#poesia social
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ezibukujub8-blog · 2 years ago
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Del Ser Paria:
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Para mi la poesía de Jattin perduraba
más allá del ditirambo y la racionalidad.
En los encuentros tropeleros de la posguerra,
aferrados como vivíamos a cortas lineas literarias.
En calles y boulevares donde la desidia y la cólera
eran más patentes, urgentes, radicales..
Ansiábamos replicar esa onda explosiva por nuestro propio
adentro..desde nuestro absurdo y loco existir.
Amábamos esa poesía que personificaba
unas cuantas efigies , parapetos, etcétera , sin embargo..
lúcida , marginal, gestual , mímica incluso..
De los mendigos y vagabundos, de los entes idealistas como
de los seres frustrados , resignados e ilusorios , de los miserables:
"Herederos de Jattin".
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Voces al viento
Brisa suave de la mañana un pueblo va despertando palabras sueltas, como aves en vuelo rompen las cadena, desnudan al cielo Corazones valientes enfrentan las sombras desafían a los opresores con el arma de la palabra con tinta y papel pintamos lienzos de vida en el se pintan los sueños se dibuja una lucha compartida. Cada grito que silencian se vuelve un canto que compone libertad…
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ilpandapensatore · 4 months ago
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yoestuveaquiunavezfrases21 · 3 months ago
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2308- Los hombres temen al pensamiento más de lo que temen a cualquier otra cosa del mundo; más que la ruina, incluso más que la muerte. El pensamiento es despiadado con los privilegios, las instituciones establecidas y las costumbres cómodas; el pensamiento es anárquico y fuera de la ley, indiferente a la autoridad, descuidado con la sabiduría del pasado. Pero si el pensamiento ha de ser posesión de muchos, no el privilegio de unos cuantos, tenemos que habérnoslas con el miedo. Es el miedo el que detiene al hombre, miedo de que sus creencias entrañables no vayan a resultar ilusiones, miedo de que las instituciones con las que vive no vayan a resultar dañinas, miedo de que ellos mismos no vayan a resultar menos dignos de respeto de lo que habían supuesto. ¿Va a pensar libremente el trabajador sobre la propiedad? Entonces, ¿qué será de nosotros, los ricos? ¿Van a pensar libremente los muchachos y las muchachas jóvenes sobre el sexo? Entonces, ¿qué será de la moralidad? ¿Van a pensar libremente los soldados sobre la guerra? Entonces, ¿qué será de la disciplina militar? ¡Fuera el pensamiento! ¡Volvamos a los fantasmas del prejuicio, no vayan a estar la propiedad, la moral y la guerra en peligro! Es mejor que los hombres sean estúpidos, amorfos y tiránicos, antes de que sus pensamientos sean libres. Puesto que, si sus pensamientos fueran libres, seguramente no pensarían como nosotros. Y este desastre debe evitarse a toda costa. Así arguyen los enemigos del pensamiento en las profundidades inconscientes de sus almas. Y así actúan en las iglesias, escuelas y universidades.
(Bertrand Russell, Principios de Reconstrucción Social)
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ilgiardinodivagante · 3 months ago
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Cos'è davvero l'uguaglianza? È come una chimera, un ideale che sfugge, un concetto che ognuno interpreta a modo suo. Da una parte, c'è chi grida al merito, alla gerarchia, a una sorta di legge della giungla dove vince il più forte. Ma il merito è davvero così oggettivo? Non è che spesso è il frutto di un gioco di carte truccato, dove alcuni nascono già con un asso nella manica? E poi, c'è chi, all'opposto, sostiene che siamo tutti uguali, punto e basta. Ma se siamo tutti uguali, che senso ha valorizzare le differenze? È come dire che un Picasso e un bambino di tre anni che scarabocchia un foglio sono sullo stesso piano.
Io credo che l'uguaglianza sia il fondamento di una società sana, ma non nell'accezione di un livellamento che annulla le individualità. È il diritto di ogni essere umano a partire da una linea di partenza equa, a poter sviluppare i propri talenti, a non essere giudicato per l'origine, il colore della pelle o le preferenze sessuali. Ma questo non significa che tutti debbano fare lo stesso lavoro o raggiungere gli stessi traguardi. Un medico e un poeta hanno ruoli diversi, ma entrambi sono essenziali per la nostra società.
