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Il piccolo seme coraggioso di Fayzulloyev Abramat – La forza della crescita e della resilienza. Recensione di Alessandria today
Un racconto sulla determinazione.Il piccolo seme coraggioso è una storia breve, ma ricca di significato, scritta da Fayzulloyev Abramat, studente di Economia e Pedagogia. Attraverso la metafora di un piccolo seme che lotta per crescere nonostante le difficoltà, il racconto trasmette un potente messaggio di resilienza, speranza e determinazione. Nel cuore di un giardino, un piccolo seme sogna di…
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Rosa sei stronza ma ti adoro per questo, sei uno dei personaggi più fregni del racconto perché dai quel tocco di emozioni in più nel lettore, anche se per ora solo nella sottoscritta scrittrice che vorrebbe tirarti nu schiaffatone e dopo pochi istanti si mette a ridere da sola come una scema.
Non c'è altro da dire mi sto divertendo a scrivere questo racconto come una bambina al parco giochi e ora diamoci dentro con l'ultima parte: ce la posso fareeee
Carissimi affezionati e tumblerini se volete supportarmi in queste ultime battute al PC potete mettermi un cuoricino o scrivermi qualche frase motivazionale pleeeease? 🥹
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#scrivere#scrittrice#il regno dei diari segreti#fantasy#racconto fantasy#magia#alchimia#divertente#emozioni#sensazioni
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Unstoppable: il cinema celebra la determinazione nel wrestling
Il cinema ha sempre raccontato storie di resilienza e trionfo, ma pochi film catturano lo spirito della determinazione come Unstoppable. Questo dramma sportivo biografico americano del 2024 narra la storia straordinaria di Anthony Robles, un wrestler nato senza una gamba che ha superato enormi ostacoli per diventare campione di wrestling NCAA Division I. Diretto da William Goldenberg e scritto da Eric Champnella, Alex Harris e John Hindman, il film è un adattamento dell’autobiografia di Robles, pubblicata nel 2012.

Trama e sviluppo della storia
La trama di Unstoppable segue la vita di Anthony Robles, nato a Mesa, Arizona, e cresciuto dalla madre Judy Robles. Nonostante le difficoltà fisiche e i pregiudizi, Robles sviluppa uno spirito combattivo che lo porta a eccellere nel wrestling. Dopo aver affrontato dubbi e ostacoli sia nel liceo che all’università, Anthony si unisce alla squadra di wrestling dell’Arizona State University (ASU). Nonostante il suo status iniziale di comparsa, il duro allenamento e la determinazione lo portano a emergere come un atleta formidabile.
Il punto culminante del film si verifica nel campionato di wrestling NCAA del 2011, dove Anthony affronta e sconfigge il favorito dell’Università dell’Iowa, diventando campione nella categoria 125 libbre. Questo trionfo rappresenta non solo una vittoria sportiva, ma anche un messaggio di speranza e ispirazione per tutti coloro che affrontano difficoltà nella vita.
Il cast di Unstoppable
Il film vanta un cast stellare con Jharrel Jerome nei panni di Anthony Robles. Al suo fianco, troviamo Jennifer Lopez nel ruolo di Judy Robles, Michael Peña, Don Cheadle e Bobby Cannavale, che aggiungono profondità e autenticità alla narrazione. La scelta di Jerome per interpretare Robles si è rivelata vincente, grazie alla sua interpretazione intensa e coinvolgente che trasmette tutta la determinazione e il coraggio del protagonista.
Produzione e sfide dietro le quinte
La produzione di Unstoppable ha attraversato diverse fasi prima di arrivare sul grande schermo. I diritti per l’adattamento del libro furono acquisiti nel 2014, ma il progetto ha subito diversi ritardi. Nel 2023, il film è stato finalmente confermato con William Goldenberg alla regia, supportato da produttori di alto livello come Ben Affleck, Matt Damon e Dwayne Johnson. Le riprese principali sono iniziate a Los Angeles nel maggio 2023, ma furono interrotte a causa dello sciopero della Writers Guild of America. Solo nel dicembre dello stesso anno la produzione è ripresa, portando alla conclusione delle riprese nel gennaio 2024.
Una delle sfide tecniche più significative è stata la rimozione digitale della gamba destra di Jharrel Jerome, un dettaglio che ha richiesto un lavoro di post-produzione avanzato per garantire realismo e autenticità.
Il debutto nel cinema e l’accoglienza del pubblico
Unstoppable è stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival il 6 settembre 2024, ricevendo una calorosa accoglienza. Dopo un’uscita limitata nei cinema il 6 dicembre 2024, il film ha fatto il suo debutto su Prime Video il 16 gennaio 2025, rendendolo accessibile a un pubblico più ampio.
Nonostante un debutto al botteghino modesto, il film ha ricevuto recensioni prevalentemente positive. Su Rotten Tomatoes, ha ottenuto un 77% di recensioni favorevoli, con una valutazione media di 6,4/10. Il consenso generale lo descrive come un film ispiratore, con una performance magistrale di Jharrel Jerome. Su Metacritic, ha ricevuto un punteggio di 64/100, segnalando recensioni generalmente favorevoli.
L’importanza del cinema nel raccontare storie di resilienza
Unstoppable si inserisce perfettamente nella tradizione del cinema sportivo motivazionale, accanto a titoli iconici come Rocky e The Blind Side. La storia di Anthony Robles va oltre il wrestling: è un racconto di coraggio, determinazione e forza interiore. Il film mostra come lo sport possa essere un potente strumento di cambiamento, capace di ispirare milioni di persone in tutto il mondo.
Il cinema ha il potere di immortalare storie straordinarie, rendendole accessibili e comprensibili a tutti. Unstoppable non è solo un film sportivo, ma una testimonianza della capacità umana di superare le avversità e realizzare i propri sogni. Questo film ricorda che il successo non è determinato dalle circostanze, ma dalla volontà di affrontare le sfide con coraggio.
Conclusione
Con un cast eccezionale, una storia toccante e una produzione curata nei minimi dettagli, Unstoppable è un’aggiunta degna al panorama del cinema sportivo e biografico. Il film riesce a trasmettere un messaggio potente sull’importanza della perseveranza e del sostegno familiare, elementi chiave nella vita di Anthony Robles.
Se si è alla ricerca di una storia ispiratrice, Unstoppable è senza dubbio un film da non perdere. Il cinema continua a regalarci storie di eroi moderni, e Anthony Robles è senza dubbio uno di loro.
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Una volta sono rimasta chiusa in aereo. Lo so, le persone normalmente rimangono chiuse in ascensore. Io no: in aereo.
