#radiazioni
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"Con INFINITA FIEREZZA comunico che in data 6 giugno mi è arrivata la comunicazione della decisione della commissione per gli iscritti all’Albo dei Medici Chirurghi della provincia di Torino sulla trattazione del mio procedimento disciplinare: radiazione dall’Ordine dei Medici. Per tutto il tempo della cosiddetta pandemia ho fatto affermazioni, anzi esternazioni come scrivono i colleghi, che hanno salvato migliaia o forse decine di migliaia di persone. Ho consigliato l’olio di fegato di merluzzo: pochi mesi fa è stata confermata dall’università di Oslo la sua azione prodigiosa nel prevenire l’infezione Covid 19 o almeno nel diminuire la gravità. Ho affermato che è sbagliato iniettare farmaci sul cui foglietto illustrativo è scritto: non si conoscono gli effetti a distanza e non si conoscono gli effetti della cancerogenicità. In questo momento in cui il popolo italiano è flagellato da strane nuove epidemie di malore improvviso, e mortale, di miocarditi e pericarditi, di cancri e di cancri talmente violenti che è stato coniato il termine turbo cancro, è un onore essere radiata dagli Ordini che hanno imposto questi farmaci. Grazie alle mie parole migliaia di persone hanno rifiutato l’inoculazione dei farmaci in questione. Ne sono infinitamente fiera. Nei prossimi giorni discuteremo tutti i punti delle 14 pagine di motivazione."
Dott Silvana De Mari
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Alessandria celebra Federico Bergo: un giovane talento della ricerca scientifica
Il Comune di Alessandria premia Federico Bergo per il suo straordinario contributo alla scienza e per il prestigioso riconoscimento internazionale ottenuto con il “DSUP Project”.
Il Comune di Alessandria premia Federico Bergo per il suo straordinario contributo alla scienza e per il prestigioso riconoscimento internazionale ottenuto con il “DSUP Project”. Il 29 ottobre 2024, la città di Alessandria ha reso omaggio a Federico Bergo, giovane studente del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” e vincitore dell’EIROforum Special Donated Prize al concorso EUCYS-2024 di Katowice.…
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Scarsa sopravvivenza e mutazioni genetiche dei cani di Chernobyl
Le radiazioni hanno modificato il Dna dei cani di Chernobyl rendendoli una razza a sé stante. Così esposti alle radiazioni da aver cambiato Dna. Un nuovo studio su 302 cani che vivono nella zona di esclusione di Chernobyl ha constatato che l’ambiente circostante li ha resi geneticamente diversi da ogni altro loro simile nel mondo, constatando l’evoluzione di una nuova razza.
Vivendo non solo nella centrale nucleare, ma anche nelle aree boschive nei dintorni di Pripyat e fino a Slavutych, a 45 chilometri di distanza, i cani di Chernobyl si sono adattati all’esposizione delle radiazioni che si sono liberate dopo la fusione del nocciolo e che ancora oggi rimangono elevate, nonostante la massiccia struttura in acciaio e cemento che ricopre il reattore nucleare numero 4. Stiamo parlando di animali randagi, discendenti dei tanti cani che vivevano con le loro famiglie nei quartieri evacuati nell’aprile del 1986. Non gli hanno permesso di portarli via, con la promessa che sarebbero tornati pochi giorni dopo, ma così non è stato. E chi è sopravvissuto, ha iniziato una nuova vita sul terreno contaminato, incrociandosi anche con i randagi che già lì vivevano.
Dal 2017 la Chernobyl Dog Research Initiative fornisce assistenza veterinaria a questi cani e contemporaneamente raccoglie campioni di sangue per analisi genetiche. Provette che sono servite per questo studio, appena pubblicato sulla rivista Science, concotto dai ricercatori del National Human Genome Research Institute dell’University of South Carolina in collaborazione con Clean Futures Fund+, North Carolina State University, Polish Academy of Sciences, State Specialized Enterprize Ecocentre, Columbia University Irving Medical Center e Jilin University. Il gruppo di ricerca, coordinato dalla dottoressa Gabriella Spatola, ha idealmente suddiviso i cani in base a dove solitamente vivono, ovvero alla distanza dal reattore, e identificato 15 strutture familiari uniche per la popolazione di Chernobyl che si differenziano dai cani di tutto il mondo. Insomma, il loro corredo genetico è diverso, mutato sia per azione diretta delle radiazioni che dall’adattamento a questa condizione estrema. Non sappiamo molto sugli effetti che queste mutazioni genetiche stanno causando sulla salute generale e il metabolismo di questi cani. Sicuramente gli stanno permettendo di sopravvivere e in qualche modo prosperare nonostante le radiazioni, anche se la vita media è decisamente più corta di quanto ci si aspetti e supera difficilmente i 6 anni.
