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Frugarolo: arrestato l’autore dell’incendio intimidatorio di un’autovetturaUn caso di atti persecutori e minacce risolto dai Carabinieri con rapidità e precisione
Frugarolo, 3 dicembre 2024 – È il 3 novembre quando le fiamme illuminano una via del paese. Un’autovettura è avvolta dal fuoco, mentre i Vigili del Fuoco intervengono per domare l’incendio.
L’incendio e l’inizio delle indagini Frugarolo, 3 dicembre 2024 – È il 3 novembre quando le fiamme illuminano una via del paese. Un’autovettura è avvolta dal fuoco, mentre i Vigili del Fuoco intervengono per domare l’incendio. Sul posto, i Carabinieri di Bosco Marengo iniziano subito le indagini per capire l’origine del rogo, che appare da subito doloso. Il proprietario del veicolo,…
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La Guardia di Finanza di Bolzano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 soggetti per una Frode Iva intracomunitaria #frodeIvaintracomunitaria #bolzano #guardiadifinanza #custodiacautelare #GIP #padova #associazioneperdelinquere #procuraeuropea #cancelleria #materialidiconsumo, #fabriziosbardella
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PRIMA PAGINA Il Riformista di Oggi mercoledì, 14 agosto 2024
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Dalla bacheca dell'amico Alberto Mascioni di FB:
"Buona Pasqua al nostro Presidente.
Grazie “Bresidende”!
Egregio Signor Presidente Mattarella,
apprendo dalla stampa che Ella abbia risposto, con una telefonata, alla lettera del padre della pluripregiudicata Ilaria Salis, attualmente detenuta in Ungheria in attesa di giudizio per reati che vanno dal tentato omicidio premeditato, all’associazione a delinquere di stampo terrorista ed eversivo, alle lesioni personali.
Ci viene riferito che durante tale conversazione Ella abbia sottolineato al padre della militante di estrema sinistra :«la differenza tra il sistema italiano, ispirato ai valori europei, e quello in cui si trova Ilaria Salis, sottolineando come questa disparità colpisca l’opinione pubblica italiana».
Lei, Eccellenza ha ragione: c’è differenza tra il nostro sistema giudiziario e penale con quello ungherese. E io da umile e semplice cittadino della Repubblica da Lei capeggiata, ne sono molto colpito.
Infatti la secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) dal 1959, fino al 2021:
✔️l’Italia è il terzo paese ad aver ricevuto più condanne (2.466), dopo Turchia e Russia. L’Ungheria ne ha ricevute 614.
✔️L’Italia è stata condannata 9 volte per tortura (l’Ungheria mai).
✔️L’Italia è stata condannata 297 volte per violazione del diritto al giusto processo mente l’Ungheria solo 33
✔️L’Italia è stata condannata 1.203 volte per la durata eccessiva dei processi (344 l’Ungheria).
Inoltre Egregio Signor Presidente, con l’occasione mi permetto altresì di ricordarLe che che:
✔️in italia, un detenuto su tre si trova in carcere in custodia cautelare da oltre 6 mesi.
✔️Che in Italia dal 1991 al 2022 i casi di errori giudiziari hanno coinvolto l'incredibile numero di 30mila persone. Divisi per anno fanno circa 961 cittadini sbattuti in carcere, in custodia cautelare, o addirittura condannati essendo però poi innocenti.
✔️Che nelle carceri italiane topi e scarafaggi e cimici in cella sono la norma , come è la norma uno spazio vitale inferiore agli standard comunitari e un sovraffollamento del 119 per cento rispetto alla capienza prevista.
✔️Che le carceri italiane, sono un ambiente con 85 suicidi in cella l’anno ( dati 2022, ultimi disponibili) e il 40 per cento dei penitenziari è stato costruito prima del 1900 o al massimo prima del 1950, senza acqua calda nel 45,4 per cento dei casi e senza doccia nel 56,7 per cento, con nessuna dieta personalizzata (in caso di intolleranza alimentare) e cure mediche scarse oltre alle solite, eterne e disgraziate prepotenze della Polizia penitenziaria.
