategica e intelligente, capace di capire il gioco del nemico e adattarsi di conseguenza.
Mi è anche piaciuto il fatto che Nishinoya non impara a ricevere le palle di Wakatoshi nel giro di due minuti (tant'è che nel primo set li stracciano), ma impiega un po' di tempo per ingranare. E anche quando si è abituato alla potenza dell'avversario e al fatto che sia mancino, il nostro libero a volte proprio non ce la fa a intercettare le palle nemiche, vuoi per la troppa potenza vuoi per la stanchezza, e questo l'ho trovato umano e credibile.
Tsukishima
Se Nishinoya l'ho amato, a Tsukishima bisogna fare una statua.
Per favore inchiniamoci tutti al supremo Re di questa partita, vero eroe e miglior giocatore dell'incontro, nonché attento osservatore, instancabilmente paziente, furbo, intelligente e geniale.
La sua evoluzione da ragazzo disilluso e sfiduciato che non nutre la minima speranza, a giocatore che COMBATTE ATTIVAMENTE per provare a portare a casa la vittoria, mi ha resa piena di contentezza e di orgoglio.
E qui bisogna ringraziare i tre stalker di Tokyo, Bokuto e compari (sempre nel mio cuore), per averlo costretto ad allenarsi con loro ogni sera.
Tsukishima si è guadagnato tutta la mia stima in questa partita.
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Molto umano poi quando a fine incontro si isola nel bagno, pieno di rabbia per essere riuscito a murare "solo una schiacciata" di Wakatoshi. Ma questo significa anche che ora è accesso da un forte ardore per la pallavolo, e questo mi rende felice.
E comunque condivido il cazziatone di Yamaguchi quando sbotta con: "MA CHE TI FREGA SE HAI MURATO SOLO UNA SCHIACCIATA, ANDIAMO AI NAZIONALI!!!"
Il resto della squadra
Il resto della Karasuno ha combattuto come sempre fino all'ultimo, ognuno di loro ha dato il massimo e ovviamente dopo cinque set li ho visti esausti ed esauriti, tanto che il loro corpo non rispondeva più ai movimenti.
In queste puntate nessuno di loro compie delle evoluzioni, che comunque hanno già sviluppato nella stagioni precedenti, ma voglio ricordare la scena che ci mostra come è nata la Karasuno che conosciamo: Daichi, Asahi e Sugawara sono coloro che hanno dato inizio a tutto, iniziando ad allenarsi pieni di fiducia ed entusiasmo spingendo i loro sfiduciati compagni a fare lo stesso.
All'epoca la squadra non aveva nemmeno un allenatore vero e proprio, e la splendente Karasuno del passato era ormai conosciuta come il team dei "campioni decaduti". Quindi mi ha fatto piacere vedere come tutto è iniziato, quanto questa squadra ha dovuto faticare per arrivare a quella che è oggi, e inoltre ho anche capito quanto tutto questo sia importante per i tre ragazzi sopracitati.
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Piccola menzione particolare per Sugawara, che ha voluto provare il tutto per tutto rischiando più di una volta "l'attacco sincronizzato", cosa che mi ha fatto sudare NON POCO.
Cito per ultimo l'allenatore Ukai, che non ho mai menzionato nei commenti precedenti, ma ricorderò sempre il momento in cui si alza dalla panchina per incoraggiare a gran voce i suoi ragazzi ridotti allo stremo delle forze.
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Shiratorizawa come "villain"
Dunque, questa squadra avversaria non mi ha fatto né impazzire, né mi ha fatto cagare. Detta sincera, non mi ha entusiasmato dal momento in cui hanno messo piede in campo: seri, forti, freddi, ambiziosi, sicuri di sé.
Una delle cose che adoro di Haikyuu è la sua bellissima capacità di far empatizzare lo spettatore con chiunque si trovi in campo, indipendentemente dalla squadra cui appartiene.
Qui è stato diverso. Non ho empatizzato per la Shiratorizawa, prima di tutto per il modo in cui ci è stata presentata (i "villain" che i nostri devono sconfiggere), e poi perché durante tutta la durata della partita le scene sono mostrate e girate in modo tale che lo spettatore è portato a tifare solo per la Karasuno.
Cerco di spiegarmi.
I giocatori più "importanti" della Shiratorizawa sono tre:
- Wakatoshi Ushijima è stato per quanto mi riguarda un personaggio un po' deludente, perché privo di una profonda caratterizzazione, o introspezione, o evoluzione.
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Carina la scena del flashback sulla sua infanzia, ma Wakatoshi sembra messo lì per essere il bomber micidiale della situazione che mette in difficoltà quelli della Karasuno. L'ho visto più come una macchina da guerra piuttosto che come un personaggio umano.
- L'alzatore Kenjirō Shirabu, un ragazzo molto ambizioso che si è allenato duramente per poter entrare nella Shiratorizawa dopo aver visto una loro partita ai tempi delle medie.
- Satori Tendō, il pazzoide della squadra che non ho potuto non soprannominare Joker come l'ho visto. Nonostante la mia impressione iniziale su di lui sia stata solo quella di un matto colossale, è stato poi il mio preferito della squadra nel corso degli episodi. È matto e geniale allo stesso tempo, uno che scommette su dove andrà la palla basandosi sul suo intuito, e la cosa bella è che molte volte ci prende. Il suo muro è ottimo ed è stata proprio questa sua bravura a offrirgli il lasciapassare per la Shiratorizawa. Mi è piaciuto molto l'approfondimento sul suo passato, in cui ci viene mostrato un Satori escluso e preso in giro perché visto come un "mostro". Mi ha poi strappato varie risate nel corso della partita, e gli ho anche fatto i complimenti per il suo talento.
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Ora, anche su questi tre personaggi ci hanno mostrato scene sul loro passato facendoceli conoscere un po' di più, è davvero difficile empatizzare per loro e fargli il tifo. Perché il loro atteggiamento verso la Karasuno è un un atteggiamento da "villain": sembra che li vogliano schiacciare.
Emblematica la scena metaforica sul finale di partita in cui ci viene mostrato un potente e minaccioso Wakatoshi che cerca di schiacciare (letteralmente) i giocatori della Karasuno con la forza del suo corpo, e i nostri che cercano di lottare e ribellarsi con tutte le loro forze. Capite bene che di fronte a una scena così io non posso fare altro che tifare per la Karasuno, mentre la Shiratorizawa non suscita molto la mia empatia.
La Shiratorizawa mi ha dato l'impressione di essere una squadra fredda e ambiziosa, e il fatto che per loro le cose più importanti siano la "potenza e l'altezza" dice tutto.
I due allenatori poi, uno giovane e incoraggiante, e l'altro vecchio e freddo, non fa altro che enfatizzare la differenza tra le due squadre.
L'allenatore demoniaco
Questo tizio ovviamente ha un nome suo, ma posso solo chiamarlo così, come la serie stessa l'ha soprannominato, perché è esattamente un vecchio schizofrenico, freddo, severo, che punta in alto, pretende il massimo, e recluta nella sua squadra solo giocatori alti e forti.
Affettuoso quanto la corteccia di un albero, a fine partita congeda i suoi giocatori frettolosamente e con poche e fredde parole.
Ma mi è piaciuto molto il piccolo ma perfettamente esaustivo approfondimento sul suo passato: messo da parte perché troppo basso, non è mai riuscito a brillare nel mondo della pallavolo, di conseguenza è comprensibile la sua invidia nei confronti di Hinata, piccoletto anche lui ma capace di lottare con successo sul campo da gioco, tanto che strappa la vittoria alla sua squadra che credeva imbattibile.
Lo smacco ricevuto dalla Shiratorizawa è incredibile.
Ora non posso fare altro che aspettare pazientemente l'uscita completa della quarta stagione, e visto che si parla di nazionali credo che emozioni voleranno verso l'infinito e oltre (cit).
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inmsahscd · 5 years ago
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08-12-2014..
Ci sono delle date che ti rimangono impresse nel cuore..
Non sempre è una cosa positiva. Spesso le cose che ci restano più impresse sono proprio quelle che ci hanno fatto stare più male, però oggi, non so perché, mi sono svegliato felice e quello che sto per scrivere è una delle parti più felici della mia vita!
Non so bene come iniziare a parlarne, vi porterò delle parole che mi hanno sempre colpito per rompere il ghiaccio:
“Ah i campi, dieci giorni senza cellulare in un bosco, lontani da casa, con il solo obbiettivo di vincere, insieme alla tua sq.
Le serate distrutti davanti al fuoco, il gossip tra le tende e le squadriglie, i cieli più belli che abbiamo mai visto, le canzoni cantate a squarciagola, i bans stupidi e i giochi ridicoli, la notte dei totem, la veglia alle stelle, i giochi notturni che iniziano sempre nel giorno più stancante, appena ti sei addormentato , l'issa e l'ammaina bandiera che ti fanno sentire fiero, più capace dell'esercito.
Le gare di cucina peggio di masterchef, e il cibo che non si cuoce mai vista la cucina rudimentale.
Il tavolo sempre scomodo, e soprattutto stretto.
La raccolta legna che finisce con il vagare nei boschi a chiacchierare e scoprire nuovi angoli meravigliosi.
Il fuochista a cui puntualmente diventa la faccia grigia, i cucinieri che al momento di mangiare... Sono già sazi perché hanno già sgraffignato qualcosa mentre preparavano, il cambusiere che fa avanti ed indietro, correndo con pacchi di pasta e altri ingredienti.
L'alta squadriglia, il consiglio capi, la tua squadriglia.
L'ultima notte passata nella tenda con la tua sq, con i tuoi fratelli.
E le missioni di sq, posti da raggiungere usando le cartine della prima guerra mondiale con sentieri che non esistono più, scoprendo le cose più imbarazzanti e buffe di ognuno di noi.
E quando fa buio, e sei solo, e devi prendere qualcosa ma non trovi la torcia. La tua torcia trovata sempre quando non serve! Ma in effetti la torcia fregata al tuo amico sempre con te. Solo che alle volte è scarica...
La cassa puntualmente in disordine, come la tenda d'altronde.
Mille cuscini in una tenda, stuoini pieni di scritte, coperte sciarpe e cappelli in una notte di LUGLIO.
I giochi con l'acqua gelida che ti fanno venire i brividi (e che ti peggiorano "l'acconciatura", che già fa abbastanza schifo)
Il "tanto a questo campo dimagrisco" e poi finisci a mangiare dal pentolone ciò che rimane e a fregare il tuo cibo preferito dai piatti dei tuoi compagni.
Le costruzioni che reggono sempre, nonostante il tuo capo ci salti di sopra.
La cassetta di pronto soccorso peggio di Chernobyl. Il catino in cui non puoi più mettere piede.
Il tempo libero passato insieme a fare foto artistiche vicino ad un albero che per un motivo strano, ti colpisce di più rispetto agli altri. Il panico di dover organizzare tremila cose in un solo momento, della pioggia che sta arrivando quando devi iniziare a cucinare, delle costruzioni ancora da fare e della tenda da montare.
La poca voglia di lavare le gavette, perciò "dai mangiamo dallo stesso piatto non lo saprà mai nessuno" però in realtà usiamo mille strumenti diversi perché siamo schizzinosi; la speranza che piova, così da rimanere in tenda a scherzare (eh sì, un giorno solo deve pur piovere)
La paura degli insetti... I brutti insetti, specialmente in tenda, ma menomale che esiste qualcuno che li adora e li caccia via come se fossero adorabili farfalle.
Niente rapporti con il mondo ne schifezze da mangiare.
Niente facebook, Instagram, whatsapp e snapchat.
Però poi il pecoraro che con le sue urla e le sue odiose pecore ti sveglia proprio all'alba, il sole, la luna, le stelle, il silenzio, il bosco, gli animali, le confidenze e i segreti che rimarranno poi solo buffi ricordi di un ultimo campo estivo, le paure , le paranoie, le nuvole, il freddo, il caldo, gli amici, la tua sq, i gridi di sq, l'alpenstock alzato, il tuo reparto.
Quando capisci il valore dell'acqua, di una giornata di sole, delle stelle, dell'aria buona, di una fetta di pane e Nutella in un tranquillo pomeriggio, di una mano che ti rialza, di un fuoco che si accende, di una giacca prestata.
Quando capisci il valore di tutto ciò che fai ad un campo, hai capito il valore di essere scout.“
Da bambino non sopportavo gli scout. Nonostante mia sorella ne facesse parte, io ero irremovibile. Non riuscivo a comprendere cosa potesse realmente darmi lo scoutismo.
In quella data sopra citata, diciamo che sono stato fregato..
Si avete capito! Mi hanno incastrato!
Mi sono ritrovato a passare una mattinata intera insieme ad un gruppo di persone con pantaloncini e camicia.. Forse la mattinata più bella della mia vita.
Non ricordo con esattezza le varie attività che sono state svolte, ma, lì, con loro, mi sentivo bene, ero a mio agio.
Avete presente il classico colpo di fulmine?!
Esatto me ne sono innamorato, un amore particolare, qualcosa mai provato prima. Beh in effetti è strano innamorarsi di alcuni valori, di 10 semplici frasi scritte su una tavoletta di legno, però a me è successo. Mi sono innamorato dello scoutismo!
Piano piano col passare degli anni mi sono sempre legato di più a quei valori, talmente tanto che ad oggi fanno parte di me, e non saprei proprio immaginare una vita senza di essi.
