#periferie italiane
Explore tagged Tumblr posts
Text
"La Guerra del Tiburtino III": Su Sky Cinema la Nuova Serie tra Azione e Satira Sociale
Un racconto ironico e spietato delle faide di quartiere che mescola umorismo nero e critica sociale
Un racconto ironico e spietato delle faide di quartiere che mescola umorismo nero e critica sociale. Sky Cinema presenta “La Guerra del Tiburtino III”, una nuova serie italiana che unisce azione, satira sociale e umorismo nero in una trama ambientata nella periferia romana. La serie esplora le rivalità di quartiere e le dinamiche di potere all’interno di una comunità in un modo fresco e…
#azione e commedia#azione e critica#battaglie di quartiere#comunità romane#conflitti sociali#critica sociale#degrado e rivincita#Degrado urbano#denuncia sociale#dialoghi taglienti#dinamiche sociali#Emarginazione#faide di potere#faide di quartiere#intrattenimento e denuncia.#La Guerra del Tiburtino III#leader di quartiere#Lotta per la Sopravvivenza#narrativa urbana#periferia romana#periferie italiane#personaggi eccentrici#personaggi romani#potere e rivalità#resistenza sociale#satira italiana#Satira sociale#serie di azione#serie italiane 2024#serie Sky Cinema
0 notes
Text
Milano, la “banlieue” di Corvetto
Sono stati i Carabinieri. Basta un attimo a trasformare un quartiere in un’esplosione di rabbia. Una “rabbia spontanea”, come dice Il Corriere della Sera, che però sembra più che altro indotta, voluta, cercata. Indotta dal “Sistema per uccidere i popoli“, come lo definì Guillaume Faye, d’altronde “come designare questa vasta impresa planetaria di massificazione e spersonalizzazione?“. Voluta dagli sponsor del villaggio globale, da quella società liberale che si persuade di aver costruito un mondo di prosperità, di liberazione e di progresso mentre la realtà sociale lascia trasparire un ambiente anorganico: morto, senza vita interiore, più simile ad un macchinario che ad un organismo in crescita. Cercata da loro, i “maranza”, i “subalterni” – come li chiamano a sinistra della sinistra – gli agenti attivi di un dinamismo conflittuale che esiste schiacciato dentro i quartieri pentola, sempre pronta ad esplodere appena tolto il coperchio del quieto vivere. Sono anni che si ripete come anche le periferie italiane – in questo caso milanesi – possano diventare da un momento all’altro lo scenario delle banlieue parigine. Quelle dell’Odio e di Athena. Quelle che abbiamo visto solo in televisione. L’integrazione tanto agognata è finalmente realtà, con un ribaltone però: l’Italia si è adattata all’altro, non il contrario. Abbiamo uomini che occupano spazi morti, residenti che si situano su una scacchiera; il loro “indirizzo” non ha nulla di un luogo, sono piuttosto coordinate cartesiane dello smarrimento. Città dormitorio perennemente in affitto, centri storici trasformati in bomboniere turistiche, quartieri campi profughi. Ci siamo integrati perfettamente al non-luogo globale. E come tutti i popoli “delocalizzati” che hanno perduto il senso del tempo e della storia, siamo condannati a perdere la nostra terra. Un Corvetto alla volta.
-Kulturaeuropa
53 notes
·
View notes
Text
instagram
André de Beis di radio Ski info.it scrive: Se il #PD lavorasse per il paese Italia e per gli Italiani, accetterei di buon grado questo occhio di riguardo verso i centri sociali, verso i cosiddetti (ma non è vero) italiani senza cittadinanza e senza diritti e verso gli immigrati, che nella stragrande maggioranza dei casi, non non scappa da nessuna guerra e persecuzione e che viene qui in Italia per approfittare del welfare italiano gratis e a spese degli italiani poveri, indigenti, senza casa, senza lavoro e senza futuro anche a causa della pandemia, come un innocuo ricordo degli anni che furono (idologia propagandista), una sorta di tributo alla propria origine rivoluzionaria. Ma il fatto è che questi lavorano per TUTTI, tranne che per gli ITALIANI, che indubbiamente odiano, forse perché non li votano più e questo, per il loro complesso di superiorità, è intollerabile. Di qui l'esigenza ideologica e politicamente corretta (radical chic) di dare la cittadinanza italiana facile agli immigrati, solo e soltanto perché nati in Italia, non non rendendosi minimamente conto che questa concessione, che non è un atto di civiltà, ma il genuino e nemmeno nascosto tentativo di fabbricare un serbatoio di voti o consensi elettorali da cui attingere, in quanto sanno ( i democratici del PD) che dagli italiani non non prenderebbero più voti o consensi elettorali, perché da decenni il PD non non si occupa più dei gravi e numerosissimi problemi dell'Italia e degli italiani (italiani completamente ignorati per garantire e concedere sempre e più diritti e benefici solo e soltanto agli #immigrati o #migranti economici e climatici, a danno dei veri #rifugiati che non hanno 4000€ da dare agli #scafisti/#ONG per venire in Italia!!!