Quindi Egregio signor Presidente , La pregherei umilmente, dopo naturalmente la “priorità” della vicenda Salis, di occuparsi anche del Paese che Ella ci onora di rappresentare, perché non credo che siamo nella condizione di impartire “lezioni di valori europei” a chicchessia.
Con rispetto e deferenza, colgo l’occasione per formularLe i miei più sinceri auguri per una felice Santa Pasqua".
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Quanto vale la giustizia ucraina?
In Ucraina ieri il tribunale di Kiev ha disposto il trasferimento in un centro di custodia cautelare per il Metropolita Pavel, abate dello storico monastero della Pecherskaya Lavra di Kiev, il quale già si trovava agli arresti domiciliari. Le autorità ucraine hanno iniziato a perseguitarlo in seguito al suo rifiuto di aderire alla Chiesa scissionista, rimanendo vicino al Patriarcato di Mosca. Per lui è stato disposta una cauzione di quasi 900 mila dollari, denaro che il Metropolita ha affermato di non avere.
A proposito di cauzioni. Oggi in Ucraina è uscito di prigione Denis Varodij un abitante della transcarpazia, trafficante di bambini dell‘età di 1/2 anni da rivendere nel mercato nero degli organi in Unione Europea. Era stato arrestato in frontiera, mentre tentava di trasferire illegalmente un bambino di undici mesi in Slovacchia, per rivenderlo al prezzo di 25 mila dollari. Sono almeno tre i casi accertati di bambini trasportati fuori dal confine ucraino. Per lui era stata disposta una cauzione di 27 mila dollari.
900 mila dollari di cauzione per il metropolita, sospettato di “collaborare con i russi”.
27 mila dollari di cauzione per un trafficante di bambini dai quali espiantare organi.
Rangeloni news
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Drogate e stuprate dal netturbino. Arrestato 59enne romano.
Drogate e stuprate dal netturbino. Arrestato 59enne romano. La Polizia di Stato di Viterbo e Roma ha eseguito, nella capitale, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Ubaldo M., 59enne romano di professione operatore ecologico, gravemente indiziato dei reati di violenza sessuale e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, commessi a Capranica (VT), Riano (RM) e Mazzano Romano (RM), nel periodo compreso tra settembre 2022 e gennaio 2023, ai danni di tre diverse donne. Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Viterbo ed eseguito dai poliziotti della squadra mobile di Viterbo e dal Commissariato di Pubblica Sicurezza "Flaminio Nuovo" della Questura di Roma , scaturisce da un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Tivoli ed iniziata dai poliziotti romani a seguito della denuncia di una delle vittime che si era presentata presso l'ospedale "San Pietro" di Roma. Ai poliziotti la donna aveva raccontato di aver conosciuto sui social il soggetto arrestato e che, dopo una breve frequentazione, lo aveva invitato a casa per una serata romantica. Il giorno dopo, però, la stessa si era resa conto di essere stata fortemente drogata e violentata, così come poi accertato in seguito agli approfondimenti sanitari. Dopo accurate indagini gli investigatori sono riusciti a individuare l'uomo e nel corso di una perquisizione delegata hanno sequestrato una confezione di farmaco sedativo ipnotico e lo smartphone. Al suo interno, i poliziotti hanno raccolto elementi sufficienti a ricostruire almeno altre due violenze, avvenute con le stesse modalità. Sul telefono cellulare erano infatti presenti le immagini di tre diverse donne inermi mentre subivano violenze sessuali. alcune di queste immagini erano state inviate dall'indagato ai propri amici e commentate con tono ironico e sprezzante. Presenti, inoltre, le conversazioni con le vittime durante le quali lo stesso aveva fornito improbabili spiegazioni alle donne, che non ricordavano nulla dei rapporti sessuali. essendo emersi a carico dell'interessato anche precedenti fatti delittuosi avvenuti nella provincia di Viterbo, la Procura di Tivoli ha inviato per competenza territoriale il fascicolo alla Procura di Viterbo la quale ha richiesto, immediatamente, la misura cautelare e, contestualmente, delegato ulteriori