È successo ormai diversi anni fa, al ritorno da una vacanza. Non è importante quale fosse la destinazione, e non lo dico come frase motivazionale: non è realmente importante ai fini del racconto.
Io e altri trenta passeggeri eravamo seduti ai nostri posti (il mio era centrale, affianco al finestrino per puro caso) in attesa delle istruzioni degli steward e delle hostess, con la cintura già allacciata e i vari dispositivi messi in modalità aereo. Io ero rilassata e attrezzata con la mia serie scaricata sul cellulare da guardare durante il volo, un libro di supporto nel caso mi fossi stancata di guardare lo schermo, la mascherina per gli occhi se mi fosse venuto sonno.
Stavo tornando a casa dopo una di quelle vacanze che tutto sono meno che… vacanze! 20.000 passi al giorno di media, quasi tutta la giornata fuori casa. Una vacanza per cui serve una vacanza, in pratica.
Ad un certo punto si sparge la voce che non saremmo partiti prima di 30/45 minuti. A me personalmente viene riferita dalla mia vicina di sedile a cui faccio spallucce e dico: “Nel frattempo inizio a guardare la mia serie, se sai altro aggiornami per favore”. Annuisce e io metto le cuffie e inizio a guardare. Ai titoli di coda tolgo le cuffie per capire se ci siano novità circa la partenza, ma ancora nulla.
Io e la mia vicina iniziamo a familiarizzare. Siamo più o meno coetanee e ci raccontiamo del viaggio, dei posti visitati e, da buone italiane in territorio straniero, scherziamo sulle cose che ci sono mancate del nostro Paese in questi pochi giorni… soprattutto il cibo, naturalmente!
Poi, quando le chiacchiere si sono esaurite da un po’, le chiedo di farmi passare per sgranchirmi le gambe. Passeggio nel corridoio dell’aereo e scambio qualche parola con la gente, quasi tutti italiani tra l’altro. La voce è unanime: siamo seccati dalla situazione. Ormai è passata un’ora e mezza e di decollare pare non se ne parli affatto. Il motivo sembrerebbe essere il maltempo, ma non capiamo perché non ci facciano almeno uscire fuori. Siamo stipati in questa scatola con le ali senza poter uscire a prendere una boccata d’aria: una situazione abbastanza alienante. Mi risiedo e provo a leggere. Quando risorgo dalla lettura, guardo l’orario e mi accorgo che sono passate quasi tre ore. “Incredibile!”, penso. La mia vicina non c’è, credo anche lei abbia deciso di sgranchirsi le gambe.
Mi alzo anche io e vado verso il fondo dell’aereo, dove ci sono i bagni. Mentre cammino incrocio lo sguardo stanco di un signore anziano. Mi sorride e io ricambio, in qualche modo sono portata a fermarmi. In un inglese stentato mi dice che sente molta agitazione in quell’aereo. Annuisco e gli dico che in effetti siamo tutti agitati… qualche turista vuole iniziare la sua vacanza, qualcun altro come me vuole solo tornare a casa. Allora lui sorride e mi dice che quello è il suo primo volo: sta andando a trovare i figli, emigrati in Italia da ormai vent’anni, che non vede mai se non quando loro tornano a casa. Sua moglie è morta da qualche mese e lui si è deciso a superare la paura di volare che li accomunava, prima di raggiungerla. Quel disguido non lo fa demordere, anzi, crede gli dia coraggio.
Ho come un’epifania e sento che quell’attesa serve a qualcosa: è fatta per questo simpatico vecchietto che non parla una parola d’italiano e vuole volare per la prima volta. E se un signore che sembra così saggio la pensa così, forse un fondo di verità c’è.
Perché vi ho raccontato questa storia? Non ne ho idea. Mi piaceva il pensiero di condividere un minuscolo spaccato di un mio viaggio con voi. In realtà non vi ho detto assolutamente nulla di quel viaggio, magari lo farò un’altra volta, ma vi ho anche detto tutto… la parte più importante.
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La vicenda non ordinaria di un italiano trasferitosi in Russia nei primi anni Duemila e che racconta in prima persona la sua incredibile esperienza in questo affascinante Paese, fra personaggi bizzarri, avventure inaspettate e la scoperta di un mondo alternativo. Il libro immerge senza filtri il lettore/lettrice all’interno della società russa, lo/la conduce con un linguaggio diretto e comprensibile per tutti alla scoperta della famosa “anima russa”. Il destino e i casi della vita hanno portato l’autore, dopo aver prima costruito un mini impero, aver conseguito la cittadinanza russa ed essere arrivato a capire e sentire questo Paese come se fosse il suo, a diventare “russo fino al midollo”, nel vero senso della parola, per via di un grave problema di salute che gli ha portato, oltre ad immani sofferenze, anche la possibilità di poter sfruttare l'evento come un’opportunità per ampliare le proprie conoscenze. In questo contesto, è riuscito a trovare la forza di organizzare viaggi “impossibili” verso la Russia, ed a reinventarsi come scrittore. Il libro è stato scritto quasi interamente nel corso dei suoi sei lunghi ricoveri presso il Policlinico Gemelli di Roma. Oltre ad essere un racconto autobiografico ed una completa guida sulla vita all’Interno della Federazione Russa, questo è un libro motivazionale dedicato a tutti quelli che, come lui, stanno lottando e non si arrendono contro le peggiori sfide che la vita mette loro contro, ma anzi le interpretano come un’opportunità per migliorare se stessi. Russo fino al midollo di��Marco Maggi - prefazione e supervisione: Oleg Capovani; produzione: Marco Maggi Productions; stampa: Youcanprint.it - sarà disponibile su youcanprint.it a partire da inizio novembre 2023. Dopodiché sarà anche su Amazon e nelle librerie. Per chi risiede in Russia verranno pubblicate delle copie anche a San Pietroburgo. Il libro verrà successivamente tradotto e distribuito anche in lingua russa; la versione in inglese è in fase di valutazione. Saranno disponibili la versione cartacea e la versione e-book; e forse anche la versione audiolibro.
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Piccole Donne
Dolce, ottimista, meravigliosamente vero. Il romanzo Piccole Donne di L. M. Alcott è datato 1868 e sono moltissimi gli adattamenti cinematografici e televisivi che hanno raccontato la storia delle sorelle March.
Meg, Jo, Amy, Beth sono le eroine della vita di sempre, avvolte nella dolcezza genuina e negli stereotipi a cui era solita sottoporsi la donna americana del ‘800. Nella sua visione, la Gerwig ha restituito sullo schermo le emozioni della lettura ed un immaginario collettivo scenograficamente impeccabile. Non ci sono falle, non c’è noia, seppure la durata superi le due ore.

