#rapporto sociale 2024
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CENSIS 2024: Stagnazione economica, crisi educativa e sfiducia sociale nel 58° Rapporto sulla situazione italiana
Il CENSIS ha presentato il 58° Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2024, tracciando un quadro complesso e articolato dell’Italia contemporanea.
Un’analisi profonda della società italiana Il CENSIS ha presentato il 58° Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2024, tracciando un quadro complesso e articolato dell’Italia contemporanea. Il rapporto analizza fenomeni economici, sociali e culturali, mettendo in luce le sfide e le criticità che il Paese deve affrontare per uscire da una condizione di stagnazione. La “sindrome italiana”:…
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è passato così tanto tempo dall'ultima volta che presi i miei spazi, è da un po' che non scrivo di me.
ma partiamo dall'inizio o dalla fine.
21 luglio 2023
un giorno d'estate come tanti, ancora inconsapevole dei molteplici cambiamenti che sarebbero avvenuti da lì ai mesi successivi.
rapporti d'amicizia chiusi.
rapporto chiuso con quel ragazzo che non sai nemmeno come definire il rapporto, in cui si è sempre disposti a fare funzionare le cose, e poi non funzionano, prendendocela con noi stesse, quando alla fin fine, nessuno ha colpe, semplicemente non è quella persona per cui ne vale la pena davvero dedicare il nostro tempo.
aver ripreso un rapporto d'amicizia con una ragazza d'infanzia, l'unica amica che ho tutt'ora.
aver deciso di non uscire più, solo il minimo indispensabile, come andare al lavoro, all'università e a fare spesa.
aver deciso di non postare più nulla sui social, tranne su tumblr, l'unico social diverso, lo sappiamo tutti.
aver deciso di chiudermi nella mia zona confort, che equivale ad alternare studio e lettura, tutto accompagnato da una buona tazza di thè caldo prima di andare a letto.
aver deciso di non intraprendere più nuove conoscenze.
aver deciso di dedicare tutta la mia pazienza e sforzi nel lavoro.
aver deciso di mettere al primo posto mia mamma e mio fratello.
aver deciso di non commettere gli stessi errori, per poi essere di nuovo punto e a capo.
tutto un “aver deciso di” e giustamente la prima domanda che una persona si pone è il fatidico “perché? perché queste scelte? sei così giovane”
non sono solita a criticare o giudicare certi stili di vita, eppure ogni volta che mi si pone questa domanda, la mia risposta è sempre la stessa “non voglio perdere tempo a divertirmi, voglio perderlo per costruirmi un futuro ed essere indipendente”
è così sbagliato?
è così sbagliato lavorare nel settore che più ti piace anche se la paga non è granché?
è così sbagliato lavorare per non avere quel macigno nel petto che porta il nome di “le mie spese sono tutte alle spalle dei miei genitori” ?
è così sbagliato studiare per avere un titolo che mi permetta di lavorare sempre nel settore che mi piace, ma allo stesso tempo avere uno stile di vita più appagato e un buon stipendio?
è così sbagliato essere selettivi con le persone, per il semplice fatto di non volermi circondare di nuovo da persone meschine, egoiste e false?
è così sbagliato mettere al primo posto la propria famiglia perché vuoi che stiano bene?
è così sbagliato voler rimanere a casa il venerdì sera o il sabato sera, anziché andare a ballare e ubriacarmi, solo per il pensiero di risparmiare soldi?
ripeto, non giudico certi stili di vita, ma perché giudicare la mia?
è così sbagliato tutto questo? porsi degli obbiettivi, fare progetti, è sbagliato?
siamo arrivati ad oggi, 4 marzo 2024.
in cui ho capito che stare da soli fa bene, ma starci per troppo tempo fa alquanto male.
in cui ho capito che avere soltanto due amici in croce è meglio che averne dieci di cui non puoi fidarti.
in cui ho capito che se voglio una cosa, la ottengo, con pazienza, determinazione e dedizione, ma la ottengo.
in cui ho capito che se una cosa non la faccio oggi, ma il giorno dopo, non succede nulla, basta farla, ovviamente dipendentemente dalle circostanze.
e siamo attivati ad oggi, 4 marzo 2024, in cui ho capito di stare finalmente bene dopo tanto tempo, così bene che ogni tanto durante la giornata mi chiedo “dov'è la fregatura?”
perché si sa, ogni momento di quiete prima o poi verrà spazzato via dalla tempesta.
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In un’era in cui il potere economico sembra spesso eclissare quello politico emergono inquietanti verità sul ruolo delle grandi aziende nel plasmare – e talvolta minare – i fondamenti stessi della democrazia globale. Un recente rapporto dell’International Trade Union Confederation (Ituc) getta luce su pratiche di cui forse la politica dovrebbe occuparsi con più coraggio.
Al centro di questa rete di influenza troviamo nomi che quotidianamente entrano nelle nostre vite: Amazon, Tesla, Meta, ExxonMobil, Blackstone, Vanguard e Glencore. Giganti dell’economia mondiale che, secondo l’ITUC, non si limitano a dominare i mercati ma estendono i loro tentacoli fino a toccare le corde più sensibili della politica e della società.
Multinazionali e regole democratiche
Amazon, il colosso dell’e-commerce guidato da Jeff Bezos, si distingue non solo per la sua posizione dominante nel mercato ma anche per le sue pratiche aggressive nei confronti dei sindacati. L’azienda, quinta maggiore datore di lavoro al mondo, è stata accusata di violare i diritti dei lavoratori su più continenti, di eludere le tasse e di esercitare una pressione lobbistica senza precedenti a livello nazionale e internazionale. La sua influenza si estende fino al punto di sfidare la costituzionalità del National Labor Relations Board negli Stati Uniti e di tentare di sovvertire le leggi sul lavoro in Canada.
Non meno controverso è il ruolo di Tesla e del suo eccentrico fondatore, Elon Musk. L’azienda automobilistica, simbolo dell’innovazione tecnologica, si trova al centro di accuse di violazioni dei diritti umani nella sua catena di approvvigionamento e di feroci opposizioni alle organizzazioni sindacali in Stati Uniti, Germania e Svezia. Musk stesso è finito sotto i riflettori per il suo sostegno a figure politiche controverse come Donald Trump, Javier Milei in Argentina e Narendra Modi in India, sollevando interrogativi sul ruolo dei magnati tech nella formazione dell’opinione pubblica e nelle dinamiche politiche globali.