Il problema nasce quando confondiamo l'uguaglianza con l'uniformità. È come se volessimo tutti indossare la stessa taglia di scarpe, senza renderci conto che ognuno ha un piede diverso. Certo, possiamo creare delle scarpe standard, ma poi ci saranno sempre quelli a cui stringono e quelli a cui sono larghe.
La meritocrazia, se intesa nel modo giusto, può essere un motore di crescita. Ma deve essere una meritocrazia inclusiva, che non lasci indietro nessuno. È illogico pensare che un bambino cresciuto in un ambiente privo delle risorse fondamentali possa, senza alcun supporto, raggiungere gli stessi risultati di un suo coetaneo cresciuto in un contesto privilegiato. Dobbiamo creare delle reti di sostegno, delle rampe di lancio per chi parte svantaggiato.
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E poi c'è la questione della libertà di espressione. Certo, ognuno ha diritto a dire la sua, ma non tutte le opinioni hanno lo stesso valore. Un'idea ben argomentata, frutto di una profonda riflessione, è diversa da un'opinione buttata lì tanto per dire. E non dimentichiamo che la libertà di espressione ha dei limiti. Non possiamo gridare al fuoco in un cinema, né diffondere notizie false che possano danneggiare gli altri.
Per costruire una società più giusta ed equa, dobbiamo prima di tutto affrontare le contraddizioni e le sfide che ci troviamo ad affrontare. Come possiamo conciliare il principio di uguaglianza con quello di meritocrazia? Viviamo in un'epoca contraddittoria, dove si invocano i valori di pace e fratellanza, ma si perpetuano le disuguaglianze. Più parliamo di uguaglianza, più il divario tra ricchi e poveri sembra allargarsi.
Ci chiediamo allora: vogliamo davvero una società più equa? E se sì, perché le nostre azioni non corrispondono a questo desiderio? Siamo disposti a mettere in discussione i nostri privilegi per costruire un futuro più giusto? Le risposte a queste domande sono fondamentali per definire le azioni concrete che dobbiamo intraprendere.
Insomma, la strada verso l'uguaglianza è lunga e tortuosa. È un percorso che richiede impegno, dialogo e soprattutto onestà intellettuale. Dobbiamo essere disposti a mettere in discussione le nostre convinzioni, a uscire dalla nostra comfort zone e ad ascoltare le ragioni degli altri. Solo così potremo costruire una società più giusta e più equa, dove ognuno possa realizzarsi e trovare il proprio posto.
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
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thatflowerjazmin · 1 year ago
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Parents
Arguing with your father is just arguing with a man A natural response, if you ask me Common hate to a heritage of neglect
But arguing with your mother is differing with your creator It alters the chemicals in your brain It makes you doubt yourself because you have not only disrespected the first human you ever felt You also look at the eyes of the first god you ever met and you scream at her with sacrilege rage.
-Jazmin D'Roa
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onnze · 26 days ago
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Non ho solo lasciato andare te .Ho lasciato andare l’idea che avevo di te , la famiglia che stavo costruendo con te .Ho lasciato andare ciò che amavo di te , le notti con te .Ho lasciato andare ciò che per un tempo definiva il mio sorriso , la parte bambina di me .Ho lasciato andare tante speranze , smesso di credere in tante illusioni e così facendo ho lasciato andare anche l’idea che avevo dell’amore .Ho lasciato andare , con te , la mia fiducia .
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sapakuliamedijo · 7 months ago
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Que bien se siente tenernos
Incluso cuando sabemos que es temporal
Como todo,supongo.
Que bien se siente tu piel contra la mía
Tus manos con las mías
Encajan como si fueran hechas para estar juntos
Que cliché somos
No creemos en el amor dijimos
Pero aquí estás durmiendo a mi lado
Resistiendo al querernos .