Tecnicamente ineccepibile, ogni inquadratura è un dipinto ad olio. I costumi, le acconciature, quel velo di trucco che risalta le bellezze naturali e l’età di ogni personaggio, caratterizzando la tipicità ed unicità di carattere in piccoli dettagli. Non c’è una rivisitazione in senso stretto del romanzo originale, ma Piccole Donne nasce come autobiografia e si rinventa, tornando sempre a raccontare la vita di chi sceglie di rispolverarlo.
Caro Piccole Donne, sei un gioco di flashback, tra ricordi dell’infanzia nella casa familiare, tutte e quattro insieme ed il presente fatto di stenti e di sacrifici, ma anche di successi editoriali e cambiamenti considerevoli. Jo è la personalità di spicco tra le quattro sorelle e la Ronan supera sé stessa ed i ruoli fin’ora interpretati, meritando molto più della sola candidatura al pregiato Oscar. L’aria della rivalsa, il desiderio di non mollare mai, di reinventarsi sono la spinta motivazionale che hanno condotto la Gerwig alla regia e la Ronan a tatuarsi Jo March sulla pelle. Non ne veste solo i panni, Saoirse Ronan è Jo March.
Dolcissima e bilanciata Meg, intepretata dalla britannica Emma Watson che non ha svestito i panni del personaggio di Belle nel live-action Disney. Nonostante le similitudini tra i due personaggi, la Watson avrebbe dovuto caratterizzare (o personalizzare) la maggiore delle sorelle March, di contro l’opera è ben riuscita a Willa Fitzgerald nella miniserie Piccole Donne, prodotta da BBC One nel dicembre 2017. Meg questa volta la troviamo dopo il matrimonio con John Brooke (James Norton), tra gli stenti e le difficoltà economiche di un marito che non è la Bestia, il principe azzurro della favola.
Non conoscevo Florence Pugh, o quanto meno non mi era mai saltata all’occhio, ma nei panni di Amy ho rivisto la vanità e l’audacia della terza figlia dei March. Capace di grandi capricci, è la “signorina” per eccellenza, la femminilità più spiccata, l’esempio di stereotipo di donna. Ebbene, questa Amy cela e soffre per amore, insegue quanto è meglio per la sua famiglia, agli occhi di Jo è la più viziata delle sorelle, ma a suo modo, Amy cavalca l’onda delle opportunità e stringe i denti. Probabilmente è la più fortunata delle quattro, ma non è forse soggettivo il concetto di “fortuna” quando ci si confronta con antagonismo?
Fragile, cagionevole e delicatissima, Eliza Scanlen è la Beth che ho sempre immaginato leggendo il romanzo. Guancciotte piene, occhi profondi, colori chiari, timida sin dal modo in cui guarda il mondo e si muove. Scalda il cuore del sig. Laurence (Chris Cooper) meglio di quanto non sia mai riuscito il nipote Laury/Teddy (Timothée Chalamet). Ecco un altro personaggio interpretato alla lettera, da far onore alla descrizione e alla fantasia della Alcott. L’intesa fisica e caratteriale tra Teddy e Jo è tangibile, Chalamet riesce a spiccare sullo schermo dando risalto al “figlio acquisito” dei March, amico di ognuna delle figlie, complice nelle circostanze della vita quotidiana.
Mi ha un po’ fatta storcere il naso il capofamiglia sig. March (Bob Odenkirk) privato del simbolo della virilità di tutte le epoche, la barba lunga. Non è un mistero che l’anzianità di un uomo era soprattutto misurata sulla lunghezza della barba, difatti è perfettamente in sincro l’aspetto sbarbato e giovane di Chalamet, ma la rasatura a fior di pelle di Odenkirk rimane un neo di contestualizzazione storica. Allo stesso modo ho considerato un po’ irrealistico l’aspetto sempre allegro e la costante vivacità di Mamy March (Laura Dern), quasi fosse alleggerita del vuoto lasciato dal marito in guerra.
Nota di merito indubbia per la zia March, la straordinaria Meryl Streep non ha bisogno di adulazioni, ma si conferma perfetta in ogni veste, in ogni occasione e puntuale nell’interpretazione.
Insomma...
Autoriale, intima e personale, bellissimo da guardare e da vivere, sopratutto sul grande schermo. Piccole Donne che da sempre insegnano il valore della famiglia, dell’amore, il sacrificio, quei principi che oggi abbiamo bisogno di contestualizzare. Il difficile momento in cui la bambina diventa adulta, il racconto di quelle circostanze che hanno permesso la crescita si svelano sul finale e rendono palese la narrazione di Jo all’editore.
Si conferma una regia coraggiosa e matura quella della Gerwig, al suo secondo lungometraggio d’autore, prendendosi qualche libertà e curando il dettaglio dei titoli di coda, come il testo di un antico libro. Una pagina di letteratura americana ingiallita, ma sempre ricca di emozioni e della freschezza della gioventù delle protagoniste.
Nel 2020 avevamo bisogno della crescita, della bellezza e della bontà di sentimenti 800eschi? Sono certa di sì.
#piccole donne#Greta Gerwig#emma watson#florence pugh#eliza scanlen#Saoirse Ronan#movie#film#film2020#recensione film#recensione#tumblr italia#italian blog#cinema italiano
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Cose da fare quando non hai voglia di scrivere - Parte II
Altre dieci cose che puoi fare per restare in contatto con la scrittura anche quando non ne hai voglia.
(Link alla Parte I)
11. Scrivi tutto quello che ti viene in mente
Se sei bloccata perché la storia non funziona o non sai come risolvere un problema della trama, prova la scrittura libera. Butta giù tutto quello che ti passa per la testa come se fosse un flusso di coscienza. Scrivi le domande a cui non sai rispondere e prova a trovare la risposta. Non preoccuparti della punteggiatura o della grammatica, cerca solo di seguire il flusso dei tuoi pensieri. Se riesci, non smettere mai di scrivere, non fermarti neanche a riflettere. Sono rimasta più volte sorpresa di quanto sia efficace questa tecnica.
12. Crea la scheda di un personaggio
Può essere una semplice carta d’identità con nome, data di nascita e aspetto fisico, o una scheda più dettagliata con il colore preferito, il segreto più oscuro, il primo ricordo della loro infanzia, in quale casa di Hogwarts verrebbero smistati, come usano/userebbero i social network, ecc... Creare la scheda di un personaggio è divertente e ti aiuta a tenere tutto quello che sai su di loro in un unico posto. Se siete appassionati di giochi di ruolo, potete anche seguire il modello di un gdr: una volta ho usato le regole di Vampire The Masquerade per creare la scheda della protagonista di un mio romanzo e mi è stato molto utile per mettere a fuoco i suoi punti di forza e di debolezza.