Potrei continuare a parlare per ore di ogni singola riunione, pernotto, campo, route. Però mi soffermerò solo sul alcuni di essi.
Si ho deciso! Oggi vi racconto la mia esperienza in reparto!
14/15-03-15..
Il mio primo pernotto.
Il 15 marzo ho recitato la mia promessa scout, entrando così a far parte in maniera ufficiale di questa fantastica famiglia.
28-07/06-08-16..
Campo estivo.
In questo campo ho passato la notte più indimenticabile del mio percorso scout.
La notte dei totem, il totem si può definire come il proprio “nome scout”, spesso composto da un animale e un aggettivo.
05/06-11-16..
Pernotto di apertura.
Inizio di un anno veramente importante.
Era giunto il mio momento, ora toccava a me!
Dovevo mettermi in gioco tutte le mie competenze e riuscire a soddisfare i capi per la responsabilità da loro datami.
Diventai capo sq..
16/26-07-17..
Ultimo campo estivo col mio reparto.
Di questo campo ho veramente tanti ricordi, la competizione con le altre sq, i miei ultimi fuochi, le notti passate da solo accanto al fuoco a guardare le stelle, l’ultima notte passata a mangiare la nutella insieme alla mia sq., e infine mi piace ricordare un bellissimo gruppo di amici formatosi durante quei 10 giorni. Sestetto magico: ci piaceva chiamarci così!
01/05-09-17.
Campo di competenza.
Come poter evitare di citare il mio ultimo campetto appartenente alla branca E/G!
Per questo campo ho fatto un bel viaggetto...
sono partito dalla mia amata Sicilia per recarmi fino alle rive del lago di Garda, tutto solo e prontissimo a conoscere nuova gente.
Ricordo tantissima strada percorsa seduto sul sellino di una bicicletta malandata.
Sono stati 5 giorni pieni di emozioni.
Sono riuscito a portare a termine i miei obiettivi: ho mostrato a tutti le mie competenze, ho scoperto cose nuove, ancora una volta sono riuscito a mettermi in gioco con tutto me stesso, ma soprattutto ho conosciuto tante persone fantastiche!
Purtroppo, anche vista la distanza, non sono riuscito a mantenere i rapporti con loro, con nessuno ad eccezione di una persona. La chiamerò “Libellula“.
Con lei mi sono trovato bene fin dal primo giorno di campo, e durante quei 5 giorni siamo riusciti a legare molto. Non me la raccontava giusta!
C’era qualcosa che mi incuriosiva talmente tanto che non sono riuscito a fermarmi a quei futili 5 giorni. Ho continuato a sentirla e ancora oggi non manca una telefonata serale!
È incredibile come in una realtà talmente diversa dalla mia, abbia trovato una persona così affine a me! Comunque di lei vi parlerò un altro giorno.
Si concluse così il mio percorso in E/G,
della branca R/S ne racconterò in futuro.
“Guida da te la tua canoa”.
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sandnerd · 5 years ago
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Sword Art Online: Alicization - Ep 24 - Il mio eroe
https://www.vvvvid.it/show/845/sword-art-online-alicization/939/540369/il-mio-eroe
Ciao! sono Sand ed oggi affrontiamo, ebbene si, l'ultima puntata di Sao Alicization! Sotto con la puntata che siamo ancora scossi dalla dipartita del piccolo Eugeo T.T .
Nemmeno Alice se la sta passando troppo bene, e sta facendo il riposino pomeridiano. Tocca al nostro eroe vedersela con Sua Nudità, che si è sbracciata dal caldo (perchè ha perso un braccio ahahah...scusate non lo faccio più) e che continua a gongolare perchè obiettivamente, e tecnicamente, ma anche grammaticalmente, ha vinto lei; ma Kirito ci porta la filosofia potteriana, secondo la quale morire senza resistere e morire con la spada in pungo son due cose diverse, poco importa il fatto che comunque muori. Vabbè. E ritornano i vestiti della stagione 1 da spadaccino nero, ah bei tempi quelli. 
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Ma non importa se Kirito ha tirato fuori il completo bello, la Somma conosce tutte le tecniche di spada, da quelle a un colpo a quelle a millemila colpi; Kirito finisce vicino a Eugeo, che è ancora vivo naturalmente, e gli prende la mano (Asuna, tiè). Gli dice che adesso gli darà la spinta (non fate i maliziosi) che da bambino non ha avuto per opporsi all'arresto di Alice, e con le loro mani intrecciate riescono a far digievolvere la spada spezzata di Eugeo, non più azzurra ma rossa. E chi lo ferma più Kirito, ora che ha ben due spade? Nessuno, ovviamente, ed anche la Somma capisce che significa mettersi contro il protagonista, perdendo il braccio che le era rimasto. 
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In compenso però taglia il braccio pure a Kirito, parità dei sessi eh. Con un'ultima mossa Kirito le fa un buco tondo preciso preciso nel petto, manco Giotto li faceva così, e viene scagliato contro una colonna per la forza del colpo. La Somma, che nonostante il buco e le parecchie crepe che le decorano il corpo continua a muoversi come se nulla fosse, capisce che non c'è niente da fare, e fa apparire dal nulla un pc, sul quale scrive coi suoi capelli (con i piedi era un pò difficile) e dice a Kirito che si rivedranno nel mondo reale. E brava la Somma, da adesso ribattezzata la Somma Codarda. Ma negli anime la gente muore sul colpo di rado, e quindi il pagliaccio che non si sa come era ancora vivo, si avvinghia a Sua Codardia incendiandola e forse fermandola dall'essere trasferita nel mondo reale? non si capisce, sembra di si; bene, almeno questa è finita, chi l'avrebbe mai detto che sarebbe stato il pagliaccio a risolvere la questione. 
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Kirito corre da Eugeo e tenta di guarirlo, che vuoi che sia, basta un pò di colla e qualche cerotto, ma il biondino lo ferma e gli dice che va bene così, lascialo pure morire, e gli fa rivivere quell'episodio dell'infanzia di tutti e tre in cui Kirito ed Alice confabulavano senza Eugeo, quel ricordo con cui la Somma infida aveva traviato Eugeo; in realtà gli stavano preparando il regalo di compleanno, come avevo capito subito. I bambini dicono a Kirito che rimarranno sempre nel suo cuore e bla bla, le solite cose, l'ammore, portaci con te, sviolinata in sottofondo. 
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Eugeo muore, stavolta per davvero, e Kirito si avvia al computer rimasto lì. Riesce quindi a contattare il mondo reale, immagino quanto pagherà di scatto alla risposta, e becca proprio il momento in cui la Ocean Turtle è sotto attacco: ottimo tempismo Kirito. Torniamo quindi nel mondo reale, finalmente! Ma anche no, ci conveniva restare dove eravamo. Kirito riesce a parlare (e ad insultare) Kikuoka fra una sparatoria e l'altra, ma il professore rimanda a dopo i saluti vista la situazione un pochino complicata e gli dice di cercare una certa Alice; tenero Kikuoka, pensa che il protagonista non sia in compagnia precisamente della persona di cui ha bisogno, ma per quale sprovveduto l'ha scambiato il professore? La prossima quest per Kirito è andare al World End Altar, ma il prof non fa in tempo a dire come o perchè, che i cattivoni interrompono l'alimentazione sovraccaricando il sistema e danneggiando il macchinario a cui è attaccato Kirito. Il Kirito dell'Underworld si ritrova nel mezzo di una tempesta digitale e vede come ultima cosa Asuna che lo chiama.
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Finisce qui Sword Art Online Alicization, con un bel finale spalancato, dopo aver terminato la parentesi che potremmo definire forse più fantasy dell'arco narrativo? Vedremo, magari la seconda parte sarà più ambientata nel mondo reale che nell'Underworld, anche se quest'ultimo continua ad essere sotto la minaccia degli eserciti oscuri, c'è ancora questo problema da risolvere. E Eugeo? è morto davvero? Ci ritroveremo di nuovo ad ammirare Sua Nudità con tanto di pagliaccio pervertito al fianco o almeno lei ce la siamo tolta dalle scatole? Questo ed altro nel prossimo arco, Sword Art Online: Alicization - War of Underworld. A prestissimo!
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Gli altri commenti su Sao Alicization:
- https://xxsandxx.tumblr.com/post/181228894216/sword-art-online-alicization-ep-11
- https://xxsandxx.tumblr.com/post/181376254391/sword-art-online-alicization-ep-12
- https://xxsandxx.tumblr.com/post/182245932426/sword-art-online-alicization-ep-13
- https://xxsandxx.tumblr.com/post/182639966261/sword-art-online-alicization-ep-14
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- https://xxsandxx.tumblr.com/post/183424363616/sword-art-online-alicization-ep-18
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P.S. Ehi! Sono anche su Instagram! Cercami! -> @sand_nerd 
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veronicadambr · 6 years ago
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Chissà in quanti hanno trovato il loro posto nel mondo e chissà quanti altri lo stanno ancora cercando; chissà perché trovo affascinanti le lucine attorcigliate agli alberi o i lampioni che si accendono quando ancora l’ultimo raggio del sole non è ancora stato inghiottito dal mare; chissà come sarebbe avere un amico gay che mi capisca davvero senza falsa malizia e secondi fini; chissà se diventerò mai direttore di un’azienda multimiliardaria o se le mie manie di potenza troveranno un giorno la pace; chissà com’è vivere in una casa immensa; chissà se un giorno avrò dei figli con i nomi strani di cui vado matta e se somiglieranno a me; chissà perché le canzoni tristi sono le più belle e chissà come mai nella borsa ho sempre un libro e una penna ma mai un pacco di fazzoletti; chissà come vivono quelli che mi hanno fatto male o se abbiano almeno un pezzo di coscienza; chissà quante persone al mondo hanno le mie stesse paure e chissà quante altre ascoltano il brusio che fa la gente nei ristoranti senza distinguere le parole; chissà a quanti stiano a cuore le frasi belle ed emozionanti; chissà quanti altri non si accorgono di nulla; chissà se troverò chi sto cercando quando per strada ammiro i monumenti; chissà se ti ricordi il mio profumo; chissà se a furia di cadere in piedi il cuore non si spezzi; chissà se questo tramonto e questo mare rimarranno così per sempre. Io lo spero. Comunque sia, la cosa che rimane una costante è l’amore che continuiamo a dare senza chiedere nulla in cambio. Ci spero sempre un po’ di più che il mondo un giorno possa essere un posto migliore.
Veronica D.
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thepersonwanttobe · 4 years ago
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Ho le note piene di cose che avrei voluto dirti ultimamente ma tra il mio essere un ariete orgogliosa, dignità, e tutto il resto rimarranno note che mi leggerò e rileggerò, nient altro.
Anzi, innanzitutto ciao, la solita maleducata.
Ora che sono qua, consapevole di volertelo inviare, non mi vengono più in mente la miriade di cose che avrei da dirti, non vorrei entrare nel ridicolo più totale, no?
Grazie per la scatola, per due anni l’hai tenuta tu, io me ne ero dimenticata addirittura, quando me l’avevi portata e mi hai detto “serve più a me che a te ora” non ci ho dato peso.
Come la maggior parte delle cose.
E non ci ho dato peso per un po’.
A quanto pare oggi è arrivato il momento in cui serviva a me.
Dato che non ti ho più visto.
Non ho chiuso il famoso “cerchio”.
Non ho chiuso dal tutto.
Mi è rimasto solo questo di te.
Oggi quindi, ho aperto senza paura di ciò che potesse scatenare in me.
Il resto è storia.
Sai che non pensavo sarei stata io a scriverti, nell’ipotetico caso ci fossimo mai lasciati, cosa che è realmente accaduta, d’altronde.
In realtà pensavo mi amassi di più tu.
Sai, nella coppia c’è sempre quello che ama un po’ di più.
Anzi sai cosa.
Di recente ho visto un video, sai che è una cosa che tendo a fare, dove c’era questa ragazza che raccontava che ci sono molti tipi di modi di amare.
Se una persona non dimostra di amarti dicendoti che sei bellissima
che ti ama tanto
con tanti baci
con cose eclatanti,
Ecco.
Non significa che non ti ama, significa solo che ha un modo di dimostrare l’amore in maniera diversa.
Ero totalmente ignorante di ciò.
Pensavo fossi per te una che ti sopportava e quindi era meglio lasciarla lì, con te.
Ci sono rimasta male sai?
Per molte cose.
Per la pausa alla quale avrei voluto tu avessi risposto
“Ma sei cretina? Ma pausa cosa? Ma riprendiamoci”
Ci sono rimasta male perché eri l’unica persona che avrei voluto fuori dall esame.
O almeno l’unica persona che avrei voluto si fosse interessata un po’ di più, perché lo sai, che era il mio incubo.
Sai anche a cosa sono rimasta male?
Che quando sei tornato dal mare tu non abbia provato a riprenderci.
Che non hai risposto ai miei messaggi.
Che ai miei “non ti dico come sto perché non mi scrivi mai per primo” mi avessi detto “a me interessa come stai”.
Ho fatto di tutto pur di non pensarti.
Uscite, grandi bevute, musica, lunghe camminate.
E ci sono riuscita, tu? Che domande, certo.
Purtroppo questo non poteva durare a lungo.
E sono qua ora, che combatto con il mio orgoglio.