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rojosweet · 5 months ago
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"Estoy muerto. Cada mañana me despierto con un insoportable deseo de dormir. Visto de negro porque llevo luto por mí mismo. Llevo luto por el hombre que podría haber sido… Ya no sonrío. No tengo las fuerzas suficientes para hacerlo. Estoy muerto y enterrado. No tendré hijos. Los muertos no se reproducen. Soy un muerto que estrecha la mano de la gente en los cafés. Soy un muerto más bien social y muy friolento. Creo que soy la persona más triste que jamás he conocido".
Frédéric Beigbeder
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theblazingpoetess · 5 months ago
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Digital Discourse
The internet is a graveyard of lost momentos. Scattered words whiz across ancient Facebook timelines Photos of exes and lovers alike dragged out of the depths of Apple-created slideshows with all-too-cheery melodies. Succumbing to addiction of Tumblr porn and Instagram fantasies The days of MySpace and AOL signalled us in – We all went ‘yahoo!’ for quirky middle-schooler username handles – Heralding dramatics of Twitter threads brought to their Xtinction In the Musk-Metaverse with sci-fi robotmen leading the way, the human Race towards unkind AI and cyber war demise, Cranking the kinetic digital division up a notch. We offer our pain to the doomscrolling gods of the subconscious mechanics, Oiling up with likes, followers, and comments to get a hasty adrenaline response, Typing words just to feel something, using emojis as 2D emotions, Creating new languages with rude catchphrases and flirty acronyms, Seeing memes and gifs as genuine (un)kind-hearted reactions, Gifting our friends and Tinder hookups with ‘good morning’ texts, Making up for lack of social awareness and emotional maturity. ‘Relatable’ is the new keyword but I don’t think anything’s comparable to this mad mess.
Where have we lost ourselves along the path to futuristic advancement? How far before we step into this sleepless social media entrancement? Once the overlords know we’ve killed ourselves in organised debate, it’ll be not too late Before happily inserting brain chips into our empty mind cage. Then will you defend your right to create? Will you be free to make your statement?
find me on Instagram: @theblazingpoetess
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keyla0953 · 27 days ago
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Ansia sociale
Nella folla mi perdo, sono un'ombra silenziosa, cammino su un filo, la strada si chiude, eco di risate, un mormorio che pesa, ogni sguardo su di me, un peso che frena.
Le voci si intrecciano, come spine nel cuore, il pensiero si trasforma in dolore, “Strana” mi dicono, e mi chiudo nel silenzio, le lacrime invisibili, le mani che tremano.
Tutti quelli sguardi, freddi e costanti il respiro diventa pesante, la voglia di scappare.. ogni istante, ogni passo che faccio, un’ombra da cui fuggire.
I visi delle persone diventano sorrisi spaventosi, esce dalla loro bocca “smettila è solo paranoia”, “perché parlate se non sapete cos’è l’ansia sociale?” sentirsi al sicuro solo tra quattro mura, le stesse che diventano una prigione che ti consuma.
lo sguardo basso mentre ti consumi nelle sigarette, conti nella mente uno….due...fino a sette. Ogni rumore forte un esplosione che ti fa saltare, poi arriva la crisi di panico che trattieni, ti nascondi, sorridi ma è una bugia. Torni a casa e finalmente puoi ricominciare a respirare e lasciare andare le lacrime "ora sono al sicuro ".
-keyla0953
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ezibukujub8-blog · 1 year ago
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**Inteligencia Artificial**
Ellos habían fundado un Boom
yo un movimiento de palomas.
Aquellos se quedaron con toda la resaca
otros con el dolor reprimido.
La llegada de la inteligencia artificial IA
Había vuelto trizas los suspiros, las bocas, los versos, las palabras;
encerradas en memorias de USB.
El e-book, la muerte del e-book,
y la muerte súbita del poema mismo
sobre el ala de una paloma.
Desde luego y para entonces mis esperanzas
quedaban ancladas sobre toda la tierra sepultada
entre el infinito del moëbius
y una mïsera tumba.
***** ******
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Igualdad de Oportunidades
Igualdad de oportunidadesNo tener barreras innecesarias para alcanzar los sueñosHoy en día es una utopíaSiempre realmente lo fue Unos se lo dan por hecho, por herenciaOtros sin embargo es como pretender alcanzar una estrellaInjusticia al fin y al caboDe esta sociedad Igualdad de oportunidadesEstá en la leyNo en la realidadLa gente se quiere esforzarY que de su frutoNo es malo trabajarPero todo…
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aansiogena · 8 months ago
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E tutto tace in quella oscurità.
