#ribellion e love
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I see that many people are sharing memories about the TV series and what it meant to them. I see that many have been helped during the dark and sad period of Covid. for me things were different. I too hated Covid, I hated it, I hated the climate of fear, pain and hatred that it generated. but as I said my experience was totally different. I live in a country stuck in the nineteenth century (unfortunately) where the upper middle class and the lower middle class are perpetually at war for money, prestige and fame (it's absurd but it's like that). I belong to the lower middle class and all my life I have had to satisfy the very high demands of my family, in the social and educational fields. well, in the dark period of covid I found a former classmate of mine who belonged to the working class, completely different from mine. we became best friends and with her and her sisters I experienced a free, happy and crazy period like I've never experienced (to the great desperation of my parents) in that period the first season came out and I connected it to that crazy and magical period . I've experienced both. I enjoyed both. then I got engaged to a cousin of these friends of mine and I created a scandal. at the beginning of filming the second season my love story and friendship unfortunately ended. I went through a very sad time and I clung to the cast of Shadow and Bones. I watched their stories every day and always waited for new news. they kept me company. then, waiting for the second season, my life settled down and improved. I recovered. I had good moments with other people. when I saw the second season, which was controversial for me, I was divided between melancholy for the time I experienced with the first season and adoration for the story of Kaz and the crows in Ketterdam (thanks for that crazy performance, you will always be my crows no matter what things happen ) I liked the rest of the plot a little less (here's Aleksander's story, it's a no. sorry). I loved the flashbacks of Kaz and Jordie even if they were small (I love you guys! Maybe with time we would have another Jordie and another Kazzie. But you are my Jordie and Kaz.) I was disappointed even if not surprised by Netflix's decision . At first I was more upset than I thought. I swear. Now I have some hope. Can the series be saved? it would be a great thing, we can fight I know bardugo said it can be real. it has been the case for other series so.. or over the years we could have another series with another cast (the books are loved I don't see why this couldn't be possible) but the memories guys.. no one can take those away from us! and then we can still watch what little we have, perhaps skipping Nikolai's coronation... just to pretend for a moment that the series ended like this due to a decision by the producers and not due to yet another bastard from Netflix that deprived us of a dream too if not perfect... I'm not going anywhere, I will always remain a fan of this world, of the TV series and the legendary books and why not? also of a possible future in that world.
#six of crows#kaz brekker#shadow and bones#six of crows spin off#kaz dirtyhands brekker#sab season two#leigh bardugo#kaz fucking brekker#kaz and jordie#my life is absurde i know#little queen bee#ribellion e love#the end#i have little hope#little queen bee.. now#i like it? somethimes
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Nelle notti senza luna, ti immagino come un incendio selvaggio che danza sul mio corpo.
Le tue labbra ardenti come braci, le mani che esplorano territori proibiti tracciando linee di passione e desiderio
Sei il segreto che brucia, il mio fuoco, la mia ribellione che non smette di ardere dentro di me.
Ogni sguardo, ogni carezza, è un invito a lasciarmi andare e perdermi nel labirinto dei sensi.
Sei quel desiderio che non conosce confini.
Un’onda che travolge ogni esitazione, un richiamo irresistibile che mi trascina verso l'ignoto.
E arriva il mattino, sei ancora lì più che mai.
Una eterna fiamma che continua a scaldare la mia anima inquieta.
#sacro__profano2 #raccontierotici #erotismo #passione #love #incontri #sesso #orgasmi
#scritturaerotica #lussuria #complicità #sexy #passioneerotica #amanti
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Tainted Love è la canzone di Marylin Manson che creo come tributo. Pertanto, esplora l'universo avvolgente e provocatorio di Marylin Manson con la sua reinterpretazione unica di 'Tainted Love'. Attraverso il suo stile distintivo e la potente voce, Manson trasforma questa iconica canzone, regalando una nuova prospettiva carica di emozioni oscure. Scopri il fascino conturbante di 'Tainted Love' nelle mani di uno degli artisti più controversi e influenti della scena musicale. Approfondisci la tua connessione con questa traccia intrisa di ribellione e lasciati trasportare nell'oscura bellezza della reinterpretazione di Marylin Manson. Esplora il lato oscuro della musica con 'Tainted Love' e immergiti in un'esperienza sonora unica, dove il talento di Manson si fonde con l'intensità di questa canzone intramontabile. 
Inoltre, conosci l'universo avvincente di 'Tainted Love' di Marylin Manson con la nostra analisi approfondita. Scopri le interpretazioni uniche e le sfumature emotive di questa iconica reinterpretazione, mentre immergiti nell'arte trasgressiva di Manson. Attraverso la nostra guida, sveliamo i segreti dietro ogni nota, offrendo una prospettiva ricca di significato su come questa reinterpretazione abbia ridefinito il concetto di 'amore contaminato'. Unisciti a noi nel viaggio attraverso il lato oscuro della passione con 'Tainted Love' di Marylin Manson.
Quindi, Tainted Love di Marylin Manson rappresenta un'interpretazione unica e avvolgente di questo classico brano. Con la sua voce potente e la rilettura oscura, Manson trasforma questa iconica canzone, regalando un'esperienza intensa e avvincente. Scopri di più su come l'artista reinventa il concetto di 'love' attraverso la sua musica, esplorando nuovi orizzonti sonori. Leggi ora per immergerti nella profondità di Tainted Love con la rivoluzionaria interpretazione di Marylin Manson.
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“Love Harder – Le ragazze iraniane camminano davanti a noi”: Storie di Ribellione e Coraggio. Barbara Stefanelli presenta il suo libro ad Alessandria, un viaggio tra le voci della rivoluzione iraniana
Martedì 26 novembre 2024, alle ore 18.00, presso la Sala Convegni di Palazzo Cuttica in Via Parma 1, Alessandria, si terrà la presentazione del libro “Love Harder – Le ragazze iraniane camminano davanti a noi” di Barbara Stefanelli, edito da Solferino.
Martedì 26 novembre 2024, alle ore 18.00, presso la Sala Convegni di Palazzo Cuttica in Via Parma 1, Alessandria, si terrà la presentazione del libro “Love Harder – Le ragazze iraniane camminano davanti a noi” di Barbara Stefanelli, edito da Solferino. L’evento è organizzato dalla Consulta Pari Opportunità, in collaborazione con la Biblioteca Civica “Francesca Calvo”, ASM Costruire Insieme e la…
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Grace Slick
Grace Slick, icona rock della scena californiana degli anni Sessanta e Settanta, è conosciuta soprattutto per aver fatto parte del gruppo Jefferson Airplane, importante riferimento musicale del movimento della controcultura.
Il suo brano, White Rabbit, del 1967, è stato un vero e proprio manifesto del rock psichedelico.
Tra le prime protagoniste del movimento hippie si è distinta anche per aver compiuto gesti di resistenza pacifista anti-establishment.
Ha avuto un passato turbolento, segnato da eccessi di droghe, alcol e conseguenti incidenti e processi. Una vita intensa e fuori dagli schemi, nella migliore tradizione degli anni della contestazione.
Nata col nome di Grace Barnett Wing a Evanston, Illinois, il 30 ottobre 1939, seguendo il lavoro di funzionario di banca del padre, ha abitato in diverse località degli Stati Uniti prima di approdare a Palo Alto dove ha frequentato il college e si è avvicinata alla scena culturale e musicale della Bay Area di San Francisco.
Nel 1961 ha sposato Jerry Slick, da cui ha preso il cognome. Era un periodo di fermento e ribellione, la coppia viaggiava con un gruppo di amici a bordo di un furgoncino sognando di fare arte e musica.
Nel 1965, ha fondato, assieme al marito e a suo fratello, la band The Great Society, richiamo sarcastico all’espressione che designava il programma politico dell’allora presidente in carica Lyndon B. Johnson.
