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Don Chisciotte di Antonia Pozzi: Il sogno eroico e la lotta contro il disincanto. Recensione di Alessandria today
Un’interpretazione poetica della figura di Don Chisciotte nella Milano di Antonia Pozzi, tra illusioni e sacrificio
Un’interpretazione poetica della figura di Don Chisciotte nella Milano di Antonia Pozzi, tra illusioni e sacrificio. La poesia “Don Chisciotte” di Antonia Pozzi è una rilettura contemporanea e intima della figura del celebre cavaliere errante, simbolo di idealismo e di lotta contro le ingiustizie. In due brevi, ma intense sezioni, la poetessa esplora il tema della ricerca del sublime e della…
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Il pendolo dell’essere
Nel greto eroso dalla realtà defluita a non essere mai ciò che credevo immutabile cercavo il fulcro del moto, il punto perfetto scavando tra residui di filosofie e sangue, unghie spezzate e dita immerse nel fango. Acredine di un vuoto, caliginoso parassita di una manciata di anni adagiati nel greto incavato del nulla.
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venerdì 8 novembre, roma, università la sapienza: seminario su massimo ferretti
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Darreire l’Ourisount: Oltre l’Orizzonte della Cultura Alpina
Darreire l’Ourisount” (Oltre l’orizzonte) è un’opera cinematografica di Sandro Gastinelli che celebra la straordinaria avventura della Escolo del Magistre Sergio Arneodo, una scuola che ha rappresentato il cuore pulsante di un riscatto culturale e sociale per le comunità delle valli di Cuneo. Il film, un tributo alla cultura alpina, cattura l’anima di un’esperienza educativa unica nel suo genere, che ha trasformato una piccola scuola di montagna in un laboratorio didattico e letterario riconosciuto a livello europeo.
La Scuola di Coumboscuro: un Faro di Cultura
Nel dopoguerra, sulle Alpi occidentali, la scuola di Coumboscuro divenne un simbolo di rinascita. Qui, un gruppo di ragazzi guidati dal loro maestro, Sergio Arneodo, riscoprirono la lingua e l’identità provenzale alpina, dando vita a un movimento culturale che ha coinvolto intere comunità. “Darreire l’Ourisount” racconta questa avventura condensandola in un solo anno scolastico, da settembre a giugno, durante il quale le vite di una ventina di ragazzi si intrecciano con quella del loro “Magistre”. È un viaggio che va oltre il tempo, esplorando la memoria, la lingua, la poesia e, soprattutto, la cultura delle Alpi.
La Regia di Sandro Gastinelli: Una Narrazione Poetica
Sandro Gastinelli, regista e uomo di montagna, ha dedicato la sua vita alla documentazione e valorizzazione della cultura alpina. Attraverso immagini toccanti e una narrazione lirica, Gastinelli porta lo spettatore “oltre l’orizzonte”. La sceneggiatura è arricchita dalle voci di grandi personalità della cultura italiana, come Paolo Conte, Toni Servillo, Lella Costa e Giovanni Lindo Ferretti, che recitano poesie nel patois provenzale delle valli. Questi contributi artistici, uniti alla colonna sonora della formazione musicale Milladoiro, creano un’esperienza immersiva e coinvolgente.
Un Tributo alla Cultura delle Valli di Cuneo
Le valli di Cuneo, con la loro storia, lingua e cultura, sono le vere protagoniste di questo film. “Darreire l’Ourisount” è stato girato nel 2009, ma è stato presentato al pubblico solo nel 2023, in occasione del decennale della scomparsa di Sergio Arneodo. Le proiezioni si sono svolte nei luoghi simbolo delle Alpi occidentali, come Vinadio, Bellino ed Elva, coinvolgendo comunità che condividono lo stesso entusiasmo identitario.
Letteratura, Teatro e Poesia: il Cuore della Cultura Alpina
La narrazione di “Darreire l’Ourisount” si basa sulla letteratura pura e limpida, che rappresenta la cultura delle Alpi. I dialoghi, curati con attenzione, e le scene evocative creano un legame tra passato e presente, rendendo omaggio alla creatività dei ragazzi dell’Escolo. Il film si presenta come un mosaico di poesia, teatro e vita quotidiana, che celebra la dignità di una cultura spesso trascurata.
Un’Opera Senza Tempo per la Cultura delle Alpi
“Darreire l’Ourisount” non è solo un film, ma un manifesto per la cultura alpina. Esso restituisce dignità e valore a una civiltà ricca di tradizioni, mostrando come la lingua e l’identità possano essere strumenti di riscatto sociale. La scuola di Coumboscuro, con la sua visione innovativa, ha dimostrato che anche una piccola comunità può avere un impatto globale, se guidata da passione e determinazione.
La Cultura Come Ponte tra Generazioni
L’opera cinematografica di Sandro Gastinelli è un invito a riflettere sul ruolo della cultura nella società moderna. Attraverso la riscoperta della lingua provenzale e delle tradizioni alpine, il film dimostra che la cultura non è solo memoria, ma anche un ponte verso il futuro. Questo messaggio universale ha trovato risonanza in Italia e all’estero, coinvolgendo spettatori di tutte le età.
Conclusione: Oltre l’Orizzonte della Cultura
“Darreire l’Ourisount” è un viaggio che porta lo spettatore oltre l’orizzonte, alla scoperta di una cultura autentica e resiliente. È un omaggio alla scuola di Coumboscuro, ai suoi ragazzi e al loro maestro, che hanno trasformato un’esperienza locale in una storia universale. Grazie a questa opera, la cultura alpina continua a vivere e a ispirare nuove generazioni, ricordandoci che il futuro si costruisce partendo dalle nostre radici.