Inerzia,
condanna di anime suscettibili.
- aansiogena
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yoestuveaquiunavezfrases21 · 7 months ago
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1664- HONESTIDAD
Honestidad, no significa simplemente vomitar tu "verdad sin censura" a cualquiera que escuche. “Compartir tus sentimientos” en realidad no siempre es lo más amable, más a tono o lo más consciente que se puede hacer. ¡Sí, seamos reales y honestos el uno con el otro! Por supuesto. Salgamos de nuestro escondite y revelemos nuestra autenticidad. Rompamos el hechizo de la vergüenza en la relación y mostremos con valentía quiénes somos realmente. Por supuesto.
Pero, y esto también es crucial, mantengamos y desarrollemos nuestro discernimiento. Sintonía. Sensibilidad, a lo que necesitamos, sí, pero también una profunda sensibilidad a dónde está la otra persona, una profunda preocupación por tu vida interior también. De lo contrario, "¡Solo estoy compartiendo MI cruda verdad!"... es simplemente narcisismo, ensimismamiento, ego, disfrazado. Ego… ¡disfrazado de “autenticidad”!
No siempre es amoroso, amable o útil compartir tu verdad más profunda (tu ira, tu tristeza, tu miedo, tu dolor, tus opiniones, tus consejos, tus profundas realizaciones espirituales) con alguien que no se ha registrado para recibir, o no puede recibir, o no quiere recibir, o no tiene la capacidad de recibirlos.
Podemos ser auténticos Y ser muy respetuosos y conscientes de los límites, sentimientos y necesidades de otras personas. Podemos ser sensibles a tu disposición a recibir nuestras palabras y sentimientos. Tu capacidad de escuchar. Cómo están administrando tus energías. Lo que pueden manejar en un día determinado. Tu propio dolor y trauma. Los demonios con los que luchan en secreto (aquellos de los que tal vez nunca sepamos). Con quién se sienten cercanos, seguros y en quienes confían.
Podemos aprender a preguntar antes de derrochar nuestras historias, compartir nuestra vida interior privada, decir nuestras verdades, opiniones y juicios más profundos, expresar nuestro "yo crudo y sin censura" a otro. De lo contrario, simplemente les arrojaremos nuestro sagrado mundo interior, utilizando a otros como receptáculos para nuestro propio dolor, miedo, soledad y las regiones no metabolizadas de nuestra psique. Esto no es amable con los demás y, en última instancia, no es amable con nosotros mismos.
Porque nuestras sagradas entrañas también merecen un entorno de contención seguro y comprometido.
Sí, seamos “honestos y reales” entre nosotros. Digamos nuestra verdad sin adornos... a aquellos que están abiertos y dispuestos y listos y capaces de escuchar, a aquellos que se han inscrito en este trabajo sagrado y que tienen la capacidad de sostener nuestra verdad. Un terapeuta. Una buena amiga. Un socio. Un miembro de la familia. Alguien que se ha comprometido a ofrecer su tiempo y su corazón ya escucharnos de esta manera.
Sí, “digamos nuestra verdad”, con valentía y en voz alta si es necesario. Pero también aprendamos cuándo dejar de hablar a veces, y respira. Y quédate quieto. Y escucha. Y abrir nuestra conciencia de una manera diferente. Pregunta por la otra persona. Averigüe lo que quieren, necesitan y pueden ofrecer, mantener y procesar. Siéntete deliciosamente curioso acerca de su mundo interior también.
Hay un tiempo para hablar y un tiempo para callar. Un tiempo para compartir nuestra vida interior más profunda, y también un tiempo para escuchar. Un tiempo para estar juntos y un tiempo para estar solo. Un tiempo para acercarse y un tiempo para darse espacio. Un tiempo para "decir nuestra cruda verdad", y un tiempo para... bueno, mantener nuestra verdad cerca, y esperar, y cultivar la paciencia, y tal vez encontrar una salida alternativa. A veces eso es lo más amable. Para no compartir. O esperar. O para escuchar en su lugar.
