#prevenzione spaccio
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Progetto di Educazione alla Legalità: Carabinieri e Polizia Locale nelle Scuole contro l’Uso di Droghe (Video)
Sinergia tra Forze dell’Ordine e Dirigenti Scolastici per prevenire il consumo di droghe e promuovere la legalità tra i giovani studenti.
Sinergia tra Forze dell’Ordine e Dirigenti Scolastici per prevenire il consumo di droghe e promuovere la legalità tra i giovani studenti. A Alessandria ha preso il via un importante progetto di educazione alla legalità che vede impegnati i Carabinieri e la Polizia Locale, in collaborazione con i Dirigenti Scolastici della provincia. Il programma si propone di sensibilizzare i giovani sull’uso di…
#Alessandria#Arma dei Carabinieri#attività didattica sicurezza#benessere studenti#cani antidroga#Carabinieri Alessandria#collaborazione forze dell’ordine#comunità educante#contrasto droga#controllo antidroga scuole#cronaca Alessandria#cultura legalità#Educazione alla Legalità#Educazione civica#educazione prevenzione droga#Etna cane antidroga#fiducia forze dell’ordine#giovani e sicurezza#Giuseppe Ferina#intervento antidroga#istituto Vinci Nervi Fermi Migliara#legalità in classe#pastore belga Malinois#Polizia Locale#Polizia Locale Alessandria#prevenzione abuso sostanze#prevenzione comportamenti devianti#prevenzione droga scuole#prevenzione spaccio#prevenzione spaccio scuole
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faccio questo post perché è da un anno a questa parte che noto che sta prendendo piede una fobia sociale, che riguarda il camminare da soli di notte
lavoro in emergenza, prendo chiamate da una regione intera, con anche qualche città abbastanza popolosa
so che la mia esperienza non fa statistica, ma lavoro da tre anni e ho risposto a circa 150mila chiamate, di ogni tipo, ad ogni ora del giorno e della notte, quindi ho un po' di informazioni dirette su quello che accade per strada, da cui ho dedotto quanto segue:
la violenza nelle strade è rara ed è legata ai furti e alle aggressioni fra uomini, per spaccio o futili motivi (risse, alcol, parcheggi, etc)
la violenza sulle donne, sempre nelle strade, è rara, lo stupro (per fortuna) ancora di più
il pericolo di aggressione o di violenza sessuale per le donne è nelle case, con i mariti/fidanzati o i famigliari, o alle feste, a causa di amici e conoscenti
discorso a parte, invece, per le molestie, che ho la sensazione che accadano, ma che non vengano "denunciate" (nel senso che chi subisce tali molestie non ci chiama per segnalarle), quindi non so effettivamente quanto siano più o meno frequenti
con questo non voglio dire che sia sicuro camminare di notte da soli, né che dobbiate farlo a cuor leggero
è giusto e sacrosanto che ci sia prevenzione e attenzione e che si chieda maggiore sicurezza
ma
la situazione è meno tragica rispetto a quello che appare leggendo i social o guardando i media
(p.s. questo discorso non si applica alle metropoli o città tanto tanto grandi, e soprattutto non si applica alla vostra regione, perché ogni territorio è diverso)
(p.s.s. mi rendo conto che la percezione del pericolo sia questione diversa al pericolo in sé, l'obiettivo di questo post non è minimizzare ciò che accade o che avvertiamo, ma provare a tranquillizare)
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Misterbianco: Carabiniere libero dal servizio sorprende uno spacciatore, arrestato Non si fermano le attività di prevenzione e repressione dei reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti, operate da parte dei militari dell’Arma di Catania che, anche liberi dal servizio, hanno sempre un occhio attento a questo fenomeno criminale.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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Gela, 20enne arrestato dalla Polizia di Stato: trovato con venti chili di hashish nel cofano dell’auto.
La Polizia di Stato di Gela ha tratto in arresto un 20enne gelese, nella flagranza di reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Un equipaggio del Commissariato di Pubblica Sicurezza, nel corso di servizi finalizzati alla prevenzione e repressione del traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ha intercettato il giovane mentre, a bordo di un’auto di grossa cilindrata,…
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Marilù Mastrogiovanni
Gli unici padroni per un giornalista sono i lettori, il nostro Codice deontologico e la Costituzione italiana, la nostra Bibbia laica.
Marilù Mastrogiovanni, autrice di inchieste investigative sulla mafia e di numerosi libri e documentari, è giornalista, regista specializzata in linguaggi visuali, semiologa della comunicazione, ecofemminista esperta di linguaggio di genere e docente al Master di Giornalismo dell’Università di Bari.