Meta, l’impero dei social media di Mark Zuckerberg, si trova al centro di un ciclone di critiche per il suo ruolo nell’amplificare la propaganda dell’estrema destra e nel facilitare la crescita di movimenti antidemocratici. La piattaforma, che raggiunge miliardi di utenti in tutto il mondo, è accusata di essere un veicolo per la diffusione di disinformazione e odio, minando le basi stesse del dibattito democratico in numerosi paesi.
Multinazionali della finanza e dell’energia
Il rapporto dell’ITUC non risparmia nemmeno i giganti della finanza e dell’energia. Blackstone, guidata dal miliardario Stephen Schwarzman, noto sostenitore di Donald Trump, è accusata di finanziare movimenti politici di estrema destra e di investire in progetti fossili e di deforestazione nell’Amazzonia. ExxonMobil, dal canto suo, è citata per il suo ruolo nel finanziare ricerche anti-climatiche e per le sue aggressive attività di lobbying contro le regolamentazioni ambientali.
Le aziende, con le loro vaste risorse finanziarie e la loro influenza capillare, sembrano in grado di plasmare l’agenda politica globale a loro vantaggio, spesso a discapito dei diritti dei lavoratori, dell’ambiente e della stessa sovranità degli Stati nazionali.
La sfida che si presenta è titanica. Come sottolinea Todd Brogan, direttore delle campagne e dell’organizzazione dell’ITUC, “si tratta di potere, di chi ce l’ha e di chi stabilisce l’agenda”. In un mondo in cui le corporazioni multinazionali spesso superano il potere degli Stati, e in cui non esiste alcuna responsabilità democratica, è fondamentale che i lavoratori e i cittadini si organizzino per contrastare questa deriva.
Il 2024 si preannuncia come un anno cruciale, con 4 miliardi di persone chiamate alle urne in tutto il mondo. In questo contesto, l’ITUC sta spingendo per un trattato internazionale vincolante che possa finalmente rendere le corporazioni transnazionali responsabili ai sensi del diritto internazionale sui diritti umani. Anche da noi Meloni aveva promesso di fare “la guerra alle multinazionali”. Per ora l’abbiamo solo ricevere un premio da Musk.
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Rara Avis
Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane
a cura di Sofia Gnoli
testi di Emanuele Coccia, Karen Van Godtsenhoven, Peter McNeil, Natsumi Nonaka e Simona Segre-Reinach
Marsilio Arte, Venezia 2024, 129 pagine, 17x24cm, ISBN 9791254632086
euro 24,00
email if you want to buy [email protected]
Di magia e metamorfosi parlano gli abiti e gli accessori protagonisti della mostra Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane, dedicata all’arcana corrispondenza che lega la moda al mondo ornitologico. In occasione dell’esposizione visitabile dal 24 aprile al 21 luglio 2024 alle Uccelliere Farnesiane sul Palatino, Marsilio Arte pubblica il catalogo Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane a cura di Sofia Gnoli, studiosa di moda e curatrice della mostra. Grazie alle ricche illustrazioni e ai testi di Emanuele Coccia, Karen Van Godtsenhoven, Peter McNeil, Natsumi Nonaka e Simona Segre-Reinach, il volume accompagna il lettore alla scoperta di una vera e propria ornitologia della couture, in un creativo e fantasioso dialogo tra mondo umano e mondo animale.
Inquietanti o benevoli, comunque metaforici, gli uccelli fanno parte del lessico delle apparenze sin dall’antichità. Pappagalli, aquile, struzzi e pavoni hanno periodicamente incantato cavalieri e regine, principesse e muse del gusto. Attraverso le stupefacenti creazioni di celebri e innovativi designer, da Dior a Gucci, da Jean-Paul Gaultier a Thierry Mugler, da Chanel a Schiaparelli, come una contemporanea Wunderkammer Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane racconta un percorso suggestivo che si snoda tra abiti-uccello visionari ed eccentrici e accessori piumati.
Apre il volume il contributo Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane della curatrice Gnoli, in cui un excursus storico sul rapporto tra moda e mondo ornitologico fa da spunto per un approfondito racconto della mostra e del percorso espositivo. La storica dell’arte Natsumi Nonaka in Le Uccelliere Farnesiane sul Palatino a Roma analizza questi due padiglioni gemelli che sorgono sul colle romano, ripercorrendone la storia e gli utilizzi. Livree da sogno. L’abito come luogo di metamorfosi è il saggio del filosofo Emanuele Coccia, una riflessione storico-antropologica sul rapporto tra moda, metamorfosi e mondo ornitologico. Karen Van Godtsenhoven firma Donne alate, moda e femminismo, testo in cui l’autrice indaga sull’immagine metaforica della donna-uccello come riflesso del fluttuante status del femminile nella società per le sue associazioni con purezza, sessualità, vizio, fragilità, morte, rinascita e immortalità. Segue il contributo Leggera come una piuma: la moda tra desiderio e disgusto dello studioso Peter McNeil, in cui viene affrontata la funzione sociale e culturale delle piume nel promuovere idee sull’abbigliamento e sul corpo umano. Volare alto. Verso un’industria più etica e responsabile è il testo di Simona Segre-Reinach che descrive la il progresso e le conquiste raggiunte nel campo della protezione degli animali impiegati nella moda, dagli uccelli a quelli da pelliccia. Completa il catalogo l’elenco delle opere in mostra.
10/05/24
#Rara Avis#Moda in volo#fashion exhibition catalogue#Sofia Gnoli#Uccellerie Farnesiane Roma 2024#Marlene Dietrich#Anna Piaggi#Gucci#Dolce&Gabbana#Capucci#Dior#Mugler#Givenchy#fashion books#fashionbooksmilano
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Il rapporto UNFPA 2023 raccomanda l’importanza di fornire servizi universali per eliminare le barriere alla partecipazione delle donne nei processi decisionali, raggiungere l'uguaglianza di genere e bilanciare la vita familiare e lavorativa garantendo pari diritti. Istruzione, sanità, energia pulita e sviluppo sociale saranno questi gli obbiettivi in agenda alla prossima presidenza italiana del G7 nel 2024.