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AI Groove: band Italiane che meriterebbero il Mainstream
L’Italia, da sempre fucina di talenti, è costellata di band che lavorano nell’ombra dell’underground, lontane dai riflettori del mainstream ma capaci di creare musica innovativa e autentica. Alcune di queste formazioni hanno pubblicato dischi straordinari, di altissima qualità e in grado di competere con le migliori uscite internazionali. Ecco una selezione di band italiane underground che, per qualità e originalità, meriterebbero l’attenzione del grande pubblico.
1. Ufomammut – Eve (2010)
Partiamo con un’istituzione del doom e dello stoner metal italiano: Ufomammut. Attivi da più di due decenni, questi “alchimisti del suono” originari di Tortona sono famosi per la loro capacità di fondere suoni pesanti e psichedelici, creando paesaggi sonori che sono quasi esperienze sensoriali. Con album come Eve (2010), un lungo viaggio in un’unica traccia di oltre 45 minuti, hanno portato il doom metal a nuovi livelli. Eve è un disco di culto per gli appassionati del genere, ma non ha mai ottenuto il riconoscimento mainstream che meriterebbe. La loro musica è pura trance sonora, una corrente ipnotica che cattura e porta l’ascoltatore in un universo parallelo.
2. Il Teatro degli Orrori – Il Teatro degli Orrori (2015)
Con una miscela di rock, punk e poesia cruda, Il Teatro degli Orrori è una delle band più intense e incisive dell’underground italiano. L’album omonimo, Il Teatro degli Orrori (2015), è probabilmente il loro capolavoro: testi taglienti, tematiche sociali potenti e riff che colpiscono come una martellata. Capitanata da Pierpaolo Capovilla, figura di spicco nella scena alternativa italiana, la band riesce a raccontare con brutalità e precisione le contraddizioni della società moderna. Il Teatro degli Orrori dovrebbe essere in ogni playlist di chiunque apprezzi il rock impegnato: qui si raccontano l’Italia e i suoi volti, senza filtri né censure.
3. StormO – Finis Terrae (2020)
La scena hardcore italiana ha conosciuto diverse evoluzioni, ma una delle sue espressioni più intense e innovative degli ultimi anni è rappresentata dagli StormO. Con Finis Terrae (2020), questo gruppo veneto porta l’ascoltatore in un’esperienza catartica, dove urla, atmosfere claustrofobiche e testi introspettivi si fondono in un assalto sonoro di rara potenza. La band mescola hardcore, screamo e post-metal, regalando pezzi che sembrano scaricare a terra tutta la tensione della nostra epoca. Finis Terrae è il disco che avrebbe potuto scuotere anche le scene più consolidate, se solo avesse avuto il giusto supporto.
4. Julie’s Haircut – In the Silence Electric (2019)
Se c’è una band italiana che potrebbe rappresentare il lato più onirico e sperimentale del rock, questi sono i Julie’s Haircut. Con un sound che spazia tra il krautrock, la psichedelia e la sperimentazione pura, i Julie’s Haircut hanno trovato la loro dimensione in album come In the Silence Electric (2019), un’opera che trascina l’ascoltatore in un flusso ipnotico di suoni e atmosfere cosmiche. Questo disco è un mosaico sonoro di ritmi pulsanti, tastiere fluttuanti e melodie astratte, capace di rapire sia gli appassionati del rock alternativo che quelli della psichedelia più pura. In un mondo ideale, i Julie’s Haircut sarebbero già dei pionieri di una scena italiana mainstream pronta a osare di più.
5. Messa – Close (2022)
Nel mondo del doom e del metal oscuro, Messa rappresenta una delle realtà più affascinanti. Con l’album Close (2022), questa band di Treviso ha conquistato l’attenzione degli appassionati internazionali, grazie a un suono che fonde doom metal, blues e influenze jazz. Close è un’opera che stupisce per profondità e atmosfera: ogni traccia è un viaggio nelle tenebre, guidato dalla voce affascinante di Sara Bianchin e dai riff pesanti ma mai scontati. Messa è un gruppo che sfida le etichette di genere e merita di uscire dall’underground per mostrare al pubblico più vasto che anche il metal italiano può essere raffinato e audace.
6. Fast Animals and Slow Kids – Animali Notturni (2019)
I Fast Animals and Slow Kids (FASK) sono una band di Perugia che ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nella scena alternative rock italiana, ma che meriterebbe una diffusione ancora maggiore. Con Animali Notturni (2019), i FASK hanno raggiunto una maturità espressiva che unisce testi profondi e riflessivi a una grinta che colpisce dritto al cuore. Le loro canzoni esplorano temi personali, ma anche esistenziali, con una sincerità che li rende vicini al pubblico. I FASK incarnano lo spirito ribelle e riflessivo del rock italiano, e il mainstream avrebbe solo da guadagnare aprendosi a questa band.
Queste band rappresentano il volto autentico della musica italiana, quello che si muove lontano dalle luci del pop e della radio commerciale, ma che riesce a lasciare un segno profondo in chi ha la fortuna di scoprirle. Tra testi intensi, atmosfere ipnotiche e sonorità di confine, questi artisti dimostrano che l’underground italiano è una fucina di talento pronta a esplodere. Se il mainstream aprisse le sue porte a queste realtà, la musica italiana potrebbe vivere una nuova, affascinante rivoluzione.
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ILLUMINANTE CREATIVITA' di Lidia Chiarelli- by Ana Stjelja on ARTSMAGAZINE
Lidia Chiarelli, artista e poetessa italiana, porta con sé una ricca eredità che va oltre il suo impressionante lavoro. Figlia del celebre Guido Chiarelli, ingegnere e innovatore responsabile della rivoluzione dell’illuminazione pubblica a Torino, è cresciuta in un ambiente impregnato di creatività, innovazione e profondo apprezzamento per le arti.