Non si spiega altrimenti, il voler dare il diritto di voto a 16 anni e la cittadinanza italiana facile (#iussoli) e veloce ai figli degli immigrati nati in Italia solo e soltanto perché nati in territorio italiano. Immaginate la corsa e le maree di mamme del Sud del mondo (tutte) a venire a partorire in Italia, dove avranno (di certo) tutto gratis e senza sacrificio, però sulle spalle dei suddetti 7 milioni di Italiani poveri, indigenti e ormai alla frutta!!! Non sono mica diventati (i #piddini) improvvisamente e precipitosamente carmelitani scalzi e nemmeno gesuiti ma neppure francescani dell'Immacolata Concezione ????!!!!!! L'ultima mossa del #PD nel governo giallorosso #ConteBis è stata la cancellazione dei decreti sicurezza e l'introduzione dei decreti #immigrazione, i cui risultati ed effetti immediati, sotto gli occhi di tutti, sono il quadruplicarsi degli sbarchi e degli arrivi di #clandestini/migranti economici e climatici, per i quali, l'Italia spende ogni anno circa 6 miliardi di euro, ed il fatto stranissimo che tutti questi, recuperati da #ONG straniere, vogliono tutti quanti venire in Italia; chissà perché???? Vedere le ultime inchieste di molte procure italiane su ONG e scafisti/schiavisti (un vero e proprio business, altro che umanitarismo e filantropismo francescano). Infine il nuovo segretario del PD #EllySchlein, che nuovo non è ( ricordate: Stai sereno Enrico!! Di Renzi) durante i suoi 9 mesi di premier, insieme al suo ministro degli interni Angelino Alfano, hanno fatto arrivare in Italia ben 190 mila immigrati, che aggiunti agli altri, dei governi successivi Renzi e Gentiloni, diventano circa 650 mila e di cui tutti quanti sappiamo le condizioni di vita miserevoli e pietose e spesso fuori dalla legalità ( spaccio, degrado, rapine, stupri e violenze) basta fare un giro non solo nelle periferie urbane, ma anche nei centri urbani di tutti i paesi e città italiane. l'Italia ha il debito pubblico più ampio e alto del mondo e 7 milioni di Italiani poveri e indigenti e disperati, senza futuro e scarseggiano pure i ristori economici e finanziari da dare ai milioni di commercianti, attori, partite IVA, artisti, artigiani, albergatori, ristoratori, mercatari, giostrai e tantissime altre professioni che anche a causa della pandemia sono quasi sul lastrico, molti i suicidi non raccontati, ebbene in questo scenario apocalittico e disastroso (con più di 100 mila morti) Enrico Letta e il partito democratico davvero può e possono pensare allo #IusSoli e al voto ai sedicenni come una priorità assoluta e necessità per l'Italia e gli italiani??????l!!!!!!?????!!!!!??? Non ci sono davvero molte altre priorità e necessità più impellenti ed urgenti????? A voi le conclusioni.........
0 notes
Text
Arrestohet në Itali 29-vjeçari shqiptar me 16 kilogramë kοkαinë
Një shtetas shqiptar 29-vjeçar është arrestuar nga policia italiane, e cila i ka gjetur mbi 16 kilogramë kοkαinë. Teksa ishin të angazhuar në një shërbim kontrolli territorial, në Ponte San Giovanni periferi e Perugia, policët e skuadrës së lëvizshme ndaluan për kontroll një mjet që po ecnin me ritme të paqëndrueshme. Shoferi dukej mjaft nervoz dhe i shqetësuar duke nxitur oficerët të kryenin…
0 notes
Text
Napoli Ponticelli: i 9 anni dell'ambulatorio Emergency
Napoli Ponticelli: festa all'ambulatorio Emergency con la partecipazione del cantante Piero Pelù. Il cantante fiorentino, da sempre al fianco di Emergency, ha incontrato lo staff e i pazienti che abitualmente frequentano l’ambulatorio. Proprio per le persone presenti durante la visita, Pelù ha deciso di improvvisare una versione unplugged de “Il mio nome è mai più”, brano pubblicato il 17 giugno del 1999 e che ancora oggi è un inno contro tutte le guerre. Napoli: l'ambulatorio Emergency di Ponticelli L’ambulatorio di Napoli Ponticelli è nato nel 2015 per facilitare l’accesso delle persone al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) di persone in difficoltà. Un team di medici, infermieri, psicologi, mediatori culturali e volontari assicura gratuitamente servizi di medicina di base e specialistica, prestazioni infermieristiche, orientamento socio-sanitario ed educazione sanitaria a persone italiane e straniere in difficoltà. “Ringraziamo Piero Pelù per aver deciso di venire qui oggi, dedicando il suo tempo ad ascoltare le voci dei pazienti che quotidianamente curiamo gratuitamente nell’ambulatorio di EMERGENCY di Napoli Ponticelli - ha detto Tetyana Zolotarova coordinatrice del progetto – è molto importante continuare a tenere alta l’attenzione sulle periferie urbane.” Programma Italia L’ambulatorio fisso di Napoli Ponticelli si inserisce nel più ampio progetto di Emergency Programma Italia, attivo dal 2006, che nasce dalla volontà di rendere concreto, per ogni individuo, il diritto alla cura sancito dall’articolo 32 della Costituzione italiana. Oltre a Napoli Ponticelli, Emergency è presente in Italia per supportare le persone in condizioni di fragilità, italiani e stranieri, in Sicilia a Ragusa e Vittoria, in Sardegna a Sassari, in Campania a Castel Volturno, in Calabria a Rosarno, Polistena e San Ferdinando in Veneto a Marghera e in Lombardia a Milano e Brescia. Nel 2023, in Italia, sono state 9.703 le persone che si sono rivolte agli ambulatori di Emergency di Programma Italia e per cui sono state erogate gratuitamente 42.962 prestazioni socio-sanitarie di cui 24.430 prestazioni di mediazione; 9.688 prestazioni di medicina generale; 5.602 prestazioni infermieristiche; 363 prestazioni pediatriche e 894 prestazioni psicologiche. Piero Pelù ed Emercency Il legame di Piero Pelù con l’associazione fondata da Gino Strada trent’anni fa, nel maggio 1994, è sempre stato molto forte, come da lui stesso sottolineato. Fu proprio per questo che insieme a Luciano Ligabue e Jovanotti, incisero il singolo “Il mio nome è mai più” per raccogliere fondi a favore di Emergency, e destinarli ai progetti umanitari dell’ONG in particolare in Afghanistan. "Mi sembra ieri che ci incontrammo con Gino e fu amore a prima vista, un amore che dura ancora oggi e durerà per sempre - ha raccontato Piero Pelù - So che l’ospedale a Kabul aperto grazie alla canzone con Luciano e Lorenzo è ancora aperto e questa cosa mi riempie di orgoglio perché so che è un ospedale che cura tutti, compreso i cattivi. La cura non si deve mai rifiutare a nessuno esattamente come la pace. Lunga vita a Emergency!" In copertina foto di Julio César Velásquez Mejía da Pixabay Read the full article
0 notes
Text
Frosinone, al via i lavori per la nuova stazione