#AIDOS#COOPERAZIONE ITALIANA#CRISTINA MONTAGNI#EMPOWERMENT DI DONNE E BAMBINE#FORMAZIONE#LAVORO#OBBIETTIVO 3 SALUTE#OBBIETTIVO 5 PARITÀ DI GENERE#PRESIDENZA ITALIANA G7 2024#REPORT UNFPA 2023
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Micol Jalla in residenza per It’s a match!
dal 09 al 22 Dicembre 2024
Inizia oggi la residenza creativa per la ricerca e composizione del nuovo spettacolo di Micol Jalla.
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Viviamo in un’epoca in cui le piattaforme digitali stanno trasformando profondamente le relazioni sociali e familiari. Strumenti come App di social network o di dating non si limitano a connettere le persone, ma diventano il terreno su cui si costruiscono nuovi tipi di legami. Questi spazi digitali, come sottolinea il sociologo Manuel Castells, affiancano alle relazioni sociali tradizionali nuove forme di auto-narrazione, che attraversano e pervadono gli interstizi della vita quotidiana, offrendo possibilità inedite di contatto e interazione.
In questo contesto, i confini tra pubblico e privato si ridefiniscono continuamente, così come quelli tra online e offline, creando una continuità che, come ricorda il sociologo Giovanni Boccia Artieri, assume le caratteristiche della coalescenza: due dimensioni apparentemente opposte che si intrecciano e si sostengono a vicenda, come due facce della stessa medaglia.
Le piattaforme digitali non solo offrono strumenti per raccontare e definire la propria identità, ma amplificano anche la pressione sociale, spingendo gli individui verso l’aderenza a modelli ideali e alla ricerca costante di approvazione. Questa dinamica ha un impatto significativo anche sulle relazioni familiari, in particolare sul rapporto genitori-figli, dove le aspettative, spesso irrealistiche, generano tensioni tra il desiderio di perfezione e la necessità di accettare l’imperfezione e la complessità dell’altro e di se stessi: le aspettative che percepiamo raramente corrispondono a ciò che l’altro desidera realmente da noi, trasformandosi spesso in un riflesso delle nostre convinzioni su ciò che crediamo di dover essere per sentirci accettati e amati.
Da queste premesse nasce It’s a match! il nuovo lavoro di Micol Jalla (Torino), che ha ricevuto la menzione speciale della giuria e dell’osservatorio critico al Premio Scenario Infanzia e Adolescenza 2024. Lo spettacolo racconta di un mondo distopico in cui genitori e figli si scelgono attraverso un’App di incontri, un meccanismo che ribalta i legami familiari tradizionali, trasformandoli in una compravendita di identità e relazioni. Ma potersi scegliere rende davvero i rapporti più semplici? O amplifica la difficoltà di adattarsi, accettarsi e crescere insieme? Attraverso una riflessione condivisa con preadolescenti, lo spettacolo esplora temi centrali come le aspettative, la ricerca della perfezione, il bisogno di approvazione e la difficoltà di essere genitori e figli.
A partire da queste riflessioni incontreremo in questi giorni gli studenti e studentesse delle scuole del territorio insieme alle loro insegnati per il progetto La scuola elementare del teatro e della danza e alcuni adulti partecipanti alla serie di incontri Farsi comunità. Un processo collettivo di condivisione di sguardi ed esperienze.
#residenza creativa#premio scenario#Micol Jalla#It's a match!#farsi comunità#la scuola elementare del teatro e della danza
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LA "SINDROME ITALIANA" NEL 58° RAPPORTO CENSIS. IL CETO MEDIO PIU' POVERO E PIU' IGNORANTE DI 20 ANNI FA
Censis https://www.censis.it/rapporto-annuale/sindrome-italiana Il capitolo «La società italiana al 2024» del 58° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. La sindrome italiana è la continuità nella medietà, in cui restiamo intrappolati: nè capitomboli rovinosi nelle fasi recessive, nè scalate erocihe nei cicli positivi. Ma nasconde una insidia. Se il ceto medio si sfibra (i redditi…
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36 domande per innamorarsi in 45 minuti. Un esperimento (riuscito)
Love is…” scriveva Kim Casali sulle sue famose vignette negli anni ’60. Dopo qualche anno e uno studio psicologico che ha fatto il giro del mondo, quel celebre inizio di frase potrebbe essere completato con “…fare le domande giuste”. Nel 1997 lo psicologo Arthur Aron - si legge sul New York Times - dimostrò che è possibile far innamorare due sconosciuti in un’ora con un test di 36 domande divise in 3 gruppi, studiati per abbassare un po’ alla volta le difese dell’altra persona.
L’amore analizzato in laboratorio
Venti anni fa Aron e i suoi colleghi pubblicarono un saggio sul Personality and Social Psychology Bulletin che si intitolava “Experimental Generation of Interpersonal Closeness” (Creazione sperimentale di intimità interpersonale). Volevano scoprire se fosse possibile creare un contesto artificiale, ‘da laboratorio’, in cui due sconosciuti potessero legare tra loro e costruire un’amicizia profonda, o addirittura un rapporto romantico, in meno di un’ora. Organizzarono così una serie di esperimenti con alcune coppie di persone che non si conoscevano. I due volontari entravano in una stanza vuota, si sedevano uno di fronte all’altro e cominciavano a rispondere a una lista di domande, 36 nello specifico. Arrivati alla fine i volontari dovevano guardarsi negli occhi per 4 minuti. La durata dell’incontro non doveva superare i 45.
Ecco le 36 domande per innamorarsi
Primo gruppo:
1. Se potessi scegliere tra qualsiasi persona al mondo, chi inviteresti a cena?
2. Vorresti essere famoso? Come?
3. Prima di fare una telefonata, fai le prove di quello che dirai?
4. Definisci qual è «Il giorno perfetto» per te?
5. Qual è l’ultima volta che hai cantato da solo? E per qualcun altro? Video correlato: Chi sono le star che hanno perdonato un tradimento - La Volta Buona 31/10/2024 (RaiPlay)
6. Se potessi vivere fino a 90 anni e per gli ultimi 60 anni avere o il corpo o la mente di un trentenne, quale dei due sceglieresti?