13. Fai un test della personalità nei panni di un tuo personaggio
Su internet ne esistono di tanti tipi diversi. Io consiglio l’enneagramma e l’indicatore Myers-Briggs, perché si fondano su teorie molto interessanti che potrebbero tornarti utili anche in fase di creazione dei personaggi. Possono aiutarti a capire meglio i loro comportamenti, le loro paure, i loro desideri più profondi e la possibile direzione del loro sviluppo personale. Io sono una nerd dell’MBTI, conosco tutte le funzioni cognitive, e ultimamente mi sto avvicinando all’enneagramma. Una volta che avrai preso confidenza con la teoria, non avrai più nemmeno bisogno di fare il test, ma saprai il personality type e l’enneagramma dei tuoi personaggi intuitivamente.
14. Crea un moodboard per ispirarti
Raccogli una serie di immagini che ti fanno pensare a un personaggio o a una storia e crea un collage che ne riassuma l’estetica. Pinterest è un’ottima fonte di belle immagini e può essere usato facilmente per creare una bacheca dedicata, ma se vuoi condividere il moodboard con i tuoi lettori, ti consiglio di usare foto senza limitazioni d’uso. Per trovarle puoi settare i filtri della ricerca Google Immagini per diritti di utilizzo, oppure usare un sito di stock photos gratuite, come Unsplash, Stocksnap o Pixabay.
15. Scrivi una canzone
Può sembrare difficile, ma è più semplice di quanto sembri, e come in tutto si migliora con la pratica. Scrivi un testo e prova a tirarne fuori una melodia canticchiandolo. Puoi iniziare con una classica struttura strofa + ritornello e poi sperimentare con forme diverse. Io trovo più semplice scrivere testi in inglese, un po’ perché le parole tronche sono più facili da mettere in musica, un po’ perché quasi tutta la musica che ascolto è in inglese. Una volta definiti testo e melodia, se suoni uno strumento (o hai un amico musicista) puoi anche lavorare all’arrangiamento!
16. Crea una playlist per ispirarti
Trova delle canzoni che ti facciano pensare a una storia o a un tuo personaggio e raccoglile in un’unica playlist a tema. Sia YouTube che Spotify funzionano molto bene a questo scopo. Cerca canzoni che abbiano un’atmosfera simile a quella della tua storia, che contengano frasi rilevanti o abbiano una tematica simile, oppure che funzionino bene come colonna sonora per scene che hai già scritto o hai intenzione di scrivere. Anche le playlist sono un contenuto divertente da condividere con i tuoi lettori.
17. Ascolta la playlist e immagina possibili scene
Una volta creata la playlist, usala per fare brainstorming. Falla partire, lascia vagare la mente e pensa alla tua storia. Cerca di visualizzare scene o momenti particolari, lasciati ispirare dai testi o dalle sensazioni che la musica ti trasmette. Ascoltare la playlist di un progetto è uno dei modi migliori per restare ingaggiati con la scrittura anche quando non si hanno le energie per mettersi a scrivere. Se un brano ti fa immaginare una scena specifica, prova a metterlo in loop e cerca di visualizzarla nel maggior dettaglio possibile. In questo modo ti troverai pronta quando riprenderai a scrivere e potrai usare la playlist come aggancio mnemonico durante la stesura.
18. Crea un blog
Se non ne hai già uno, crea un blog dove parlare dei tuoi progetti e condividere la tua esperienza con la scrittura. Quando non hai voglia di scrivere, approfittane per fare un aggiornamento sui tuoi progressi e interagire con i tuoi lettori. Un blog è il luogo migliore per ospitare tutti quei contenuti accessori come playlist, moodboard o illustrazioni dei tuoi personaggi. Usarlo per condividere i tuoi progressi lo trasforma anche in un ottimo strumento motivazionale.
19. Rileggi una tua vecchia opera
A volte perdiamo la motivazione perché pensiamo di non essere abbastanza bravi, non ci piace quello che scriviamo e crediamo di non riuscire a concludere nulla. In questo caso rileggi un tuo vecchio racconto o una scena di cui andavi fiera: se ti soddisfa ancora, saprai che sei in grado di scrivere qualcosa che ti piaccia; se invece ne vedi solo i diffetti, è perché nel frattempo le tue competenze sono aumentate, e saprai che adesso puoi fare di meglio. A quel punto puoi revisionarla o rimetterti a scrivere con nuova energia!
20. Fai una lista dei motivi per cui vuoi scrivere il tuo wip
Spesso non manca la voglia di scrivere in generale, ma la voglia di lavorare a un determinato progetto. Forse hai dimenticato cosa ti attirava all’inizio, oppure la storia si è persa per strada e si è allontanata dalla tua idea iniziale. Prova a elencare tutto ciò che ami del tuo progetto, quello che ti ha fatto venire voglia di scriverlo: potrebbero essere parti dell’ambientazione, un personaggio, lo stile in cui è scritto, una tematica, la relazione tra due personaggi o qualsiasi altra cosa. Nel farlo potrebbero venirti nuove idee su come aggiustare la rotta. Continua a rileggerla o ad aggiungere nuovi elementi ogni volta che avrai bisogno di ispirazione.
Per il momento è tutto! Se avete altre idee, mandatemi pure i vostri suggerimenti.