Frosinone, al via i lavori per la nuova stazione "Il progetto di riqualificazione e rigenerazione dell'area dello Scalo di Frosinone, avviato dall'amministrazione Ottaviani con il protocollo di intesa siglato con Rete Ferroviaria Italiana, società capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS italiane - ha dichiarato il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli - si pone oltre il classico concept di stazione ferroviaria. Stiamo cambiando il volto di un intero quartiere, con nuove infrastrutture e zone di socialità. La stazione, che diventerà un modello di sostenibilità e di lungimiranza a livello nazionale, diventa così il centro della città, in un quartiere considerato strategico dall'amministrazione. Il progetto – ha concluso Mastrangeli - costituisce la dimostrazione dell'importanza di fare squadra per raggiungere, con la concretezza delle opere pubbliche, obiettivi fondamentali per innalzare la qualità della vita delle persone, nella direzione di una maggiore sostenibilità e funzionalità". Parallelamente all'intervento condotto da RFI, il Comune di Frosinone ha da tempo avviato un'importante iniziativa nell'ambito del programma per la Riqualificazione Urbana e la Sicurezza delle Periferie che comprende lo scalo ferroviario e le aree limitrofe, finanziata per un importo di circa 18 milioni di euro. Tra gli interventi inseriti nel programma, quello della riqualificazione di Piazzale Kambo. A lavori ultimati, la nuova piazza comprenderà arredo urbano, aree verdi e retroilluminazione da terra. Il programma prevede anche, su corso Lazio, il completamento dell'edificio polivalente, la realizzazione della scuola materna, il completamento del verde pubblico, la delocalizzazione degli uffici Mise e la realizzazione della scuola elementare, la riqualificazione delle rete viaria e l'implementazione della mobilità sostenibile.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Lega Navale Italiana e Save the Children insieme per un mare senza barriere Lega Navale Italiana e Save the Childre... #barriere #danielafatarella #davidebesana #donatomarzano #germanabrizzolari #leganavale #mare #ostia #sailthechildren #savethechildren https://agrpress.it/lega-navale-italiana-e-save-the-children-insieme-per-un-mare-senza-barriere/?feed_id=3920&_unique_id=65f45330333f4
0 notes
Link
0 notes
Text
Bonus edili e Codice Appalti, il 1 aprile FenealUil Foggia in piazza
“In sintonia con quanto deliberato dalla Segreteria nazionale e dalla Confederazione, sabato 1 aprile la FenealUil Foggia sarà in piazza nell’ambito della campagna di mobilitazione per dare forza alla piattaforma di proposte elaborate al fine di ridurre i danni che deriverebbero dall’applicazione del blocco della cessione dei crediti per i BONUS EDILI a discapito dei redditi più bassi”.
Così Juri Galasso, Segretario Generale Territoriale FenealUil Foggia, anticipa e illustra la giornata di lotta che FenealUil e Fillea Cgil hanno organizzato in cinque città italiane (Torino, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari).
“L’azione di protesta nasce anche e soprattutto contro le nuove norme del Codice degli Appalti che riducono gli obblighi di applicazione dei CCNL edili e introducono la liberalizzazione dei subappalti a cascata con conseguenze pesanti su occupazione, sicurezza dei lavoratori, qualità del lavoro e sostenibilità”, spiega Galasso che prosegue: “Simbolicamente le azioni di protesta saranno situate nelle periferie urbane delle 5 piazze: è un modo per lanciare alla politica segnali concreti e tangibili nelle aree che maggiormente risentono della mancanza di una programmazione di medio periodo per la riqualificazione e la rigenerazione delle loro abitazioni e delle loro aree urbane. Siamo fermamente convinti che il momento attuale, cosi complesso e drammatico, rappresenti anche un punto di svolta: ora bisogna “fare la cosa buona” attuando politiche industriali stabili e strutturali per la rigenerazione delle città, e per la riduzione degli sprechi energetici e l’inquinamento, garantendo qualità del lavoro e delle imprese, rispetto del Contratto nazionale edile e vietando il subappalto all’infinito”.
0 notes
Photo
LE NOSTRE CITTÀ SONO MILITARIZZATE COME ZONE DI GUERRA MA DEFINIAMO VIOLENZA L’USO DI UNA MASCHERINA (...) Nel suo articolo “Città come campi di battaglia: il nuovo urbanismo militare, pubblicato sulla rivista City e diventato un punto di riferimento per gli studi urbani, il professor Stephen Graham dell’Università di Newcastle, nota una costante militarizzazione della vita civile, basata sull’entusiasmo per quanto offrono le nuove tecnologie di controllo. Queste sono in grado di sfruttare la rete di consumo e mobilità già esistente nelle città, e l’accesso ai database di sorveglianza, per identificare cittadini classificabili come potenziali minacce alla sicurezza. L’idea è quella di applicare alla città il modello di controlli tipico di un aeroporto tramite l’uso di tecnologie come la videosorveglianza, il tracciamento biometrico e i droni equipaggiati con nuove piattaforme satellitari, recentemente sperimentati a Torino. Inoltre, vengono implementate tutta una serie di tattiche già in uso in zone urbane militarizzate come Baghdad o Gaza: dalla creazione di aree di protezione fortificate intorno ai centri finanziari o politici all’uso di armi non letali per il controllo dell’ordine pubblico durante le manifestazioni. In contesti di applicazione del diritto civile viene già ora eseguita un’identificazione sociale delle persone, spiega Graham, affiancata, quando non sostituita, dalla distinzione dei civili in possibili “bersagli”. La militarizzazione urbana non si limita all’uso di tecnologie innovative. Nella trasformazione della città in un campo di battaglia, sono utilizzati anche strumenti culturali e linguistici che riverberano il contesto militare, nei discorsi politici e sulle pagine dei giornali. Questo è visibile soprattutto quando si parla di periferia, che diventa teatro di “guerra tra poveri”, “guerra allo spaccio”, e “guerra” tra istituzioni e criminalità o fondamentalismo religioso (quest’ultimo specialmente dopo gli attentati in Francia tra il 2015 e 2016). Anche in Italia le politiche sulla sicurezza nelle città stanno avendo un ruolo sempre più importante nel dibattito pubblico e destano un rinnovato interesse nelle amministrazioni. Il “Paese dei mille campanili”, sebbene a fasi alterne, non è infatti esente dalla spinta centripeta verso agglomerati urbani sempre più vasti. In una realtà come quella italiana, i cittadini urbani sono il 36% del totale, circa 22 milioni secondo l’Istat, e la città è al centro dei flussi globali di persone e