“La popolazione di cani di Chernobyl ha un grande potenziale per informare sulla gestione delle risorse ambientali di una popolazione in ripresa”, sostengono i ricercatori. Il loro excursus “li rende i candidati ideali per studi futuri che cercano di comprendere gli effetti sulla salute genetica a lungo termine dei mammiferi in ambienti altamente radioattivi”. L'area che circonda la centrale nucleare di Chernobyl è stata in gran parte abbandonata dagli esseri umani. E sebbene la contaminazione radioattiva “abbia devastato le popolazioni selvatiche, alcuni animali sono sopravvissuti e hanno continuato a riprodursi, inclusi i cani selvatici, alcuni dei quali discendono da animali domestici. Precedenti studi a Chernobyl hanno esplorato gli effetti genetici dell'esposizione alle radiazioni ionizzanti, che è noto per aumentare i tassi di mutazione genetica in varie specie animali e vegetali, ma non è ancora chiaro come gli animali più grandi come i canidi possano essere stati influenzati a livello di popolazione”. Read the full article
#animalirandagi#cani#centralenucleare#Chernobyl#Dna#effettigenetici#esposizioneradiazioni#radiazioni
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Quali Smartphone Emettono Più Radiazioni Elettromagnetiche?
La crescente preoccupazione per le radiazioni elettromagnetiche emesse dagli smartphone ha portato molti utenti a chiedersi quanto il loro dispositivo possa influenzare la salute. L’indice di Assorbimento Specifico, noto come SAR (Specific Absorption Rate), misura la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal corpo quando si utilizza un telefono cellulare. In questo articolo, esploreremo quali smartphone emettono più radiazioni elettromagnetiche, risponderemo alle domande più frequenti e forniremo suggerimenti pratici per ridurre l’esposizione.
Che Cos'è il SAR e Perché È Importante?
Il SAR rappresenta la quantità di radiazioni elettromagnetiche assorbite dal corpo umano e viene espresso in watt per chilogrammo (W/kg). Le autorità sanitarie stabiliscono limiti di sicurezza per proteggere la salute pubblica. Ad esempio, in Europa il limite massimo consentito è di 2 W/kg. Conoscere il valore SAR del tuo smartphone può aiutarti a fare scelte più informate e a proteggere la tua salute.
Gli Smartphone con le Maggiori Emissioni SAR del 2023
Per aiutarti a capire quali smartphone emettono più radiazioni, abbiamo compilato una lista parziali per dare una idea dei modelli con i valori SAR più alt (tra i modelli elencati potrebbero essercene altri):
Domande Frequenti sulle Emissioni SAR
1. Qual è il valore SAR accettabile per gli smartphone?
In Europa, il valore SAR massimo accettabile è di 2 W/kg per l'esposizione al corpo e di 2 W/kg per l'esposizione alla testa. Negli Stati Uniti, la FCC stabilisce lo stesso limite. I modelli che superano questi valori possono risultare preoccupanti per la salute a lungo termine.
2. Come posso controllare il valore SAR del mio smartphone?
Il valore SAR può essere trovato nel manuale del dispositivo, sul sito web del produttore o nelle impostazioni del telefono. Alcuni produttori forniscono anche queste informazioni nella confezione del prodotto.
3. Le radiazioni degli smartphone sono dannose per la salute?
La ricerca su questo argomento è ancora in corso, ma attualmente non ci sono prove conclusive che dimostrino effetti nocivi significativi a breve termine. Tuttavia, è prudente limitare l'esposizione e seguire le linee guida di sicurezza per ridurre i rischi potenziali.
4. Cosa posso fare per ridurre l'esposizione alle radiazioni?
Ecco alcuni consigli pratici:
Utilizza auricolari o vivavoce: Mantieni il telefono lontano dalla testa.
Limita la durata delle chiamate: Usa il telefono solo per brevi periodi.
Usa il telefono in aree con buona ricezione: Un segnale debole aumenta le emissioni SAR.
Evita di tenere il telefono vicino al corpo: Non metterlo in tasca o vicino alla pelle.
5. Ci sono differenze tra i vari modelli di smartphone riguardo le emissioni SAR?
Sì, le emissioni SAR possono variare notevolmente tra i diversi modelli di smartphone. Alcuni dispositivi emettono più radiazioni di altri, quindi è importante controllare il valore SAR specifico per ogni modello.