–Silvia
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✒ 📖 ꜱᴀʙᴀᴛᴏ ᴅᴇʟʟ'ᴀᴜᴛᴏʀᴇ 📖 ✒ Oggi voglio parlarvi di rifiuti e di scrittori famosi, e naturalmente scrittrici. La prima è conosciuta da tutti, giusto? ➡️ È J.K. Rowling mamma del maghetto più famoso del mondo. ➡️ La seconda è Louisa May Alcott, ha scritto "Piccole donne" ➡️ l'ultima invece è Sylvia Plath. Ha scitto "La campana di vetro". 📖 📖 📖 Sono tre scrittrici famosissime, i loro romanzi sono tutti e tre best sellers, ritenuti classici della letteratura. Cos'hanno in comune? 😞 😞 ⤵ prima di essere pubblicati e fare successo i loro romanzi sono stati rifiutati da moltissimi editori. Ti racconto meglio.. ✒ Alla Rowling suggerirono un corso di scrittura ✒ Alla Alcott che doveva limitarsi a insegnare ✒ Alla Plath che non era un romanzo di valore. 😤 tanti rifiuti per poi arrivare alla pubblicazione e scalare le classifiche. Rimanere dopo 150 tra i libri più letti... ❤ ebbene... non perdiamoci via. Non perdiamo la fiducia in noi stesse e continuiamo a scrivere, nonostante tutto. E questo vale in qualsiasi campo. Sei d'accordo? Scrivimelo nei commenti #jkrowling #harrypotter #piccoledonne #louisamaryalcott #sylviaplath #lacampanadivetro #marinagalatioto #vitadascrittrice #scrittrice #scrittriceitaliana #scrittricemergente #romanzi #scrittricifamose #amoleggere #leggerechepassione #motivazionale #fiduciainsestessi #nonmollaremai #nonarrendersimai #avantitutta #credereèpotere #noncederemai #coraggio #passione #leggerebookbloggeritalia #natiperleggere (presso Europe) https://www.instagram.com/p/COVSTykNpLs/?igshid=1l6ejqv4s2snb
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Recensione Design Your Life

Come fare della tua vita un progetto meraviglioso
Protagonista de La poltrona racconta è Design Your Life il Best Sellers di Bill Burnett e Dave Evans. Un libro di cui ho sposato immediatamente teoria, approccio e operatività nella mia vita come nella professione. Eccomi con la recensione che è il risultato di numerose letture, confronti e applicazioni pratiche e professionali. L'edizione italiana è impreziosita dalla prefazione di Francesca Parviero e dal racconto dell'esperienza che l'ha condotta fino alla certificazione in DYL a Stanford. Ti spiegherò cosa aspettarti dal testo al quale potresti affiancare, volendo, un praticissimo work-book per mappare l'intero percorso. Ti introdurrò ai contenuti per mostrarti come e quanto potrebbe esserti utile il libro nell'immediato per progettare la carriera dei sogni e cambiare definitivamente il tuo mindset.
Passa all'azione
Se sono riuscita a instillarti la curiosità e la voglia di provare a rivoluzionare il tuo approccio ai problemi non ti resta che leggere subito Design Your Life e iniziare a progettare più versioni di te. Esistono vari modelli di Design Thinking quella proposta dagli autori è mutuata dal mondo del design così come molti dei termini che leggerai. Uno in particolare è quello riferito alle tue chance che loro amano definire prototipi. Come consigliato sul testo l'ideale sarebbe quello di riuscire a coinvolgere altre persone nel tuo percorso. Se sono riuscita a instillarti la curiosità e la voglia di provare a rivoluzionare il tuo approccio ai problemi non ti resta che leggere subito Design Your Life e iniziare a progettare più versioni di te. Esistono vari modelli di Design Thinking quella proposta dagli autori è mutuata dal mondo del design così come molti dei termini che leggerai. Uno in particolare è quello riferito alle tue chance che loro amano definire prototipi. Come consigliato sul testo l'ideale sarebbe quello di riuscire a coinvolgere altre persone nel tuo percorso.Se decidi di non rivolgerti a un consulente di Design Thinking puoi comunque crearti un gruppo di ascolto all'interno della tua cerchia di relazioni fidate e cominciare a sottoporre le tue idee. Hai voglia di iniziare subito un percorso? Iscriviti alla Community internazionale di DYL! Scrivimi per avere maggiori info. Come ti dicevo non solo discussione di progetti ma anche sviluppo di soft skills che potrai allenare con gli altri: - public speaking; - gestione di trattative e negoziazioni; - ascolto; - problem solving individuale ma soprattutto come parte di un team.Il Life design ha tra i suoi obiettivi, infatti, quello di creare un equilibrio tra vita privata e professionale ecco perché potrebbe esserti d'aiuto se stai pensando di rivoluzionare la tua carriera. Non mi sembra affatto poco. L'impegno più importante che ti sarà richiesto è quello sul tuo mindset. Dovrai fare i conti con il tuo modo di pensare e leggere gli eventi. Pronto a un reframe?Il Life design ha tra i suoi obiettivi, infatti, quello di creare un equilibrio tra vita privata e professionale ecco perché potrebbe esserti d'aiuto se stai pensando di rivoluzionare la tua carriera. Non mi sembra affatto poco. L'impegno più importante che ti sarà richiesto è quello sul tuo mindset. Dovrai fare i conti con il tuo modo di pensare e leggere gli eventi. Pronto a un reframe?
Progetta il lavoro dei tuoi sogni!
Sul testo il tema della ricerca di un impiego è affrontato a più riprese ma con un approccio sempre molto positivo. Non importa che tu un lavoro ce lo abbia già o sei disoccupato l'opportunità giusta è da ricercare attivamente o da co-creare. Spazio dunque all'intraprendenza e alla capacità di differenziarsi. Come? Fatti conoscere e sviluppa un network capace di apprezzare il tuo valore aggiunto.Un paradigma che si capovolge in maniera significativa. Non dovrai ricercare annunci ma attrarre offerte. Su quali aree di miglioramento personali dovrai investire il tuo tempo? - capacità di presentarti e proporti, in una parola: personal branding; - abilità nel negoziare condizioni professionali e retributive. Gli autori insistono nel passare il messaggio assolutamente condivisibile che le aziende assumono persone e non CV. Nel libro, inoltre, potrai leggere tante storie capaci di ispirare il tuo percorso. Esperienze autentiche dove si percepisce quanto è stato difficile per ognuno dei protagonisti rivoluzionare la propria vita, uscendo non soltanto dalla zona di comfort ma lasciando lavori sicuri, prestigiosi per occuparsi di qualcosa di più vicino alle proprie aspirazioni. Una spinta motivazionale che per me è stata preziosa.Un paradigma che si capovolge in maniera significativa. Non dovrai ricercare annunci ma attrarre offerte. Su quali aree di miglioramento personali dovrai investire il tuo tempo? - capacità di presentarti e proporti, in una parola: personal branding; - abilità nel negoziare condizioni professionali e retributive. Gli autori insistono nel passare il messaggio assolutamente condivisibile che le aziende assumono persone e non CV. Nel libro, inoltre, potrai leggere tante storie capaci di ispirare il tuo percorso. Esperienze autentiche dove si percepisce quanto è stato difficile per ognuno dei protagonisti rivoluzionare la propria vita, uscendo non soltanto dalla zona di comfort ma lasciando lavori sicuri, prestigiosi per occuparsi di qualcosa di più vicino alle proprie aspirazioni. Una spinta motivazionale che per me è stata preziosa.
