#crescita e cambiamento
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pier-carlo-universe · 5 days ago
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“Considerazioni di un Giorno di Pioggia di Natascja Di Berardino”: Un Inno alla Coerenza e al Rispetto di Sé. Recensione di Alessandria today
Natascja Di Berardino esplora i confini del rispetto personale e delle relazioni attraverso una riflessione intensa e autentica
Natascja Di Berardino esplora i confini del rispetto personale e delle relazioni attraverso una riflessione intensa e autentica Un manifesto di autenticità e resilienza emotiva La riflessione di Natascja Di Berardino, intitolata “Considerazioni di un Giorno di Pioggia”, rappresenta un vero e proprio manifesto personale sulla coerenza, il rispetto e l’essenzialità della vita. L’autrice analizza,…
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ragazza-whintigale · 8 months ago
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𝓨𝓪𝓷𝓭𝓮𝓻𝓮 𝓟𝓪𝓾𝓵 𝓐𝓽𝓻𝓮𝓲𝓭𝓮𝓼 𝔁 𝓻𝓮𝓪𝓭𝓮𝓻
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𝔒𝔭𝔢𝔯𝔞 ➵ Dune
𝔄𝔳𝔳𝔢𝔯𝔱𝔢𝔫𝔷𝔢 ➵ Comportamento yandere, Fem reader, relazione tossica, matrimonio forzato (menzionato), tentato omicidio, avvelenamento, aborto, relazioni extra coniugarli, tradimento, utilizzo della voce, manipolazione psicologica, instabilità emotiva, ricatto, tocco non consensuale.
𝔓𝔞𝔯𝔬𝔩𝔢 ➵ 3170
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I corridoi a quest’ora della notte erano quasi del tutto vuoti, fatta eccezione per i soldati di guardia e della figura leggiadra della bella donna chiamata (nome) Alithea e in futuro Atreides -se mai il matrimonio fosse andato a buon fine naturalmente-. La bellezza della figura meritava per certo il soprannome che gli era stato affidato quando era ancora una bambina. La principessa degli Alithea. Come unica figlia femmina fino ai suoi 12 anni era stata amata e adorata quasi al pari della contessa che una volta era stata sua madre.
La sua bellezza e purezza non era ancora caduta in disgrazia secondo il pubblico.
La sua bellezza, la sua educazione e il suo carattere mansueto avevano permesso tale nomignolo. Poco si potrebbe immaginare che dietro quella bella facciata si potrebbe nascondere una donna non più diversa.
Una donna fredda e crudele, cresciuta fino a riconoscere la sua unica utilità come scambio tra famiglie. Il nome e l’importanza degli Atreides per una donna fertile ed educata che avrebbe mantenuto alta la discendenza.
Si era quasi stancata di sentire tali voci venire dall’esterno, oramai quasi tutti i servi al servizio del Duca e della sua famiglia avevano familiarità con il caratteraccio della donna.
❝ Mia signora cosa ci fate sveglia a quest’ora? ❞ La donna si fermò barcollante nei suoi passi. ❝ Dovreste essere nelle vostre stanze a riposare. ❞ (nome) ha un aspetto malaticcio nei suoi lineamenti morbidi. Il colore della pelle è sbiadito quel tanto che bastava per farla sembrare tra la vita e la morte. I capelli (colore) scompigliati, sono sciolti dal solito complicato intreccio, permettendo così delle morbide onde ad accompagnare il suo viso. Il piacevole movimento delle ciocche seguiva il suo viso una volta che decise di poter onorare questa persona con le sue attenzioni.
Duncan Idaho era in mezzo al corridoio con aria solenne. La postura eretta e impeccabile è proprio qualcosa che ci si poteva aspettare da casa Atreides e da uno dei suoi fidati.
Lo sguardo dell’uomo affronta con sospetto il corpo gracile ea mala pena sostenuto della sua signora. Non c’è traccia di ostilità verso qualcuno, solo il suo solito io viziato. O almeno è quello degli ultimi 7 anni. Quando d’improvviso la dolcezza della bambina venne sostituita con il gelo caratteristico di casa Alithea.
Duncan non ha mai diffidato di lei. Non che potesse in qualche modo, è una donna talmente fragile e minuta che si poteva dubitare potesse ferire qualsiasi componente della famiglia Atreides. Solo non poteva che notare il cambiamento di carattere durante la sua crescita al fianco all’erede Atreides. Davanti agli occhi ha visto come qualcuno potesse sprofondare nell’oscurità poco a poco.
Lo sguardo affilato della donna cadde sul soldato, fidato agli Atreides e vicino a quello che sarebbe diventato suo marito. ❝ Niente di importante Sir, cerco solo di raggiungere il mio futuro marito nelle sue stanze. Mi ha chiesto di parlare in privato. ❞
Duncan dubitava che Paul potesse essere così dannatamente maleducato da scomodare la sua fidanzata che fino a qualche giorno fa era in letto di morte. Poi nessun -nemmeno Paul- gli aveva parlato di questo incontro e per quanto potesse essere un incontro tra innamorati, di cui dubitava molto, il ragazzo avrebbe comunque avvertito qualcuno della cosa.
In genere lady (nome) non era nemmeno una persona da incontri romantici al chiaro di luna, ne di una avventura in camera da letto. Quindi era ben presumibile stesse architettando qualcosa che avesse a che fare con Paul. Duncan sperava vivamente che questo non li avrebbe messi nei guai.
❝ In tal caso lasciate che vi accompagni.❞ Il suo onore gli impediva di lasciare la sua signora andare in giro per le sale di Castel Caladan alla ricerca del futuro marito, quando nemmeno riusciva a camminare correttamente.
Stava anche tremando a tratti sotto la stola in lama.
Lo sguardo della donna si assottigliò lasciando brillare le pagliuzze argentate annegate nel (colore) delle sue iridi. (Nome) era abbastanza furba da non tentare una discussione per una tale sciocchezza. Per quanto irrispettosa potesse essere, il tutto sarebbe diventato solo più sospettoso. ❝ Se è ciò che desiderate.❞ Duncan camminò fino a sorpassare (nome) e guidarla verso la sua destinazione.
La stanza di Paul non era molto lontana, di conseguenza il viaggio fu breve. La principessa bussò con eleganza alla porta e Paul rispose aprendo la porta. La sorpresa era palese dai suoi occhi verdi, ma si riprese l’attimo dopo aver notato anche Duncan. Salutó l’uomo con un cenno e poi si rivolge alla donna di Alithea ❝ A cosa devo la visita della mia signora? ❞ (Nome) ridusse la sua espressione a puro disgusto e entrò nella stanza lasciandosi alle spalle Duncan e la sua espressione disperata dai capricci e dalle bugie della donna. Paul non fece altro che un’espressione di scuse al compagno fidato chiudendo la porta intimandolo di continuare con i suoi doveri.