Come Scegliere uno Smartphone con Basse Emissioni SAR
Quando scegli uno smartphone, considera i seguenti fattori:
Controlla il valore SAR: Opta per modelli con valori SAR più bassi per ridurre l'esposizione.
Leggi le recensioni: Cerca recensioni che menzionano le emissioni SAR e le prestazioni del dispositivo.
Consulta le linee guida sanitarie: Verifica le raccomandazioni degli enti di salute pubblica riguardo all'uso degli smartphone.
Conclusione
Essere informati sulle emissioni SAR dei tuoi dispositivi può aiutarti a prendere decisioni più consapevoli riguardo la tua salute. Anche se non ci sono prove definitive che dimostrano effetti nocivi immediati, è sempre una buona pratica ridurre l'esposizione alle radiazioni elettromagnetiche. Controlla i valori SAR dei tuoi smartphone, segui le raccomandazioni per l'uso e fai scelte informate per proteggere la tua salute a lungo termine.
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Provo stupore e allo stesso tempo meraviglia per le parole di una pseudo scienziata.
Secondo l’intelligenza artificiale:
All'interno della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), gli astronauti non "sentono" direttamente il calore del Sole come potrebbero farlo sulla Terra, anche se si trovano vicino a una finestra. Questo perché le finestre della ISS, come tutte le superfici della stazione, sono progettate per isolare e proteggere gli astronauti dalle condizioni estreme dello spazio, comprese le intense radiazioni solari.
Le finestre della ISS sono composte da vetri multistrato trattati appositamente per bloccare gran parte delle radiazioni nocive, come i raggi ultravioletti (UV) e gli infrarossi (IR), che potrebbero riscaldare e danneggiare la stazione. Anche se la luce del Sole entra attraverso la finestra, il calore diretto non viene percepito nella stessa misura che sulla Terra, grazie all'isolamento termico.
Pertanto, anche se un astronauta guardasse fuori da una finestra della ISS verso il Sole, non sentirebbe il calore diretto del Sole come lo percepiamo attraverso la pelle sulla Terra. La temperatura interna della stazione è mantenuta costante attraverso sistemi di controllo ambientale, che garantiscono il comfort termico indipendentemente dalla posizione o dall'orientamento della stazione rispetto al Sole.
Ergo, al netto di queste informazioni la astronauta di cosa sta parlando?
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COME E PERCHÉ È VIETATA LA CANAPA?
👉1. Un ettaro di canapa produce tanto ossigeno quanto 25 ettari di foresta.
👉2. Ripeto, un ettaro di canapa può produrre tanta carta quanto 4 ettari di bosco.
👉3. Mentre la canapa può essere trasformata in carta 8 volte, il legno può essere trasformato in carta 3 volte.
👉4. La canapa cresce in 4 mesi, l'albero in 20-50 anni.
👉5. Il fiore di canapa è una vera trappola per radiazioni.
👉6. La canapa può essere coltivata ovunque nel mondo e richiede pochissima acqua. Inoltre, poiché è in grado di difendersi dagli insetti, non necessita di pesticidi.
👉7. Se i tessuti di canapa si diffondessero, l'industria dei pesticidi potrebbe scomparire completamente.
👉8. I primi contadini usavano la canapa; anche la parola "KANVAS" è il nome dei prodotti di canapa.
La canapa è anche una pianta ideale per realizzare corde, cordoni, borse, scarpe, cappelli.
👉9. Ridurre gli effetti della chemioterapia e delle radiazioni nel trattamento della cannabis, dell'AIDS e del cancro; Viene utilizzato in almeno 250 malattie come reumatismi, cuore, epilessia, asma, stomaco, insonnia, psicologia e malattie della colonna vertebrale.
👉10. Il valore proteico dei semi di canapa è molto alto e i due acidi grassi in esso contenuti non si trovano da nessun'altra parte in natura.
👉11. La canapa è ancora più economica da produrre rispetto alla soia.
👉12. Gli animali alimentati con cannabis non hanno bisogno di sostituzioni ormonali.
👉13. Tutti i prodotti in plastica possono essere fatti di canapa e la plastica di canapa è molto facile da restituire alla natura.
👉14. Se la carrozzeria di un'auto è fatta di canapa, sarà 10 volte più resistente dell'acciaio.
👉15. Può essere utilizzato anche per isolare gli edifici; durevole, economico e flessibile.
👉16. Saponi e cosmetici a base di canapa non contaminano l'acqua; quindi è completamente ecologico.
La produzione era obbligatoria nell'America del XVIII secolo e gli agricoltori che non producevano furono imprigionati. Ora, però, la situazione è ribaltata. DA DOVE?