7. Pensi mai al modo in cui morirai?
8. Tre cose che tu e il tuo partner avete in comune.
9. Qual è la cosa nella tua vita di cui sei più grato?
10. Se potessi cambiare qualcosa nel modo in cui sei stato allevato, quale sarebbe?
11. Racconta la storia della tua vita al tuo partner in 4 minuti nel modo più dettagliato possibile.
12. Se potessi svegliarti domani con una particolare qualità, quale sceglieresti?
Secondo gruppo:
13. Se una palla di cristallo potesse dirti la verità su te stesso, sulla tua vita o sul futuro o su qualsiasi altra cosa, che sceglieresti?
14. C’è qualcosa che hai a lungo sognato di fare? Perché non l’hai fatta?
15. Qual è il più gran risultato della tua vita?
16. Per te cosa conta di più in un’amicizia?
17. Qual è il tuo ricordo più caro?
18. E il più terribile?
19. Se sapessi che nel giro di un anno morirai cosa cambieresti nella tua vita?
20. Cosa significa l’amicizia per te?
21. Che ruolo gioca l’amore nella tua vita?
22. Condividi con il tuo partner almeno cinque qualità positive reciproche.
23. Quanto è stata affettuosa la tua famiglia? Ritieni che la tua infanzia sia stata in media più felice delle altre?
24. Che rapporto hai con tua madre?
Terzo gruppo:
25. Tu e il tuo partner fate tre affermazioni vere con il «noi». Per esempio: «Siamo entrambi in questa stanza e sentiamo...».
26. Completa questa frase: «Vorrei aver avuto qualcuno con cui condividere…»
27. Se tu diventassi amico del tuo partner quale segreto dovrebbe sapere di te?
28. Dì al partner cosa ti piace di lui.
29. Dividi con il partner un momento imbarazzante nella tua vita.
30. Quand’è stata l’ultima volta che hai pianto davanti a qualcuno? E da solo?
31. Sottolinea al tuo partner qualcosa che ti piace particolarmente di lui.
32. Che cosa è troppo serio per scherzarci su?
33. Se tu dovessi morire questa sera, qual è la cosa che rimpiangi di più di non aver detto a qualcuno?
34. La tua casa brucia, hai tempo per salvare solo un oggetto, cosa sceglieresti e perché?
35. Fra tutte le persone della tua famiglia, la morte di chi ti colpirebbe di più?
36. Condividi un problema personale con il tuo partner e chiedigli aiuto per risolverlo.
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Immigrazione: Una fotografia dell’Italia multiculturale e le sfide del futuro
Immigrazione: Una fotografia dell’Italia multiculturale e le sfide del futuro
Secondo il recente rapporto pubblicato da Caritas e Fondazione Migrantes, gli stranieri residenti in Italia ammontano a 5.308.000, rappresentando il 9,2% della popolazione complessiva. Questo dato, riportato nell'articolo di AgenSir del 16 ottobre 2024 (https://www.agensir.it/italia/2024/10/16/immigrazione-caritas-migrantes-sono-5-308-000-gli-stranieri-in-italia-32/), ci offre uno spaccato della composizione sociale del nostro Paese e delle opportunità e sfide che derivano da questa realtà.
Un contributo fondamentale
Gli stranieri in Italia non sono solo numeri, ma persone che contribuiscono in modo significativo alla nostra economia, cultura e società. Dalla manodopera nei settori chiave come l’agricoltura e l’assistenza alla ricchezza culturale che deriva dall’integrazione, la loro presenza è un pilastro della nostra nazione. Tuttavia, questi dati evidenziano anche la necessità di un approccio più strutturato e inclusivo nelle politiche migratorie.
Le sfide dell’integrazione
Il rapporto ci invita a riflettere sulle difficoltà che molti stranieri affrontano nel nostro Paese, come l’accesso al lavoro regolare, l’ottenimento della cittadinanza e la discriminazione. Un altro tema cruciale è la necessità di armonizzare le politiche locali con quelle nazionali, garantendo pari opportunità e contrastando il rischio di ghettizzazione.
La necessità di un nuovo modello
Questo scenario ci mostra chiaramente che l’attuale sistema, spesso improntato a misure emergenziali come il decreto flussi, deve essere ripensato. È fondamentale adottare politiche migratorie che siano non solo più efficienti ma anche rispettose dei diritti umani e delle esigenze di un Paese che invecchia e ha bisogno di nuove energie.
Conclusione
I numeri presentati dal rapporto non sono solo statistiche, ma un appello a considerare l’immigrazione come una risorsa, e non un problema. È ora di costruire un sistema che valorizzi il contributo degli stranieri e promuova un’integrazione reale, basata su diritti e doveri condivisi.
Link alle risorse dell’autore:
Sito ufficiale: www.avvocatofabioloscerbo.it
Medium: https://medium.com/@avv.loscerbo
Substack: https://substack.com/@avvfabioloscerbo
LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/fabio-loscerbo-avvocato/
Blog: https://osservatoriogiuridicoimmigrazione.blogspot.com
Podcast su Amazon Music: https://music.amazon.it/podcasts/b8f5598d-5bf8-4c26-8c01-4df41f265cb4/diritto-dell-immigrazione
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Avv. Fabio Loscerbo
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Lidia Thorpe
“Ridateci ciò che ci avete rubato: le nostre ossa, i nostri teschi, i nostri bambini, il nostro popolo”
Lidia Thorpe è la senatrice aborigena australiana salita alla cronaca mondiale il 21 ottobre 2024, quando ha interrotto il discorso di Re Carlo d’Inghilterra durante la sua visita al Parlamento, accusandolo di genocidio contro i popoli delle Prime Nazioni, che popolavano il paese prima della colonizzazione.
È stata la prima aborigena eletta al Parlamento nel 2017 ed è senatrice dal 2020. È stata vice leader dei Verdi al Senato da giugno a ottobre 2022. Nel febbraio 2023 ha lasciato il partito ed è diventata indipendente.
Nel suo impegno politico si è distinta per aver reclamato i diritti delle persone aborigene e per essersi imposta su temi relativi alla tutela dell’ambiente, della terra e sulla riforma del sistema giudiziario.
È nata il 18 agosto 1973 a Carlton, Victoria, in una famiglia povera e militante, composta da orgogliose attiviste e organizzatrici della classe operaia con diverse origini.