❝ Spero ci sia un motivo valido per disturbare il tuo riposo e Duncan. ❞ ❝ Non gli ho chiesto io di disturbarsi. ❞ Lady (nome) ha tralasciato le sue condizioni precarie mentre si fermava nel mezzo della stanza incrociando le braccia al petto. La stola e la vestaglia morbida annientava ogni curva che la donna potesse possedere. Un sospirò lasció le labbra di Paul mentre si avvicinava a lei per avvolgere le braccia intorno alla figura della donna, ❝ La vostra crudeltà non appassisce mai mia signora, nemmeno quando siete malata. E dire che quando eravate piccola possedevate una tale gentilezza. ❞ Il calore della loro pelle che si tocca era qualcosa che (nome) ha detestato, e sapeva che in futuro non gli sarebbe bastato questo da lei.
Si crogiolò segretamente nel tepore del loro abbraccio, forse avrebbe dovuto prendere una stola più pesante ma non è riuscita a trovarla da sola. ❝ Io inizierei a ritermi il colpevole di tale comportamento se fossi in te, Paul.❞ Il suo nome aveva una cadenza sprezzante ma L’Atreides, in qualche modo contorto, sembrò apprezzare. Paul stampa un bacio sul suo collo, incurante dello strato di capelli che si sovrapponeva alla pelle di (nome). Rabbrividì disgustata.
❝ In ogni caso non hai risposto alla mia domanda.❞ Si staccò da lei andando a sedere dall’altra parte della stanza. Si versò qualcosa da bere e lo stesso fece per lei. (Nome) sapeva fare di meglio che cedere a tali galanterie. Era considerata una bellezza a tal punto che in molti hanno cercato le sue attenzioni con trucchi meschini.
In realtà Paul sapeva perché era lì e da cosa era dovuto il suo turbamento. C’era una incrinatura nella sua solita corazza, lasciando intravedere spiragli di rabbia e nervosismo. Aveva letto attentamento i suoi movimenti e le sue parole. Come si soffermava su qualcosa troppo allungo, come teneva coperto il ventre con la stola e come si graffiava i polsi.❝ Devi lasciarlo andare. Lui non ha colpa.❞ ❝ mmh? ❞ Prese un sorso di bevanda tenendo gli occhi su di lei. Sapeva di cosa stava parlando, non c’è stato bisogno di avere conferme, eppure lui ha continuato a fingere di non comprendere. Se lady (nome) non lo conoscesse, avrebbe potuto dire che si stava divertendo a vederla così.
Paul la conosceva a sua volta abbastanza da sapere che: niente avrebbe potuto agitare la donna se non la consapevolezza di aver condannato qualcuno per un suo errore. Non era così crudele come tutti l’avevano dipinta, e Paul lo sapeva meglio di chiunque altro. Sapeva che probabilmente le occhiaie nere sotto i suoi occhi erano solo la causa delle notte insonne per il senso di colpa.
Senso di colpa.
Forse nessuno a parte lui sapeva che Lady Alithea era capace di provare simili emozioni. Era davvero brava a mascherare le proprie intenzioni dietro la sua freddezza, non sempre ma quasi, questo Paul glielo avrebbe concesso. Forse se non fosse per le sue abilità di Bene Gesserit nemmeno lui l’avrebbe notato. ❝ Non vedo perché dovrei, (nome), dopo quello che ti ha fatto.❞ ❝ È TUTTA COLPA MIA! LUI NON C’ENTRA-❞ L’urlo lasciò trasparire tutto il risentimento che aveva nei suoi confronti. Era uscito così spontaneo dalle sue labbra che è riuscita a fermarlo solo dopo aver sfogato in parte. Certamente si era fermata ad un certo punto e una parte di colpa andava allo sguardo che l’erede degli Atreides le ha rivolto. La turbava ancora, anche a distanza di anni e nonostante la loro differenza di età. ❝ … e tu hai utilizzato l'occasione a tuo vantaggio.❞
-Nemmeno i rivelatori di veleno erano riusciti a rilevarlo. Era stata attenta. Talmente attenta che quando il sangue iniziò a colare giù dal naso e dalla bocca una confusione generale riempì la stanza. Alcuni soldati si sono precipitati lì, altri hanno chiamato il dottore Yueh e di seguito arrivò anche Hawat. Era una delle poche volte che anche il Duca era presente, forse tutta quella confusione era dovuto anche a questo.
Nessuno era riuscito a scoprire chi fosse stato e meglio come avesse fatto. Ma Paul aveva un idea. Un’idea che si era rivelata più che giusta. Lo aveva visto chiaramente. -
Le braccia della donna scivolarono dritte lungo il corpo mentre stringeva il tessuto della vestaglia tra i suoi pugni. Non era ben chiaro se si fosse pentita di averlo urlato o se avesse solo temuto per lo sguardo di Paul. Ma il resto della frase è comunque stato ridotto ad un sommesso sussurro.
Forse si sentiva colpevole. Lui non l’aveva mai toccata prima senza il suo permesso. Non le aveva mai fatto del male. Eppure lei aveva agito contro di lui. Prima ha cercato di uccidere Paul mentre dormiva con coltello di fortuna, ma fu troppo codarda per portare a termine l’impresa e crollò tra le braccia di Paul. Non aveva detto una parole ne aveva mostrato paura. Poi aveva cercato di avvelenarlo… ma cambiò obiettivo. Forse ha sperato qualcuno contestasse la sua unione con Paul, forse non ritenendola all’altezza di diventare Duchessa e un’Atreides. Ma non accade. A Paul bastó immagazzinare le informazioni , analizzarle e valutare come risolvere al meglio la situazione. Il suo attentato al giovane Duca non fu mai scoperto, e il suo auto avvelenato fu solo deviato alla soluzione più semplice. Il ragazzo così vicino a Lady (nome) da averla avvelenata per gelosia.
Questo le fece pentire in primo luogo di averlo scelto e portato con sé su Caladan, di essersi compromessa con lui e di essere stata costretta ad abortire per conservare l’onore di entrambi. ❝ Forse avresti dovuto pensarci prima a coinvolgere qualcuno di esterno.❞ È stato stupido ma lo sapeva già. Non lo amava nemmeno come meritava.
Ed è abbastanza palese che Paul stesse giocando con questi sensi di colpa.