atti di indagine alla squadra mobile di Viterbo. L'indagato è stato rintracciato a Roma, nel quartiere "Casilino", a casa di una nuova compagna e tradotto nel carcere di "Regina Coeli". Contestualmente gli uomini della Polizia Scientifica di Roma hanno effettuato un apposito prelievo e test del DNA che è stato confrontato con i vari reperti sequestrati nel corso dell'indagine, rafforzando ulteriormente il quadro probatorio dal quale emerge la sua responsabilità. Sono in corso altri accertamenti al fine di verificare se all'indagato siano contestabili ulteriori analoghi episodi non ancora emersi. L'indagato è stato arrestato in fase di indagine preliminare, fatto salvo il principio della presunzione di innocenza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Salvo sorprese, mercoledì il Csm nominerà l'attuale procuratore di Catanzaro a capo della procura di Napoli. Nonostante le sue inchieste flop degli ultimi anni e i tanti innocenti finiti in carcere ingiustamente
(...) A sorprendere, ma in fondo non più di tanto, è l’assoluta assenza di riferimenti alle tante inchieste show portate avanti da Gratteri tra Reggio Calabria e Catanzaro e finite con un buco nell’acqua: la maxi operazione contro la ’ndrangheta compiuta nel 2003 a Platì, nella Locride, con 125 misure di custodia cautelare (alla fine solo in otto vennero condannati); l’operazione “Circolo formato” del 2011, con l’arresto di quaranta persone, tra cui il sindaco di Marina di Gioiosa Ionica e diversi assessori (gli amministratori locali poi vennero assolti); l’operazione “Quinta Bolgia” del 2018 sulla criminalità organizzata, che portò agli arresti domiciliari anche Giuseppe Galati, cinque volte parlamentare ed ex sottosegretario nei governi Berlusconi, poi archiviato dal gip; l’inchiesta del dicembre 2018 che sconvolse la politica calabrese, con le accuse di corruzione e abuso d’ufficio contro l’allora presidente della Regione, Mario Oliverio, poi assolto da tutte le accuse. (...)
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Verona: cinque poliziotti arrestati per tortura - Osservatorio Repressione
Cinque poliziotti, tra cui un ispettore in servizio alla questura di Verona sono agli arresti domiciliari con accuse che vanno dal reato di tortura a quelli – contestati a vario titolo – di lesioni, falso , omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio. Altri 20 agenti trasferiti
di Carmine Di Niro
Un nuovo scandalo si abbatte sulle forze dell’ordine italiane. Dopo i pestaggi nella caserma dei carabinieri Levante di Piacenza, questa volta lo scenario delle violenze si sposta nella Questura di Verona. È lì, secondo l’indagine della Procura della Repubblica veronese condotta per otto mesi dalla Squadra Mobile, che cinque poliziotti che all’epoca dei fatti prestavano servizio al Nucleo Volanti si sarebbero resi responsabili di brutali pestaggi.
Nei loro confronti questa mattina il personale della Polizia di Stato di Verona ha eseguito una ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal gip del locale Tribunale: si tratta di un ispettore e quattro agenti, indagati a vario titolo per il reato di tortura, lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio, commessi nel periodo ricompreso tra il luglio 2022 e il marzo 2023 nei confronti di persone sottoposte a vario titolo alla loro custodia.
I cinque agenti del Nucleo Volanti, la sezione che in macchina pattuglia giorno e notte il territorio, erano già stati trasferiti ad altri incarichi all’indomani della chiusura delle attività di indagine: il Questore di Verona ha inoltre disposto la rimozione dagli incarichi di altro personale che, pur non avendo preso parte agli episodi di violenza, si presume possa non aver impedito o comunque non aver denunciato i presunti abusi commessi dai colleghi.
In particolare, scrive Repubblica, gli agenti avrebbero in diverse occasioni pestato persone fermate per strada nel corso di controlli, per poi truccare i verbali in modo tale da allontanare responsabilità e sospetti. Casi non isolati, come dimostra anche la scelta del Questore di allontanare con trasferimenti d’ufficio una ventina di agenti.