Non si finisce mai di progettare
Un libro che veicola valori positivi e che insiste su dimensioni centrali nello sviluppo personale di ognuno di noi come: - l'elaborazione di un fallimento; - la collaborazione; - le abilitá progettuali; - la capacità di fare parte di una comunità fisica o virtuale. Il lavoro più importante che potrai fare sarà sulle idee limitanti che ti hanno impedito fino ad oggi di sentirti realizzato e in equilibrio. Se userai anche il work-book tutto sarà più semplice e potrai mappare l'intero programma e riprenderlo tutte le volte che vorrai o ne avrai bisogno. Come è mia abitudine in tutte le recensioni che curo ti lascio con le frasi che ho preferito e che spero ti orientino nella scelta di leggere o meno questo libro. 1) Non esiste un'unica soluzione; 2) La felicità è lasciar andare ciò che non serve; 3) La vita è un processo, non un risultato; 4) Noi è sempre più forte di me. E adesso a te la scelta di imprimere un cambiamento profondo al tuo modo di pensare e di approcciare gli obiettivi della vita! Buona lettura! Read the full article
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I miei primi ricordi risalgono, più o meno verosimilmente a quando avevo un anno. C'era il terremoto, la mamma mi infilò in una coperta a quadri gialli e azzurri e insieme andammo a rifugiarci in fondo al giardino. A un anno non sai di esistere, quindi molto bene.
A due anni è uguale, a cinque incominciano i problemi. Andavo all'asilo dalle suore. Ricordo la balaustra sulle scale di ghiaino, smussate da milioni di piccoli passi verso il dormitorio. Tantissimo chiasso, un bambino rosso di capelli che mi picchiava, lo scheletro di plastica coperto da un panno che andavamo a spiare, l'odore di verdure bollite del refettorio, gli scivoli. Avevo paura quasi di tutto, era un mondo fottutamente minaccioso, lontano dalla quiete della mia casa, i giochi, il giardino.
A sei è uguale, lo stesso spaesamento ma la scuola elementare mi era più affine. Una sola maestra, una ventina di compagni e compagne di cui sapevi il nome. Mi innamoravo già delle bambine.
A otto stai benissimo, alti e bassi ma scopri il mondo, sperimenti, io sono stato fortunato, mi lasciavano fare praticamente qualsiasi tipo di malanno. Poi mi rimproveravano ma era bello poter conoscere le cose attraverso le esperienze. Forse questa cosa la porto ancora con me, oggi.
Ero timido, molto timido, a dieci anni era ancora tutto bene, poi arrivarono le scuole medie. Fu un trauma, un cambiamento, un asilo per bambini grandi animato da dei vecchi astiosi, infastiditi. Io non ci capivo niente, inoltre incominciavo a crescere e ribellarmi, questo mix potentissimo fece sì che mi bocciassero in seconda media.
Solo i minorati mentali si fanno bocciare alle medie, credo sia stato un modo per denigrarmi, per mettermi un timbro a fuoco. Oggi ci rido, allora mi sentivo solo una merdina.
È notevole come da una certa età in poi si incominci a scandire il tempo in base a scuole e lavoro che frequentiamo, sostanzialmente in base al nostro ruolo nella società e non come individui.
Alle superiori finii in un istituto professionale di stato per l'industria e l'artigianato, il famoso IPSIA. Non mi fregava niente di industria e artigianato, a me piacevano le materie umanistiche, ma ricordo bene durante un colloquio i professori delle medie ridermi in faccia quando avanzai la mia intenzione di andare all'istituto magistrale. Un diploma senza futuro, carta straccia.
Però a me sarebbe piaciuto.
A 13 anni sei inserito nel contesto treno - scuola - treno-pomeriggi-figa che non vedrai mai - discoteca la domenica pomeriggio - goto start.
A quell'età nel mio male stavo bene, incominciava a delinearsi una forma di profondo spleen che mi accompagnerà fin bene oltre i trenta.
Incominciai a suonare la chitarra, mi ribellai a corsi di solfeggio e maestri, mi misi a fare di testa mia, come sempre, e i risultati erano penosi. Stavo bene, trovai un gruppo, suonavamo malissimo. Le prime feste, le prime birre. A 16 anni scrivevo, volevo fare il poeta. Leggevo i classici maledetti, Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, era un modo per sentirsi a casa, anche loro apprezzavano il dolore, e in mezzo all'adolescenza cos'hai se non rabbia e dolore?
Le figa latitava sempre, non mi appassionavano cose come i vestiti, le moto, cazzeggiare fuori dall'oratorio, fumare, cose che attiravano le ragazze. Non ho mai fatto quello che non mi piaceva, nel bene e nel male, tanto meno per piacere a qualcuno.
A 18 non cambia molto, e nemmeno a venti.
Incominciai a capire qualcosa, a collocarmi da qualche parte nella società attorno ai 22 anni.
Mi aiutò molto la fine della scuola, vissi ancora un po' di tempo in modo svagato, da finto bohemien, credendo ancora di poter battere il determinismo, il copione che mi era stato consegnato, e diventare uno scrittore. Mi iscrissi a storia, cazzeggiai un anno in giro per Venezia e fù un'esperienza meravigliosa, anche se non frequentai nemmeno un corso. Mi ricordo le magnifiche librerie piene di raccolte di poeti, leggevo Montale sui ponti di Venezia, col mio pile a fiori anticoncezionale.
A 22 dunque arrivò la cartolina e andai obiettore.
Quasi contemporaneamente cominciai a stare male. Male - malessere - malissimo, un male inspiegabile. Quindi a 21, 22 capii che a stare male non si sta bene. I dottori non capivano, io ancora meno, e scendevo sempre più giù in fondo. L'anno dell'obiettore fù creativo, doloroso e inutile, non così inutile come lo sarebbe stato se fossi andato a fare il pagliaccio con la baionetta, le bombe a mano e il fez.
A 23 cominciavo a stare meglio ma ti risparmio il (lungo) racconto di come ci arrivai. Uscire dal vero male fa crescere, non è veloce, non è una passeggiata, è un momento di crescita vera. Superare il male, cioè crescere, significa riconoscere ciò che di positivo ci circonda. A 24 anni entrai nella Grande Azienda. A 24, 25 anni sei una premessa di ometto, incominci a guardare avanti sapendo di stare da qualche parte nella società degli uomini. Del tipo: sono nato qui, vivo qui, lavoro qui. Per uno cronicamente spaesato come me non era poco.
Vedevo un futuro tranquillo, il lavoro nella Grande Azienda come una calda coperta, il sabato libero, dei soldi, un'automobile nuova, molto altro.
Era tutto in salita ma una salita da fare assieme ad altri, tutti verso un destino comune: la crescita.
Crescere, noi e le nostre aspettative, accelerare, cioè crescere a un ritmo maggiore ogni anno. Darci dentro fino a incominciare a dubitare sul senso di alcune parole. Crescere: perchè?