Non le avrebbe offerto uno scambio, lui non ne aveva bisogno per farle fare tutto quello che voleva. Non c’era modo che avessero parlato di scambiare la vita del ragazzo con qualcosa che andasse a vantaggio di Paul e Lady (nome) lo sapeva abbastanza bene.
❝In ogni caso ora non dovrai più temere di coprire quella gravidanza indesiderata e io non dovrò tenere un bastardo.❞ Un erede bastardo. Era qualcosa di ironico adesso, agli occhi del giovane Paul. Non gli ricordo minimamente sua madre, che diede al Duca Leto l’erede che tanto desiderava.
La donna era colma di rancore, colpe e imbarazzo, per questo non proferì altra parola. Non cercó di salvarsi o giustificare i fatti evidenti, lui era l’unico oltre a lei a saperlo e poteva dedurre fosse solo grazie alle sue predizioni. Nemmeno il povero Elias era a conoscenza dell’avere messo incinta la futura sposa di Paul. Forse era meglio così.
❝ Dovresti essere grata. ❞ La voce di Paul perse l’affetto e il rimprovero. Divenne solo fredda come se avesse perso la possibilità di provare sentimenti. Si avvicinò alla forma della sua signora prendendo a coppa il suo viso dai tratti morbidi tra le mani. La principessa si sentiva disgustata. ❝ Per cosa? ❞ ❝ Per non averti condannata con lui. ❞
In un lampo di rabbia (nome) spinse le mani sul petto del ragazzo, allontanandosi quel che bastava.
In primo luogo pensava glielo avrebbe concesso, nel suo stato attuale, lui era più forte di lei. Perciò la distanza era quella che lui gli aveva concesso a prescindere. ❝ Avrei preferito morire a causa del mio stesso veleno che rimanere qui con te. ❞ La principessa strinse i denti ad ogni crudele dichiarazione mentre si dirige verso la porta con l’unico intento di andarsene.
❝ Non uscire dalla stanza. ❞ (nome) si fermò nei suoi passi, con la mano sulla maniglia e un piede pronto a dare il primo passo per uscire. Sapeva che Paul era in grado di usare la voce, aveva sentito parlare della cosa molte volte da sua madre mentre si esercitavano. A riguardo c’era un tacito accordo. Lui non avrebbe dovuto usarlo su di lei.
Per quanto non fossero mai stati messi termini e condizioni lui lo aveva fatto solo una volta, esclusa questa. Forse è stata quella volta a convincerlo ad non utilizzarlo. Lei aveva dato letteralmente di matto, urlando e cercando di attaccarlo direttamente.
Nessuno ha saputo dare una risposta a tale comportamento e la situazione tacque in pochi giorni, lasciando un’alone di mistero sulla vicenda.
Lo sguardo della donna era intriso di rabbia e sanguinaria voglia di fargli del male. Paul la guardava a sua volta con una sorta di sfida nei suoi occhi. Sarebbe stata sopraffatta dalla voce o sarebbe stata rinchiusa per aver attentato alla vita di Paul?
Era quasi sicura che nella seconda avrebbe sofferto più lui che lei, per questo quando mosse i suoi primi passi verso il fidanzato lui socchiuse le labbra. Pronto a richiamare qualsiasi ordine l’avrebbe riportata al suo posto. Ma lei si fermò ancora prima di poter fare unaltro passo.
Lo sguardo di Paul era ancora su di lei. I suoi capelli ondulati ricadenti sulle sue spalle cadenti. La sua vestaglia argentata e la stola che era caduta dalle spalle e ora si reggeva solo alle braccia della ragazza. Una visione dannata e patetica proprio come era la sua signora quando nessuno poteva vederla a parte lui. L’orgoglio e la vanità erano scomparsi a favore della dolce disperazione e dai sensi di colpa. Ma in fondo l’Atreides non avrebbe potuto desiderare altro che essere l’unico spettatore di tale vista.
Nessuno avrebbe potuto ammirare la luce fioca e semplice di una donna, che aveva imparato a mantenere le apparenze di freddezza e nobiltà, sfaldarsi davanti a qualcosa che la stava mandando in frantumi poco a poco.
Paul era quella cosa ed entrambi lo sapevano.
I primi passi di lui furono intercettati dalla donna che indietreggiò per mantenere la distanza iniziale. Un sospiro tra l'esasperato e il divertito ha lasciato Paul mentre parlava nuovamente. ❝ Devi smetterla con queste scenate. Non ti serviranno a molto soprattutto se sono l’unico ad assistere.❞ I loro occhi erano fissi l’uno sull’altro. Niente sarebbe cambiato nel comportamento della donna, lo sapeva. Eppure i suoi occhi erano ancora attenti a qualsiasi cosa lui volesse fare di lei. Avrebbe mantenuto le parole eppure lei non era ancora disposta ad avvicinarsi. ❝ Spiegami come posso farmi ascoltare, senza per forza darti un ordine. ❞ Quel potere non era un semplice ordine! Se fosse stato solo un ordine lei avrebbe ignorato il tutto e poi sarebbe andata avanti per quello che credeva meglio. Ma in quei momenti il suo corpo smetteva di essere una sua proprietà e faceva ciò che quel coro di voci le diceva di fare. Cacciata e privata della sua stessa volontà. È così che si poteva descrivere.
❝ Non puoi. semplice, no? Basta solo che mi lasci stare, e che lo scagioni da quelle accuse, e per un po’ continuerò questa recita, per un po’.❞ Per un po’… Non significava per sempre. Non si sarebbe calmata e questo sarebbe solo qualcosa di temporaneo. Era come una pietra che colpiva il vuoto. Non faceva alcun rumore. Nessuno dei due aveva un discorso collegato con quello dell’altro eppure continuavano a parlare sulla medesima linea. Lei era lì per un motivo e poi avrebbe voluto andarsene il più lontano possibile. Anche il fondo del mare di Caladan le sembrava più accogliente e invitante di quella stanza soffusa di luce. Mentre lui desiderava cercare di convincerla a rimanere, nella sua stanza e nella sua vita. Non che lei avesse quella gran scelta in questione ma lui desiderava ancora che lei lo volesse almeno un po’.
Fece un altro passo e poi un’altro e un'altro ancora, verso di lei, in silenzio. Ma lei si allontanava ancora, ancora e ancora. I passi erano traballanti e non si poteva escludere l’eventualità che potesse cadere. ❝ Sai davvero essere crudele mia signora… soprattutto con me. ❞ A Paul sembrava piacere evidenziare come le sue parole taglienti perdessero L’affilatezza in sua presenza, intrecciando le proprie parole con terribile sarcasmo. Lei inciampò su qualcosa e cadde seduta sul letto del ragazzo. Non poteva sapere cosa, ma ha immaginato fosse colpa di Paul. Era sempre colpa sua anche quando non lo era, ai suoi occhi.