Collabora con Il Sole 24 ore, Il Manifesto, Il Fatto quotidiano, Left e Narcomafie ed è consulente per Presa diretta (Rai3) e Euronews.
Da oltre vent’anni, dirige la rivista Il Tacco d’Italia giornale d’inchiesta scomodo e necessario.
Fa parte del team composto da dodici persone esperte in diritti umani selezionate dal Parlamento italiano per il Comitato per la prevenzione della tortura presso il Consiglio d’Europa.
È nel direttivo nazionale di Giulia giornaliste, associazione impegnata nella rimozione di discriminazioni e stereotipi contro le donne, veicolati attraverso un uso distorto del linguaggio e delle immagini. Tiene corsi di formazione di aggiornamento professionale per un uso non sessista della lingua.
Numerosi i premi nazionali e internazionali vinti per il suo impegno professionale.
La sua ricerca della verità ha scatenato pericolose reazioni da parte della Sacra Corona unita, la mafia del Salento. Ha scritto, facendo nomi e cognomi, descrivendo la gerarchia dell’organizzazione, indicando le aziende in cui i proventi dello spaccio di droga venivano reinvestiti, scoprendo una fitta rete di fiancheggiatori insospettabili tra i colletti bianchi.
Il suo nome completo è Maria Luisa Mastrogiovanni ed è nata a Casarano, in provincia di Lecce, il 31 ottobre 1969.
Si è laureata, nel 1998, in Lettere moderne all’Università Cattolica di Milano con la specializzazione in Comunicazioni sociali con una tesi in Semiotica sulle figure femminili del fumetto popolare. E successivamente si è diplomata in regia e sceneggiatura cinematografica e televisiva.
In quegli anni ha fondato e curato la rivista di teorie delle comunicazioni sociali Quaderni Eventuali e partecipato alla sceneggiatura, drammaturgia e regia di documentari, cortometraggi e spettacoli teatrali.
Nel 2001 è rientrata in Puglia dove ha conseguito il Master in comunicazione culturale e ambientale presso l’Università di Lecce.
Nel 2003 ha fondato e dirige il mensile d’inchiesta Il Tacco d’Italia, che fino al 2011 è stato in edizione cartacea per poi trasferirsi sul web dove è stato inattivo per un anno e mezzo a causa di un attacco hacker.
Tra il 2007 e il 2012 ha subito minacce e intimidazioni dalla criminalità organizzata per le sue inchieste sul business dei rifiuti e sulle speculazioni edilizie in zone protette.
Ha ricevuto decine di querele, tutte archiviate, da mafiosi, imprenditori e politici. Per motivi di sicurezza è stata costretta a trasferire la sua residenza a Bari.
Nel 2017 è stata tra le estensore del Manifesto di Venezia, che ha portato, nel 2021, alla modifica del Codice unico deontologico per la professione giornalistica, con l’introduzione dell’articolo 5 bis.
Nel 2019 l’OCSE (L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) l’ha inserita nel panel di esperte internazionali del SOFJO (Safety of Female Journalists Online).
Dal 2021 è presidente della giuria del premio internazionale UNESCO sulla libertà di stampa “Guillermo Cano World Press Freedom Prize“. Nella prima edizione ha premiato Maria Ressa, che insieme a Dimitri Muratov è stata insignita, pochi mesi dopo, del Nobel per la Pace che, per la prima volta, ha riconosciuto il lavoro giornalistico come presidio di democrazia e pace.
Nel 2022 ha fondato il Consorzio editoriale XQ e l’anno seguente il giornale multimediale multilingue XQ the why of the news, finanziato dalla Commissione europea.
Fa parte della redazione di Ossigeno per l’Informazione e Reporters Without Borders. Ha ideato e coordina il Forum delle Giornaliste del Mediterraneo. È socia fondatrice di CREIS (Centro di ricerca europeo per l’innovazione sostenibile) e fa parte del Centro di ricerca S/murare il Mediterraneo.
Il suo impegno è citato nei libri La donna che morse il cane di Gerardo Adinolfi, nel 2012, nel libro e Il meglio sud, del 2015 di Lino Patruno.
La sua voce libera e dissidente è un faro per le donne, per il Sud, per l’informazione, per i diritti umani e per le nuove generazioni, a cui dedica molto tempo e impegno convinta che è dalle scuole che bisogna ripartire per insegnare il valore dell’informazione come fondamento della Democrazia.