Malinconia, nostalgia, mancanza, chiamiamola come vuoi, in ogni caso dicono che passerà, vero? passerà?
Una cosa è sicura. Il mio egoismo non cambia.
Continuo a parlare di me, me e ancora me.
Ed è una cosa che ho capito in questi pochi mesi.
Che mi davi tutto e volevo di più.
Che facevi tutto per me e non me ne accorgevo.
Che mi dicevi una cosa ed io volevo l’opposto.
Ti trattavo da nemico
Una relazione tossica.
Non mi sentivo al 100% me, e non ti sentivo vero.
Sai cosa? Chissene frega dell’orgoglio.
Me ne sbatto di tutto.
In passato ho fatto gesti eclatanti per persone che non meritavano niente, e tu che meritavi tutto, beh, eccoci.
Ti ricordi, a fine luglio, inizio agosto che ti ho inviato una canzone e mi hai detto che era tardi per pentirsene, e ovviamente ti ho risposto che non ero pentita, solo un po’ triste
Ora lo sono.
Effettivamente, ciò non significa che voglio riprovarci, non significa nulla, sono solo pentita.
Inconsciamente pensavo che prima o poi ci saremo ripresi, come ce lo siamo sempre promessi.
Ma ad ogni azione c’è una conseguenza.
Lezione imparata.
Effettivamente comunque, ho cercato qualcuno che potesse colmare il vuoto che hai lasciato
ed effettivamente era proprio come chiedevo a te di essere.
Ma un suo “sei bellissima stasera” non vale quanto un tuo “bel outfit” imbarazzato quando dentro provavi tante emozioni.
Ti ricordi che ogni volta che ci vedevamo, a distanza di anni, sorridevamo?
Vabbè, volevo solo ricordarlo.
Ora che ho detto tutto ciò che pensavo, proverò ad andare avanti, spero
Gran parte del mio cuore è tuo.
C’è solo un piccolo pezzo che proverò a dare a qualcuno che avrà il tuo stesso colore di occhi
o le tue fisse
o le tue grandi mani.
proverò a cercarti in qualcun altro.
che non avrà mai il tuo profumo però.
spero tu stia da Dio ahah, che gli esami vadano super bene, che tu riesca a diventare il business man e che ci sia qualcuno che ti renda felice come rendevi me felice, inconsapevolmente.
ora forse ho chiuso il cerchio.
rispondere a questo messaggio non è obbligatorio.
se l’hai letto però, ti ringrazio.
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ilapandora · 4 years ago
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Che strano, quello che sento: a quest’ora, il mese scorso, desideravo solo che maggio finisse, che trascinasse con se gli ultimi compiti, le ultime interrogazioni, le dieci sveglie ogni mattina, le frasi prof: non mi funziona l’audio, prof la webcam è spenta.
E invece, insomma, eccomi qui; che strano, no? 
Non è strano adesso? È tutto così diverso: è proprio vero, non ti accorgi di quanto qualcosa sia davvero importante per te se non prima di perderla, mentre senti che ti scivola via dalle mani allora pensi a quante volte, prima di realizzarlo, hai letto di quelli che c’erano passati prima di te e che raccomandavano di godersi gli anni di scuola, tutte quelle storie sui migliori anni della vita e bla bla bla…, e vorresti poter avere una seconda occasione, un tasto “restart, nuova partita”, per fare le cose per bene, stavolta, per non far assenza quel giorno, studiare di più per quel compito, fare tesoro di ogni parola, ogni spiegazione, e un po’ ti maledici per aver desiderato che il tempo scorresse più veloce.
Col senno di poi, tutti noi, superate specifiche tappe della nostra vita, dimentichiamo com’è stato viverle. Intendo dire che, probabilmente, dopo che avremo passato settimane insonni, stressanti, in vista dell’esame con cui a breve ci misureremo, tra dieci, vent’anni, ce ne ricorderemo come una passeggiata in una bella giornata di primavera. E un domani ancora più lontano, quando dei nostri studi rimarranno delle cornici appese al muro, rideremo di gusto, pensando a come le nostre priorità cambino nel tempo. So bene che queste un giorno diventeranno storie e che le nostre immagini diventeranno vecchie fotografie e noi diventeremo il padre o la madre di qualcuno … ma qui, adesso, questi momenti non sono storie, questo sta succedendo. Io, noi, siamo qui, tutti insieme, ed è bellissimo, così bello che mi fa paura.
Quando ho attraversato per la prima volta la soia del Giovanni da Castiglione ero terrorizzata. Adesso provo un terrore decisamente differente: quel mondo che a quattordici anni mi spaventava tanto, alla soglia dei diciannove è diventato casa mia, custode di tutto ciò che conosco e che sono diventata, e, se solo penso che è così, che devo davvero andare via, tutte le mie certezze vacillano e sento che mi manca la terra sotto i piedi. Seduta al mio posto, durante tutto l’anno, ho spesso pensato che queste erano le mie ultime lezioni di matematica, fisica ,di storia dell’arte, di filosofia e che un giorno sarò una di quelle persone che, parlando di un argomento, dirà di non ricordarsene granché, perché non ha più avuto modo di affrontarlo, dopo il liceo, e più ci pensavo, più mi chiedevo quanto mi sarebbe mancato tutto questo e, sopra ogni altra cosa, quanto mi sareste mancati voi, con i quali ho condiviso tutti i miei giorni dentro quelle quattro mura. È che … voi siete stati, siete, così tanto, che proprio non me ne capacito, che io proprio non ne voglio sapere di salutarvi. La verità è che mi sembra di vivere le mie emozioni in un modo così amplificato, così totalizzante, che esprimerle non mi è mai possibile come vorrei.
anche se so che il cerchio non s’è ancora chiuso e che questo benedetto diploma ancora ci sta aspettando, cerco di rimettermi insieme come posso, e scrivo di voi, di noi, per fissarvi nel tempo, per rendervi eterni.
Ad Aurora alla tua determinazione, alla tua voglia di fare e alla tua grinta. Non mollare mai.
A Irene alla tua solarità, al tuo buon senso e alle tue doti da estetista.
Ad Andrea all’esempio modello , alla tua bontà e alla tua fermezza nel riportarci allo stato di quiete , ai tuoi anedotti e alla tantissima pazienza. Sei stato uno dei miei compagni di banco preferiti
A serena al tuo profondo senso di riflessione, alle parole giuste nei momenti difficili. Nonostante sei entrata in questa banda di matti da poco ,sei parte della family ormai.
A Elena , alla queen ,alla tua forza e alla tua caparbietà. Ti auguro di restare sempre così e di non farti piegare da nessuno.
Ad Amin al matto da legare e all’amico di tutti. Al : “ragazzi sabato chi c’è al Kk.”
A Martina, al tuo essere vera e altruista. Zitta zitta all’ultimo banco in questi 5 anni ce ne hai fatte vedere delle belle.
A Marco all’amico di tutti, al pisolo della classe e alla tuo cuore grande.
Ad Alessia alle tue mani d’oro e ai tuoi dolci e alla tua premura nell’esserci sempre stata.
Ad Azzurra alla speperina della classe, alla spalla su cui piangere e alla matta di turno
A Gelsomina: alla dolce Mina clementina, fidatevi che è silenziosa ma quando parla dovete stare attenti. Al tuo senso di responsabilità e alla tua saggezza . Grazie per i tuoi consigli.
A Ioana alla matta di turno, a colei che ha la testa tra le nuvole h24h e che ogni tanto (spesso) fa fuoriuscire la rumena che è in lei.
Ad Andreea alla rappresente di istituto migliore che ci sia,alla tua carica ed energia.
A Giulia alla tua pacatezza, alla tua sensibilità e alla tua estrema dolcezza.
A Marian al nostro prof di matematica, al nostro uber , al nostro chef e al nostro santo per eccellenza. Sei genuino e hai un cuore immenso. Ti auguriamo veramente il meglio.
A Giacomo: alla tua follia , alla tua spensieratezza . Dopo 13 anni posso solo dirti grazie.
Ad Alessia alla mia compagna di vita da 13 anni . Anche se questo è il nostro ultimo giorno di scuola effettivo ,non avrei potutto trovare una persona migliore per questo cammino.
Si cresce anche grazie ai professori e voi ci avete aiutato moltissimo. Grazie davvero! Siete stati degli ottimi professori ,ci avete insegnato tanto sia per quanto riguarda le vostre discipline , ma anche della vita in generale: grazie infinite! È vero che le persone più importanti nella vita, si incontrano all'improvviso
E ora cara 5s ho ancora un’ultima cosa da dirvi:
Grazie perché siete stati voi, proprio così: grazie perché scelgo di credere, mi piace pensare, che per uno strano giro di vite, ci siamo trovati in quest’esperienza tutti insieme e mi piace pensare che tra tutte, questa sia stata la combinazione di possibilità più vincente.
Mi mancherete ragazzi, come l’aria che respiro, e, non sarò ipocrita, certo mi rammarica e mi mancherà il tempo che non abbiamo più, le lezioni che non faremo, il non vedervi più tutte le mattine, probabilmente nei momenti di follia più acuta, mi mancheranno anche i compiti ma, vi assicuro, più di tutto, mi mancherà questo tempo che invece è stato nostro e che abbiamo condiviso: amici, grazie, per questo tempo che è stato nostro e che terrò sempre in quel posto speciale, indelebile.
Ho straparlato e, con sicurezza, quello che volevo dirvi non lo so, ma spero comunque di avervelo detto.
Vi voglio bene.
«Le storie che amiamo di più vivono in noi per sempre».
 - Ilaria
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a-differentmind · 7 years ago
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Quindi ritieni che i sorrisi, la mimica facciale ed il calore che una persona ti dona siano aspetti importanti. E nel caso in cui quella persona non fosse presente fisicamente, il divertimento e lo scherzo dovrebbero comunque esserci. Hai spesso detto di voler aiutare le persone, perché? È un modo per aggiustare errori del passato? Oppure sei tu stesso per primo ad aver bisogno di aiuto? Cosa si nasconde dietro tutto questo? Non credo alla facciata che si vede. C'è qualcosa sotto.
ehyy,sei tu la ragazza che si firma con “J”?(siccome non ho letto la lettera non ero sicuro fossi tu u.u).
Ti ringrazio della domanda ed ora provo a rispondere: si,io ritengo il sorriso e tutto il resto siano aspetti importanti.
Dico spesso che mi piace aiutare le persone perchè mi piace far star bene le persone,mi piace aiutare chi si reputa “nulla” quando invece non sa che puo’ essere “tutto.Aiuto perchè molto spesso in questa società ci sono cose che “uccidono” i ragazzi e le ragazze,dall’apparenza al modo di comunicare come per esempio parole fuori luogo e talvolta pesanti.Aiuto per tanti motivi.
Perchè spesso cè bisogno di tendere una mano e non di ritirarla.
Aiutando le persone io sono me stesso.
Inoltre no,non c’entra assolutamente nulla il passato con questo,non devo aggiustare nessun errore,anzi ti diro’ che nel passato ho aiutato molto una persona in particolare,l’ho aiutata ad uscire da quel brutto circolo vizioso in cui era entrata,credo di averla resa migliore e anche se ora non c’è piu’ sono sicuro che se la caverà benissimo anche senza di me.Oddio le persone non cambiano,rimarranno sempre uguali ma almeno so in cuor mio che ho dato tutto e ho dato l’anima.
Ovviamente crollo anche io come crolli tu e come crollano le persone piu’ fragili,ma non sono solo.Ho persone su cui contare,dalla mia famiglia alla mia migliore amica e alla mia ragazza.
Ci sono stati momenti difficili in passato,molto brutti,ma grazie alla mia migliore amica sono tornato a vivere e grazie alla mia ragazza sono tornato ad amare.
Non ho bisogno di altro,grazie a quest’ultima inoltre sono tornato a sorridere e a credere in qualcosa di concreto,non è stato facile,non è facile e forse mai lo sarà,ma quello di cui avevo bisogno era semplicemente di una persona simile a me,una persona che mi voglia davvero bene in tutto e per tutto.
la cosa buffa è che nonostante le delusioni e nonostante tutto io continuo a lottare,trovo e conosco ogni giorno persone semplici e simili a me,spero e credo solo in una società migliore fatta di brave persone.
Chiamami pazzo,oppure sognatore o adirittura “diverso”.
Quindi non cè nulla sotto,non ce trucco e non cè inganno U.U(ok la smetto ahaha).