Non sapeva esattamente come fosse finita lì, ad un'estremo della stanza, opposto a dove era. Quanti passi senza guardarsi attorno aveva fatto? Quando si era persa troppo in profondità negli occhi di Paul e dell'odio che provava per lui.
❝ Ti odio. ❞ Lui rise alla conferma delle sue parole. Questo era odio. Un odio patetico che gli si addice magnificamente. ❝ Lo so. ❞ Si avvicinò al suo volto, lasciando poco spazio tra loro, tanto che ogni respiro sfiorava le pelle del loro volto. Gli (colore) della donna erano spalancati in cerca di una soluzione, di un indizio o di qualche bagliore, negli occhi del futuro marito. Una qualsiasi scintilla ma niente. Lui era impassibile e illeggibile come lo era sempre stato, e questo l’ha terrorizzata. Come nei loro primi incontri, come nel loro primo incontro. ❝ Cosa vuoi in cambio? ❞ Dopo un lungo silenzio lady (nome) si decise a parlare. Di solito durante i loro scambi di parole non si parlava mai di scambi o mediazioni. Nessuno dei due avrebbe ceduto qualcosa per averne un altra. Specialmente (nome).
❝ Rimani. ❞ Era decisamente generica come risposta e la ragazza si trovava spazientita da tanta indulgenza. Se fosse stata solo una notte potrebbe anche essere un buon affare. Se fosse trasferire le sue stanze in quelle di Paul per il suo ultimo periodo qui a Caladan prima di tornare a casa per organizzare i preparativi per il matrimonio, era eccessivo ma ancora glielo poteva concedere. Aveva chiesto un prezzo molto alto in fondo, per quanto lei stessa non volesse ammetterlo. Ma se intende per tutta la sua vita era troppo. Lei per quando crudele e fredda potesse essere aveva sempre mantenuto la parola data e per questo raramente faceva promesse soprattutto quando non voleva o non poteva mantenerle.
❝ Tutto ma non questo. ❞
❝ Prendere o lasciare, (nome). ❞
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falcemartello · 1 year ago
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Bisogna ripartire dalle basi, con certi ambientalisti. L’anidride carbonica non è un inquinante.
È un gas inodore, innocuo e invisibile. Non provoca fumo né smog.
La nuvola bianca che sale dalla torre di raffreddamento di una centrale elettrica (foto ) non è anidride carbonica, ma vapore acqueo. Non puoi vedere l'anidride carbonica!
L’idea di arrivare un giorno ad avere solo energia rinnovabile è una illusione tragica.
Purtroppo stiamo percorrendo quella strada verso l'inferno. Immaginate di essere quel giorno.
Verranno spente tutte le centrali termiche. Avremo solo pannelli solari e turbine eoliche (forse anche centrali nucleari) e batterie tampone adeguate.
Tutta l’energia prodotta è esclusivamente quella che serve per i consumi dell’umanità di allora. Che succede?
1) Crescita economica impossibile. Un incremento di bisogni (aumento della popolazione) non sarà possibile soddisfarlo.
Il sistema non può sottrarre energia all’ordinarietà per produrre nuove turbine o nuovi pannelli in assenza di fossili.
2) Allo stesso modo, il sistema non sarà in grado di provvedere all’usura e ai guasti di quelle. infrastrutture.
Del resto, l'effetto più eclatante della crescita della CO2 è l'aumento delle aspettative di vita. E' questo che fondamentalmente spaventa il WEF.
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Allora l’unica alternativa sarà ridurre i fabbisogni, o… ridurre le persone.
Non avrete niente e sarete felici(?)
Fortunato Nardelli
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Eppure tutta questa sceneggiata organizzata l'hanno basata su quanto è pericolosa la CO₂, approfittando dell'ignoranza diffusa per far passare questa bugia.
Il "bioetico" S. Matthew Liao propone che per impedire il cambiamento climatico, gli esseri umani dovrebbero essere geneticamente modificati e il loro sistema immunitario dovrebbe essere programmato per renderli allergici alla carne e diventare così ecocompatibili.
E' stato bello, addio!
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princessofmistake · 2 months ago
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Si dice che a volte l'amore inizia con una scintilla. E questo potrebbe essere vero. Ma se io dovessi augurarti un amore, non ti augurerei un fuoco. Vedi il fuoco è potente, brucia intensamente e poi sparisce. È bello e caldo. Ma non dura a lungo. Quindi, invece di augurarti un amore che brucia, ti auguro un amore come un fiume, che avvolge e gira. Cambia e scorre. È potente e libero, ma costantemente trova la strada per tornare al mare. E così, come l'acqua, io spero che il tuo amore sia in continua crescita, e in continuo cambiamento. Spero che il tuo amore sia potente e libero, e che possiate sempre trovarvi come il fiume trova il mare.
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susieporta · 7 months ago
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Sfatiamo alcuni falsi miti sulla crescita personale:
1. Andare da un professionista delle relazioni di aiuto non risolverà la tua vita e i tuoi problemi. Ti accompagnerà in un viaggio di sostegno e di chiarificazione, oltre che di trasformazione, dentro di te. Il resto lo dovrai fare tu. È un percorso che dura tutta la vita, quindi mettiti tranquillo e goditi il viaggio.
2. Quello che puoi risolvere o chiarire di te stesso con un professionista, un gruppo, un percorso, non puoi risolverlo o chiarirlo con un altro. Ogni periodo della tua vita sei diverso o hai una diversa energia, così come ogni percorso o rapporto crea una energia diversa. Quindi dovrei cambiare parecchi percorsi per far suonare il pianoforte della tua anima, e comprendere più a fondo te stesso.
3. Fare di continuo un certo tipo di lavoro su di te non ti rende speciale. È semplicemente lo scopo per cui siamo qui su questa terra: non cadere nell'ego spirituale. Certo, meglio lavorare su di sé che andare al bar a fare aperitivi senza un minimo di consapevolezza dei propri meccanismi interni. Ma se ti senti a posto con te stesso solo perché fai delle asana tre volte a settimana, stai sbagliando qualcosa.
4. Lavorare sulle proprie ombre, nodi e conflitti, non può avvenire nella mente. Deve scendere nel corpo. Ricordo una terapia che si concluse nel momento in cui cambiò il mio sguardo, il quale da spento e triste divenne pieno di energia e vitale. Letteralmente. Se non senti un cambiamento nel corpo, stai ancora sognando.