Sua nonna, Alma Thorpe, è stata una delle fondatrici del Victorian Aboriginal Health Service e ha partecipato all’Aboriginal Tent Embassy, la più lunga protesta permanente per i diritti del paese. Sua madre, Marjorie Thorpe, ha lavorato all’inchiesta Stolen Generations che ha prodotto il rapporto Bringing Them Home negli anni ’90.
È cresciuta in una casa popolare al nord di Melbourne e ben presto ha imparato a difendersi da molestie e attacchi razzisti a scuola e in strada.
Si è laureata nel 2007 alla Swinburne University of Technology in Sviluppo della Comunità.
L’anno seguente, ha ricevuto il Fellowship for Indigenous Leadership Award per il suo impegno nelle comunità native.
Ha lavorato in diverse organizzazioni per la tutela dei diritti e fatto parte di importanti comitati e osservatori nazionali.
La sua università, nel 2021, l’ha insignita col Social Impact Award.
È entrata nel Parlamento australiano dopo le elezioni suppletive il 28 novembre 2017 col partito Australian Greens Victoria con le deleghe alla giustizia aborigena, tutela dei consumatori, formazione e competenze, sport e salute mentale.
Ha finito il suo mandato in dicembre 2018 e due anni dopo è rientrata per ricoprire una carica vacante, diventando la prima aborigena a rappresentare lo stato di Victoria al Senato e la prima parlamentare federale aborigena dei Verdi.
Rieletta alle elezioni federali del maggio 2022, è diventata vice capo al Senato nel partito dei Verdi dove si è distinta per la sua grinta e l’orgoglio contro il sistema coloniale, utilizzando spesso toni forti, auspicando la sovranità aborigena e il riconoscimento dei clan indigeni.
Ha dovuto anche ripetere il giuramento di fedeltà al paese, perché aveva aggiunto la parola ‘colonizzatrice’ davanti alla regina Elisabetta II.
Senza peli sulla lingua, per il suo atteggiamento di sfida e denuncia di comportamenti molesti, è riuscita a inimicarsi deputati di ogni fazione. Dopo che è stata resa pubblica la sua relazione sentimentale con un motociclista con precedenti penali, si è dimessa dal suo incarico di vice leader dei Verdi e affrontato una mozione di censura.
Non ha mai avuto timore di esporsi dentro e fuori le sedi istituzionali. Ha indossato la kefiah palestinese in Senato, è scesa in piazza per i diritti delle donne e delle persone lgbtq, ha criticato ferocemente un movimento anti transgender e ha manifestato contro la violenza della polizia.
Ha sostenuto la campagna Pay the Rent, che invita le persone australiane non aborigene a pagare una riparazione dell’occupazione dei suoli ai nativi e organizzato una giornata di lutto in occasione dell’Australian Day. Il 6 febbraio 2023 si è dimessa dal Green Party per diventare senatrice indipendente a causa dei disaccordi riguardanti la proposta del referendum Indigenous Voice to Parliament di cui è diventata una figura chiave nella campagna del “No progressista“.Il 21 ottobre 2024, durante la visita ufficiale di re Carlo III, lo ha interrotto gridandogli “Questa non è la tua terra, tu non sei il mio re“.È stata portata via mentre continuava a inveire contro il reale e a invocare il trattato che consentirebbe all’Australia di diventare una repubblica, indipendente dal Regno Unito, con il popolo aborigeno come parte di essa.Attualmente, l’Australia è l’unico paese del Commonwealth che non ha mai stipulato un trattato con il suo popolo indigeno.Con la sua azione dimostrativa, i cui video hanno fatto il giro del mondo, si è inimicata tutto il Parlamento ed è stata censurata per azioni irrispettose e dirompenti.
Inarrestabile, ha annunciato ancora battaglia perché ha ancora tre anni e mezzo per portare avanti le sue istanze al governo.Lidia Thorpe, forte e determinata, va avanti spedita senza alcuna intenzione di mollare la presa sull’impegno per i diritti fondamentali di ogni persona, di qualsiasi etnia, cultura e orientamento sessuale.
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Al FLA Festival di Libri e Altrecose 2024, con Daniela Quieti
L’Edizione del FLA Festival di Libri e Altrecose 2024 tenutosi come sempre a Pescara dal 7 al 10 novembre 2024, ha riscosso anche questa volta, un grande successo di pubblico. Quest’anno la rosa degli eventi proposta è stata particolarmente ricca, per un totale di quasi 200 appuntamenti: tra letteratura, giornalismo, talk, reading, teatro, fumetto, danza, musica e... altrecose!Noi di Vortici.it abbiamo scelto di seguire per voi la presentazione dell’ultima fatica letteraria di Daniela Quieti(autrice già nota ai lettori di Vortici) dal titolo meraviglioso: FORSE L’ETERNITA’- Poesie (IBISKOS ULIVIERI), tenutasi lo scorso 8 Novembre c/o Sala Unione – Nuovo Spazio Fla.L’incontro è stato moderato da Vittorina Castellano:L’autrice Daniela Quieti, che ringrazio, mi ha poi concesso questa splendida intervista: 1. Forse l’Eternità. Perché hai scelto questo titolo? Qual è il tuo rapporto con essa? Ringrazio di cuore Annapaola Di Ienno, Direttrice Responsabile della rivista Vortici, per questa significativa intervista. Ho scelto il titolo “Forse l'eternità” per la mia silloge di poesie riprendendo il verso finale del componimento che chiude la raccolta. In questo nostro tempo attraversato da tante tragedie e incognite, nel quale la serenità del vivere sembra allontanarsi sempre di più, riavvicinarsi al mistero della trascendenza e dell’infinito mitiga i dolori dell’esistenza, riconcilia con la propria interiorità e con il mondo donando all’anima quell’anelito di eternità che manca al nostro essere temporaneo. 2. Come ti sei avvicinata alla poesia? Dalla giovane età sono stata esortata dalla famiglia e dagli insegnanti alla lettura, alla scrittura e al dialogo. I miei mi donavano libri nelle varie ricorrenze e mi piaceva sfogliarli ed elaborare le mie impressioni. Scrissi i miei primi versi su un piccolo quaderno di altri tempi con la copertina nera e i profili rossi, che custodivo in un cassetto come un tesoro. Con il trascorrere degli anni compresi quanto fosse gratificante riuscire a condividere con i lettori sensazioni ed emozioni attraverso il valore simbolico, fonico e suggestivo della parola scritta. 