L’anno successivo si è unita ai Jefferson Airplane sostituendo la cantante, portando in dote due brani che avrebbero assicurato alla formazione un duraturo successo, White Rabbit e Somebody to Love incluse nell’album Surrealistic Pillow, considerato un classico del folk-rock psichedelico, inserito nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi dalla rivista Rolling Stone.
La band ha partecipato a storici concerti tra cui quello di Woodstock nel 1968, al Festival di Wight e ad altre importanti manifestazioni in Europa, dove spesso, sul palco, si alternavano ai The Doors di Jim Morrison.
Hanno anche partecipato anche al documentario di Jean-Luc Godard One American Movie, che li immortalava mentre si esibivano sul tetto di un albergo di New York.
Nell’aprile del 1970, si è resa protagonista di un’azione passata alla storia. Era stata invitata a bere un thé alla Casa Bianca dalla sua ex compagna di college, Tricia Nixon, figlia del presidente allora in carica. Sebbene fosse conosciuta per le sue critiche alle politiche proibizioniste dell’amministrazione in materia di droga, aveva eluso la selezione perché l’invito le era stato fatto col suo cognome di nascita, Wing. Si era fatta accompagnare da Abbie Hoffman, notissimo attivista della sinistra radicale e aveva pianificato di entrare nell’appartamento presidenziale per versare acido lisergico nella teiera. Purtroppo, all’ingresso è stata riconosciuta da un addetto alla sicurezza e allontanata.
Quando il successo della band si stava affievolendo e il gruppo si stava sgretolando, ha registrato anche dei dischi con altri musicisti. Nel 1974 ha inciso Manhole il suo primo album da solista.
Insieme a Paul Kantner ha trasformato i Jefferson Airplane in Jefferson Starship, ma la sua forte dipendenza le ha fatto lasciare la band nel 1978, per poi ritornarci tre anni dopo.
Intanto, nel 1979 è uscito il suo disco Dreams, in cui per la prima volta fa breccia una vena intimistica.
Negli anni ottanta si è distinta per il suo impegno contro la vivisezione e i test chimici sugli animali.
Nel 1985 la band ha cambiato ancora nome dopo una causa intentata da Kantner che aveva mollato, ed è diventata Starship. Grace Slick era rimasta l’unico elemento degli originali Jefferson Airplane che, nel 1989, si sono riuniti per un disco e un tour che li ha visti insieme per l’ultima volta.
Nel 1990 si è ritirata dalla scena musicale e si è dedicata alla pittura partecipando a numerose mostre nelle più prestigiose gallerie d’arte europee e americane.
Gestisce una sua galleria d’arte a Malibu.
Le sue opere più popolari sono una serie di dipinti basati sui libri di Alice nel paese delle meraviglie, favola lisergica che ha amato da sempre e che le ha ispirato la sua canzone più famosa, White Rabbit che viene sovente utilizzata nelle colonne sonore dei film di Hollywood.
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"There is pleasure in the unexplored woods
and an ecstasy on the deserted beaches,
there is a company that no one can disturb
by the deep sea,
and music in its roar;
I don't love man less but nature more
after these talks where do I flee
from what I am or have been before
to merge with the universe and feel there
what I can never express
nor completely conceal."
Lord Byron
📚🔍George Gordon Noel Byron, better known as Lord Byron, was an English poet and politician.
His poetry, in fact, created a fashion, which quickly spread throughout Europe, which was considered the quintessence of romanticism.
It was a poem that aimed to express "the evil of the century", the restlessness, the restlessness, the melancholy and the spirit of rebellion against any pre-established order.
Alongside this Byron, animated by a dark despondency and a desperate rebellion, a self-deprecating and satirical streak appears, especially in the works belonging to the second phase of his literary activity.
(📚From the web)
"Vi è un piacere nei boschi inesplorati
e un’estasi nelle spiagge deserte,
vi è una compagnia che nessuno può turbare
presso il mare profondo,
e una musica nel suo ruggito;
non amo meno l’uomo ma di più la natura
dopo questi colloqui dove fuggo
da quel che sono o prima sono stato
per confondermi con l’universo e lì sentire
ciò che mai posso esprimere
né del tutto celare."
Lord Byron
📚🔍George Gordon Noel Byron, meglio conosciuto come Lord Byron, è stato un poeta e politico inglese. La sua poesia, infatti, creò una moda, diffusasi rapidamente in tutta l’Europa, che fu considerata la quintessenza del romanticismo.
Era una poesia che si proponeva di esprimere “il male del secolo”, l’inquietudine, l’irrequietezza, la malinconia e lo spirito di ribellione contro qualsiasi ordine precostituito.
Accanto a questo Byron, animato da un fosco sconforto e da una disperata ribellione appare, soprattutto nelle opere appartenenti alla seconda fase della sua attività letteraria, una vena autoironica e satirica.
(📚Dal web)
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ENG
Name: Zuekan
Age: 23
Height: 1.65 cm
Race: nymph
Nation of Origin: earth
Gender Identity: cisgender assigned female at birth
Sexuality: heterosexual
Brief Personality Description: Sui's best friend, Zuekan has known Sui for years and is the apprentice to the court mage. They are cheerful and provide excellent support for Sui, trying to help her understand how the world works. Zuekan has many hobbies that shape their entire personality. They love stories and the characters within them, enjoy singers and bards, love singing songs, and writing them. They can also draw, sew, and maintain a garden in the castle where they grow plants for alchemy. They don't possess any combat skills, except perhaps some magical abilities, and that's by choice. They hate violence and categorically refuse to harm others. They joined the rebellion to help heal the sick, wanting to assist others with their whole being because it's what they have been taught is the right thing to do.
ITA
Nome: Zuekan
Età: 23
Altezza: 1,65 cm
Razza: ninfa
Nazione di appartenenza: terra
Identità di genere: cis afab
Sessualità: eterosessuale
Breve descrizione della personalità: La migliore amica di Sui, Zuekan conosce Sui da anni ed è l'apprendista della maga di corte. È allegra, un ottimo supporto per Sui e prova a farle capire come funziona il mondo. Zuekan ha molti hobby su cui basa la sua intera personalità, ama le storie e i personaggi in esse, ama i cantanti e i bardi, ama cantare canzoni e scriverle. Sa anche disegnare, cucire, e nel giardino del castello tiene un orto che usa per l'alchimia. Non conosce nessuna abilità di combattimento però se non forse qualche abilità magica, e sì è per scelta. Odia la violenza e si rifiuta categoricamente di fare del male agli altri. Si è unita alla ribellione per curare le persone malate, vuole aiutare gli altri con tutta sé stessa poiché è ciò che le è stato insegnato sia la cosa giusta da fare.