merci, generando la maggior parte della ricchezza prodotta sul territorio nazionale. Per capire come gestire questa nuova dimensione urbana dal peso sempre maggiore, è stata istituita la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie nel 2016. Il report presentato dalla Commissione dipinge un quadro alquanto sconfortante. La periferia emerge come area in cui vive la maggior parte dei cittadini urbani (l’83% secondo i dati dell’Eurostat), ma anche quella in in cui si riscontrano maggiori fenomeni di illegalità. Teatro di “conflitto sociale tra ceti deboli, fra italiani impoveriti e migranti senza certa collocazione”, recita la relazione, e in cui il degrado ambientale e abitativo e la mancanza di servizi pubblici e presidi istituzionali lasciano ampio margine di azione alla criminalità organizzata e all’abusivismo. Le linee d’azione indicate dalla Commissione sono state essenzialmente due: la rigenerazione urbana (di cui un esempio è l’abbattimento delle Vele di Scampia) e il rafforzamento del controllo sul territorio con l’implementazione delle politiche sulla sicurezza. In quest’ultimo ambito il dossier fa riferimento alla celebre “teoria delle finestre rotte” brevettata nella New York di Rudy Giuliani per combattere il degrado, identificato come uno dei maggiori elementi che danno una percezione di insicurezza anche nelle periferie italiane, dove pure si registra un calo significativo dei principali reati (tranne dei femminicidi). La Commissione raccomanda l’“utilizzo di tutte le forme di sicurezza passiva” anche attraverso la tecnologia. In questo senso, un mezzo su cui si è fatto leva è quello della videosorveglianza, per la cui installazione, con il decreto legge del 20 febbraio 2017, si sono erogati milioni di euro in finanziamenti per i comuni che ne facevano richiesta. In particolare, nel triennio 2017-2019 sono stati stanziati 37 milioni di euro per l’installazione di “piattaforme di videosorveglianza 2.0 che prevedono anche la partecipazione di soggetti privati”. (...) Il problema è che spesso questo si traduce in una profilazione etnica, in cui ancora una volta sono le minoranze a essere penalizzate. Il rischio è un aumento di controlli verso zone considerate disagiate o residenti stranieri che le abitano, aumentando i preconcetti già esistenti verso queste due categorie e la loro marginalizzazione. (...) La maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio è stata ulteriormente rafforzata dall’operazione “Strade Sicure”, in cui un contingente militare “agisce con le funzioni di agente di pubblica sicurezza”. L’operazione, la più pesante in termini di risorse impiegate per l’esercito, è stata prorogata ininterrottamente dal 2008 generando una percezione costante di città “blindata”, in cui personale armato presidia i luoghi di aggregazione, diventando sfondo della nostra socialità. (...) Alla richiesta dei cittadini di una maggiore presenza dello Stato nei quartieri più a rischio, si è risposto con un aumento del controllo, sfumando i confini tra civile e militare, pubblico e privato. Controllo che si ramifica in ogni aspetto della vita del quotidiano, compresi gli spazi virtuali, che forniscono quei dati indispensabili al funzionamento della macchina. Le ricadute sociali di queste politiche securitarie, se non accompagnate da un impegno altrettanto intenso per quanto riguarda politiche di sviluppo, abitative e di integrazione, sono per il momento solo un’ulteriore emarginazione degli spazi periferici e dei suoi abitanti, una ghettizzazione altamente tecnologica di interi quartieri e la profilazione delle persone che ci vivono. DI ANASTASIA LATINI per The Vision
8 notes
·
View notes
Quote
Milano, riaprire i Navigli? Per Sala resta «un sogno» - Il sindaco ne ha parlato a Italians Festival: «Compatibile con la visione ambientale delle città internazionali». Ma ha aggiunto: «Servono molti soldi, ho preferito pensare alle periferie»
https://www.milanotoday.it/attualita/riaprire-navigli-sala-2020.html
Ah adesso e' diventato "un sogno", e va bene noi lo sapevamo già quando fu eletto Peccato che a quei tempi invece Salah l’avesse fatto diventare una cosa molto concreta: per i boccaloni, quel terziario arretrato, i medioman della ZTL che si sentono tanto progressisti post lavaggi del cervello MSM, ma che in cambio dei continui cedimenti ai Katanga del degrado migranti e dei Centri Sociali, avrebbero anche preteso di ricevere qualcosa in termini di decoro, rilancio, opportunità.
Cosa resta di Sala a questo punto, qual’è la sua legacy? Molto pro palazzinarismo Catella Style (ora col Covid la vedremo come riempiranno tutte quelle torri uffici) ma le Porte Nuove e Citylife eran partite prima di lui e nonostante il predecessore, pianificate ai tempi della tanto odiata Moratti e pure prima. Con Sala a Milan resta solo qualche menata sugli scali ferroviari e periferie che non si negano mai a nessuno (vedi Torino). Niente paura, Salah potrà dare al covid la colpa di tutto. Non ho votato Sala non perche' Parisi gli fosse superiore: certo era competente quanto e piu' di lui, lo trovavo solo un po’ più digeribile per via dei compagni di strada Katanga dell’altro. Immagino i medioman della ZTL come avran cominciato a sentirsi fregati quasi da subito, figuriamoci adesso che siamo arrivati alla fine del "sogno". In cambio? Un sindachetto da passo avanti rispetto al Pisapippa solo chiacchiere e distintivo, che in cambio dei suoi ripetuti AUTODAFE’ al sinistrismo più immobilista e reazionario e' riuscito a scansare i missili della magistratura (quest'ultimo pare essere oggi il principale obiettivo ottenibile da un amministratore pubblico: ho-nes-tà-ta.tà). Per il futuro, i medioman ora dovranno attendere chi estragga dal cilindro Papi Silvio che in tempi di covid e' diventato uno statista - del resto nel regno dei ciechi l'orbo e' re.
(tnxs per l’ispirazione a Hyperdanny, del quale ho mantenuto la forma stravolgendone il pensiero per dire la mia)
4 notes
·
View notes
Text
Mahmood: un astro nascente
La musica italiana ha cambiato drasticamente durante i decenni passati. Ciò nonostante, nessuno l’ha cambiata come Mahmood, un cantante unico chi sorprende gli italiani.
È nato sul 12 settembre 1992 a Milano come Alessandro Mahmoud, Mahmood ha una eredità misto. Sua mamma e italiana, e suo papà e egiziano. Quando Mahmood aveva cinque anni, i suoi genitori avevano divorziato e, dopo, suo papà li ha lasciati. Questa esperienza lo ha ispirato di scrivere la sua canzone famosa, “Soldi.” Potreste immaginare come si sentiva quando la canzone lo ha vinto il premio del festival di Sanremo in 2019?!