Guido Chiarelli non è stato solo un maestro del suo mestiere, ma anche un pioniere nel trasformare Torino in una città di luci durante il dopoguerra. Il suo contributo è stato fondamentale per modernizzare il sistema di illuminazione pubblica della città e gli è valso il riconoscimento di leader nel suo campo. Il paesaggio urbano di Torino, illuminato dai suoi progetti, divenne un simbolo di progresso e modernizzazione, riflettendo la miscela di precisione ingegneristica e sensibilità artistica che caratterizzava il lavoro di Guido Chiarelli.
Lidia ha ereditato questa duplice passione per l’arte e l’innovazione, scegliendo di incanalarla in percorsi più creativi. Figura di spicco nel mondo dell’arte, è nota soprattutto per il suo coinvolgimento nel movimento letterario e artistico internazionale Immagine & Poesia, di cui è stata co-fondatrice nel 2007. Questo movimento cerca di unire l’arte visiva e la poesia, creando una sintesi di espressione artistica che colmi il divario tra parole e immagini.
Il suo stile artistico è decisamente surreale e simbolico, spesso caratterizzato dai temi della natura, dei sogni e delle emozioni umane. Attraverso la sua arte visiva, Lidia Chiarelli trasmette un senso di bellezza e introspezione senza tempo, invitando lo spettatore a esplorare strati di significato più profondi. Le sue opere sono spesso integrate dalla sua poesia, creando un’esperienza multisensoriale che riflette la sua convinzione dell’interconnessione di diverse forme d’arte.
Lidia Chiarelli ha anche dato un contributo significativo al Dylan’s Day, una celebrazione internazionale del poeta Dylan Thomas. Attraverso il suo coinvolgimento, Lidia Chiarelli onora l’eredità di Thomas fondendo la sua arte visiva con la poesia, facendo eco allo spirito di fusione creativa dell’evento. Le sue opere d’arte e le sue poesie ispirate a Dylan Thomas sono spesso presenti in mostre e pubblicazioni dedicate alla giornata, consolidando ulteriormente il suo ruolo nella promozione dell’interconnessione tra arte visiva e letteraria attraverso piattaforme globali.
Oltre ai suoi contributi come artista visiva e poetessa, Lidia continua a onorare l’eredità del padre, non solo attraverso il suo lavoro, ma anche incarnando lo stesso spirito innovativo che ha segnato la vita di Guido Chiarelli. Laddove lui usava la luce per trasformare il mondo fisico, Lidia usa l’arte e le parole per illuminare l’esperienza umana.
Attraverso mostre, pubblicazioni e collaborazioni internazionali, Lidia Chiarelli si è affermata come una moderna donna del Rinascimento, fondendo i mondi dell’arte e della letteratura, proprio come suo padre fece con l��ingegneria e l’innovazione. Lidia Chiarelli è la testimonianza del potere duraturo della creatività, portando avanti l’eredità della sua famiglia e forgiando al contempo un percorso unico nella scena artistica contemporanea.
Il suo percorso di artista, arricchito dal suo patrimonio, ci ricorda la profonda influenza che la famiglia, la storia e l’innovazione possono avere sulla produzione creativa di una persona. Così come Guido Chiarelli illuminava le strade di Torino, Lidia continua a brillare nel mondo dell’arte, diffondendo la sua luce al pubblico di tutto il mondo.
ANA STJELJA, Dubai-based, internationally acclaimed writer, editor, and digital artist
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Anna Maria Maiolino
“Fortunatamente per mezzo dell’arte possiamo sovvertire repressioni e conflitti. Sovvertire nel senso di porre rimedio alle repressioni cercando di realizzare un’arte anticonformista e di intervento politico, e perciò rivoluzionaria, che renda possibile recuperare ciò che il nostro spirito ha di fondamentale: la dignità. Grazie all’arte ho potuto consegnare un posto nel mondo ai miei sentimenti.”
Anna Maria Maiolino è l’artista brasiliana di origine italiana insignita del Leone d’Oro alla carriera della Biennale di Venezia del 2024, insieme a Nil Yalter.
Nel corso della sua lunga carriera si è cimentata con ogni mezzo espressivo: pittura, incisione, scultura, poesia, fotografia, video e performance.
Sin dagli anni Sessanta, si ispira alla quotidianità femminile per opporre uno sbarramento all’egemonia maschile e a temi come la fame, la povertà, l’ingiustizia. Il suo percorso artistico è un viaggio verso la riappropriazione di un posto nel mondo.
È nata il 20 maggio 1942 a Scalea, in Italia, per poi emigrare con la famiglia a Caracas, nel 1954, ai tempi il Venezuela pagava il biglietto del viaggio in nave alle persone che migravano dall’Italia. Sin da piccola, disegnare aveva rappresentato, per lei, un rifugio e un conforto a una realtà estranea, aiutandola ad allontanare i ricordi di un’infanzia difficile, trascorsa durante gli anni più duri della guerra. Ha studiato alla Escuela de Artes Visuales Cristóbal Rojas fino al loro trasferimento a Rio de Janeiro, nel 1960, dove ha frequentato la Escola Nacional de Belas Artes. Aveva diciotto anni quando ha esposto per la prima volta, al XXI Salón Oficial de Arte Venezolano.
Dal 1967 è stata coinvolta nel movimento della Nova Figuração, che metteva in primo piano la partecipazione attiva del pubblico fruitore e un impegno e una posizione sui problemi politici, sociali ed etici.
Ha partecipato alla mostra Nova Objetividade Brasileira, al Museo d’Arte Moderna e le sue opere sono diventate un manifesto della resistenza al regime, così come delle crescenti disuguaglianze sociali del paese.