E poi: noi siamo i migliori, devi dare di più. Devi chiedere cosa puoi fare tu per l'Azienda, non cosa l'Azienda può fare per te, tutti sono utili e nessuno è necessario, insomma stronzate di cui sono convinti solo capi e manager. Pillole di statiunitismo motivazionale mal coniugato. E poi, e poi... una lobotomia collettiva.
A 27, 28 stavo bene, a 29, a 30 un'ipotesi di uomo prende il brevetto di ometto. Festeggi il compleanno con i fedelissimi di una vita, puoi incominciare a parlare di vecchiaia, insomma sei nel pieno di una rappresentazione, di una farsa in cui dentro di te ti parli come a 20, anzi a 16, ma fuori metti i pantaloni di fustagno e l'orologio in acciaio inox.
A 33, 34 hai la ragazza, vivi, convivi, ti annoi, fai le vacanze, vendi la moto, compri il cane, cambi casa. A 35, 37 pensi che ne hai quasi 40 e a 40 incominci a preoccuparti per la durata delle tue erezioni.
A 40 inoltre incominci ad apprezzare alcune cose prima scontate, allegate al pacchetto vita che il buon Dio ti ha donato, che potrebbero non essere più disponibili a breve: il profumo della primavera, dormire una notte intera senza svegliarti, il tuo cane che ti ama, le persone che ti sono amiche, il fatto di non dover uccidere per sopravvivere, poter viaggiare, non avere un cancro in fase terminale o il parkinson.
Dopo i 40, i 43 il tipo di consapevolezza, di disillusione che mi ha sempre accompagnato, cambia. Non credo nell'uomo, nel progetto di mondo occidentale che ci stanno proponendo. Non credo in dio, in questa forma di economia, di sviluppo insostenibile ma apprezzo sempre di più quello che viene dal tempo. Le cose senza tempo, gli alberi, il mare, dev'essere la fase prima di andare a guardare gli scavi con la bicicletta. Eppure pensi alla storia, all'incredibile percorso che ci ha fatto arrivare fino a qui. Penso al corpo umano, atri, ventricoli, all'idea pazzesca che da minerali e polveri si sia formato tutto questo. Senza una regia, tutto per approssimazioni.
Hai mai pensato al mimetismo, al camaleonte, che cambia colore per nascondersi, per convenienza ma senza essersi mai guardato allo specchio...
Le piccole cose sono tutte grandi cose.
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OPEN CALL/BANDO di OGR YOU (Young Adults) CLUB & TALKS – II Edizione
Cerchiamo 15 (età 18/20 anni) appassionati di scrittura, musica, nuove tecnologie, arti visive e performative, creativi, blogger, youtuber, videomaker, instagrammer etc. per la seconda edizione di OGR YOU. L’obiettivo del progetto è esplorare le proprie capacità di espressione, mettersi in gioco, raccontarsi e raccontare la vita all’interno delle OGR.
OGR YOU si svolge da febbraio a giugno e da settembre a dicembre 2019. Il gruppo si riunisce collettivamente due volte al mese presso le OGR, il martedì pomeriggio, dalle ore 15 alle 18.
I partecipanti verranno a contatto con artisti italiani e internazionali, invitati a condurre sia workshop pomeridiani a porte chiuse, progettati per il gruppo, sia incontri pubblici in fascia serale, inseriti nel Public Program OGR.
Le loro esperienze saranno documentate attraverso questo blog (attivo dal 2018; vi sono archiviate tutte le attività della prima edizione) e diffuse tramite i canali di comunicazione di OGR YOU.
Durante l’anno i partecipanti saranno coinvolti nella progettazione e organizzazione di speciali serate OGR YOU, come nella realizzazione di un progetto collettivo finale.
OGR YOU è gratuito e prevede una borsa di 500 euro, con frequenza obbligatoria, che verrà erogata al termine del ciclo.
Mandateci le vostre richieste di partecipazione entro il 31 gennaio 2019, insieme a una lettera motivazionale (della lunghezza massima di una cartella di testo = 1800 battute o 270 parole), un esempio del vostro lavoro (foto, video, illustrazione, racconto, poesia, blog, brano musicale etc.) e un breve curriculum.
I candidati selezionati saranno ricontattati da OGR YOU entro la prima settimana di febbraio.
L’elenco finale dei partecipanti verrà pubblicato sul sito OGR entro il 10 febbraio.
Per maggiori informazioni: [email protected]
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GROTTAMMARE – SuperNews, testata giornalistica di informazione sportiva, promuove un progetto di ricerca volto all’elaborazione di un piano di comunicazione da svilupparsi sui canali social della FIGC per sensibilizzare i tifosi sul tema del razzismo allo stadio.
Sarà soltanto uno lo studente vincitore che verrà premiato con una borsa individuale di 500 euro. L’iniziativa è promossa da SuperNews, testata di informazione sportiva, desiderosa di premiare tutti coloro che abbiano maturato interesse per il settore del giornalismo sportivo.
Lo stage potrebbe essere l’inizio della propria carriera professionale nel settore, mentre la borsa di studio potrà coprire le spese sostenute per i libri di testo, materiali per il corso, tasse universitarie, viaggi di istruzione o spese quotidiane per il mantenimento. L’iscrizione è gratuita e potrà essere fatta sul sito istituzionale dell’iniziativa: http://news.superscommesse.it/iniziative/borsa-di-studio.html
“Crediamo fermamente nelle persone che compongono il nostro team – commenta lo staff di SuperNews – e per questo coltiviamo le capacità di nuovi talenti, elemento fondamentale per la crescita della nostra azienda. Vogliamo offrire un aiuto concreto a chi vuole specializzarsi nel nostro settore”.
I partecipanti dovranno ideare una strategia di comunicazione social della FIGC per sensibilizzare i tifosi sul tema del razzismo allo stadio in vista degli Europei di calcio. Per candidarsi occorre:
1. Essere appassionato del mondo del giornalismo sportivo, nonché essere uno studente iscritto a un’Università italiana e, in particolare, a un corso di laurea triennale o specialistica di una delle seguenti Facoltà: Lettere, Scienze della Comunicazione, Scienze Politiche, Giurisprudenza ed Economia.
2. Poter dimostrare l’impegno nel proprio percorso accademico e professionale, in particolar modo nelle materie relative al giornalismo sportivo, attraverso:
1. Un documento che attesti l’iscrizione all’Università e il piano di studi con gli esami sostenuti ed esiti
2. Un progetto di ricerca, presentato in formato word, pdf o ppt, e dedicato allo sviluppo di un piano di comunicazione volto a sensibilizzare i tifosi sul tema del razzismo. Il piano di comunicazione dovrà approfondire obiettivi, strumenti, canali, tempistiche e messaggio da veicolare. Il piano presentato dovrà prevedere anche un logo, che diventerà il simbolo ufficiale attraverso il quale la FIGC promuoverà la campagna di sensibilizzazione sui suoi canali social.