“Soldi” è scelto per Eurovision in maggio di 2019; lui è arrivato secondo! La canzone include i lirici in arabo e descrive il rapporto con suo papà. Da febbraio di 2019, la canzone è stata trasmessa in streaming più di 100 milioni volte; “Soldi” è la canzone italiana più trasmette in streaming nella storia di Spotify!
Perché della sua eredità e sessualità fluida, Mahmood ha alcuni critici. Dopo ha vinto il festival di Sanremo, gli ufficiali del governo d’Italia lo hanno criticato sui mezzi di comunicazione sociali. Hanno detto lui è stato scelto dalla “élite” del festival. Nonostante questi commenti xenofobi, Mahmood mette in dubbio la idea dell’“italiano.”
Come i musicisti americani Lil Nas X e Lizzo, Mahmood si libera delle barriere culturali. Lui è una parte del gruppo dei musicisti italiani chi dicono la storia delle periferie a Milano. Secondo me, Mahmood è il compositore più distintivo dell’Italia adesso.
Io penso che Mahmood diventi una stella nel mondo di musica. Lui rifiuta d’essere etichettato, e la sua musica è unica nel suo genere. Qualcuno potrebbe dire che le canzoni di Mahmood siano il rap, il pop, però non c’è un genere specifico per loro. Mahmood usa la parola “Morocco pop” per descrivere la sua musica. Io vorrei ascoltarlo nelle canzoni con i musicisti americani in futuro, ma vorrei lui cantare in italiano. Il suo stile starebbe bene con Frank Ocean, Lorde, o SZA.
Oggigiorno, le persone sono più aperte alla musica in lingua diversa; par esempio, i cantanti spagnoli, come Rosalia e Bad Bunny, sono diventati famosi, e adesso, lavorano con Jennifer Lopez e Travis Scott. Io spero, quindi, che tutti ascoltino a Mahmood; lui è la visione moderna d’Italia
Cosa pensi? Ascolti alle canzoni italiane? Pensi che i musicisti italiani possano essere famosi in Canada e Nordamerica?
Ecco, una partie dello spettacolo di Mahmood al festival di Sanremo!
3 notes
·
View notes
Text
Buon anno a tutti!
Con l’allegoria della borraccia riprendo subito il filo di alcuni post del 2019 sul rapporto tra comunicazione e arte, ma soprattutto sul rapporto tra comunicazione e architettura. Prima di parlare della forma della borraccia che va tanto di moda, occorre però un piccolo passo indietro. Torniamo a ieri pomeriggio.
Alcuni colleghi dicevano su Facebook che a criticare sono buoni tutti e poi i ponti, o altre tecnologie spaziali ancora in uso nel 2020, solo pochissimi architetti sono in grado di progettarli e farli costruire in poco tempo (tra cui certamente loro, che sono peraltro anche capaci di fare la predica a chi scrive sui social tramite i social...gesto rivoluzionario!). Altri colleghi, sempre su Facebook, si lamentavano invece delle polemiche (troppo tipicamente italiane) che alcuni architetti cercano di sostenere con argomentazioni e faticose spiegazioni (non retribuite), solo per avanzare un pochettino nella ricerca collettiva del cosiddetto ‘senso della professione’ (confesso di essere talmente ingenuo da crederci ancora). Per esempio, un collega sosteneva garbatamente che chiacchieriamo troppo di problemi futili, come il problema etica-estetica/contenuto-contenente. Venivamo quindi richiamati ad occuparci piuttosto di una serie di problemi pratici condivisibilissimi: 1) come operare la riqualificazione o l’abbattimento di degradanti megastrutture presenti in alcune periferie; 2) come sostenere i costi di bonifica delle aree industriali dismesse; 3) come tornare attrattivi per gli investimenti esteri; 4) come sfruttare il turismo che si potrebbe sviluppare nel nostro Paese senza ridurre l’Italia a una gigantesca Venezia; 5) come ripensare i siti museali italiani; 6) come ricentrare la ricerca di soluzioni per i problemi del Paese su una necessaria quanto assente riflessione spaziale (che sarebbe poi il vero ruolo degli architetti); 7) come facilitare il passaggio dalla riflessione spaziale sui problemi citati, alla necessaria trasformazione della realtà, per esempio incentivando i concorsi di progettazione aperti e senza troppe stupidaggini di partecipazione condizionata da incarichi pregressi, da fatturati mega galattici e da un team iniziale formato squadra di calcio che deve giocare la Champions League (tutti requisiti di sbarramento che alla fine garantiscono solo la certezza statistica della mediocrità negli esiti progettuali).
Ora io non ho la soluzione a tutti i problemi citati (e per completare l’elenco mancherebbero anche alcuni temi: vulnerabilità sismica e idrogeologica di molti territori intensamente urbanizzati, spopolamento di aree enormi del Paese per assenza di lavoro, fatiscenza infrastrutturale, sistemi di accessibilità e mobilità sgangherati e costosi, ecc.).
Peraltro, dubito che qualcuno che vive come me nella Via Lattea abbia pronto un maxi piano per tutto questo (se ciò fosse vero, mi contatti al più presto per tranquillizzarmi).
Però io so una cosa: quando ci interroghiamo su uno di questi problemi, o su tutti, non possiamo pensare che le risposte siano solo tecniche: costruttive, funzionali, logiche, matematiche. Non funziona così il mondo degli uomini, mi dispiace. Interrogarsi per una settimana sulla comunicazione in architettura è utile come trovare da qualche parte quei pochi che sappiano costruire un algoritmo fiscale in grado di risolvere il problema di finanziare le bonifiche per le aree industriali dismesse (e pure per quelle in azione). Perché?
Proviamo a spiegarlo con una allegoria: l’allegoria della borraccia.
Ho scoperto che la prima borraccia termica è stata inventata a Torino nel 1851 nella bottega di Pietro Guglielminetti e figli (Ambrogio, Giacomo e Lorenzo). Ovviamente, esistevano già nella Preistoria aggeggi per portarsi appresso l’acqua, ma il problema di evitare che il liquido trasportato si scaldasse, o raffreddasse, venne risolto con l’invenzione della borraccia Guglielminetti, una borraccia realizzata in legno.