#oc#original characters#tales of seriel#comic#comics#original project#writing#original fiction#storytelling
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Musica straniera anni 60: il grande Elvis
Se parliamo di musica straniera anni 60 non possiamo non menzionare Elvis Presley, una vera e propria leggenda. La sua fama internazionale era iniziata già negli anni 50 quando la presenza carismatica sul palco, la musica innovativa, una voce potente e dolce e uno stile unico gli avevano guadagnato il soprannome di "The King", il re del Rock and Roll. Ha venduto oltre un miliardo di dischi stabilendo numerosi record di vendite. La sua musica che combinava il rhythm and blues, il country e il gospel ha lasciato un'impronta indelebile. Canzoni come "Love me tender", "Unchained melody" e "Little crazy things" sono parte della storia della musica. Qual era la forza della musica di Elvis Presley? La forza di Elvis Presley era Elvis Presley. La sua voce potente e versatile poteva spaziare dal tono profondo e sensuale a note più alte ed energiche. Le sue interpretazioni ricche di emozione e personalità erano coinvolgenti e toccanti. Elvis era dotato di un carisma magnetico e una presenza scenica straordinaria. Le sue esibizioni dal vivo erano piene di energia, passione e un'aura di sfida, che catturavano l'attenzione del pubblico e lo rendevano un'icona di fascino e stile. Le donne impazzivano letteralmente per lui. Il suo talento per la musica (suonava la chitarra e il pianoforte) rendevano i suoi concerti ancora più autentici. Le canzoni di Elvis erano semplici, orecchiabili e affrontavano temi comuni come l'amore, la felicità e la tristezza. Avevano, per questo, un'appeal universale. Bisogna anche dire che la musica di Elvis esplose in una società in rapido cambiamento. La sua musica, il suo modo di porsi verso il suo pubblico ha rappresentato una forma di ribellione e sfida alle convenzioni sociali dell'epoca. La sua immagine di "ribelle dal cuore d'oro" ha affascinato le giovani generazioni, diventando una voce per la gioventù e un simbolo di cambiamento. Musica straniera anni 60: quali sono le canzoni più famose di Elvis Presley? Nella sua non lunghissima carriera, Elvis Presley ha pubblicato 61 album divenuti tutti grandissimi successi. Le canzoni più famose di Elvis sono tantissime, la maggiora parte originali, altre "prese in prestito" e portate all'apice del successo. Noi ne elencheremo solo alcune: - Love mi tender: ballad romantica per eccellenza, diviene disco d'oro prima ancora della sua uscita ufficiale, dopo un'interpretazione durante l'Ed Sullivan Show. - Surrender: la versione inglese della canzone classica napoletana "Torna a Surriento" esprime al massimo la voce di Elvis. - Don't be cruel: il successo di questa canzone le ha guadagnato il Grammy Hall of Fame, il premio che viene riconosciuto alle registrazioni con “un significato storico o qualitativo” e pubblicate da almeno 25 anni. - Can’t help falling in love: basata sulla melodia della canzone Plaisir D’amour, famosa romanza del Settecento, divenne la colonna sonora del film “Blue Hawaii”, che aveva come protagonista Elvis Presley. Il brano è diventato poi la base di tante cover successive. - Unchained Melody: un'altra delle canzoni reinterpretate da Elvis più significative. Indimenticabile la sua esecuzione durante l'ultimo concerto tenuto da Elvis alla Market Square Arena di Indianapolis, Indiana, il 26 giugno 1977. Elvis: il successo e le dipendenze La sua carriera artistica portò Elvis a sperimentare una pressione costante e un intenso carico di lavoro, che spesso gli causavano stress e disturbi del sonno. Per affrontare questi problemi, Elvis si affidò a farmaci prescritti dai suoi medici, come sedativi, stimolanti e analgesici. Una pratica alquanto diffusa all'epoca di cui si ignoravano le conseguenze nefaste. Spesso si prescrivevano farmaci in modo eccessivo e improprio. Nel corso del tempo, infatti, la dipendenza di Elvis dai farmaci divenne sempre più grave e la sua salute ne fu compromessa. L'uso e l'abuso di farmaci hanno contribuito a una spirale negativa che ha avuto gravi conseguenze sulla sua vita e sulla sua carriera. Negli ultimi tempi aveva difficoltà a stare sul palco e aveva bisogno di assistenza per le sue performance. Elvis Presley morì il 16 agosto 1977 a Memphis, nel Tennessee, a soli 42 anni. In copertina foto di ARC da Pixabay Read the full article
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PHOTOGRAPHY | ANDREAS WEINAND: COLOSSAL YOUTH
Tra il 1988 e il 1990 il fotografo tedesco Andreas Weinand intraprese uno studio sugli aspetti più intimi della ribellione adolescenziale, realizzato a Essen, in Germania. Il risultato è ‘Colossal Youth’. Nelle straordinarie immagini un rapido susseguirsi di suoni, colori, oggetti, azioni colpiscono vivamente i sensi e la fantasia. Weinand ritrae i giovani, con onestà e schiettezza. Essi esprimono rabbia, gioia, ribellione, abbandono, trasporto, rassegnazione e sono colti nei rituali di gruppo mentre festeggiano, litigano, bevono, dormono, si innamorano fino a diventare madri e padri pure loro. Il fotografo con sguardo da osservatore esterno, attraverso un lungo percorso di avvicinamento empatico con i soggetti, coglie il lato antropologico e comunitario delle situazioni. Rivela e svela i codici autodistruttivi, dissacratori, effimeri rivelatori di stati esistenziali transitori, irrequieti, impulsivi. Per farvi un’idea di quanto siano belle queste foto, potete vedere l’intera serie qua.
Between 1988 and 1990, the german photographer Andreas Weinand accompanied a group of young friends living in Essen, Germany, following their lives. The result was the photo project titled ‘Colossal Youth’. It struck us. Weinand documents youth in the simplest, ugliest and most beautiful of ways. What was most striking about this series of images is that there is not one style, or one specific thing Weinand focuses on. This makes his work less about proving a point or sharing a judgement and more about an open observation of the different aspects of teenage life. 'Colossal Youth’ reminded us of growing up, and the range of emotions any teenager is subject to feeling. Passion, lust, rebellion, sadness, excitement, love, despair and lethargy are only a few on the wild spectrum of emotion that adolescents’ experience, which were documented perfectly in this book. To get a better idea of what we’re talking about, take a look at the series of images here.
andreasweinand.de
#photography#Andreas Weinand#fucktheglorydays#youth#Germany#Essen#reportage#street photography#teenage#life#Colossal Youth#project#1988#1990
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The Wolf
“A questo mondo, sono colui che più desiderava che tu vivessi spensierata e che non ti sentissi come un uccello in gabbia. Ma alla fine, sono colui che ti ha costretto a vivere tra le bugie e nell’agonia. Ora, aprirò la gabbia per liberarti.”
Dopo oltre tre anni da quando è stata girata, a novembre questa serie ha visto finalmente la luce. So che ha avuto non pochi problemi con la censura per via di contenuti violenti, e ci credo: le scene violente in questa serie ci sono, e sembrano come mozzate, perché immagino siano stati costretti a tagliare e rigirare alcune parti.
Ho visto The Wolf solo per Xiao Zhan, lo dico subito.
Aspettavo questa serie e sono contenta che sia uscita, ma quella che sto davvero aspettando e che non vedo l’ora che esca è The Oath of love. USCITE QUESTO DRAMA, MADONNA BENEDETTA IN CARRIOLA.
Un’altra cosa che voglio dire subito è che questo drama non mi ha fatta impazzire, e penso che abbia alcuni problemi, ma è anche vero che a parte The Untamed è il drama migliore di Xiao Zhan tra quelli che ho visto finora (Joy of life, arriverò anche da te). Non che ci voglia molto a essere migliore di quella specie di brutta copia trash di Harry Potter che è stata Super Star Academy.
Un adolescente cresciuto dai lupi e che ha sviluppato sensi acuti e soprannaturali, incontra una donna di nome Ma Zhaixing, figlia adolescente di un funzionario del governo - e il duo stringe una solida amicizia.
Ma Wolf Boy conosce poco le vie della società civile e viene facilmente ingannato dal fratello di Ma Zhaixing facendolo attaccare un potente gruppo di persone che poi gli dà la caccia e lo fa cadere da una scogliera.
Tuttavia, la caduta non uccide il ragazzo ma lo lascia solo gravemente ferito.
Il sovrano dello Yang Chu Kui viene a sapere di Wolf Boy e parte alla ricerca del giovane. Credendo di poter utilizzare i poteri del ragazzo alla fine lo adotta come figlio, mantenendo segreta la sua vera identità.
Cresciuto come essere spietato e ferocemente fedele a Chu Kui, alla fine viene nominato principe reale.