In quegli anni ha cominciato a occuparsi di disuguaglianze di genere sul duplice versante corporale e intimistico-spirituale.
I suoi dipinti e incisioni degli anni Sessanta sono piuttosto radicali, combinano l’immaginario pop con il repertorio tipico della Nova Figuração, concentrandosi su personaggi e narrazioni politiche, oltre che su riferimenti personali, corporei e familiari.
Si è sperimentata con tecniche appartenenti alla cultura popolare come i cordels, xilografie accompagnate da brevi poesie o filastrocche d’intrattenimento, come strumento di denuncia sociale.
Questo tipo di rappresentazioni erano ispirate dal Manifesto Antropofago di Oswald de Andrade in cui, l’immagine dell’indigeno cannibale, riportata nei resoconti dei colonizzatori, veniva utilizzata per contrapporre alla cultura europea un’identità completamente diversa, antagonistica, quasi spaventosa, che potesse liberare definitivamente il Brasile da secoli di sudditanza politica e culturale. Una contrapposizione alla politica del regime, sempre più repressiva e autoritaria, un’arte popolare, kitsch e associata spesso al “cattivo gusto”. In questo clima politico e culturale piuttosto intricato, ha dato vita a opere come Anna e Glu Glu Glu, entrambe del 1967.
Nel 1968 si è trasferita a New York grazie a una borsa di studio al The Pratt Graphics Center dove ha avuto modo di praticare la tecnica di incisione su metallo, acquaforte, allargando i propri orizzonti artistici.
In questi anni scrivere poesie è stata la sua modalità espressiva primaria e al suo ritorno in Brasile, alla fine del 1971, ha iniziato a creare disegni e composizioni basate su di esse (“Mapas Mentais”, 1971-74; “Book Objects”, 1971-76; “Drawing Objects”, 1971-76).
L’interazione performativa tra gli oggetti d’arte e il pubblico sono il nodo centrale del suo lavoro.
Anche il suo primo film realizzato nel 1973, In-Out (Antropofagia), dimostra lo stretto legame con il pensiero antropofagico. Nel video l’inquadratura è fissa sulla bocca dei personaggi ed è talmente stretta che a malapena sono visibili il naso e il mento. Un uomo e una donna che tentano di parlare, senza riuscirci: dalle loro bocche spalancate e in continuo movimento non esce alcun suono, talvolta sono bloccati, prima da una striscia di nastro adesivo nero, poi da un uovo e da sempre più numerosi fili di tessuto.
L’impossibilità di esprimersi è un’aperta denuncia della censura in atto nel Brasile di quegli anni. L’assenza di parole e la loro sostituzione con un respiro affannato fanno riferimento al sofoco (soffocamento), con cui ci si riferiva agli anni più duri della repressione della dittatura militare. Un oggetto che compare per la prima volta proprio in In-Out (Antropofagia) e che diventerà fondamentale nell’iconografia di Anna Maria Maiolino è l’uovo.
Nel 1981 ha messo in scena Entrevidas, in cui decine di uova sono sparse sul pavimento e sfidano l’artista a percorrere lo spazio come fosse un campo minato, tenendo conto della fragilità e della precarietà dell’uovo, simbolo della vita stessa.
Una delle sue opere più celebri è Por un fio del 1976 dove l‘artista è seduta tra sua madre e sua figlia nell’atto di tenere in bocca segmenti di corda, come a voler enfatizzare i legami familiari. Il suo linguaggio ci parla di un legame, profondamente femminile, ed estremamente fiero e coraggioso nell’affrontare i divieti e le violenze maschili.
Nel 1989 ha iniziato a lavorare con l’argilla per la serie Modeled Earth, con una nuova attenzione per l’espressione gestuale e sensoriale, un rituale che richiama una radice profonda, un tassello della sua identità. Ha poi sperimentato con cemento e gesso, realizzando grandi sculture murali.
Il lavoro manuale, il rapporto con la terra, i materiali elementari in sculture e rilievi, continuano ancora a oggi a far parte della sua attività creativa. Un’azione ripetitiva e banale che si fa pratica artistica.
La carta, più di una superficie su cui disegnare, è diventata materia e corpo, la serie Indicios è, infatti, composta da disegni realizzati su carta con ago e filo, con l’intento di denunciare la meccanicità di gesti quotidiani appartenenti alla sfera domestica femminile come cucire.
Un momento di svolta nella sua carriera artistica è stata la partecipazione all’esposizione Inside the Visible a Boston, nel 1996, composta da trenta artiste fra cui Louise Bourgeois, Mona Hatoum, Carol Rama, Charlotte Salomon, Cecilia Vicuña, per citarne qualcuna. Sulla copertina del catalogo c’era un’immagine della sua performance Entrevidas, che l’ha fatta conoscere a un più ampio pubblico.
Per la prima volta alla Biennale Arte di Venezia, nel 2024, Anna Maria Maiolino ha esposto una nuova opera di grandi dimensioni che prosegue e sviluppa la serie delle sue sculture e installazioni in argilla. Un lavoro che indaga i rapporti umani, le difficoltà comunicative e di espressione, percorrendo il labile confine tra fisicità e sfera intima e spirituale.
Oggi vive e lavora a San Paolo, in Brasile. Ha esposto nei principali musei di arte moderna e contemporanea del mondo.
