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PRIMA PAGINA Corriere Umbria di Oggi domenica, 02 marzo 2025
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Curiosi Dati - YouTube
Benvenuto in Curiosi Dati! Sei appassionato di statistiche, dati mondiali e confronti intriganti? Allora sei nel posto giusto! Nel nostro canale, esploriamo il mondo attraverso un'ottica unica, analizzando dati, statistiche e fatti curiosi da tutto il globo. Qui troverete video comparativi, analisi dei dati, confronti di probabilità, e molto altro. Ci immergeremo in dati interessanti e curiosi provenienti da tutto il mondo, esaminando valutazioni, record e classifiche. Confrontiamo le tendenze, tracciamo sequenze temporali e mettiamo in luce i punti salienti. Il nostro canale è il vostro hub per l'istruzione attraverso la comparazione, una competizione sana e l'ordine temporale dei fatti. Scopriremo come le diverse nazioni si confrontano tra loro e cercheremo il migliore risultato in diverse categorie. E-mail: [email protected] Sottoscrivi: https://www.youtube.com/@CuriosiDati

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come si azzecca pasta e lenticchie se ti distrai un attimo nessun'altra pasta
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Consegnato a Il Primato Nazionale il libretto a mia cura dedicato a Louis-Ferdinand Céline della serie "Gli Imperdonabili", un piccolo lavoro ma con tante curiosità sul nostro Fuorilegge della Letteratura preferito! Prendendo spunto, informo che siamo sempre disponibili a presentazioni sul tema (L.-F. Céline - Un profeta dell'Apocalisse; Céline, Drieu e Brasillach; Céline e altri "fuorilegge" come WS Burroughs e JG Ballard…).
Andrea Lombardi
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Il Baldacchino di San Pietro
La Basilica di San Pietro è figura della Chiesa, edificata sulla tomba di Pietro. Questa Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, è una società monarchica, ininterrottamente governata dai legittimi successori del principe degli Apostoli. Il primato di governo del Papa, pieno e immediato, costituisce il principio dell’unità di fede che sussiste solo nella Chiesa cattolica. Il fondamento della sovranità…
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«La Fiducia Supplicans non è magistero autentico»
In quest’intervista al vaticanista Edward Pentin, il teologo mons. Nicola Bux spiega che la dichiarazione Fiducia Supplicans non è vincolante, non essendo magistero autentico, quindi non c’è obbligo di assenso religioso della volontà e dell’intelletto. Inoltre sostiene che «Papa Francesco dovrebbe cancellare la Fiducia Supplicans e sostituire il prefetto con un uomo di “dottrina sicura, sana e…

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dom Guéranger 29 giugno Santi Apostoli Pietro e Paolo