3. Che cosa ha ispirato questa silloge?Questa silloge di poesie è stata ispirata da riflessioni e interrogativi sullo smarrimento, la transitorietà, le contraddizioni e i timori che modellano il vivere del nostro tempo, custode del mutevole avvicendarsi delle stagioni e dei loro accadimenti voluti o imposti. L’impatto con una realtà incerta, caratterizzata da eventi distruttivi e disorientanti come le guerre, le pandemie, le migrazioni, l’intelligenza artificiale e i cambiamenti climatici, è tale da frantumare le sicurezze che si credevano raggiunte e pone nuovi dilemmi sulla ricerca di senso dell’esistere, chiamando a proiettarsi da una storia individuale in quella collettiva. Nel desiderio di riappropriarsi dell’armonia del creato e della sua interconnessione tra terra e cielo, illuminazioni universali di speranza e amore espandono la consapevolezza sia del dolore sia dell’attesa di una rinascita. 4. Arte e poesia, per te sono due facce della stessa medaglia? Credo che la Poesia sia una delle espressioni artistiche più significative perché evoca l’immaginazione, i sentimenti, lo stupore della natura circostante, esprimendo la consapevolezza di un’esperienza emotiva attraverso un linguaggio strutturato in relazione al suo significato, all’armonia e al ritmo, un “linguaggio universale d’arte e poesia, un diverso tempo per tracciare il giusto posto…” 5. Quale messaggio vorresti lasciare al lettore che leggerà questa tua ultima fatica? Nei miei anni d’insegnamento e nella mia attività giornalistica e sociale sono stata vicino alle coscienze e alle aspirazioni dei giovani e dei meno giovani. Questa nostra società, tanto in crisi quanto a valori, ha bisogno dell’onestà intellettuale e della migliore creatività per realizzare un futuro migliore. Esorto quindi soprattutto i giovani a essere partecipativi e ad avviarsi verso la formazione personale senza la fretta di un fragile successo ma con un solido rigore e con la conoscenza del passato, per capire meglio il presente in un accostamento fertile con i nuovi modelli culturali. Daniela Quieti: laureata in Lingue e Letterature Straniere, già docente di Lingua e Letteratura inglese, è giornalista, presidente dell’Associazione Logos Cultura, direttore editoriale dell’omonimo periodico e della Pegasus Edition. Cura rubriche di cultura e tradizioni per Radio Speranza e alcune testate. Ha conseguito diplomi di specializzazione linguistica e per l’attività di volontariato socio-sanitario. Ha pubblicato diversi libri di poesia, narrativa e saggistica. Partecipa attivamente a rassegne letterarie. Per le sue opere, anche tradotte in altre lingue, e per l’attività culturale ha ricevuto numerosi premi nazionali e internazionali. Read the full article
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"La vita contro" di Rita RagoneseUn incontro tra due anime alla ricerca di redenzione e speranza. Recensione di Alessandria today
"La vita contro", pubblicato il 6 settembre 2024, è un intenso romanzo scritto da Rita Ragonese. La storia si sviluppa attorno a due protagonisti molto diversi tra loro, ma uniti dal destino: Umberto e Angela.
“La vita contro“, pubblicato il 6 settembre 2024, è un intenso romanzo scritto da Rita Ragonese. La storia si sviluppa attorno a due protagonisti molto diversi tra loro, ma uniti dal destino: Umberto e Angela. Umberto è un macellaio alla soglia della pensione, alcolista e con un passato segnato da una tragedia personale. Cresciuto al CEP di Venezia, un esperimento di aggregato popolare, Umberto…
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AI Groove: The Doors, eroi dimenticati
L’eclissi di un mito
Nel panorama musicale odierno, dominato da sonorità sempre più ibride e da un rapido turnover di mode, sembra quasi che i Doors siano stati relegati ai margini della memoria collettiva. Un destino ingiusto per una band che ha lasciato un’impronta indelebile sulla storia del rock, segnando un’epoca e influenzando generazioni di artisti.
Perché, a distanza di decenni dalla loro dissoluzione, i Doors continuano a essere una figura così sfuggente nel dibattito musicale contemporaneo? È come se la loro musica, così ricca di sfumature e complessità, fosse stata inghiottita dal vortice della contemporaneità, perdendo progressivamente la sua centralità.
Un’eredità incancellabile
Eppure, negare l’importanza dei Doors significa ignorare un pezzo fondamentale della storia del rock. La loro musica, un connubio esplosivo tra blues, psichedelia e rock, ha rappresentato una vera e propria rivoluzione sonora, spingendo i confini della musica popolare verso territori inesplorati.
Ma l’impatto dei Doors non si è limitato all’ambito musicale. La figura di Jim Morrison, carismatico frontman e poeta maledetto, ha fatto di lui un’icona culturale, un simbolo di ribellione e trasgressione. Le sue liriche, spesso oscure e allusive, hanno toccato corde profonde nell’animo di milioni di giovani, diventando un punto di riferimento per chi cercava un’identità e una voce fuori dal coro.
I Doors e il loro contesto storico-culturale
I Doors sono emersi nel tumultuoso panorama musicale e sociale degli anni ’60, un decennio caratterizzato da profondi cambiamenti culturali, politici e sociali. La loro musica, con le sue liriche evocative e il sound psichedelico, rispecchiava perfettamente lo spirito del tempo.
Un’America in fermento
Gli Stati Uniti degli anni ’60 erano un paese in piena trasformazione. La guerra del Vietnam divideva l’opinione pubblica, il movimento per i diritti civili era in piena ascesa e la gioventù si ribellava contro i valori tradizionali. I giovani cercavano nuove identità e nuovi modelli di comportamento, e la musica divenne uno dei principali veicoli di espressione di questo malcontento.
I Doors, con la loro musica e la figura carismatica di Jim Morrison, incarnavano perfettamente lo spirito ribelle di questa generazione. Le loro canzoni, spesso oscure e allusive, esploravano temi come la morte, la sessualità, la droga e la ricerca spirituale, risuonando profondamente nell’animo dei giovani che si sentivano alienati dalla società.