C’è solo un ragazzo semplice,che vuole differenziarsi dal resto e che vuole lottare per le proprie idee e che vuole far capire che ognuno di noi è speciale per qualcosa,e sopratutto per prendermi una rivincita sul passato che non ha mai creduto in me.💚
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berna282 · 5 years ago
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Cosmic River          FELICI QUELLI CHE SONO IRREPRENSIBILI NELLA LORO VIA, CHE CAMMINANO NELLA LEGGE DI GEOVA! ( SALMO 119:1)
IL MIO CUORE SIA INTEGRO NEL SEGUIRE LE TUE NORME, AFFINCHÉ’ IO NON PROVI’ VERGOGNA. ( SALMO 119:80)
DIO INFATTI NON SI TRATTENE DAL PUNIRE GLI ANGELI CHE PECCARONO,MA LI GETTO’ NEL TARTARO METTENDOLI IN CATENE DI FITTE TENEBRE PERCHE’ FOSSERO RISERVATI AL GIUDIZIO. NON SI TRATTENE NEMMENO DAL PUNIRE IL MONDO ANTICO, MA QUANDO PORTO’ IL DILUVIO SU UN MONDO DI EMPI SALVO’ NOE’, PREDICATORE DI GIUSTIZIA,E ALTRE SETTE PERSONE. ( 2 PIETRO 2:4,5)
NEL PAESE DI UZ C’ERA UN UOMO DI NOME GIOBBE.ERA INTEGRO E GIUSTO,TEMEVA DIO E SI TENEVA LONTANO DAL MALE. ( GIOBBE 1:1)
MA SATANA RISPOSE A GEOVA: ‘’PELLE PER PELLE .L’UOMO DARA’ TUTTO CIO’ CHE HA PER LA SUA VITA. PROVA A STENDERE LA MANO E A TOCCARLO FINO ALLE OSSA E ALLA CARNE,E VEDRAI SE  NON TI MALEDIRÀ’ APERTAMENTE’’. ( GIOBBE 2:4,5) 
E’ INCONCEPIBILE CHE IO VI DICHIARI GIUSTI! FINO ALL’ ULTIMO RESPIRO, NON RINUNCERÒ’ ALLA MIA INTEGRITÀ’! MANTERRÒ’ LA MIA GIUSTIZIA E NON LA ABBANDONERÒ’ MAI; FINCHE’ VIVRO’,IL MIO CUORE NON MI CONDANNERÀ’. ( GIOBBE 27:5,6) 
CHI E’ PERVERSO DI CUORE E’ DETESTABILE PER GEOVA, MA CHI HA UNA CONDOTTA IRREPRENSIBILE GLI E’ GRADITO. ( PROVERBI 11:20) 
MI MANTERRÒ’ INTEGRO DAVANTI A LUI E MI GUARDERÒ’ DAL PECCARE.GEOVA MI RIPAGHI SECONDO LA MIA GIUSTIZIA, SECONDO L’INNOCENZA DELLE MIE MANI DI FRONTE AI SUOI OCCHI. CON CHI E’ LEALE TU TI MOSTRI LEALE, CON CHI E0′ INTEGRO’ TI COMPORTI CON INTEGRITÀ’,  ( SALMO 18:23-25) 
GEOVA  EMETTERÀ’ UNA SENTENZA SUI POPOLI . GIUDICAMI ,O GEOVA, IN VIRTU’ DELLA MIA GIUSTIZIA E DELLA MIA INTEGRITÀ’.  TI PREGO,METTI FINE ALLE CATTIVERIE DEL MALVAGIO, MA RENDI SALDO IL GIUSTO, PERCHE’ TU, O DIO GIUSTO, ESAMINI I CUORI E LE PIU’ INTIME EMOZIONI.(SALMO 7:8,9)
PERCHE’ SOLTANTO I RETTI RISIEDERANNO SULLA TERRA, E SOLTANTO GLI IRREPRENSIBILI VI RIMARRANNO. MA I MALVAGI SARANNO STRONCATI DALLA TERRA, E GLI SLEALI NE SARANNO STRAPPATI VIA. ( PROVERBI 2:21,22) 
DIO MI PESI SIU UN’ ACCURATA BILANCIA, COSI’ SAPRA’ DFELLA MIA INTEGRITÀ’ . ( GIOBBE 31:6)
GIUDICAMI ,O GEOVA, PERCHE’ HO CAMMINATO NELLA MIA INTEGRITÀ’ . HO CONFIDATO IN GEOVA SENZA TENTENNARE. ESAMINAMI,O GEOVA,E METTIMI ALLA PROVA; RAFFINA I MIEI PIU’ PROFONDI PENSIERI E IL MIO CUORE. IL TUO AMORE LEALE E’ SEMPRE DAVANTI AI MIEI OCCHI, E IO CAMMINO NELLA TUA VERITA’. ( SALMO 26:1-3) 
O GEOVA  .LAVERO’ LE MIE MANI NELL’ INNOCENZA E MARCERÒ’ INTORNO AL  TUO ALTARE, ( SALMO 26:6) 
GEOVA ,AMO LA CASA IN CUI DIMORI, IL LUOGO IN CUI RISIEDE LA TUA GLORIA. ( SALMO 26:8) 
QUANTO A ME, CAMMINERÒ’ NELLA MIA INTEGRITÀ’. LIBERAMI E MOSTRAMI FAVORE. ( SALMO 26:11) 
‘’E TU, SALOMONE ,FIGLIO MIO , CONOSCI L’IDDIO DI TUO PADRE E SERVILO CON CUORE COMPLETO E CON ANIMO VOLENTEROSO , PERCHE’ GEOVA SCRUTA TUTTI I CUORI E DISCERNERE OGNI INCLINAZIONE DEI PENSIERI OGNI INCLINAZIONE DEI PENSIERI.SE LO CERCHERAI SI LASCERÀ’ TROVARE DA TE,MA SE LO ABBANDONERAI TI RESPINGERE’ PER SEMPRE. ( 1 CRONACHE 28:9) 
QUANDO SALOMONE FU VECCHIO,LE SUE MOGLI SVIARONO IL SUO CUORE FACENDOGLI SEGUIRE ALTRI DEI, E IL SUO CUORE NON FU COMPLETO VERSO GEOVA SUO DIO COME IL CUORE DI SUO PADRE DAVIDE. ( 1 RE 11:4) 
LA BILANCIA TRUCCATA E’ DETESTABILE PER GEOVA, MA UN PESO ESATTO GLI E’ GADITO. ( PROVERBI 11:1)
GLOI ALTI LUOGHI ,PERO’,NON FURONO ELIMINATI.IL CUORE DI ASA FU COMUNQUE COMPLETO VERSO GEOVA PER TUTTA LA SUA VITA. ( 1 RE 15:14)
FELICI QUELLI CHE SONO IRREPRENSIBILI NELLA LORO VIA, CHE CAMMINANO NELLA LEGGE DI GEOVA! FELICI QUELLI CHE SEGUONO LE SUE ESORTAZIONI, CHE LO RICERCANO CON TUTTO IL CUORE! NON COMMETTONO ALCUNA INGIUSTIZIA E CAMMINANO NELLE SUE VIE. SALMO 119:1-3.
E LUI SI PRESE CURA DI LORO CON CUORE INTEGRO E LI GUIDO’ CON MANI CAPACI. ( SALMO 78:72)
AGIRO’ CON SAGGEZZA E IN MANIERA IRREPRENSIBILE. QUANDO TI AVVICINERAI A ME? CAMMINERÒ’ CON CUORE INTEGRO DENTRO LA MIA CASA. NON METTERÒ’ DAVANTI AI MIE OCCHI NIENTE DI INUTILE. ODIO IL COMPORTAMENTO DI QUELLI CHE DEVIANO DA CIO’ CHE E’ GIUSTO; NON AVRO’ NULLA A CHE FARE CON LORO. TENGO LONTANO DA ME IL CUORE PERVERSO. NON ACCETTERÒ’ CIO’  CHE E’ MALE. RIDURRÒ’ AL SILENZIO CHI  CALUNNIA IN SEGRETO IL SUO PROSSIMO. NON TOLLERERÒ’ CHI HA OCCHI  SUPERBI E CUORE ARROGANTE. RIVOLGERÒ’ LO SGUARDO AI FEDELI DELLA TERRA PERCHE’ STIANO CON ME. A SERVIRMI SARA’ CHI CAMMINA IN MANIERA IRREPRENSIBILE. DENTRO LA MIA CASA NON ABITERÀ’ NESSUNO CHE AGISCE CON INGANNO, E NESSUN BUGIARDO STARA’ AL MIO COSPETTO. ( SALMO 101:2-7)
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veronica-nardi · 5 years ago
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The Untamed, Al Tempio di Yunping (episodi dal 47 al finale)
PRIMA PARTE.
Sto riscrivendo l'incipit del commento perché avevo pensato di fare una tirata fino al finale, ma scrivendo il commento mi sono accorta di essere la persona più prolissa sulla faccia della terra, quindi, avendo fallito miseramente all'idea di buttare giù un commento sintetico degli episodi finali, dovrò dividere la cosa in due parti: questa prima parte sono gli episodi 47 e 48, poi farò il 49 e il 50.
Senza contare che ho finito il numero delle gif disponibili.
Avvertenza: consiglio di aver comunque già visto tutto il finale prima di continuare la lettura.
Iniziando a scrivere, ci sono due cose che NON devo fare: mettermi le mani nei capelli pensando a tutto lo spettacolino di Jin Guangyao che dovrò raccontare tra poco; e cercare di non ricordare la parte finale della novel perché altrimenti inizio a porconare pensando a come avrei voluto vedere CERTE COSE.
Evito di mangiarmi le mani, e partiamo.
Dunque, Lan Zhan e Wuxian si dirigono nella città di Yunping per raggiungere il luogo segnato sull'atto di proprietà trovato nella stanza segreta di Jin Guangyao. Con loro, ovviamente, c'è anche Wen Ning, che li segue ovunque vadano come un cagnolino. Guardando come viene infastidito da alcuni bambini per la strada, Wuxian desidera che Wen Ning riesca a staccarsi da lui e vivere una vita più indipendente. Ormai non è più il ragazzino balbettante di una volta, è giusto che prenda la sua strada. Non può dipendere da Wuxian per sempre, non è giusto né per lo stesso Wen Ning, e nemmeno per la nostra coppietta preferita, che vorrà pure un po' di privacy.
Wuxian e Lan Zhan scoprono che il luogo di cui Jin Guangyao è il proprietario, è un tempio situato in città, piuttosto frequentato. Entrano a dare un'occhiata, e sentendo una conversazione vengono a sapere che quella notte, per tre giorni, il tempio rimarrà chiuso per lavori di restauro.
Lavori di restauro. Come no.
I due decidono di tornare sul posto una volta calata la notte, in modo da intrufolarsi all'interno quando non ci sarà nessuno, E IO DEVO SFORZARMI DI NON PENSARE A COSA SUCCEDE A QUESTO PUNTO NELLA NOVEL.
Quella notte, Wuxian non lascia venire con sé anche Wen Ning. Lo lascia sulla porta, prima di tutto perché penso voglia proteggerlo, e poi se lui e Lan Zhan non dovessero più uscire Wen Ning dovrà correre al Pontile del Loto e chiamare Jiang Cheng.
E Wuxian non mette in dubbio quello che potrebbe fare o non fare il fratello. Non pensa "se le cose dovessero mettersi male speriamo che Jiang Cheng arrivi". No. Wuxian è sicuro che arriverà. Per quanto possa mostrarsi sempre arrabbiato e scontroso, Wuxian sa che il fratello non lo lascerebbe morire se dovesse sapere che lui è in pericolo.
Wen Ning rimane quindi fuori, quando d'un tratto vede dell'energia nera (?) all'orizzonte, nel cielo della notte, e come un razzo vi corre incontro (qualcuno mi spieghi please).
Wuxian e Lan Zhan si arrampicano sui tetti del tempio e nel cortile interno, tra vari uomini, vedono anche Lan Xichen. Prima che possano capire cosa sta succedendo, Fata guida Jin Ling alle porte del tempio, e il ragazzo, incuriosito, si mette a bussare. L'arrivo del nipote non facilita certo le cose a Wuxian, che si mette a pregare tutti i santi affinché il ragazzo se ne vada.
E invece cosa fa Jin Ling?
SI ARRAMPICA SUI TETTI ANCHE LUI.
Nel bel mezzo della notte, da solo, giovane e inesperto, si arrampica sulle mura per sbirciare in questo tempio dall'aria sinistra. Jin Ling, vuoi morire? A quanto pare sì, perché gli arcieri, ignorando bellamente le parole di Lan Xichen di non fare del male al ragazzo, sono pronti a puntare su di lui, e sarebbe davvero morto se Wuxian non avesse deviato le frecce in tempo. Wuxian gli grida di scappare e il nipote se la svigna, ma ormai lui e Lan Zhan sono stati scoperti: da vera serpe qual è, Jin Guangyao sguscia dall'ombra e prende in ostaggio Wuxian immobilizzandolo con una corda attorno al collo.
Zan zan zaaaaaaaan.
Perfetto modo di prendere in pugno la situazione.
Tenendo tra le mani la vita di Wuxian, Jin Guangyao costringe Lan Zhan ad abbassare la sua spada e sigillare i suoi poteri spirituali, il tutto mentre il Signor Sono Stato Ingannato (non dire che non eri stato avvertito) assume sempre di più un'aria da "ma dove diavolo sono finito..."
Jin Guangyao ci mette poco a creare tensione con le persone che ha tra le mani. Abilissimo manipolatore, si mette a fare riferimenti alla morte di Wuxian e di come i due una volta fossero nemici, parole mirate a risvegliare brutti ricordi e far bruciare i rimorsi di Lan Zhan, che si vede costretto a esaudire le richieste del nemico. Wuxian invece lo spinge a scappare e a cercare aiuto, rassicurandolo di non averlo mai incolpato di nulla, ma a nulla valgono le sue parole: Lan Zhan rimane al suo fianco, cosa che colpisce Wuxian al punto da fargli salire le lacrime agli occhi.