Sulla questione è intervenuto a stretto giro Vittorio Pisani, da pochi giorni a capo della Polizia: “Ringrazio la procura della Repubblica di Verona per la fiducia accordata alla Polizia di Stato – dice Pisani – nel delegare alla locale Squadra Mobile le indagini riguardanti gli operatori appartenenti alla stessa Questura. La levatura morale della nostra amministrazione ci consente di affrontare questo momento con la dignità e la compostezza di sempre”.
“Questa vicenda – le parole del questore Giovanni Massucci – dimostra come la Polizia di Stato non sia disposta a macchiare la propria reputazione né con la reticenza né con la poca trasparenza. Abbiamo messo a disposizione dell’autorità giudiziaria tutti gli elementi di prova oggettivi per sviluppare l’attività processuale e, sul fronte interno, appena si sono chiuse le indagini abbiamo spostato in uffici “burocratici” gli agenti che si presume non abbiano impedito o non abbiano denunciato i presunti abusi, per evitare l’eventuale reiterazione del reato». Una professionalità, quella della Polizia di Verona evidenziata dal Gip nell’ordinanza che ha disposto le misure cautelari «in riferimento all’encomiabile efficienza e sollecitudine dimostrata nello svolgimentodelle investigazioni“.
Calci, schiaffi e insulti, i “trattamenti” dei poliziotti arrestati a Verona per tortura: le violenze nell’”acquario” dei fermati
Erano forti con i più deboli i cinque poliziotti del Nucleo Volanti della Questura di Verona arrestati e posti ai domiciliari questa mattina con l’accusa di tortura, lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio. È il quadro che emerge dall’inchiesta della locale Procura della Repubblica che ha sostanzialmente smantellato il Nucleo: tra i cinque arrestati, un ispettore e quattro agenti di età compresa tra i 24 e i 44 anni già trasferiti ad altri incarichi all’indomani della chiusura delle attività di indagine, e gli altri venti agenti rimossi dal Questore perché, pur non avendo preso parte agli episodi di violenza, avrebbero non impedito o comunque non denunciato i presunti abusi commessi dai colleghi, l’inchiesta ha “decapitato” la squadra.
Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip sottolinea “un’amara considerazione” relativa agli ‘oggetti’ dei pestaggi, persone fermate per strada nel corso di controlli, picchiate negli uffici della Questura per poi truccare i verbali in modo tale da allontanare responsabilità e sospetti.
Il giudice per le indagini preliminari evidenzia infatti che “i soprusi, le vessazioni e le prevaricazioni poste in essere dagli indagati risultano aver coinvolto in misura pressoché esclusiva (tranne un caso, ndr) soggetti di nazionalità straniera, senza fissa dimora ovvero affetti da gravi dipendenze da alcol o stupefacenti, dunque particolarmente ‘deboli’”, le parole del gip riportate dal Corriere della Sera.
La prima tortura contestata è infatti ai danni di un cittadino italiano e risale al 22 agosto dello scorso anno, quando un uomo viene percosso più volte e poi con un “vigoroso schiaffo sul volto tale da fargli perdere i sensi per dieci minuti”. Successivamente gli episodi contestati riguardano solamente cittadini stranieri, in particolare nord africani: il 21 ottobre un fermato viene apostrofato come “tunisino di merda, figlio di puttana, cosa ci fai qui?”, quindi viene utilizzato contro di lui spray urticante e preso a calci mentre scende dall’auto del Nucleo Volanti. Quindi, sfregio finale nei suoi confronti, viene posta in essere una “azione degradante consistita nell’avere, uno dei poliziotti, urinato sulla parte lesa distesa a terra dopo aver proferito le espressioni ‘so io come svegliarlo”.
Cinque giorni dopo, è il 26 ottobre, un secondo cittadino africano fermato dai poliziotti viene definito “marocchino di merda” e “bastardo”, quindi colpito con un calcio. Quarta violenza viene registrata nella notte tra il 9 e il 10 novembre e ha riguardato ancora una volta un cittadino di origini africane preso a “calci, sberle e spintoni”, anche lui riempito di spray urticante e con la minaccia di spruzzarglielo anche “nel culo”.