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A "Pesaro nel Cuore" vola la Befana: appuntamento in piazza del Popolo per la discesa dal Municipio della vecchina più amata d'Italia
A "Pesaro nel Cuore" vola la Befana: appuntamento in piazza del Popolo per la discesa dal Municipio della vecchina più amata d'Italia Il Natale da Capitale di "Pesaro nel Cuore" è pronto a regalare un pomeriggio di divertimento, da trascorrere col naso all'insù, per celebrare l'Epifania. L'appuntamento con "È arrivata la Befana" è alle ore 17 di sabato 6 gennaio, quando la vecchina più amata d'Italia volerà dal tetto del Municipio per una discesa spettacolare di 22 metri (65 la lunghezza di "volo") che la condurrà tra le bambine e i bambini presenti in piazza del Popolo. E poi giochi, calze, magiche bolle, poesia e tanta solidarietà. «Un momento dedicato alle famiglie e pensato per accogliere i "cittadini temporanei" in questo inizio d'anno da Capitale italiana della cultura, nel segno della partecipazione e della magia delle feste. Aspettiamo il pubblico di piccoli dal pomeriggio per i tanti giochi in programma e per assistere alla spettacolare discesa della Befana dal tetto del Comune, imperdibile» spiegano Daniele Vimini, vicesindaco e assessore alla Bellezza e Marco Perugini, presidente del Consiglio comunale nel ringraziare l'associazione nazionale Vigili del fuoco e il comando provinciale Vigili del fuoco, due dei partner dell'iniziativa che vedrà i pompieri (attraverso il nucleo specialistico) nelle vesti di una moderna befana impegnata in un'avvincente dimostrazione di coraggio e preparazione. A promuovere il pomeriggio insieme al Comune, anche Pesaro Village e Unicef provinciale di Pesaro e Urbino, che animeranno la piazza per il penultimo giorno di eventi di "Pesaro nel Cuore". L'evento "È arrivata la Befana" stupirà infatti con le proposte di Pesaro Village, che scorterà 8 tra assistenti e aspiranti befane e con il "Gioco dei 4 camini", partecipando al quale i bambini potranno conquistare il necessario per riempire una tradizionale calza di dolciumi. Non mancheranno musiche a tema, con sigla e coreografia dedicata proprio alla celebre vecchina e ballata dalle sue giovani e belle assistenti e aspiranti befane. Presente anche Nonno Bolla pronto ad affascinare i piccoli, alle 17.30 con una "tempesta di magiche bolle", e il poeta dialettale Carlo Pagnini, che dalla invidiabile prospettiva dei suoi 95 anni, racconterà dal grande palco un divertente ricordo, datato 1974 ma sempre attuale, intitolato "La Befèna d'adess". In piazza anche il comitato provinciale Unicef, la cui Befana donerà ai bambini e alle bambine presenti, i dolci e i doni offerti dall'Amministrazione comunale. Unicef, che promuove iniziative di sensibilizzazione a favore dei bambini, sottolinea: «Quale miglior occasione se non quella dell'Epifania - che per gli antichi greci era il giorno della purificazione contro gli spiriti cattivi e per i cristiani il giorno dello svelamento della divinità che avviene con i doni preziosi dei Re Magi – per promuovere i doni della solidarietà verso chi soffre e verso chi in dono può solo dare un sorriso. Doni di rispetto e stima, doni di amicizia e amore, doni di riconoscenza e benevolenza. Sarà un momento ideale per unire nella piazza di Pesaro, con la stessa mission, Unicef e Vigili del Fuoco, due forze che da sempre si prodigano nel sostegno alla collettività e ai soggetti in difficoltà o ai più fragili, come i bambini».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Damnatio memoriae é uma locução em língua latina que quer dizer "condenação da memória". No Direito romano, indicava a pena que consistia no apagamento de qualquer traço de lembrança de uma pessoa, como se essa jamais tivesse existido.
Proponho Damnatio memoriae para toda classe política do Centrão, da Esquerda e Parte da chamada Direita Incipiente, prepotente, arrogante, aviltante, vilã, vilãos,vira latas de terno e gravata,bravatas, baratas no melhor estilo modernista de Mário, Mário de Andrade, poeta, contista, cronista, romancista, musicólogo,pianista prodígio, falava, lia e escrevia fluentemente em francês, historiador de arte, crítico e fotógrafo brasileiro. Um dos fundadores do modernismo no país, ele praticamente criou a poesia brasileira moderna com a publicação de sua Pauliceia Desvairada em 1922.
A política é um caso de polícia, e a política e a polícia é um caso de Justiça e a Justiça do topo está podre com os podres poderes.
"Enquanto os homens exercem seus podres poderes
índios e padres e bichas, negros e mulheres
E adolescentes fazem o carnaval"Caetano Veloso
Em resposta a duas perguntas feitas por Lázaro Ramos a Pedro Cardoso em entrevista anexada.
Perguntas: Você acha que existe uma tensão social no Brasil?
E como ela se apresenta?
Dedicado a todos o negros que se destacaram, foram marcos,Limas, Mários,Marias Machados,Nilos, Egitos,Lucy ou Luzia, marcas,marcos,referencias e referenciais da negra raça, pregos, receberam marteladas da " education" opressora do Pink Floyd,alfinetadas, cravejadas as mãos, mas sobreviveram por dignidade que não ter cor,endereço, adereço, arremesso, remendo, de políticos e de políticas afirmativas, reparadoras, ilusões degenerativas, eleitoreiras, politicas ou depreciativas da condição humana permanente, vigente, eterna da escravização do homem pelo próprio homem!
Por: Fred Borges
Meus melhores e maiores amigos são negros, são simples, humildes, humanos como todos nós, solidários, se comunicam comigo todos os dias!
Bom dia! Boa tarde! E Boa noite!
Quer algo melhor que a educação de desejar o bem , o bom, a bondade, a generosidade, a riqueza imaterial ou material ao outro?
Dito isto, parto para a questão institucional do racismo estrutural, e digo que o racismo sempre existiu e sempre existirá.
Questões de políticas públicas de reparação, de afirmação são um eufemismo do Estado Burocrático Demagógico Retórico dos "Sem Jeito".