Ma, otto anni dopo la fatidica caduta, il principe si ricongiunge improvvisamente con Ma Zhaixing. Potranno riaffiorare vecchie emozioni o è passato troppo tempo? (Fonte: Viki).
A leggere la trama così, ancor prima di aver visionato il drama, sapevo già cosa poter rispondere all’ultima domanda. La risposta è così scontata.
Già dal riassunto di trama che propone Viki, posso notare un problema: si parla del lead e del suo cambiamento, e della storia d’amore. E basta. Ed è questo che viene mostrato la maggior parte del tempo. Essendo un dramone cinese, sono presenti molti altri personaggi, ma gran parte delle cose che accadono ruotano attorno ai due lead e alla loro storia d’amore. Questo per me è stato un problema.
In The Untamed l’80% del tempo non era concentrato sui due protagonisti e il loro rapporto. La Città di Yi è stata una bellissima e straziante storyline secondaria, ed è solo un esempio.
Più vado avanti e più mi rendo conto che la bellezza completa di The Untamed è qualcosa che difficilmente si riuscirà a raggiungere.
Immagino che dipenda anche dai gusti, ma quando guardo una serie storica mi aspetto un vivo gioco del trono, e complotti e tradimenti a non finire. Purtroppo in The Wolf questa parte non è stata per me sufficiente. Per non parlare del fatto che ben tre personaggi tentano colpi di stato per rovesciare l’imperatore, e l’unico che ci riesce si tiene il trono per due minuti. Perché se non sei il second lead di Ashes of love NON CE LA PUOI FARE. Pivelli.
La storia d’amore è stata carina ma non è memorabile. Il suo più grande problema è che è un continuo cliché, e soprattutto sono ripetutamente e ostinatamente caduti nel già visto e rivisto - e direi che ha anche rotto - “ti tratto male e ti allontano perché voglio proteggerti.” E’ un espediente narrativo che posso anche accettare, ma non quando si protrae fino al penultimo episodio: a quel punto vi mando a cagare e basta.
Visto che sto accennando agli episodi finali dovrei parlarne nella parte spoiler, ma è qualcosa che ci tengo a dire fin da subito: questi due non hanno MAI imparato a combattere insieme, e come faccio a tifare per una coppia che non fa di tutto per essere una coppia?
Su questo sono alquanto perplessa.
I due lead in sé, invece, mi sono piaciuti. Non che mi abbiano fatta innamorare, ma ho visto di peggio (sì lead di Ashes of love, parlo con te).
Sono dovuta arrivare all’episodio 37 - il migliore della serie a mio parere - per farmi piacere il lead. Prima non mi prendeva, avevo poco da dire ed era fastidiosamente over power. Io capisco che l’essere cresciuto nella natura in mezzo ai lupi lo abbia reso agile fuori dal comune e coi sensi fortemente sviluppati, ma ho visto quest’uomo letteralmente volare da un dirupo di decine di metri. Mydramalist indica questo drama di genere wuxia e fantasy, ma questo mi confonde oltremisura: se così fosse TUTTI i personaggi dovrebbero avere poteri magici.
Il lead mi è piaciuto solamente quando ha mostrato la sua umanità: il suo dualismo interiore tra l’essere l’innocente ragazzo lupo e lo spietato Principe di Bo, la presa di coscienza e la ribellione verso l’imperatore, seguiti da quel bellissimo senso di libertà di poter per la prima volta decidere per la propria vita - qui mi ha fatta piangere. Per tanto tempo ho sentito la mancanza di un suo POV emotivo, ed è stato davvero triste il momento in cui mi sono resa conto che in realtà era l’eroe di questa serie. Un eroe scemo, ma pur sempre un eroe che si mette sulle spalle il peso dei sensi di colpa.
Carina e piacevole la lead. E’ caduta nel cliché di personaggio femminile un po’ troppo badass per l’epoca, tuttavia non ritengo che il personaggio sia stato rovinato: mi sono piaciuti i suoi sogni di vita matrimoniale con il lead, ho apprezzato vederla cucinare dolcetti per il suo amato, e l’ho anche vista cucire e farsi bella.
Forte e sensibile, tuttavia troppo amichevole con le persone a lei inferiori. Capisco che l’intento fosse quello di rappresentare una protagonista che risultasse simpatica, ma questo l’ho trovato uno sputo in faccia all’epoca storica rappresentata. La cosa che più mi è piaciuta di questa lead è stata la sua intelligenza e capacità di deduzione. E’ stata davvero ammirevole.
Non ho mai visto prima l’attore e l’attrice che hanno interpretato i due lead, ma posso dire che sono stati entrambi molto bravi, non posso lamentarmi. Sono inoltre stupita che nonostante Darren Wang abbia interpretato un personaggio più che altro freddo per la maggior parte del tempo, lui e Li Qin sono riusciti a creare una buona chimica tra i due protagonisti. Soprattutto negli episodi finali sembravano emotivamente presi dalla situazione.
Per quanto riguarda Xiao Zhan, sospettavo che interpretasse il second lead della situazione, e così è stato. Tuttavia devo ammettere che non mi è piaciuto come si sia perdutamente innamorato della lead, perché semplicemente... non si è visto. O sono scema io, o hanno proprio saltato un passaggio. Ma ok, posso passare oltre a questo, perché in generale si è rivelato un ottimo second lead - forse già il migliore dell’anno? - nonché il personaggio migliore della serie.
Sarò anche di parte, ma Ji Chong è stato un personaggio splendido, con una bella costruzione e tanto di background: scaltro, furbo, intelligente, uno che sa cavarsela in ogni situazione e che potrebbe socializzare pure con i sassi per terra; umano e sfaccettato, l’ho rimproverato e ho empatizzato per lui. Questi sono i personaggi che mi piacciono: quelli con cui provo simpatia e con cui posso arrabbiarmi perché umani.
E Ji Chong è pervaso per tutto il tempo da questa aria e modi di fare fottutamente adorabili a cui solo Xiao Zhan può dare vita.
Sulla sua recitazione non ho assolutamente nulla da dire. Anzi mi ha stupita. Perché mi sono ricordata che quando ha girato aveva ancora venticinque anni e... wow. Penso che nella seconda parte della serie abbia dato il meglio di sé. Sapevo già quanto fosse bravo, ma sono lo stesso rimasta stupita di fronte alla sua straordinaria capacità di immedesimarsi in un personaggio, tanto da farmi dimenticare che sta recitando. E come non lodare la sua espressività? Qualcosa che mi ha fatta innamorare di lui fin dall’inizio.
Xiao è bravo, versatile, espressivo, camaleontico, si impegna e lavora sodo. Il mio sogno è vederlo nei panni di un villain. Lui stesso ha detto che gli piacerebbe. TI PREGO FALLO.
Mi sono anche ricordata di aver letto una sua intervista in cui dichiarava di aver capito cosa vuol dire essere davvero un attore proprio sul set di The Wolf, e che ha anche dovuto allenarsi un sacco. E da certe scene che ho visto, ci credo eccome.
Ultima cosa: so che esiste la ship Yizhan e che molte fan lo shippano con Wang Yibo nella vita reale, assumendo quindi la sua omosessualità. Non so quale sia la verità, ma so che in questa serie ho visto Xiao guardare la lead con un profondo sguardo d’amore e un disperato desiderio di essere amato. Ha superato le mie aspettative.
Strano ma vero, in questo drama ci sono state due second lead, anche se quella vera alla fine è stata solo Yao Ji. Anche lei un’ottima second lead, devo dirlo: sembra una strega cattiva all’inizio, per poi mettere tutto in gioco per il suo amato, rivelando di amarlo davvero e di tenere alla sua felicità. Peccato che non sia stato un personaggio approfondito e sviluppato come Ji Chong.