5. I cambiamenti che avvengono in un percorso non sono astrazioni: devono essere reali, tangibili e concreti. Devono avvenire nella quotidianità. Se le tue relazioni non si modificano, il tuo stile di vita non migliora, il tuo modo di gestire le emozioni non cambia o non riesci a realizzare qualche obiettivo che ti appartiene, c'è qualcosa che non sta funzionando nel tuo percorso. Stai ancora sognando.
6. Ciò che fa il cambiamento non è il terapeuta, ma la relazione tra te e lui. È l'energia che scaturisce da questo incontro a volte magico a permetterti di accedere al cambiamento. Quell'energia ti fa sprofondare dentro di te in sicurezza e con coraggio, e ti aiuta a gestire gli irrisolti della tua vita. Non pensare che il professionista sia un pezzo di ghiaccio e non cambi insieme a te, perché anche questo è un falso mito. Entrambi vi trasformate tramite il vostro incontro, che vi spingerà verso nuove strade e nuovi territori.
Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
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abr · 5 months ago
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La stessa Africa presenta tassi di crescita di gran lunga superiori a quelli del Mezzogiorno italiano. (...) Tutto ciò dovrebbe far riflettere ed invitare al cambiamento. Consapevoli dei guasti provocati dalla semplice difesa di uno status quo che sta uccidendo ogni speranza e ogni voglia di emancipazione. (...) Di fronte ad un Paese spaccato (...) non ha senso diagnosticare ricette uniformi (...). Se così fosse, si potrebbe prescrivere la stessa medicina tanto a chi ha un raffreddore quanto a chi ha una polmonite.
(L)e differenze, in Italia, balzano agli occhi. E non solo (n)ei nostri giorni. Nell’immediato dopoguerra l’unificazione del Paese fu garantita dai “cafoni” che, con le valige di cartone abbandonavano le terre dei loro padri per raggiungere il “triangolo industriale”. (...) Con un beneficio seppure indiretto nei confronti dello stesso Mezzogiorno (...). Oggi quel triangolo si è riformato, (...), non c’è più Torino e Genova ma Milano Bologna e Treviso (...) ma la logica è rimasta la stessa. Ora, come allora, il catalizzatore del nuovo sviluppo è dato dalle esportazioni, rispetto ad una domanda interna che non cresce in modo adeguato. Il 70% del nostro export è prodotto nel Nord (dati ISTAT 2022 e 2023). (...)
(M)entre nel Centro nord, seppure con ritmi diversi, si produce, nella restante parte del territorio italiano soprattutto si consuma. E si consuma (poco e male) grazie al flusso dei trasferimenti di risorse intermediati (in modo inefficiente) dallo Stato centrale.
Il nobile gesto della solidarietà (obbligatoria: che nobiltà avrebbe?! ndr) che, tuttavia, a lungo andare ha frenato ogni spinta individuale (...). Questo è oggi il ritardo che si vede ad occhio nudo non solo tra le diverse regioni italiane ma tra l’intero Mezzogiorno e le altre parti del Pianeta che solo alcuni anni fa vivevano in condizioni assai peggiori. (...)
Rompere questo schema è soprattutto nell’interesse del Mezzogiorno. (...). Al Nord una società più libera di autogestirsi per produrre maggiori risorse (...) per garantire quelle riserve – si pensi soltanto al peso del debito pubblico – che servono all’intero Paese. Su basi diverse può nascere qualcosa che, in passato, caratterizzò il grande salto di qualità del dopoguerra. Ovviamente tutto ciò non è scontato. Ma vale la pena provarci. (...)
via https://www.ilriformista.it/il-nord-ha-finanziato-il-sud-che-pero-e-regredito-con-lautonomia-si-puo-tornare-al-salto-di-qualita-del-dopoguerra-426869/
R. Brunetta dal Cnel per intervalla insaniae, lasciando perdere la pars construens che propone per carità di patria, ma conservando l'analisi oggettiva dei punti di partenza e il senso della speranza.
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mezzopieno-news · 10 months ago
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LE EMISSIONI DI CO2 AI MINIMI DA 60 ANNI NELL’UE
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Le emissioni di CO2 prodotte da combustibili fossili nell’UE nel 2023 hanno toccato il livello più basso degli ultimi 60 anni.
L’Unione Europea ha emesso l’8% in meno di anidride carbonica rispetto al 2022, spingendo i progressi nella riduzione delle emissioni climalteranti e registrando un’accelerazione. Più della metà del calo (56%) deriva da un mix di elettricità più pulito, con il continuo aumento della capacità eolica e solare, nonché un rimbalzo della disponibilità di energia idroelettrica e nucleare. Le emissioni di CO2 dell’UE derivanti dal carbone si sono dimezzate dal 2015 e hanno registrato una diminuzione del 25% rispetto all’anno precedente. Le emissioni legate al gas sono diminuite dell’11% e quelle di petrolio del 2%.
Secondo l’analisi del Centre for Research on Energy and Clean Air (Crea) “Le emissioni di CO 2 dell’UE sono finalmente tornate ai livelli riscontrabili nella generazione dei miei genitori negli anni ’60”, ha dichiarato Isaac Levi, analista di Crea. “Tuttavia, in questo periodo di tempo, l’economia è triplicata, dimostrando che il cambiamento climatico può essere combattuto senza rinunciare alla crescita economica”.
I dati del 2023 mostrano che L’UE ha costruito livelli record di pannelli solari e turbine eoliche ed è stata in grado di produrre più elettricità da dighe e centrali nucleari. I tagli in settori come l’industria – dove gli alti prezzi del gas hanno portato alcune aziende a diventare più efficienti e altre a produrre meno beni – e i trasporti hanno rappresentato un terzo delle riduzioni.
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Fonte: Centre for Research on Energy and Clean Air (Crea); foto di Jon
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arcobalengo · 8 months ago
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IL RITORNO DEL DRAGO MARIETTO
Credevate che ci fossimo liberati di lui, vero? E invece il nostro draghetto nazionale è sempre lì, pronto a rimontare in sella per dirci cosa fare. Questa volta a tutti gli europei.
Lui, l’illuminato, quello che “se non ti vaccini ti ammali e se ti ammali muori”, già da tempo sta preparando il ritorno in grande stile, addirittura come Presidente della Commissione Europea.
Come ci informa il Corriere della Sera, “Da Ichino a Martelli fino a Shammah, parte da Milano la raccolta firme per portare Mario Draghi alla presidenza della Commissione Europea”.
E che cosa si ripromette di fare, di bello, il nostro Mario Draghi, una volta eletto alla presidenza?