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Operazione 'Alto Impatto', polizia assedia Casermone
È legata alla sparatoria del mese scorso in pieno centro a Frosinone tra due gruppi albanesi. Ed ha preso di mira i santuari dello spaccio nel capoluogo. Un vero e proprio assedio quello realizzato oggi dalla Polizia di Stato impiegando oltre 100 unità tra il personale della Questura di Frosinone, del Reparto Prevenzione Crimine Lazio e Campania, i Cinofili di Nettuno coadiuvati da un…
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Nell’ambito delle attività mirate alla prevenzione e repressione di fenomeni di microcriminalità e degrado, nonché alla lotta contro il traffico illecito di sostanze stupefacenti, il Nucleo Polizia Giudiziaria della Polizia Locale di Corciano ha recentemente denunciato alla Procura della Repubblica di Perugia un giovane del 2005 per detenzione ai fini di spaccio. Durante i controlli, il personale del Nucleo ha fermato il ragazzo, il quale ha immediatamente manifestato un atteggiamento nervoso e insofferente. Tale comportamento ha sollecitato ulteriori approfondimenti da parte degli agenti, che hanno condotto a un esito positivo dell’operazione. Al controllo, infatti, il giovane è stato trovato in […]
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6 dic 2023 13:13
NON PROPRIO STINCHI DI SINTI - MA QUALI FURTARELLI E BORSEGGI IN METRO: LE FAMIGLIE ROM SONO IN AFFARI CON LA 'NDRANGHETA - SEMPRE PIU' INCHIESTE GIUDIZIARIE RIVELANO I RAPPORTI DEI GRUPPI NOMADI CON LE COSCHE IN GIRO PER L'ITALIA - IN ALCUNI CASI LAVORANO A STRETTO CONTATTO CON LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA, MENTRE IN ALTRI LE FAMIGLIE SI SONO TRASFORMATE IN VERI E PROPRI "CLAN" CHE CONTROLLANO I QUARTIERI TRA NARCOTRAFFICO, ARMI ED ESTORSIONI... -
Estratto dell'articolo di Fabio Amendolara per “la Verità”
Mammasantissima blasonati sembrano aver accettato l’ingresso di famiglie rom nella stanza dei bottoni della ’ndrangheta: dal santuario di Polsi a San Luca, […] passando per il quartiere Archi di Reggio Calabria […] fino alla capitale economica, Milano, dove interi quartieri vengono invasi dalla cocaina che i grossisti fanno sbarcare a Gioia Tauro.
Con le nuove generazioni criminali alle prese con grandi operazioni di riciclaggio e investimenti in bitcoin, gli «zingari», come continuano a chiamarli i boss calabresi, sono riusciti a insinuarsi nel mercato della droga, prendendo in mano molte aree dello spaccio. Ma non solo. A Roma, per esempio, un’inchiesta antimafia ha ricostruito che i boss Vincenzo Alvaro e Antonio Carzo, ottenuta l’autorizzazione di aprire una propaggine ’ndranghetista nella Capitale, avrebbero usato i rom come teste di legno, facendo intestare loro, secondo l’accusa, nuove licenze per ripulire beni aziendali di imprese ormai compromesse ma anche per «sfuggire a eventuali misure di prevenzione patrimoniali».
E addirittura in terra di Calabria ci sarebbe un’area che gli inquirenti ritengono ormai nelle mani dei gruppi criminali rom: la città di Cosenza e il suo hinterland sarebbe ormai appannaggio della famiglia Abbruzzese, ovvero una costola del clan degli zingari. Come a Catanzaro, dove alcuni quartieri sarebbero nelle mani dei Bevilacqua-Passalacqua, «soggetti stanziali di origine nomade», spiegano gli inquirenti, «organizzati con le medesime modalità delle associazioni ’ndranghetistiche». Una serie di inchieste raccontano l’evoluzione della criminalità rom: Maniscalco, Revenge, Ghibli, Rinascita, Garden e Jhonny. […]
Con il passare del tempo, gli zingari avrebbero «acquisito sempre di più autonomia rispetto alle predette cosche, fino a divenire un gruppo mafioso con un proprio programma criminoso che si inserisce nell’assetto ’ndranghetistico in competizione con le altre associazioni mafiose». […]
Anche le parole di un collaboratore di giustizia hanno riscontrato ciò che i magistrati già sospettavano. I racconti di Vincenzo Cristiano consegnano a chi indaga il peso specifico della comunità criminale rom così come percepito dai boss della ’ndrangheta. Cristiano, parlando con uno degli uomini di peso nell’ambiente rom, si sarebbe sentito dire: «Io ho cinquecento uomini battezzati di ’ndrangheta [...]». Un esercito, praticamente.