👎-W. Р. Nel 1900, Hearst possedeva giornali, riviste e media in America. Avevano foreste e producevano carta. Se la carta fosse stata fatta di canapa, avrebbe potuto perdere milioni.
👎- Rockefeller era l'uomo più ricco del mondo. Aveva una compagnia petrolifera. I biocarburanti, l'olio di canapa, ovviamente, erano il suo più grande nemico.
👎-Mellon era uno dei principali azionisti della Dupont Company e aveva un brevetto per la produzione di materie plastiche da prodotti petroliferi. E l'industria della cannabis ha minacciato il suo mercato.
👎- Successivamente, il presidente Mellon Hoover divenne Segretario del Tesoro. I grandi nomi di cui abbiamo parlato hanno deciso nei loro incontri che la canapa era il nemico.
Ed è stato eliminato.
Le foreste vengono abbattute per la produzione di carta.
Il numero di avvelenamenti da pesticidi e tumori è in aumento.
Poi abbiamo riempito il nostro mondo di rifiuti di plastica, rifiuti nocivi...
.
UN SALUTO A TUTTI
Marco Corti
wa 3286098633
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Lo studio pubblicato su Nature è stato condotto dalla microbiologa Alba Iglesias, che con un team di colleghi ha analizzato più di trenta forni a microonde in diversi ambienti: domestico, ufficio, laboratorio. Lo scopo era dimostrare l’esistenza di un ecosistema nel microonde, formato da quei batteri cosiddetti “estremofili” in grado di sopravvivere a radiazioni e altissime temperature. Quelle che, per intenderci, distruggono patogeni come Escherichia coli e Salmonella. Il risultato? Ben 101 ceppi batterici prelevati, tra cui Bacillus, Micrococcus, Staphylococcus che si trovano normalmente sulle superfici compresa la pelle umana. Rilevati (pur se in numero esiguo) anche alcuni microrganismi che potenzialmente provocano intossicazione, come Klebsiella e Brevundimonas. In totale, una biodiversità impressionante che, come afferma il co-autore dello studio Manuel Porcar, “dimostra come non serva spostarsi in posti esotici – in senso geografico”. Basta aprire la porta del microonde.
Dall'articolo "Anche il microonde ha il suo ecosistema di batteri (ed è una buona notizia)" di Susanna Danieli
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06/08/1945
La prima bomba atomica
fu sganciata su Hiroshima
Sono le 8,14. L'aereo è giunto su Hiroshima. La bomba denominata Little Boy precipita. Alle 8,15 la bomba esplode a poco meno di seicento metri d'altezza.
Un lampo, un ciclone di fuoco, un fungo gigantesco che saliva al cielo, poi un vento della forza di 1200 chilometri e la città scomparve dalla faccia della Terra, non con una morte nera ma con un abbagliante sole sceso sulla terra.
In 70 mila muoiono all’istante, spazzati via dalla potenza della deflagrazione dell’ordigno, come circa il 90% degli edifici presenti in città. Altri 100 mila moriranno nelle settimane e nei mesi successivi a causa delle ferite riportate e per l’avvelenamento da radiazioni.
Vite umane liquefatte, ritornate atomi, calcinati i corpi, ustionati, piagati e contaminati dalle radiazioni dal punto zero fino a dodici chilometri di raggio. Fu questione di un attimo, per molti abitanti appena il tempo di percepire l’immenso lampo luminoso.
Nella zona dell’ipocentro la temperatura balzò in meno di un decimo di secondo a 3000-5000-50.000- 800.000 °C. Ogni forma di vita nel raggio di ottocento metri svanì in seguito all’evaporazione dovuta al tremendo calore.
Tutto è finito, arso, smaterializzato, tutto è ritornato in molecole, in atomi. In quel fungo rossiccio che si alza in cielo, ci sono gli atomi di migliaia di esseri umani.
Quando scompare la nuvola, di Hiroshima non resta più nulla. Una città con la cornice della morte.
La sera, il Presidente Truman annuncia la verità al mondo. Truman è felice.
"Con questa bomba noi abbiamo ora raggiunto una gigantesca forza di distruzione, che servirà ad aumentare la crescente potenza delle forze armate. Stiamo ora producendo bombe di questo tipo, e produrremo in seguito bombe anche più potenti." (Comunic.Ansa, 6 agosto 1945, ore 20,45).
- web
"L'uomo ha inventato la bomba atomica,
ma nessun topo al mondo
costruirebbe una trappola per topi."
- Albert Einstein
Albert Einstein non partecipò mai attivamente alla costruzione della bomba atomica, ma la sua formula E= mc^2 fu indispensabile per sviluppare la bomba atomica perché implicava l’equivalenza tra massa ed energia generando una bomba a fissione nucleare, un’arma di distruzione di massa.