La situazione si fa ancora più interessante nel momento in cui Jin Ling viene catturato e portato dentro (sento Wuxian porconare internamente). Jin Guangyao ordina di trovare e uccidere il cane, cosa che sorprende e allarma il nipote, visto che Fata gli è stata regalata proprio dallo zio e gli è molto affezionato.
Lan Xichen è sempre più sconcertato: "Jin Ling è solo un bambino, ed è tuo nipote."
Ancora non hai capito quanto sa essere subdolo e crudele questo caso umano che è Jin Guangyao? Quest'ultimo approfitta della situazione per tenere un altro prezioso ostaggio con sé, assicurando a Jin Ling che se si comporterà bene non gli succederà nulla di male.
Con tutto il rispetto, Jin Guangyao, ma ormai non sei più molto affidabile.
Fulmini e saette rombano nel cielo. Una tempesta si sta avvicinando, così entrano tutti all'interno del tempo, dove Jin Guangyao, che si dimostra un individuo sempre più macabro ogni minuto che passa, sta facendo scavare la terra per dissotterrare qualcosa, non si sa bene cosa, ma a quanto pare molto importante per lui.
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Mentre Jin Guangyao è occupato con gli scavi archeologici, i prigionieri si siedono per terra mentre fuori si scatena il temporale. Wuxian approfitta del momento di pace per rivolgersi a Lan Zhan, dicendogli che non è costretto a stare al suo fianco, che non è mai stato arrabbiato con lui e che non gli deve niente.
"Non ho mai pensato di doverti qualcosa."
"Allora perché lo hai fatto?"
SECONDO TE PERCHÉ??! Wuxian sarà il più grande genio di questo mondo, ma quando si tratta di sentimenti diventa improvvisamente uno scemo (e nella novel è pure peggio!). A parte gli scherzi, Wuxian è abituato a combattere da solo e per troppo tempo ha pensato di non meritare nulla di più che indifferenza e ritorsione; inoltre, dopo che Lan Zhan gli ha confessato di avere i suoi rimpianti, teme che stia agendo solo perché sente di avere un debito nei suoi confronti. E invece no. Lan Zhan l'ha fatto perché...
"Perché andava fatto."
E perché ti ama, certo, ma questo non si può dire.
Intanto Lan Xichen se ne sta seduto a occhi chiusi a meditare (perché non sono sorpresa?), mentre Jin Ling stringe al petto la sua spada. AMOREEEEEE. Jin Ling sarà anche scontroso e altezzoso a volte, ma guardalo, ora se ne sta seduto visibilmente impaurito e a disagio, tenendo stretta a sé la spada di suo padre. Questo dice tanto di lui.
Per rallegrare l'atmosfera arriva Su She, recante con sé uno svenuto Nie Huaisang. Per Jin Guangyao è ancora meglio: ora ha un altro Capo Clan tra le mani (tra poco riderai di meno perché sta per essere sganciata una bomba INCREDIBILE).
NIE HUAISANG, IO LO SO CHE NON SEI DAVVERO SVENUTO!!!
Ma non è ancora il momento di parlare di lui.
Jin Guangyao rassicura Lan Xichen che non farà del male al povero Nie Huaisang, lo ha sempre trattato bene, e se tutto andrà per il verso giusto, tutti quanti potranno uscire da quel posto sani e salvi. Lan Xichen pare confuso e sconcertato:
"Dovrei crederti?"
MA ANCORA TE LO CHIEDI???!!?!?
Per amor del cielo, l'ingenuità di quest'uomo deve pur avere un limite!
"Dipende da te. Che tu mi creda o no, non puoi far niente comunque. Giusto?"
Della serie: sticazzi. Vedo lo schiaffo in faccia che queste parole provocano sul volto di Lan Xichen. Ma cosa ti aspettavi? Quest'uomo sta sprofondando nel più profondo fallimento ogni minuto che passa. Io ti voglio bene però, insomma... hai voluto vedere solo quello che volevi tu fino all'ultimo, quando ormai è impossibile negare l'evidenza.
Mentre Lan Xichen fa i conti con la sua ingenuità, Su She si lancia nel suo passatempo preferito: cagare il cazzo ai due protagonisti. Innanzitto cerca di vantarsi perché loro sono in ostaggio, al che Wuxian gli fa notare che il suo padrone è piuttosto nella merda in questo momento, poi se la prende con Lan Zhan lamentandosi della sua perenne aria da superiorità.
Su She, la verità è che sei invidioso.
Quando Wuxian difende l'amato affermando che le regole del Clan Lan vietano di essere arroganti, lo scambio di battute tra lui e Jin Ling mi fa sempre ridere:
"Come fai a conoscere le regole del Clan Lan?"
"Perché le ho ricopiate tante volte."
"E perché le avresti ricopiate tante volte?"
"Pensi che mi piacesse? Era... una punizione."
"Che vergogna".
Il modo in cui Jin Ling volta la testa dall'altra parte con aria indignatissima mi fa morire. Giuro che Jin Ling e Wuxian insieme sono un'accoppiata meravigliosa.
Dopo la piccola umiliazione davanti al nipote, Wuxian torna a rispondere a Su She in un modo che mi rende molto orgogliosa di lui:
"Dovreste essere lieto di non aver studiato al Clan Jiang di Yunmeng. Altrimenti, vi avrei fatto arrabbiare a morte. Quando ero giovane, ero sinceramente convinto di essere un prodigio. E non solo ce l'avevo nel cuore, lo sbandieravo anche ovunque."
Amore mio, sei cresciuto. Ci sono cose e aspetti di Wuxian che rimarranno per sempre gli stessi: la sua generosità, la bontà di cuore, la sua insolenza, la sua lingua sciolta, il suo eterno sorriso da bambino che ti scalda il cuore. Ma quello che è cambiato in lui è la consapevolezza. Quella presa di coscienza che prima gli mancava. Wuxian qui parla al passato, di quanto si sentiva un prodigio quando era giovane. Ora giovane non lo è più, e si rende conto di quanto dannatamente sia stato arrogante nella sua vita precedente.
E c'è Su She che si incazza e tenta di attaccarlo, e Lan Zhan entra nel mood "non osare toccare mio marito" nel giro di un nano secondo:
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A questo punto le cose si fanno davvero interessanti. Su She è colto da istinti omicidi verso Wuxian, che però non ci tiene proprio a morire.
"Non è che ho paura della morte. È che non voglio morire."
Questo è un altro cambiamento in Wuxian. Appena tornato in vita non mi sembrava felice di essere ancora in questo mondo: non aveva nessuno ed era odiato da tutti, la sua sola compagnia erano i traumi del passato con cui dover fare i conti. Fino a quando non ha incontrato Lan Zhan, che gli ha letteralmente salvato la vita non solo in senso fisico: ha reso la sua vita degna di essere vissuta di nuovo. Senza Lan Zhan, Wuxian sarebbe rimasto uno scarto della società per sempre, e non avrebbe trovato mai più la gioia di vivere.
Quello che ha fatto la differenza tra presente e passato, è che adesso Lan Zhan sta dalla sua parte qualunque cosa accada. E questo è stato sufficiente per Wuxian per ritrovare la pace perduta. Lo ha detto lui stesso: un compagno di vita è sufficiente. Non importa se Lan Zhan dovesse essere l'unica persona sulla faccia della terra che crede in lui, Wuxian non ha mai avuto bisogno di molti alleati per trovare la forza di combattere. Un alleato come Lan Zhan e una coscienza pulita, e Wuxian vive che è un piacere.
A questo punto mi viene da dire solo una cosa: Dio benedica Lan Zhan.
Ma andiamo avanti. Ho detto che le cose si fanno interessanti, infatti prima che Su She possa attaccare di nuovo le porte del tempio vengono buttate giù da uno sfrigolante colpo di frusta violaceo:
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IL NOSTRO TSUNDERE PREFERITO È ARRIVATO!!! (E in tutta la sua bellezza).
CHE BADASS.
Guardate che stile.
Jiang Cheng porta con sé anche Fata, che si precipita dentro abbaiando contro Su She, cosa che terrorizza Wuxian. Jin Ling incita il cane ad attaccare, e anche Wuxian si mette ad incitare mentre si nasconde dietro il braccio di Lan Zhan, prontamente protettivo.
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Ora, due cose:
Uno: apprezzo moltissimo come in una scena del genere, che dovrebbe essere stressante, ansiosa e ricca di tensione (e lo è), riescano ad alleggerire l'atmosfera qua e là usando trucchetti come quello di Wuxian spaventato dal cane, o lo scambio di battute tra lui e Jin Ling. Questa serie ha sempre avuto un ottimo equilibrio tra leggerezza, ansia, dolcezza, tensione, horror, divertimento, lacrime (ok, di lacrime ce ne sono state tante, ma è comunque una serie equilibrata per quanto mi riguarda).
E due: possiamo parlare di quanto sia prepotentemente potente la presenza di Lan Zhan nonostante non pronunci praticamente parola? Da quando è iniziato l'episodio avrà pronunciato tre parole, e per tutto il tempo che staranno al tempio, lo passerà per la maggior parte in silenzio, eppure non ci si dimentica della sua presenza nemmeno per un istante, perché riesce comunque a parlare col corpo e con gli sguardi.
Mi ricordo di aver visto un'intervista di Wang Yibo in cui faceva riferimento al quasi assoluto silenzio di Lan Zhan nelle vicende del tempio, e raccontava la difficoltà di interpretare un personaggio del genere, e di come si fosse chiesto in quali altri modi poteva farlo "parlare". So che Lan Zhan è un personaggio che parla poco proprio di base, ma le vicende del tempio mi hanno colpita perché sono gli ultimi momenti della serie, è dove si decidono le sorti dei personaggi, è dove tutto viene concluso, c'è molta tensione e ci si aspetta che i personaggi buttino fuori quello che si portano dentro, mentre Lan Zhan rimane quasi muto, e l'attore ha dovuto lavorare su questo.
Dunque, appena entrato lo sguardo di Jiang Cheng cade subito sul fratello, uno sguardo ancora molto scosso per via della recente scoperta sul Nucleo (Wuxian ancora non sa che lui sa). Jin Guangyao, dall'occhio attento come una serpe, se ne accorge subito e ne approfitta, cominciando a creare tensione tra i due fratelli.
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Nel duello che parte con Jiang Cheng, guarda un po', si lascia casualmente scappare di aver sentito di un certo trambusto al Pontile del Loto, con Jiang Cheng che è corso da tutte le parti come un pazzo chiedendo a chiunque di provare a estrarre Suibian manco fosse la versione cinese di Excalibur.
Faccia di Jiang Cheng: YOU MOTHERFUCKER.
Faccia di Wuxian: PANICO.
Faccia di Jin Guangyao: OH YES BITCHES!
"Ho saputo che nessuno è riuscito ad estrarre quella spada, ma che tu ne sei stato capace. Che strano. Sedici anni fa, quando raccolsi quella spada, si sigillò da sé. Oltre allo stesso Patriarca di Yiling, nessun altro fu in grado di estrarla."
Faccia di Wuxian: SUPER MEGA PANICO.
Faccia di Lan Xichen: ma di cosa stiamo parlando?
Jiang Cheng: TI AMMAZZO BASTARDO!!!
"Poi me ne sono ricordato. Allora, Wei Gongzi era così ostinato. Non portava mai con sé la propria spada. Ogni volta dava una scusa diversa. Lo trovai singolare. Capo Clan Jiang, sei davvero straordinario. Il più giovane dei Capo Clan, capace di ricostruire il Clan Jiang di Yunmeng da sé. Lo rispetto davvero molto. Ma ricordo che in passato non sei mai stato capace di superare Wei Gingzi. Puoi spiegarmi come hai fatto ad ergerti tanto in alto dopo la Campagna dell'Eclissi? È stato forse merito di una pozione per il Nucleo D'oro?"
Wuxian: OH MIO DIO OH MIO DIO OH MIO DIO.
Lan Xichen e Jin Ling: confusione totale.
Jiang Cheng: fase trigghered completata.
Lan Xichen ha provato ad avvertire Jiang Cheng di stare attento e di non parlare con la serpe, che con le sue parole riesce a distogliere la tua attenzione e manipolare le tue emozioni (ed è vero cazzo!), ma Jin Guangyao è riuscito comunque a vincere questo primo round.
Sarò sincera: rivedendo la scena, devo ammettere che AMO il modo in cui Jin Guangyao mette in piedi il suo spettacolino. È un manipolatore così fottutamente abile che non posso fare a meno di ammirarlo. Le mie parole o le mie gif non possono descriverlo come si deve, bisogna vederlo in azione per capire quanto è bravo.
E QUANTO CAZZO È BRAVO L'ATTORE!
Decisamente si merita un applauso. Amo il modo in cui prende palesemente per il culo Jiang Cheng, assumendo un'aria innocente e disinvolta mentre gli butta veleno addosso. Ora, approfittando del suo stato sconvolto, torna all'attacco. Mentre combattono, Jiang Cheng salva Wuxian deviando la spada di Jin Guangyao, risultando per una volta addirittura più veloce di Lan Zhan. Il fatto che lo protegga senza esitare dice tutto.
Jiang Cheng esce dal combattimento ferito, e sono sicura che non sia riuscito a dare il massimo perché la sua concentrazione è stata abilmente manipolata. Quindi si siede per ristabilire la sua energia spirituale, mentre gli occhi di Jin Guangyao si riempiono di eccitazione vedendo che gli scavi stanno per volgere al termine (ma ancora non ci hanno detto di cosa si tratta).