No hay manera correcta o incorrecta. Solo queda este baile misterioso e interminable… y todos estamos invitados.
(Jeff Foster)
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ilgiardinodivagante · 2 months ago
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Il silenzio è un abisso, un oceano profondo dove affondano le parole, eppure è in questo abisso che a volte si trovano le verità più limpide.
C'è un silenzio che è come un giardino segreto, dove due cuori si incontrano e fioriscono. È un'armonia che nutre l'anima, un'intesa profonda che non ha bisogno di parole. Un sapere profondo, un'empatia che ti fa sentire come se stessi leggendo nel pensiero dell'altro. È il silenzio di due anime che si riconoscono, che condividono un linguaggio segreto fatto di sguardi, di sorrisi, di gesti impercettibili. In questo silenzio, tutto è già detto e compreso. Non ci sono dubbi, non ci sono paure, solo un'immensa fiducia. È come navigare su una stessa barca, verso la stessa stella.
E poi c'è un altro silenzio, un silenzio che gela l'anima. Si insinua lentamente o arriva improvviso e violento. È il silenzio di due mondi che si scontrano, di due navi che navigano in direzioni opposte. In questo silenzio, ogni domanda è inutile e ogni risposta è già scritta. È il silenzio che ci suggerisce che è tempo di andare via senza voltarci indietro.
Come distinguere questi due silenzi? È semplice: dal desiderio che lasciano dentro. Il primo ti attira a sé, ti fa sentire completo. Il secondo ti respinge, ti fa sentire inadeguato. È come l'acqua: una ci disseta, l'altra ci annega.
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Quando il silenzio è del primo tipo, nasce un legame indissolubile, un amore che trascende il tempo. È un tesoro nascosto, da custodire con cura. Quando il silenzio è del secondo tipo, è meglio voltare pagina. Non ha senso insistere, è come cercare di incollare i cocci di uno specchio: si può fare, ma 'immagine sarà sempre distorta.
In entrambi i casi, il silenzio è un maestro. Ci insegna a conoscerci, a capire gli altri, a vivere il presente. È nel silenzio che troviamo le risposte alle nostre domande, che scopriamo chi siamo veramente. Possiamo ascoltare la nostra anima, la nostra voce più profonda.
Quando incontriamo un silenzio che ci fa sentire vivi, che ci unisce a un'altra anima, difendiamolo con tutte le nostre forze. Quando invece incontriamo un silenzio che ci fa sentire soli, è arrivato il momento di lasciar andare. Non dobbiamo aver paura di dire addio, perché solo così potremo fare spazio a nuove connessioni.
Ma il silenzio può essere un potente alleato anche nel nostro dialogo interiore. Se ci mette a disagio, è un segnale che stiamo evitando parti di noi. Potremmo cercare di riempirlo con un flusso incessante di pensieri per non affrontare le nostre paure o insicurezze. In questo caso, il silenzio diventa un luogo di menzogna, un palcoscenico dove recitiamo una parte che non ci appartiene.
Al contrario, quando il silenzio interiore è sereno e accogliente, significa che abbiamo fatto pace con le nostre parti più profonde. Abbiamo accettato i nostri limiti e le nostre fragilità, senza giudicarci. In questo silenzio, troviamo una verità autentica, una connessione profonda con il nostro sé più autentico.
Così come nel silenzio con gli altri possiamo distinguere l'amore dalla paura, anche nel silenzio interiore possiamo distinguere l'accettazione dalla negazione. Quando il silenzio ci unisce a noi stessi, è un dono prezioso da custodire. Quando ci allontana, è un invito a fare i conti con noi stessi e a intraprendere un percorso di crescita personale.
Quindi, abbracciamo il silenzio, coltiviamolo. Non lasciamo che le parole lo soffochino, non lasciamo che i rumori lo disturbino.
Le parole sono solo un sentiero, è il silenzio la nostra casa. Sia che la abiteremo insieme ad altri o che, una volta entrati, ricominceremo da soli, il silenzio è la meta finale di ogni comunicazione autentica. È nel silenzio che troviamo la verità, la comprensione e, talvolta, l'accettazione della nostra solitudine.
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
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