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PRIMA PAGINA Il Mattino di Oggi giovedì, 19 dicembre 2024
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Curiosi Dati - YouTube
Benvenuto in Curiosi Dati! Sei appassionato di statistiche, dati mondiali e confronti intriganti? Allora sei nel posto giusto! Nel nostro canale, esploriamo il mondo attraverso un'ottica unica, analizzando dati, statistiche e fatti curiosi da tutto il globo. Qui troverete video comparativi, analisi dei dati, confronti di probabilità, e molto altro. Ci immergeremo in dati interessanti e curiosi provenienti da tutto il mondo, esaminando valutazioni, record e classifiche. Confrontiamo le tendenze, tracciamo sequenze temporali e mettiamo in luce i punti salienti. Il nostro canale è il vostro hub per l'istruzione attraverso la comparazione, una competizione sana e l'ordine temporale dei fatti. Scopriremo come le diverse nazioni si confrontano tra loro e cercheremo il migliore risultato in diverse categorie. E-mail: [email protected] Sottoscrivi: https://www.youtube.com/@CuriosiDati
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Chi deve avere il primato?
Chi deve avere il primato? Nacque una contesa fra i suoi apostoli, per sapere chi di loro dovesse essere reputato degno di essere il maggiore. Luca racconta il fatto in questo modo: «Nacque poi anche una contesa fra loro per sapere chi di loro fosse reputato il maggiore. Ma egli disse loro: I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che hanno autorità su di esse son chiamati benefattori. Ma…
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Consegnato a Il Primato Nazionale il libretto a mia cura dedicato a Louis-Ferdinand Céline della serie "Gli Imperdonabili", un piccolo lavoro ma con tante curiosità sul nostro Fuorilegge della Letteratura preferito! Prendendo spunto, informo che siamo sempre disponibili a presentazioni sul tema (L.-F. Céline - Un profeta dell'Apocalisse; Céline, Drieu e Brasillach; Céline e altri "fuorilegge" come WS Burroughs e JG Ballard…).
Andrea Lombardi
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Il Baldacchino di San Pietro
La Basilica di San Pietro è figura della Chiesa, edificata sulla tomba di Pietro. Questa Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, è una società monarchica, ininterrottamente governata dai legittimi successori del principe degli Apostoli. Il primato di governo del Papa, pieno e immediato, costituisce il principio dell’unità di fede che sussiste solo nella Chiesa cattolica. Il fondamento della sovranità…
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«La Fiducia Supplicans non è magistero autentico»
In quest’intervista al vaticanista Edward Pentin, il teologo mons. Nicola Bux spiega che la dichiarazione Fiducia Supplicans non è vincolante, non essendo magistero autentico, quindi non c’è obbligo di assenso religioso della volontà e dell’intelletto. Inoltre sostiene che «Papa Francesco dovrebbe cancellare la Fiducia Supplicans e sostituire il prefetto con un uomo di “dottrina sicura, sana e…
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#Apostasia#Bergoglio#bergoglionate#bergoglioni#cattivi maestri#falsi profeti#Fiducia Supplicans#fumo di satana#idiozie clericali#papa Francesco#pastoralismo#prassi#primato della prassi#sedicenti cattolici#spirito del concilio#Víctor Manuel Fernández
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dom Guéranger 29 giugno Santi Apostoli Pietro e Paolo
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Siamo il secondo paese industriale europeo, subito dopo la Germania. Ma gli italiani non lo sanno.
In alcuni settori d’eccellenza (la meccatronica e la robotica, la chimica fine, la farmaceutica d’alta specialità, le componentistica auto, la cantieristica navale da diporto, etc.) abbiamo posizioni da primato internazionale, ma per gran parte della nostra opinione pubblica è innanzitutto il turismo ad assicurare la ricchezza dei territori.
Siamo tra i cinque maggiori paesi esportatori del mondo, proprio grazie all’industria e a quella meccanica in prima linea, ma i cittadini per il futuro confidano negli alberghi e nelle opportunità del commercio, nello shopping.
“Dissonanza cognitiva” è il nome di questo fenomeno, un’opinione che fa a pugni con la realtà di fatti e dati. Detta in altri termini, l’Italia non sa bene chi è e come si produce la sua ricchezza e dunque non ha una fondata idea di dove andare.
L’industria scivola ai margini dell’immaginario collettivo, occupa un ruolo periferico nella rappresentazione sociale dello sviluppo. (...)