In questo momento di "calma", Wuxian si rende conto che Wen Ning ha raccontato tutto a Jiang Cheng e Lan Zhan. Non fa di certo i salti di gioia nel saperlo, e capisco la sua preoccupazione perché sa già come sta per reagire Jiang Cheng, ma a questo punto è inevitabile, e ora c'è solo una cosa da fare: chiarirsi.
OK.
NON SONO PRONTA PER LA BOTTA EMOTIVA TRA I DUE FRATELLI.
Rivedendo la scena, ho pianto.
Maledetti, vi odio.
No non è vero, in realtà vi voglio bene, ma quanto mi fate esasperare!
Jiang Cheng si rivolge a Wuxian nell'unico modo in cui sa rivolgersi al fratello: arrabbiato. Solo che ora c'è una differenza: ora Jiang Cheng è arrabbiato anche con se stesso. Ma sappiamo come è fatto, fa fatica ad ammetterlo, è uno che per evitare una dolorosa verità si sfoga con la rabbia e il risentimento.
E così Jiang Cheng si sfoga, mostrando la sua rabbia verso le grandi azioni eroiche di Wuxian, su quanto si sia sempre sentito oppresso da lui sotto qualsiasi aspetto, di come il padre lo preferisse, di come la sua famiglia sia morta per colpa sua (questo ormai è un must). E poi tira fuori quello che lo ha fatto soffrire DAVVERO in tutti questi anni:
"Wei Wuxian, chi è quello che ha davvero rotto per primo la sua stessa promessa e tradito il nostro Clan Jiang? Avevi detto che quando in futuro sarei diventato Capo Clan, tu saresti stato il mio braccio destro. Che mi avresti supportato per sempre. Quindi che importa se Gusu ha le Due Giade? Noi di Yunmeng abbiamo le Glorie Gemelle! Non tradiresti mai il nostro Clan Jiang. Chi ha detto tutto ciò? Ti sto chiedendo chi l'ha detto! Te le sei rimangiate tutte?"
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È importante capire quanto Jiang Cheng avesse preso a cuore quella promessa, e quanto si sia sentito ferito in seguito quando Wuxian l'ha "abbandonato". Wuxian lo lascia sfogarsi mentre lui rimane in silenzio, con le lacrime agli occhi. Sono abbastanza sicura che a questo punto della storia, data l'evoluzione del personaggio, Wuxian non faccia più sua la colpa della morte delle persone che ha perso. Voglio dire, è ovvio che quelle perdite lo faranno sempre soffrire e i sensi di colpa probabilmente ci saranno sempre, ma credo che ora Wuxian abbia raggiunto quella consapevolezza del "non è davvero colpa mia" e riesca a vivere in modo più sereno. Non risponde nulla a Jiang Cheng su queste cose, sa che il fratello dice cose del genere quando è arrabbiato, l'unica cosa che può fare è lasciare che si sfoghi.
"Che è successo alla fine? Invece, sei andato a proteggere degli estranei. Oltretutto membri del Clan Wen. Hai disertato senza esitazione. Cosa credi che sia la mia famiglia? Hai fatto tutte le buone azioni. Quelle cattive erano sempre tutte involontarie. Quali sono esattamente queste tue ineffabili situazioni difficili? Situazioni difficili? Non mi hai mai detto nulla. Mi hai trattato come uno stupido!"
Jiang Cheng si trascina verso il fratello, quasi incespicando per via delle ferite, ignorando totalmente il nipote e Lan Xichen che lo avvertono di fare attenzione.
"Wei Wuxian, visto quanto devi al nostro Clan Jiang, non dovrei forse odiarti? Non posso odiarti? Perché? Perché sembra che io ora debba scusarmi con te? Perché devo sentirmi come se per tutti questi anni io sia stato solo un buffone!? Cosa sono io? Meritavo semplicemente di essere messo in ombra dalla tua radiosità fino al punto di non riuscire più ad aprire i miei occhi? Non dovrei odiarti?!"
Jiang Cheng ormai è in ginocchio davanti a Wuxian, stravolto e devastato. E qui Jiang Cheng parla chiaro: vorrebbe odiare il fratello con tutto il cuore, ma non ci riesce. Non ci è mai riuscito davvero, e sopratutto ora non riesce e non può odiarlo, non dopo il sacrificio che Wuxian ha fatto per lui.
"Perché? Perché, Wei Wuxian? Perché non me l'hai detto?"
"Perché non volevo vederti agire come stai facendo ora."
Questo è comprensibile. Wuxian ha sempre saputo come avrebbe reagito il fratello se lo avesse scoperto, perché lo conosce. Ma alla fine tenere il segreto non è stata la soluzione migliore: Jiang Cheng aveva bisogno di sapere.
Jiang Cheng è quasi consumato. La scoperta della verità, la rabbia, il senso di colpa, la tensione, tutto ha contribuito a rendergli i nervi estremamente tesi. Dopo lo sfogo, sembra essersi finalmente svuotato del peso che portava dentro da troppo tempo, ma la tristezza per i tempi passati ormai svaniti, rimane:
"Avevi detto che in futuro, quando sarei divenuto Capo Clan, tu saresti stato il mio braccio destro. Che mi avresti supportato per sempre. Non avresti mai tradito il nostro Clan Jiang di Yunmeng. Queste sono cose che hai detto tu stesso."
"Mi dispiace. Ho infranto la mia promessa."
Jiang Cheng sorride in modo quasi triste, ironico, amaro. Non è un sorriso soddisfatto per aver finalmente ricevuto delle scuse.
"La situazione è già così e voglio comunque che tu mi dica scusa. Che persona preziosa sono? - pausa - "Mi dispiace".
Wuxian lo guarda con una sfumatura di sorpresa nello sguardo, come se non si aspettasse delle scuse da parte del fratello. Persino Lan Zhan pare sorpreso.
"Non devi scusarti con me. Prendila solamente come mia ricompensa per il Clan Jiang." - si avvicina al fratello mettendogli una mano sul braccio per consolarlo - "Questa questione... Non prendertela a cuore. Dimenticala. Anche se so già che con la tua personalità, continuerai a ricordarla. Ma come dovrei dirlo? In questo momento, sento come se fosse tutto nel passato. Tutte quelle questioni sembrano cose di una vita passata. Lasciale andare. Non invischiamoci più."
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Wuxian sorride e asciuga le lacrime del fratello. Per un attimo sembrano tornare quei due fratelli che erano una volta, quando Wuxian metteva protettivamente un braccio attorno alle spalle di Jiang Cheng. Certo, ora è tutto diverso, e ammetto che in un primo momento Wuxian non sembra sciolto come una volta nell'avvicinarsi a Jiang Cheng, ma il modo in cui gli sorride rassicurante e come gli asciuga le lacrime mi fa ricordare quel fratello maggiore che proteggeva suo fratello minore. E Jiang Cheng per un attimo non è più quell'uomo duro e aggressivo di sempre, ma sembra quasi un bambino che si lascia consolare dal fratello maggiore.
E, di nuovo, Wuxian dimostra di aver superato i traumi del passato. Ora riesce a conviverci, a lasciarsi il dolore alle spalle. Quel dolore appartiene alla sua vita precedente, la sua vita presente ora è un'altra ed è felice di viverla.
Ora, ho rivisto la scena due o tre volte e ho letto dei commenti in giro, e penso di aver capito piuttosto bene la posizione di Jiang Cheng. C'è ancora una questione che lo riguarda, ma ci arriverò dopo. Per ora, posso dire che:
Jiang Cheng si è sempre sentito inferiore a Wuxian, oppresso da lui, come se fosse stato la sua ombra. Sempre un passo indietro a lui. Da giovane si sentiva inadeguato, vedeva il padre preferire il fratello e si sentiva messo da parte e non adatto.
Jiang Cheng è una persona estremamente insicura, con un forte complesso di inferiorità e grossi problemi di autostima (sopratutto in passato. Ora potrà costruire il suo equilibrio).
Aveva fatto affidamento sulla promessa di Wuxian. Ci credeva davvero. Con la sua insicurezza, per lui era molto importante avere il fratello al suo fianco, sentire il suo supporto. E invece Wuxian se ne è andato via, lasciandolo da solo ad occuparsi del Clan. Ora, sappiamo tutti che Wuxian ha avuto le sue ottime ragioni e che Jiang Cheng abbia sbagliato a non salvare i sopravvissuti Wen, ma questo suo sfogo ci fa capire quanto abbia sofferto nel suo senso di abbandono.
Per anni non ha nutrito altro che rabbia, risentimento, amarezza e "odio" verso il fratello (non penso che lo abbia mai davvero odiato). Perché? Perché si è sentito messo da parte, si è sentito messo al secondo posto. Perché ai suoi occhi Wuxian ha preferito stare e salvare altre persone. Lan Zhan, i Wen. Mentre lui l'ha messo in un angolo, ignorando la loro fratellanza, tutto quello che la famiglia Jiang ha fatto per lui, e la promessa che lui stesso aveva fatto.
Ora Jiang Cheng ha scoperto che Wuxian non l'ha mai messo in un angolo, non l'ha mai davvero messo da parte o considerato al secondo posto rispetto a qualcun altro. Perché gli ha dato il suo Nucleo per salvarlo. La cosa più preziosa che potesse dargli. Come può ora Jiang Cheng pensare di non essere importate per Wuxian? Come può essere ancora arrabbiato con lui? Ci credo che ora si sente un buffone! Anche io mi sentirei così. Ci credo che sente di dovergli delle scuse. Il suo discorso ha perfettamente senso.
Ora Jiang Cheng potrà cominciare a ritrovare quell'equilibrio interiore che gli è mancato in questi sedici anni.
Dopo questa botta emotiva direi di tornare ai piani malefici di Jin Guangyao. Innanzitutto, Nie Huaisang si risveglia dopo essere rimasto svenuto per tutto quel tempo, trovandosi stordito in quel tempio assieme a tutti gli altri. Delle grida di dolore si levano nell'aria: Jin Guangyao, Su She e gli uomini che stavano scavando rimangono feriti. Sembra che ci sia del fumo che sprigiona dagli scavi, e a quanto pare è velenoso. Jin Guangyao viene contagiato a una mano, e questa è la prima ferita che si procura. E io comincio a chiedermi perché nessuno dei presenti lo uccide.
Comunque, la cosa che Jin Guangyao ha fatto dissotterrare è una bara, ma quando la vanno ad aprire non contiene quello che si aspettava, bensì trovano al suo interno il cadavere di Nie Mingjue, la cui testa è stata ricucita al corpo.
Faccia di Jin Guangyao: COMPLETAMENTE TRIGGHERATO.
Si ritrae sconvolto, scioccato, indietreggia quasi in preda al panico. Ops. Paura? Credo che per la prima volta da quando sono entrati al tempio Jin Guangyao abbia paura: del fantasma di Nie Mingjue. Ha paura di essere tormentato dal fantasma del fratello giurato che ha ucciso.
Lan Xichen si arrabbia con Jin Guangyao perché non capisce che cosa ci fa lì il corpo del suo fratello giurato, ma Wuxian, col suo solito sangue freddo e la tipica sfacciataggine che lo contraddistingue, intuisce che non è stato Jin Guangyao a mettere lì dentro quel corpo. Perché avrebbe dovuto scavare una fossa, seppellire Nie Mingjue, per poi farlo disseppellire? A questo punto è Wuxian che si approfitta delle emozioni del suo nemico, facendogli notare che c'è certamente qualcuno che ormai da tempo sta agendo nell'ombra contro di lui e che ha fatto in modo di rovinargli la reputazione.
"La persona che vi sta osservando, in questo momento, potrebbe persino nascondersi in qualche angolo ad osservare ogni vostra mossa. Forse non è nemmeno umano."
Jin Guangyao è sempre più triggherato. L'atmosfera notturna, in questo tempio sinistro, con la tempesta che imperversa al di fuori, di certo non aiuta. Per il momento Jin Guangyao riesce comunque a mantenere un certo autocontrollo (ma pure lui comincia ad avere i nervi a pezzi), e consegna a Su She una medicina da applicare sulle sue ferite. Questo permette a Lan Zhan di notare una piaga sulla pelle di Su She, piaga che si presenta come tanti fori e che altro non è che il riflesso di quella stessa maledizione lanciata su Jin Zixun e di cui Wuxian fu accusato.
ZAN ZAN ZAN.
Ora l'atmosfera si scalda davvero.
Lan Xichen chiede spiegazioni (non lo capisci da solo?), Jiang Cheng comincia a sputare fuori il suo disgusto per quello che Jin Guangyao ha fatto per ottenere il potere, e Wuxian dal canto suo è comprensibilmente scosso e punto sul vivo.
Quando Su She sente gli insulti che Jiang Cheng rivolge al suo padrone, si lancia sulla difensiva indignato.
"Chi vi credete di essere per dare del pezzente al Capo Clan? Voi, gentaglia... Vi descrivete come individui generosi e giusti. Ma lo siete solo perché siete nati in delle buone famiglie. Perché vi è lecito sminuire gli altri? Non sono forse i discepoli esterni alla famiglia come noi anche degli esseri umani? Se avessi saputo come proteggermi, avrebbero forse osato minacciarmi? Per il vostro Clan Lan sarei forse stato come una foglia secca da recidere e gettare via a quel modo?"