Einstein si oppose all’uso militare del nucleare, ma aiutò la ricerca fiducioso del fatto che l’America non avrebbe mai usato le bombe per attaccare e distruggere ma solo in caso di difesa, qualora costretta.
- InStoria, Einstein e la bomba atomica
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Avvelenamento da radiazioni cuntistiche a vedere questa dea NON CE LA POSSO FARE SONO TROPPO GAY
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ARRIVA IL ROBOT CHE ELIMINA I PESTICIDI NELLE VIGNE
Si chiama ICARO X4 il rover elettrico sviluppato dalla start-up trevigiana Free Green Nature allo scopo di ridurre l’utilizzo di pesticidi in agricoltura. Il robot a guida autonoma contrasta funghi e microrganismi presenti sui vigneti mediante l’uso di radiazioni Uv-c, prevenendo malattie come la peronospora, l’oidio e la botrite. Le radiazioni emesse hanno una lunghezza d’onda tale da attraversare la parete cellulare dei più comuni patogeni causandone così l’inattivazione e stimolando, al contempo, le difese immunitarie della vite.
Ad azionare il rover provvede un laboratorio ambientale installato su un palo che analizza tramite speciali sensori fattori come: velocità del vento, temperatura, umidità e punto di rugiada. Un algoritmo analizza i dati raccolti e, al verificarsi delle condizioni per una possibile infezione, invia un segnale radio di attivazione al robot per stabilire velocità di navigazione, potenza di emissione e frequenza dei passaggi; fattori chiave per la tempestività del trattamento poiché le radiazioni, a differenza dei normali pesticidi chimici, non permangono a lungo sulle foglie. ICARO X4 può coprire, a seconda delle condizioni del terreno, fino a 15 ettari di vigneto con un’autonomia di 72 ore ed è frutto di oltre 30 anni di sperimentazioni del suo inventore, Valter Mazzarolo, che dal 1992 ha iniziato a testare le potenzialità dei raggi ultravioletti in agricoltura. La start-up con sede nel piccolo comune di Colle Umberto, in provincia di Treviso, sta sperimentando l’uso del rover in altre colture, come i meleti dell’Alto Adige.
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Fonte: Free Green Nature; foto di Maschio Gaspardo
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EFFETTO SERRA: DUE PIÙ DUE NON FA QUATTRO!
Il pof. Howard Hayden, professore emerito della University of Connecticut, dove ha insegnato per 32 anni e i è occupato “da sempre” anche di sistemi energetici e di clima, campi ove ha ricca pubblicazione scientifica, compresa la newletter mensile The Energy Advocate, stronca il rapporto dell’IPCC, principale organo internazionale sul clima: “Viola le leggi della fisica e, studiando il clima in modo ingenuo, ha creato una macchina multimiliardaria di cui beneficia. Tutto lascia pensare che la famigerata CO2 non c’entra nulla con l’effetto serra, il riscaldamento globale, e le variazioni climatiche.”. Ma, a proposito della climatologia, afferma di “non essere un climatologo” perché “I climatologi fanno previsioni sul clima futuro io invece applico i principi della fisica elementare per analizzare tali previsioni. La domanda che mi interessa è se le previsioni dell’IPCC violino le leggi della fisica.”.
E le violano, come evidenzia il grafico del bilancio termico che divulga, come quelli nelle due figure allegate, che è una schematizzazione degli scambi energetici globali espressi in Watt/m2. Nel grafico, come ho già evidenziato il 15 maggio, il 7 settembre e il 30 ottobre dello scorso anno, “sono indicate cose come quanta energia solare arriva sull’orbita terrestre, quanta viene riflessa dalla superficie del Pianeta, quanta dallo spazio. All’equilibrio, il calore irradiato nello spazio è uguale al colore al calore assorbito dal Sole, un bilancio necessario, altrimenti il pianeta si raffredderebbe o riscalderebbe indefinitivamente. Il grafico dimostra che gli scienziati che lo hanno costruito comprendono la legge di conservazione dell’energia e come calcolare la quantità di energia emessa dalla superficie terrestre. L’Ipcc ha prodotto cinque grafici del bilancio termico dal 1995 fino all’ultimo, nel sesto rapporto del 2021, noto come AR6, e tutti hanno un difetto comune: mancano di un ‘numero’ importante”. Sapete qual’è? Scommetto che non lo immaginate: “l’effetto serra!”. Già: “Il campo di competenza del IPCC è l’effetto serra, ma il numero mancante nei grafici del bilancio termico e quello dell’effetto serra!”. Chissà: forse pensano, come la maggior parte della popolazione, che l’effetto serra sia un fenomeno, non un numero.