Sem jeito se faz, se publica,se justifica, se propagandea!
Sem jeito se sincretiza, se mescla, Napolitano, Calábria, Italiana,mafiosa,fascista,
nazista, cala-se, se cotiza.
Mas tudo é sem jeito, é a casa desaranjada, desorganizada de único cômodo e lençóis gastos a dividí-la, casa que você joga toda a bagunça para " debaixo do tapete", se faz bela, mas ali mesmo tem o buraco de bala perdida, o esgoto a céu aberto, o cheiro de maconha, a AK 47, metralhadora larica,ali tem o circo e o picadeiro, e os palhaços se " pintam" de branco, vestem marcas pirateadas, tem celulares, a cerveja nunca falta, bodega é extensão da casa, a comida nutrida sempre falta sim, vivem doenças do primeiro ao terceiro mundo, tanto faz o político que sobe a favela, são todos ladrões, "roubam mas fazem", roubam mas apresentam a fartura fortuna do erário desviado, e a fatura em impostos elitizados,paga menos quem ganha mais e não importa IVA,fogos de artifício justificam o artífice e artifício de burocratas, demagogos e traficantes, Dino na favela, o Estado de Direito Democrático se juntou ao Deep State e o Deep State aos Estado Paralelo comandado pelo PCC e CV e suas derivações,enclavos, conchavos, com ou sem Chaves ou Maduro, o álcool impera, as drogas reintegra a posse e a arma, a invasão de terras é reforma urbana mascarada e multifacetada realidade, o código de ética e moral é ratificado pela pena de morte, pena Capital capitalizado, viralizado capitalismo selvagem das Milícias,jovens com mais de 25 anos são considerados velhos, mães e avós com peitos dilacerados com a perda dos seus filhos e netos, tudo enfim numa única sala toda violência, violência racial, racismo estrutural, estruturante da corrupção, das obras de fachada, de calçadas pintadas a sangue branco epóxi, preto no branco sociedade cínica, hipócrita, mentirosa com fins sempre justificando meios, meio social dos CREAS e dos CRAS, válvulas de escape, remediando o câncer social, econômico, político,cultural,marginal, antropológico, das redes sociais, da farsa social!
Estamos todos na sala, pode ser num edifício luxuoso, com tantos seguranças negros que se você, negro, estiver indevidamente apresentável de cueca, camisa, roupas de grife, pode ser colocado para fora do prédio ou ser expurgado, cuspido, e ser chamada a PM( Polícia Militar) com polícias e delegados civis negros, com juizes negros ditos civilizados ou meritocráticos que te aprisionaram no mesmo gueto, guetificação do luxo- lixo, lixo jogado para debaixo do tapete social da propaganda governamental.
Meus maiores e melhores amigos são negros, humildes, simples,e para eles o trabalho, o dinheiro no bolso, a "Heineken" estupidamente gelada, o churrasco de gado, manada, gatos ou cachorros da China ou Venezuela significa "ser feliz" ou sede de sê-lo!
Calados celados encarcerados e " livres" todos têm sensação de odor de carro novo, homem novo.
Na distopia fazem utopia, e da utopia,realidade!
Não sabem da Declaração do Direitos do Homem, que tudo é inquestionavelmente, inexoravelmente conquistado, nunca dado, e que democracia é ter uma nêga chamada Tereza de Jorge Ben Jor, receber seu carinho, amor e quem sabe morrer baleado nos seus braços.
A vida é trágica, dramática, é tiro no asfalto,é beijo da mulher aranha, picanha, arranha, aranha, tacanha,corta, corte "Tramontina" faz sangrar, mas tem a emergência, o posto pronto a remediar, o bico, a corrida, o "Uber"é Super " só que não" o " I- Food"fode,o trampo pode, o grampo, o gato, os milhões movimentados num Brasil Paralelo, sempre será sem paralelos!
A Dita é Dura!
Tensão, tesão, sem tensão ou tesão não há solução!
Perdem-se eleições por mentiras, por "fake realities", por ilusões alimentadas, por educação, saúde, moradia, segurança de baixíssima qualidade, cotas, castas, catracas, matracas, patacas, taças, tacos, estacas no peito!
Deus Redentor, proteja nosso Brasil, o Brasil não merece seus políticos, seu fisiologismo, seu clientelismo, seus corruptos, mas se for por mérito, ao final, no frigir dos ovos, o " OVO" nasceu primeiro que a galinha, do STF, e no dilema sempre haverá um esquema, e no enigma sempre haverá dinheiro, muito dinheiro em emendas, em legislação e julgamentos nojentos em causa própria com conflito de interesses e tudo é muito assombroso, sombrio, negro, cinza, branco do pó, da garrafa de loló, e o Estado High Profile ou Low Profile se justifica em cada eleição com políticas reparativas, afirmativas a comprar votos e tornar círculo da Ubamda ou do Candomblé, banho de folhas, chás de erva,do despacho presidencial,filhos de Ghandi, Olodum, matrizes africanas, sacanas fanáticos extremistas evangélicos,da alumã- abortiva, regenerativa a agulha de tricô penetrada na vagina provocando aborto, sem planejamento mas com auxílio governamental,abortar utopias e fazer de distopias, realidades concretas e escancaradas de Mário de Andrade, uma Macunaíma a cada esquina, no "presunto" estirado, caixão, caixa de Pandora, crema de arquivos,corpo velado, fim igual, vida desigual, fim igual, do pó viemos ao pó voltaremos!
Viva o povo brasileiro!!!!
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Adriano Guerrini: Un Poeta tra Tradizione e Modernità. Il viaggio poetico di un autore che ha saputo innovare senza dimenticare le radici. Di Alessandria today
Adriano Guerrini, nato ad Alfonsine nel 1923 e scomparso a Genova nel 1986, è stato un poeta, insegnante di filosofia e storia, saggista e organizzatore culturale italiano.