Ce lo spiega sempre il Corriere, in un articolo intitolato: “Draghi: «Per l’Ue proporrò cambiamenti radicali, l’Europa deve agire insieme come mai prima».
Dall’articolo leggiamo: “Secondo l’ex premier italiano ed ex presidente della Bce, «dobbiamo raggiungere una trasformazione dell'economia europea, dobbiamo essere in grado di fare affidamento su un sistema energetico decarbonizzato affidabile, una difesa integrata europea, una produzione domestica nei settori più innovativi e una posizione leader nella produzione tecnologia».
Eccolo lì, il “sistema energetico decarbonizzato” che ci attende, e che dovrà essere basato, si presume, su una efficientissima carbon card, ovvero un sistema che misura i nostri “consumi personali” di carbonio, con relativi premi per gli alunni più diligenti, e serie punizioni per quelli più disubbidienti.
E poi, naturalmente, Draghi spinge per la “difesa integrata europea”, ovvero per ulteriori investimenti da parte di tutti i paesi membri nell’industria degli armamenti. Quella dei suoi amici, of course.
Ma dove troveremo i soldi necessari? Tranquilli, ce lo spiega sempre Mario Draghi: “Ovviamente, per un cambiamento radicale si ha bisogno di investimenti, la cui maggior parte dovrà, secondo Draghi, «essere coperta da privati». Del resto, spiega ancora l’ex premier, «i risparmi privati sono molto elevati e vengono per lo più incanalati in depositi bancari e non finiscono per finanziare la crescita tanto quanto potrebbero in un mercato dei capitali più ampio».
Quindi, quando l’ex-banchiere parla di investimenti “privati” non si riferisce ai fondi di investimento miliardari (dei suoi amici), ma proprio ai nostri soldini, che secondo lui “stanno lì a fare niente” sui nostri conti correnti. I soldi dei nostri risparmi fanno gola a tutti, questo ormai lo sappiamo: bisogna solo trovare un modo per sottrarceli legalmente (CBDC, per esempio?).
Quindi tranquilli: se non ti vaccini ti ammali, se ti ammali muori. E se per caso non muori, tutto quello che hai te lo ruberemo noi. Con il tuo voto, ovviamente. Tutto legale, tutto trasparente, tutto alla luce del sole.
Massimo Mazzucco
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pettirosso1959 · 8 months ago
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VENEZUELA DIMENTICATO
Sono trascorsi decenni dal mio soggiorno lavorativo in Venezuela, ma da allora ho seguito sempre con interesse le sorti di quel paese. Ho lasciato una terra ricca di risorse, che nonostante certi difetti da attribuire in generale all’America Latina, che si manifestavano già a quel tempo, mostrava il volto di una nazione in crescita, il cui sviluppo industriale sociale e culturale in atto faceva sperare in un futuro prospero. Il Venezuela si avviava a diventare una sorta di locomotiva per gli altri stati dell’area.
Invece non è stato così. Un giorno è tutto cambiato. E’ salito al potere, eletto peraltro dal popolo, un rappresentante della sinistra più spinta, simpatizzante del sistema cubano. A partire da Chavez, poi grazie al suo successore Maduro, il regime di stampo comunista si è consolidato. Il rapporto con i capi cubani si è fatto sempre più stretto e il Venezuela è precipitato nel periodo più buio della sua storia.
La dittatura ha imposto condizioni terribili alla popolazione. Nei primi anni, quando si stava affermando, ascoltavo, collegandomi con gli amici locali tramite Skype, le loro lamentele. Erano preoccupanti quei racconti, da stentare a crederci se non fossi stata convinta della loro buona fede.
Il regime, dichiarando paradossalmente che il suo intervento era volto al benessere della popolazione, al riscatto delle masse più disagiate, non ha fatto altro invece che appiattire nella povertà e nell’ignoranza un intero popolo. Si è avvalso naturalmente di tutti i mezzi classici usati dalle dittature. L’opposizione ha avuto vita difficilissima ed è sempre stata schiacciata e soffocata anche nei momenti apparentemente democratici riservati alle elezioni, che si sono svolte in un clima terroristico.
La povertà dilagante e quindi l’impossibilità di ricavare ricchezza dalla popolazione, ha fatto sì che il regime abbia iniziato da subito a svendere le sue materie prime agli stranieri, prima fra tutte il petrolio, il cui sfruttamento era il perno dell’economia negli anni precedenti la dittatura.
L’impoverimento è stato tale che i beni di consumo si sono sempre più rarefatti, ricordo quando un’amica mi comunicava allarmata che non si trovava più neanche la carta igienica.
La corruzione dilaga. Anche l’apparato della salute pubblica è venuto meno, altro che sistema socialista, solo chi ha denaro riesce ad accedere alle cure. L’istruzione è distrutta. La stampa è imbavagliata, come pure il sistema giudiziario.
Il disastro si è maturato nel giro di pochi decenni, e non c’è speranza di cambiamento per ora.
Dal paese sono usciti non solo dissidenti del regime, ma tanti cittadini comuni in cerca di lavoro, di un futuro decente, per sfuggire alla miseria più nera.
Tanti italiani, gran parte dei quali discendenti di persone che si sono affermate negli anni in cui vigeva la democrazia, se ne sono dovuti andare. Ma l’Italia non è stata per niente generosa nei loro confronti. Non si sono sentiti appelli perché venissero accolti a braccia aperte nel paese d’origine dei loro antenati. Tutt’altro. Si parla della necessità impellente di ripopolamento dell’Italia, ma i governi italiani non hanno preso neanche in considerazione l’accoglienza e l’aiuto di persone che potevano rappresentare risorse importanti per la nostra nazione.
Come se non bastasse, è calato un silenzio di tomba su quella realtà troppo scomoda. Nessuno parla più della tragedia venezuelana.
Isabella M.
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oceanoinverno · 10 months ago
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io credevo che ci fosse un “booom” della crescita, credevo che ci sarebbero stati un può di anni frenetici dove tutto sarebbe cambiato e tutto era precario fino ad arrivare finalmente all’assestamento di ogni pezzo della vita.
invece è un continuo cambiamento non smette mai di evolvere la vita ed è affascinante ma anche stancante da morire e a volte vorrei solo fermarmi per capire cosa sto facendo
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pier-carlo-universe · 8 days ago
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Pasquale Fierro: La Storia di un Militare Scrittore che Conquista il Pubblico. Un uomo tra servizio militare e passione letteraria: la storia di Pasquale Fierro, autore impegnato e premiato
Pasquale Fierro nasce a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, il 16 maggio 1986. Secondogenito di tre figli, sin da giovane ha dimostrato una profonda passione per la solidarietà e l'aiuto al prossimo
Pasquale Fierro nasce a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, il 16 maggio 1986. Secondogenito di tre figli, sin da giovane ha dimostrato una profonda passione per la solidarietà e l’aiuto al prossimo. Questa inclinazione l’ha portato a impegnarsi attivamente in varie attività di volontariato, tra cui il servizio presso la Croce Rossa Italiana. Per circa otto anni, Fierro ha collaborato con…
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falcemartello · 1 year ago
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La Politica, la Scienza e il cambiamento climatico
"L'obiettivo dichiarato e necessario del catastrofismo sul cambiamento climatico è la riduzione della crescita economica.