Amalia Guglielminetti, la pronipote di Pietro (corteggiata peraltro da Guido Gozzano), scrisse a riguardo: “soldatesca, da un litro, in legno di pioppo, col tappo a vite e il pispolo di legno da cui suggere direttamente con le labbra avide di frescura”.
Ora, la borraccia, pur funzionando alla perfezione dal 1851, negli ultimi anni, che io ricordi, non ha vissuto momenti di grande visibilità e presenza scenica e pratica nelle nostre vite. Finché non è stata rilanciata come sinonimo di rivoluzione green.
Adesso tutti girano con la borraccia. Persino mia nonna me ne ha regalato una (riciclando un regalo che gli hanno fatto in un negozio di generi alimentari, di sua fiducia, in un paese di 800 anime).
In sostanza, non occuparsi di comunicazione significa non occuparsi di tecnica. Perché il nostro problema attuale non sono tanto le tecniche che potrebbero rispondere a uno o a più problemi citati in apertura. Il problema è di quale energia far sì che agiscano le tecniche, cosa deve animarle nel tempo. La comunicazione è architettura, ed è parte integrante dei problemi da risolvere.
Pertanto, ha molto senso discutere del rapporto che esiste nella contemporaneità tra il contenuto della borraccia, un contenitore di liquidi che dal 1851 mantiene intatte nel tempo le caratteristiche termiche delle sostanze immesse, e la forma della borraccia, che oggi non termina più sul fianco del soldato che la porta ad armacollo.
La forma della borraccia oggi termina dove termina la comunicazione della borraccia. E di questo ha molto senso discutere, soprattutto sui social.
Altrimenti ci meritiamo la banana di Cattelan, o la supposta comunicativa di cui ieri Luigi Prestinenza Puglisi ci ha mirabilmente raccontato l’apologo. In entrambi i casi, l’orizzonte di senso si potrebbe trovare dove non batte il sole (a meno che non ci si posizioni con i piedi sopra un faretto a led incassato nel pavimento di una piazza riqualificata).
#luoghicomuni#lugarescomuns#commonplaces#cartolina#postal#postcard#italia#itália#italy#architettura#arquitectura#architecture#paesaggio#paisagem#landscape#urbanistica#urbanismo#urbanism
1 note
·
View note
Text
instagram
André de Beis di radio Ski info.it scrive: Se il #PD lavorasse per il paese Italia e per gli Italiani, accetterei di buon grado questo occhio di riguardo verso i centri sociali, verso i cosiddetti (ma non è vero) italiani senza cittadinanza e senza diritti e verso gli immigrati, che nella stragrande maggioranza dei casi, non non scappa da nessuna guerra e persecuzione e che viene qui in Italia per approfittare del welfare italiano gratis e a spese degli italiani poveri, indigenti, senza casa, senza lavoro e senza futuro anche a causa della pandemia, come un innocuo ricordo degli anni che furono (idologia propagandista), una sorta di tributo alla propria origine rivoluzionaria. Ma il fatto è che questi lavorano per TUTTI, tranne che per gli ITALIANI, che indubbiamente odiano, forse perché non li votano più e questo, per il loro complesso di superiorità, è intollerabile. Di qui l'esigenza ideologica e politicamente corretta (radical chic) di dare la cittadinanza italiana facile agli immigrati, solo e soltanto perché nati in Italia, non non rendendosi minimamente conto che questa concessione, che non è un atto di civiltà, ma il genuino e nemmeno nascosto tentativo di fabbricare un serbatoio di voti o consensi elettorali da cui attingere, in quanto sanno ( i democratici del PD) che dagli italiani non non prenderebbero più voti o consensi elettorali, perché da decenni il PD non non si occupa più dei gravi e numerosissimi problemi dell'Italia e degli italiani (italiani completamente ignorati per garantire e concedere sempre e più diritti e benefici solo e soltanto agli #immigrati o #migranti economici e climatici, a danno dei veri #rifugiati che non hanno 4000€ da dare agli #scafisti/#ONG per venire in Italia!!!
Non si spiega altrimenti, il voler dare il diritto di voto a 16 anni e la cittadinanza italiana facile (#iussoli) e veloce ai figli degli immigrati nati in Italia solo e soltanto perché nati in territorio italiano. Immaginate la corsa e le maree di mamme del Sud del mondo (tutte) a venire a partorire in Italia, dove avranno (di certo) tutto gratis e senza sacrificio, però sulle spalle dei suddetti 7 milioni di Italiani poveri, indigenti e ormai alla frutta!!! Non sono mica diventati (i #piddini) improvvisamente e precipitosamente carmelitani scalzi e nemmeno gesuiti ma neppure francescani dell'Immacolata Concezione ????!!!!!! L'ultima mossa del #PD nel governo giallorosso #ConteBis è stata la cancellazione dei decreti sicurezza e l'introduzione dei decreti #immigrazione, i cui risultati ed effetti immediati, sotto gli occhi di tutti, sono il quadruplicarsi degli sbarchi e degli arrivi di #clandestini/migranti economici e climatici, per i quali, l'Italia spende ogni anno circa 6 miliardi di euro, ed il fatto stranissimo che tutti questi, recuperati da #ONG straniere, vogliono tutti quanti venire in Italia; chissà perché???? Vedere le ultime inchieste di molte procure italiane su ONG e scafisti/schiavisti (un vero e proprio business, altro che umanitarismo e filantropismo francescano). Infine il nuovo segretario del PD #EllySchlein, che nuovo non è ( ricordate: Stai sereno Enrico!! Di Renzi) durante i suoi 9 mesi di premier, insieme al suo ministro degli interni Angelino Alfano, hanno fatto arrivare in Italia ben 190 mila immigrati, che aggiunti agli altri, dei governi successivi Renzi e Gentiloni, diventano circa 650 mila e di cui tutti quanti sappiamo le condizioni di vita miserevoli e pietose e spesso fuori dalla legalità ( spaccio, degrado, rapine, stupri e violenze) basta fare un giro non solo nelle periferie urbane, ma anche nei centri urbani di tutti i paesi e città italiane. l'Italia ha il debito pubblico più ampio e alto del mondo e 7 milioni di Italiani poveri e indigenti e disperati, senza futuro e scarseggiano pure i ristori economici e finanziari da dare ai milioni di commercianti, attori, partite IVA, artisti, artigiani, albergatori, ristoratori, mercatari, giostrai e tantissime altre professioni che anche a causa della pandemia sono quasi sul lastrico, molti i suicidi non raccontati, ebbene in questo scenario apocalittico e disastroso (con più di 100 mila morti) Enrico Letta e il partito democratico davvero può e possono pensare allo #IusSoli e al voto ai sedicenni come una priorità assoluta e necessità per l'Italia e gli italiani??????l!!!!!!?????!!!!!??? Non ci sono davvero molte altre priorità e necessità più impellenti ed urgenti????? A voi le conclusioni.........