Con tutte le carte in regola per occuparsi di stupefacenti, armi ed estorsioni. Ma con una carta in più rispetto al passato: la forza di intimidazione mafiosa. Che in alcuni casi pare già essere stata messa in campo anche nei confronti di chi fa informazione. È finito nel mirino, per esempio, Klaus Davi, «reo», è spiegato nell’ordinanza di custodia cautelare dell’indagine ribattezzata Sinopolini, «di aver attirato l’attenzione sulla ’ndrangheta a Roma, avendo progettato di voler affiggere alle fermate della metropolitana i nomi dei boss calabresi» del calibro di Antonio Carzo e Vincenzo Alvaro, «mettendo in pericolo la loro copertura».
[…] Qualcuno poi deve aver deciso di alzare il tiro. Anche perché nella documentazione dell’indagine Garden emerge che la Guardia di finanza ritiene che sia stato possibile trovare conferma dei riti di affiliazione proprio grazie agli articoli di Davi.
Cosimo Borghetto, indicato come protagonista di alcune guerre di mafia e punto di riferimento dei gruppi rom, poi, in una intercettazione si lascia scappare a proposito di Davi: «Spero che muoia e gli scoppi la pancia». E Davi a metà ottobre si è trovato nella cassetta della posta una busta con dei proiettili da revolver, ovvero dei calibro 9. Il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri ha aperto un fascicolo. E il questore Bruno Megale ha subito spiegato: «Per quanto riguarda la sicurezza dei giornalisti qui a Reggio Calabria c’è massima attenzione». Anche perché Davi non è l’unico cronista finito nel mirino delle cosche. È il primo, però, forse, ad aver dato fastidio ai gruppi di estrazione rom. […]
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Cecina: Sequestrati 40 chili di cocaina nascosti in un trolley, in carcere un 30enne albanese
Cecina: Sequestrati 40 chili di cocaina nascosti in un trolley, in carcere un 30enne albanese
La California (Cecina, Livorno) 21 marzo 2023 – Cecina: Sequestrati 40 chili di cocaina nascosti in un trolley, in carcere un 30enne albanese Nel corso di un servizio di prevenzione e repressione dei reati contro lo spaccio di sostanze stupefacenti nei comuni dell’hinterland livornese (in particolare, Rosignano, Cecina e Piombino), nella giornata di ieri, i poliziotti della Squadra Mobile…
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l bazar della droga (sintetica) nella stanza del bed and breakfast. In manette è finito un pusher di 44 anni, già noto agli archivi delle forze dell’ordine. Il blitz degli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura è andato in scena sabato, in una struttura ricettiva in zona corso Buenos Aires. In compagnia della proprietaria, che non aveva ancora ricevuto i documenti dal cliente (che peraltro era lì alloggiato da diversi giorni), i poliziotti sono entrati nella stanza; il quarantaquattrenne si è subito mostrato preoccupato, anche perché sul tavolo c’erano tracce che facevano chiaramente pensare alla presenza di stupefacenti. Sottoposto a perquisizione, l’uomo ha tirato fuori dagli slip quattro involucri contenenti Mdpv, sostanza stimolante meglio nota come "super coke" che può essere sniffata o sciolta in un liquido. I controlli sono proseguiti e hanno portato al sequestro di un bilancino elettronico di precisione e di altri tipi di stupefacente: 246 grammi di Gbl, 126 di metanfetamine, 7 di ketamina, 36 di ecstasy e poco più di 2mila euro in contanti. A valle degli accertamenti investigativi, l’uomo è finito in manette per detenzione ai fini di spaccio.
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Progetto di Legalità nelle Scuole del Novese: Controlli con Cani Antidroga al Liceo “Edoardo Amaldi”
I Carabinieri collaborano con i Dirigenti Scolastici per la prevenzione e il contrasto dello spaccio di droga nelle scuole della provincia di Alessandria.