E Lan Zhan risponde nel modo più secco, diretto e sincero possibile: "Sì. Il Clan Lan di Gusu non accetta coloro che si tradiscono nelle parole e negli obblighi."
"Han Guang-Jun, non sopporto il tuo atteggiamento arrogante e prepotente! Non mi hai perdonato neppure il più piccolo degli errori. Come se fossi considerato inferiore per nascita. Eccetto il Capo Clan, chi di voi mi ha mai mostrato rispetto? Statemi a sentire. Chiunque sia arrogante tanto quanto quel Jin Zixun, lo ucciderò senza pietà, ucciderò ciascuno di loro!"
Che paura. Ho i brividi guarda.
Innanzitto, ti sei drogato? Perché a me risulta che sei stato tu a tradire e abbandonare il Clan Lan per fondare il tuo nuovo Clan copia incolla. Stavi così male nel Clan Lan? Odiavi così tanto il loro senso di superiorità? Davvero non ti portavano alcun rispetto? O forse il tuo complesso di inferiorità ti ha reso talmente invidioso da volerti staccare e provare a superarli fallendo miseramente?
La scusa dell'essere nati in una famiglia non rilevante è stata usata anche da Jin Guangyao con Nie Mingjue. È un discorso che capisco, ma che non regge. Prima di tutto, mi vengono in mente Xiao Xingchen e Song Lan che, pur non appartenendo ad alcun Clan rilevante, si sono coltivati e hanno fatto strada con l'impegno e la pratica. Su She, pur non essendo nato in una nobile famiglia, avevi la possibilità di studiare al Clan Lan e diventare un prestigioso cultore, ma hai SCELTO di voltare le spalle.
Esattamente come Meng Yao era stato accolto nel Clan Nie ed era pure stato promosso vice comandante, ma poi ha scelto di tradire la fiducia di Nie Mingjue e di pugnalarlo alle spalle.
Ok. Il discorso del senso di superiorità dei cultori è giusto, questo devo ammetterlo. Ho sempre detto che in questa storia non esiste il bianco o nero, il torto e la ragione non sono distaccati in modo chiaro. Qui tutti i personaggi sono grigi, e ognuno di loro ha i suoi torti e le sue ragioni.
Ma definire Lan Zhan prepotente e arrogante mi pare ingiusto e fuori luogo. Su She forse ti sei dimenticato di quella volta in cui Lan Zhan si è sacrificato, quando si è consegnato al Clan Wen cedendo il pezzo di Metallo Yin e facendosi rompere una gamba, tutto per proteggere voi altri discepoli e per fermare la distruzione dei Meandri delle Nuvole? Forse ti sei dimenticato di come sia andato alla ricerca del Metallo Yin mettendo a rischio la sua vita per proteggere il mondo della coltivazione? Lan Zhan è uno dei più famosi e richiesti cultori quando si tratta di combattere il male, questo è quello su cui fonda la sua vita. Strano che tutto questo non venga nominato da Su She.
Credo che Su She si sia reso conto che non avrebbe mai raggiunto i livelli di coltivazione di Lan Zhan, di Lan Xichen, di Wuxian, e di tanti altri cultori, e abbia deciso di tradirli alleandosi con Jin Guangyao, con cui è riuscito a rispecchiarsi e da cui si è sentito compreso e mai giudicato. Alla fine la rabbia repressa e l'ambizione ha fatto agire entrambi.
Capisco i punti di vista di Su She e Jin Guangyao, e apprezzo che ci mostrino le cose anche dalla loro prospettiva in modo da renderli personaggi più di spessore. Posso capirli, ma non posso ovviamente appoggiarli. Avere umili origini o aver avuto un'infanzia difficile non possono essere delle giustificazioni per rovinare la vita delle altre persone.
A questo punto, trovando la cosa ridicola, Wuxian si mette a ridere:
"Non avrei mai immaginato che voi due aveste ucciso così tanta gente solo per... solo per questo motivo?"
In effetti se pensi che hanno agito perché ci sono persone che li hanno guardati con superiorità... la cosa fa ridere. Non fa ridere però Jin Guangyao, che prima gli lancia un'occhiata fulminante, poi si avvicina a lui con la sua aria da serpe e comincia a giocare con lui:
"Wei Gongzi, ti senti tradito? In realtà non dovresti. Ripensa a quell'anno. Se anche non avessimo maledetto Jin Zixun, prima o poi avresti subito un assedio per altre ragioni." -la risata di Wuxian si spegne, e Jin Guangyao gli sorride in faccia- "Perché è questo il genere di persona che sei. Per dirlo graziosamente, sei un eroe coraggioso, galante e indomito. Tuttavia, spiacevolmente, arrechi offese alla gente ovunque tu vada. Fino a quando queste persone vivono felici e serene la propria vita, non succede nulla, ma non appena accadrà loro qualcosa, la prima persona di cui sospetteranno sarai tu, e la prima persona di cui vorranno vendicarsi sarai tu! E tutto questo... non puoi assolutamente evitarlo. Anche se quella volta nella Città Senza Notte tu non avessi perso il controllo, avresti forse potuto garantire che nel corso della tua vita non sarebbe mai accaduto? Ecco perché le persone come te sono destinate ad una morte prematura. Capito? Vederla in questo modo non ti fa sentire molto meglio?"
Non posso fare altro che APPLAUDIRE. Adoro il modo in cui sta chiaramente giocando con Wuxian, ferendolo di proposito per vendicarsi che abbia riso di lui. Jin Guangyao impiega due secondi per congelare il sorriso sulla faccia di Wuxian, che riesce soltanto a incassare i colpi senza riuscire a replicare. La cosa bella è che il discorso di Jin Guangyao... lo condivido anche. Ok. Sta chiaramente parlando per colpire Wuxian e fargli del male, ma:
1) Il fatto che Wuxian sia il bersaglio della gente è assolutamente vero. Ora che la verità sta venendo a galla le cose potranno migliorare, ma finora è stato così. E comunque non penso che la figura del Patriarca di Yiling sarà mai vista in modo positivo.
2) "Arrechi offese alla gente ovunque tu vada" questo lo intendo come Wuxian sia capace di far cadere la maschera di ipocrisia delle persone, come metta in discussione il mondo della coltivazione, come riesca a far vedere cosa c'è che non va. Questo non rende gli altri felici, e appena ne avevano l'occasione, di tutte le disgrazie del mondo hanno sempre accusato Wuxian.
3) "se anche quella volta non avessi perso il controllo, puoi garantire che non sarebbe mai accaduto?". Assolutamente no. Wuxian non può garantirlo. Se non ci fosse stato Jin Guangyao, o ci sarebbe stato qualcun altro, o sarebbe stato lui stesso a perdere il controllo (come nella novel).
Mentre Lan Xichen si limita a scuotere la testa in silenzio (unico mood della sua vita), Jiang Cheng interviene, non sopportando tutte quelle cattiverie rivolte a suo fratello.
"Quello a morire sarai tu! Figlio di una prostituta! Senza alcuna vergogna solo per scalare i ranghi."
JIANG CHENG TI ADORO. E GIURO CHE LA FACCIA DI JIN GUANGYAO FA PAURA.
MAI chiamarlo "figlio di una prostituta". A questo scattano gli istinti omicidi che manco a un serial killer.
"Capo Clan Jiang, calmati. Capisco quello che stai provando in questo momento. Sei tanto sconcertato solo perché hai scoperto la verità. E se rifletti sul tuo comportamento degli anni passati, il tuo animo orgoglioso prova del rammarico. Ecco perché sei ansioso di trovare un colpevole per ciò che è accaduto a Wei Gongzi, un cattivo a cui accreditare tutto ciò che accadde a quel tempo."
Il modo in cui Jin Guangyao riesce a comprendere le emozioni degli altri e a manipolarle come più desidera, è strabiliante. Ha capito perfettamente la situazione, e ha ragione. Jiang Cheng non parla solo in difesa del fratello, ma anche perché si sente in colpa. Dopo aver scoperto del sacrificio del Nucleo, non può fare a meno di provare rammarico per tutta l'ingiusta rabbia che ha sempre scaricato sul fratello.
"Capo Clan Jiang, se dare la colpa a me di tutto ti fa sentire meglio, sentiti libero di farlo. Tuttavia, devi capire che quello che è accaduto a Wei Gongzi, è anche colpa tua."
Questo è un colpo basso. Ed è anche vero, questo devo ammetterlo.
"In effetti, hai avuto un ruolo prominente. Perché così tanta gente voleva a ogni costo uccidere il Patriarca di Yiling? Perché tutti hanno mostrato il loro supporto, che fossero coinvolti o meno? Perché è stato isolato mentre gli altri facevano fronte comune? Volevano solo salire sul carro del vincitore? Certo che no! Parte della responsabilità... è di certo tua."
Questo fa male.
"Al tuo fianco avevi lo straordinario e temibile Wei Wuxian. Credi che gli altri Clan fossero felici di vedere un giovane Capo Clan con un sostegno tanto potente ed invincibile? Quindi, Capo Clan Jiang, se ti fossi comportato meglio nei confronti di tuo fratello, mostrando a tutti la solidità del vostro inscindibile legame, e non avessi dato agli altri una scusa per seminare discordia, le cose non sarebbero andate in quel modo."
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Quando parla, Jin Guangyao sembra voler entrare nella testa della persona a cui si rivolge per poter cambiare la direzione dei suoi pensieri ed emozioni e rigirare tutto come vuole lui. Ma quello che dice... è vero. Ho sempre detto di come Jiang Cheng abbia sbagliato (COSÌ COME CHIUNQUE ALTRO LÀ DENTRO, COMPRESO LAN ZHAN) a non schierarsi con Wuxian, e mi sono anche sempre chiesta come sarebbero andate le cose se avesse portato il Clan Jiang al fianco del Patriarca di Yiling, invece di dichiararlo un traditore e renderlo il nemico pubblico numero uno agli occhi di tutti.
E comunque c'è da dire che gli altri Clan fecero molta pressione al giovane Jiang Cheng, appena uscito dalla disfatta del Pontile del Loto e dalla Campagna dell'Eclissi, ma di questo, ovviamente, Jin Guangyao non fa menzione.
(Tra parentesi, una parte di me continua a chiedersi perché nessuno dei presenti tenti di ucciderlo. Lasciamogli pure fare i suoi discorsetti).
Wuxian rimane certamente scosso da quei discorsi, arriva addirittura a versare qualche lacrima per tutto il dolore che Jin Guangyao ha risvegliato. Lan Zhan lo guarda preoccupato, ma Wuxian non si lascia manipolare, e invece che arrabbiarsi con Jiang Cheng, si rivolge a Jin Guangyao con la massima calma, facendogli vedere in faccia che i suoi giochetti con lui non funzionano:
"La semplice menzione dell'appellativo 'figlio di una prostituta' ha scatenato una tale replica. Pare che essere chiamato in questo modo sia il tallone d'Achille del Capo Clan Jin. Non mi stupisce che abbiate ucciso Nie Mingjue."
In una sola frase, Wuxian cita le due cose che fanno triggherare malissimo Jin Guangyao appena ne viene fatta menzione. Jin Guangyao cerca di non prestargli attenzione e si prepara a partire, ma Wuxian non gliene dà il tempo.
"Non avete forse paura? Paura che... torni a cercarvi."
Jin Guangyao ha fallito nel cercare di dividere i due fratelli, mentre Wuxian riesce a terrorizzarlo completamente, facendo concentrare la sua attenzione su un'unica cosa: il fantasma di Nie Mingjue. Jin Guangyao ha tormentato per mesi lo spirito del suo fratello giurato quando era in vita, lo ha fatto impazzire, voleva usarlo come burattino d'ombra e alla fine è morto di morte violenta. La possibilità che il suo fantasma torni per vendicarsi è molto alta.
E quello che fa adesso Wuxian è semplicemente spettacolare: cominciando a fischiare (ebbene sì, Wuxian usa i suoi poteri anche solo fischiando), risveglia gli spiriti, e non degli spiriti qualunque: gli spiriti delle persone che hanno abitato in quel posto prima che fosse costruito il tempio.
(Una volta quello che era un bordello dove lavorava la madre di Jin Guangyao e dove lui è cresciuto, e questo lo so perché ho letto la novel, la serie non si è mai degnata di dirlo).
E, top del top, Wuxian richiama anche lo spirito di Nie Mingjue facendo apparire la sua sciabola. Questa scena è meravigliosamente inquietante e accattivante: il temporale, il tempio sinistro, la pioggia, i fulmini, gli spiriti, i ricordi del passato, lo sguardo in preda al terrore di Jin Guangyao, le inquadrature sugli sguardi e sulle labbra di Wuxian. Mette quasi i brividi. E con la sua aria fredda e sorridente, Wuxian mi ricorda quando si vendicò di Wen Chao. Wuxian è tanto buono e caro, ma devo ammettere che quando si vendica dei villain non ci va molto per il sottile, e lo adoro.
Jin Guangyao è completamente scosso, scioccato e spaventato. Arriva addirittura a sputare sangue e crollare a terra gridando (ma ucciderlo no?). Quando si rialza cerca di ricomporsi.
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"Il Patriarca di Yiling è davvero degno del suo nome."
OH YES BITCH. CI PUOI SCOMMETTERE.