Ecco il punto: l’Europa può continuare a restare ancorata ai suoi valori e alla sua cultura civile se mantiene una forza industriale di peso e respiro globale. (...) E se dunque investe sulle nuove tecnologie (infrastrutture, ricerca, processi di conoscenza e formazione) e sull’impiego ben strutturato e guidato dell’Intelligenza Artificiale (...).
Serve insistere sull’industria, insomma, (per) evitare il precipizio indicato alcune settimane fa dal “Financial Times”: perdere la sfida competitiva con Usa e Cina e ridursi a essere “il Grand Hotel dei ricchi e potenti del mondo”. Un luogo di storica eleganza. Ma privo di peso e potere. Incapace di decidere sul suo futuro. (...)
Viene da lontano, questo fenomeno di sottovalutazione del peso industriale. Da una diffusa cultura anti-impresa, ostile al mercato, alla fabbrica ma anche alla tecnologia e alla scienza (...). Da una disattenzione culturale verso i fenomeni del lavoro industriale, (...) da un’opinione pubblica incline ai luoghi comuni anti-industriali e segnata da un evidente deficit informativo. E da una tendenza, ben radicata in ambienti economici ed accademici, a insistere sul tramonto dell’industria alla fine del Novecento, per cedere il passo al “terziario avanzato” e alla finanza.
Dati e fatti, soprattutto dopo la Grande Crisi finanziaria del 2008, hanno smentito queste false costruzioni di un immaginario distorto e ridato invece importanza all’economia reale. E l’Italia è cresciuta, più e meglio di altre aree europee, negli anni post Covid, proprio grazie al suo “orgoglio industriale”, investendo, innovando, (...) facendone un asset di competitività e di qualità sui mercati.
Eccola, dunque, la realtà dell’Italia industriale ad alta tecnologia e sofisticata qualità (...), per evitare che la mancata conoscenza dell’Italia industriale alimenti quelle disattenzioni, quelle false percezioni della realtà che contribuirebbero ai rischi di declino economico e dunque sociale e civile del nostro Paese.
Se ne accorge finalmente anche l'informazione dei finti sapientoni (e fa autocritica pur senza dirlo): https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/11/18/news/litalia_e_un_grande_paese_industriale_ma_gli_italiani_non_lo_sanno_e_preferiscono_pensare_al_turismo-17751079/
In realtà manco l'Huff Post dei sapientoni sa che in quanto a export stiamo gareggiando col Giappone e, tolta l'Olanda che non esporta quasi nulla di suo ma lucra sull'in-out di Rotterdam da e verso la Cermania, saremmo sul podio MONDIALE delle bilance commerciali attive. Grazie alle industrie citate ma non solo, grazie anche alle altre eccellenze italiane: MODA & LUSSO, FOOD&BEVERAGE.
Ovviamente l'articolo è stato qui depurato , solita profilassi antibatterica, da false devianze riguardo "svolte green necessarie", no non lo sono anzi rappresentano un freno a mano tirato, verso "grazie alle politiche europee di Draghi", no è un liquidatore fallimentare, e tutti quei "ci vuole più politica per guidare" da dirigisti socialisti: non servono affatto, tutto questo è successo proprio GRAZIE alla distrazione della politica dirigista pre e post covid.
Ah e manca anche l'indicazione fondamentale: ma quale Trump, ma basta con 'ste ridicole scuse - btw, se riaprisse il mercato russo facendo finire la guerra dei Biden, decolleremmo ancora di più e dei dazi ce ne fregieremmo alla grande..
Per evitare che il declino si accompagni al degrado sociale in atto per via dei migranti (la manodopera dequalificata e a basso costo fa calare i salari quindi i consumi, oltre a far soppravvivere aziende decotte e terziario arretrato), la spada di Damocle per l'industria italiana è evitare il crollo economico della Cermania, nostro primo mercato. Ma quale Draghi, è necessario la facciano immediatamente finita con tutto 'sto verde elettrico.
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PRIMA PAGINA Tirreno di Oggi venerdì, 29 novembre 2024
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Criminalità a Bologna: triste primato per percosse e violenze sessuali
Grazie Kompagni!
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In chat...