Ma la mia Queen della serie è stata la principessa Bao Na. Capricciosa, esuberante, viziata, infantile, impulsiva ma ha anche dei difetti, ma anche leale, di buon cuore, coraggiosa, determinata, una vera amica. Mi è piaciuta un sacco.
Tra i personaggi secondari quelli che mi sono piaciuti di più sono stati il Quarto Principe, per la schiettezza giovanile e il modo coerente in cui reagiva di fronte alle cose, e il Re del Jin: severo, giusto, accorto e compassionevole, per me rappresenta il profilo di re ideale.
Abbastanza deludenti invece i Demoni della Notte, il trio dell’Ave Maria team del protagonista. Sul loro passato non si sa praticamente niente, non ci viene raccontato come si è creato un tale rapporto di lealtà con il lead, e fanno soprattutto da contorno. Riponevo grandi speranze in loro, davvero un peccato.
Il villain principale è stato l’imperatore dello Yang, e non mi è piaciuto molto. L’ho trovato poco strutturato, però mi è piaciuto che non fosse uno stupido. Non male il Secondo Principe, anche se alla fine risulta un po’ ridicolo.
Buoni gli effetti speciali e anche i costumi.
Mi è piaciuta la bromance inaspettata che si viene a creare a un certo punto, ma quest'anno sto ancora aspettando quel tipo di bromance che ti fa battere e bruciare il cuore.
Stupenda la colonna sonora. Mi sono scaricata tre ost che sono da mozzare il fiato, e anche se non è tra le mie preferite - non amo il rap, ma ammetto che è stata una cosa particolare - devo citare anche Who am I?, ost principale del drama e che accompagna la sigla di apertura.
In generale The Wolf è stato un drama godibile, che ha toccato i punti più alti nella seconda parte. L’ho visto volentieri, ma l’avrei gestito in maniera un po’ diversa su alcune cose.
Voto: 7.5
La frase che ho usato come sottotesto per questo commento potrebbe sembrare che sia stata pronunciata dal lead, e invece no! Quelle parole sono uscite dalla bocca di Ji Chong, un vero signore e che sa come si ama davvero una persona. Avevo pensato di usare come sottotesto una frase del lead che mi ha commosso - episodio 37 - ma visto come mi abbia fatta arrabbiare fino quasi alla fine, l'ho mandato a cagare. Fatemi causa.
Io al lead ho cercato di volergli bene, e per un po’ gliene ho voluto davvero, ma quando l’ho visto tentare di allontanare la lead per continuare a lottare da solo fino al penultimo episodio, allora l’ho mandato a quel paese. No comment per la lead che sembra la più investita in questa storia d’amore e alla fine va a suicidarsi alla capitale tenendo all’oscuro il suo amato. Mai vista una coppia che fino all’ultimo non impara a combattere insieme.
Finale inutilmente tragico. Ma capisco perché l’abbiano fatto: con il lead già con un piede nella fossa da diverso tempo, hanno fatto morire anche lei perché tanto non si sarebbe mai sposata con nessun altro per tutta la vita, e in quanto Principessa sarebbe stato irrealistico. Hanno preferito tirare su un finale tragico romantico facendoci intuire che staranno insieme a guardare le farfalle nella prossima vita.
Xiao personaggio inutile sul finale. Ammettiamolo: quel piano di andare alla capitale per salvare il Quarto Principe l’hanno fatto solo per poter girare la scena straziante davanti alla morte della lead.
Io ho una richiesta e una sfida: per una volta vorrei vedere un personaggio di un drama che non abbia alle spalle una qualche tragedia e la famiglia mezza morta o disagiata, ma che risulti lo stesso interessante e sfaccettato.
Il lead si ostina a voler lottare da solo e vuole espiare i suoi peccati con la morte, Ji Chong è in cerca di amore nonostante i suoi errori e cerca di fare ammenda tutti i giorni della sua vita per anni: la differenza tra un eroe tragico palesemente finto e un personaggio che risulta un essere umano credibile.
La paura di Ji Chong che le persone intorno a lui soffrano a causa sua è la cosa più adorabile della serie.
La reale identità della lead figlia della principessa di stocazzo, è stato solo un banale cliché completamente inutile ai fini della trama.
Ma Ji Chong che all’inizio faceva comunella col Secondo Principe, che cosa voleva fare? Non l’ho mai capito.
Se nel quiz di fine anno dovesse esserci la domanda sulla storia d’amore secondaria più bella, probabilmente Ji Chong e Bao Na si porteranno a casa la vittoria. Ho adorato la loro partenza finale per andare a girare il mondo. Peccato che questa ship abbia avuto pochissimo spazio, e questo è un problema della serie: tanto tempo per raccontare i due lead, poco tempo per tutto il resto, tanto che alcune dinamiche sono sembrate frettolose. Ora ESIGO uno spin off sul vagabondaggio di questi due cazzoni in giro per il mondo. #esigolospinoff
Alla parola “divorzio” ho abbandonato la serie e ho visto gli episodi finali solo perché ormai ero lì.
Come abbia fatto la lead a condividere il letto con Xiao e NON FARE NULLA rimane il più grande mistero di questa serie.
Personaggio più tenero dell’anno a Ji Chong per il modo in cui ha cercato di far funzionare le cose con la lead e il suo sguardo da cucciolo deluso e abbandonato di fronte all’intesa dei due protagonisti.
#the wolf#chinese drama#wolf boy#ji chong#ma zhaixing#bao na#c drama#historical drama#costume drama#xiao zhan#sean xiao#yao ji
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L'amore non esiste/Love doesn't exist "L'amore non ha casa, non ha un'orbita terrestre non risponde ai più banali meccanismi tra le forze, è un assetto societario in conflitto d'interesse l'amore non esiste… Ma esistiamo io e te e la nostra ribellione alla statistica un'abbraccio per proteggerci dal vento l'illusione di competere col tempo Io non ho la religiosa accettazione della fine potessimo trovare altri sinonimi del bene l'amore non esiste, esistiamo io e te" Fabi-Silvestri-Gazzè L'amore non esiste "Love has no home, it has no terrestrial orbit it doesn't answer to the fundamental force interactions it's a corporate structure involving conflicts of interests love doesn't exist ... But you and I exist and our rebellion against the statistics a hug to protect us against the wind the illusion of competing against time I don't have the religious acceptance of the end we could find other synonyms for well-being love doesn't exist, you and I exist" Fabi-Silvestri-Gazzè L'amore non esiste Translate E guardate bene i piedi nella foto... And watch well the feet in photo... Dal mio profilo Flickr. #flickr #memories #photooftheday #picoftheday #instagramtags #instagood #instadaily #followme #igerslazio #sea #igerslatina #ponzagram #ponza #island #nikon #like4like #isola #faro #lighthouse #love #italy #igersitalia #igers #direzioneitalia #visitlazio #lazioisme (presso Ponza, Italy) https://www.instagram.com/p/BBxdkSqm_8D/?utm_medium=tumblr
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Rudolf Nureyev : una vita tra la luci ed ombre.
Rudolf Nureyev era tutt’altro dal gentleman che vogliono rifilarci i romantici e i nostalgici che magari lo hanno conosciuto per un quarto d’ora o che lo hanno incontrato in occasioni eleganti e raffinate, lui, una volta chiuso il sipario e spente le luci doveva fare i conti con immensi tormenti, paure, psicosi e un irreversibile rifiuto per qualunque ordine gerarchico tanto per strada, quanto in sala ballo o tra i conoscenti. Dopo una gioventù trascorsa tra le violenze psicologiche del comunismo nell’Unione Sovietica (1922-1991) e la chimera del sogno occidentale Rudolf dovette convivere con un eterno sentimento di rabbia e rivalsa tra le luci della scena e le ombre della notte.