Invece “L’effetto serra è una combinazione di molti e complessi fenomeni. Ma per gli scopi che interessano tutti noi, si riduce al fatto che la superficie del nostro pianeta emette radiazione infrarossa, di cui solo una parte va nello spazio. Fin dal primo rapporto l’IPCC ho notato che la radiazione verso lo spazio è solo il 60% di quella emessa dalla superficie, e sono rimasto ossessionato da quella cifra. Ma ora, nel rapporto AR6 l’IPCC si è accorto che l’effetto serra è la quantità netta di radiazione infrarossa assorbita dall’atmosfera, e si ottiene sottraendo la quantità di infrarossi emessi nello spazio esterno dalla quantità di infrarossi emessi dalla superficie terrestre. Ma la cosa non l’ha compresa fino in fondo tant’è che quel numero manca nella tabella di bilancio termico”. E sapete perché è necessario utilizzare una sottrazione invece che una percentuale? Anche in questo caso la risposta è semplice: “I nostri occhi non possono vedere le radiazioni infrarosse, ma se potessimo farlo vedremmo un bellissimo arcobaleno di colori. Ora, dell’arcobaleno di infrarossi che lasciano l’atmosfera verso lo spazio solo alcuni colori sono indeboliti: quelli che la CO2 e gli altri gas serra assorbono, mentre la radiazione degli altri colori passa indisturbata. Dire che la quantità complessiva di infrarossi e solo il 60% di quella emessa dalla superficie può essere corretto, ma ‘è inutile’. È molto più significativo dire che l’atmosfera ha sottratto selettivamente, parte di alcuni ‘colori’ di quell’arcobaleno.”.
“La sottrazione è una applicazione diretta della legge di conservazione dell’energia: le radiazione infrarosse emesse dalla superficie sono uguali al totale netto assorbito dall’atmosfera più il totale netto emesso nello spazio esterno: la legge di conservazione dell’energia è una legge di addizione e sottrazione. Non di moltiplicazione magica come il 60%. Quando c’è un aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera, aumenta la quantità netta di infrarossi assorbiti di un particolare ‘colore’, che è il colore che assorbe la CO2, ma tutte le radiazioni infrarosse di colore diverso continuano ad attraversare l’atmosfera indipendentemente dalla quantità di CO2 presente. L’effetto serra è quel numero, indichiamolo con la lettera G, uguale alla differenza tra radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre (B) meno la parte di essa immessa nello spazio (A), e vale G=B-A=160 W/m2 (di cui 30 W/m2 sono dovuti alla CO2 naturale e il resto al bilancio termodinamico del sistema Pianeta-spazio), e questo numero manca in tutti i grafici del bilancio termico che l’lPCC ha pubblicato. Quando la concentrazione di CO2 sarà raddoppiata (forse nel 2100), esso sarà diventato, secondo l’IPCC, G=164 W/m2, o poco meno”, quindi l’effetto serra sarà aumentato di quasi il 2,5%.”.
Il problema, però, non è l’irrilevanza di quella percentuale. Infatti: ”Lo stesso IPCC ci informa che quel valore G=160 consente che la Terra sia più calda di 33 °C. Cioè, senza atmosfera la Terra sarebbe 33 °C più fredda di com’è ora. Perché mai appena 4 W/m2 in più, dovuti alle emissioni antropiche, su 160 W/m2 naturali, dovrebbero determinare un effetto tragico? È qui che casca l’asino!“. Infatti l’IPCC afferma che la temperatura della Terra aumenterebbe di 3,0 °C. Ma se così fosse, nell’equazione G=B-A la quantità di B (cioè la radiazione emessa dalla Terra) aumenterebbe perché aumenta la temperatura, la quantità A (cioè la radiazione immessa nello spazio) diminuirebbe (perché aumenta la CO2), e lo farebbe in modo tale che il nuovo valore di B -A risulterebbe non 164, ma almeno 180. Insomma: secondo l’IPCC, 164=180!”
Ne segue che l’IPCC ha commesso “qualche errore”, poiché “I calcoli non soddisfano la legge di conservazione dell’energia”.