Il movimento hippy e la cultura psichedelica
I Doors erano strettamente legati al movimento hippy e alla cultura psichedelica, che si diffusero negli Stati Uniti e in Europa negli anni ’60. Questo movimento, che predicava l’amore universale, la pace e la libertà, si opponeva alla guerra del Vietnam e ai valori materialistici della società consumistica.
La musica psichedelica, con i suoi suoni distorti e le sue atmosfere oniriche, era la colonna sonora perfetta per le esperienze allucinogene e per la ricerca di stati alterati di coscienza. I Doors, con il loro sound caratterizzato dall’uso massiccio delle tastiere e dalle improvvisazioni, si inserirono perfettamente in questo contesto, diventando una delle band più rappresentative del genere.
Il rapporto con la società
Il rapporto dei Doors con la società fu sempre complesso e controverso. Da un lato, la band fu accolta con entusiasmo dalla generazione dei giovani, che li considerava dei veri e propri profeti. Dall’altro lato, i Doors furono spesso criticati dai media e dalle autorità per i loro testi considerati osceni e per il comportamento trasgressivo di Jim Morrison.
La figura di Morrison, in particolare, divenne il bersaglio di numerose polemiche. Le sue performance sul palco, spesso caratterizzate da gesti provocatori e da un linguaggio esplicito, lo fecero considerare un pericolo per la morale pubblica. Tuttavia, proprio queste polemiche contribuirono a farne un’icona culturale, un simbolo di ribellione e di libertà.
L’eredità dei Doors
Ray Manzarek: “La nostra musica era un tentativo di catturare l’essenza della psichedelia, di creare un’esperienza sensoriale totale.”
John Densmore: “I Doors erano una band molto democratica. Ognuno di noi aveva la possibilità di esprimere la propria creatività.”
Nonostante le critiche e le controversie, i Doors hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica. La loro musica, con le sue liriche evocative e il suo sound innovativo, continua a influenzare nuove generazioni di artisti. I Doors sono un esempio di come la musica possa essere uno strumento potente per esprimere i propri sentimenti, per mettere in discussione l’autorità e per creare un senso di comunità.
In sintesi, i Doors sono nati in un periodo di grandi cambiamenti sociali e culturali, un periodo in cui i giovani cercavano nuove identità e nuovi modelli di comportamento. La loro musica, con le sue tematiche universali e il suo sound psichedelico, rispecchiava perfettamente lo spirito del tempo e li ha resi un’icona della generazione del ’68.
Jim Morrison
“Sono stato sempre un bersaglio facile per i media. Ma non mi interessa quello che pensano di me. Io sono un artista, e il mio lavoro è quello di esprimere la verità, anche se questa verità fa paura.”
“La musica è una rivoluzione. È un modo per cambiare il mondo.” (frase attribuita a Jim Morrison)
Morrison non è stato solo un cantante, ma anche un poeta e un pensatore, capace di esprimere con le sue parole le angosce e le aspirazioni di un’intera generazione. La sua morte prematura, avvenuta a soli 27 anni, ha avvolto la sua figura di un alone di mistero, alimentando ulteriormente il mito.
Ma l’eredità dei Doors va ben oltre la figura di Morrison. La band, composta da Ray Manzarek alle tastiere, Robby Krieger alla chitarra e John Densmore alla batteria, era un organismo complesso e affiatato, in cui ogni membro portava un contributo fondamentale. Manzarek, con il suo stile unico e innovativo, ha rivoluzionato il ruolo delle tastiere nel rock, mentre Krieger ha arricchito la musica dei Doors con le sue intricate melodie.
Le particolarità tecniche della band
Tecnicamente, i Doors si distinguevano dalle altre band del loro tempo per diversi aspetti. L’uso estensivo delle tastiere, l’impiego di strumenti non convenzionali e l’approccio improvvisativo alla musica li rendevano un gruppo unico nel suo genere. Inoltre, la voce profonda e sensuale di Morrison, unita al ritmo ipnotico della batteria di Densmore, creava un’atmosfera oscura e suggestiva che catturava l’ascoltatore.
Perché non possiamo dimenticarli
I Doors sono un patrimonio dell’umanità che non può essere dimenticato. La loro musica, ancora oggi attuale e coinvolgente, continua a parlare alle nuove generazioni. Ascoltare i Doors significa immergersi in un mondo fatto di passioni, di sogni e di ribellioni, un mondo che ci ricorda che la musica ha il potere di trasformare la nostra vita e di farci sentire meno soli.
Conclusioni
In conclusione, i Doors sono stati molto più di una semplice band rock. Sono stati dei pionieri, degli innovatori, dei poeti. La loro musica, complessa e affascinante, ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica. E anche se oggi sembrano essere dimenticati, la loro eredità continua a vivere, ispirando nuovi artisti e nuove generazioni.
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ⓉⒽⒺ ⓈⓄⒸⒾⒶⓁ ⒼⒶⓁⓁⒺⓇⓎ Associazione Culturale Labor - V-Art Quartu Exposition - 2024 in collaborazione con The Social Gallery Regione Autonoma della Sardegna Comune di Quartu Sant'Elena Fondazione di Sardegna Fondazione Sardegna Film Commission V-art Festival Internazionale Immagine d'Autore (29 ed) presentano ◎ Sabato 9 novembre 2024 h. 18.00 - The Social Gallery via Eligio Porcu 43 - Quartu Sant'Elena
❃ The First Collection ❃
Espongono Alessia Anchisi ❃ Antonio Pillitu ❃ Bibi Elle ❃ Davide Gratziu ❃ Emanuela Puddu ❃ Gianluca Chiai ❃ Giusy Calia ❃ NostraSanctissima ❃ Matteo Piccioni ❃ Matteo Sabino ❃ Paola Pintus ❃ Roberto Meloni ❃ Rugiada Cadoni
a cura di Giovanni Coda - Allestimenti Davide Gratziu
La Social Gallery di Quartu Sant'Elena celebra il suo secondo anniversario di attività, un traguardo importante per uno spazio dedicato all'arte contemporanea e all'incontro tra artisti e i cittadini. In questa occasione, tredici artisti avranno l'opportunità di riproporre le loro opere concesse all’archivio, contribuendo ad arricchire l'offerta culturale della galleria. L'auspicio per questi artisti è che possano trovare in questa esposizione non solo un momento di visibilità, ma anche un’occasione di crescita artistica e di confronto con altri creativi, così come con il pubblico. Eventi come questi rafforzano il tessuto culturale della città e offrono spazi per esprimersi e per essere apprezzati, in un contesto dove l'arte può diventare un punto di incontro e dialogo.