Alcuni aneddoti che riguardano la sua vita lavorativa e quella privata sono venuti alla luce di recente sulla stampa estera e grazie alla pubblicazione di alcuni libri – ancora non tradotti in italiano – emerge un ritratto nuovo e disarmante della stella dell’est. Non che il pubblico fosse completamente all’oscuro riguardo il suo caratteraccio, al contrario, un vocìo costante circa i suoi diversi alter ego tra violenza e ribellione e dissolutezza c’è sempre stato, ma si tratta di un vocìo sommesso e timido, perché si pensa erroneamente di tradire la sua magnificenza divina ammettendo le sue debolezze umane.
Beryl Gray, 90 anni compiuti lo scorso giugno, prima ballerina inglese ad aver danzato al teatro Bolshoi e direttrice artistica dell’allora London Festival Ballet (oggi English National Ballet) dal 1968 al 1979 racconta, nella sua autobiografia, alcuni aneddoti della sua vita lavorativa con il grande ballerino. Nel 1977 invitò Rudolf Nureyev a creare per i suoi ballerini Romeo & Juliet, che ancora oggi resta la versione coreografica portata in scena dalla compagnia londinese. Nei suoi diari scrive: “Ogni giorno era diverso e imprevedibile […] come grande artista e produttore era fantastico, era fonte d’ispirazione per i nostri ballerini, ma detestavo il suo linguaggio volgare, la sua costante maleducazione e i malumori imprevedibili.”
Nel suo “For the love of dance” (Oberon Books, 2017) Beryl ricorda un’esibizione di Romeo e Giulietta in cui Nureyev “ha attaccato una delle nostre principali ballerine, Liliana Belfiore, imprecava furiosamente fino a prenderla a calci sul sedere così forte che ha lasciato il palco con grande dolore. Fu chiamato un medico che, dopo averla visitata, disse che il coccige era stato danneggiato e addirittura piegato dai calci”.
Beryl Grey: | 1953 Beryl Grey as Odile in Swan Lake.
Anche Simon Robinson, ultimo giovane assistente di Rudolf, racconta nel suo libro “A year with Rudolf Nureyev” (Quercus, 2013) di un uomo irascibile e volubile, pieno di ossessioni e rituali assurdi, capace di creare il vuoto intorno
Iniziò a lavorare per lui nel tour di The King And I, non sapeva nulla del balletto, e suppose fosse per motivi riguardanti lo spettacolo che Nureyev dovesse dormire in una stanza d’albergo con le finestre chiuse e il riscaldamento alzato al massimo, indossando una tuta di spugna sopra una felpa di Topolino. La vita di Simon al servizio del grande ballerino pare fosse durissima, ma nonostante i litigi e le discussioni furiose da cui Nureyev pretendeva di uscire sempre vincente, decise comunque di restare al suo fianco. “Non c’era mai motivo di discutere, discutere era una sfida e, poiché Rudolf non sbagliava mai, una sfida equivaleva al tradimento“, scrive Simon.
La rabbia e le frustrazioni che sembravano caratterizzare le sue giornate venivano poi incanalate e sublimate nelle esperienze notturne tra sesso promiscuo, risse ed esperienze al limite. Il suo difficile rapporto con il padre, che aveva sempre odiato in quanto ufficiale dell’Armata Rossa e decorato eroe di guerra che lui definiva “un brutale stalinista” e il non aver più visto la mamma per ben 26 anni se non in punto di morte in quanto le era stato vietato viaggiare dal regime comunista, lo avevano poi portato al categorico rifiuto di ricevere ordini, all’abitudine di sottomettere chiunque e tenere testa in qualsiasi situazione anche dove non c’era assolutamente bisogno di prevalere
separare la vita privata da quella pubblica e rendere giustizia al demone ribelle e irriverente che abitava dentro di lui
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Nureyev rivisita il balletto classico, lo reinterpreta e rivoluziona il ruolo del ballerino, che mai più sarà el porteur della prima ballerina. Crea dei soli e crea ruoli aggiuntivi per il protagonista maschile. Ha avuto anche la capacità di esperimentare, quindi non solo di essere ballerino classico, ma anche coreografo, attore, direttore d’orchestra. Questa capacità e voglia di mettersi sempre in gioco, sempre alla prova, dimostra che non ci sono limiti ad un artista di quella caratura. Roberto Bolle in: Artists in Love. Rudolf Nureyev & Erik Bruhn (2016).
incarnava genio, perfezione e carisma ...
Un'altra sua magica partner fu Carla Fracci, con la quale formò una coppia indimenticabile. dalla sua casa di Milano, la ballerina italiana intende sfatarne la fama di divo arrogante: "In realtà era corretto e generoso", sostiene. "Poteva esplodere in sfuriate e dimostrare toni bruschi, ma sulla scena alimentava di energie meravigliose la sua partner. E io lo percepivo come un giovane fondamentalmente timido e tenero". Carla rammenta certe sue strane confidenze: "Mi raccontava di sognare spesso sua madre che saliva su una scala i cui gradini erano fatti di pane". Al suo fianco ballò i titoli più significativi del repertorio: "Facemmo Giselle, Il lago dei cigni, Coppelia, Don Chisciotte. Ma lo spettacolo al quale sono più legata è il suo Schiaccianoci, la cui coreografia è terribilmente impegnativa. Avevo a disposizione solo cinque giorni per imparare il ruolo. Stavo per rinunciare ma Rudy insistette per coinvolgermi, pur avendo a disposizione altre ballerine. Ci chiudemmo in sala-prove per ore e ore, e lui m'insegnò il balletto passo dopo passo con determinazione furiosa". L'esito fu un trionfo
Da fiero anticonformista, Nureyev ammirò Martha Graham, la capofila della "modern dance" americana, e ne volle danzare i perimetri angolosi: fu la prima star con un background classico che decise di viaggiare sui binari del contemporaneo. Dall'83 fino all'87 guidò la compagnia dell'Opéra di Parigi, a volte sfiancandola col suo atteggiamento dispotico. Ciò nonostante fu un direttore audace e preveggente, che scoprì e lanciò, all'interno dell'ensemble parigino, una generazione di talenti straordinari, tra cui spicca soprattutto Sylvie Guillem.
nella biografia di Julie Kavanagh
“Il ritmo era in ogni cosa: in quella vita disarmonica, nell’eccesso del movimento, nella curiosità inquieta. Nelle sue esperienze incastrate tra un oriente e un occidente che lui non riusciva a capire del tutto, ma nei quali viveva fuggendo e anche ballando, come se ballare fosse l’unica ricerca che veramente lo interessasse. La vita di Rudolf Nureyev è ciclica, è perfetta, è estetica pura e sofferta. È trasformazione. Non ci sono ripensamenti, c’è una spinta continua ad andare avanti, un’ansia di vivere che lui riusciva a placare soltanto danzando. Nella ciclicità e nella perfezione di una vita da artista, Rudolf Nureyev non poteva che nascere su un treno, sua madre era voluta partire nonostante tutto e mentre i vagoni viaggiavano lungo la ferrovia sovietica che lambiva il tramonto del lago Bajkal, nasceva lui. Unico figlio maschio “
Inizia così la biografia scritta da Julia Kavanagh uscita in Italia per La nave di Teseo e dal titolo “Nureyev. La vita”. Lo chiamavano il “ragazzo nato in treno” e in viaggio ha trascorso tutta la sua vita. Ogni cambiamento per lui è avvenuto in luoghi di attesa, in aeroporto a Parigi gli dissero che non poteva più far parte della compagnia, il Kirov avrebbe proseguito per Londra e lui no, a causa della nottata dissoluta trascorsa la sera prima nella capitale francese. Gli ordinarono di tornare a Mosca, lui preferì Parigi, rimase dall’altra parte dell’Unione sovietica, così divenne un traditore.