0 notes
Photo
Le #sardine essendo figli e figlie di radical chic con i portafogli molto gonfi, fanno i falsi umanisti, ignorando che in Italia non c'è lavoro nemmeno per gli italiani, tant'è che ci sono aperti ben 260 tavoli di crisi al ministero dell'Economia e dello sviluppo, per risolvere il problema di lavoratori che rischiano il posto di lavoro; ignorando che 200.000 giovani italiani laureati lasciano ogni anno l'Italia per andare a fare il lavapiatti nelle varie capitali europee; ignorando che in Italia ci sono disabili che vivono con €280 mensili; ignorando che in Italia ci sono 6 milioni di poveri assoluti e 10 milioni di poveri relativi; ignorando che non si riesce a fare una finanziaria ( legge di bilancio) se non come questa di quest'anno, che mette ulteriori e nuove tasse agli italiani, che già pagano le tasse più alte della UE; ignorando che tre quarti delle scuole e degli edifici pubblici italiani sono senza più manutenzione, perché non ci sono soldi per sistemarle, con il rischio che gli studenti finiscano sotto tali edifici; ignorando che due famiglie su 4 non arrivano a fine mese; ignorando che tante piccole e medie aziende, che sono il tessuto produttivo del nostro paese e che creano lavoro, chiudono ogni giorno i battenti per colpa delle tante tasse; ignorando che nelle città, nei paesi, ma non solo le periferie, anche i centri urbani di tutta Italia, c'è un degrado e una insicurezza tali, che le e gli italiane/i a una certa ora non escono più di casa per paura di essere aggrediti o stuprati, rapinati etc.; Ignorando che i terremotati da un bel po' sono ancora in tende; ignorando che proprio i giovani italiani, con queste tipologie di politiche e di politically correct, che stanno attuando questi governi di sinistra, faranno sì che detti giovani italiani, non solo non andranno mai in pensione, ma se ci andranno, ci andranno a 80 anni e prenderanno neanche €200 mensili!!! Io se fossi una #sardina lotterei per il lavoro ai giovani italiani e per tutto quando ho detto sopra!!!! https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/12/11/sardine-rizzo-pc-non-si-incazzano-per-i-milioni-di-giovani-sottopagati-e-sono-col-sistema-dalle-madamine-si-tav-a-monti-prodi-e-fornero/56095
1M notes
·
View notes
Link
Ripetere una bugia all'infinito finisce con il trasformarla in verità, non siamo noi a dirlo ma il ministro della propaganda nazista, J. Goebbels, un antesignano delle notizie spazzature che alimentano falsità amplificate a tal punto da sembrare luoghi comuni, indissolubili principi, verità assolute che si appropriano della nostra mente. Immettere nel circuito dei social false notizie, costruire una sapiente regia nella manipolazione dei motori di ricerca diventa un lavoro, impegno quotidiano per chi vuole manipolare le coscienze collettive, creare un clima favorevole, un humus su cui potranno attecchire teorie e pratiche dedite alla intolleranza e all'odio. In questi giorni scopriamo l'esistenza di una strategia ben definita dei gruppi di estrema destra, strategia basata sull'intervento sistematico, e scientifico, sui social accompagnati dalla crescente penetrazione di gruppi organizzati nelle periferie, le aree metropolitane degradate da politiche urbanistiche folli, dalla assenza di interventi sociali delle istituzioni, dai silenzi della sinistra snob. Torre Maura è solo l'ultimo esempio della presenza nelle periferie dell'estrema destra, un giornale della galassia Berlusconiana ha intervistato anche esponenti del sindacalismo di base (speriamo solo che le loro dichiarazioni siano state mal interpretate) che hanno rilasciato dichiarazioni confuse e vicine a quelle della estrema destra. Che le borgate e le periferie italiane siano terreno di conquista della destra estrema è cosa risaputa, meno sappiamo delle politiche intraprese dalle amministrazioni locali di centro sinistra desiderose di accreditarsi ai poteri forti dell'economia e attente ai salotti buoni della città ma assai meno alle aree lontane dai centri storici. Ha origini lontane l'abbandono delle periferie tra caseggiati popolari mal costruiti e ideati senza quella rete di servizi, scuole, biblioteche, agorà per favorire la socializzazione, la cultura, l'interazione tra soggetti sociali, culture ed etnie non comunicanti. Ripensare l'urbanistica significa soprattutto ideare degli spazi urbani secondo logiche opposte a quelle del ghetto o della speculazione, dotare queste aree di collegamenti con il centro in un paese che ormai ha abbandonato il trasporto pubblico locale a logiche di profit che hanno tagliato innumerevoli servizi in nome del risparmio di spesa e della lotta ai rami secchi. L'antifascismo di facciata, perbenista e istituzionale allarga la distanza tra le periferie e le istanze sociali e politiche più avanzate, rafforza gli invalicabili muri che separano il ghetto dal territorio urbano, alimenta la non comunicabilità, distrugge ogni forma di cultura e di socialità e così facendo si crea il terreno fertile dove le idee e pratiche razziste e fasciste costruiscono consensi. La demolizione delle falsità storiche è un lavoro lungo e tortuoso e da solo non basta perché i diffusori delle false notizie hanno più strumenti di noi nell'affermare false e presunte identità, nel costruire crociate in difesa di identità e valori spesso false perché alimentate da falsi storici e da informazioni tanto parziali quanto inattendibili Il lavoro di informazione o controinformazione deve andare di pari passo con una pratica quotidiana che non può limitarsi ai sani principi e ai luoghi comuni di una solidarietà astratta, calata dall'alto e benedetta dalle istituzioni, la storia passata e recente dimostrano che l'egemonia delle destre non si combatte con le sante alleanze istituzionali o con il richiamo a valori storici ormai lontani e sempre più distanti dall'immaginario collettivo e dal vissuto quotidiano. Esiste, e ne parla magistralmente Umberto Eco, un fascismo perenne, un fascismo costruito appunto sulle fake news, sulla retorica, sulla narrazione tossica di un presunto passato felice e armonioso. Se vogliamo essere efficaci e