Ed ecco che Lan Xichen pare avere un improvviso attacco di senno quando sfodera la spada e la punta alla gola di Jin Guangyao. Ah, Mister Fesso si è svegliato! Ma non abbastanza da ucciderlo.
Poi, non so bene perché, Su She cerca di attaccare Wuxian (... ancora ci provi?), ma Lan Zhan lo respinge in un baleno ferendolo al polso.
A questo punto i buoni prendono pieno controllo della situazione. Wuxian sottrae la spada a Jin Guangyao e si fa consegnare il Sigillo della Tigre (cioè, quella metà rifatta da Xue Yang). Quando Jin Guangyao gli chiede spiegazioni sulle origini del Sigillo della Tigre, mi aspettavo uno spiegone da parte di Wuxian su come abbia creato la sua famosa arma.
E invece NIENTE.
NON SAPRÒ MAI COME WUXIAN HA CREATO IL SUO SIGILLO, MALEDETTI!!!
L'ha forgiato attraverso la spada? Ma se con solo un pezzo di Metallo Yin è riuscito a creare il Sigillo, perché Xue Yang con il suo pezzo è riuscito a copiarne solo una metà?
C'è una parte di me che mi dice che c'è una spiegazione logica a tutto questo, e che io sono troppo scema per capirlo.
Comunque, Lan Xichen finalmente mostra la sua rabbia e indignazione verso Jin Guangyao, colpevole di aver messo in piedi i piani più malefici di questo mondo.
"Hai collaborato con Xue Yang e fatto cose terribili, solo per avere il Sigillo della Tigre?"
"Non è solo quello."
Ci credo. Jin Guangyao non ha fatto tutto quello che ha fatto, per il solo e unico scopo di ottenere il Sigillo della Tigre e conquistare il mondo. È un personaggio molto più complesso di così. Tuttavia Lan Xichen non gli chiede quali altri motivi lo hanno spinto. Con aria fallita, abbassa la spada e la rinfodera.
"Non è che prima non sapessi cosa avevi fatto, ma pensavo che per ogni tua azione ci fosse una spiegazione logica. Ma ora... hai oltrepassato il limite. Non so più se dovrei crederti."
L'unico amico/complice/compagno che poteva essergli rimasto, ora gli volta le spalle anche lui. Ora Jin Guangyao è solo, con le spalle al muro. Le parole del suo fratello giurato sembrano essere una pugnalata per lui. Con aria sconfitta e devastata crolla in ginocchio.
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"Erge, ho sbagliato. Noi ci conosciamo da molti anni. A dispetto di ciò che ho fatto, sai come mi sono sempre comportato con te. Non ho più interesse nella carica di Cultore Capo. Ho già consegnato il Sigillo. Dopo stanotte me ne andrò e non farò mai più ritorno. Per amore di tutto ciò, potresti lasciarmi andare?"
COL CAVOLO!!!
Hai ucciso gente, hai ucciso il tuo fratello giurato, il tuo stesso fratello, hai rovinato la vita di Wuxian, reso orfano tuo nipote, hai ingannato Lan Xichen rendendolo un completo fallito, hai ucciso tuo padre nel modo più perverso possibile, hai consapevolmente sposato tua sorella, hai difeso e collaborato con Xue Yang, hai compiuto le azioni più crudeli e deplorevoli per ottenere potere, per scalare la scala sociale, per vendicarti. Capisco le tue ragioni, ma dopo tutto quanto come puoi avere il coraggio di chiedere di lasciarti andare?
E guarda caso si rivolge a Lan Xichen cercando di mostrarsi nel modo più pietoso possibile ai suoi occhi: in ginocchio, con aria sconfitta e dispiaciuta, chiede scusa, riconosce di aver sbagliato, fa leva sull'affetto che li ha sempre uniti, finge di non avere più alcun interesse nella politica e nel potere. Sa che con Lan Xichen può avere una possibilità, il suo buon cuore a questo punto è la sua unica speranza.
E sì, quella di Jin Guangyao è certamente una recita. Non credo sia davvero pentito, le sue scuse non hanno valore. Non credo che non sia più interessato al potere. E sopratutto non credo nemmeno per un minuto che davvero non tornerà mai più. Vivere come uno straccione in terra straniera per il resto della sua vita? Come no!
Per inciso: anche se Jin Guangyao fosse davvero pentito, non sarebbe comunque giusto lasciarlo andare senza punirlo. Non facciamo i buonisti alla My Country Style.
Tuttavia, siccome seguo la teoria che i personaggi di questa storia siano grigi e che nessuno, nemmeno quelli che sono etichettati come villain, sia completamente nero o completamente nel torto, credo che qui Jin Guangyao, almeno una parte di lui, si sente davvero abbandonato dal suo unico amico, la sola persona che in tutti quegli anni gli ha mostrato rispetto e offerto la sua amicizia in modo assolutamente sincero e genuino.
Ora che anche Lan Xichen smette di credergli e gli volta le spalle, Jin Guangyao capisce di aver rovinato la sola, unica e vera cosa bella che gli era capitata nella vita. E tutto per la sua ambizione, la sua rabbia e la voglia di vendetta.
Quando crolla in ginocchio, Lan Xichen lo guarda sorpreso e colpito da quel gesto, e la cosa mi preoccupa.
Wuxian invece fa una faccia del tipo: serio? Wtf?? E propone di piantarla con quello spettacolino imbarazzante e cominciare a uccidersi a vicenda.
Se Jin Guangyao fosse stato da solo con Lan Xichen, sono sicura che sarebbe riuscito a cavarsela. Anche con Jin Ling se la sarebbe cavata, perché anche se gli ha ucciso il padre, Jin Ling è giovane e manipolabile, nasconde un cuore buono nonostante tutto, e Jin Guangyao è sempre stato uno zio più che gentile con lui.
Per fortuna sono presenti Wuxian, Jiang Cheng e Lan Zhan: di certo loro non vogliono lasciarlo andare impunito.
E NON DIMENTICHIAMOCI DI NIE HUAISANG!!!
LA BOMBA STA PER SCOPPIARE.
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brokeheartsblog-blog · 8 years ago
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"Capitolo 2:"
Voglio che tu sappia che comunque andranno le cose avrai sempre un piccolo posto nel mio cuore,anche se poi non mi rivolgerai più la parola e smetterai di parlare di me,il tuo ricordo rimarrà sempre una ferita aperta dentro me. Di quelle ferite che ci mettono troppo tempo per rimarginarsi e poi ogni tanto, dopo anni, ancora bruciano..perché una ragazza, come me e come te,non importa quanto lo possa negare,ricorderà sempre ogni dettaglio,ogni momento. Non importa quanto cercheremo di dimenticare,saranno sempre lì. E per quanto possiamo provarci, certe cose rimarranno sempre così, io e te rimarremo sempre quelle pazze amiche se si vedono solo nella fantasia, saremo sempre le ragazze indicate dai passanti e denominate sciocche. Saremo sempre noi, e per quanto tu lo possa negare niente cambierà questa cosa. E fidati se ti dico queste cose, lo sai che non sono una di quelle che dicono certe cose a tutti e odio dimostrare alla gente che le voglio bene e se lo dimostro a te, vuol dire che sei davvero importante per me. E sai come sono, non credo al per sempre felici e contenti,ma al per sempre incasinati,a volte un po’ distanti ma per sempre unite. E io non voglio che tutto questo finisca, non lo voglio proprio. Voglio abbracciarti e sentirmi al riparo, voglio te, voglio le tue risate isteriche, i tuoi scleri e i tuoi insulti. Non voglio perdere te,non voglio perdere così tanto. Ti prometto che ti faró felice, che ti donerò un pezzo della mia felicità, che pur non essendo tanta è tutta quella che ho, perché sei l'unica con cui la mia risata è davvero sincera, spensierata. Mi manchi,scusa per tutto. Mi manchi, mi manchi tanto.
S.💫
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nikitaeglia97 · 5 years ago
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Distanti e vicini.
Mi ricordo bene quando, seduta al bar con le mie amiche, mi è stato detto che la meta del viaggio sarebbe stata Verona.
Mi ricordo bene quando i miei occhi si sono sgranati e ho iniziato a dire tanti "no" continui e silenziosi per la mia incredulità.
Mi ricordo bene quando ho sorriso come una bambina che riceve proprio quel regalo che silenziosamente spera.
Mi ricordo bene quando la mia anima ha iniziato a piangere, quando la mia anima ha ripreso la propria luce.
Non pensavo bastasse rivolgere il mio cuore nella tua direzione, come fanno i girasoli con il sole, per ritrovare la luce della mia vita.
In quei giorni ho tirato fuori tutto il mio coraggio per parlarne ai miei genitori, contrari ad ogni forma di libertà, consapevoli del mio essere uno spirito libero e che non mi fermo davanti a niente, se continuare a correre mi porta ad essere felice.
Dopo 8 anni, pieni di alti e bassi come ci siamo sempre detti, il pensiero che mi ha sempre salvato, che un giorno ci saremmo potuti vedere, ci saremmo potuti sfiorare senza più accarezzare lo schermo del pc durante una videochiamata, stava diventando realtà.
Mi sono sentita forte, potente, grintosa come non lo ero da tempo. E volevo durasse per sempre.
Mi ricordo bene quando i miei, contrariamente al loro pensiero, mi hanno detto che potevo partire.
E la felicità era così forte e attaccata alla mia anima che ti ho scritto, anche se non parlavamo più come tanti anni prima, facendo vibrare così forte quel filo rosso che mi lega a te nella speranza di colmare di luce il tuo cuore così buio da troppo tempo.
Ti aggiornavo per ogni piccolo particolare, anche solo a ripetere le stesse cose per realizzare che non fosse un sogno.
Eppure, all'apice della mia felicità, è arrivato uno stop grande quanto una casa che mi è stato sbattuto in faccia.
E io sono rimasta pietrificata, come chi allunga una mano verso chi ama e non si riescono a sfiorare per un centimentro.
A modo tuo hai provato a raccogliere i miei pezzi, le mie speranze e a tranquillizzarmi, chissà come stavi tu dentro.
Avrei voluto vederti, piangere insieme a te, parlare dei nostri sogni che rimarranno ancora tali e che ci vorrà un po' di tempo ancora prima di sfiorarci.
I mesi passavano, ci cercavamo sporadicamente, forse per non sentire la distanza ancora più decisa a schiacciare le nostre anime in due punti troppo lontani per riuscire a sentirci un'unica cosa come avevamo sempre fatto.
Sono partita in vacanza con i miei, non sapevo nemmeno dove stessi andando perchè con la mente il viaggio era verso di te.
Non ero da nessun altra parte, se non verso di te, se non con te.
Per puro caso ho controllato quanto fosse distante il luogo delle mie vacanze da casa tua.
Solo tre ore di macchina.
Tre ore.
Ho fatto un bel respiro e ti ho scritto.
Abbiamo parlato per tante ore, per poi comunque arrabbiarci perchè non riuscivi a scendere dove stavo.
E ci siamo sentiti sempre più distanti.
Ho chiuso gli occhi e ti ho chiesto se potevo videochiamarti.
Mi hai videochiamato tu e appena ti ho visto, dopo tanto tempo, mi sono salite le lacrime e un sorriso è apparso sul mio viso come non accadeva da tanto tempo.
Mi hai guardato e mi hai sorriso.
Mi hai sorriso e ho respirato.
Ho respirato profondamente e abbiamo inciampato nelle nostre parole come se fosse la prima volta che ci vedessimo in videochiamata.
Alla fine, anche se distanti, eravamo sempre stati vicini.
Le nostre vite così cambiate e diverse, riuscivano qualche volta a far incontrare le nostre anime che si conoscevano molto bene.
Solo guardandosi negli occhi.
Ti ho chiesto se avessi mangiato, mi avevi risposto che a breve saresti uscito con tua mamma e avresti mangiato qualcosa fuori.
Ironia della sorte sono entrata su Instagram e mi è apparsa un'immagine con su scritto "Chi ti ama, ti chiede se hai mangiato".
Ho sorriso ingenuamente, il filo rosso che mi lega a te è protetto dall'amore che ho dentro per te.
Qualsiasi cosa, qualsiasi parola, qualsiasi gesto, qualsiasi sguardo io so che sono solo nati con amore per te.
Ti consiglierei come chi ama consiglia.
Ti rimprovererei come chi ama rimprovera.
Ti proteggerei come chi ama protegge.
Ti urlerei contro come chi ama urla.
Ti abbraccerei come chi ama abbraccia.
Ti respirerei come chi ama respira.
Ti sfiorerei come chi ama sfiora.
Ti picchierei come chi ama picchia.
Ti guarderei come chi ama guarda.
Ti amerei come chi ama ama veramente con ogni parte del suo corpo e della sua anima.
Mi sono rivolta ogni giorno verso le montagne, nella tua direzione e mi sono sentita viva nel credere che anche tu guardassi verso di me, con il cuore nel petto che batte forte e ti fa sentire vivo, e ti sentissi a casa anche se distanti e vicini.
Anche se distanti e vicini, continuerò a bramare il nostro primo incontro come se fosse l'unico e perenne obiettivo della mia piccola vita.
Anche se distanti e vicini, amiamoci lo stesso, non abbiamo nulla da perdere perchè nulla sarà perso se lo custodiremo noi.
- ( @nikitaeglia97 )
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