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Siamo il secondo paese industriale europeo, subito dopo la Germania. Ma gli italiani non lo sanno.
In alcuni settori d’eccellenza (la meccatronica e la robotica, la chimica fine, la farmaceutica d’alta specialità, le componentistica auto, la cantieristica navale da diporto, etc.) abbiamo posizioni da primato internazionale, ma per gran parte della nostra opinione pubblica è innanzitutto il turismo ad assicurare la ricchezza dei territori.
Siamo tra i cinque maggiori paesi esportatori del mondo, proprio grazie all’industria e a quella meccanica in prima linea, ma i cittadini per il futuro confidano negli alberghi e nelle opportunità del commercio, nello shopping.
“Dissonanza cognitiva” è il nome di questo fenomeno, un’opinione che fa a pugni con la realtà di fatti e dati. Detta in altri termini, l’Italia non sa bene chi è e come si produce la sua ricchezza e dunque non ha una fondata idea di dove andare.
L’industria scivola ai margini dell’immaginario collettivo, occupa un ruolo periferico nella rappresentazione sociale dello sviluppo. (...)
Ecco il punto: l’Europa può continuare a restare ancorata ai suoi valori e alla sua cultura civile se mantiene una forza industriale di peso e respiro globale. (...) E se dunque investe sulle nuove tecnologie (infrastrutture, ricerca, processi di conoscenza e formazione) e sull’impiego ben strutturato e guidato dell’Intelligenza Artificiale (...).
Serve insistere sull’industria, insomma, (per) evitare il precipizio indicato alcune settimane fa dal “Financial Times”: perdere la sfida competitiva con Usa e Cina e ridursi a essere “il Grand Hotel dei ricchi e potenti del mondo”. Un luogo di storica eleganza. Ma privo di peso e potere. Incapace di decidere sul suo futuro. (...)
Viene da lontano, questo fenomeno di sottovalutazione del peso industriale. Da una diffusa cultura anti-impresa, ostile al mercato, alla fabbrica ma anche alla tecnologia e alla scienza (...). Da una disattenzione culturale verso i fenomeni del lavoro industriale, (...) da un’opinione pubblica incline ai luoghi comuni anti-industriali e segnata da un evidente deficit informativo. E da una tendenza, ben radicata in ambienti economici ed accademici, a insistere sul tramonto dell’industria alla fine del Novecento, per cedere il passo al “terziario avanzato” e alla finanza.
Dati e fatti, soprattutto dopo la Grande Crisi finanziaria del 2008, hanno smentito queste false costruzioni di un immaginario distorto e ridato invece importanza all’economia reale. E l’Italia è cresciuta, più e meglio di altre aree europee, negli anni post Covid, proprio grazie al suo “orgoglio industriale”, investendo, innovando, (...) facendone un asset di competitività e di qualità sui mercati.
Eccola, dunque, la realtà dell’Italia industriale ad alta tecnologia e sofisticata qualità (...), per evitare che la mancata conoscenza dell’Italia industriale alimenti quelle disattenzioni, quelle false percezioni della realtà che contribuirebbero ai rischi di declino economico e dunque sociale e civile del nostro Paese.
Se ne accorge finalmente anche l'informazione dei finti sapientoni (e fa autocritica pur senza dirlo): https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/11/18/news/litalia_e_un_grande_paese_industriale_ma_gli_italiani_non_lo_sanno_e_preferiscono_pensare_al_turismo-17751079/
In realtà manco l'Huff Post dei sapientoni sa che in quanto a export stiamo gareggiando col Giappone e, tolta l'Olanda che non esporta quasi nulla di suo ma lucra sull'in-out di Rotterdam da e verso la Cermania, saremmo sul podio MONDIALE delle bilance commerciali attive. Grazie alle industrie citate ma non solo, grazie anche alle altre eccellenze italiane: MODA & LUSSO, FOOD&BEVERAGE.
Ovviamente l'articolo è stato qui depurato , solita profilassi antibatterica, da false devianze riguardo "svolte green necessarie", no non lo sono anzi rappresentano un freno a mano tirato, verso "grazie alle politiche europee di Draghi", no è un liquidatore fallimentare, e tutti quei "ci vuole più politica per guidare" da dirigisti socialisti: non servono affatto, tutto questo è successo proprio GRAZIE alla distrazione della politica dirigista pre e post covid.
Ah e manca anche l'indicazione fondamentale: ma quale Trump, ma basta con 'ste ridicole scuse - btw, se riaprisse il mercato russo facendo finire la guerra dei Biden, decolleremmo ancora di più e dei dazi ce ne fregieremmo alla grande..
Per evitare che il declino si accompagni al degrado sociale in atto per via dei migranti (la manodopera dequalificata e a basso costo fa calare i salari quindi i consumi, oltre a far soppravvivere aziende decotte e terziario arretrato), la spada di Damocle per l'industria italiana è evitare il crollo economico della Cermania, nostro primo mercato. Ma quale Draghi, è necessario la facciano immediatamente finita con tutto 'sto verde elettrico.
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Criminalità a Bologna: triste primato per percosse e violenze sessuali
Grazie Kompagni!
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QUASI 800 SOTTO GLI 11 ANNI D'ÈTA





L'Italia è quel paese in cui con la scusa di una commemorazione, 1.300 neofascisti possono radunarsi per ricordare un regime che di morti ne ha fatti decine di migliaia. Soltanto in base alle stragi documentate, tra il settembre 1943 e il maggio 1945 sono state uccise dai nazifascisti quasi 24.000 persone, di cui oltre 12.000 civili, quasi 800 sotto gli 11 anni. Il 21% di questi crimini sono stati compiuti da italiani e non da tedeschi. Sono numeri reali. Il triste primato va alla mia regione, Emilia-Romagna, e alla vicina Toscana. Regioni che hanno dato un'enorme contribuito alla lotta di Liberazione. A questi numeri vanno aggiunte 4.596 condanne fatte dal tribunale speciale fascista negli anni precedenti alla guerra, per un totale di 28.000 anni di galera per dissidenti e oppositori. Nonostante siano dati pubblici e incontestabili, che proprio a livello statistico, nel caso tornasse quello stesso regime assassino, farebbero rientrare in questi numeri anche parenti, amici e conoscenti dei subumani di Acca Larentia, c'è ancora chi rimpiange un regime criminale e si viene ancora identificati se si grida "W la Resistenza." Sono trascorsi 80 anni ma siamo ancora lì. Cambiare tutto per non cambiare niente.
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"Una questione irrisolta, da Tangentopoli a oggi, ha a che fare con la tendenza inveterata della nostra classe politica a eludere, anziché affrontare, la “questione morale”, sottraendosi al controllo di legalità, rafforzando il profilo “decidente” degli esecutivi, affermando il primato dell’investitura popolare sulla legge. Non si tratta solo dell’eterna questione della separazione delle carriere e della subordinazione dei pubblici ministeri all’esecutivo, ma del mito dell’esecutivo forte, perché legittimato dall’investitura popolare diretta, all’insegna del motto «il voto è tutto e la legge nulla, […] la legittimità vince sulla legalità, la divisione dei poteri è un arnese settecentesco» (I. Dominijanni, Paradossi, il manifesto, 16 febbraio 2002). La quintessenza di questa aspirazione assolutistica è bene espressa da una dichiarazione rilasciata da Toti nel 2020: «Via codice degli appalti, via gare europee, via controlli paesaggistici, via certificati antimafia, via tutto. Almeno per due anni» (P. Ronco e A. Paolacci, Supermercati, spiagge private: il “modello Genova”, il manifesto, 8 maggio 2024, p. 3). Certo, in quel momento c’era la pandemia, e uno stato di emergenza più che giustificato. Ma l’insofferenza per ogni forma di controllo e vincolo che trasuda da quelle parole ci ricorda che l’invocazione dell’emergenza – vera o presunta – è stata, ed è, usata spesso nel nostro paese per assecondare la pulsione brutale a “comandare”, anziché a governare rispettando l’equilibrio dei poteri."
Valentina Pazè
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La potestà del Papa è suprema, ma non assoluta o illimitata
Un approfondimento in sul potere papale: non uno status personale di superiorità o di dominio, ma un compito di cura e servizio, con dei precisi limiti. Continue reading Untitled