Nureyev: La Danza Tra Psicologia E Rivoluzione
Nureyev rivoluziona per sempre la danza europea, supera i paletti posti tra danza classica e moderna, combina le tecniche, rivoluziona la forma. Ricuce una serie di binomi che la tradizione occidentale concepiva come inevitabilmente scissi: mente e corpo, tecnica e anima. Elimina le parrucche, il trucco pesante, le gestualità barocche e ridondanti, tutti quegli orpelli di una danza europea divenuta ormai sterile e priva di anima. Rivoluziona il ruolo maschile nel balletto, tradizionalmente considerato un mero supporto, un accompagnamento ai passi della ballerina, fino ad allora considerata l’unica vera protagonista del balletto. Le dinamiche più profonde del rapporto tra uomo e donna vengono interpretate in chiave totalmente nuova sul palco. Con Nureyev il gioco a due sul palco diventa pura magia e l’assolo maschile spettacolo vero.
Il ballerino baschiro studia nuove tecniche di controllo corporeo e le insegna perché vuole portare la danza oltre le sue forme, per renderla capace di esprimere nuovi contenuti. Il cuore della danza di Nureyev diventa lo studio dell’espressione della psicologia dei suoi personaggi. La danza non è più solo esecuzione perfetta del movimento, ma diventa la più alta espressione interiore, una vera e propria ricerca intima e profondissima, quel ponte tra anima e corpo che la tradizione occidentale aveva per secoli nettamente separato.
Se la danza oggi rappresenta un filo capace di legare corpo e mente lo dobbiamo anche al genio e al talento ineguagliabile di Rudolf Nureyev, che ha saputo portare la forma del movimento ai suoi vertici per immergersi nel più profondo dell’animo umano.
Nureyev con la sua arte incise in maniera indelebile sui caratteri della danza maschile e non solo: egli si impose ovunque per «il virtuosismo brillante, l’espressività misurata e il carisma elettrizzante» con cui restituiva, attraverso un’attenta lettura del personaggio, nuova vita ai drammi che andavano sulla scena. Il ballerino seppe uscire dai canoni estetici della coreografia classica per toccare le vette di un’autentica forma di rappresentazione artistica ove, ad un’audace padronanza della tecnica, facevano seguito le prodezze di un gesto sempre attento, raffinato e sensuale, pieno di grazia e virilità, nelle cui forme lo spirito di Rudolf Nureyev sembrava librarsi al di fuori del tempo.
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~Mina raminga~
Il cuore stava dimenticando troppi frammenti di sé sparsi.
La ragione era esausta di seguire quello spirito volubile.
Poi la ribellione.
Tutto faceva sempre ritorno a te.
Ho calpestato le stesse mattonelle
segnate insieme la scorsa notte e,
anche se sola,
la magia si è ripetuta.
La tua ombra mi ha camminato accanto.
#ioscrivo #scrittura
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"MOVIMENTI 2020 -JO SQUILLO- La carriera fa quaranta.” di Fax Mac Allister
Qualcosa sta succedendo a Milano, in quella Piazza Duomo abbacinata dallo scintillio della Bela Madunina che veglia sugli edonistici saldi alla Rinascente. Le fronti di una folla ammutolita vengono sfiorate dal tocco di un’icona. Nei giorni successivi si parla di una manifestazione e di una rivelazione, ma gli influssi taumaturgici della vergine in oro zecchino sembrano distanti. Dal palco un urlo lacera lo spazio, una giovane mano disperde nell’aria i doni, sul capo degli spettatori plana una pioggia di tampax imbrattati di rosso e l’ambasciatrice canta il suo messaggio imperativo “Violentami, violentami piccolò, violentami, violentami sul metrò…” Lei è Jo Squillo, poco più che adolescente in una Milano 1980 ammorbata da un decennio di piombo. Punk dalla cresta verde, come l’Amazzonia minacciata dalla deforestazione capitalista, non ha alcuna intenzione di arruffianarsi il consenso del pubblico gorgheggiando il bel canto sentimentale, infatti lancia in faccia degli assorbenti (apparentemente) utilizzati. Sembra non curarsi dell’intonazione, Jo irrompe squillante. Con quella “Violentami” sovverte lo schema dello stupratore che abusa delle giovani ragazze incitandolo alle prodezze da maschio italico, “sono nuda e tu hai paura”. Nonostante la diffidenza popolare, la censura democristiana dei media, la latitanza delle major discografiche, Milano si arrende. C’ è una Squillo in città. Mi chiedo quanto un’artista sia effettivamente consapevole del viaggio che i suoi messaggi compiano fino a raggiungere le vite altrui, entrando nelle loro case e popolando i ricordi nel tempo. Come per un effetto farfalla, molto lontano da Milano e dall’Italia, quella vibrazione punk raggiunge la vita di un bimbo con il 45 giri di “Avventurieri”, mischiato casualmente fra i vinili delle canzoni dei cartoni animati. Allora ascoltavo solo musica per bambini, ero convinto che “Avventurieri” fosse la sigla italiana di un anime giapponese avveniristico sui robot, anche perché la foto di Jo sulla copertina del disco ricordava i personaggi disegnati da Miyazaki. Nell’Estate del 1992 partii con i miei genitori in Italia per una vacanza a Sanremo, la città di origine dei miei nonni italiani. Avevo nove anni. Una sera Giulio, il mio cugino più grande, mi porta ad ammirare i fuochi d’artificio a Santa Margherita Ligure. Ci imbattiamo in un concerto dal cui palco incalza il motivo “Te gusta? Me gusta. È questa la cosa giusta!” Giulio esclama “Ma è Jo Squillo!” Quel nome mi illumina e riporta alla copertina di Avventurieri. Fatico a riconoscerla per il cambio di look avvenuto dalla stagione punk a una moderazione pop. Rapito, mi immobilizzo ad ammirare il mio cartone animato che prende vita sul palco in una leggera sera d’Estate. Dimentico i fuochi d’artificio e convinco Giulio a rimanere per assistere al concerto, poi Jo indossa un cappello da cow girl e una maschera contro le radiazioni nucleari, canta “Terra Magica”. È giunto il tempo della ribellione, getterò la valigetta con i vinili delle avventure sonore dell’Orso Puddington e la sigla di Penny Crayon, da oggi io ascolto SOLO la Squillo. Imploro Giulio di acquistare per me in un negozio di dischi la musicassetta dell’album “Movimenti” promettendogli che mia madre salderà il conto perché mi ha concesso di scegliere un regalo per il prossimo compleanno. Sono un omino felice, stringo quella cassetta come un bottino prezioso, la cover ritrae Jo bendata in un’ammiccante versione piratesca. L’album sarà sottoposto al vaglio censura di mia madre, contrariata per l’acquisto spontaneo e timorata dei messaggi contenuti nei brani. Dopo un ascolto si approva l’album e mi viene riconsegnato. Ho amato “Movimenti” fino a logorare il nastro per eccesso di ascolti, fino a logorare l’equilibrio psicofisico della famiglia. Saltavo sopra il divano nella mia camera come la Squillo al concerto versione pirata cow girl post-atomica urlando “TE GUSTA? ME GUSTA. È QUESTA LA COSA GIUSTA!”