Le élite globali al World Economic Forum (WEF) suggeriscono regolarmente che uno dei loro obiettivi è quello di raggiungere "l'equità" per le persone nei paesi sottosviluppati.
Ad oggi, questa "equità" ha comportato trasferimenti di denaro dal mondo sviluppato a quello in via di sviluppo che sono state utilizzate come tangenti per arginare un ulteriore sviluppo.
Il catastrofismo climatico si riduce alla rinuncia e all'eliminazione di energia economica e affidabile e all'arricchimento di allarmisti climatici come Al Gore, tutto nell'interesse di promuovere un'agenda politica globalista.
Il catastrofismo sul cambiamento climatico ha a che fare parole come “solidarietà”, “inclusività” e “cooperazione internazionale”, i mezzi che il WEF, le Nazioni Unite, le corporazioni privilegiate e i loro rappresentanti nel governo ritengono necessari per mitigare la presunta crisi. Queste parole in codice promuovono un regime totalitario sotto il quale un collettivismo rinnovato abrogherà i diritti individuali e limiterà enormemente la libertà umana.
In sostanza, i mezzi per mitigare il cambiamento climatico sono i veri fini perseguiti dai catastrofisti climatici."
(Prof. Michael Rectenwald NY University)
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a-dreamer95 · 4 months ago
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Il vivere sostenibile non riguarda solo l'ambiente. "Vivere sostenibile" significa apprezzare ciò che abbiamo e non lasciarci trascinare dall'incessante ricerca del nuovo, del migliore, del più recente. Significa prendersi cura delle nostre amicizie, delle nostre relazioni. Significa non dimenticare mai di ringraziare le persone che abbiamo accanto e che ci aiutano nelle piccole cose di tutti i giorni.
Significa fermarsi e fare una riflessione di quanto siamo fortunati quando tutto ci sembra perduto. Imparando a valorizzare tutto questo non solo scopriremo che la nostra vita è meglio di come pensiamo, ma riusciremo anche a renderci conto che nelle giornate più buie, il sole che è dentro di noi splende sempre anche se non lo vediamo.
Il vivere sostenibile include anche un impegno a vivere in armonia con l'ambiente. Questo può significare ridurre il nostro consumo di plastica, scegliere prodotti locali e di stagione, utilizzare mezzi di trasporto sostenibili e ridurre il nostro impatto energetico.
Inoltre, significa promuovere l'educazione e la consapevolezza su temi importanti come il cambiamento climatico, l'uguaglianza sociale e la giustizia economica. Essere informati e consapevoli ci permette di fare scelte migliori e di influenzare positivamente chi ci circonda.
Infine, vivere in modo sostenibile è un atto di speranza. È la fiducia che, nonostante le difficoltà e le sfide, possiamo costruire un mondo migliore, più equo e più giusto per tutti. È un percorso di continua crescita e miglioramento, un viaggio che ci invita a essere la migliore versione di noi stessi, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Ogni piccolo gesto conta e può fare la differenza.
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susieporta · 2 months ago
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Il Diavolo
"La Fede non basta".
Ci sono avvenimenti che sbriciolano il Passato. E altri che lo ricompongono.
Occorre restare vigili.
In questi mesi l'abbaglio, l'illusione, la distorsione possono ancora agire indisturbati per riprodurre, attraverso l'atto creativo inconscio, automatismi che credevamo superati.
Non si è ancora conclusa la "traversata di mezzo". Ci vorranno ancora mesi. Ne abbiamo sicuramente percorso un buon pezzo.
Ma come ben sappiamo, "ciò che persiste, resiste".
E noi siamo i più esperti "illusionisti di noi stessi". E ci caschiamo regolarmente dentro alle trappole del nostro Antico sistema.
Perché ancora manca dentro di noi il completamento dell'Energia del Maschile.
Siamo carenti di Spada. Essa è il nostro coraggioso e fidato Capitano interiore che dirige i nostri passi, li rende sicuri, prudenti, centrati e attenti.
Il Femminile crea. Il Maschile protegge il creato.
Noi non siamo ancora capaci di disciplinare le nostre Emozioni. Non ci hanno insegnato come renderle "presenti" e vigili.
Le utilizziamo come il senso della Fame: se abbiamo un vuoto allo stomaco, dobbiamo riempirlo.
E quel vuoto magari indica altro.
Ma, una volta riempito, poi magari ci sentiamo peggio. E non sappiamo perché.
Siamo "analfabeti emotivi".
E persistiamo nel "non" vederlo come un problema.
Siamo proiettati fuori per non affrontare dentro.
Dipendiamo dalla quotidiana ed effimera "dose di morfina" e nemmeno ne siamo a conoscenza.
Quante persone si conoscono davvero? Quante spendono il loro tempo ad osservare ogni singolo movimento interiore?
Nessuno. Perché al secondo giorno di osservazione, l'ansia cresce, il bisogno sale, il rumore ci distrae.
Se non siamo capaci di osservare noi stessi nemmeno per qualche ora, figuriamoci quando la relazione si sviluppa in due. O in tre, con l'arrivo dei figli.
Ci lasciamo trasportare dal "caos".
E siamo sfiniti, scontenti, accumuliamo tossine di rabbia e di rancori sotterranei. Poi ci ammaliamo e ci chiediamo pure "perché proprio a me?".
Sono belli i percorsi di crescita personale. Se durano qualche mese. Esaltanti.
Ma il problema è che, per come in questo momento è strutturato il Genere Umano, nonostante la velocizzazione notevole delle frequenze del Cambiamento, il lavoro su se stessi dovrebbe essere compiuto a tempo pieno per ottenere "benefici di struttura".
Non dal punto di vista Spirituale, dove "l'accorgersi" dell'esistenza di una "Dimensione altra" è oramai alla portata di tutti, ma banalmente nella gestione delle responsabilità che questa consapevolezza ci porta.