3. Una lettera motivazionale di circa 500 parole che spieghi l’interesse e la passione per il mondo dello sport e in particolare per il racconto degli eventi sportivi internazionali. La lettera motivazionale dovrà essere accompagnata dall’autorizzazione al trattamento dei dati personali – “Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del Dlgs 196 del 30 giugno 2000”
È possibile inviare la propria candidatura entro e non oltre il 31 Agosto 2020 al seguente indirizzo e-mail [email protected] con oggetto “Candidatura per Borsa di Studio”, allegando tutta la documentazione richiesta nel bando integrale scaricabile al seguente link: http://news.superscommesse.it/iniziative/borsa-di-studio.html
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Sono Giancarlo Fornei, un coach motivazionale esperto di autostima femminile. Ho appena spiegato a Chiara, un'amica che mi ha contattato in privato, che per dimagrire devi fare tutte e tre le cose che racconto nel mio ultimo podcast. La maggior pa
(via Dimagrire: il magico segreto per imparare a dimagrire! Un podcast del coach motivazionale Giancarlo Fornei...)
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Like on #YouTube #video: Ho preso le abitudini norvegesi || IaraHeide expat life | https://youtu.be/wttypaJXEMw - Non è facile vivere in Norvegia. Ho preso le abitudini più strane norvegesi come mangiare il matpakke, mangiare presto e non usare l'ombrello. Ecco il video racconto di alcune modi di fare tipicaemente scandinavi a cui mi sono abituata subito! Leggi qui sotto per altre informazioni utili! 😉⬇️ _ 👉🏻 🖥 Iscriviti al mio canale :) http://www.youtube.com/c/iaraheideITA _ ✩ VIDEO CHE POTREBBERO INTERESSARTI ✩ 🏡 House Tour Norvegia: https://www.youtube.com/watch?v=wx0RnOrZSQA&t=1s 🤗 Che lavoro faccio che mi permette di viaggiare: https://www.youtube.com/watch?v=b50THDTSMFE&t=6s 🛏 Cittadinanza italiana e razzismo: https://www.youtube.com/watch?v=dGwwZOIRNjk&t=2s 💪🏻 Risposta a Matcha Latte cosa c’è nel mio zaino da viaggio: https://www.youtube.com/watch?v=HsOn_cBxAUo 💁🏻 Come sopravvivere alle attese in aeroporto?: https://www.youtube.com/watch?v=-VsN2LyYQ_g&t=74s _ 👫 LINKS AI SOCIALS ✩ BLOG: http://ift.tt/2md60re ✩ INSTAGRAM: http://ift.tt/2oSKNRW ✩ FACEBOOK: http://ift.tt/2mf4GE4 ✩ TWITTER: https://twitter.com/iaraheide ✩ ISCRIVITI: http://www.youtube.com/c/iaraheideITA _ 🎶 MUSICA TITLE: Sleepy Jacke ARTIST: Silent Partner __ 📷 ATTREZZATURA VIDEO: * Camera fissa: Nikon EOS M3 http://amzn.to/2k8NF06 * Microfono direzionale per reflex Røde http://amzn.to/2zBcrZD * Iphone7 per vlog: http://amzn.to/2BmYAqg * Il mio computer: MacBook 12” http://amzn.to/2Bouenz Montaggio video: iMovie 💌 SCRIVIMI: una mail a: - [email protected] ❤️ I MIEI YOUTUBER PREFERITI: * Shameless Maya (canadese super motivazionale) https://www.youtube.com/user/shamelessmaya * Briller (americano che parla italiano e dell’italia) https://www.youtube.com/user/bmillx * Norwegian Teacher Kasrin (insegnante di norvegese da inglese) https://www.youtube.com/channel/UC-kvsbMKDTLfbdzmgGQ7rNQ * Francesca Boni (giovane italiana in canada) https://www.youtube.com/channel/UCzxi6zrtqMOxGj7_CQEM__Q * Camilla Mendini (mamma e designer italiana a NYC) https://www.youtube.com/user/camillamendini ❤️ YOUTUBER ORMAI AMICI CHE SOSTENGO: LiLietz (expat italiana ad Amburgo) https://www.youtube.com/channel/UCC5-dfL7MV6VdmnM5bAi6Yw Stronzetty (expat italiana ad Amsterdam) https://www.youtube.com/channel/UCip6Kvzkn854jNwxVAtIuBg Due italiani in UK (lo dice il nome!) https://www.youtube.com/channel/UC_P3yVOrD6FoBfNg158L_yA _ DISCLAIMER: Questo video NON è sponsorizzato, tutte le opinioni espresse sono oneste e genuinamente mie. I link con * sono link affiliati, per cui se clicchi e compri qualcosa, otterrò una piccola percentuale, a te NON COSTERA' di più, ma se lo farai mi darai una mano a supportare il mio canale e apprezzo molto il tuo supporto. *** I commenti sono costantemente monitorati allo scopo di mantenere un ambiente positivo. E se sono i benvenuti i suggerimenti e le critiche costruttive; i commenti negativi, offensivi o discriminatori con il solo scopo di infastidire verranno rimossi.
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🔶 Scrivere è la mia vita, come quella di molti di voi. 🔶 Scrivere è anche terapeutico e a volte, mettere per iscritto #emozioni e #sensazioni può aiutare se stessi e gli altri. ➡️ Nel blog vitadascrittrice.it trovi un nuovo articolo dal titolo "Perché non arrendersi mai" nel quale ti racconto come a volte dalle #sconfitte si riesce a uscirne #vincenti. 💪 💪 MAI ARRENDERSI 💪 💪 #perseverare sempre e da qualche parte si arriva. Dedicato a tutte le scrittrici, scrittori e blogger, ma non solo. 💪 💪 non perdiamoci di vista @marinagalatiotoscrittrice 💪 💪 #scrivere #scrittura #aspirantiscrittori #vitadascrittrice #marinagalatiotoscrittrice #lifestyle #over50lifestyle #over50womanartist #motivazionale #motivazionedelgiorno #lunedìmotivazionale #mondaymood #lunedì #vincere #andareoltre #nonfermarsimai #nonarrendersi #igerslombardia #artistiitaliani #scrittoriitaliani # (presso Italia Milano) https://www.instagram.com/p/CCTIYfyCO7F/?igshid=10ubt2ika7wqy
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