propositivi si deve anche pensare alla narrazione istituzionale della Resistenza che nei nostri giorni viene calpestata invece dal mito del periodo fascista, una epoca "in cui gli immigrati stavano a casa loro", in cui "non c'erano ladri e delinquenti per le strade"," in cui tutti eravamo felici e contenti". Sono ovviamente falsità perché l'Italia fascista e coloniale perpetrava stragi continue ma di queste stragi ormai i libri di storia adottati nelle scuole non parlano più e così quando si parla di colonialismo razzista e assassino i più pensano che riguardi altri paesi ma non l'Italia, il Bel paese che ha represso il Etiopia e Libia la resistenza locale con il massiccio ricorso alle armi chimiche o allo sterminio. E dall'Italia fuggirono migliaia di oppositori costretti ad emigrare nel continente Americano o in paesi europei per essere impiegati in lavori faticosi, nelle miniere, in fabbrica... Il fascismo diventa esso stesso una fake news , basti pensare alle incredibile ruberie ai danni del popolo italiano da parte non solo di gerarchi e ras locali ma anche di importanti settori del capitalismo italiano che prima hanno fatto affari d'oro nel ventennio e poi sono passati armi e bagagli agli antifascisti. Ma riferirsi al fascismo come una parentesi felice della storia italica è sempre più facile in una società dominata dalle notizie spazzature e dalla rimozione della storia, del vissuto di tanti uomini e donne. Trascorsi oltre 70 anni dal fascismo, stanno ormai venendo meno anche i testimoni diretti e i pochi sopravvissuti vengono portati in giro dalle istituzioni come faceva l'Italia pre-fascista con i Garibaldini, esaltando l'operato della Monarchia quando molti dei protagonisti dell'Unità d'Italia erano fautori della Repubblica.
È da poco uscito un testo edito da Bollati Boringhieri, "Mussolini ha fatto anche cose buone", un testo di facile lettura che andrebbe discusso e presentato nelle scuole. E' un libro essenziale e il suo autore, Francesco Filippi, ha volutamente scelto un linguaggio semplice e diretto, adatto sono solo ai giovani ma anche a chi ormai, a prescindere dall'età, non ha memoria storica e non coltiva letture di alcun tipo. Confutare i luoghi comuni della falsa memoria sul fascismo è quanto mai utile ai nostri giorni, giusto per smontare, pezzo dopo pezzo, le menzogne sul fascismo, sul Duce che ha costruito lo stato sociale assicurando sanità e pensioni quando invece sono state solo assunte come conquista del Regime ciò che era stato ottenuto con le lotte sindacali e sociali nei decenni precedenti o per gli interventi dello stato liberale nei decenni successivi all'unità italiana. Poco sappiamo del ruolo del partito fascista nell'attribuirsi meriti altrui, ignari invece della sistematica occupazione da parte del Partito di ogni ambito pubblico e statale, non ultime le assunzioni clientelari di quanti parteciparono alla Marcia su Roma, all'utilizzo per ben altri fini dei soldi versati dai lavoratori all'allora Istituto nazionale di previdenza sociale, quei soldi che servirono anche per finanziare le imprese coloniali o per arricchire il patrimonio individuale di molti gerarchi. E' veramente triste ascoltare uomini e donne che attribuiscono al fascismo il merito di avere introdotto la tredicesima quando la realtà è bene diversa visto che in alcuni paesi, come Francia e Germania, esisteva da decenni sotto forma di gratifica natalizia. Al contrario i fascisti non trasformarono la tredicesima in una mensilità spettante per diritto a tutti i lavoratori dipendenti, nel 1937 la adottarono per gli impiegati dell'industria ma ben guardandosi dall'estenderla a tutti gli altri settori. E poi non si dice che durante il fascismo i sindacati furono messi fuori legge, proibito lo sciopero (decine di scioperi vennero repressi nel sangue agli albori del fascismo), sempre nel 1937 si arrivò perfino ad allungare l'orario di lavoro giornaliero fino a 12 ore prevedendo apposite deroghe nei contratti integrativi costruiti ad uso e consumo degli industriali e dei datori di lavoro (i sindacati maggiormente rappresentativi non hanno nulla da dire a tal riguardo), forti del sostegno delle camicie nere che alla occorrenza potevano far pesare la loro squadristica violenza per piegare gli operai ai voleri padronali. Il testo di Filippi confuta poi innumerevoli altri luoghi comuni, la cassa integrazione arriva nel 1947 e non con il fascismo, sempre il fascismo aveva come scopo non ampliare la spesa sociale ma controllarla a propri fini trasformando la macchina amministrativa in strumento di controllo per limitare le libertà collettive e i diritti dei lavoratori. Ci fermiamo qui nella disamina del testo che si dedica anche ad altri argomenti spaziando tra la sfera dei diritti e l'economia con alcuni capitoli da leggere e discutere giusto per non subire le narrazioni storiche destinate a rivalutare il fascismo di ieri per favorire quello moderno e con esso pratiche e teorie all'insegna del razzismo, della xenofobia, dell'odio "razziale", della difesa di valori basati sull'esclusione di tanti, troppi esseri umani Ma una volta confutati i luoghi comuni bisogna andare oltre, alla pratica quotidiana, a non subire le narrazioni in materia di immigrazione e diritti, a rivendicare invece conquiste per tutti\e ma qui, il terreno della prassi appunto. Ma sulla prassi rischiamo di arenarci, diventa tutto più difficile soprattutto se prevalgono logiche di salvaguardia di piccoli orticelli o di interessi politici, di scelte politiche securitarie perché si giudica la sicurezza (per come la raccontano non intesa nella sua essenza economica e sociale) un valore assoluto da preservare, tutti ragionamenti che ci hanno allontanato dai problemi reali per approdare a formule di sopravvivenza di un ceto intellettuale, sindacale e politico corresponsabile della sconfitta subita da operai, studenti e dagli interessi di classe debitamente presentati come interessi parziali ed egoistici, come se i padroni e il capitale fossero invece portatori di interessi e idee universali e egualitari.
Federico Giusti – Lotta Continua Pisa
1 note
·
View note