Buon anniversario alla Social Gallery e in bocca al lupo agli artisti in mostra! Graziano Milia Sindaco di Quartu Sant’Elena
[...]Decodificare il linguaggio dell’artista rispettandone intenzioni e pensiero. Porsi in condizione di ascolto per un rapporto intimo di confronto e scambio. Presentare le opere dando loro lo spazio necessario per essere fruite nel modo più semplice dallo spettatore. Il tutto con passione, curiosità e sete di conoscenza per interpretare la complessità del nostro tempo. In definitiva saper ascoltare, sapersi prendere cura e saper restituire al pubblico la giusta interpretazione, con un complesso lavoro di orchestrazione, sono il cardine del mio approccio ai progetti curatoriali d’arte contemporanea a cui mi dedico da un quarto di secolo ed è quello che ho cercato di svolgere collaborando con Giovanni Coda al progetto The Social Gallery"[...] Roberta Vanali - Curatrice
[...] La Social Gallery, che taglia un traguardo importante con la mostra intitolata The First Collection, ha rappresentato sin dall'inizio uno spazio unico e innovativo nel panorama espositivo contemporaneo. Fondata a Quartu Sant’Elena, nella centralissima Via Eligio Porcu, con l'obiettivo di creare un luogo di incontro e scambio tra artisti, curatori e pubblico, la galleria è diventata un punto di riferimento per la promozione di talenti emergenti e di voci affermate, favorendo un dialogo culturale stimolante e inclusivo. In questi due anni di attività, la Social Gallery ha organizzato una serie di mostre personali e collettive, riuscendo a creare un ambiente accogliente e aperto, dove le diverse espressioni artistiche si intrecciano e convivono. Attraverso il suo approccio partecipativo, ha incoraggiato gli artisti a esplorare nuove modalità di condivisione delle loro opere, sfruttando sia le potenzialità della presenza fisica che quelle del digitale, riuscendo a costruire una community attiva e partecipe [...] Giovanni Coda Direttore della Galleria
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Parola 14/10/2024
*COSTRUIRE RELAZIONI SOLIDALI*
Autor: Apolonio Carvalho Nascimento
La solidarietà umanitaria è la forma più patente di solidarietà, in quanto aiuta le vittime di una calamità. Essa è molto importante ed essenziale per sviluppare un senso di compassione e favorire il benessere di chi viene aiutato.
Oggi possiamo approfondire il valore e l'esperienza della solidarietà sociale, quella che avviene tra individui. In altre parole, nelle relazioni.
Il principio fondamentale che guida questo tipo di solidarietà è l'amore reciproco.
Quando una persona prende l'iniziativa di costruire un rapporto di solidarietà con chi le sta vicino, la reciprocità è quasi istantanea.
Le caratteristiche più evidenti di una relazione solidale sono la generosità, la disponibilità, la tolleranza e, soprattutto, l'empatia. Tutte queste caratteristiche sono motivate dall'amore per il prossimo, nella misura del “come se stessi”.
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Matteo Bonechi: “Se mi versi un Campari”
Il nuovo singolo del cantautore toscano estratto dall’ album di prossima uscita, dal titolo “L’estate spietata”
Il giocatore alla slot sembra ipnotizzato dal girare rapido dei rulli davanti agli occhi. In realtà, forse sta solo sognando un tango sul far dell’aperitivo, una spiaggia carioca insieme alla barista sbadata. Quella che oggi è una macchina mangiasoldi, domani potrebbe essere il computer dell’ufficio, il registratore di cassa, il pettine di un telaio. La necessaria monotonia capace di risvegliare l’immaginazione dal torpore invernale.
«Il brano è nato dal desiderio di trasformare quel rapporto scialbo, quasi burocratico che si instaura con chi serve da bere al bancone del bar, in una visione, un sogno, uno scarto di lato dell’immaginazione. Lo spazio fra l’ordine e il primo sorso diventa una finestra sulla baia brasiliana di Guanabara, una fuga dagli ingranaggi della provincia.» Matteo Bonechi
Anche questo brano fa parte del nuovo disco di Matteo Bonechi dal titolo “L’estate spietata”, nato durante un periodo di ferie estive, quando i pomeriggi si dilatano a dismisura. A differenza dei due lavori precedenti, in cui la pre produzione ha avuto un ruolo centrale, in questo album l’obiettivo è quello di riportare le tracce su un binario acustico e completamente analogico.
La struttura dei brani è stata registrata in presa diretta in soli tre giorni di studio (basso, pianoforte, batteria e chitarra) cercando un’atmosfera dalle dinamiche più vicine possibile ad una live session, senza troppe sovrastrutture di produzione. Il disco è stato registrato allo Studio Volta Recordings da Simone Fedi ed uscirà a fine settembre.
Matteo Bonechi nasce a Prato negli anni ottanta. Dal 2008 collabora come attore-musicista con la compagnia teatrale Metropopolare contribuendo con la produzione di canzoni originali ad un adattamento della favola Rosaspina, spettacolo per bambini che conta decine di repliche in Italia. Nel 2012 incontra Andrea Franchi, batterista di Paolo Benvegnù, a cui affida la produzione artistica del suo primo disco “Sono solo tre ore che aspetto” uscito nei primi mesi del 2015. Nel 2018 interpreta “Il nostro concerto” di Umberto Bindi per il corto “Come la prima volta” di Emanuela Mascherini (festival del cinema di Venezia, Nastri d’argento). Nel 2019 è il turno di “181” un concept album su piazza Mercatale in Prato, sempre prodotto da Andrea Franchi, con la partecipazione di Riccardo Goretti, Donald Renda (Annalisa, Tananai, Vasco Rossi), Danilo Scuccimarra (Bluebeaters) e Jordi Roldan. Il 5 luglio 2024 esce il suo nuovo singolo “L’assedio”, il 6 settembre “Se mi versi un Campari”, entrambi anticipazioni del nuovo album in uscita a fine settembre.
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