Negli atti dell’inchiesta c’è anche la telefonata del più giovane tra gli agenti arrestati, il 24enne A.M., che alla fidanzata “ripetutamente descriveva al telefono alla propria fidanzata, con evidente compiacimento, la commissione, da parte sua e di altri colleghi, di condotte gratuitamente violente e sadiche nei confronti di soggetti privati della libertà personale, anche solo per identificazione, spesso trattenuti nella stanza fermati, denominata cinicamente ‘L’acquario’ per la presenza di una parete in plexigas attraverso la quale il personale di polizia era ed è in grado di osservare ‘i pesci’ rinchiusi”.
Per il giudice per le indagini preliminari i pestaggi e i soprusi avvenuti in larga parte contro cittadini stranieri evidenzia il tentativo da parte dei cinque poliziotti di “vincere più facilmente eventuali resistenze delle loro vittime”, oltre a “rafforzare la convinzione dei medesimi di rimanere immuni da qualunque conseguenza di segno negativo per le loro condotte, non essendo prevedibile nella loro prospettiva che alcuna delle persone offese si potesse determinare a presentare denuncia o querela pronto”.
I cinque agenti del Nucleo Volanti della Questura non avevano fatto però i conti con i loro stessi colleghi della Squadra Mobile, delegati ad indagare dalla Procura di Verona. L’inchiesta è nata grazie ad una intercettazione telefonica, compiuta nell’ambito di un’altra indagine in cui un agente si vantava di aver “messo al suo posto” una persona fermata dandogli due schiaffi. “Raccontava alla fidanzata, inframezzando il narrato con risate e commenti divertiti, il pestaggio ai danni di una delle vittime“, scrive il gip
#acab #questurinidimerda #reatoditortura
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Dovete sapere che se scrivete un post contro uno spreco pubblico o un comportamento scorretto del vostro sindaco, una squadraccia dell’ufficio pubblicità del Comune o un cittadino suo complice, può portare questa vostra opinione personale a conoscenza dell’autorità giudiziaria. Se il Pubblico Ministero e il GIP ravvisano a loro discrezione gli elementi per il reato di diffamazione a mezzo stampa (come se Twitter o Facebook fossero la RAI) vi condanneranno, senza avvisarvi del procedimento in atto, al pagamento di una multa. Nel caso decideste di non pagarla o non abbiate i mezzi economici per farlo, sarete sottoposti tramite il Tribunale di Sorveglianza al ritiro della patente e dall’obbligo di firma presso la PS per un numero variabile di giorni. La legge Cartabia sostituirà presto questa norma con la custodia cautelare ovvero gli arresti domiciliari. Il tutto mentre i super boss mafiosi hanno latitato per trent’anni e gli assassini rei dei crimini più efferati (Ah, sì! Questa è Düsseldorf. Una rapina agghiacciante dove io lanciai una bomba a mano per seminare il panico) sono sempre a piede libero.
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Giorgia Meloni in conferenza stampa ritiene di non doversi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa o per la democrazia. "Mi stupisce che si metta insieme nello stesso intervento l'idea che il governo intenda comprimere i diritti per la stampa e l'opera attenta di sostegno" al settore svolta dal sottosegretario "Barachini", perché "tutto quello che fa Barachini è una scelta del governo e non del sottosegretario" singolo, ha aggiunto Giorgia Meloni. "Sento dire che io non risponderei spesso alle domande dei giornalisti. Ho fatto fare un calcolo: ho risposto nel 2024 a 350 domande, più di una al giorno". "Ho fatto la scelta di non fare conferenze stampa al termine delle riunioni del consiglio dei ministri" per dare spazio ai ministri nelle rispettive sfere di competenza, perché "Giorgia Meloni non è sola al governo". "Mi capita sempre più spesso di trovare virgolettati sui giornali, dichiarazioni che non solo non ho mai detto e pensato ma spesso vengono riportati fatti non avvenuti. Mi piacerebbe che da qui provassimo a ripartire con un piede diverso: io assicuro rispetto, ancora di più rispetto per il vostro lavoro e mi permetto di chiederlo a voi". 'Sulle ordinanze cautelari non limitiamo l'informazione'. 