... un fallo è insapore, inodore, un palo, un punto esclamativo privo di valenza che si frappone tra astuzia e intelligenza, tra coraggio e pochezza, è l'oggetto virtuale del desiderio che scorre sulle dita di formiche risparmiatrici di sostanza, intente a perseguire il primato nella strategia dell'irrelevanza nella propaganda del proprio sex appeal solo per approvazione sociale. In chat il fallo è immaginazione è un'app che si accende e spegne con chiunque. La realtà è diversa. Per alcune donne il fallo è un impersonale e disumano ingranaggio del godimento nel sadico esercizio del godimento individuale scevro da emozioni e/ o sentimenti, mero pezzo anatomico senza identità e unità, istericamente utilizzato da donne per lasciare traccia nel loro corpo allo scopo di creare dipendenza nell'uomo. Per altre Donne è estensione della propria mente, la costola che ha dato vita ad Eva, il punto di congiunzione pulsionale con l'Uomo, il midollo del piacere, fisicità della mente. La Donna che si prende cura del fallo non ha come scopo l'orgasmo dell'Uomo ma la sua Estasi, ovvero il viaggio attraverso il corpo mentale della Donna in cui UN UOMO si sente padrone, quel viaggio in cui l'orgasmo alla fine non è semplice scarica fisica ma approdo in una terra in cui essere differenza e non numero, avere identità e non anonimato, avere una casa e non un momentaneo giaciglio essere semplicemnte se stessi senza riserve con pregi e difetti, ma soprattutto difetti, apprezzati come segno distintivo di veridicità. Ci sono enormi differenze tra donne e Donne, uomini e Uomini, apparenza e sostanza, astuzia e intelligenza e consistono nella personalità di chi per indole non lascia tracce ma impronte!
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BLACKLOTUS
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La potestà del Papa è suprema, ma non assoluta o illimitata
Un approfondimento in sul potere papale: non uno status personale di superiorità o di dominio, ma un compito di cura e servizio, con dei precisi limiti. Continue reading Untitled
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Se la pastorale cozza con la dottrina, peggio per la dottrina
Il primato dell’ortoprassi, anzi dell’eteroprassi figlia dell’eterodossia è il leit-motiv del Sinodo sulla sinodalità: non cambiare nulla (apparentemente) perché cambi tutto. Continue reading Untitled
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#Apostasia#cattivi maestri#eterodossia#falsi profeti#fumo di satana#idiozie clericali#paradigma morale#pastoralismo#prassi#primato della prassi#sedicenti cattolici#sinodalismo#sinodalità#spirito del concilio
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Siamo in un tempo che affida tutto il primato agli occhi.
Si stà fisso davanti ad uno schermo e si comprano vetrine di occhiali.
Ma per me la vista è l'ultimo degli organi a sapere quello che succede.
Una valanga è avvisata dal suono, dall'udito ; un fulmine è avvertito prima dalla pelle, i peli che si rizzano,
i capelli pure; il freddo me lo dice la punta della lingua
e una donna alle spalle me la presenta il naso.
"Sulle tracce di Nives" - Erri de Luca
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Storia Di Musica #324 - Alter Bridge, Fortress, 2013
Le scelte musicali di Maggio avranno come filo rosso la presenza di un edificio in copertina. Mi rendo conto che la scelta dell'elemento in comune è di per sé poco discriminante, perché la lista sarebbe lunghissima. Tuttavia con un percorso che ho immaginato a scorrimento di grandezza dell’edificio ne uscirà, spero di non deludervi, una bella selezione. Poi è sempre una buona occasione per scoprire altri dischi rispetto a quelli che ho scelto io. La copertina che inizia questo piccolo viaggio è una casa abbandonata in un deserto, che in maniera piuttosto ironica è stata scelta per descrivere la Fortezza del titolo. Fortress è il quarto album in studio degli Alter Bridge, uscito nel 2013. Gli Alter Bridge nascono agli inzi degli anni 2000, quando si unirono ex componenti di due band, i Creed e i Mayfield Four: dal primo provenivano Il chitarrista Mark Tremonti, il bassista Brian Marshall ed il batterista Scott Phillips facevano già parte dei Creed, insieme al cantante Scott Stapp, fin dal 1997. Dopo la pubblicazione di due album di successo (My Own Prison del 1997 e Human Clay del 1999) Marshall lasciò la band nel 2000, a causa di dissidi con il frontman Stapp: rimasti un trio, i Creed pubblicarono nel 2001 il loro terzo album, Weathered, un altro grande successo rimasto al primo posto per otto settimane consecutive, primato che i Creed condividono con la compilation The Beatles 1. La band divenne inattiva dal 2003 a seguito della conclusione di un tour controverso: in quell'anno, infatti, Tremonti iniziò a scrivere nuovo materiale con l'intenzione di formare una nuova band. Dopo aver richiamato Marshall al basso, il chitarrista decise di contattare il cantante Myles Kennedy, ex membro degli ormai sciolti Mayfield Four, conosciuto qualche anno prima durante un tour in cui l'ex band di Kennedy faceva da gruppo spalla ai Creed. Fu così che nacquero gli Alter Bridge, il cui nome deriva da un ponte, il bridge del titolo, situato presso la casa di Tremonti sulla Alter Road, a Detroit.