Adriano Guerrini, nato ad Alfonsine nel 1923 e scomparso a Genova nel 1986, è stato un poeta, insegnante di filosofia e storia, saggista e organizzatore culturale italiano. La sua opera poetica, che abbraccia oltre quattro decenni, si distingue per la capacità di fondere tradizione e modernità, esplorando temi universali con un linguaggio raffinato e profondo. La vita e il percorso…
#Adriano Guerrini#Alessandria today#Amore#autori italiani#connessione tra passato e presente.#contributo letterario#cultura letteraria#Eredità letteraria#Google News#immagini vivide#Innovazione letteraria#introspezione#Introspezione poetica#italianewsmedia.com#letteratura italiana#lettura emozionante#lettura poetica#linguaggio poetico#linguaggio raffinato#metafore ricercate#Modernità#mondo poetico#Musicalità nella poesia#Natura#Pier Carlo Lava#poesia d’autore#poesia e bellezza#poesia e musica#poesia italiana#poesia moderna
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Passaggio di percezione
Quale strada sembra ancora la stessa se a cambiare è lo sguardo incardinato dal tuo reflusso. E la luce colora proiezioni di immagini disattese dai luoghi, e i giorni s’aggravano di vita dispersa. Giorni scomparsi nel vapore soffiato della memoria, dal respiro perenne di un principio sussurrato dal pensiero instabile dell’indefinito.
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Poeti moderni italiani: alla ricerca di un nuovo linguaggio
I poeti moderni italiani, e con moderni intendiamo quanti hanno scritto nel secolo scorso, hanno espresso stili molto diversi tra loro. Sintomo della grande vivacità del panorama poetico del Novecento. D'altronde non poteva essere che così per un secolo attraversato da due guerre mondiali e da profondi cambiamenti politici e culturali. Nella poesia del Novecento ritroviamo molte istanze tutte diverse tra loro: la sperimentazione linguistica che porta, tra l'altro, alla rottura con la metrica tradizionale; una forte componente soggettiva e introspettiva, attraverso la quale i poeti hanno esplorato i loro stati d'animo, le emozioni, le esperienze personali e la psicologia individuale; l'attenzione a problematiche sociali e l'impegno politico. Tutto questo supportato dalla ricerca di un nuovo linguaggio. Oggi accendiamo un piccolo faro su tre grandi poeti del Novecento: Giorgio Caproni, Mario Luzi e Alda Merini. Poeti moderni italiani: Giorgio Caproni Nato il 7 gennaio 1912 a Livorno e morto il 22 gennaio 1990 a Roma, Giorgio Caproni è considerato uno dei maggiori poeti italiani moderni. La sua carriera poetica ebbe inizio negli anni '30, ma la sua opera matura si sviluppò, appunto, negli anni '40 e '50, con la pubblicazione delle raccolte "Le città e la memoria" nel 1946 e "Il seme del piangere" nel 1956. Nel corso della sua vita, Caproni pubblicò altre importanti raccolte di poesie, come "Tutti i poeti sono giovani" nel 1973 e "Il sesto senso" nel 1984. Nei primi anni, è influenzato dal neorealismo e dalla poetica di Ungaretti, ma in seguito sviluppa uno stile personale caratterizzato da un linguaggio essenziale e una grande capacità di sintesi. La sua opera poetica è caratterizzata da una grande attenzione ai dettagli e da una riflessione acuta sulla condizione umana. Caproni esplora temi come il tempo, la memoria, l'amore, l'esistenza e la solitudine, cercando di dare un senso alle contraddizioni e alle complessità della vita. La sua scrittura è caratterizzata da un linguaggio essenziale, preciso e ricco di immagini evocative. Nonostante la sua grande maestria poetica, Caproni non godette di un grande successo commerciale durante la sua vita. Tuttavia, fu apprezzato e riconosciuto dalla critica letteraria, che lo considerava uno dei poeti più autentici e originali del suo tempo. Solo negli ultimi anni della sua vita ottenne un maggiore riconoscimento pubblico e diversi premi letterari, come il Premio Viareggio nel 1987 e il Premio Montale nel 1989. Oltre alla sua attività di poeta, Giorgio Caproni ha lavorato come traduttore, critico letterario e insegnante. Ha insegnato Letteratura italiana moderna e contemporanea presso l'Università di Roma La Sapienza. La sua opera ha influenzato molti poeti successivi e continua a essere studiata e apprezzata per la sua profondità e originalità. Il significato dell'esistenza umana: Mario Luzi Nato il 20 ottobre 1914 a Castello, un piccolo paese in provincia di Siena, e morto il 28 febbraio 2005 a Fiesole, vicino a Firenze, Mario Luzi ha lasciato anch'egli un'impronta significativa sulla letteratura italiana. Anche per Luzi la carriera poetica ebbe inizio negli anni '30, con le prime opere pubblicate sulle riviste letterarie dell'epoca, ma la sua opera matura si sviluppò negli anni '50 e '60, quando pubblicò importanti raccolte come "Avvento notturno" nel 1957, "Al fuoco della controversia" nel 1963 e "Nella cruna del tempo" nel 1979. Nel corso della sua vita, Luzi ha anche scritto saggi critici e opere in prosa. La sua poesia si caratterizza per una profonda riflessione sulla condizione umana, sul senso dell'esistenza e sulla relazione tra l'uomo e la natura. Luzi era particolarmente attento alle sfumature e alle complessità del linguaggio, e la sua scrittura è caratterizzata da una grande precisione e ricercatezza formale. Oltre che poeta, Mario Luzi è stato membro dell'Accademia dei Lincei, dell'Accademia della Crusca e del comitato scientifico della Fondazione Lorenzo Valla. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Feltrinelli per la poesia nel 1963 e il Premio Viareggio nel 1995. Il dolore e la solitudine: Alda Merini Nata il 21 marzo 1931 a Milano e morta il 1º novembre 2009 nella stessa città, Alda Merini considerata una delle voci più significative della letteratura contemporanea italiana. La sua vita fu segnata da esperienze complesse e sofferenti. Sin dalla giovane età, infatti, Alda Merini soffrì di problemi mentali e trascorse periodi in diverse istituzioni psichiatriche. Possiamo dire che la sua esperienza di sofferenza e di lotta con la malattia mentale sia il centro della sua poesia, caratterizzata da una profonda introspezione, dalla ricerca della libertà e dal desiderio di trasmettere emozioni intense. La sua carriera poetica ha inizio negli anni '50, ma il successo arriva a partire dagli anni '80. Alda Merini ha pubblicato numerosi libri di poesie, tra cui "La presenza di Orfeo" nel 1953, "La Terra Santa" nel 1971 e "Vuoto d'amore" nel 1991. La sua poesia affronta temi universali come l'amore, la morte , la sofferenza e la ricerca del senso della vita. Nel 1996, le è stato assegnato il Premio Librex-Guggenheim Eugenio Montale, e nel 1997 ha vinto il prestigioso Premio Viareggio per la poesia. Nel corso degli anni, ha anche tenuto numerosi corsi e conferenze sul tema della poesia e della creatività. Oltre che come poetessa, Alda Merini è stata molto apprezzata anche come persona. La profonda umanità e il coraggio di aver parlato apertamente dei suoi problemi mentali l'hanno resa un personaggio simbolo del suo tempo. In copertina foto di giselaatje da Pixabay Read the full article
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Giacomo Casaula - Viola
Il singolo che anticipa il secondo album del cantautore, scrittore e attore napoletano
L’omaggio a uno dei personaggi più iconici di Italo Calvino a cent’anni dalla nascita del grande scrittore
La Marchesa Viola d’Ondariva è la protagonista femminile del romanzo di Italo Calvino “Il Barone Rampante” e il soggetto di una delle più belle dichiarazioni d’amore della letteratura italiana, firmate proprio dallo scrittore nato a Santiago de Las Vegas nel 1923.
Della sua storia parla questo brano del cantautore, scrittore e attore napoletano Giacomo Casaula che, senza tralasciare elementi citazionistici tratti dal romanzo (le castagne, la mongolfiera con cui Cosimo si allontanerà dal mondo gettandosi poi in mare), prova a dare un ulteriore sviluppo al rapporto d’amore e orgoglioso scontro che si innesca tra Cosimo e Viola.
A differenza dell’opera calviniana, infatti, la Marchesa crescendo avverte una sorta di nostalgia per quel ragazzo così fuori dal comune che aveva deciso di trascorrere la maggior parte della sua vita su un albero.
«Ho cercato di inserire un elemento attuale, quello del dubbio, del rimpianto, non solo di un amore sfumato ma anche di una prospettiva di vita diversa, in cui al posto della concretezza a volte brutale del mondo circostante domina l’utopia incontrastata, il sogno di una società diversa, non ancorata all’etichetta, al perbenismo, alle consuetudini abitudinarie, alle regole» Giacomo Casaula.
Musicalmente il brano ha radici che affondano nel cantautorato anni ‘70 con chiari innesti contemporanei. Imprescindibili sono state le collaborazioni di Davide Trezza che ha composto la musica e di Stefano Torino che ha curato tutta la fase di pre-produzione e arrangiamenti. Vincenzo Siani ha curato il mix del singolo.
Etichetta: Trees Music Studio Release album: Primavera 2023
Giacomo Casaula nasce a Napoli nell’ottobre 1992. Si laurea all'Università Federico II di Napoli in lettere classiche e in filologia moderna e, contemporaneamente, comincia molto presto a calcare le scene, grazie alla nonna paterna - attrice di teatro - che lo introduce al mondo dello spettacolo. Pirandello, Molière, teatro classico, commedia e lavori performativi segnano le sue prime esperienze. È attore e collaboratore di Ettore Massarese, autore e regista teatrale, e dell’intero progetto “Antico fa testo” promosso da Francesco Puccio. Versatile in tutti i generi, crea e autoproduce spettacoli di Teatro-canzone, celebrando De Andrè, Gaber e Rino Gaetano in una commistione scenica di prosa, poesia e musica, anche su palcoscenici prestigiosi quale il Teatro San Carlo. Pubblica nel dicembre 2019 il suo primo romanzo “Scie ad andamento lento” edito da Edizioni Mea e nel marzo 2022 il suo secondo romanzo “Siamo tutti figli unici” edito da Guida editori. Nel gennaio 2020 esce anche il suo primo disco “Nichilismi & Fashion-week” con l’etichetta Trees Music Studio, tratto dall’omonimo spettacolo teatrale successivamente inserito nella rassegna di apertura dell’edizione 2022 del Campania Teatro Festival. Nella primavera del 2023 si appresta a pubblicare il suo secondo album anticipato dal singolo “Viola”.
Contatti e social
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Veronica Cannata, ig
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io sono inattiva sulla pagina per tre settimane e perdo 10 follower.
una coppia amica è inattiva sulla pagina da più di un mese e ha guadagnato più di 300 follower.
consigli? non so più cosa devo fare, l’ultima volta che ho postato sono andata in shadowban.
Sono su Instagram come lestellescrivonoversi. Installa l'app per seguire le mie foto e i miei video. https://www.instagram.com/invites/contact/?i=mick7hjf0qo0&utm_content=llj03x7
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Eugenio Montale
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