L’IPCC ha cercato di ovviare a questa discrepanza, ma… “sbagliano ancora: si è inventato una sorta di ‘effetto valanga’ in base al quale afferma che più CO2 da combustibili fossili fa aumentare la temperatura la quale, a sua volta, fa aumentare l’emissione di altra CO2 disciolta negli oceani, fa aumentare il vapore acqueo (altro gas serra) in atmosfera e, sciogliendo il permafrost, fa aumentare l’immissione in atmosfera di metano (altro gas serra). Aumenti che, combinati assieme, fanno aumentare più la temperatura che, è a sua volta… etc., etc.”. Questo “effetto valanga” è provocato dall’aumento della temperatura, ma nell’ultimo mezzo milione d’anni la Terra ha subito diverse volte variazioni di temperatura dell’ordine di 10 °C e più senza che alcun effetto valanga si sia mai manifestato.”.
Invece: “Possiamo tranquillamente ipotizzare che la radiazione verso lo spazio rimanga costante senza essere influenzata dalla variazione della concentrazione di CO2. Punto. E che la temperatura della Terra può aumentare se la Terra assorbe più energia solare. E questo può accadere o perché diminuisce l’albedo (potere riflettente di una superficie), o perché aumenta la quantità di luce solare che raggiunge l’orbita. Senonché tutti i modelli dell’IPCC affermano che l’albedo aumenta se aumenta la CO2. Ma, se così fosse, l’unica spiegazione per l’aumento della temperatura sarebbe l’aumento della radiazione che arriva dal Sole all’orbita terrestre. Però l’IPCC si ostina a non voler considerare questa possibilità: studiano il clima in modo ingenuo e hanno creato l’industria multimiliardaria della crisi climatica, della quale traggono benefici”.
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Cosa disse Stephen Hawking: le riflessioni immortali di un genio senza confini.
Ripercorriamo le parole più significative e i messaggi di speranza, scienza e umanità lasciati dal celebre fisico teorico e cosmologo Stephen Hawking.
Ripercorriamo le parole più significative e i messaggi di speranza, scienza e umanità lasciati dal celebre fisico teorico e cosmologo Stephen Hawking. L’eredità intellettuale di Stephen Hawking. Stephen Hawking, uno dei più grandi fisici teorici del XX e XXI secolo, non è stato solo un brillante scienziato, ma anche un comunicatore straordinario. Le sue parole hanno ispirato generazioni di…
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Guarda il video dei primi tre secondi del Big Bang
Che ci crediate o no, i fisici stanno ancora cercando di capire l’universo quando aveva solo una manciata di secondi. E anche se abbiamo fatto progressi significativi sul Big Bang nel secolo scorso, la situazione è molto complessa. Quello che sappiamo è che circa 13,8 miliardi di anni fa il nostro universo era incredibilmente caldo (con temperature oltre il quadrilione di gradi) e incredibilmente piccolo (le dimensioni di una pesca, per capirci). Gli astronomi sospettano che il cosmo abbia attraversato un periodo di espansione improvvisa quando aveva meno di un secondo di vita. È l’inflazione, di cui abbiamo parlato più approfonditamente qui.
Come tutto ha avuto inizio: il Big Bang
In meno di un battito di ciglia, l’universo è diventato molto più grande (di almeno 1052). Quando questa rapida fase di espansione si concluse, qualunque cosa abbia causato l’inflazione è decaduta, inondando l’universo di materia e radiazioni (ma non sappiamo come). Pochi minuti dopo, sono comparsi i primi elementi. Prima di quel momento l’universo era troppo caldo e denso perché si potesse formare qualcosa di stabile. Era un gigantesco miscuglio di quark (i mattoni fondamentali dei nuclei atomici) e gluoni (i vettori della forza nucleare forte). E una volta che l’universo aveva una dozzina di minuti, si era già espanso e raffreddato abbastanza da permettere ai quark di legarsi insieme, formando i primi protoni e neutroni. Quei legami hanno poi prodotto i primi atomi di idrogeno ed elio, che dopo centinaia di milioni di anni hanno dato vita alle prime stelle e galassie.
La materia oscura
Tra le cose che non sappiamo sul Big Bang c’è tutto il discorso sulla materia oscura. Non l’abbiamo mai vista, ma sappiamo che è responsabile di oltre l’80% della materia che compone l’universo. Sappiamo per certo come la materia “ordinaria” abbia avuto origine in quella zuppa calda e densa che era il cosmo primordiale, ma non abbiamo idea di come e quando la materia oscura sia apparsa sulla scena. Poi c’è l’inflazione stessa. Non sappiamo cosa abbia fornito tutta l’energia necessaria per l’improvvisa espansione, non sappiamo nemmeno perché sia durata così tanto e cosa l’abbia fermata.