L’inizio è del 2004, One Day Remains, che ripulisce moltissimo il suono post grunge dei Creed e nonostante sia un buon successo commerciale è ben lontano dalle vendite della band “primigenia”. Subito però hanno un colpo di fortuna: diventano infatti un gruppo fidato della WWE, la famosa federazione di Wrestling americano. Alcune loro canzoni infatti apriranno i seguitissimi show e una loro canzone, Metalingus, è stata adottata dal wrestler Edge come musica d'entrata. Nel 2005 Save Me farà parte della colonna sonora del film Elektra. Eppure non tutto va per il meglio: la casa discografica premeva affinché si ritornasse al nome Creed, garanzia di maggiore notorietà, e anche a quel suono più sporco. La band aveva tuttìaltra idea e finirono per cambiare etichetta: nel 2007 passano alla Universal con cui pubblicano Blackbird: i testi e le musiche sono spesso a 4 mani tra Kennedy e Tremonti, l’album è molto più coeso e una canzone diviene molto famosa, Blackbird, scritta da Kennedy per un suo amico recentemente scomparso che in una votazione di una rivista inglese, Guitarist, è stata votata nel 2011 quella con il miglior assolo di chitarra di tutti i tempi (che mi sembra una clamorosa esagerazione). Succede una cosa a questo punto: i tre ex Creed si riuniscono con Scott Stapp e pubblicano un nuovo disco come Creed e vanno in tour, Kennedy non sta fermo e collabora con Slash, che in quel momento era il chitarrista dei Velvet Revolver. Qualcuno pensa che il gruppo sia alla fine, ma come un tuono all’improvviso arriva AB III (del 2010): sorta di cupo concpet album sulla fede, è un disco che segna un deciso cambio di prospettiva. Molto più heavy metal, inizia a farsi strada l’estensione vocale portentosa di Kennedy, e da strutture musicali che assomigliano a quell’interessante movimento chiamato progressive metal. È un nuovo grande successo.
Passano anni prima che esca Fortress, tra tour che toccano tutti i continenti, progetti paralleli, solisti, di musicisti che ormai sono diventati molto famosi. Per questo il disco era atteso come una sorta di prova del nove. Dato il titolo, l'album sembra far emergere l'idea che la band sia una sorta di rifugio creativo per i suoi membri, un santuario hard rock dove possono semplicemente suonare e suonare, non importa se al posto di mura possenti c’è solo qualche asse di legno invecchiato dal sole e dal vento. Si parte con Cry of Achilles, che inizia con le note di una chitarra acustica dal sapore flamenco (filone che per qualche anno colpirà in maniera stranissima tutti i grandi gruppi dell’heavy metal, richiamo solo i leggendari Opeth in Persephone, il brano acustico che apre Sorceness del 2016). Micidiale il veloce incedere del singolo Addicted to Pain, mentre in Bleed It Dry salgono in cattedra sia Tremonti con un suadente assolo, che la mirabile ugola di Kennedy. La ballata “alla Alter Bridge” si esprime in Lover e All Ends Well, dal sapore vagamente country. Sono diventati maestri nel costruire canzoni tra riff portentosi degni della vecchia scuola a ritornelli che rimangono subito in mente, come per The Uninvited. Il lavoro di AB III rimane nelle ottime In Peace Is Broken e nella toccante Calm The Fire, pezzo che esprime tutta la bravura vocale di Kennedy. Tremonti presta la sua di voce in Waters Rising, e scatena la sua anima metal in padrone nell’accoppiata Farther Than the Sun / Cry a River e nella lunga e mutevole title track contraddistinta da un pregevole lavoro della chitarra, anche qui a lambire il progressive metal. Fortress è un album trascinante, probabilmente meno creativo del precedente, ma molto più solido. La critica lo capisce e lo designa non solo come il loro miglior lavoro, ma tra i dischi dell’anno.
Gli Alter Bridge, che hanno sempre cercato di non passare per I Creed con un altro cantante, sono diventati, anche grazie alle spettacolari esibizioni dal vivo (suggerisco per i curiosi i Live From Amsterdam e From Wembley Arena) uno dei gruppi di punta di un metal non estremo, ma solido e convincente.
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