'Il disegno di legge sulla diffamazione non lede il diritto dell'informazione' "In attuazione della direttiva europea del 2016 che riguarda il pieno rispetto della presunzione di innocenza, il Parlamento ha delegato il Governo ad approvare un decreto legislativo secondo cui non può essere pubblicata per intero o per estratto l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. È consentito al giornalista di avere l'ordinanza, si chiede al giornalista di una fare sintesi. Si può continuare a dare notizia dei fatti di cronaca rilevanti, si chiede di non fare copia e incolla dell'ordinanza perché sono contenuti dati sensibili e stralci di intercettazioni. Non c'è nessuna limitazione del diritto di informare e essere informati. E il governo non ha ritenuto di inserire pene per chi dovesse violare le prescrizioni". Il disegno di legge in discussione in Senato di iniziativa di Fdi sulla diffamazione a mezzo stampa "non lo si puo' definire un tentativo di limitare la libertà di stampa", ha spiegato Meloni. Read the full article
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Arrestato a Novi Ligure un uomo per aggressione con coltello: i Carabinieri ricostruiscono i fatti
Un episodio di violenza nel centro storico porta all’arresto del responsabile
Un episodio di violenza nel centro storico porta all’arresto del responsabile In data odierna, i Carabinieri del Comando Provinciale di Alessandria hanno comunicato l’arresto di un uomo accusato di aver accoltellato un conoscente nel centro storico di Novi Ligure, durante una lite. La vicenda, avvenuta pochi giorni fa, ha avuto un risvolto drammatico e violento, che ha richiesto l’intervento…
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Caltanissetta, Polizia di Stato arresta 59enne per cumulo di pene
Caltanissetta, Polizia di Stato arresta 59enne per cumulo di pene
Tratto in arresto un 59enne per cumulo di pene per 7 anni e 10 mesi di reclusione, condannato definitivamente dall’Autorità Giudiziaria, con sentenze divenute definitive, per i reati di ricettazione, detenzione di arma da fuoco, violazione degli obblighi e maltrattamenti nei confronti di familiari. L’uomo, già espiato parte della pena in custodia cautelare in carcere, è stato trovato in possesso…
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Maxi truffa con schema Ponzi, sorella ex broker è indigente
Sarà presentata in queste ore la richiesta di mitigazione della misura cautelare inflitta all'ex broker finanziario Roberto Diomedi, 51 anni di Sinnai, che nei giorni scorsi ha risposto per due ore e mezzo alle domande della giudice per le indagini preliminari Ermengarda Ferrarese, provando a dare una spiegazione sulla sua attività e ribadendo di essere autorizzato da concessioni ottenute in Inghilterra.Rigetta l'accusa di essere la mente di una truffa con lo "schema Ponzi" che avrebbe creato un maxi raggiro da 4 milioni di mezzi di euro ai danno di migliaia di investitori.
Nel frattempo la giudice ha alleggerito il provvedimento restrittivo nei confronti della sorella Barbara Diomedi: non più i domiciliari ma l'obbligo di dimora per consentirle di sostenere sé e i due figli. La donna, infatti, come ha dimostrato il legale Pierandrea Setzu vive di fatto in uno stato di indigenza, aiutata anche dalle associazioni di volontariato. Difeso dall'avvocato Antonello Garau, l'ex borker finanziario è rinchiuso da alcuni giorni nel carcere di Uta, dopo l'arresto avvenuto su ordine di custodia cautelare del gip non appena atterrato all'aeroporto di Elmas. A coordinare le indagini della Guardia di Finanza e della Polizia Postale c'è la sostituta procuratrice Diana Lecca che ipotizza, a vario titolo e a ciascuno per le proprie imputazioni, reati che vanno dall'associazione a delinquere finalizzata all'abusivismo finanziario, alla truffa, ma anche il riciclaggio e l'autoriciclaggio. Per la Procura il gruppo (gli indagati sono 12, sei dei quali raggiunti da misure cautelari) avrebbe messo in piedi uno "schema Ponzi" con le vittime che venivano attirate a investire con la promessa di interessi anche del 5% mensile che a fine anno però non si era concretizzato.
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L'omicidio del rivenditore di auto di Favara: il presunto killer resta in carcere La Cassazione, nelle scorse settimane, ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere,... #SiciliaTV #SiciliaTvNotiziario Read the full article
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