Asimmetria fra materia e antimateria
Altra questione irrisolta è l’asimmetria fra materia e antimateria. Dagli esperimenti negli acceleratori di particelle, vediamo che per ogni particella di materia ce n’è una di antimateria. Quando ci guardiamo intorno nel cosmo, però, vediamo solo mucchi e mucchi di materia normale e non una goccia di antimateria. Qualcosa di terribile dev’essere accaduto nei primi secondi dell’universo per sbilanciare questo equilibrio, ma non ne sappiamo granché. E c’è anche la possibilità che dopo il Big Bang ci fossero una marea di piccoli buchi neri. Quelli che ci sono nel cosmo attuale sono tutti prodotti dalla morte di stelle massicce. Sono gli unici luoghi in cui la densità della materia può raggiungere le soglie necessarie per innescare la formazione di nuovi buchi neri. Ma nell’universo primordiale, alcune zone del cosmo potrebbero aver raggiunto una densità sufficiente da creare buchi neri senza dover prima passare attraverso il ciclo di vita stellare. Forse.
Per i dettagli:
Leggo l’articolo “What was the universe’s first second like? These particles can tell us” su NewScientist
(via Guarda il video dei primi tre secondi del Big Bang: la simulazione è da pelle d’oca | Passione Astronomia)
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IMPORTANTE
‼️ 💥 Ieri lo psicopatico cocainomane ha tentato di provocare un disastro nucleare in Europa (le radiazioni non si fermano al confine russo, idiota).
La sua amichetta italiana, quella che lo sbaciucchia e gli ha promesso armi fino a dicembre del 2025, quando ha finito di fare patetici selfvideo per passare da martire della magistratura, due paroline su questa porcata fuori de coccia, dovrebbe dirle.
Fallito l’attacco missilistico ucraino alla centrale nucleare di Smolensk in Russia.
Ieri l’esercito ucraino ha tentato di attaccare la centrale nucleare di Desnogorsk nella regione di Smolensk (distante 591 km dalla frontiera ucraina) per provocare un immenso disastro nucleare in Russia.
Il disastro nucleare in Russia mirava ad una risposta del Cremlino per far entrare in guerra la NATO, l’unica via di salvezza per il regime di Kiev che sembra avere i mesi contati.
💥 Fonte
💥 Guarda anche il video di Nicolai Lilin
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Provocazione di Franco Fracassi - giornalista
Grazie a straordinarie tecnologie in possesso alla NASA (purtroppo andate perdute) gli americani tra il 1969 e il 72, dotati di un'astronave senza schermatura per le radiazioni e con astronauti protetti solo da tute raffreddate con 5 litri d'acqua, portarono a termine missioni lunari con ben 12 astronauti, sostando sulla superficie della Luna e riuscendo a perlustrarla con un'auto pieghevole portata nel bagagliaio del LEM.
Trasmisero in diretta ore e ore di video, girarono filmati e scattarono centinaia di ottime foto (le cui bobine originali purtroppo non esistono più).
Riportarono indietro ben 383 kg. di rocce scavate a mano col piccone.
Decollarono con successo e poi centrarono l'astronave madre (che passava in cielo a 6000 km./h) agganciandola e tornando a Terra in ottime condizioni.
Anche la celebre telefonata di Nixon (con un telefono a cornetta) andò benissimo e gli astronauti ricevetteto gli elogi e i ringraziamenti del presidente fin sulla luna a 384mila km di distanza…
-Franco Fracassi
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Quei soggetti che pretendevano di salvarci dall'apocalisse pandemica e che oggi si affannano per scongiurare l'apocalisse climatica, sono gli stessi che ci stanno trascinando dritti dritti verso l'apocalisse nucleare. Le masse vaccine che temevano la prima apocalisse e che oggi soffrono di ecoansia per la seconda, comunque continuano a condividere fanaticamente le loro farneticanti tesi, nonostante li stiano conducendo verso la Terza Guerra Mondiale.
Sono spaventate a targhe alterne: virus sì, clima sì, trincea con rischio atomica no.
Tutto molto logico.
Se hai a cuore il genere umano e credi che siamo sull'orlo della catastrofe globale, vuoi per il virus, vuoi per la CO2, un conflitto regionale per una lingua di territorio dovrebbe essere l'ultimo dei tuoi problemi.
Se ci sono dubbi su come scongiurare i primi due pericoli, la strada per evitarsi il terzo dovrebbe essere semplice e chiara.
Anche perché, credo, che le atomiche scaldino un po' più delle scorregge delle vacche e il follout radiattivo sia un po' più dannoso per la salute del virus.
A meno che tutta quella farsa, lockdown compresi, non fosse altro che una sorta di addestramento al conflitto con la Russia, con tanto di confinamento dovuto al pericolo per le radiazioni.
Questa sarebbe l'unica logica in quella follia.
Ma non ci voglio neanche pensare.
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