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Se la pastorale cozza con la dottrina, peggio per la dottrina
Il primato dell’ortoprassi, anzi dell’eteroprassi figlia dell’eterodossia è il leit-motiv del Sinodo sulla sinodalità: non cambiare nulla (apparentemente) perché cambi tutto. Continue reading Untitled

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“ Il vigente ordine delle cose resta antieuropeo. Letteralmente: contro Europa. Non solo il soggetto Europa non esiste né appare alla vista, ma l’organizzazione dello spazio europeo è ispirata al principio di impedire che si formi. Perché è questo l’interesse degli Stati Uniti d’America: un continente stabile ma non troppo, da loro strategicamente dipendente. Al quale non intendono rinunciare, malgrado l’impallidire delle radici etniche e culturali europee nella società americana sempre meno riducibile al paradigma Wasp. Se gli americani si ritraessero, significherebbe abdicare alla dominanza su scala globale costruita in oltre un secolo di glorie. Implicherebbe la necessità di riscrivere la loro stessa storia. Per inventarne un’altra. È il dilemma che attanaglia oggi l’impero europeo dell’America, ma che è inscritto fin dalla nascita nella sua parabola.
All’Antieuropa l’europeismo, in special modo il suo mito, ha contribuito e contribuisce tuttora. Storia non scritta, anzi celata, financo denegata nella narrazione corrente. Ma praticata. Non toglie che l’Europa del dopo-1945 sia anzitutto prodotto dell’europeismo americano. In duplice senso. Geopolitico: incardinamento degli Stati Uniti d’America in Europa per impedire gli Stati Uniti d’Europa, loro doppio intollerabile in quanto contropotenza. Ideologico: sostegno all’europeismo europeo in quanto incapace di unire gli europei, invece utile per pacificarli, adagiarli nel declassamento inevitabile dopo aver collettivamente perso due guerre mondiali. Parcheggiandoli nella post-storia. L’impero europeo dell’America (Iea), senza il quale Washington non avrebbe potuto aspirare al primato mondiale, è costruito a partire dalla decisione di restare nella parte di continente conquistata con la Seconda guerra mondiale, per impedire che vi risorga una minaccia alla propria sicurezza. Impresa avviata dopo la vittoria su Hitler con la partizione della Germania e della penisola europea, bisecata dalla Cortina di ferro. Culminata a partire dallo scadere dello scorso secolo nell’allargamento della sfera imperiale americana all’Europa centro-orientale in conseguenza del crollo dell’impero sovietico e dell’allargamento della Bundesrepublik alla DDR (1990). Successo persistente, eppure minacciato dal convergere di tre fattori: la difficoltà per Washington di tenere insieme a sé e sotto di sé uno spazio tanto vasto ed eterogeneo in carenza di un credibile Nemico assoluto – tedesco, russo, cinese o una combinazione fra questi; il correlativo riemergere delle pulsioni antimperiali nella repubblica statunitense, nata e raccontata a se stessa e al mondo quale emancipazione di coloni dalla metropoli inglese; la conseguente crisi di legittimazione e di efficienza dell’architettura strategica americana in Europa, la Nato. La minaccia per l’impero americano in Europa non sta quindi nello sterile ideal-europeismo europeo ma nella sua crisi. Nell’antieuropeismo – almeno a-europeismo – serpeggiante oggi fra gli europei. Nel clima del ciascuno per sé nessuno per tutti, surriscaldato dalla sequenza di crisi economiche, migratorie, epidemiche e belliche scoppiate nell’ultimo decennio. ��
Lucio Caracciolo, La pace è finita. Così ricomincia la storia in Europa, Feltrinelli (collana Varia), novembre 2022. [Libro elettronico]
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