…Divano sfondato. Sentenza patriarcale: L’artista dall’appellativo licenzioso esercita una pessima influenza sul giovane soggetto e minaccia l’integrità delle suppellettili. Pena inflitta: confisca dell’album Movimenti per quindici giorni. Indulto concesso: nessuno. Succede che nel Maggio 2000 termina la guerra tra Eritrea ed Etiopia. L’Eritrea è libera, finalmente potrò raggiungere Massawa, la città sul Mar Rosso che tormenta dolcemente il mio immaginario attraverso gli aneddoti dei nonni dal periodo coloniale. Alla tv vedo le immagini dei combattenti eritrei che calzano gli shida, i sandali di gomma simbolo della resistenza. Sulla copia di un quotidiano in lingua italiana arrivato dal consolato l’autore dell’articolo definisce quei soldati degli AVVENTURIERI. Un caso? Prima di chiudere la valigia ripongo fra gli abiti il 45 giri Avventurieri di Jo Squillo. Non so se potrò ascoltarlo a Massawa, non so se qualcuno potrà, ma sento di volerlo portare con me. Massawa è a pezzi, sventrata dai bombardamenti. I miei coetanei eritrei mi appaiono alieni, circondati dalla distruzione sono ottimisti, pieni di energie come gli eroi di un anime giapponese sui robot. Al tramonto osservano tranquilli il mare calmo fra le macerie italo moresche. Una vecchia balera italiana crivellata dalle pallottole ha preservato dalla rovina un giradischi. Il proprietario accompagna cauto la puntina sul vinile, mi allontano dal locale. Tra le ombre crepuscolari della città l’aria ferma viene attraversata da♫”E se credi che l’avventura sia finita ormai, giovani speranze, nuovi eroi. Il pilota dello spazio attraverso il tempo dice che mi trovo molto a sud. Non ricordo più le strade, sogno solo cose nuove…♫ Lascerò il 45 giri nel locale a Massawa perché compia nuovi percorsi e raggiunga delle altre vite su questa Terra magica. Ora siamo nel 2020. Una pandemia virale paralizza il pianeta. Johannesburg è deserta blindata nella quarantena. Confinato nell’appartamento non godo di una panoramica particolarmente pittoresca, l’Estate australe si sta estinguendo. Leggo online i quotidiani locali, poi quelli britannici, scovo più faticosamente aggiornamenti dall’Eritrea, verifico la situazione in Italia…e in evidenza sul Corriere della sera “Milano Il dj set su Instagram di Jo Squillo contro la quarantena fa impazzire la rete.” -CORTO CIRCUITO TEMPORALE- Milano 1980, Corriere della sera “Piazza Duomo, una diciottenne punk urla il suo inno ribelle lanciando dei tampax usati in faccia al pubblico, è Jo Squillo” – Ancora una volta, distante dall’ epicentro creativo, vengo raggiunto dalle vibrazioni artistiche dei tuoi MOVIMENTI, e chi se ne frega se non apri il Superbowl o se non sei nella top scaricamenti digitali. Sono 40 anni di carriera, nove album pubblicati, decine di singoli autoprodotti, una rete televisiva fondata e diretta personalmente, le capitali della moda come fashion reporter, l’installazione di un muro delle bambole creata come simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Una donna adulta con l’energia di una ventenne che lavora tanto senza cedere alle lusinghe dello showbiz gossipparo. Felice quarantesimo amica mia, che i prossimi 40 siano ugualmente folli e creativi. Ci sarà sempre posto nella mia track list per un “I love muchacha”. Se non prevedi la pubblicazione di un cofanetto celebrativo audio video 40 special… almeno su un singolo inedito like a spinball per l’Estate boreale CI CONTO! STAY PUNK, STAY SQUILLO. MOVIMENTI DUEMILAVENTI. Fax Mac Allister
Movimenti 2020 di Fax Mac Allister Copyright © http://www.faxmacallister.com
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STAR WARS PARALLELI VARI 2 PARTE...STAR WARS GENERALS PARALLELS 2 PART
Post scritto da ME. Le gifs animate riportate NON SONO MIE e NON APPARTENGONO A ME IN NESSUN MODO.
Post written by ME. The animated gifs shown AREN’T MINE and DON’T BELONG TO ME IN ANY WAY
“La Ribellione ha bisogno di te. Ci servi per distruggere l'Impero”
“Tu hai già ciò che ti serve ma, purtroppo, sembra che tu lo stia lasciando andare tutto”
(Ezra e Obi – Wan, 3x18, Star Wars Rebels)
“The Rebellion needs you. We need you to defeat the Empire " "What you need you already have, unfortunately, you seemed to be letting it all go"
(Ezra and Obi – Wan, 3x18, Star Wars Rebels)
“Ci occorre il tuo aiuto e che l’Ordine dei Jedi rinasca. Ci occorre Luke Skywalker”
“Non vi occorre Luke Skywalker”
“Hai sentito quello che ho detto?”
“Che ti aspetti? Che mi faccia avanti con una spada di luce ad affrontare l’intero Primo Ordine? Che ti aspettavi sarebbe successo qui? Pensi sia venuto nel posto più inrintracciabile della Galassia senza alcuna ragione? Vai via”
(Rey e Luke Skywalker, dal film “Star Wars. Episodio VIII. Gli Ultimi Jedi”)
“We need your help. We need the Jedi Order back. We need Luke Skywalker” “You don’t need Luke Skywalker” “Did you hear a word I just said?” “You think what? I’m gonna walk out with a laser sword and face down the whole First Order? What did you think was going to happen here? You think that I came to the most unfindable place in the galaxy for no reason at all? Go away”
(Rey and Luke Skywalker, from the movie "Star Wars, Episode VIII, The Last Jedi")
In superficie le due situazioni sembrano simili. Appreso che Obi - Wan Kenobi non è morto, per ragioni diverse, Ezra e Darth Maul si mettono sulle sue tracce. Obi - Wan mostra di essere già a conoscenza di tutto e le sue parole a Ezra sono un INSEGNAMENTO. Il ragazzo possiede GIA’ il suo gruppo e maestro Jedi con cui combattere. In più, Obi - Wan sta proteggendo, da lontano, il giovane Luke Skywalker, in attesa del momento propizio per farlo scendere in campo.
Luke si è ritirato perchè DELUSO DA SE STESSO, VERGOGNANDOSI del cedimento e pensiero oscuro che l’ha tentato (assassinare il suo stesso nipote nel sonno, per timore del male che sarebbe diventato)...
“Tu hai già ciò che ti serve ma, purtroppo, sembra che tu lo stia lasciando andare tutto”
(Obi – Wan a Ezra, 3x18, Star Wars Rebels)
"What you need you already have, unfortunately, you seemed to be letting it all go"
(Obi – Wan to Ezra, 3x18, Star Wars Rebels)
“Come mettiamo in piedi una ribellione così?” “Abbiamo tutto ciò che serve”
(Rey e Leia Organa, dal film “Star Wars. Episodio VIII. Gli Ultimi Jedi”)
“How do we build a rebellion from this?”
“We have everything we need”
(Rey and Leia Organa, from "Star Wars, Episode VIII, The Last Jedi" movie)
Di nuovo: Ezra ha già un proprio gruppo con cui lottare e che lui considera una FAMIGLIA, CASA. Obi - Wan non fa altro che ricordargli ciò, di focalizzarzi su ciò che già possiede, sulle proprie battaglie. Lui e Maul sono una questione che non lo riguardano.
Pur volendo sinceramente bene a Finn e stimando Luke e Leia, scelta la Resistenza, che simboleggia il bene e la luce, Rey non la definisce FAMIGLIA o CASA, per il semplice fatto che lei non ha ancora quel rapporto con i suoi componenti, ma Leia la rincuora e le regala speranza...
Again: Ezra already has his own group to fight with and that he considers a FAMILY, HOME. Obi - Wan does nothing but remind him of this, to focus on what he already has, on his battles. He and Maul are a question doesn’t concern him.
While sincerely love Finn and estimating Luke and Leia, choosing the Resistance, which symbolizes good and light, Rey doesn’t call they FAMILY or HOME, for simple fact she doesn’t yet have that relationship with her components, but Leia encourages her and gives her hope...
#ben solo#darth maul#ezra bridger#kylo ren#leia organa#luke skywalker#obi wan kenobi#paralleli#parallels#rey#reylo#star wars#star wars rebels
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