Tutti i giorni vediamo deteriorarsi la Bellezza dello Spirito dentro alle miserie umane.
Nessuno ci salverà da noi stessi: non un grande amore, non dei figli, non il denaro e nemmeno il potere.
E questo ancora non è chiaro.
Ma ne avremo nel prossimo passaggio vibrazionale ampia dimostrazione.
Non basta "affidarsi alla Fede" e delegare.
Qui ci vuole Spada e Presenza.
E accorgersi.
Non cadere nell'illusione, nell'idealizzazione e nell'assenza.
Restate presenti. Ora più che mai.
Mirtilla Esmeralda
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ilgiardinodivagante · 3 months ago
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Io credo che la vera politica sia un'eco profonda, un'onda che si propaga non per imposizione, ma per risonanza. Tutti siamo attori di questa commedia, ma spesso ci dimentichiamo che il nostro ruolo va ben oltre l'essere semplici spettatori. La politica che ci viene propinata oggi è un gioco di potere sterile, un tentativo di modellare gli altri come argilla, ignorando che ogni individuo è un universo a sé.
Ci vorrebbe una politica che sia un faro, che indichi una direzione non con l'imperativo, ma con l'esempio. Una politica che nasca da un'esperienza personale, da una trasformazione interiore. Chi ha sperimentato sulla propria pelle il potere della crescita, chi ha afferrato la bellezza di un'armonia interiore, dovrebbe sentire il bisogno di condividere questa scoperta, non per imporla, ma per offrirla come un dono. Un dono che si riceve, si assapora e, se lo si desidera, si rigenera.
Finché la politica continuerà a essere un gioco di forza, un tentativo di manipolare dall'esterno, non potremo mai conoscere la vera evoluzione. Non capiremo che il potere più grande è quello che abbiamo su noi stessi. Possiamo tentare di controllare il mondo esterno, ma è come cercare di afferrare l'acqua con le mani: più stringiamo, più ci sfugge.
Cerchiamo soluzioni ai mali del mondo, ma non le troveremo mai in leggi e regolamenti. Possiamo costringere le persone a rispettare delle norme, ma non possiamo costringerle a cambiare cuore. Le leggi possono impedire che si commettano reati, ma non possono far nascere un senso di responsabilità e di rispetto per gli altri.
Il problema è che viviamo in un mondo sempre più frammentato, dove l'anonimato regna sovrano e l'indifferenza è diventata la norma. Siamo come atomi che si scontrano senza mai toccarsi veramente. Anche nel mondo virtuale, dove la distanza fisica è annullata, ci nascondiamo dietro maschere e filtri, costruendo identità false e cercando l'approvazione degli altri.
È fondamentale ritrovare il senso di comunità, riallacciare i fili di un dialogo autentico. Dobbiamo imparare a confrontarci con le opinioni degli altri, a rispettare la diversità, a coltivare un pensiero critico. Dobbiamo smettere di cercare risposte preconfezionate e iniziare a porci delle domande.
Io credo che la soluzione passi da ognuno di noi. Dobbiamo essere coerenti tra ciò che pensiamo e ciò che facciamo. Dobbiamo essere i primi a mettere in pratica i valori che predichiamo. Dobbiamo diventare noi stessi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.
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Ma torniamo a noi: perché ricerchiamo così tanto il riconoscimento degli altri? Chi siamo veramente al di là delle etichette e dei ruoli che la società ci impone? Perché troviamo più facile seguire la massa, anche quando sappiamo che non è la strada giusta? Cosa ci impedisce di ascoltare la nostra voce interiore e di seguire il nostro cuore? Ognuno di noi dovrebbe porsi queste domande e cercare una risposta sincera.
Io cerco di vivere in armonia con i miei valori. Cerco di essere autentica, di ascoltare gli altri, di imparare dagli errori. Vedo gli altri non come avversari, ma come specchi in cui riflettermi. Osservo le mie reazioni, le mie emozioni, e cerco di comprenderle. Non cerco di cambiare il mondo esterno, ma di trasformare me stessa.
E tu, ti sei mai chiesto se le tue azioni sono in linea con i tuoi valori? Se le tue parole corrispondono davvero a ciò che pensi? Iniziamo da noi stessi, per poi estendere questo cambiamento al mondo che ci circonda.
So che questa è una strada lunga e difficile, ma sono convinta che sia l'unica possibile. Se ognuno di noi facesse un piccolo passo in questa direzione, potremmo creare un mondo migliore, un mondo più giusto, un mondo più umano.
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
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mezzopieno-news · 22 minutes ago
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SCOPERTO NEL MARE DELLA SICILIA UN BATTERIO CHE DIVORA LA CO2
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Un cianobatterio che sequestra la CO2 in una scala mai vista prima è stato scoperto nelle infiltrazioni vulcaniche al largo della costa di Vulcano, in Sicilia. Secondo i ricercatori che lo hanno individuato, la sua velocità nell’incorporare nelle sue cellule il carbonio è “impressionante”.
Ciò che rende UTEX-3222 una scoperta particolarmente interessante, secondo gli scienziati, è la sua capacità di crescita rapida e ad alta densità che gli consente di consumare CO2 in modo più efficiente rispetto alla maggior parte degli altri cianobatteri simili finora conosciuti. “I tratti intrinseci nei ceppi di cianobatteri evoluti naturalmente, descritti in questa ricerca, hanno il potenziale per essere utilizzati sia nell’industria che nell’ambiente, inclusa la biofabbricazione di utili prodotti a base di carbonio o l’affondamento di grandi volumi di carbonio sul fondale oceanico. Mentre potrebbero essere apportate ulteriori modifiche per migliorare le capacità di questi microbi, sfruttare miliardi di anni di evoluzione è un passo significativo nell’urgente necessità dell’umanità di mitigare e invertire il cambiamento climatico”, ha affermato George Church, docente di Harvard.
“Il fitoplancton marino rappresenta circa la metà della produzione primaria fotosintetica sulla Terra, fissando circa 3 volte più carbonio delle emissioni totali di gas serra antropogenici. Si stima che circa un quinto di questo carbonio catturato venga esportato nell’oceano profondo. Gli approcci per aumentare significativamente questa frazione potrebbero avere un impatto enorme … I cianobatteri isolati qui mostrano un potenziale iniziale per aiutare a risolvere le sfide di lunga data” afferma la ricerca pubblicata su Applied and Environmental Microbiology.
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Fonte: Applied and Environmental Microbiology
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VERIFICATO ALLA FONTE Guarda il protocollo di Fact checking delle notizie di Mezzopieno
BUONE NOTIZIE CAMBIANO IL MONDO Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali
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