I Carabinieri collaborano con i Dirigenti Scolastici per la prevenzione e il contrasto dello spaccio di droga nelle scuole della provincia di Alessandria. Il 22 ottobre 2024, presso il Liceo “Edoardo Amaldi” di Novi Ligure, ha avuto luogo un’importante operazione antidroga organizzata dai Carabinieri della provincia di Alessandria, in collaborazione con i Dirigenti Scolastici, nell’ambito di un…
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Per una scuola senza droga, Narni e Prefettura insieme Protocollo d’intesa “Scuole sicure” sottoscritto oggi in Prefettura
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Trieste: Controlli straordinari del territorio, 2 arresti e 11 denunciati Allo scopo di garantire maggiore sicurezza, proseguono i servizi coordinati straordinari disposti dal Comando Provinciale Carabinieri su tutto il territorio provinciale volti alla prevenzione della criminalità diffusa così come al contrasto dello spaccio di stupefacenti come e al controllo della circolazione stradale.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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Cronaca di Roma - Sostanza polverosa diventa arancione al reagente per anfetamine, 2 arresti
Via Palmiro Togliatti. Al reagente per anfetamine la sostanza polverosa, 305 gr. sequestrata dalla Polizia di Stato diventa arancione: arrestati un 39enne e un 49enne per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti È successo nel pomeriggio di ieri in via Tor de Schiavi. Una pattuglia della Seziona Volanti, diretta da Marco Sangiovanni, impegnata nel servizio di prevenzione e repressione dei…
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Lettera di Nicoletta Dosio sulla situazione in carcere in questi giorni. Care Compagne e Compagni, sta per iniziare un’ordinaria settimana di coronavirus. Per chi è in carcere sono giorni più pesanti che mai. Cresce l’impressione di sentirsi in trappola, costretti ad aspettare immobili un male che, da un momento all’altro, ci può saltare addosso. La tempesta di comunicati sul virus ci cala in testa dall’alto, dalle TV accese in tutte le celle. Le statistiche dei contagiati, dei morti, la corsa affannosa per tappare i buchi di una sanità pubblica da decenni volutamente falcidiata fanno da controcanto al tamburo del cuore che tra queste sbarre batte il ritmo dell’ineluttabile. Qui dentro non c’è prevenzione reale. Anzi, le cosidette “misure preventive” non hanno avuto altro risultato che peggiorare disagio ed isolamento. Niente colloqui con i parenti; niente pacchi, nè portati nè spediti; sospese tutte le attività scolastiche e culturali; nessuna possibile attività di supplenza via internet, dal momento che in carcere non c’è accesso a strumenti informatici. Anche le cose più semplici come lavare gli indumenti personali qui dentro diventano un’impresa: da settimane la lavatrice a gettoni non è utilizzabile; l’unica alternativa è farsi il bucato nella doccia comune, dove gli scarichi funzionano male e si è costretti a lavorare con i piedi immersi nell’acqua. Se qualcosa è cambiato, lo è in peggio, come il rincaro dei prezzi dei generi di prima necessità, acquistabili soltanto allo spaccio interno. E veniamo alle presunte “misure igieniche” per prevenire il virus: per noi si limitano ad un bicchierino di sapone liquido ed una mezza bottiglietta di disinfettante per ogni cella (ci sono vietati i disinfettanti quali candeggina, alcool, ammoniaca). Quanto alle cosiddette mascherine, sono obbligatorie per gli avvocati, ma ne sono totalmente sprovvisti gli agenti (che pure vanno e vengono dall’esterno). Insomma… “io speriamo che me la cavo…”. Il dato più incontrovertibile e preoccupante è il sovraffollamento del carcere con la presenza di bambini, detenuti anziani e malati cronici: come nel resto del Paese anche alle Vallette si vive in una specie di polveriera, che deflagherarà al primo colpito dal morbo. La speranza di tutti è un qualche provvedimento che permetta la scarcerazione....L’unica cosa chiara del comunicato è che al momento sono sospesi per i detenuti tutti i permessi di uscita dal carcere…del resto il Ministro di “ingiustizia” l’ha dichiarato: niente svuotacarceri, indulti, amnistie; tranquilli “uomini d’ordine”. Inomma, l’ordinario rigore non muta, anzi peggiora in un clima di preoccupante irrazionalità: ci sentiamo più che mai espropriati di noi stessi ed in balia di chi “ci controlla”. Anche qui in carcere, ieri, una detenuta proponeva un’applauso collettivo al mondo fuori, in nome della “patria che resiste”. Ma la sua proposta non ha avuto successo. Quell’inno e quella bandiera non li sentiamo nostri: la fratellanza è una cosa seria, che non si confà all’indifferenza che dall’esterno sentiamo per il nostro destino di “figli di un dio minore”. Quanto al tricolore, è lo stesso che, insiema al vessillo UE, staziona all’ingresso del carcere e che viene esibito ogni giorno sulle divise dei nostri carcerieri. Non ci appartiene. Nicoletta.
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Cannabis in negozio a Losanna. In un mese lo spaccio diminuisce del 5%
AGI – È bastato un mese di vendita legale di cannabis nell’unico negozio aperto a Losanna, in Svizzera, per far calare lo spaccio del 5%. A dirlo all’emittente svizzera Rsi è stato Frank Zobel, vicedirettore di Addiction Suisse, Ong per la prevenzione, la ricerca e l’aiuto nelle dipendenze, valutando i risultati del primo negozio del cantone Vaud dove, da dicembre, sono in vendita, legalmente, la…
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